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Ottobre - Federazione Trentina della Cooperazione

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5LA CONVENTION<br />

A San Pietroburgo<br />

700 partecipanti<br />

alla convention di Phoenix<br />

con il Nobel Paul Krugman<br />

IL RACCONTO<br />

GEmmA PALLAORO<br />

Un’allevatrice donna<br />

nella Valle dei Mocheni >32<br />

DAL mONDO<br />

Luigi Franzoi,<br />

missionario tuttofare >38<br />

NEwsCOOP<br />

- mele e uva da record >17<br />

- in 12mila a Educa >21<br />

- nuova linfa dalle Casse >25<br />

34<br />

sILVANO RAUZI<br />

La terra ha salvato<br />

il Trentino<br />

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L.<br />

353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1<br />

COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI<br />

E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA -<br />

www.cooperazionetrentina.it . carta ecologica<br />

N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

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Reg.N° 5521-A<br />

UNI EN ISO 9001:2000


Periodico <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong> <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />

Trento, Via Segantini, 10 - Tel. 0461.898111<br />

www.cooperazionetrentina.it<br />

ufficio.stampa@ftcoop.it<br />

Direttore responsabile<br />

Walter Liber<br />

Coordinatrice<br />

Dirce Pra<strong>della</strong><br />

Comitato di Redazione<br />

Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce<br />

Pra<strong>della</strong>, Corrado Corradini, Franco de Battaglia,<br />

Cesare Dossi, Michele Dorigatti, Paolo Tonelli,<br />

Cristina Galassi, Silvia De Vogli<br />

Hanno collaborato<br />

Carlo Borzaga e Umberto Folena<br />

Progettazione grafica<br />

Cooperativa ARCHIMEDE - www.archimede.nu<br />

Stampa tipografica<br />

Cooperativa NUoVE ARTI GRAFICHE<br />

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di 10 abbonamenti<br />

Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Trento<br />

n. 26 Registro stampa di data 09.10.1950<br />

N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

EDITORIALE<br />

03 Folgarida, il ruolo <strong>della</strong> cooperazione<br />

IN PRIMO PIANO<br />

04-08 La convention di Phoenix a San<br />

Pietroburgo, dove è intervenuto anche il<br />

nobel Krugman: “La recessione è finita,<br />

ma la ripresa è lontana”. Un’occasione per<br />

presentare la nuova versione di Sib2000, il<br />

prodotto informatico di gestione bancaria.<br />

09-15 Melinda compie vent’anni: il riscatto<br />

di una terra, la forza <strong>della</strong> cooperazione.<br />

Con intervista al primo presidente Ghirardini<br />

e al professor Gios. La prima mela col bollino,<br />

la prima in tv, la prima con la Dop.<br />

NEWSCOOP<br />

17 Uva e mele, annata da record<br />

21 In 12mila a Educa: un successo<br />

22 Sconti per le cooperative<br />

23 Giovani, nuovo direttivo<br />

24 Trambileno: bottega da un secolo<br />

25 Rurali, nuovo ossigeno per le imprese<br />

29 Coop Sei da vent’anni<br />

CULTURA COOPERATIVA<br />

Il racconto<br />

32 Gemma Pallaoro, un’allevatrice donna<br />

nella Valle dei Mocheni<br />

Il nobel: “la<br />

crisi è finita”<br />

La<br />

scommessa<br />

di Ghirardini<br />

L’intervista<br />

34 Silvano Rauzi: La terra ha salvato il<br />

Trentino<br />

Norme e leggi<br />

37 Turismo a marchio coop<br />

Finestra sul mondo<br />

38 Luigi Franzoi, missionario tuttofare in<br />

Germania<br />

Arte idee territorio<br />

41 Solidarietà, non solo una parola<br />

Recensioni<br />

43 L’enciclica del Papa dalla a alla<br />

zeta/2<br />

Testimoni dei valori/15<br />

44 Sviluppo sostenibile<br />

OPINIONI<br />

Economia<br />

46 Il Trentino in controtendenza<br />

Orizzonti<br />

47 Impossibile non essere sobri<br />

La porta aperta<br />

48 Ciao Fabio, studioso di cooperazione<br />

5 12 32 38<br />

Pallaoro,<br />

allevatrice<br />

donna<br />

Franzoi,<br />

missionario<br />

tuttofare


Tassi massimi applicabili ai rapporti garantiti da Cooperfidi alla data 01/08/2009<br />

CREDITO IN SALVO ANTICIPO ANTICIPO CREDITI ANTICIPO MUTUO<br />

CONTO CORRENTE BUON FINE CONTRATTI PUBBLICHE AMMIN. SU FATTURE CHIROGRAFARIO<br />

CASSA CENTRALE E CASSE RURALI TRENTINE 3,75% 3,00% 3,00% 3,00% 3,00% 3,25%<br />

UNICREDIT BANCA* da 3,507% a 5,007% da 2.507% a 4,007% da 2.507% a 4,007% da 2.507% a 4,007% da 3.507% a 5,007% da 2,907% a 4,857%<br />

BNL 2,638% 2,138% 2,138% 2,138% 2,138% 2,645%<br />

BANCA POPOLARE A/A 2,75% + 1/8 2,25% 2,25% 2,25% 2,25% 2,25%<br />

B.T.B. 2,257% 1,507% 1,757% 1,757% 1,757% 2,007%<br />

BANCA SELLA NORD EST - BOVIO CALDERARI 6,25% 5,50% 5,75% 5,75% 5,75% 2,55%<br />

BANCA COOP. LA VALSABBINA 2,693% 1,993% 1,993% 2,693% 1,993% 1,993%<br />

BANCA POP. SONDRIO 2,507% 2,007% 2,307% 2,307% 2,007% 2,107%<br />

MEDIOCREDITO TRENTINO AA 4,50% (SE FISSO DA 4,50%<br />

A 6,10% - SE VARIABILE<br />

3,90%)<br />

* spread diversi secondo il “rating”<br />

facilita il rapporto<br />

con le Banche<br />

i SerViZi per i Soci<br />

cooperfidi, cooperativa provinciale di garanzia<br />

fidi, migliora il rapporto banca-utente, garantendo<br />

i finanziamenti e le linee di credito aperte dai soci<br />

presso gli istituti di credito convenzionati.<br />

la presenza <strong>della</strong> garanzia cooperfidi agevola<br />

l’accesso al credito, e le relative operazioni di<br />

finanziamento vengono trattate a tassi particolarmente<br />

convenienti.<br />

cooperfidi offre ai propri Soci<br />

ulteriori SerViZi<br />

- consulenza ed assistenza finanziaria;<br />

- finanziamenti tramite fondo di Solidarietà Sait;<br />

- copertura rischio cambio;<br />

- anticipo contributi ai sensi l.p. 6/99;<br />

- prestiti partecipativi ai sensi l.p. 6/99;<br />

- operazioni speciali per gli allevatori e per i<br />

caseifici sociali.<br />

chi può accedere ai SerViZi di cooperfidi<br />

cooperfidi è aperta alle cooperative, ai contadini, alle società<br />

ed agli enti operanti nell’agricoltura.<br />

possono associarsi al consorzio le cooperative di produzione<br />

lavoro, quelle di servizio, di consumo, edilizie, le cooperative<br />

agricole e tutti i contadini iscritti all’albo provinciale, siano essi<br />

allevatori, apicoltori, frutticoltori, coltivatori di piccoli frutti ecc.<br />

orari e nuMeri utili<br />

il personale del consorzio è a disposizione dal lunedì al<br />

venerdì dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle ore 14.30 alle 17.00,<br />

per offrire tutte le informazioni desiderate.<br />

Trento - Via Vannetti, 1<br />

Tel 0461.260417 - Fax 0461.267663<br />

info@cooperfidi.it - www.cooperfidi.it n° qualiTà 2000/14533<br />

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FOLGARIDA,<br />

IL RUOLO DELLA COOpERAzIOnE<br />

La nostra è un’operazione ad alta<br />

responsabilità sociale perché abbiamo<br />

a cuore gli interessi delle comunità locali<br />

Sgomberiamo subito il campo da<br />

alcune chiacchiere di cui ormai, purtroppo,<br />

è piena qualsiasi discussione<br />

su qualsiasi argomento. Una volta il<br />

nostro bel paese era formato da una<br />

sessantina di milioni di commissari<br />

tecnici <strong>della</strong> nazionale di calcio<br />

e ora gli stessi sono tutti medici<br />

specialisti in vari campi, astronauti,<br />

giudici e esperti di finanza internazionale.<br />

Diciamo questo perché non<br />

è accettabile che tutti i problemi,<br />

anche i più complessi che abbiamo<br />

davanti, trovino la loro sede di<br />

disamina al bar del paese e immersi<br />

nel pettegolezzo e nel sentito dire.<br />

Intendiamoci! Tutti hanno il diritto<br />

di criticare, esprimere opinioni<br />

e giudizi ma imparare ad avere la<br />

pazienza di ascoltare e l’intelligenza<br />

consapevole di sapere, prima di<br />

proferire, sarebbe ragionevole atteggiamento.<br />

Parlare senza aver approfondito<br />

con grande serietà è per<br />

lo meno offensivo nei confronti di<br />

chi tenta di portare soluzione ai<br />

problemi.<br />

Le dicerie sono quelle riferite all’investimento<br />

che le Casse Rurali<br />

Trentine avrebbero fatto nell’affare<br />

Aeroterminal in quel di Venezia.<br />

L’unico piccolo coinvolgimento<br />

diretto delle Casse Rurali è su un<br />

prestito ipotecario (quindi garantito)<br />

fatto in pool con una rete<br />

di banche nazionali non essendo<br />

nemmeno capofila. Va ribadito<br />

comunque che il compito prioritario<br />

delle Casse Rurali è di investire<br />

nel nostro territorio. Il fallimento<br />

di Aeroterminal rischiava di trascinare<br />

la società delle funivie <strong>della</strong><br />

Valle di Sole e allora ci siamo mossi<br />

con grande celerità e impegno. Lo<br />

abbiamo fatto perché ci stanno a<br />

cuore gli interessi dei trentini, dei<br />

soci delle cooperative, delle cooperative<br />

(ingenti crediti), degli operatori<br />

economici, in definitiva il destino<br />

di una intera vallata che vede la<br />

sua economia legata soprattutto al<br />

turismo. Siamo nati nelle comunità,<br />

in esse viviamo e con esse, eventualmente,<br />

moriremo.<br />

E ci sta anche a cuore che l’autonomia<br />

delle singole periferie del<br />

Trentino venga rispettata. Che i<br />

Solandri possano avere determinante<br />

voce in capitolo per i destini <strong>della</strong><br />

Valle di Sole e così via per tutte le<br />

altre realtà periferiche.<br />

La spiegazione è tutta qui. Questo<br />

è stato l’elemento ispiratore del<br />

nostro agire, nel solco dei valori cooperativi,<br />

che si è spinto fino al punto<br />

di “affiancarci” ai Comuni <strong>della</strong> valle<br />

nella partecipazione, riservandoci<br />

assieme a loro un ruolo di equilibrio<br />

nella società. Sono i Municipi che<br />

con la compagine sociale decideranno<br />

i rapporti con realtà societarie<br />

simili e confinanti e siamo certi che<br />

la volontà di apertura è già fortemente<br />

presente anche relativamente<br />

a progetti di integrazione. La<br />

<strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> ha messo in<br />

campo la propria Finanziaria, creata<br />

appositamente per accompagnare<br />

3<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

EDITORIALE<br />

progetti per il territorio, disponibile<br />

a cedere nel tempo la partecipazione<br />

o parte <strong>della</strong> partecipazione a operatori<br />

locali o alle Amministrazioni<br />

Pubbliche. Noi riteniamo, forse a<br />

differenza di altri imprenditori, che<br />

in operazioni così importanti concernenti<br />

il destino delle comunità<br />

sia diritto, anzi dovere, delle pubbliche<br />

amministrazioni (proprietà<br />

di tutti i cittadini) coinvolgersi in<br />

attività imprenditoriali la cui caratteristica<br />

è tendenzialmente ad alta<br />

responsabilità sociale.<br />

Abbiamo agito in questo senso<br />

anche nella convinzione che la società<br />

che uscirà da questa nuova fase<br />

abbia al suo interno tutti i portatori<br />

di interesse che le possano permettere<br />

di diventare una sede di progettazione<br />

di “nuovo” sviluppo di<br />

quell’area. Nuovo anche nel senso<br />

di modalità innovative rispetto alle<br />

attuali, di valorizzazione del territorio<br />

nella direzione di una maggiore<br />

sostenibilità e <strong>della</strong> evoluzione <strong>della</strong><br />

percezione che le persone hanno<br />

del loro rapporto con la natura e<br />

con la vita.<br />

diego.schelfi@ftcoop.it<br />

In coerenza con quanto affermato<br />

aggiungiamo un post scriptum:<br />

La presidenza <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong> <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> è a<br />

disposizione di chiunque volesse<br />

approfondire la questione.


IN PRIMO PIANO<br />

UnA COnVEntIOn<br />

pER sEttECEntO<br />

Phoenix Informatica Bancaria - società di informatica<br />

<strong>della</strong> cooperazione trentina - ha portato a San Pietroburgo<br />

oltre quattrocento direttori e presidenti di Casse Rurali,<br />

Bcc e banche clienti per parlare di recessione e ripresa.<br />

Tra i relatori il premio Nobel Paul Krugman, il banchiere<br />

Carlo Salvatori e il filosofo Marcello Farina. Presentato in<br />

anteprima il nuovo software SIB2000<br />

E’ stata la prima convention organizzata<br />

da Phoenix Informatica<br />

bancaria. Il presidente Luigi<br />

Cristoforetti, nell’aprire i lavori, ha<br />

tracciato la storia <strong>della</strong> società nata<br />

nel 2001 come naturale evoluzione<br />

del Fondo Comune delle Casse<br />

Rurali Trentine costituito negli<br />

anni Ottanta. “Da allora – ha affermato<br />

Cristoforetti - il Fondo prima<br />

e la Phoenix poi hanno vinto molte<br />

sfide e superato parecchi ostacoli,<br />

grazie alla tenacia degli uomini che<br />

fin dall’inizio vi hanno creduto: dal<br />

primo presidente Francesco Sartori,<br />

prematuramente scomparso, al successore<br />

Giovanni Gasperi, fino al<br />

direttore Giorgio Crosina che ne<br />

ha curato lo sviluppo tecnologico<br />

ed imprenditoriale fin dalle origini.<br />

A loro va il mio ringraziamento. La<br />

realtà di oggi è quella di una azienda<br />

moderna che mette al centro il cliente,<br />

e che valorizza nel suo operare la<br />

propria ispirazione cooperativa.<br />

Il futuro del mondo è fatto di informazione<br />

e conoscenza – ha concluso<br />

- noi ci siamo dentro e ci assumiamo<br />

la responsabilità di esserci da<br />

protagonisti”.<br />

Una edizione, quella di San<br />

Pietroburgo, che sarà ricordata per<br />

i relatori di eccezione, come Paul<br />

Krugman, premio Nobel per l’economia<br />

2008, Carlo Salvatori, uno<br />

dei più affermati banchieri italiani,<br />

don Marcello Farina, filosofo e<br />

acuto osservatore del mondo, e per<br />

la qualità degli invitati, presidenti<br />

e direttori delle principali Casse<br />

Rurali, Bcc e banche clienti, oltre<br />

ai massimi rappresentanti degli<br />

organismi nazionali e locali, dal presidente<br />

di Federcasse Alessandro<br />

Azzi, di Iccrea Holding Giulio<br />

Magagni, di Cassa Centrale Banca<br />

Franco Senesi e <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong> Diego Schelfi.<br />

Una grande assise – alla quale hanno<br />

partecipato circa 700 persone – che<br />

ha rappresentato un notevole impegno<br />

organizzativo ma che ha restituito<br />

interessanti approfondimenti sul<br />

tema del giorno, la crisi mondiale, e<br />

sulle opportunità per il credito cooperativo<br />

di giocare in prima persona<br />

la partita <strong>della</strong> ripresa.<br />

Salvatori ha riconosciuto che il cre-<br />

4<br />

dito cooperativo ha reagito meglio<br />

alla crisi rispetto ai grandi operatori<br />

<strong>della</strong> finanza. “I vostri risultati sono<br />

di prim’ordine – ha affermato -<br />

in un mercato che ha riscoperto il<br />

localismo. Essere banche di credito<br />

cooperativo vuol dire oggi avere<br />

un plus rispetto alle certezze economiche<br />

dei grandi”. “Ma questo<br />

comporta delle conseguenze – ha<br />

avvertito Azzi – perché aumentano<br />

le sofferenze e i costi. Occorre dare<br />

risposte, singole e di sistema”.<br />

Come? “Mettendo insieme galantuomismo<br />

con competenza” ha<br />

suggerito don Marcello Farina che<br />

ha parlato agli uomini di banca di<br />

impegno, servizio e responsabilità,<br />

invitandoli a mettere al centro, sempre,<br />

la persona (nel prossimo numero<br />

di novembre ospiteremo un’ampia<br />

sintesi <strong>della</strong> sua riflessione).<br />

“L’importante – ha chiosato Schelfi<br />

– è che non ci lasciamo cullare dal<br />

nostro successo senza avere bene<br />

in mente la funzione sociale per<br />

cui siamo nati, cioè il legame con le<br />

nostre comunità”.<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

1<br />

2<br />

1 l’intervento del<br />

presidente di Phoenix<br />

Luigi Cristoforetti<br />

2<br />

Il presidente<br />

Cristoforetti insieme a<br />

Giorgio Crosina e all’ex<br />

presidente Giovanni<br />

Gasperi (a destra)


PARLA IL NOBEL KRUGMAN<br />

“Sei mesi fa le prospettive dell’economia<br />

mondiale erano terribili. Oggi<br />

sono deprimenti”. Paul Krugman,<br />

nobel per l’economia 2008, uno dei<br />

pochi economisti a prevedere la possibilità<br />

di una nuova recessione già<br />

dieci anni fa, non si abbandona facilmente<br />

all’ottimismo. Egli concorda<br />

con il capo <strong>della</strong> Federal Reserve<br />

americana Bernanke secondo cui ad<br />

agosto la recessione si è fermata, ma<br />

avverte: “non c’è da stare allegri,<br />

perché la ripresa <strong>della</strong> produzione<br />

sarà molto, molto lenta”.<br />

Prof. Krugman, quanti danni ha<br />

prodotto finora questa crisi mondiale?<br />

I danni prodotti in questi ultimi<br />

diciotto mesi sono giganteschi. Basti<br />

un dato: quello che avrebbe dovuto<br />

essere – stando alle previsioni - un<br />

incremento del prodotto interno<br />

lordo del 4%, si è trasformato in<br />

un crollo del 4%, quindi la forbice<br />

è dell’8%, poco diversa negli Stati<br />

Uniti e in Europa. Solo in Europa<br />

ogni anno si perdono un trilione<br />

5<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

IN PRIMO PIANO | la convention di Phoenix<br />

LA RECEssIOnE è FInItA,<br />

ma la ripresa è lontana<br />

di Walter Liber<br />

Intervista al premio Nobel per<br />

l’economia 2008 Paul Krugman.<br />

Che mette in guardia sui facili<br />

ottimismi: la disoccupazione sarà<br />

ancora lunga. Per il futuro occorre<br />

maggiore equità e giustizia anche<br />

nel mondo <strong>della</strong> finanza<br />

di euro per aziende che avrebbero<br />

potuto produrre e non l’hanno<br />

fatto causa recessione.<br />

C’è di buono che dallo scorso<br />

mese di agosto la recessione sembra<br />

essersi arrestata. Possiamo<br />

rallegrarcene?<br />

No, tra la fine <strong>della</strong> crisi e il recupero<br />

di una situazione di normalità<br />

dovrà passare ancora molto tempo.<br />

L’economia mondiale si manterrà<br />

ancora depressa e dovremo continuare<br />

a fare i conti con una massiccia<br />

disoccupazione. I progressi<br />

in direzione di una soluzione dei<br />

problemi sono stati molto piccoli.<br />

Per il momento possiamo semplicemente<br />

dire che abbiamo evitato<br />

il crollo completo, ma questo non è<br />

sufficiente.<br />

Dobbiamo ancora attenderci un<br />

lungo periodo di disoccupazione?<br />

Ci attendono almeno 3 o 4 anni di<br />

profonda disoccupazione e potrebbe<br />

andare anche peggio. Questo<br />

è un aspetto molto problematico


IN PRIMO PIANO | la convention di Phoenix<br />

<strong>della</strong> situazione. Sulla disoccupazione<br />

questo potrebbe essere un decennio<br />

perduto.<br />

Che cosa devono fare in particolare<br />

i governi?<br />

Occorrono maggiori stimoli fiscali,<br />

politiche monetarie non convenzionali,<br />

maggiori sforzi per far decollare<br />

nuovamente il sistema finanziario.<br />

Le politiche fatte finora sono stati<br />

sufficienti per fermare la catastrofe<br />

ma non per rilanciare l’economia.<br />

Manca la volontà politica ed il coraggio,<br />

ma alla fine i leader mondiali<br />

dovranno convincersi che devono<br />

fare di più se vogliono che l’economia<br />

riparta in maniera adeguata.<br />

Quali errori dovrebbero evitare,<br />

innanzitutto?<br />

Sono molti. Abbiamo permesso che<br />

il sistema finanziario diventasse selvaggio<br />

da entrambi i lati dell’oceano.<br />

Questo è stato il maggiore<br />

errore. Ci siamo dimenticati quello<br />

che i nostri nonni avevano capito<br />

a proposito delle banche. Le banche<br />

possono essere estremamente<br />

utili ma anche molto pericolose e<br />

noi abbiamo dimenticato come può<br />

essere pericoloso un mercato bancario<br />

non regolato e fuori controllo.<br />

Se non riformiamo il sistema avremo<br />

un’altra crisi in un futuro non<br />

molto distante.<br />

Dovrà cambiare anche il rapporto<br />

tra banche e clienti?<br />

Io credo - e penso che sarete molto<br />

felici di sentirmelo dire - che abbiamo<br />

bisogno di ritornare ad un<br />

modello bancario più tradizionale,<br />

in cui la banca è in contatto con i<br />

suoi clienti. Oggi ci è molto chiaro<br />

che l’intero processo di cartolarizzazione,<br />

in alcuni casi molto utile,<br />

“<br />

ha prodotto una completa disattenzione<br />

per i rischi, in particolare per<br />

il rischio sistemico. E così sarebbe<br />

meglio per molti versi se tornassimo<br />

indietro al sistema che avevamo 25<br />

- 30 anni fa. Naturalmente qualcosa<br />

deve essere cambiato. Abbiamo<br />

fatto un grande salto verso l’ignoto<br />

con il modo moderno di fare<br />

banca e siamo atterrati in una crisi.<br />

Abbiamo bisogno di fare un passo<br />

indietro e di tornare a fare banca in<br />

modo più tradizionale.<br />

Gli utenti si sono fidati spesso ciecamente<br />

delle banche senza conoscerne<br />

i meccanismi. Avrebbero<br />

dovuto essere più accorti?<br />

Per essere onesto non penso che<br />

sia stato un problema centrale. I<br />

maggiori errori sono stati commessi<br />

dalle persone più preparate. Negli<br />

Stati Uniti le banche di comunità<br />

locali che operano con la clientela<br />

ordinaria per la quasi totalità si<br />

sono comportate bene. Sono state<br />

le istituzioni di Wall Street guidate<br />

da professionisti <strong>della</strong> finanza, che<br />

si supponeva sapessero tutto <strong>della</strong><br />

finanza, che hanno portato il sistema<br />

al collasso.<br />

Lei ritiene che ci sia bisogno di<br />

maggiore equità e giustizia nel<br />

mondo <strong>della</strong> finanza?<br />

Sì, le persone che hanno causato<br />

questo disastro in molti casi non ne<br />

hanno subito le conseguenze e ne<br />

sono uscite molto ricche. A pagare<br />

per la crisi sono stati i lavoratori<br />

delle fabbriche, che sono stati<br />

lasciati ancora nelle mani di chi è<br />

stato all’origine <strong>della</strong> crisi. Un sistema<br />

più giusto sarebbe anche meno<br />

esposto alle crisi.<br />

In una nuova fase dell’economia<br />

A pagare per la crisi sono stati i lavoratori delle<br />

fabbriche, che sono stati lasciati ancora nelle mani<br />

di chi è stato all’origine <strong>della</strong> crisi. Un sistema più<br />

giusto sarebbe anche meno esposto alle crisi.<br />

6<br />

ci può essere più spazio per forme<br />

di impresa diverse da quelle di<br />

capitale, come ad esempio le cooperative?<br />

Non ho un punto di vista preciso<br />

su questo. Mi sento però di dire che<br />

in economia la diversità è positiva.<br />

L’economia funziona meglio se ci<br />

sono più modelli di impresa. In tutti<br />

i casi ben vengano le cooperative<br />

accanto agli altri tipi di impresa così<br />

se un modello fallisce gli altri possono<br />

venire in aiuto.<br />

Ne approfitto per chiedere ad<br />

un premio Nobel qualche consiglio<br />

spicciolo per i cittadini che<br />

vogliono riavvicinarsi al mondo<br />

<strong>della</strong> finanza…<br />

Essere prudenti, non basare la vita<br />

sull’assunto che tutte le cose vadano<br />

comunque nel verso giusto. Le cose<br />

negative succedono e quindi ciascuno<br />

deve attrezzarsi per affrontare<br />

in maniera adeguata i rischi <strong>della</strong><br />

vita.<br />

(traduzione di Corrado Corradini e<br />

Marina Pancheri)<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />


L’INTERVENTO<br />

sALVAtORI:<br />

rimettiamo al centro l’uomo<br />

Carlo Salvatori è un banchiere tra i<br />

più affermati in Italia. Una carriera<br />

tutta condotta nei grandi istituti,<br />

dall’inizio in Bnl, a Banca Intesa,<br />

Gruppo Unicredito e Mediobanca<br />

di cui è stato vicepresidente. In<br />

questo momento è amministratore<br />

delegato del Gruppo Finanziario<br />

Unipol.<br />

Vive a Parma ma conosce bene<br />

anche il Trentino, dove ritorna<br />

d’estate nella sua casa di Smarano.<br />

La sua analisi, ad un anno e mezzo<br />

dallo scoppio <strong>della</strong> crisi, è lucida e<br />

forse obbligata. Soprattutto quando<br />

afferma che etica ed economia devono<br />

tornare a viaggiare insieme.<br />

“Quando l’economia <strong>della</strong> finanza<br />

spicca il volo e si distacca dall’economia<br />

reale – afferma - abbiamo<br />

visto tutti che cosa accade. I prodotti<br />

derivati e strutturati hanno complicato<br />

i mercati. Al centro dobbiamo<br />

rimettere l’uomo, non i prodotti<br />

finanziari azzardati e opachi”.<br />

Le banche in questi anni hanno<br />

cambiato pelle. La tecnologia ha<br />

automatizzato molte operazioni, e<br />

la globalizzazione ha velocizzato<br />

la circolazione di merci, capitali,<br />

idee. Le cronache ci dicono che<br />

sono cresciute anche le scorciatoie<br />

e la ricerca di guadagni<br />

facili.<br />

In questa crisi hanno resi-<br />

stito meglio le banche locali, più<br />

tradizionali e attente alle esigenze<br />

dei clienti.<br />

Ma occorre rasserenare il clima.<br />

“Penso che anche i manager <strong>della</strong><br />

finanza devono fare la loro parte,<br />

adoperandosi nelle proprie aziende<br />

perché si consolidi una nuova<br />

coscienza – afferma Salvatori -.<br />

L’ottica del breve periodo deve finire,<br />

l’attenzione deve esser rivolta a<br />

risultati economici capaci di essere<br />

mantenuti nel tempo, l’utile non<br />

deve continuare ad esserci, ma come<br />

conseguenza di una buona gestione,<br />

nel rispetto delle aspettative degli<br />

altri portatori di interessi: dipendenti,<br />

fornitori, società civile”.<br />

Vuol dire che i manager devono<br />

riscoprire l’etica degli affari? “Il<br />

ruolo del management – risponde<br />

Salvatori - è rilevante. L’etica non<br />

deve essere estranea in nessuna attività<br />

umana, se vogliamo recuperare<br />

la visione più profonda del nostro<br />

operato di uomini e professionisti.<br />

Il pensiero etico ed economico non<br />

sono contrapposti, sono frutto di<br />

elaborazioni che attengono le sfere<br />

<strong>della</strong> persona umana, un mix di<br />

conoscenze etiche e professionali.<br />

La crisi ci deve spingere a tornare<br />

a fare business su valori e principi<br />

che in questi anni in parte abbiamo<br />

perduto”.<br />

7<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

IN PRIMO PIANO | la convention di Phoenix<br />

ChI è PhOENIx<br />

INFORMATICA<br />

BANCARIA<br />

Phoenix Informatica Bancaria S.p.A. nasce<br />

nel 2001 con l’obiettivo di proseguire e<br />

ampliare, con una nuova forma giuridica,<br />

una progettualità fino ad allora sviluppata<br />

e sostenuta dal Fondo Comune delle Casse<br />

Rurali Trentine.<br />

Phoenix ora è il “cervello” informatico di<br />

oltre 130 Casse Rurali, Bcc e banche presenti<br />

in quasi tutte le regioni italiane. Il sistema<br />

informativo SIB2000 è utilizzato giornalmente<br />

da 8.000 utenti, 1.400 sportelli Bancomat e<br />

30.000 terminali Pos gestiti, 430.000 carte di<br />

debito (Bancomat) e 65.000 carte prepagate,<br />

250.000 clienti utilizzano i servizi di banca<br />

virtuale, 14 miliardi di informazioni trasmesse<br />

e ricevute, 500 linee di trasmissione dati<br />

gestite, 47 milioni di euro di fatturato 2008 e<br />

un utile netto 2008 di 5,5 milioni di euro. Vi<br />

lavorano duecento collaboratori.<br />

Risultati importanti per una realtà nata e<br />

sviluppatasi in Trentino. “Una sfida vinta<br />

puntando sulle persone”, afferma il direttore<br />

Giorgio Crosina, vera anima <strong>della</strong> società<br />

informatica. “Contrariamente a quello che<br />

si pensa, mai come in campo tecnologico<br />

e informatico le persone sono centrali: in<br />

fondo il nostro valore aggiunto è la conoscenza,<br />

e la conoscenza la generano le<br />

menti umane. Tanto meglio la generano<br />

quanto più il clima, le relazioni e l’attenzione<br />

a ognuno rappresentano la cultura distintiva<br />

di una azienda.”


IN PRIMO PIANO | la convention di Phoenix<br />

IL NUOVO SIB2000<br />

IL CLIEntE DI bAnCA<br />

“coccolato” dal software<br />

Phoenix ha presentato al convegno di San<br />

Pietroburgo la nuova versione di SIB2000,<br />

il sistema informatico di gestione bancaria<br />

completamente rinnovato e ampliato dopo cinque<br />

anni di lavoro. Un aiuto concreto per migliorare<br />

la relazione tra banca e cliente.<br />

In un momento come questo in<br />

cui il rapporto tra clienti e istituti<br />

di credito è messo a dura prova, la<br />

Phoenix Informatica Bancaria spa<br />

propone alle proprie banche clienti<br />

la nuova versione del programma<br />

SIB2000, che gestisce attualmente<br />

oltre 130 istituti di credito italiani,<br />

per la maggior parte Casse Rurali<br />

e Bcc.<br />

La nuova release del programma,<br />

completamente riscritta e ampliata,<br />

è stata presentata in anteprima<br />

alle banche nella convention a San<br />

Pietroburgo, ed ha già ottenuto<br />

ampi apprezzamenti da parte dei<br />

direttori delle banche presenti.<br />

Alla Phoenix di Trento, società del<br />

movimento cooperativo che impiega<br />

duecento programmatori, ci<br />

lavoravano da cinque anni al nuovo<br />

“SIB2000”. Hanno dovuto riscrivere<br />

in un nuovo linguaggio qualcosa<br />

come 7 milioni di righe di codice,<br />

oltre 5mila funzioni video, 1.300<br />

funzioni di stampa e 500 componenti<br />

applicative.<br />

Ne è uscito un prodotto molto semplice<br />

da gestire, quanto complesso<br />

nell’architettura di sistema, dove<br />

tutte le funzioni e i programmi collegati<br />

sono pienamente integrati in<br />

un’unica interfaccia grafica. Quello<br />

che appare all’operatore sullo schermo<br />

del pc è un “cruscotto” che<br />

mostra in maniera chiara il profilo<br />

del cliente aggiornato in tempo<br />

reale: non solo il saldo del conto<br />

corrente ma migliaia di altre informazioni<br />

che riguardano gli investimenti,<br />

il risparmio, i mutui in essere,<br />

i rischi che si possono correre o le<br />

opportunità da prendere al volo.<br />

Il software integra funzioni molto<br />

innovative dal punto di vista direzionale<br />

e di marketing, in altre<br />

parole aiuta la relazione personale<br />

e la riempie di contenuti orientati a<br />

valutare al meglio la persona che si<br />

ha davanti, e dare consigli tempestivi<br />

per evitare rischi che potrebbero<br />

avere conseguenze pesanti sul portafoglio.<br />

Non solo. Il cliente, a sua volta,<br />

8<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

Nella foto i<br />

collaboratori di<br />

Phoenix che hanno<br />

curato in particolare<br />

l’allestimento dei<br />

workshop SIB 2000<br />

riceverà report molto dettagliati e<br />

chiari sui rapporti intrattenuti con<br />

la propria banca, utili per valutare<br />

con competenza la propria situazione<br />

finanziaria.<br />

Il progetto – interamente ideato,<br />

condotto e realizzato da Phoenix –<br />

ha consentito di produrre un codice<br />

rinnovato, evoluto e potenziato.<br />

Pronto per le sfide di domani.<br />

“Abbiamo voluto intitolare la<br />

nostra convention Customer First<br />

proprio per mettere al primo posto<br />

il ruolo del cliente – afferma il direttore<br />

generale Giorgio Crosina –<br />

perché le sue aspettative, le richieste,<br />

la qualità del servizio offerto, sono<br />

variabili che oggi più di ieri fanno<br />

la differenza tra una banca e l’altra.<br />

La banca oggi deve comunicare<br />

in maniera efficace, deve mettere<br />

nella relazione con il cliente tutta<br />

la propria credibilità e competenza.<br />

Un software adeguato può aiutare<br />

molto”.


20 aNNI<br />

DI MELINDa<br />

Vent’anni fa la melicoltura delle<br />

valli del Noce era fortemente in<br />

crisi: le 17 cooperative di allora<br />

affrontavano il mercato con 17<br />

marchi e 17 uffici commerciali,<br />

spesso facendosi concorrenza tra<br />

loro. A rimetterci, alla fine, erano<br />

le liquidazioni ai soci, che crollavano<br />

a picco anche per colpa del<br />

calo nel consumo delle mele. Fu<br />

in questo contesto che un gruppo<br />

di presidenti e direttori capì che<br />

per uscire dalla crisi era necessario<br />

unirsi: cooperare tra cooperative,<br />

dapprima creando un marchio<br />

unico per commercializzare le mele<br />

e poi un consorzio. In un primo<br />

momento aderirono al progetto 13<br />

cooperative, non senza discussioni,<br />

soci dubbiosi e contrari. L’anno<br />

seguente si unirono anche le altre e<br />

prese piano piano corpo quello che<br />

oggi è Melinda.<br />

Basta un colpo d’occhio per vedere<br />

come sono cambiate le valli del<br />

Noce in questo ventennio: i paesi,<br />

la viabilità, le case. Non bastasse<br />

lo sguardo, parlano i numeri:<br />

il denaro depositato o investito<br />

presso le Casse Rurali <strong>della</strong> zona<br />

è quasi quintuplicato, passando<br />

da 300 milioni a 1,7 miliardi di<br />

euro. Gli investimenti sostenuti dal<br />

solo sistema di credito cooperativo<br />

sono addirittura decuplicati, da 79<br />

milioni a 860.<br />

In mezzo a queste cifre c’è Melinda,<br />

il consorzio a cui le cooperative<br />

hanno affidato le funzioni di<br />

vendita e promozione dell’intera<br />

produzione frutticola delle Valli<br />

di Non e Sole mantenendo solo la<br />

selezione, il confezionamento e lo<br />

stoccaggio delle mele. Un passaggio<br />

anche doloroso, per certi versi (ne<br />

è sintomatico il fatto che il decimo<br />

anniversario non fu festeggiato)<br />

perché è significato un forte cambiamento<br />

del modello organizzativo,<br />

prima completamente autono-<br />

9<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

IN PRIMO PIANO<br />

IL RIsCAttO<br />

DI Un tERRItORIO<br />

LA FORzA DELLA<br />

COOpERAzIOnE<br />

di Dirce Pra<strong>della</strong><br />

mo, delle singole cooperative, che<br />

oggi raggruppano come soci circa<br />

5.200 produttori ortofrutticoli, su<br />

un territorio che si estende su un<br />

totale di 6.500 ettari, per produrre<br />

ogni anno un miliardo di mele,<br />

tutte identificate con l’inconfondibile<br />

bollino blu. è solo grazie alla<br />

formula cooperativa che il riscatto<br />

di queste valli è stato possibile. Una<br />

società per azioni, per esempio, non<br />

avrebbe potuto riunire e accordare<br />

più di 5mila persone. Avrebbe<br />

potuto acquistare, gestire, pilotare<br />

investimenti e far diventare ricchi<br />

alcuni, forse. Ma non riuscire a<br />

fornire un buon reddito ai soci,<br />

anche a coloro che hanno campi<br />

di ridotte dimensioni ed utilizzano<br />

l’agricoltura come secondo lavoro.<br />

La scelta del modello organizzativo<br />

cooperativo su diversi gradi (soci,<br />

cooperative, consorzio) si è mostrata<br />

vincente, così come era accaduto<br />

anche per le Famiglie Cooperative


IN PRIMO PIANO | ventennale Melinda<br />

e il Sait e, nel credito, per le Casse<br />

Rurali con Cassa Centrale.<br />

“Nel percorso di Melinda – sottolinea<br />

il presidente <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong> Diego Schelfi – va evidenziata<br />

la forza e la lungimiranza<br />

che hanno avuto i soci cooperatori<br />

nel decidere di fare un passo<br />

indietro, vent’anni fa, per farne tre<br />

avanti, dopo. Soci che hanno messo<br />

il bene comune prima del loro interesse<br />

personale, che hanno saputo<br />

immaginare un futuro nuovo per<br />

i loro territori e le loro comunità.<br />

E questo è il senso più vero <strong>della</strong><br />

cooperazione: il successo di queste<br />

valli e di queste persone deriva dalla<br />

profonda consapevolezza che solo<br />

mettendosi insieme si costruisce in<br />

modo duraturo, solo cooperando<br />

si trovano le soluzioni per uscire<br />

anche dai periodi più bui. Sarebbe<br />

un errore dimenticarsene, non solo<br />

da un punto di vista valoriale, ma<br />

anche economico, considerando<br />

che la cooperazione si è rivelata un<br />

vantaggio competitivo eccezionale,<br />

ancor più per Melinda. Il radicamento<br />

così forte dei soci fondatori<br />

deve parlare ai giovani, insegnando<br />

loro che la cooperazione è la linea<br />

direttrice per proseguire con orgoglio<br />

nel riscatto <strong>della</strong> loro terra”.<br />

La storia<br />

Il presidente di Melinda, Michele<br />

odorizzi, ha ripercorso le tappe<br />

più importanti di questi primi<br />

vent’anni, partendo dalle origini.<br />

La frutticoltura nelle valli del<br />

Noce è nata nella prima metà del<br />

1800 sostituendo gradualmente le<br />

precedenti coltivazioni cerealicole<br />

e viticole. I consorzi di contadini<br />

arrivano poco dopo, in risposta alla<br />

frammentazione dei terreni, alle<br />

difficoltà legate alla morfologia del<br />

territorio e alla veloce e complessa<br />

evoluzione dei mercati.<br />

10<br />

Nel 1989 le prime 13 cooperative,<br />

seguite dopo breve tempo dalle<br />

altre 4, rinunciano ognuna al proprio<br />

marchio mettendo in comunione<br />

impegno, conoscenza e tanta<br />

passione per realizzare un sogno:<br />

riunire sotto un unico marchio la<br />

produzione delle valli di Non e di<br />

Sole.<br />

Per certificare l’origine e la produzione<br />

delle mele, nel 1989 è nato<br />

ufficialmente il marchio Melinda<br />

e il Consorzio di valorizzazione<br />

delle mele Val di Non. In questo<br />

modo, le 16 cooperative hanno<br />

dato avvio al processo di formazione<br />

del Consorzio Melinda che è<br />

stato costituito nel 1997.<br />

L’idea di creare un marchio per<br />

la mela e di certificarne l’origine<br />

è maturata alla fine degli anni<br />

Ottanta, per arginare la forte e<br />

dannosa imitazione che portava<br />

sul mercato italiano una quantità<br />

tripla di mele “<strong>della</strong> Val di Non”<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

In occasione del<br />

ventennale è stata<br />

allestita anche una<br />

mostra con foto<br />

storiche.


ispetto alla produzione <strong>della</strong> valle.<br />

Circa dieci anni dopo, nel 1997,<br />

nasce Mondomelinda, il centro<br />

visitatori dove è possibile trovare<br />

risposta ad ogni curiosità che<br />

riguarda le mele.<br />

Nel 2001 Melinda diventa la<br />

prima mela dop (Denominazione<br />

d’Origine Protetta) d’Italia ed<br />

è tutt’oggi l’unica. Le mele dop<br />

Val di Non sono prodotte solo<br />

in un’area limitata, collocata ad<br />

un’altitudine compresa tra 450 e<br />

900 metri e caratterizzata da condizioni<br />

climatiche e pedologiche<br />

che la rendono da sempre una<br />

delle zone più vocate del mondo.<br />

L’Italia, leader in Europa assieme<br />

alla Francia, immette sul mercato<br />

circa 2 milioni di tonnellate di<br />

mele. Di queste più di un decimo<br />

le produce Melinda.<br />

La festa<br />

Melinda ha soffiato sulle sue prime<br />

20 candeline organizzando una<br />

festa a inizio settembre, alla quale<br />

hanno partecipato più di 4.000<br />

soci. Oltre alla riflessione, affidata<br />

al convegno “Melinda e la mela:<br />

passato, presente e futuro” (ne parliamo<br />

a pagina 15) sono stati organizzati<br />

diversi momenti di festa:<br />

la mostra con le foto storiche dei<br />

soci e, alla sera, lo spettacolo di Teo<br />

Teocoli.<br />

11<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

IN PRIMO PIANO | ventennale Melinda<br />

Michele Odorizzi, presidente di Melinda, taglia la<br />

torta con venti candeline.


IN PRIMO PIANO<br />

Guido Ghirardini è stato il primo<br />

a credere nel progetto Melinda.<br />

E’ stato il primo presidente<br />

del Consorzio nel 1989 e lo è<br />

diventato una seconda volta nel<br />

2000, il periodo più duro a livello<br />

di mercato, quando le rese per<br />

i produttori calavano a picco.<br />

Quando era difficile convincere i<br />

contadini <strong>della</strong> necessità di altri<br />

sacrifici, di nuovi investimenti. Ma<br />

Ghirardini ce l’ha fatta. Non da<br />

solo, certo, come sempre accade<br />

nella cooperazione: spiegando,<br />

facendo capire, delineando un<br />

futuro nuovo. E raccogliendo<br />

giorno dopo giorno intorno al<br />

gruppo storico di presidenti e<br />

direttori la condivisione degli<br />

incerti e dei contrari. Un gruppo<br />

che Ghirardini ha fatto partire e<br />

tenuto insieme, dimostrando che<br />

mediazione e fermezza non sono<br />

sempre antitetici.<br />

VENTENNALE MELINDA<br />

La scommessa<br />

DI GhIRARDInI<br />

Presidente, che emozione ha provato<br />

a festeggiare il ventennale di<br />

Melinda?<br />

Un’emozione intensa per una festa<br />

davvero ben riuscita. Mi sono tornate<br />

in mente le soddisfazioni e le<br />

delusioni. I sogni delle nostre valli<br />

e le persone che ci hanno creduto,<br />

come noi tredici fondatori. E<br />

anche i ricordi dei sette che non ci<br />

sono più. Abbiamo creato la prima<br />

mela con il bollino, la prima mela<br />

in tv con la pubblicità, la prima con<br />

la Dop…<br />

Quando ha capito che serviva<br />

introdurre un cambiamento<br />

organizzativo?<br />

Ero presidente di Concopra a<br />

fine anni Ottanta e mi resi conto<br />

che le cose non andavano bene:<br />

concorrenza tra cooperative <strong>della</strong><br />

stessa area, difficoltà di mercato.<br />

Fu in questo contesto che nacque<br />

l’idea di progettare un consorzio<br />

di secondo grado che si occupasse<br />

di costruire politiche commerciali<br />

unitarie, in grado di essere concorrenziali<br />

anche per la grande distribuzione<br />

organizzata. I primi passi<br />

ci vedevano contro tutto il mondo:<br />

soci, politici, amministratori. La<br />

12<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

storia di Melinda è stata difficile.<br />

Quali sono state le fasi più critiche?<br />

Ogni fase ha avuto le sue difficoltà<br />

e le sue soddisfazioni. All’inizio,<br />

quando abbiamo proposto un<br />

marchio unico abbiamo dovuto<br />

affrontare problemi organizzativi<br />

e logistici, ma anche far fronte al<br />

forte attaccamento di molti al proprio<br />

marchio di cooperativa. Alla<br />

fine degli anni Novanta è arrivata<br />

la crisi nel mercato delle mele, con<br />

conseguenze pesanti sulle rese dei<br />

produttori.<br />

Quelli sono stati gli anni in cui<br />

è stato anche varato il piano di<br />

sviluppo?<br />

Tra il ‘91 e il ‘92, grazie all’aiuto<br />

del professor Della Casa, abbiamo<br />

realizzato un progetto strategico<br />

molto ambizioso che ruotava<br />

attorno a 4 punti cardine: oltre<br />

alla commercializzazione unitaria,<br />

l’adeguamento delle sale di lavorazione<br />

con la loro riduzione da 16 a<br />

5 (oggi sono 7), la riorganizzazione<br />

delle risorse umane con il passaggio<br />

alle dipendenze di Melinda di<br />

tutto il personale delle cooperative<br />

e la modifica dell’assetto socie-


Le immagini<br />

di alcune delle<br />

più fortunate<br />

campagne<br />

pubblicitarie di<br />

Melinda<br />

tario, l’adeguamento dell’assetto<br />

varietale, troppo sbilanciato sulla<br />

Golden, ed infine l’adeguamento<br />

dei canali commerciali. Ecco, far<br />

condividere il piano di sviluppo nel<br />

cda di Melinda prima e in quello di<br />

tutte 16 le cooperative poi è stato<br />

un altro passaggio molto delicato.<br />

La mia memoria non può evitare di<br />

tornare a certe assemblee infuocate.<br />

Ma che soddisfazione, oggi, poter<br />

brindare ai venti anni.<br />

Nessun brindisi, invece, per il<br />

decimo anniversario, nel 1999…<br />

Non erano anni che avrebbero consentito<br />

di fare una festa. Ora invece<br />

i tempi sono maturi: al ventennale<br />

ho visto partecipazione, senso di<br />

appartenenza e giusto orgoglio. Ma<br />

i giovani non devono dimenticare<br />

che per arrivare a questa armonia<br />

e a questo benessere abbiamo percorso<br />

una strada tortuosa dall’esito<br />

non certo scontato. Per questo<br />

serve la festa, oggi, per ricordare da<br />

dove siamo partiti e per non rimanere<br />

seduti sugli allori.<br />

Quali le soddisfazioni maggiori?<br />

Tantissime, da tutti i punti di vista.<br />

Vedere che il progetto prendeva<br />

corpo, che i bilanci rispondevano,<br />

che anche i più scettici, alla fine,<br />

sono diventati sostenitori dell’idea.<br />

Eppoi Durnwalder che dice che<br />

l’unica cosa che invidia al Trentino<br />

è Melinda…<br />

Come vede il futuro di Melinda?<br />

Non desidero dare consigli: c’è un<br />

cda e lavora bene con ottimi collaboratori.<br />

Da semplice socio oggi<br />

mi sento di dire che i cambiamenti<br />

maggiori sono stati realizzati,<br />

anche l’innovazione tecnologica e<br />

il modello organizzativo sono consolidati.<br />

La professionalizzazione<br />

dei produttori e la qualità devono<br />

essere sempre i capisaldi irrinunciabili<br />

e forse ci sarebbe da avviare<br />

un percorso che veda i frutticoltori<br />

dialogare di più con le istituzioni e<br />

con le altre categorie economiche e<br />

sociali. Così come i rapporti con i<br />

cda delle 16 cooperative e con tutti<br />

i soci. C’è da proseguire sulla strada<br />

del progresso, mediante soprattutto<br />

le alleanze commerciali con le<br />

altre organizzazioni di produttori<br />

provinciali e regionali, così come è<br />

avvenuto con la creazione del marchio<br />

From per determinati mercati<br />

esteri (d.p.).<br />

13<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

IN PRIMO PIANO | ventennale Melinda<br />

COMUNICAzIONE<br />

VINCENTE<br />

La prima mela con il bollino, la prima in tv, la<br />

prima con la dop. Il primo logo che Melinda<br />

promosse fu un’ape, alla quale fu avvicinata in<br />

seguito la scritta “Io mela mangio e tu?”. Appena<br />

il mercato rispose favorevolmente all’iniziativa,<br />

un’agenzia londinese fu incaricata di elaborare<br />

il logo tutt’ora esistente, con l’iniziale di Melinda<br />

a richiamare una mela bianca su sfondo blu e<br />

la fogliolina verde. Era il ’90 e gli auspici erano<br />

tutti positivi, specie dopo l’arrivo del bollino e la<br />

campagna “Melinda, la prima mela con bollino”.<br />

Una politica di marketing all’avanguardia e<br />

sempre attenta a proporre un’immagine <strong>della</strong><br />

mela fresca e sbarazzina. Lo spot che forse<br />

ha più rimarcato questa scelta è quello con<br />

protagonista il cagnolino di razza Jack Russel<br />

di nome Kumash, diventato poi la mascotte del<br />

Consorzio (era il 2001). Un modo per rinfrescare<br />

il tema <strong>della</strong> mela gustosa e tentatrice, dove<br />

il morso rappresenta il desiderio proibito di<br />

questo tenace cagnolino. Per accentuare i toni<br />

comici nella seconda versione dello spot al<br />

cagnolino viene affiancata un’orca, che attirata<br />

dalla mela, salta fuori dall’acqua e divora uomo<br />

e mela in un sol boccone, per poi sputare<br />

l’uomo per intero con il bollino sulla fronte ma<br />

non la mela.<br />

Con l’arrivo <strong>della</strong> Dop, Melinda si affida ad un<br />

altro fortunato spot, espressione dell’unione<br />

tra la natura <strong>della</strong> vallata, territorio vocato alla<br />

coltivazione delle mele, e la passione dei soci<br />

coltivatori. E’ quello (girato tra Taio e Smarano)<br />

dove i Nonesi rincorrono in campagna un cliente<br />

perché ha preso una mela senza bollino, con<br />

l’immancabile cagnolino.<br />

Alla pubblicità televisiva sono state affiancate<br />

altre iniziative interessanti, proposte su canali<br />

diversi, come i quotidiani e le riviste specializzate.<br />

Due su tutti: “Madre Natura. Padre<br />

Contadino”, con la mela nella cassetta che rievoca<br />

la culla con paglia di Gesù Bambino, seguito<br />

alla fortunata campagna “Melodramma”, che<br />

rappresenta una mela guastata dalla grandine<br />

con una lacrima che testimonia il dolore di una<br />

valle per il raccolto rovinato. Da segnalare,<br />

infine, l’originale manifesto ideato in occasione<br />

del ventennale dalla Nitida Immagine di Cles<br />

che ha formato una mela “ideale” con i soci (in<br />

copertina di questa rivista). Un colpo d’occhio<br />

per cogliere il senso <strong>della</strong> cooperazione che ha<br />

reso grande un’idea, un progetto produttivo e<br />

un marchio.


IN PRIMO PIANO<br />

VENTENNALE MELINDA<br />

Gios: “Un modello InIMItAbILE”<br />

di Franco de Battaglia<br />

I vent’anni di Melinda segnano una tappa importante nell’organizzazione commerciale<br />

e cooperativa delle campagne trentine. Una storia di successo, anche sofferto, ma<br />

riconosciuto a livello internazionale. A Melinda si sono dedicate tesi di laurea e studi<br />

innovativi di marketing. Melinda, infatti, nasce dalla <strong>Cooperazione</strong> (non avrebbe<br />

potuto neppure essere immaginata senza la <strong>Cooperazione</strong>) ma va oltre la <strong>Cooperazione</strong>.<br />

E’ ancora <strong>Cooperazione</strong>? Trasmettiamo gli interrogativi al professor Geremia Gios,<br />

ordinario di Economia Agraria all’Università di Trento, profondo conoscitore del mondo<br />

rurale.<br />

Melinda ha dimostrato che si<br />

può vendere un prodotto agricolo<br />

come un manufatto industriale.<br />

Con un marchio.<br />

Sicuramente l’esperienza di<br />

Melinda è stata positiva, nel settore<br />

frutta è uno dei marchi più noti.<br />

Ha razionalizzato la fase di trasformazione<br />

del prodotto “mela” e<br />

quella <strong>della</strong> sua commercializzazione.<br />

Come tutti i marchi aziendali<br />

ha un problema di competizione<br />

con le catene dei supermercati che<br />

preferiscono prodotti anonimi<br />

o marchi loro propri. Nel lungo<br />

periodo c’è sicuramente un problema<br />

di controllo <strong>della</strong> gestione, nel<br />

senso che questi grandi organismi<br />

diventano meno facilmente trasparenti<br />

alla base.<br />

oggi non sembrano esserci problemi.<br />

I problemi si affacciano sempre nei<br />

momenti di ricambio dei personaggi<br />

chiave, dei presidenti, dei direttori.<br />

Esperienze cooperative vicine<br />

lo dimostrano.<br />

Nelle ultime celebrazioni la<br />

parola “cooperazione” è stata<br />

pronunciata poco. Si è parlato<br />

di associati più che di soci. Due<br />

cose molto diverse. Solo distrazioni?<br />

E’ una delle evoluzioni classiche dei<br />

marchi. E un aspetto di potenziale<br />

rischio.<br />

Il successo è però stato grande.<br />

Sicuramente. I punti di forza sono<br />

stati molti e i promotori sono stati<br />

bravi, bravissimi a coglierli: un ter-<br />

14<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

ritorio sufficientemente omogeneo,<br />

un prodotto riconoscibile e<br />

non eccessivamente differenziato,<br />

competitori esterni meno organizzati.<br />

Sono stati bravi.<br />

Ma la dimensione cooperativa<br />

rischia di finire in ombra.<br />

E’ uno dei problemi di tutto il<br />

Trentino. Si sta passando da una<br />

dimensione in cui il socio era un<br />

elemento essenziale ad una dimensione<br />

in cui le cooperative appaiono<br />

più come “public company”:<br />

aziende a proprietà diffusa, nelle<br />

quali i soci di base riescono a incidere<br />

meno.<br />

Perché?<br />

Perché sono diventate strategiche<br />

le dimensioni interne di capitale e<br />

le strutture necessarie per commer-


cializzare. Il rischio di trasformare<br />

i soci da elementi <strong>della</strong> struttura a<br />

semplici fornitori di materia prima<br />

è elevato. Il nodo da sciogliere è<br />

ormai quello di mettere in equilibrio<br />

la base sociale con la necessità<br />

di dimensioni più ampie: perché<br />

non venga a sparire del tutto il<br />

controllo dei soci.<br />

E’ esportabile ad altri settori<br />

cooperativi il modello Melinda?<br />

Se vogliamo è stato esportato con il<br />

“Trentingrana” per i formaggi. Ma<br />

i problemi si sono rivelati maggiori,<br />

perché la fase di conservazione <strong>della</strong><br />

frutta è standardizzabile, mentre la<br />

lavorazione del latte lo è meno. No.<br />

Ognuno deve esprimersi secondo<br />

le vocazioni del territorio e l’interscambio<br />

con il mercato. Per il latte<br />

vedo piuttosto piccoli caseifici che<br />

si consorziano per la commercializzazione.<br />

Un modello tradizionale<br />

di primo e secondo grado.<br />

Melinda è stata un successo, ma<br />

ha spiazzato “l’altra metà” <strong>della</strong><br />

frutticoltura trentina.<br />

Che ha più difficoltà, perché produce<br />

mele di qualità intrinseca più<br />

bassa, in un territorio meno omo-<br />

geneo. Che – allora - deve affidarsi<br />

a consorzi e cooperative più<br />

elastiche. Il modello vincente non<br />

è mai uno schema, ma quello che<br />

valorizza il patrimonio di territorio,<br />

di persone, di conoscenze che<br />

si rendono disponibili.<br />

La grande distribuzione succhia<br />

però risorse dall’organizzazione<br />

cooperativa. Trova tutto pronto,<br />

basta un fax e dopo poche<br />

ore il camion trasporta “plateau”<br />

di frutta già pronti. Dietro<br />

ci sono produzione, magazzini,<br />

piattaforme, costi…un lavoro<br />

che viene obiettivamente sottopagato.<br />

Non è proprio così. La grande<br />

distribuzione avrebbe più convenienza<br />

ad avere un marchio proprio.<br />

Sceglie Melinda perché le<br />

conviene, altrimenti se ne inventa<br />

altri, di marchi. Melinda è un<br />

interlocutore adatto, ma il mercato<br />

va studiato, è in rapidissima evoluzione.<br />

Ci sono sempre spazi per<br />

nicchie. Nel bosco ci sono alberi<br />

grandi e piccoli cespugli. Gli spazi<br />

non è facile trovarli, ma ci sono.<br />

15<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

IN PRIMO PIANO | ventennale Melinda<br />

LA MELA<br />

PIù AMATA (E NOTA)<br />

RESISTE ALLA CRISI<br />

Anche in tempo di crisi i consumatori scelgono<br />

la qualità. Questo quanto è emerso dall’indagine<br />

su “La qualità e le scelte dei consumatori<br />

in tempo di crisi”, condotta da Renato<br />

Mannheimer, presidente dell’Istituto per gli<br />

studi sulla pubblica opinione, e da lui presentata<br />

in occasione del ventennale di Melinda. Alla<br />

domanda “quali strategie ha messo in atto per<br />

fronteggiare la crisi”, il 59% degli italiani intervistati<br />

ha risposto che cerca di spendere meno<br />

spendendo meglio, facendo cioè più attenzione<br />

alla qualità di ciò che compra, mentre il 31%<br />

cerca prodotti di qualità inferiore purché costino<br />

meno. Solo l’8% non ha adottato nessuna particolare<br />

strategia di risparmio.<br />

L’attenzione per la qualità è più alta fra le donne<br />

(65%) piuttosto che fra gli uomini (52%) e cresce<br />

con il titolo di studio.<br />

Il sondaggio di opinione ha potuto misurare<br />

anche il grado di notorietà di Melinda che, nel<br />

62% dei casi, è stata la prima marca di mele<br />

citata spontaneamente dal campione intervistato.<br />

Inoltre, i conoscitori di Melinda promuovono<br />

a pieni voti la mela dop <strong>della</strong> Val di Non attribuendole<br />

un voto medio superiore all’8 con una<br />

stragrande maggioranza che esprime giudizi<br />

da buono a ottimo (64%) o sufficiente-discreto<br />

(27%).<br />

Il ventennale di Melinda è stato anche occasione<br />

per fare il punto sulle novità <strong>della</strong> ricerca scientifica<br />

riguardo al consumo di mele. Ebbene è<br />

emerso, come ha spiegato il giornalista Luciano<br />

Onder, che lo slogan coniato nel 1904 dalla<br />

conferenza mondiale sull’agricoltura “una mela<br />

al giorno toglie il medico di torno” ha fondatezza<br />

scientifica. Le mele, infatti, contengono grandi<br />

quantità di polifenoli, antiradicali liberi che<br />

agiscono contro l’invecchiamento, le malattie<br />

cardio-vascolari e soprattutto il cancro.<br />

AMARCORD<br />

Era il 1992 quando un ospite eccezionale fece<br />

tappa in Val di Non e volle conoscere da vicino<br />

Melinda, la mela più famosa d’Italia. Era Mike<br />

Buongiorno, al massimo <strong>della</strong> sua popolarità,<br />

che visitò l’allora consorzio Cofca di Segno e<br />

incontrò i vertici di Melinda a Casez, che gli<br />

offrirono un simpatico buffet.


PERSONE, FATTI E NuMERI DALLA COOPERAZIONE TRENTINA<br />

uvA e MeLe,<br />

AnnAtA DA reCorD<br />

La vendemmia 2009 è destinata a risultare<br />

tra le migliori degli ultimi anni per<br />

quantità, qualità e salubrità delle uve. Un<br />

risultato dovuto anche all’andamento stagionale<br />

culminato con un lungo periodo<br />

di sole che ha favorito la maturazione dei<br />

grappoli. Questo ha permesso di selezionare<br />

le uve a seconda dei gradi di maturazione<br />

e di acidità in funzione dei vini<br />

che i vignaioli realizzeranno in cantina<br />

per soddisfare le migliori aspettative del<br />

consumatore.<br />

“Abbiamo iniziato la vendemmia dopo<br />

il periodo ferragostano con le uve<br />

Chardonnay e Pinot Nero per la base<br />

spumante e abbiamo continuato con le<br />

uve a bacca bianca (Pinot Grigio, Muller<br />

Thurgau e Traminer) – spiega Erman<br />

Bona, direttore del Consorzio Vini del<br />

Trentino. Successivamente abbiamo<br />

raccolto le uve a bacca rossa<br />

(Teroldego, Marzemino, Merlot,<br />

Cabernet) destinate insieme agli altri<br />

NEWSCOOP<br />

www.cooperazionetrentina.it www.cooperazione.tv CONTATTI ufficio.stampa@ftcoop.it<br />

frutti a completare il paniere di offerta<br />

del Trentino vitivinicolo”.<br />

Per la stagione frutticola, legata in particolare<br />

al settore delle mele, la quantità<br />

è simile allo scorso anno sia nelle<br />

valli del Noce (Non e Sole) e sia negli<br />

altri territori a produzione melicola.<br />

“Il prodotto è bello alla vista e buono<br />

all’assaggio – spiegano gli esperti del<br />

comparto. A differenza delle stagioni<br />

passate le piante non hanno dovuto<br />

sopportare precipitazioni atmosferiche.<br />

Questo, accanto alla preparazione di chi<br />

ha operato nei frutteti, ha contributo ad<br />

elevarne la qualità”. Per la produzione a<br />

svettare è sempre la Golden seguita da<br />

Renetta, Fuji e Gala.<br />

Insomma dal punto di vista <strong>della</strong> qualità<br />

in campagna l’annata è ottima sia per<br />

il vino che per le mele. Ora bisognerà<br />

attendere l’andamento del mercato per<br />

capire se ne godranno appieno anche le<br />

rese ai soci (d.n.).<br />

17<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

DoujA D’or<br />

Per i trentini<br />

Nove etichette di vini Doc e Docg prodotti<br />

da Cantine <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong> sono state premiate nel<br />

37esimo Douja d’Or di Asti.<br />

I premi sono andati a Cantina Aldeno<br />

con Trentino DOC Traminer aromatico<br />

2008 EnOpere; Cavit con Trentino DOC<br />

Superiore Vendemmia tardiva 2006<br />

Rupe Re; Trentino DOC Sauvignon 2008<br />

Bottega Vinai; Trentino DOC rosso 2005<br />

Quattro Vicariati; Vivallis Viticoltori<br />

in Vallagarina con Trentino DOC<br />

Lagrein 2006 Vigna Costa; Trentino<br />

DOC Moscato giallo 2008 Vigna Giere;<br />

Trentino DOC Müller Thurgau 2008<br />

Vigna Servis; Trentino DOC Nosiola<br />

2008 Vigna Vallunga; Trentino DOC<br />

Superiore Marzemino dei ziresi 2007.


NEWSCOOP<br />

CASSA BASSA AnAuniA<br />

PreMiA 18 StuDenti<br />

I premi di studio <strong>della</strong> Cassa Rurale<br />

Bassa Anaunia si legano a una bella<br />

storia di una ventina di anni fa. Nel<br />

1988, la banca <strong>della</strong> comunità, riceve<br />

cinquanta milioni di vecchie lire<br />

dalla liquidazione <strong>della</strong> Scal - Società<br />

Cooperativa Allevatori Lover. Il presidente<br />

di allora, Francesco Turrini,<br />

esprime un desiderio: quei soldi devono<br />

essere indirizzati alla creazione di<br />

una borsa di studio rivolta agli studenti<br />

maggiormente meritevoli delle frazioni<br />

di Lover e Segonzone.<br />

L’idea è condivisa dai vertici dell’istituto<br />

di credito cooperativo. L’occasione offre<br />

loro lo spunto per intervenire in direzione<br />

duplice: aumentano la cifra dell’iniziativa<br />

e la ampliano a chi vive e studia<br />

nelle località di Denno e Vigo di Ton.<br />

Da un paio di decenni si ripete un<br />

appuntamento che è diventato un rito: i<br />

“<br />

premiati sono diplomati (medie inferiori<br />

e superiori), laureati e studenti universitari.<br />

A ridosso dell’inizio dell’anno<br />

scolastico, il presidente e il direttore<br />

<strong>della</strong> Cassa Rurale, Cesare Cattani e<br />

Franco Paoli, hanno consegnato il riconoscimento<br />

a diciotto giovani.<br />

Alla cerimonia hanno partecipato<br />

il vicepresidente <strong>della</strong> Cassa Rurale<br />

Bassa Anaunia, Valentino Paternoster,<br />

il consiglio di amministrazione e il collegio<br />

sindacale. Erano presenti anche<br />

il sindaco di Denno, Fabrizio Inama, gli<br />

assessori comunali Annalisa Pinamonti<br />

(Denno) e Francesco Fedrizzi (Ton) e<br />

Federico Turrini, presidente del comitato<br />

Scal di Lover. Insomma: una bella<br />

idea che ha confermato lo stretto legame<br />

che intercorre tra Cassa Rurale e<br />

la popolazione giovane delle comunità<br />

servite ogni giorno.<br />

A PrAGA Con LA<br />

rurALe Di trento<br />

Praga e i Castelli <strong>della</strong> Boemia sono<br />

state le mete del gruppo di giovani<br />

che si è aggiudicato il premio di studio<br />

2009 <strong>della</strong> Cassa Rurale di Trento. Ad<br />

accompagnarli alcuni amministratori<br />

<strong>della</strong> banca <strong>della</strong> città e da una delegazione<br />

dell’Associazione Giovani Soci.<br />

La cooperazione crea partecipazione democratica,<br />

dialogo, forme di convivenza. e’ uno strumento<br />

economico per chi ha idee e le vuole esprimere<br />

18<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

”<br />

Claudio Barbacovi,<br />

dirigente del Servizio Commercio e <strong>Cooperazione</strong> <strong>della</strong> Provincia Autonoma di Trento<br />

nuove norMe<br />

in CAntinA<br />

Le leggi cambiano, mutano gli obblighi degli agricoltori e si<br />

rendono necessari incontri tecnici per illustrare le novità e<br />

consentire a chi lavora in campagna e in cantina di essere a<br />

conoscenza di quanto interessa il quadro normativo.<br />

Il Consorzio Vini del Trentino, ente che rappresenta le cantine<br />

sociali e private del territorio <strong>della</strong> nostra provincia, ha promosso<br />

un convegno ospitato nella sala don Guetti di Cassa<br />

Centrale Banca.<br />

Il tema “Ocm vino nuovi adempimenti in cantina” è stato<br />

affrontato da Mario Lemmi e Giovanni Latorre, rispettivamente<br />

responsabile legislativo e dell’attività di vigilanza<br />

dell’Icq - Istituto Certificazione Qualità di Conegliano.<br />

Tra le novità principali che interessano la cantina, l’obbligo<br />

di annotare su un apposito registro l’utilizzo dei solfitanti; in<br />

tema di dolcificazioni, la possibilità di dolcificare il vino fino a<br />

4 gradi per cento di alcool e la necessità di vinificare le Igp<br />

nelle zone di produzione delle uve dal 2013. Un’importante<br />

occasione, come ha sottolineato Erman Bona, direttore del<br />

Consorzio Vini del Trentino, per valutare lo stato <strong>della</strong> normativa<br />

e delle sue implicazioni nell’attività quotidiana. Nella foto<br />

da sinistra Bona, Latorre e Lemmi.<br />

ArrivA SALAMini<br />

E’ Francesco Salamini, uno dei massimi<br />

esperti italiani nel campo delle<br />

biotecnologie applicate al settore agroalimentare,<br />

il nuovo presidente <strong>della</strong><br />

Fondazione Mach, già Istituto agrario di<br />

San Michele all’Adige. Salamini succede<br />

a Giovanni Gius,


Cet vinCe<br />

LA GArA<br />

Cet, cooperativa impegnata da venticinque anni nel settore<br />

dell’ecologia, si è aggiudicata, in qualità di capogruppo, il<br />

lotto 3 per la gestione dei depuratori del Trentino orientale.<br />

Piuttosto marcato il divario tra il vincitore e il secondo classificato:<br />

82 punti contro 54,9. “Vantaggio – spiegano i responsabili<br />

<strong>della</strong> Cet - acquisito per le proposte di natura tecnica. Il<br />

servizio <strong>della</strong> durata di nove anni richiede, oltre alla gestione<br />

ordinaria e straordinaria, anche interventi migliorativi di<br />

natura tecnologica e organizzativa/gestionale”.<br />

In maniera particolare è il secondo aspetto “a premiare<br />

l’esperienza e la professionalità di Cet-società cooperativa e<br />

le consentirà di innovare e sviluppare ulteriormente le professionalità<br />

acquisite”.<br />

Anche sui lotti 1 (Trentino Centrale) e 2 (Trentino occidentale)<br />

“Cet – viene aggiunto - risulta tra gli aggiudicatari in qualità di<br />

società mandante in associazione temporanea d’impresa”.<br />

Complessivamente l’importo <strong>della</strong> gara sui tre lotti ammontava<br />

a 170 milioni di euro circa ed è stata aggiudicata per 150<br />

milioni di euro circa.<br />

QuALità<br />

notiZie SuLLA<br />

CooPerAZione<br />

uSCite Sui<br />

GiornALi LoCALi<br />

neL 2008<br />

LA SCheDA<br />

Cet cooperativa nasce nel 1984. I soci<br />

fondatori sono 13. La sede è in via<br />

Sponda <strong>Trentina</strong>, alle porte di Lavis.<br />

Presidente è Roberto Colombo, direttore<br />

Angiola Brida (nelle foto). Oggi<br />

Cet conta un organico di collaboratori<br />

(compresi i soci) di un centinaio<br />

di unità. Il valore <strong>della</strong> produzione<br />

è superiore agli 8 milioni di euro. I<br />

settori di attività sono: laboratorio di<br />

analisi chimiche e biologiche, impianti<br />

di depurazione delle acque, igiene<br />

e sicurezza sul lavoro, servizi per il<br />

settore alimentare, indagini e studi<br />

ambientali, sistemi di gestione di<br />

impresa.<br />

19<br />

47%<br />

7%<br />

14% 31%<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

1%<br />

NEWSCOOP<br />

PROMOzIONALE<br />

NEGATIVO<br />

CRONACA<br />

CRONACA NERA<br />

CRONACA GIUDIzIARIA<br />

POSITIVA<br />

CooPerAZione.tv,<br />

un SuCCeSSo<br />

A quattro mesi dall’inizio delle trasmissioni,<br />

sono 42mila le visualizzazioni di<br />

video registrate sulla web tv <strong>della</strong><br />

<strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong>. <strong>Cooperazione</strong>.<br />

tv, coordinata dal Servizio stampa e<br />

comunicazione <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong>,<br />

è una web-tv nata per presentare il<br />

movimento cooperativo attraverso un<br />

tg-coop quindicinale, video di attualità,<br />

servizi di approfondimento e filmati<br />

già realizzati dalle cooperative<br />

(video storici e testimonianze). Questa<br />

web-tv è realizzata dalla cooperativa<br />

Sirio Media Plus su piattaforma Open<br />

Source.<br />

Le cooperative che hanno un filmato<br />

istituzionale o un video che racconta<br />

la storia <strong>della</strong> loro società e<br />

vogliono renderlo visibile sulla web<br />

tv <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> possono<br />

farlo contattando l’ufficio stampa<br />

<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> allo 0461/898616 o<br />

scrivendo via email a: ufficio.stampa@<br />

ftcoop.it<br />

CoSMeSi SoLiDALe<br />

A MAnDACArù<br />

Da alcune settimane sono in vendita<br />

nelle 13 botteghe trentine di Mandacarù<br />

i nuovi prodotti naturali per la cura del<br />

corpo <strong>della</strong> linea Natyr, pensati per<br />

soddisfare le esigenze di un numero<br />

crescente di consumatori orientati ad<br />

uno stile di vita consapevole e sostenibile.<br />

Tutti le confezioni sono realizzate<br />

con materiali riciclabili. Per il debutto<br />

di Natyr, Mandacarù ha promosso dal<br />

15 al 26 settembre le settimane <strong>della</strong><br />

cosmesi equo solidale.


“<br />

in 12MiLA A eDuCA:<br />

un SuCCeSSo<br />

21<br />

viLLA SAnt’iGnAZio,<br />

nuovo eDiFiCio<br />

NEWSCOOP<br />

Tutti noi condividiamo questo pianeta per un solo istante nel tempo: la domanda quindi che dobbiamo porci<br />

è se preferiamo trascorrere questo istante a concentrarci su ciò che ci divide o se non sia preferibile impegnarci<br />

insieme, con un lungo e impegnativo sforzo, per trovare un terreno comune di intesa, per preparare tutti<br />

insieme il futuro che vogliamo dare ai nostri figli, e per rispettare la dignità di tutti gli esseri umani.<br />

E’ iniziata con i bambini e si è conclusa<br />

con loro la seconda edizione<br />

di Educa, manifestazione nazionale<br />

sull’educazione che si è svolta a<br />

Rovereto nell’ultimo fine settimana di<br />

settembre. “L’immagine <strong>della</strong> piazza<br />

del Mart affollata di genitori, insegnanti<br />

ed educatori con più di 220<br />

bambini sul palco a parlare di diritti e<br />

del futuro e a cantare la pace - afferma<br />

Michele Odorizzi presidente del comitato<br />

promotore - racchiude simbolicamente<br />

il significato di Educa 2009. Da<br />

un lato rappresenta l’entusiasmo e la<br />

voglia di partecipare: sono state 12.000<br />

le presenze a seminari, spettacoli e<br />

laboratori creativi. Dall’altro mostra<br />

che siamo riusciti, come era nelle<br />

intenzioni, a mettere al centro bambini<br />

e ragazzi. Dare loro attenzione - precisa<br />

Odorizzi - non semplicemente<br />

per osservarli, anzi per fare piuttosto<br />

come adulti un passo indietro e assumendo<br />

la responsabilità dell’ascolto.<br />

Un approccio che vogliamo mantenere<br />

nel lavoro che ci condurrà all’edizione<br />

del 2010, il cui tema sarà l’incontro fra<br />

generazioni e i linguaggi del dialogo”.<br />

Se l’immagine del concerto finale rappresenta<br />

il successo di Educa, non<br />

mostra ciò che lo ha reso possibile.<br />

Non appare in quella foto il lavoro delle<br />

più di 120 organizzazioni che insieme<br />

ai promotori, si sono impegnate proponendo<br />

temi, portando riflessioni e<br />

testimonianze. Ma soprattutto non fa<br />

vedere i tanti volontari, in particolare<br />

quelli delle cooperative sociali<br />

di Rovereto Iter, Amalia Guardini e<br />

Il ponte, che hanno operato “dietro<br />

le quinte” garantendo ogni giorno<br />

il pranzo a centinaia di bambini e la<br />

domenica quello delle famiglie (700<br />

posti), curando l’accoglienza nelle sale<br />

e la preparazione dei laboratori e dei<br />

giochi (s.d.v.).<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

”<br />

Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, discorso a Il Cairo<br />

InAUGURAzIOnE<br />

Dopo dieci anni di lavori è stato inaugurato l’edificio principale<br />

<strong>della</strong> cooperativa di Villa S.Ignazio, in occasione di un evento<br />

che celebrava insieme anche il trentennale <strong>della</strong> cooperativa<br />

e il decimo dalla nascita <strong>della</strong> Fondazione. La ristrutturazione<br />

ha interessato un immobile di 4 piani e 5400 metri quadri,<br />

messo a norma con il rifacimento degli impianti elettrici e<br />

termoidraulici.<br />

Villa S.Ignazio viene costruita nel 1929 come casa di esercizi<br />

spirituali, un luogo per riflettere o ritrovare il legame fra vita<br />

e fede e per l’orientamento vocazionale dei giovani. Nel 1968<br />

si aprono le porte anche chi non ha casa e vive in difficoltà.<br />

Gradualmente le attività cercano di rispondere ai bisogni<br />

<strong>della</strong> “persona”, siano essi spirituali, culturali, relazionali o<br />

materiali.<br />

Negli anni ‘70 nasce L.E.D. - Laboratorio di Educazione al<br />

Dialogo - che forma operatori in aiuto alla persona e ai gruppi,<br />

nella professione e nel volontariato. Villa S.Ignazio si popola<br />

così di persone che partecipano alle iniziative e che condividono<br />

i valori di fondo, diventando sempre più coinvolte nella<br />

gestione <strong>della</strong> casa.<br />

Con queste premesse nel 1978 Gesuiti e laici decidono di<br />

dare vita alla Cooperativa Villa S. Ignazio. Nel 1998 alcuni<br />

soci e operatori <strong>della</strong> Cooperativa fondano la Cooperativa<br />

Sociale “Samuele” per rispondere alle emergenti necessità<br />

di promozione <strong>della</strong> persona attraverso il lavoro. Lo stesso<br />

anno viene costituita la Fondazione S.Ignazio, per rafforzare,<br />

razionalizzare e rendere più trasparente e duratura l’azione<br />

di Villa S.Ignazio.


SCONTI<br />

nuove<br />

ConvenZioni<br />

Per Le CooPerAtive<br />

Rilevazione presenze<br />

I sistemi di rilevazione delle presenze del personale, ovvero i terminali per le timbrature, sono un pratico strumento<br />

per migliorare la gestione del personale, solitamente però molto costoso. Per acquistarlo a condizioni particolarmente<br />

vantaggiose le cooperative trentine possono contare sulla convenzione firmata con zucchetti, tramite<br />

Deltaservizi. Per informazioni e adesioni: Claudio Volpato (cell: 348/0177458).<br />

Buoni pasto<br />

è possibile scegliere il valore, le regole di utilizzo e il circuito entro cui è possibile usare il buono pasto dato ai propri<br />

dipendenti grazie alla convenzione con Bluticket, che consente inoltre di ottenere un importante sconto mensile e<br />

un valido ribasso sul valore <strong>della</strong> tessera.<br />

Per aderire all’offerta chiamare lo 02/3454191 facendo riferimento alla convenzione con la <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong>.<br />

Telefonia mobile e rete unica<br />

Parlare al telefono gratis. Ora è possibile grazie alla convenzione con Vodafone, che consente alle cooperative che<br />

aderiscono all’offerta di telefonarsi tra loro senza pagare neanche un centesimo. Sono oltre 200 le cooperative che<br />

hanno già aderito, ottenendo inoltre tariffe agevolate per la telefonia fissa e mobile e numerosi vantaggi per la rete<br />

unica, cioè un centralino virtuale che consente di abbattere anche i costi di gestione per le piccole imprese.<br />

Per aderire all’offerta: Christian Spinelli (tel: 049/7805246 – cell: 346/1488120 – email: christian.spinelli@vodafone.<br />

com) o Lucia Frison (tel: 049/7805123 – cell: 348/0089168 – email: lucia.frison@vodafone.com)<br />

Luce e gas<br />

Dal 1° ottobre sono entrate in vigore le nuove tariffe scontate riservate alle cooperative trentine, previste dal rinnovato<br />

accordo con Trenta per la fornitura di gas. Continuano anche i vantaggi per la fornitura di energia elettrica. Le<br />

nuove tariffe sono state applicate in automatico a chi aveva già aderito alla convenzione.<br />

Per aderire all’offerta: Paolo Merler (tel. 0461/362225 – email p.merler@trenta.it)<br />

Ancora più scelta per l’auto<br />

La Fiat Ulysse Van è scontata del 16%, mentre per il Ducato lo sconto arriva fino al 18%. Sono solo due esempi<br />

dei vantaggi previsti dalla nuova convenzione stipulata dalla <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> con Fiat Italia. Sconti dal 5 al<br />

18% per l’acquisto di Alfa Romeo, Lancia e Fiat. L’accordo riguarda anche i veicoli commerciali e prevede il ritiro<br />

dell’usato.<br />

Un’ulteriore possibilità di scelta per le cooperative trentine che intendono acquistare un’auto nuova. Per l’acquisto<br />

di un’auto marchiata Seat, Volkswagen, Audi o Skoda possono contare su sconti dall’11 al 26% e di oltre il 20% per<br />

una Bmw, grazie agli accordi stipulati con la concessionaria Dorigoni Auto di Trento e con Bmw Italia.<br />

Per aderire all’offerta Fiat e Lancia: Concessionara Eurocar in via Maccani 133 a Trento<br />

Per aderire all’offerta Alfa Romeno: Concessionaria Bertucco in via Spini 6 a Gardolo<br />

Per aderire all’offerta Seat, VW, Audi e Skoda: Giuseppe Rosozanotti (cell. 335/269062 – email giuseppe.rosozanotti@dorigoni.com)<br />

Per aderire all’offerta Bmw Italia: Stefano Grassetto (cell. 348/4055794 – email stefano.grassetto@bmw.it)<br />

Fotocopiatrici e stampanti<br />

Oltre 160 macchine, tra fotocopiatrici e stampanti, sono state acquistate da 46 cooperative, che hanno sfruttato le<br />

condizioni particolarmente vantaggiose a loro riservate dalla convenzione stipulata dalla <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> con<br />

xerox e Konica Minolta. L’offerta comprende anche il noleggio di sistemi multifunzione a colori e in bianco/nero.<br />

Per aderire all’offerta Konica Minolta: Roberto Guida<br />

(tel: 0461/822488 – cell: 349/2402505 - email: roberto.guida@nipe.it)<br />

Per aderire all’offerta xerox: Moreno Beltrame<br />

(tel: 0461/950898 – cell: 335/444199 - email: moreno@ram-tronix.com)<br />

22<br />

Tutti i dettagli delle<br />

convenzioni riservate ai soci<br />

<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> <strong>Trentina</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> sono<br />

disponibili sul sito<br />

www.cooperazionetrentina.it<br />

Per maggiori informazioni sulle convenzioni che seguono: Cristian Zini<br />

(tel: 0461/898701 – cell: 329/9075010 – email: cristian.zini@ftcoop.it)<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9


GiovAni,<br />

nuovo Direttivo<br />

Oltre 200 soci hanno partecipato all’assemblea<br />

dell’Associazione Giovani<br />

Cooperatori, occasione per tracciare un<br />

bilancio dell’attività svolta nell’ultimo<br />

biennio ed eleggere il nuovo consiglio<br />

direttivo che per la prima volta sarà<br />

integrato da tre rappresentanti delle<br />

organizzazioni giovanili di cooperatori,<br />

designati sempre dall’assemblea.<br />

Il biennio 2007-2008 è stato caratterizzato<br />

da un forte dinamismo dell’associazione,<br />

che si è impegnata su più fronti.<br />

Sono state sviluppate nuove forme di<br />

coinvolgimento dei soci, ricorrendo<br />

anche ai moderni strumenti informatici<br />

offerti dalla Rete, quali Facebook. E’<br />

stata incrementata la rete di rapporti<br />

con le altre realtà giovanili operanti sul<br />

territorio. Sono stati creati percorsi di<br />

approfondimento <strong>della</strong> cultura cooperativa<br />

e organizzati momenti di studio e<br />

confronto su tematiche di grande interesse<br />

ed attualità, come l’acquisto e la<br />

realizzazione di una casa, il risparmio<br />

energetico, la bioedilizia. Tutto questo<br />

ha creato curiosità ed interesse, permettendo<br />

all’associazione di crescere e<br />

consolidarsi.<br />

Sul fronte <strong>della</strong> cultura cooperativa, in<br />

particolare, l’associazione si è attivata<br />

per promuovere la conoscenza del<br />

modello cooperativo tra i giovani, cercando<br />

di evidenziarne gli aspetti distintivi<br />

e le potenzialità. L’associazione ha<br />

organizzato un corso per futuri amministratori<br />

e amministratrici delle cooperative<br />

trentine e rivolto molta attenzione<br />

al rafforzamento delle relazioni con le<br />

altre realtà giovanili presenti sul territorio,<br />

nelle Casse Rurali e nelle associazioni<br />

di categoria. Preziosa - secondo la<br />

presidente Pamela Gurlini - si è rivelata<br />

la partecipazione dell’associazione al<br />

tavolo d’ambito economico delle categorie<br />

giovanili, luogo di confronto e di<br />

elaborazione di progetti comuni.<br />

tutti i noMi<br />

23<br />

“<br />

A conclusione dei lavori l’assemblea ha votato i nuovi componenti<br />

del consiglio direttivo (nella foto manca Gabriele<br />

Iob), che nomineranno al loro interno il presidente. Sono:<br />

Pamela Gurlini, Amedeo Bertolini, Federico Agostini,<br />

Enrico Bertolotti, Elena Cetto, Morena Schelfi, Gabriele Iob<br />

e Chiara Mendini. Con l’apertura alle organizzazioni giovanili<br />

territoriali sono entrati anche Elena Gabrielli (Giovani<br />

soci Rurale di Trento), Marco Cillis (Giovani soci Rurale di<br />

Rovereto), Gianluca Barbacovi (Giovani di Coldiretti).<br />

NEWSCOOP<br />

Il capitalismo può e deve cambiare<br />

ma lo può fare solo grazie<br />

alla forza <strong>della</strong> democrazia.<br />

iL BoSCo (Di Pinè)<br />

LiBerA LA Mente<br />

L’Associazione Giovani Cooperatori ha<br />

partecipato ad un’iniziativa di dibattito<br />

dalle tinte tutte nuove: Bosco<br />

Liberamente. Si tratta di una discussione<br />

ambientata in un bosco di Baselga<br />

di Pinè, nel quale all’ombra di 1000 Pini<br />

(località La Capannina) ci si confronta<br />

su temi di ampia portata. Ad inizio settembre<br />

ad un appuntamento dedicato<br />

all’economia trentina (ed alla relazione<br />

banca-industria-capitale umano) hanno<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

”<br />

Federico Rampini<br />

Attivo Lo SPorteLLo<br />

Per L’euroPA<br />

Per promuovere i programmi europei<br />

rivolti ai giovani è stato attivato Eurodesk,<br />

uno specifico sportello. In sostanza esso<br />

fornisce informazioni e aiuta a orientarsi<br />

su quanto viene promosso nel settore<br />

<strong>della</strong> cultura, formazione, mobilità, cittadinanza<br />

attiva e volontariato.<br />

E’ promosso da Consolida, il consorzio<br />

delle cooperative sociale trentine,<br />

e dalla <strong>Federazione</strong> <strong>Trentina</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Cooperazione</strong>.<br />

Il sostegno è garantito da Promocoop<br />

<strong>Trentina</strong> e dalla Provincia Autonoma di<br />

Trento.<br />

Lo sportello trentino è attivo presso<br />

Consolida – Ufficio Progetti Europei in<br />

via Brennero 246 a Trento. Per saperne<br />

di più è sufficiente telefonare allo<br />

0461/235723 con orari 9-12 il lunedì e<br />

14-17 nella giornata di venerdì. Indirizzo<br />

di posta elettronica: IT113@eurodesk.e<br />

oppure elisa.poletti@live.it.<br />

partecipato Diego Schelfi, presidente<br />

<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong>, Andrea Schir, amministratore<br />

<strong>della</strong> Cassa Rurale di Aldeno<br />

e Cadine, Fabio Svaldi, presidente <strong>della</strong><br />

Cassa Rurale Pinetana, Fornace e<br />

Serenano, Pamela Gurlini e Simonetta<br />

Fedrizzi, rispettivamente presidente e<br />

responsabile <strong>della</strong> segreteria dei Giovani<br />

Cooperatori. Il dibattito, sostanzioso e<br />

ricco di spunti, è spaziato dal Trentino<br />

agli Stati Uniti di Obama, dall’enciclica<br />

Caritas in Veritate al sistema trentino<br />

<strong>della</strong> cooperazione via Fiavè.


NEWSCOOP<br />

LA<br />

CLASSiFiCA<br />

famiglie cooperative<br />

per numero di<br />

dipendenti<br />

CroSS:<br />

ForMAZione<br />

Per CreSCere<br />

La formazione è fondamentale per la<br />

crescita di una persona e di un’azienda.<br />

Consapevole di questo, la Cassa Rurale<br />

Olle-Samone-Scurelle ha promosso<br />

l’iniziativa “Formazione per crescere”.<br />

“La nostra volontà è di essere ancor più<br />

di supporto alle piccole e medie imprese<br />

– spiega il presidente Arrigo Toccoli<br />

– andando oltre rispetto a quanto già<br />

promosso sul versante finanziario/bancario<br />

per le aziende. Sostanzialmente<br />

vogliamo far aumentare le competenze<br />

dei nostri imprenditori soci e clienti”.<br />

Da inizio ottobre alla fine di novembre,<br />

ogni quindici giorni, verranno offerte<br />

quattro occasioni di approfondimento<br />

su “Sviluppare la propria azienda con<br />

Internet”, “Recupero crediti: modalità<br />

operative”, “Marketing per affrontare il<br />

mercato di oggi” e “Passaggio generazionale”.<br />

MuLtiServiZi,<br />

CAMBiAno Le norMe<br />

La giunta provinciale ha modificato<br />

la normativa che riguarda i così detti<br />

“multiservizi”, i punti vendita che svolgono<br />

un’importante doppia funzione:<br />

garantire l’approvvigionamento dei<br />

beni di prima necessità e la presenza<br />

di servizi in zone marginali e di<br />

montagna, mantenendo al contempo<br />

un presidio sociale e comunitario. Tra<br />

questi anche molti punti vendita delle<br />

Famiglia Cooperativa, che a causa di<br />

questa doppia funzione ricevono delle<br />

agevolazioni. Il nuovo provvedimento<br />

elimina, in particolare, il requisito<br />

relativo alla superficie massima, prima<br />

fissato in 100 metri quadrati.<br />

133/17<br />

77/52<br />

104/5<br />

trAMBiLeno:<br />

BotteGA DA Cent’Anni<br />

Cent’anni di “Famiglia” a Trambileno.<br />

Occasione per dare vita a una festa di<br />

comunità che ha chiamato a raccolta<br />

giovani e anziani in quel patto generazionale<br />

che ha garantito storia e futuro<br />

alla cooperativa di consumo.<br />

Una tappa di particolare significato<br />

che ha meritato qualcosa in più di un<br />

semplice ricordo. Ecco, quindi, l’idea<br />

di realizzare un libro “La comunità di<br />

Trambileno e la cooperazione di consumo<br />

1909-2009”. Gli autori sono Antonio<br />

Passerini e Mario Scottini.<br />

L’opera ha ripercorso con testi e con<br />

una ricca galleria iconografica, i tanti<br />

momenti vissuti nel primo secolo, dal<br />

1909 ai giorni nostri da questa realtà<br />

cooperativa. E’ stata realizzata con il<br />

patrocinio <strong>della</strong> Provincia Autonoma di<br />

Trento e con il contributo del Comune<br />

di Trambileno, del Bim dell’Adige, del<br />

Comprensorio <strong>della</strong> Vallagarina, <strong>della</strong><br />

Cassa Rurale di Rovereto.<br />

Come dire: i ricordi passano ma i libri<br />

restano. “I tanti episodi di un’esperienza<br />

cooperativa centenaria – è stato<br />

24<br />

TEMPO PIENO<br />

PART TIME<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

spiegato - era opportuno fissarli sulle<br />

pagine di un volume destinato a diventare<br />

una memoria storica fedele e preziosa,<br />

per oggi e per domani, di ciò che<br />

è stata la cooperativa di consumo di<br />

Trambileno”.<br />

Un racconto che scrisse le sue prime<br />

parole il 2 aprile 1909 con il presidente<br />

Luigi Campana, il suo vice Giobatta<br />

Saffer, e i consiglieri Vittorio Comper<br />

di Nicolò, Paolo Comper fu Giuseppe,<br />

Paolo zanvettor fu Pietro, Beniamino<br />

Campana su Tomaso, Francesco<br />

Trentini di Beniamino.<br />

Il centenario di fondazione ha offerto<br />

lo spunto anche per consegnare<br />

tre riconoscimenti: a Silvestro Peghini,<br />

gerente dal 1956 al 1965; a Marcello<br />

Giovannini, gerente dal 1965 al 1991; a<br />

Clara Comper, collaboratrice dal 1982<br />

e ancora oggi impegnata nel servizio a<br />

soci e clienti (nella foto). I collaboratori<br />

<strong>della</strong> cooperativa di consumo sono due,<br />

il fatturato è di 430 mila euro e i soci<br />

sono 190. Praticamente in ogni famiglia<br />

c’è un socio <strong>della</strong> “Famiglia” (d.n.).


urALi,<br />

nuovo oSSiGeno Per Le iMPreSe<br />

Dalla Valle di Sole alla Valsugana, dalla<br />

Val di Fassa al territorio altogardesano:<br />

le Casse Rurali stanno ultimando<br />

l’adesione all’Avviso comune per la<br />

sospensione dei debiti delle piccole<br />

medie imprese verso il sistema creditizio.<br />

L’accordo è stato siglato dall’Abi,<br />

dal Ministero dell’Economia e Finanze<br />

e dalle associazioni imprenditoriali<br />

di categoria. “Le nostre Casse Rurali<br />

avevano già preso in esame alcune<br />

iniziative per venire incontro alle piccole<br />

e medie imprese, espressione<br />

di particolare significato del tessuto<br />

imprenditoriale delle zone dove operiamo<br />

– spiega Giorgio Fracalossi, vicepresidente<br />

vicario <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong> (nella foto). Cliente per cliente<br />

siamo impegnati a fornire consulenza<br />

e assistenza per uscire da situazioni di<br />

crisi di liquidità. L’adesione all’accordo<br />

nazionale è solo la formalizzazione<br />

di un modus operandi in essere da<br />

tempo. E’ un segnale ulteriore che il<br />

sistema ha voluto dare”.<br />

Le Casse Rurali confermano così le<br />

proprie specificità e caratteristiche, rafforzando<br />

il tradizionale concreto sostegno<br />

creditizio al sistema economico<br />

25<br />

PriMi CALCi<br />

in BASSA vALSuGAnA<br />

NEWSCOOP<br />

A giugno 2009 i clienti delle Casse rurali trentine sono 444.500.<br />

Di questi 27.100 sono nuovi clienti, cioè hanno aperto un rapporto<br />

nel corso dell’ultimo anno (da giugno 2008 a giugno 2009).<br />

111.200 i clienti che hanno in corso un mutuo e 100.700 quelli<br />

che hanno un fido in conto corrente.<br />

e produttivo locale. L’obiettivo è semplice<br />

e importante al tempo stesso:<br />

dare respiro finanziario alle piccole e<br />

medie imprese con adeguate prospettive<br />

economiche, in grado di provare la<br />

continuità aziendale ma che, a causa<br />

<strong>della</strong> crisi, mostrano difficoltà finanziarie<br />

temporanee.<br />

In particolare l’accordo prevede la possibilità<br />

di sospendere per dodici mesi<br />

il pagamento <strong>della</strong> quota capitale delle<br />

rate o dei canoni relativi ad operazioni<br />

di leasing. E’ inoltre previsto l’allungamento<br />

a 270 giorni delle anticipazioni<br />

bancarie su crediti a breve.<br />

“Le Casse Rurali hanno messo in cantiere<br />

le attività necessarie per rendere<br />

operativo il congelamento del debito<br />

alle piccole medie imprese che ne<br />

faranno richiesta – aggiunge Ruggero<br />

Carli, responsabile Settore Casse Rurali<br />

<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> - e attiveranno entro<br />

quarantacinque giorni dall’adesione i<br />

necessari adeguamenti organizzativi e<br />

procedurali”.<br />

Le domande di agevolazione ai sensi<br />

dell’accordo possono essere presentate<br />

fino al 30 giugno 2010. Per informazioni<br />

gli uffici delle Casse Rurali sono a<br />

disposizione (d.n.).<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

LA rurALe Di LeviCo<br />

AL “ForuM BAnCA 2009”<br />

La Cassa Rurale di Levico Terme ha partecipato, in qualità<br />

di relatore, alla seconda edizione del “Forum Banca 2009”,<br />

convegno dedicato all’innovazione tecnologica in banca che<br />

si è svolto a Milano nei giorni 22 e 23 settembre 2009.<br />

Quest’occasione di confronto, organizzato dall’Istituto<br />

Internazionale di Ricerca (importante gruppo italiano nella<br />

comunicazione), ha avuto come partecipanti istituti bancari<br />

e finanziari di livello nazionale ed internazionale, quali<br />

Unicredit Group, Banca Popolare di Milano, BNL, Deutsche<br />

Bank e Banca Monte dei Paschi di Siena.<br />

In tale contesto la Cassa Rurale di Levico Terme è stata<br />

invitata, unica banca per il Trentino, a presentare la propria<br />

esperienza nella “Multicanalità Banca – Cliente” e<br />

nella “Consulenza virtuale”. Relatore è stato il responsabile<br />

Sviluppo e Marketing Denis Osler. (nella foto)<br />

Un’esperienza che lusinga e premia l’impegno <strong>della</strong> Cassa<br />

Rurale e che va ad affiancare quella dello scorso gennaio<br />

al convegno sui “Contact Center” organizzato dalla Marcus<br />

Evans, altra importante realtà internazionale nel settore <strong>della</strong><br />

formazione.<br />

La squadra di Valstagna dell’Us Junior Valbrenta (nella foto)<br />

ha vinto la sesta edizione del torneo di calcio “Cassa Rurale<br />

Bassa Valsugana” disputato a Seren del Grappa, in provincia<br />

di Belluno. La manifestazione è stata animata da sei squadre:<br />

Valstagna ed Enego, formata dai ragazzi dell’US Junior<br />

Valbrenta, Grigno e Ospedaletto, dell’AS Ortigare Lefre,<br />

Fonzaso e Arsiè, dell’AC Ripa 2000. Le associazioni sportive,<br />

attive sul territorio di competenza dell’istituto di credito cooperativo,<br />

riuniscono oltre 500 giovani calciatori.


NEWSCOOP<br />

Ciscra Biglietti Auguri Natale 2009.<br />

I migliori Auguri a tutti i nostri Clienti<br />

e gli Auguri migliori<br />

a chi è Cliente dei nostri Clienti.<br />

L’unicità dei preziosi biglietti lavorati al laser, l’esclusività dei biglietti illustrati, la raffinatezza<br />

dei biglietti classici... prodotti scelti con cura, in grado di soddisfare ogni esigenza.<br />

Con la Collezione biglietti Auguri di Natale 2009, Ciscra propone prodotti unici.<br />

Un ottimo bilanciamento tra la convenienza, il valore e la forma del messaggio espresso.<br />

Via S. Michele, 36 45020 Villanova del Ghebbo (RO) Tel. 0425 651111 www.ciscra.com natale@ciscra.com


urALe PinetAnA:<br />

nuovA LinFA<br />

La Cassa Rurale Pinetana Fornace<br />

Seregnano ha istituito dei finanziamenti<br />

agevolati per privati e piccole<br />

medie imprese, con la collaborazione<br />

del Bim dell’Adige Vallata Avisio. Per<br />

“<br />

DeLeGAZione<br />

DAL BrASiLe<br />

Il 4 settembre la <strong>Federazione</strong> ha ospitato una delegazione di<br />

dirigenti cooperativi dello stato del Paranà (Brasile), in Italia<br />

per un corso di formazione organizzato dall’Università di<br />

Bologna e da Ocepar, organizzazione cooperativa dello Stato<br />

brasiliano. La delegazione era interessata a conoscere le<br />

caratteristiche del modello cooperativo trentino. L’incontro è<br />

stato organizzato dall’Ufficio Studi e Intercooperazione.<br />

ASPettAnDo<br />

LA SCuoLA<br />

27<br />

NEWSCOOP<br />

La cooperazione non deve ragionare per compartimenti<br />

stagni. Nasce per dare risposte ai problemi <strong>della</strong> gente<br />

che non sono di questo o dell’altro settore<br />

i privati l’importo del credito parte da<br />

un minimo di 5 mila euro e arriva a<br />

un massimo di 50 mila. Per le piccole<br />

medie imprese da 10 a 100 mila euro. Il<br />

tasso è del 4% che, complice il contributo<br />

Bim, scende al 2,5% fisso per cinque<br />

anni con zero euro di spese. “Riuscire<br />

a fare squadra tra enti ma anche tra<br />

banca e comunità locale è fondamentale<br />

per raggiungere obiettivi di particolare<br />

significato per un privato come<br />

per un’impresa di piccole o medie<br />

dimensioni – spiega Fabio Svaldi (nella<br />

foto), presidente <strong>della</strong> banca pinetana.<br />

In un periodo come l’attuale, caratterizzato<br />

da luci e ombre, era opportuno<br />

proporre un’iniziativa che dimostrasse<br />

la nostra differenza”. A quest’operazione<br />

si aggiunge l’adesione all’iniziativa<br />

di sistema del credito cooperativo a<br />

sostegno delle piccole e medie imprese<br />

conosciuta come “Avviso comune<br />

per la sospensione dei debiti delle<br />

piccole medie imprese verso il sistema<br />

creditizio”.<br />

Donne<br />

in ForMAZione<br />

L’Associazione Donne in <strong>Cooperazione</strong>, in collaborazione con<br />

Formazione - Lavoro e su incarico del Servizio <strong>Cooperazione</strong><br />

e Commercio <strong>della</strong> Provincia Autonoma di Trento, promuove<br />

l’iniziativa formativa “Donna e cooperazione: governare<br />

le imprese cooperative del futuro”. Quattro gli obiettivi:<br />

conoscere storia, principi e valori del movimento cooperativo<br />

trentino; fornire gli strumenti per sviluppare capacità di<br />

analisi critica valorizzando la dimensione di genere riferita<br />

ai modelli organizzativi e di governance delle cooperative;<br />

fornire alcuni elementi di lettura delle diverse culture organizzative<br />

per prepararsi ad assumere un ruolo consapevole<br />

di amministratrici; migliorare il proprio stile comunicativo.<br />

La scelta dei temi è in linea con l’obiettivo dell’Associazione<br />

di favorire una maggiore partecipazione e presenza delle<br />

donne nei luoghi decisionali delle cooperative. “Riteniamo<br />

infatti – spiegano i responsabili - che la formazione sia uno<br />

strumento utile per rafforzare le competenze necessarie a<br />

ricoprire questi ruoli”.<br />

Il corso di formazione è gratuito. Il progetto è stato studiato e<br />

promosso per massimo 20 persone. Durata complessiva di<br />

55 ore. Per info Simonetta Fedrizzi: 0461/898672<br />

In attesa del… primo giorno di scuola” è l’appuntamento<br />

promosso dalla Cassa Rurale di Tuenno-Val di Non che<br />

ha coinvolto i bambini che hanno iniziato a frequentare la<br />

prima elementare. Un evento che fa parte <strong>della</strong> tradizione<br />

<strong>della</strong> banca <strong>della</strong> comunità, sempre vicina al mondo <strong>della</strong><br />

formazione e <strong>della</strong> scuola con questa e con molte altre<br />

iniziative.<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

”<br />

Diego Schelfi, presidente <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong>


NEWSCOOP<br />

CLA in<br />

MoZAMBiCo<br />

Da anni un rapporto di amicizia<br />

lega il Consorzio Lavoro Ambiente<br />

al Consorzio Associazioni con il<br />

Mozambico onlus (CAM). Il consorzio<br />

trentino ha sostenuto nel 2007-<br />

2008 un’iniziativa che ha permesso il<br />

ripristino di una sede stradale nella<br />

cittadina di Caia (Mozambico) attraverso<br />

un intervento di lotta all’erosione<br />

con l’utilizzo di tecniche di ingegneria<br />

naturalistica e la formazione <strong>della</strong><br />

manodopera locale. L’iniziativa era<br />

stata progettata anche grazie alla collaborazione<br />

tecnica di due ingegneri<br />

del Cla, membri del gruppo di lavoro<br />

che in Trentino ha appoggiato e seguito<br />

il progetto di Piano Urbanistico <strong>della</strong><br />

cittadina di Caia.<br />

Attraverso il “Progetto Natale 2008” il<br />

Cla oggi contribuisce alla stesura del<br />

“Plano de uso da terra” distrettuale:<br />

dopo le esperienze con il Piano<br />

di Ordinamento Territoriale e Urbano<br />

delle cittadine di Caia e Sena (tra i<br />

primissimi esempi di pianificazione<br />

in zone rurali in Mozambico) si trat-<br />

“<br />

ta ora di accompagnare la redazione<br />

di uno strumento diagnostico e programmatico<br />

allargato ad una dimensione<br />

distrettuale, al fine di garantire<br />

e coordinare in maniera sistematica<br />

la gestione <strong>della</strong> terra nei suoi differenti<br />

usi, sia essa in ambito rurale<br />

che urbano. Nell’agosto scorso tre<br />

volontari trentini sono giunti a Caia<br />

per porre le basi dell’attività ed approfondire<br />

alcuni aspetti legati al rapporto<br />

<strong>della</strong> comunità locale con la terra e allo<br />

sfruttamento delle risorse forestali.<br />

Al progetto hanno collaborato: Corrado<br />

Diamantini, coordinatore scientifico,<br />

docente di Tecnica e Pianificazione<br />

urbanistica presso la Facoltà di<br />

Ingegneria dell’Università di Trento,<br />

da anni impegnato nel gruppo di lavoro<br />

del Cam; Elena Ianni, ricercatrice<br />

dell’Università di Trento, esperta in<br />

pianificazione ambientale e processi<br />

partecipativi, ha accompagnato la<br />

missione con lo scopo di studiare le<br />

strategie di sopravvivenza <strong>della</strong> popolazione<br />

rurale del distretto legate<br />

il problema di oggi non è che mancano<br />

i maestri, ma che stiamo uccidendo nei<br />

giovani la voglia di andarli a cercare<br />

28<br />

all’uso <strong>della</strong> terra; Alessandro Paletto<br />

lavora presso il Cra - Unità di ricerca<br />

per il Monitoraggio e la Pianificazione<br />

Forestale - di Villazzano, nel suo periodo<br />

a Caia si è concentrato sulle risorse<br />

forestali del distretto e il loro utilizzo.<br />

Il Consorzio Associazioni con il<br />

Mozambico è attivo dall’inizio del<br />

nuovo millennio presso la comunità<br />

di Caia, distretto rurale nel Mozambico<br />

centrale, dove ha avviato un progetto<br />

multisettoriale negli ambiti del microcredito,<br />

dello sviluppo rurale (con la<br />

realizzazione di una scuola di agraria<br />

e di una azienda modello), <strong>della</strong><br />

pianificazione territoriale, nel settore<br />

educativo e in quello socio-sanitario<br />

attraverso progetti di sensibilizzazione<br />

e con una radio comunitaria inaugurata<br />

nel 2007.<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

”<br />

Luca Doninelli, scrittore, a Educa<br />

24 ore Di nuoto<br />

3038 vasche, 339 staffettisti, 76 chilometri<br />

percorsi. Sono sufficienti tre<br />

numeri per far comprendere l’impegno<br />

di chi ha preso parte alla 24<br />

ore di nuoto ambientata alla piscina<br />

di Gardolo e organizzata dall’Avis di<br />

Trento in collaborazione con Admo-<br />

Associazione Donatori Midollo Osseo<br />

e Aido-Associazione Italiana Donatori<br />

Organi.<br />

L’obiettivo era di promuovere la cultura<br />

<strong>della</strong> donazione nei suoi vari<br />

aspetti: sangue, midollo e organi, per<br />

promuovere maggiore consapevolezza<br />

e generosità. Tra gli sponsor: Cassa<br />

Rurale di Trento e Cassa Centrale<br />

Banca.<br />

Consorzio Associazioni con il Mozambico onlus,<br />

Via Lung’Adige S. Nicolò 20, 38100 Trento<br />

Tel 0461 232401<br />

cam@trentinomozambico.org;<br />

www.trentinomozambico.org<br />

SATOR<br />

AREPO<br />

TENET<br />

OPERA<br />

ROTAS


trento<br />

itALiA<br />

norDeSt<br />

><br />

><br />

><br />

15,7 cooperative sociali ogni 100mila abitanti<br />

12,5 cooperative sociali ogni 100mila abitanti<br />

13,2 cooperative sociali ogni 100mila abitanti<br />

FONTE: “Le cooperative sociali in Trentino” edito dal Servizio Statistica <strong>della</strong> Provincia<br />

CooPSei<br />

DA vent’Anni<br />

Metà anni Ottanta. Alcuni tecnici e operatori<br />

del settore elettrico del territorio<br />

altogardesano scelgono la forma cooperativa<br />

per diventare imprenditori. Nasce<br />

Coop 6 con sede a Dro. Unisce le forze,<br />

valorizza ogni singola professionalità.<br />

“Ricordo il grande entusiasmo delle fasi<br />

di avvio – spiega il presidente Flavio<br />

Parolari (nella foto piccola) – e le molte<br />

idee nate sull’onda di quest’emozione”.<br />

Vent’anni di crescita hanno permesso<br />

di diversificare l’attività. Qualche tempo<br />

fa l’ingresso nel settore degli impianti<br />

fotovoltaici. L’ultimo, in ordine di tempo,<br />

alla ditta zampoli di Lavis. “Sono stati<br />

installati 800 moduli fotovoltaici di tipo<br />

policristallino – osserva Alessio Bassetti<br />

– per una potenza che raggiunge un<br />

picco di 150 kilowatt. Le aspettative per<br />

la produzione di energia annua sono di<br />

1600 kilowattora”.<br />

Sono sette le motivazioni che si legano<br />

alla scelta di installare i pannelli solari<br />

o un impianto fotovoltaico: utilizza il tetto<br />

<strong>della</strong> propria casa e ne incrementa il<br />

valore immobiliare; si ottiene con facilità<br />

un finanziamento dalla propria banca di<br />

durata ventennale e coperto interamente<br />

da contributi statali; si rende autonoma<br />

la famiglia per i consumi energetici;<br />

si eliminano i costi <strong>della</strong> bolletta; ci si<br />

assicura per almeno trent’anni contro<br />

l’aumento del prezzo dell’energia elettrica;<br />

si rafforza l’immagine di famiglia<br />

rispettosa dell’ambiente; si contribuisce<br />

a consegnare un ambiente pulito alle<br />

generazioni che verranno. “Il Trentino<br />

è molto sensibile a questa forma di<br />

energia – aggiunge Parolari - complice<br />

anche l’influenza <strong>della</strong> vicina provincia<br />

di Bolzano, leader in tutta Italia per il<br />

fotovoltaico”.<br />

Oggi i collaboratori di Coopsei sono oltre<br />

venti. Il fatturato supera i due milioni<br />

di euro. Il mercato servito non è solo<br />

trentino. “Siamo attivi nel bresciano e nel<br />

veronese – conclude Parolari – Anche<br />

nel trevigiano realizzeremo un impianto<br />

fotovoltaico” (d.n.).<br />

29<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

NEWSCOOP<br />

un niDo neL BoSCo<br />

La cooperativa sociale Coccinella di Cles, che gestisce 12 asili<br />

nido, ha avviato a Pellizzano un esperimento molto interessante:<br />

far trascorrere ai bambini delle giornate nel bosco,<br />

all’aperto, pranzando sulle coperte stese sul prato e facendo<br />

il pisolino pomeridiano all’ombra degli alberi, con cantastorie<br />

che leggono libri (nella foto) e un’artista del legno che lavora<br />

sotto agli occhi dei piccoli. I bimbi possono giocare con pigne,<br />

erba, sassi, fiori, privilegiando il contatto con la natura e scoprendo<br />

il mondo utilizzando tutti i sensi.<br />

CooPerAZione A SCuoLA<br />

Insegnanti a lezione. Per tre giorni. Obiettivo: imparare a comunicare<br />

e documentare l’Associazione Cooperativa Scolastica.<br />

Il corso di formazione è stato ospitato in <strong>Federazione</strong> ed è<br />

stato promosso dalla <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> in collaborazione<br />

con gli Assessorati provinciali <strong>Cooperazione</strong>-Cultura-<br />

Rapporti Europei e Istruzione Sport. L’iniziativa formativa<br />

rimarca l’importanza <strong>della</strong> cooperazione nella crescita dei<br />

giovani. I cooperatori di domani, infatti, si formano anche sui<br />

banchi di scuola. E’ un impegno che la <strong>Federazione</strong> porta<br />

avanti da alcuni decenni, come ha spiegato agli insegnanti<br />

Carlo Dellasega, direttore generale.<br />

Imparare facendo è lo stile trasmesso ai giovani e applicato<br />

dagli studenti da oltre trent’anni. Da quando è stato costituito<br />

il team di educazione cooperativa. Un riferimento prezioso e<br />

affidabile per chi, all’interno <strong>della</strong> propria classe o <strong>della</strong> propria<br />

scuola, intende dare vita a una associazione cooperativa<br />

scolastica.


30<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 6 - g I u g N O 2 0 0 9


43 anni è l’età media dei<br />

soci delle cooperative di<br />

produzione lavoro.<br />

riSto 3<br />

CreSCe A PerGine<br />

Aumentano i posti a sedere e il numero<br />

di parcheggi, e cresce l’offerta di cibi e<br />

bevande al nuovo ristorante self comprensoriale<br />

di Pergine riaperto dopo<br />

due mesi di lavori. La ristrutturazione<br />

ha permesso a Risto3, che gestisce il<br />

servizio da circa 30 anni, di migliorare<br />

ulteriormente il servizio ai clienti e di<br />

garantire ai propri dipendenti un luogo<br />

di lavoro ancora più sicuro e confortevole,<br />

puntando in modo particolare sul<br />

risparmio energetico.<br />

“Ci siamo dotati di un nuovo impianto di<br />

pannelli fotovoltaici, che ci garantisce la<br />

AGEnDA<br />

I PROSSIMI APPuNTAMENTI<br />

23 ottoBre trento<br />

ore 17.30 sala <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> - “Bene<br />

comune, antidoto alla globalizzazione selvaggia<br />

dell’economia” con l’economista<br />

Stefano zamagni che commenterà l’enciclica<br />

Caritas in Veritate. Intervengono: il presidente<br />

<strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> Diego Schelfi,<br />

il segretario generale <strong>della</strong> Fondazione<br />

Centesimus Annus Massimo Gattamelata e<br />

il vicario generale dell’Arcidiocesi di Trento<br />

mons. Lauro Tisi.<br />

30 ottoBre trento<br />

ore 20.30 presso Palazzo Geremia - “La crisi<br />

finanziaria vista dal di dentro. Le argomentazioni<br />

controcorrente di un economista<br />

che non ha smesso di credere all’economia<br />

di mercato” con Marco Mazzoli. Organizza:<br />

Fondazione Cassa Rurale di Trento.<br />

230 è il numero medio di<br />

soci delle cooperative di<br />

servizio<br />

produzione del 70% dell’energia di cui<br />

abbiamo bisogno – spiega il responsabile<br />

tecnico di Risto3 Franco Anesi – e<br />

abbiamo installato pannelli solari termici<br />

per la produzione di acqua calda per<br />

uso sanitario, che copre tutto il fabbisogno<br />

<strong>della</strong> struttura”.<br />

Ampliato il menù, che ora comprende<br />

anche la carne alla griglia e la pizza<br />

espresso, che può essere acquistata<br />

senza sforare l’importo previsto dal<br />

buono pasto. Novità anche nell’offerta di<br />

bevande, dove sono state abbandonate<br />

le bottiglie di plastica per lasciare spazio<br />

all’acqua microfiltrata e all’erogazione di<br />

bibite con il sistema “free beverage”.<br />

2 noveMBre MAttAreLLo<br />

ore 20.30 presso la sala <strong>della</strong> circoscrizione<br />

di Mattarello - “Cosa resta <strong>della</strong> crisi? Come<br />

superare la notte dell’individualismo” con<br />

Laura Boella. Organizza: Cassa Rurale di<br />

Aldeno e Cadine.<br />

9 noveMBre ALDeno<br />

ore 20.30 presso la sala delle scuole elementari<br />

di Aldeno - “Ultimi in classifica:<br />

proposte per combattere l’analfabetismo<br />

economico e finanziario degli italiani” con<br />

Elsa Fornero. Organizza: Cassa Rurale di<br />

Aldeno e Cadine.<br />

20 noveMBre rAvinA<br />

ore 20.30 presso la sala Sala Demattè a Ravina<br />

- “Un’esperienza da vivere: ragioni di senso<br />

per la cooperazione del terzo millennio”.<br />

Organizza: Cassa Rurale di Aldeno e Cadine.<br />

31<br />

†FABio<br />

GiACoMoni<br />

Era un cooperatore<br />

e uno storico <strong>della</strong><br />

cooperazione; presidente<br />

di Famiglia<br />

Cooperativa e<br />

autore di libri dedicati<br />

a realtà socioeconomica.<br />

Fabio<br />

Giacomoni è mancatoimprovvisamente<br />

all’età di 71<br />

anni.<br />

Il presidente <strong>della</strong><br />

<strong>Cooperazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong>, Diego<br />

Schelfi, ha osservato<br />

che “i suoi libri,<br />

i suoi appassionati<br />

interventi alle<br />

nostre assemblee,<br />

denotavano sempre<br />

la curiosità di guardare<br />

oltre il presente,<br />

con l’occhio critico<br />

dello studioso e<br />

la passione del cooperatore.<br />

Ci mancherà<br />

la sua onestà<br />

intellettuale nel<br />

produrre tesi non<br />

conformiste sulle<br />

scelte strategiche<br />

<strong>della</strong> cooperazione,<br />

soprattutto quella di<br />

consumo. I suoi stimoli<br />

e le sue analisi<br />

hanno contribuito a<br />

far crescere il movi-<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

mento cooperativo”.<br />

Per l’assessore<br />

alla cooperazione<br />

e alla cultura <strong>della</strong><br />

Provincia Autonoma<br />

di Trento, Franco<br />

Panizza, “con la<br />

scomparsa del professor<br />

Giacomoni<br />

se ne va un pezzo di<br />

storia del Trentino”.<br />

A Fabio Giacomoni<br />

è dedicata anche<br />

la rubrica “Porta<br />

Aperta” di Franco<br />

de Battaglia di pagina<br />

48.<br />

†AntoneLLA<br />

CronSt<br />

Come tutti i giorni,<br />

Antonella Cronst,<br />

era pronta a iniziare<br />

la sua giornata lavorativa<br />

al supermercato<br />

<strong>della</strong> Famiglia<br />

Cooperativa<br />

Perginese, nella<br />

centrale Piazza<br />

Gavazzi <strong>della</strong><br />

località dell’Alta<br />

Valsugana. Qui era<br />

responsabile del<br />

settore ortofrutta.<br />

Purtroppo il destino<br />

le ha riservato<br />

una sorte terribile:<br />

E’ stata investita<br />

da una macchina<br />

in retromarcia.<br />

NEWSCOOP<br />

640 mila euro è il valore medio <strong>della</strong><br />

produzione nelle cooperative di servizio<br />

se non si considerano le 10 che superano<br />

i 3 milioni e che da sole rappresentano<br />

l’88% del valore complessivo.<br />

27 noveMBre trento<br />

ore 20.30 presso Palazzo Geremia Trento -<br />

“Equo, solidale e ... umano. Promuovere l’inclusione<br />

sociale attraverso la potenzialità e la<br />

forza del microcredito” con Luisa Brunori in<br />

collaborazione con Cooperativa Mandacarù.<br />

Organizza: Fondazione Cassa Rurale di Trento.<br />

in MeMoriA<br />

Scaraventata a terra<br />

ha perso conoscenza.<br />

Tutte le persone<br />

a lei più vicine<br />

hanno sperato di<br />

poterla riabbracciare<br />

e continuare<br />

ad apprezzare le<br />

sue qualità professionali<br />

e umane.<br />

Purtroppo non è<br />

stato così. “Abbiamo<br />

perduto per sempre<br />

una grande collega”<br />

è stato il commento<br />

unanime dei suoi<br />

colleghi.<br />

†AnitA<br />

FurLini<br />

La musica ed il ballo<br />

erano le passioni di<br />

Anita Furbini, collaboratrice<br />

del Sait. A<br />

inizio settembre un<br />

terribile incidente<br />

l’ha tolta per sempre<br />

all’amore e all’affetto<br />

delle persone più<br />

care ma anche dei<br />

colleghi del Sait che,<br />

in lei, hanno sempre<br />

visto una lavoratrice<br />

instancabile, esempio<br />

di attaccamento<br />

aziendale.


CULTURA COOPERATIVA<br />

RACCONTI DI COOPERAZIONE<br />

Un’ALLEVAtRICE DOnnA<br />

nELLA VALLE DEI MOChEnI<br />

di gemma Pallaoro<br />

Mi alzo ogni mattina alle sei. Sono<br />

partita da zero e oggi possiedo una<br />

stalla con 32 vacche e un terreno<br />

dove coltivo piccoli frutti. La mia<br />

vita è tutta qui: vivo in questa casa<br />

sul pendio sopra Sant’Orsola Terme<br />

da quando sono nata. Il cane sullo<br />

zerbino il fondo alle scale, quattro<br />

gatti rossi appollaiati sul corrimano,<br />

le galline poco più in là, vicino all’orto.<br />

Dietro c’è la stalla che ho costruito<br />

da sola. Affianco la vecchia stalla<br />

di mio padre che uso ancora per il<br />

ricovero degli animali da rimonta.<br />

Forse domani diventerà un agritur e<br />

rientrerà nel progetto delle Fattorie<br />

didattiche, dove vanno i bambini per<br />

stare a contatto con gli animali. Mi<br />

piacerebbe trasmettere ai giovani la<br />

passione e il rispetto per gli animali e<br />

renderli un po’ meno ‘sconosciuti’ ai<br />

loro occhi. Per questo ho presentato<br />

un progetto in Provincia, spero che<br />

sarà approvato.<br />

Mio marito mi dà una mano, adesso<br />

che è in pensione. Prima faceva il<br />

camionista, perché l’allevatore non<br />

è un mestiere che ti consente di far<br />

studiare tre figlie al giorno d’oggi. E<br />

così, insieme, ce l’abbiamo fatta. C’è<br />

Paola, l’economista, Michela, l’ingegnere<br />

e Marcella, la veterinaria. E’ lei<br />

quella che ha ‘ereditato’ la mia passione<br />

per gli animali. Mi dà una mano<br />

ancora oggi quando ho qualche vacca<br />

ammalata o quando devo fecondare.<br />

La laurea se la sono guadagnata tutte<br />

tre a far fieno e a raccogliere lamponi.<br />

Senza sabati e domeniche libere. E<br />

hanno imparato che nella vita non ci<br />

sono regali, non si vince all’Enalotto.<br />

C’è solo da rimboccarsi le maniche<br />

e godere delle cose che si riescono a<br />

fare. Tutto qui.<br />

A chi mi chiede se mi sento sola,<br />

come donna, a fare il lavoro che faccio<br />

o ad essere stata l’unica donna nel<br />

consiglio d’amministrazione <strong>della</strong><br />

Latte Trento, per 26 anni rispondo<br />

di no. Non esistono lavori da<br />

uomo e lavori da donna. Io guido il<br />

trattore, raccolgo il fieno con l’autocaricante.<br />

Faccio tutti i lavori anche<br />

quelli fisicamente faticosi. Esistono<br />

32<br />

solo la buona volontà e le capacità<br />

personali, presenti in tutti gli esseri<br />

umani ed indipendenti dal genere.<br />

Le donne, forse, dovrebbero osare di<br />

più, credere nelle loro risorse. Questo<br />

sì. Dall’esperienza come amministratrice<br />

ho imparato tantissimo. Per<br />

gestire meglio la mia azienda, ma<br />

anche per relazionarmi meglio con<br />

gli altri. Ma non ho solo ascoltato,<br />

non è nel mio carattere stare con le<br />

mani in mano. Mi sono rimboccata<br />

le maniche e ho fatto. Quando c’era<br />

direttore Cescati andavo con lui per<br />

le stalle a mungere le mucche con la<br />

mastite. Poi ci sono stati Micheletti,<br />

Bortolas, Zambotti e Paoli. In 26<br />

anni 5 direttori e tanti ruoli operativi<br />

per me.<br />

Oggi sento tanti allevatori brontolare.<br />

Certo il nostro è un settore povero<br />

perciò è naturale lamentarsi. Ma<br />

per fortuna c’è la cooperazione. Io lo<br />

so bene. All’inizio <strong>della</strong> mia attività<br />

non ero socia di nessuna cooperativa.<br />

Facevo tutto da sola. Allevavo vitelli<br />

e li vendevo ai privati che mi davano<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9


Illustrazione di<br />

Pierluigi Negriolli.<br />

33<br />

CULTURA COOPERATIVA | racconti di cooperazione<br />

quel che mi davano. Cioè quel che<br />

volevano e quando l’avevano. Il resto<br />

dovevamo mangiarlo in casa perché<br />

non trovavo acquirenti in tempo per<br />

non rovinare i prodotti. E un conto è<br />

dover mangiare ciò che hai. Un altro<br />

è venderlo e con i soldi che guadagni<br />

poter mangiare quel che vuoi.<br />

Con la cooperazione è tutto diverso:<br />

i problemi commerciali li gestisce la<br />

cooperativa. Noi allevatori dobbiamo<br />

solo preparare il latte nelle celle<br />

refrigerate e ce lo vengono a prendere<br />

a giorni alterni. Con gli anni le cose<br />

sono migliorare anche in questo contesto.<br />

Trent’anni fa dovevo mungere<br />

a mano le mucche e andare a piedi<br />

fino in paese due volte al giorno per<br />

portare al centro di raccolta del latte<br />

una manciata di litri di prodotto.<br />

Con il sole, con la pioggia, con la<br />

neve. Infilavo le scarpe, andavo e mettevo<br />

il mio latte nei bidoni, insieme a<br />

quello di altri allevatori, che venivano<br />

conservati al fresco nella fontana<br />

di acqua corrente finché il furgone<br />

arrivava a prenderli. Poi c’è stata la<br />

fusione con il Caseificio di Borgo<br />

e le cose sono cambiate di nuovo.<br />

A fondovalle gli allevatori avevano<br />

aziende più grandi di noi <strong>della</strong> Valle<br />

dei Mocheni ed erano tutti vicini al<br />

caseificio perciò non conveniva più<br />

venire fin quassù tutti i giorni per<br />

pochi litri di latte. Ma la cooperativa<br />

non ci ha abbandonato. Ci siamo<br />

organizzati con delle celle refrigeranti<br />

e così basta venire a giorni alterni.<br />

Non c’è da lamentarsi: rispetto a<br />

trent’anni fa siamo signori.<br />

Per comperare una vacca una volta<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

andavo dai negozianti e la valutavo<br />

solo dall’aspetto. Bella o brutta. Non<br />

sapevo fare altrimenti. Poi i corsi,<br />

la formazione. Imparare, che gioia.<br />

Oggi valuto una vacca da ben altri<br />

parametri. La postura, l’ossatura, la<br />

mammella. E so che ogni razza vuole<br />

essere curata in un certo modo.<br />

Per fare bene il mio lavoro di corsi ne<br />

ho fatti tantissimi. Perché mi piace,<br />

perché imparo sempre cose nuove e<br />

perché credo che solo così si riesce a<br />

migliorare. Ne faccio ancora adesso<br />

e non smetterò mai. L’ultimo sulla<br />

gestione delle Fattorie didattiche. Se<br />

va in porto il progetto dell’agritur<br />

metterò in pratica tutto quel che ho<br />

imparato.<br />

Rimpianti? Quando le mie tre figlie<br />

erano piccole mi rimproveravo di<br />

non arrivare a stare abbastanza tempo<br />

con loro. C’erano le bestie, il formaggio<br />

da fare, la casa, i campi. Poi mi<br />

sono confrontata con delle amiche<br />

dipendenti, sempre alle prese con cartellino<br />

e permessi: per le udienze, per<br />

le feste <strong>della</strong> scuola, per le malattie. E<br />

mi sono ricreduta. Io sono sempre<br />

riuscita ad andare a udienze due volte<br />

all’anno per ogni materia, non alle<br />

generali. Sono sempre rientrata dalla<br />

stalla la mattina, quando si alzavano<br />

le mie figlie, per fare colazione con<br />

loro. Quando tornavano da scuola,<br />

con il loro carico di emozioni dalla<br />

giornata io c’ero, pronta a raccoglierlo,<br />

a condividerlo. E poi via di nuovo<br />

a lamponi. Ho 58 anni e troppe cose<br />

da fare… Alla pensione non ci penso<br />

neanche per un secondo.<br />

Racconto raccolto da<br />

DIRCE PRADELLA


CULTURA COOPERATIVA<br />

L’INTERVISTA Silvano Rauzi, presidente “storico”<br />

<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> Allevatori,<br />

RAUzI:<br />

La terra ha salvato<br />

il trentino<br />

(e lo farà ancora…)<br />

di Franco de Battaglia<br />

34<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

testimone di tante battaglie civili<br />

e cooperative in una Val di Sole<br />

che si è sempre proposta come<br />

laboratorio montano a servizio di<br />

tutto il Trentino, è per la prima volta<br />

vicepresidente <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong> in rappresentanza del<br />

settore agricolo nel suo complesso:<br />

lattiero-caseario, vinicolo, orto-frutta.<br />

E’ un riconoscimento alla tenacia<br />

dell’uomo, al suo ottimismo ideale,<br />

alla capacità di convivere con le<br />

situazioni più difficili.<br />

Vicepresidente Rauzi, la sua nomina è un omaggio<br />

allo spirito di sacrifico di tutti gli allevatori trentini.<br />

Un riconoscimento dell’importanza strategica<br />

dei pascoli, delle malghe, delle stalle, del latte, del<br />

formaggio nel Trentino. Come affronta questa<br />

responsabilità?<br />

Affronto l’incarico con apprensione. Mai come in questo<br />

momento i settori dell’agricoltura sono stati in tante<br />

difficoltà. Con i prezzi di oggi non si salvano neppure le<br />

mele, che in passato hanno sempre portato una boccata<br />

d’ossigeno.<br />

Le mele: venti centesimi al chilo.<br />

Ecco. Ma la nostra forza è la <strong>Cooperazione</strong>. I magazzini.<br />

Le celle frigo. Lo stoccaggio che permette una forza di<br />

mercato.<br />

Con le cose che vanno male per tutti in campagna,<br />

la patata bollente è stata posta nella mani di chi ha<br />

più dimestichezza con le difficoltà?<br />

In giugno, quando sono stato nominato, certe difficoltà<br />

non si vedevano ancora. Per il vino e il latte certamente<br />

sì. Per le mele no. Ma c’è un ulteriore problema.<br />

L’ortofrutta, ad ogni annata agraria, riprende da capo,<br />

inizia una nuova stagione. Un anno va male, l’anno<br />

dopo va meglio. Ma con il vino e il formaggio è diverso.<br />

Rimangono le giacenze. La crisi di un anno si ripercuote<br />

su più anni.<br />

Non c’è quindi una soluzione immediata all’attuale<br />

crisi.<br />

No. Ci sarà un lungo trascinamento.<br />

SILVANO RAUzI è nato nel 1938. Sposato, con tre figli. E’ presidente <strong>della</strong><br />

<strong>Federazione</strong> Provinciale Allevatori dal 1980. A giugno è stato nominato vicepresidente<br />

<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> <strong>Trentina</strong> <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> per il settore agricolo.


“<br />

Nel Trentino<br />

il latte costa<br />

62 centesimi,<br />

solo a<br />

produrlo.<br />

Dall’estero<br />

arriva a 17<br />

centesimi.<br />

”<br />

Abbiamo fatto il passo più lungo<br />

<strong>della</strong> gamba?<br />

No. Siamo invasi da prodotti che<br />

provengono da tutto il mondo per<br />

niente. Nel Trentino il latte costa<br />

62 centesimi, solo a produrlo.<br />

Dall’estero arriva a 17 centesimi.<br />

La schiavitù, di fatto, c’è ancora,<br />

nelle campagne in Africa, nei paesi<br />

asiatici, nei cantieri di Dubai,<br />

nei latifondi dell’America Latina.<br />

Lo sfruttamento. Non possiamo<br />

competere con la schiavitù.<br />

Certo, ma nell’attesa <strong>della</strong> solidarietà<br />

internazionale, di un riscatto<br />

sociale globale, non possiamo soccombere.<br />

Franerebbe non solo il<br />

nostro patrimonio territoriale, ma<br />

la nostra immagine, i nostri prodotti<br />

tipici, la manualità, l’innovazione<br />

che abbiamo introdotto sul territorio.<br />

Cadrebbe lo scenario turistico.<br />

Chi lavora nella terra sente questa<br />

responsabilità verso un bene comune<br />

che ricade poi su tutti.<br />

La zootecnia ha affrontata la crisi<br />

per prima.<br />

Sono 15 anni che il settore soffre.<br />

L’ultima annata buona è stata il<br />

1996.<br />

E come ha fatto il settore a resistere<br />

15 anni, contro il mercato?<br />

Perché sui pascoli e nelle stalle c’è<br />

una grande volontà di resistere,<br />

esistenzialmente, prima che economicamente.<br />

Voglia di vivere, con<br />

una grande partecipazione delle<br />

famiglie. C’è orgoglio. E poi l’attenzione<br />

<strong>della</strong> Provincia, sia diretta<br />

che attraverso i premi per chi produce<br />

meglio. Il presidente Dellai<br />

capisce l’importanza strategica <strong>della</strong><br />

zootecnia, di tutta l’agricoltura per<br />

il Trentino. Ma la molla vera è il<br />

legame con la terra. La terra che ha<br />

“<br />

35<br />

CULTURA COOPERATIVA<br />

Non è solo produrre,<br />

è provare la soddisfazione per ciò che si offre.<br />

salvato il Trentino, che salverà l’Italia.<br />

L’ha detto Giuseppe De Rita al<br />

Festival dell’Economia. Un nostro<br />

allevatore è andato a salutarlo con<br />

le lacrime agli occhi. E gli ha detto:<br />

“Sono commosso. Lavoro ogni mattina<br />

nella mia stalla. Sono orgoglioso<br />

del lavoro che ho scelto”.<br />

E’ un orgoglio che vale quanto<br />

un contributo finanziario.<br />

occorre restituire stima sociale a<br />

chi lavora nelle stalle, nel bosco,<br />

nei campi.<br />

Tutti riconoscono l’importanza<br />

dell’agricoltura per il mantenimento<br />

del territorio. La zootecnia con le<br />

malghe, certo. Ma che sarebbe la Val<br />

di Cembra senza le vigne? La Val di<br />

Non e la Valsugana senza i meleti?<br />

Al primo punto sta quindi il territorio,<br />

ma al secondo punto vengono i<br />

prodotti. Vanno estese le produzioni<br />

qualificate, Dop (denominazione di<br />

origine protetta). Certo deve esserci<br />

un impegno, nostro, di non tradire<br />

il consumatore. I disciplinari, il loro<br />

rispetto, sono fondamentali. Non un<br />

obbligo, ma un orgoglio da fare proprio.<br />

Non è solo produrre, è provare<br />

la soddisfazione per ciò che si offre.<br />

Di fronte alla crisi il modello va<br />

forse un po’ rivisto.<br />

Sul fronte <strong>della</strong> qualità, semmai va<br />

potenziato. Ogni valle, ogni zona<br />

dovrebbe avere la sua specialità: il<br />

Puzzone di Moena, la Spressa delle<br />

Giudicarie, il Casolét in Val di Sole.<br />

L’orotofrutta ha problemi minori<br />

ma crescenti.<br />

Tranne Melinda il settore ha<br />

un’immagine un po’ appannata.<br />

Anche perché l’esperienza Melinda<br />

non è automaticamente esportabile.<br />

Andrebbe detto un grazie a Guido<br />

Ghirardini per Melinda.<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

E’ anche un suo amico.<br />

Lo sanno tutti e ne vado orgoglioso.<br />

Ma i Nonesi non riuscivano a mettersi<br />

d’accordo, e i Solandri li hanno<br />

aiutati.<br />

Dovrebbe essere così per tutte le<br />

valli trentine, che si aiutino.<br />

Ci sono problemi grossi. La grande<br />

distribuzione che appiattisce la<br />

frutta, i ristoranti con sempre meno<br />

bottiglie sul tavolo per il “palloncino”…<br />

Poi tutti sanno che non viene<br />

dal vino, lo sballo.<br />

E il latte? E’ folle ciò che sta accadendo.<br />

Una campagna pubblicitaria<br />

controproducente, una confusione<br />

di prodotti con differenze<br />

di prezzo minime, le panetterie<br />

che si permettono di non vendere<br />

lo yogurt trentino. Un prodotto<br />

eccezionale lasciato andare allo<br />

sbando.<br />

Il prodotto era ottimo, l’immagine<br />

era ottima, l’affezione dei consumatori<br />

trentini verso il loro latte<br />

grande. Rimedieremo allo smarrimento.<br />

Non dobbiamo abbandonarci<br />

all’idea di miseria. Dobbiamo<br />

lottare, trovare la nostra strada. Se<br />

ci appiattiamo sulla trasformazione<br />

industriale siamo finiti. Abbiamo un<br />

patrimonio territoriale e produttivo<br />

enorme. Occorre orgoglio di territorio,<br />

prima che volontà di produrre.<br />

I giovani non fuggono dalle campagne,<br />

ci sono, ma occorre mettere<br />

a punto un programma per il loro<br />

futuro. Dare prospettive e trasferire<br />

competenze, manualità e passione.<br />

L’innovazione nasce da questo<br />

“mix”. Ce la faremo. L’autonomia<br />

c’è per questo. E la <strong>Cooperazione</strong><br />

anche.<br />


MARKETING SAIT<br />

dal 1890<br />

36<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 0 9


NORME E LEGGI<br />

tURIsMO<br />

A MARChIO COOp<br />

Dopo la riforma delle Apt voluta dalla Provincia, cinque territori<br />

hanno scelto la forma cooperativa per le loro aziende di promozione<br />

turistica. L’esperienza <strong>della</strong> Valsugana<br />

E’ prossima al traguardo dei cinque<br />

anni la nuova organizzazione del<br />

turismo in Trentino. Dall’1 gennaio<br />

2005, infatti, le Apt d’ambito sono<br />

state sciolte e sostituite con società<br />

denominate Aziende per il turismo.<br />

A determinare il cambiamento, la<br />

legge provinciale 8 del 2002, meglio<br />

nota come legge di riforma delle Apt,<br />

che, tra le varie novità, ha introdotto<br />

la possibilità per le nuove società<br />

di affiancare alla classica attività di<br />

promozione ed informazione anche<br />

la commercializzazione del prodotto<br />

turistico.<br />

Prima <strong>della</strong> riforma, le Apt erano<br />

enti funzionali <strong>della</strong> Provincia, che<br />

assegnava le risorse a copertura totale<br />

delle spese. Con l’uscita dalla sfera<br />

pubblica cambiano i criteri: una<br />

quota dei trasferimenti provinciali<br />

ai nuovi soggetti turistici è legata alle<br />

risorse mobilitate dai privati a livello<br />

locale secondo un principio di compartecipazione<br />

finanziaria pubblico<br />

- privato.<br />

La legge 8 ha istituito 15 Apt lasciando<br />

libertà a ciascun territorio di decidere<br />

la forma giuridica. C’è chi ha<br />

scelto la spa e chi ha preferito la<br />

forma dell’associazione o <strong>della</strong> società<br />

consortile. In cinque zone si è<br />

optato per la cooperazione.<br />

La prima cooperativa Apt è nata<br />

in Valsugana nel 2003 su iniziativa<br />

del presidente Massimo oss e di<br />

Stefano Ravelli, all’epoca direttore<br />

dell’azienda turistica. Con l’intento<br />

di favorire la massima partecipazione,<br />

si coinvolsero nel progetto fin<br />

dalle prime battute tutti i soggetti<br />

rappresentativi delle categorie economiche<br />

e turistiche del territorio e<br />

altri operatori interessati al turismo.<br />

Per legge, poi, dovevano essere soci<br />

Comuni “turisticamente significativi”.<br />

Nelle discussioni che precedettero<br />

la costituzione <strong>della</strong> cooperativa<br />

si decise che nella compagine sociale<br />

sarebbero entrate le associazioni<br />

di categoria e non i singoli aderenti<br />

per rendere più snella e puntuale la<br />

37<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

CULTURA COOPERATIVA<br />

LE APT A FORMULA<br />

COOPERATIVA<br />

Apt S. Martino di Castrozza - Primiero e<br />

Vanoi, Fiera di Primiero<br />

Apt Terme di Comano - Dolomiti di<br />

Brenta, Ponte Arche<br />

Apt Val di Fassa, Canazei<br />

Apt Val di Non, Fondo<br />

Apt Valsugana Lagorai, Levico<br />

gestione.<br />

Ravelli, oggi vicepresidente dell’Apt,<br />

esprime una valutazione positiva<br />

<strong>della</strong> scelta cooperativa operata nel<br />

2003: “La condivisione dei progetti,<br />

che nascono da una esteso coinvolgimento<br />

del territorio, ci ha permesso<br />

di raccogliere per le nostre iniziative<br />

di informazione e di marketing<br />

molte più risorse di quelle previste<br />

dalla legge di riforma”.<br />

Crede molto nella formula cooperativa<br />

applicata al turismo anche il presidente<br />

<strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong><br />

Diego Schelfi, che spiega: “E’ la<br />

comunità nel suo complesso, con<br />

spirito cooperativo, che crea l’immagine<br />

di un territorio. Il contadino<br />

che cura i prati e la stalla, la casalinga<br />

che abbellisce il balcone contribuiscono<br />

allo sviluppo del turismo”.<br />

Per Schelfi è auspicabile un maggiore<br />

confronto tra le Apt cooperative e<br />

gli altri settori cooperativi per sviluppare<br />

iniziative di intercooperazione<br />

(c.c.).


CULTURA COOPERATIVA<br />

FINESTRA SUL MONDO<br />

LUIGI FRAnzOI,<br />

missionario tuttofare in Germania<br />

di umberto Folena<br />

Da Sporminore alla Saarland, 31 anni tra gli italiani in fuga<br />

dalla miseria e dalla paura, alla ricerca di lavoro e dignità.<br />

Don Franzoi, 31 anni missionario<br />

in Germania. Dove nasce la<br />

sua vocazione?<br />

Ero arciprete a Sarnonico da tre<br />

anni, sentivo che un ciclo si stava<br />

chiudendo, amavo da sempre la lingua<br />

e la cultura tedesche… E sul<br />

bollettino diocesano leggo che c’era<br />

bisogno di preti per l’assistenza spirituale<br />

degli emigranti italiani nel<br />

mondo. Lo stesso vescovo Gargitter<br />

mi incoraggia. Così mi rendo disponibile<br />

per la Germania. Dopo un<br />

mese di preparazione, nel luglio del<br />

1961 sono in Saarland.<br />

E chi trova?<br />

Italiani privi d’ogni cosa, perlopiù<br />

clandestini. Gente quasi esclusivamente<br />

del Sud, specialmente Sicilia<br />

e Calabria. E priva di tutto: senza<br />

documenti, senza casa, senza lavoro.<br />

Il lavoro lo trovavano, e abbastanza<br />

in fretta. Era gente disperata, perseguitata<br />

dai debiti o dalla mafia, a<br />

volte incoraggiata a scappare dalle<br />

stesse autorità. Non conoscevano né<br />

la lingua né le leggi locali.<br />

Clandestini italiani negli anni<br />

Sessanta?<br />

Sì, arrivavano da noi passando il<br />

confine francese. C’era chi moriva<br />

nell’impresa, travolto dalla fatica e<br />

dal freddo. Poi dalla Francia raggiungevano<br />

Saarland.<br />

E voi chi eravate? E che cosa potevate<br />

fare per loro?<br />

Io, un paio di assistenti sociali, e<br />

poco altro. Ci trovavamo di fronte<br />

italiani privi di documenti. Quindi<br />

la prima preoccupazione era procurarglieli.<br />

Passavo gran parte del<br />

mio tempo a riempire formulari, e a<br />

rintracciare i miei connazionali dalla<br />

38<br />

polizia o negli ospedali, facendo da<br />

interprete. Sa come ci chiamavano i<br />

tedeschi? Mädchen für alles, “donne<br />

tuttofare”.<br />

In senso affettuoso…<br />

Naturalmente.<br />

Come venivano accolti i nostri<br />

connazionali?<br />

In Francia, anche se entravano illegalmente,<br />

non subivano conseguenze.<br />

Nella Saar l’accoglienza era altrettanto<br />

benevola. Mi ero fatto questa<br />

idea: gli stessi saaresi, in fondo, in<br />

quanto gente di confine erano dei<br />

“senza patria”, e potevano meglio<br />

capire gli immigrati. Gli italiani venivano<br />

impiegati a migliaia nelle acciaierie<br />

e nell’edilizia.<br />

E nelle miniere?<br />

Potrà sembrare curioso, ma l’impie-<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9


go nelle miniere era una prerogativa<br />

dei locali, che si passavano il posto di<br />

padre in figlio.<br />

Nessun problema, possibile?<br />

Oh no, di problemi ce n’erano eccome.<br />

Intanto noi insistevamo affinché<br />

le famiglie raggiungessero gli uomini,<br />

smettessero di vivere in baracche,<br />

cantine e soffitte poco dignitose, si<br />

costruissero o acquistassero la loro<br />

casetta, e mettessero radici lì.<br />

Perché insistere così tanto per<br />

l’inserimento?<br />

Per dare ordine e stabilità, e quindi<br />

possibilità di felicità, alla loro vita.<br />

Saarland non era ostile, certo lo era<br />

meno <strong>della</strong> loro terra d’origine da<br />

cui erano stati costretti a scappare<br />

da povertà e violenza. Già allora,<br />

negli anni Settanta, si parlava<br />

di concedere il diritto di voto agli<br />

emigranti, almeno a livello locale.<br />

Gli immigrati godevano di tre possibili<br />

status successivi: Frendarbeiter,<br />

“lavoratore straniero”; Gustarbeiter,<br />

“lavoratore ospite”; e Ausländische<br />

Mitbürger, “concittadino straniero”.<br />

Non a caso la gente cominciò<br />

presto a prendere casa, vincendo il<br />

timore di essere allontanata. Alcuni<br />

evocavano addirittura il fantasma di<br />

Hitler: “Vedrà, padre, che presto ci<br />

cacceranno”. E noi a rassicurarli che<br />

questa Germania era del tutto diversa.<br />

Lavoravamo per l’integrazione, la<br />

fiducia e la collaborazione.<br />

E tutto filava liscio?<br />

Non sempre. Tanti maschi italiani<br />

soli, senza famiglia, venivano visti<br />

come una minaccia da alcuni tedeschi.<br />

E in effetti non mancarono<br />

dei drammi familiari. In qualche<br />

locale da ballo comparve la scritta:<br />

“Entrata proibita agli italiani”.<br />

Era una discriminazione grave nei<br />

confronti dell’intera nostra comunità,<br />

e la facevamo rimuovere. Ma<br />

il problema restava. Così cercavamo<br />

di riempire il vuoto di tanti italiani<br />

organizzando per loro feste e incontri<br />

con compaesani.<br />

39<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

CULTURA COOPERATIVA | finestra sul mondo<br />

DON LUIGI FRANzOI<br />

è nato nel 1928 a Sporminore, in Val di Non,<br />

sesto di 14 tra fratelli e sorelle. A 21 anni rimane<br />

orfano di padre e di madre. Ordinato sacerdote<br />

nel 1953, è arciprete a Sarnonico prima di rendersi<br />

disponibile, su incoraggiamento del vescovo<br />

Gargitter, per l’assistenza agli emigrati italiani<br />

in Germania. Da sempre cultore <strong>della</strong> lingua e<br />

<strong>della</strong> cultura tedesche, nel luglio del 1961 arriva<br />

in Saarland, a Saabrücken. Sarà in missione<br />

prima a Saarlouis (diocesi di Treviri) e poi a<br />

Bensheim (diocesi di Mainz). Tornato in Italia<br />

nel 1994, è fondatore e oggi presidente onorario<br />

dell’associazione “Amici del Madagascar”.<br />

E oggi?<br />

Guardando indietro, devo dire che<br />

abbiamo avuto la fortuna di vivere<br />

proprio là dove stava nascendo<br />

l’Europa, al centro del continente.<br />

Il nostro messaggio ai connazionali,<br />

in sintesi, era questo: “Non rinunciare<br />

alla cittadinanza italiana, e<br />

alle vostre tradizioni. Ma non chiudetevi.<br />

Sentitevi europei, cittadini<br />

dell’Europa che sta nascendo”.<br />

Avevate visto giusto. E da prete,<br />

come giudica i suoi trent’anni<br />

tedeschi?<br />

Spesi come meglio non potevo. Sono<br />

contento, e credo si veda. Non posso<br />

neppure dimenticare che, in anticipo<br />

sui tempi, vivevamo l’esperienza<br />

dell’ecumenismo, pregando insieme<br />

tra cattolici, protestanti e ortodossi<br />

(slavi); e incontrando anche i musulmani.<br />

Abbiamo seminato tanto…


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ARTE IDEE TERRITORIO<br />

sOLIDARIEtA’,<br />

non solo<br />

una parola<br />

Le “mani” di Michelangelo<br />

Perghem Gelmi: per non affogare<br />

Michelangelo Perghem Gelmi<br />

(1911– 1992, il pittore di cui le<br />

Rassegne del Grand Hotel Trento,<br />

curate da Hansjorg Gruber hanno<br />

dedicato una bella esposizione negli<br />

ultimi mesi) non era un cooperatore.<br />

Era un ingegnere anche molto individualista,<br />

ma curioso. Dipingeva<br />

per esprimere le sue ricerche vaste<br />

e internazionali, legate però da un<br />

comune denominatore di profonda<br />

identità “dentro” la sua terra trentina.<br />

Perghem aveva fatto l’università<br />

a Torino, il militare in Francia, la<br />

prigionia in Germania, l’emigrazione<br />

in Argentina. Poi i viaggi, il<br />

lavoro… In tutto portava però sempre<br />

la sua giovinezza sulle montagne<br />

del Trentino, assieme al padre che<br />

perì nella tragedia <strong>della</strong> corriera del<br />

Bondone e che da figlio pittore ha<br />

voluto ricordare in uno splendido<br />

ritratto a figura piena, di fronte al<br />

Sassolungo, nella tomba di famiglia<br />

al camposanto nuovo di Trento.<br />

Bisogna andare a guardarlo quel<br />

ritratto per capire cosa è il Trentino<br />

nei suoi uomini. Così come bisogna<br />

fermarsi, riflettere, su questo dipinto<br />

“Solidarietà” per capire quanto<br />

la cultura cooperativa sia radicata<br />

nel Trentino tanto da permeare di<br />

41<br />

sé tutte le esperienze, di riflessione<br />

interiore e di relazioni esterne. Due<br />

mani si incontrano, ma “Solidarietà”<br />

non è una semplice stretta di mano.<br />

Le mani si sorreggono, si innalzano<br />

a vicenda. Non è che una aiuti l’altra<br />

a non sprofondare, ma ognuna<br />

“innalza” l’altra alla sua dimensione,<br />

a quel vasto mondo da esplorare che<br />

è il mare, all’azzurro degli ideali nel<br />

cielo. “Solidarietà”.<br />

Oggi il Trentino del benessere ha<br />

bisogno di più solidarietà di quanto<br />

fosse necessaria quando era povero.<br />

La pittura di Perghem Gelmi ce lo<br />

ricorda (f.d.b.).<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

CULTURA COOPERATIVA


42<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 6 - g I u g N O 2 0 0 9


RECENSIONI<br />

L’enciclica<br />

dalla a alla zeta/2<br />

di Michele Dorigatti<br />

Le parole chiave contenute nel testo di<br />

Benedetto XVI “Caritas in veritate”<br />

POVERI<br />

I poveri non sono da considerarsi un<br />

« fardello », bensì una risorsa anche<br />

dal punto di vista strettamente economico.<br />

PROFITTO<br />

Il profitto è utile se, in quanto mezzo,<br />

è orientato ad un fine che gli fornisca<br />

un senso tanto sul come produrlo<br />

quanto sul come utilizzarlo.<br />

L’esclusivo obiettivo del profitto, se<br />

mal prodotto e senza il bene comune<br />

come fine ultimo, rischia di distruggere<br />

ricchezza e creare povertà.<br />

SAPERE<br />

L’eccessiva settorialità del sapere, la<br />

chiusura delle scienze umane alla<br />

metafisica, le difficoltà del dialogo tra<br />

le scienze e la teologia sono di danno<br />

non solo allo sviluppo del sapere,<br />

ma anche allo sviluppo dei popoli,<br />

perché, quando ciò si verifica, viene<br />

ostacolata la visione dell’intero bene<br />

dell’uomo nelle varie dimensioni<br />

che lo caratterizzano.<br />

SVILUPPO E<br />

SOTTOSVILUPPO<br />

La verità dello sviluppo consiste nella<br />

sua integralità: se non è di tutto l’uomo<br />

e di ogni uomo, lo sviluppo non è<br />

vero sviluppo. Nel perseguimento<br />

dello sviluppo, servono «uomini di<br />

pensiero capaci di riflessione profonda,<br />

votati alla ricerca d’un umanesimo<br />

nuovo, che permetta all’uomo<br />

moderno di ritrovare se stesso».<br />

Ma non è tutto. Il sottosviluppo ha<br />

una causa ancora più importante<br />

<strong>della</strong> carenza di pensiero: è «la mancanza<br />

di fraternità tra gli uomini e<br />

tra i popoli». Questa fraternità, gli<br />

uomini potranno mai ottenerla da<br />

soli? La società sempre più globalizzata<br />

ci rende vicini, ma non ci rende<br />

fratelli.<br />

TECNICA<br />

La tecnica, presa in se stessa, è ambivalente.<br />

Se da un lato, oggi, vi è chi<br />

propende ad affidarle interamente<br />

detto processo di sviluppo, dall’altro<br />

si assiste all’insorgenza di ideologie<br />

che negano in toto l’utilità<br />

stessa dello sviluppo, ritenuto radicalmente<br />

anti-umano e portatore<br />

solo di degradazione. Così, si finisce<br />

per condannare non solo il modo<br />

distorto e ingiusto con cui gli uomini<br />

talvolta orientano il progresso, ma<br />

le stesse scoperte scientifiche, che,<br />

se ben usate, costituiscono invece<br />

un’opportunità di crescita per tutti.<br />

43<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

CULTURA COOPERATIVA<br />

L’idea di un mondo senza sviluppo<br />

esprime sfiducia nell’uomo e in Dio.<br />

è, quindi, un grave errore disprezzare<br />

le capacità umane di controllare<br />

le distorsioni dello sviluppo o addirittura<br />

ignorare che l’uomo è costitutivamente<br />

proteso verso l’«essere<br />

di più».<br />

VITA ECONOMICA<br />

La vita economica ha senz’altro<br />

bisogno del contratto, per regolare<br />

i rapporti di scambio tra valori equivalenti.<br />

Ma ha altresì bisogno di leggi<br />

giuste e di forme di ridistribuzione<br />

guidate dalla politica, e inoltre di<br />

opere che rechino impresso lo spirito<br />

del dono. L’economia globalizzata<br />

sembra privilegiare la prima logica,<br />

quella dello scambio contrattuale,<br />

ma direttamente o indirettamente<br />

dimostra di aver bisogno anche delle<br />

altre due, la logica politica e la logica<br />

del dono senza contropartita.


CULTURA COOPERATIVA<br />

DALLA CARTA DEI VALORI<br />

DELLA COOPERAzIONE<br />

TRENTINA:<br />

“Accanto al tema <strong>della</strong> responsabilità sociale,<br />

le sfide poste dallo sviluppo sostenibile<br />

sono divenute urgenti e strategiche anche<br />

per le attività e per la reputazione del movimento<br />

cooperativo. Lo sviluppo sostenibile<br />

si realizza operando con la convinzione<br />

che, per la sopravvivenza stessa dell’umanità,<br />

delle generazioni future e del pianeta, è<br />

essenziale la riproducibilità delle condizioni<br />

di vita e di lavoro delle comunità secondo i<br />

parametri <strong>della</strong> sostenibilità, evitando forme<br />

d’inquinamento e d’impoverimento delle<br />

risorse naturali”.<br />

INCONTRI<br />

Le società interessate a presentare la “Carta<br />

dei Valori <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> trentina” a<br />

soci/dipendenti/amministratori possono<br />

rivolgersi all’Ufficio studi <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong>.<br />

Per la distribuzione è inoltre disponibile la<br />

brochure <strong>della</strong> Carta dei Valori, con possibilità<br />

di personalizzazione. Per informazioni:<br />

Michele Dorigatti, michele.dorigatti@ftcoop.it,<br />

0461.898630 e Marina Pancheri,<br />

marina.pancheri@ftcoop.it, 0461.898241.<br />

* presidente <strong>della</strong><br />

cooperativa Il Canale<br />

TESTIMONI DEI VALORI/15<br />

sviluppo sostenibile<br />

di giovanni Peterlongo*<br />

Ad una prima lettura, “sviluppo<br />

sostenibile” sembra significare sviluppo<br />

limitato. Se però ci mettiamo<br />

dal punto di vista dei paesi<br />

poveri, o ancora meglio dei poveri<br />

del mondo, vediamo che questo<br />

non è né giusto né possibile.<br />

Sviluppo sostenibile deve significare<br />

sviluppo diverso.<br />

Lo sviluppo sostenibile ha due<br />

priorità: le persone e l’ambiente,<br />

vale a dire lo sviluppo sociale e lo<br />

sviluppo ambientale. Sviluppo non<br />

è necessariamente crescita, ma progressione<br />

verso una condizione di<br />

giustizia e di equilibrio.<br />

L’economia deve essere al servizio<br />

dello sviluppo sostenibile e<br />

non, come oggi accade, costituire<br />

la prima priorità per le decisioni<br />

politiche. L’economia solidale,<br />

di cui l’economia cooperativa fa<br />

parte, deve assumere un ruolo più<br />

rilevante rispetto alle economie del<br />

settore pubblico e del settore privato.<br />

Significativo è il tentativo in<br />

corso in Ecuador, discusso all’ultimo<br />

Festival dell’Economia, a cui<br />

collabora il sistema cooperativo<br />

trentino.<br />

Lo sviluppo sostenibile privilegia<br />

il lavoro per il futuro ed in<br />

questo trova piena corrispondenza<br />

nell’ideologia cooperativa, che<br />

opera anche per le future generazioni.<br />

44<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

Lo sviluppo sostenibile è basato<br />

sulla responsabilità sociale, e per<br />

questo richiede forse una revisione<br />

delle limitazioni collegate al concetto<br />

di mutualità prevalente.<br />

Le principali azioni da intraprendere<br />

verso lo sviluppo sostenibile<br />

sono:<br />

- legislazione, sia internazionale,<br />

anche in risposta alla crisi globale,<br />

che locale, quest’ultima con evidenti<br />

necessità di controllo;<br />

- educazione, cui tutte le componenti<br />

del sistema cooperativo possono<br />

e devono partecipare e che,<br />

anche in Italia, costituisce oggi un<br />

grande problema da affrontare.<br />

Prendendo spunto da quanto scritto<br />

da Helene Crummy: “Noi possiamo<br />

reagire allo stato del mondo<br />

con rabbia o paura: in questo caso<br />

diventiamo parte del problema.<br />

Se invece reagiamo con creatività<br />

e giustizia diventiamo parte <strong>della</strong><br />

soluzione”.


LUIGI ANGHEBEN,<br />

direttore Famiglia Cooperativa<br />

Mezzocorona<br />

“Comportamenti virtuosi premiati”<br />

La nostra Famiglia Cooperativa si<br />

sente impegnata a promuovere una<br />

mentalità e delle pratiche attente<br />

all’ambiente e rispettose delle persone.<br />

Su questi temi i nostri clienti<br />

dimostrano di essere sensibili e sono<br />

pronti a recepire le nostre proposte.<br />

Recentemente il nostro cda ha<br />

deliberato l’adesione ad una campagna<br />

ecologica lanciata dal Comune<br />

che premia i comportamenti virtuosi.<br />

Chi acquista nei nostri punti<br />

vendita una serie di articoli, quali<br />

detersivo sfuso, pannolini lavabili, il<br />

gasatore dell’acqua o le sue ricariche<br />

riceve dei bollini premio. A seconda<br />

del numero di bollini raccolti, il<br />

cliente può richiedere al Centro raccolta<br />

materiali un premio e partecipa<br />

inoltre ad un’estrazione finale.<br />

La Famiglia Cooperativa ha messo<br />

a disposizione del monte premi 125<br />

buoni spesa del valore di 8 euro.<br />

La risposta dei nostri soci e clienti<br />

all’iniziativa è stata positiva, a conferma<br />

di una sensibilità ambientale<br />

che sta maturando.<br />

ROBERTA CORRADINI,<br />

socia Donne in cooperazione<br />

“Promuovere la decrescita”<br />

Non c’è sviluppo sostenibile:<br />

incremento di produzione di<br />

merci e depauperamento di beni<br />

non riproducibili non consentono<br />

di preservare l’ambiente e ciò è<br />

drammaticamente evidente. Serve<br />

promuovere la decrescita virtuosa,<br />

per fermare la creazione di falsi<br />

bisogni che aumentano i consumi,<br />

salvaguardare le risorse naturali,<br />

ridurre i rifiuti.<br />

Aumento del Pil non è miglioramento<br />

di vita e diminuzione <strong>della</strong><br />

produzione di beni non significa<br />

riduzione di benessere. Altre forme<br />

di ricchezza sociale (diritti, uguaglianza,<br />

giustizia) creano qualità di<br />

vita e non rientrano nel Pil che non<br />

può indicare la ricchezza di una<br />

popolazione.<br />

Nel 1854 Capriolo Zoppo, Capo<br />

Pellerossa, riferendosi all’uomo<br />

bianco scrisse: “Il suo appetito<br />

divorerà la terra e lascerà solo un<br />

deserto.” Siamo evoluti? Quel “selvaggio”<br />

spiegava: “La terra è nostra<br />

madre. Qualunque cosa capita alla<br />

terra, capita anche ai figli <strong>della</strong><br />

terra.”<br />

45<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

CULTURA COOPERATIVA | testimoni dei valori<br />

/15<br />

NICOLA MENDINI,<br />

vicepresidente coop edilizia Dinamos<br />

“Anche l’economia può ricavare<br />

vantaggi”<br />

Non è un caso che nella Carta dei<br />

Valori, di seguito alla responsabilità<br />

sociale si trovi lo sviluppo sostenibile:<br />

un concetto non può esistere<br />

senza l’altro. Che responsabilità<br />

sarebbe senza la tutela delle generazioni<br />

future oltre che di quelle<br />

presenti?<br />

Non ci dobbiamo poi dimenticare<br />

che investimenti in sostenibilità<br />

ambientale, efficienza energetica,<br />

energie rinnovabili e qualità dei processi<br />

produttivi, oltre che preservare<br />

l’ambiente dove viviamo, possono<br />

innestare una nuova dinamica economico-occupazionale,<br />

come la storia<br />

recente <strong>della</strong> Germania insegna.<br />

La cooperazione trentina può<br />

diventare l’ambiente ideale per lo<br />

sviluppo delle attività economiche<br />

sostenibili, dove la miopia indotta<br />

dalla ricerca del profitto facile e<br />

immediato non prevale su tutto il<br />

resto, e dove la programmazione è<br />

fatta a lungo termine e in maniera<br />

realmente sostenibile, per l’ambiente,<br />

per la società, per noi stessi.


OPINIONI<br />

ECONOMIA<br />

Il trentino in controtendenza<br />

di Carlo Borzaga*<br />

In Italia 378mila<br />

occupati in meno.<br />

In Trentino 3mila<br />

in più. Grazie<br />

alla manovra del<br />

governo provinciale<br />

ma anche al sistema<br />

delle Casse Rurali<br />

che ha abbassato<br />

il costo del credito<br />

e accettato una<br />

riduzione dei suoi<br />

margini<br />

La statistiche trimestrali sul mercato<br />

del lavoro vanno sempre lette con<br />

molta cautela, soprattutto quando<br />

riferite a contesti territoriali limitati<br />

come la provincia di Trento e in<br />

presenza di variazioni modeste di<br />

piccoli aggregati. Ciò nonostante<br />

non possono non stupire i risultati<br />

dell’indagine delle forze di lavoro<br />

relativi al secondo trimestre 2009.<br />

Da essi esce un Trentino che, almeno<br />

con riferimento al mercato del<br />

lavoro, si muove come se la crisi non<br />

esistesse, in netta controtendenza<br />

rispetto al resto del Paese. Pochi<br />

dati sono sufficienti a riassumere la<br />

situazione. Nell’anno compreso tra<br />

il secondo trimestre 2008 e lo stesso<br />

periodo del 2009 gli occupati in<br />

provincia, al lordo <strong>della</strong> cassa inte-<br />

* professore alla Facoltà di economia dell’università di Trento<br />

grazione guadagni, sono aumentati<br />

di oltre 3000 unità, mentre in Italia<br />

sono diminuiti di 378.000. Ancora<br />

più marcata, benché influenzata da<br />

fattori stagionali, è stata la crescita<br />

dell’occupazione in provincia tra<br />

il primo e il secondo trimestre di<br />

quest’anno: 7000 occupati in più.<br />

I nuovi occupati sono soprattutto<br />

donne: il loro numero ha raggiunto<br />

le 100 mila unità portando il<br />

tasso di attività femminile vicino al<br />

60%, a soli 15 punti percentuali di<br />

distanza da quello maschile. Il tasso<br />

di disoccupazione si è così mantenuto<br />

su livelli molto bassi: 2,9% nel<br />

complesso, 2,2% per i maschi e 3,9%<br />

per le femmine. L’aumento dell’occupazione<br />

non ha interessato tutti i<br />

settori, ma si è concentrato nel terziario<br />

e probabilmente soprattutto<br />

nel terziario privato. Nonostante gli<br />

interventi di cassa integrazione, ha<br />

invece perso occupati (circa 4000)<br />

il settore industriale e in particolare<br />

il comparto dell’edilizia. Quindi<br />

anche il Trentino à stato interessato<br />

dalla crisi, ma ha saputo reagire<br />

compensando le difficoltà di alcuni<br />

settori con il maggior dinamismo<br />

di altri.<br />

Anche se una vera e solida ripresa<br />

dell’economia è ancora lontana,<br />

non ci sono ragioni per pensare che<br />

questa capacità di reazione sia destinata<br />

ad indebolirsi. E ciò perché essa<br />

è frutto dell’intervento non di un<br />

solo attore, bensì di una pluralità di<br />

46<br />

elementi concorrenti. Un importante<br />

merito va certamente attribuito al<br />

governo provinciale che ha saputo<br />

intervenire con tempestività già<br />

nelle fasi iniziali <strong>della</strong> crisi. Ma esso<br />

ha potuto farlo ed essere efficace<br />

perché ha trovato la collaborazione<br />

degli attori economici e sociali del<br />

territorio: un sistema di imprese che<br />

ha evitato, non senza costi, di scaricare<br />

la crisi sui propri lavoratori e un<br />

sindacato che ha saputo privilegiare<br />

il dialogo con tutte le controparti.<br />

Ma soprattutto un sistema cooperativo<br />

che si è mosso per sostenere<br />

le imprese, ridurre gli effetti <strong>della</strong><br />

crisi sui consumatori e sostenere le<br />

iniziative <strong>della</strong> società civile. In particolare<br />

un sistema bancario, quello<br />

delle Casse Rurali, che ha condiviso<br />

la necessità di venire incontro alle<br />

difficoltà delle imprese riducendo<br />

sensibilmente il costo dei finanziamenti<br />

e accettando una riduzione<br />

dei propri margini.<br />

Un ottimo esempio di come può<br />

funzionare un’economia plurale<br />

con una elevata dotazione di capitale<br />

sociale, cioè con una presenza<br />

bilanciata di più attori diversi che<br />

collaborano nel rispetto delle rispettive<br />

specificità.<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

carlo.borzaga@unitn.it


«Occorre che chiunque accetta<br />

di assumere un mandato politico<br />

sia consapevole <strong>della</strong> misura e<br />

<strong>della</strong> sobrietà, <strong>della</strong> disciplina<br />

e dell’onore che esso comporta,<br />

come anche la nostra Costituzione<br />

ricorda (cfr art. 54)».<br />

Angelo Bagnasco.<br />

«Ci serve una nuova politica,<br />

il cui successo dipenderà da un<br />

nuovo atteggiamento collettivo,<br />

che ben si esprime nel concetto<br />

di “sobrietà”. Proprio come chi<br />

è sbronzo è incurante di sé e<br />

di ciò che lo circonda, così chi<br />

è sobrio è invece in grado di<br />

mostrare attenzione per sé e per<br />

la società».<br />

John Lloyd.<br />

umberto.folena@libero.it<br />

ORIZZONTI<br />

OPINIONI<br />

Impossibile non essere sobri<br />

di umberto Folena<br />

Il cardinale presidente <strong>della</strong><br />

Conferenza episcopale italiana e<br />

l’editorialista del Financial Times,<br />

ossia Bagnasco e Lloyd, si sono<br />

messi d’accordo? Difficile pensarlo.<br />

Ottimo: significa che attraverso<br />

percorsi diversi sono giunti<br />

alla medesima conclusione. Che<br />

potremmo riassumere in due punti.<br />

Primo: la sobrietà non è un lusso<br />

né uno sfizio, ma una necessità.<br />

Secondo: la sobrietà, anche esercitata<br />

individualmente, è sempre un<br />

fatto politico, ossia con ricadute<br />

sociali.<br />

Per la cooperazione – “sobria” per<br />

antonomasia, ossia per il suo programmatico<br />

non voler perseguire<br />

il profitto in quanto tale, ma sempre<br />

e soltanto in funzione dei soci<br />

e <strong>della</strong> comunità – è una buona<br />

notizia.<br />

Altra notizia, per chi fosse pronto<br />

a sogghignare di fronte alla restaurazione,<br />

da parte dei vescovi, di<br />

termini desueti come “disciplina”<br />

e “onore”. Qui i vescovi citano alla<br />

lettera la laica Costituzione repubblicana,<br />

che appunto all’articolo<br />

54 ricorda: «I cittadini cui sono<br />

affidate funzioni pubbliche hanno<br />

il dovere di adempierle con disciplina<br />

ed onore».<br />

47<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

Sulla sobrietà, su ciò che significa e sul suo valore, ci<br />

sarebbe da riempire tomi interi. Si scontrerebbero i<br />

fondamentalisti, che non vedono l’ora di imporre il<br />

loro stile di vita sobrio a tutti quanti; e i minimizzatori,<br />

per i quali la sobrietà è una virtù soltanto nei tempi<br />

di crisi, quando cioè ci sei costretto. La via mediana,<br />

ancora una volta, si rivela non mediocre e pusillanime,<br />

ma la più ardua, perché da coniugare con l’intelligenza<br />

e la mediazione, anziché con il dogmatismo.<br />

Per dirne una soltanto, ha ragione Chiara Saraceno<br />

quando ricorda, amaramente, che «la sobrietà nel<br />

consumo intesa come non spreco e attenzione alla<br />

qualità piuttosto che alla visibilità, è un atteggiamento<br />

che riguarda chi non è costretto dalla necessità, e<br />

rischia di creare nuove, più sottili forme di divisioni<br />

sociali». Paradossalmente, la sobrietà può essere un<br />

lusso per pochi… Tant’è che la stessa Saraceno preferisce<br />

spostare il discorso sui comportamenti pubblici:<br />

«Più sobrietà nelle dichiarazioni, nelle promesse e<br />

nelle accuse dei politici, ma anche nelle attese salvifiche<br />

nei confronti dei potenti di turno». E forse bisognerebbe<br />

chiedere sobrietà al mondo del calcio, a certi<br />

presidenti e certi allenatori e certi calciatori. Ma qui<br />

rischiamo un processo per eresia, o lesa maestà.<br />

Bisognerebbe – e questa è una sfida che la cooperazione<br />

sta in parte già raccogliendo – dar retta al sociologo<br />

Giampaolo Fabris: «Questa è la sfida: sostituire i<br />

beni di consumo con i beni di relazione. Bisognerà<br />

ripensare il tempo libero. Passare cioè dallo spendere al<br />

parlare, dal guardare le vetrine al guardarsi negli occhi.<br />

Non è facile, ma è una grande occasione».


OPINIONI<br />

LA PORTA APERTA<br />

Ciao Fabio, studioso di cooperazione<br />

di Franco de Battaglia<br />

La morte improvvisa di Fabio Giacomoni, a soli<br />

72 anni, comporta, assieme al profondo cordoglio<br />

personale, una riflessione sulla sua figura mite, ma<br />

capace di rivendicare estrema coerenza nel capire la<br />

storia per preparare il futuro.<br />

Giacomoni, a volte, poteva apparire ingenuo, nostalgico,<br />

tutto rinserrato dentro il suo mondo di studi,<br />

lontano dalle urgenze spesso drammatiche dei soci<br />

cooperativi, che non devono solo far quadrare il<br />

bilancio, ma impostare, sul<br />

bilancio, le scelte di una vita.<br />

Coltivare ancora un pezzo<br />

di terra? Vendere e chiudere<br />

tutto? In realtà Giacomoni<br />

sembrava spesso lontano dalle<br />

decisioni più attuali (e controverse)<br />

perché sapeva che le<br />

scelte economiche non possono<br />

mai diventare solo tecniche<br />

e funzionali, ma hanno<br />

bisogno di venir sorrette da<br />

scelte di vita. Ribaltava quindi<br />

i termini: prima un progetto<br />

per stare insieme, partecipare, fare comunità, poi<br />

l’economia per assicurare a quel progetto i mezzi<br />

necessari. La coerenza – che gli faceva voler bene<br />

anche dagli avversari – la applicava innanzitutto a<br />

se stesso. Era dirigente di prestigio quando piantò<br />

tutto perché sentiva il bisogno di studiare da capo il<br />

mondo <strong>della</strong> cooperazione e dell’agricoltura: sapeva<br />

che è un “primario” non solo economico, ma sociale,<br />

che senza agricoltura l’autonomia trentina sarebbe<br />

morta in pochi anni. Erano i primi anni Ottanta,<br />

quelli del rampantismo di chi si arricchiva. Fabio<br />

Giacomoni fece la scelta opposta, tornò a studiare,<br />

C’era una componente etica e<br />

sociale fortissima nei suoi studi.<br />

Voleva far capire che anche<br />

nei nuovi quartieri periferici,<br />

con gli immigrati, la Famiglia<br />

Cooperativa e la Cassa Rurale<br />

devono creare comunità, assieme<br />

ai servizi, altrimenti tutto si<br />

frantuma, si lacera nella rivalità,<br />

nell’odio. Non era nostalgia.<br />

Era profezia.<br />

48<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

si conquistò il ruolo, sottopagato, di ricercatore universitario.<br />

Non gli interessava entrare in cattedra,<br />

ma capire.<br />

Oggi i temi cooperativi sono diventati alla moda fra<br />

gli accademici, ma allora la cooperazione era materia<br />

povera, considerata marginale. A Trento c’era forse<br />

solo Carlo Borzaga che teneva accesa la fiamma.<br />

Giacomoni pubblicò molto, a tratti in maniera forse<br />

un po’ troppo personalistica, ma seppe portare avanti<br />

la sua testimonianza, fra storia<br />

e attualità. Questo lo caratterizzava.<br />

Quando si richiamava<br />

alla solidarietà rispetto<br />

ai punti di ristorno, non lo<br />

faceva in maniera astratta, ma<br />

perché temeva che i soci delle<br />

Famiglie Cooperative si trasformassero<br />

in consumatori,<br />

che i contadini si riducessero<br />

a produttori-conferitori. E<br />

allora la cooperazione sarebbe<br />

finita, perché sul terreno<br />

degli interessi, del cinismo,<br />

<strong>della</strong> speculazione, gli “altri” sono più bravi. C’era<br />

una componente etica e sociale fortissima nei suoi<br />

studi. Non era nostalgia. Voleva far capire che anche<br />

nei nuovi quartieri periferici, con gli immigrati,<br />

la Famiglia Cooperativa e la Cassa Rurale devono<br />

creare comunità, assieme ai servizi, altrimenti tutto<br />

si frantuma, si lacera nella rivalità, nell’odio. E<br />

Giacomoni non voleva che i cooperatori si trasformassero<br />

in clienti servili o in consumatori plagiati.<br />

Non era nostalgia, era profezia. E’ il profondo testamento<br />

che Fabio Giacomoni lascia alla cooperazione<br />

che ha tanto amato.<br />

fdebattaglia@katamail.com


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49<br />

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