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Gennaio - Federazione Trentina della Cooperazione

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IN PRIMO PIANO oltre il caso unipol<br />

Cooperare vuol dire<br />

avere tanti occhi<br />

di Franco de Battaglia<br />

Anche le cooperative trentine utilizzano lo strumento delle spa. Funziona?<br />

Ecco le risposte di Fiorini, Senesi, Rizzoli e Giacomoni<br />

La bufera che ha investito il sistema delle Coop nazionali,<br />

per effetto <strong>della</strong> scalata di Unipol (una società per<br />

azioni assicurativa controllata da alcune cooperative) ad<br />

una banca (la BNL) non ha mancato di far sentire i suoi<br />

effetti, anche se indiretti e molto attenutati, sulla cooperazione<br />

trentina, che pur ha sempre rivendicato un suo<br />

stile specifico, sobrio, meno amante di un certo gigantismo<br />

vistoso, rispetto ad altre realtà nazionali.<br />

L’offensiva “anticooperativa” cui la scoperta dei cospicui<br />

conti personali del “patròn” di Unipol, Giovanni<br />

Consorte, ha fornito il pretesto, non può però essere<br />

ignorata. Occorre, invece, a fronte degli inciampi nazionali,<br />

saper “fare meglio”, non aver paura di essere diversi,<br />

rilanciando non solo un modello, ma una pratica<br />

cooperativa capace di rispondere all’obiezione che più<br />

comunemente si è sentita: “Allora anche la<br />

<strong>Cooperazione</strong> è un ‘business’ come tutti gli altri”?<br />

No, ma il caso suscita domande alle quali occorre dare<br />

risposta: Consorte s’è costruito il suo “tesoretto” personale<br />

perché aveva fra le mani una Spa che le cooperative<br />

avevano formato, invece che una cooperativa vera?<br />

E’ il sistema Spa che deve finire sotto accusa? O è l’infedeltà<br />

di un singolo manager, sia pur brillante? O sono<br />

i soci cooperatori che devono stare più attenti, indiriz-<br />

zando le società che costruiscono senza farsi trascinare<br />

dalla loro logica? Abbiamo rivolto le domande ad<br />

alcune realtà cooperative trentine che convivono con<br />

società per azioni da loro controllate, per operare in<br />

maniera più flessibile sul mercato.<br />

Giorgio Fiorini, presidente del Sait, che proprio con la<br />

Coop ha creato una Spa per gestire i negozi<br />

Superstore, non ha dubbi che sull’ “Affare Unipol”<br />

occorra discutere e dibattere, proprio per mettere a<br />

punto un modello cooperativo sempre più adeguato ai<br />

tempi: per controbattere le accuse, ma anche per<br />

superare manchevolezze. Primo punto. “Le società per<br />

azioni - dice Fiorini – sono strumenti. Se gli obiettivi che<br />

si propongono sono di crescita solidale o diventano<br />

invece di semplice business (magari a vantaggio dei<br />

manager invece che dei soci) dipende da chi questi<br />

strumenti gestisce. Ma la <strong>Cooperazione</strong> deve avere il<br />

dritto di utilizzare questi strumenti per perseguire le proprie<br />

finalità. Essenziale è però, da questo punto di vista,<br />

che il socio di riferimento sia cooperativo, che i cooperatori<br />

abbiano il controllo <strong>della</strong> maggioranza delle azioni,<br />

evitando di farsi trascinare in un gioco che non è il<br />

loro da maggioranze esterne”.<br />

Secondo punto. “Se gli interessi del sistema cooperati-<br />

COOPERAZIONE TRENTINA n° 1 gennaio 2006<br />

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