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Varsavia, 1939.<br />
Wladyslaw Szpilman è un musicista<br />
ebreo polacco che lavora alla<br />
radio di Varsavia. Quando iniziano<br />
i bombardamenti sulla città sta eseguendo<br />
un Notturno di Chopin in<br />
diretta radiofonica e interrompe il<br />
brano solo dopo il crollo della stanza<br />
attigua a quella in cui si trova.<br />
La città viene distrutta, i cancelli<br />
del ghetto chiusi e sorvegliati, le<br />
case svuotate, le persone uccise.<br />
Wladyslaw e la sua famiglia vengono<br />
rinchiusi nel ghetto, per poter<br />
sopravvivere sono costretti a vendere<br />
i loro averi, compreso il pianoforte.<br />
Iniziano le deportazioni di<br />
massa e la stessa famiglia di Wladyslaw<br />
trova la morte nei campi di<br />
sterminio.<br />
Szpilman viene ospitato più volte<br />
da conoscenti finché la situazione<br />
diventa drammatica: a causa dei<br />
continui rastrellamenti si troverà da<br />
solo, in un mondo straziato<br />
dall’inutile ferocia della guerra;<br />
stremato, vaga da un rifugio<br />
all’altro alla disperata ricerca di<br />
La forza della musica<br />
cibo: cerca riparo nella soffitta di<br />
una casa abbandonata, ma viene<br />
scoperto da un ufficiale tedesco<br />
che lo interroga.<br />
Conosciuta la sua professione,<br />
lo porta davanti ad un piano e lo<br />
invita a suonare il Notturno di<br />
Chopin, proprio il pezzo che aveva<br />
interrotto a causa dei bombardamenti<br />
sulla città. L’ufficiale,<br />
colpito dal suo talento, decide di<br />
proteggerlo, tenendo nascosto il<br />
suo rifugio e procurandogli del<br />
cibo. L’insurrezione si sta ormai<br />
spegnendo, le truppe russe sono<br />
alle porte e i tedeschi si danno<br />
alla fuga. L’ufficiale si congeda<br />
senza rivelare il proprio nome.<br />
Wladek torna a lavorare alla radio,<br />
le sue dita a spingere i tasti<br />
bianchi e neri del pianoforte,<br />
nell’aria torna a diffondersi la sua<br />
musica. Si ricomincia con i normali<br />
ritmi, nonostante le profonde<br />
ferite ben visibili nella città<br />
ridotta ad un cumulo di macerie,<br />
nascoste nell’animo delle persone.<br />
La musica, la sua passione,<br />
lo ha reso agli occhi del tedesco<br />
diverso dagli altri: lo ha reso un<br />
uomo, non più un numero, lo ha<br />
sottratto definitivamente a quella<br />
che era una massa di individui<br />
resi identici dalla stella gialla attaccata<br />
al petto, trasformati in<br />
numeri infinitamente uguali.<br />
Anche in situazioni in cui il senso<br />
di umanità e il significato stesso<br />
di “essere umano” viene vilipeso,<br />
mortificato, oltraggiato, si trova<br />
sorprendentemente la possibilità<br />
di sopravvivere attraverso e grazie<br />
alla propria arte. Sebbene il<br />
protagonista tenti più volte il suicidio<br />
pur di non consegnarsi ai<br />
Tedeschi, nei momenti più sereni<br />
non fa che rifugiarsi nella propria<br />
arte per condurre una vita normale,<br />
o meglio, per illudersi di<br />
farlo: studia inglese, legge libri e<br />
immagina di eseguire le sue<br />
composizioni. Sarà questo a rivelarsi<br />
determinante: otterrà la<br />
stima e sarà aiutato proprio da<br />
chi considera nemico. È questo<br />
il messaggio: non esiste il male<br />
assoluto e, anche di fronte alla<br />
perdita della dignità umana, è<br />
possibile ritrovare la propria<br />
umanità aiutando e salvando un<br />
proprio simile.<br />
Le tematiche affrontate ne “Il<br />
Pianista” riguardano l’ occupazione<br />
nazista di Varsavia con i<br />
tragici fatti che seguirono e che<br />
distrussero la vita di milioni di<br />
persone, ma il vero filo conduttore<br />
è la musica di Chopin che<br />
aleggia tra le pagine del romanzo,<br />
facendone quasi percepire<br />
la dolcezza della melodia: e la<br />
musica diventa così un valore<br />
universale, un elemento di unione<br />
tra due persone rese nemiche<br />
dalla guerra.<br />
Il libro è di scorrevole lettura,<br />
appassionante pur nella crudezza<br />
della descrizione dei fatti,<br />
crudezza che si stempera e si<br />
addolcisce al suono delle note<br />
di Chopin, fino ad assumere<br />
toni drammatici nell’epilogo che<br />
riguarda il destino dei due protagonisti.<br />
E’ assolutamente da leggere. A<br />
noi ragazzi apre una finestra su<br />
un periodo storico troppo lontano<br />
e che sinora abbiamo conosciuto<br />
attraverso le manifestazioni<br />
cui abbiamo partecipato in<br />
occasione della commemorazione<br />
della Shoah. Leggendo “Il<br />
Pianista” si tocca con mano la<br />
sofferenza dell’uomo e<br />
l’incredibile forza che bisogna<br />
avere per sopravvivere aggrappati<br />
ad un sogno: quello di poter<br />
eseguire nuovamente un Notturno<br />
di Chopin. E quando il<br />
sogno si realizza, come per incanto,<br />
Varsavia viene liberata, e<br />
il protagonista riacquista la sua<br />
libertà e dignità di uomo.<br />
Alfredo Maria Adorno<br />
I A Liceo Scientifico<br />
P A G I N A 32