Ottobre - Federazione Trentina della Cooperazione
Ottobre - Federazione Trentina della Cooperazione
Ottobre - Federazione Trentina della Cooperazione
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
5LA CONVENTION<br />
A San Pietroburgo<br />
700 partecipanti<br />
alla convention di Phoenix<br />
con il Nobel Paul Krugman<br />
IL RACCONTO<br />
GEmmA PALLAORO<br />
Un’allevatrice donna<br />
nella Valle dei Mocheni >32<br />
DAL mONDO<br />
Luigi Franzoi,<br />
missionario tuttofare >38<br />
NEwsCOOP<br />
- mele e uva da record >17<br />
- in 12mila a Educa >21<br />
- nuova linfa dalle Casse >25<br />
34<br />
sILVANO RAUZI<br />
La terra ha salvato<br />
il Trentino<br />
POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L.<br />
353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1<br />
COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI<br />
E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA -<br />
www.cooperazionetrentina.it . carta ecologica<br />
N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
MELINDa coMpIE<br />
vENt’aNNI
Creiamo spazi di lavoro pensati su misura per le vostre esigenze,<br />
proponendovi le più innovative soluzioni d’arredamento per uffici,<br />
con la garanzia dell’assistenza puntuale e completa di professionisti<br />
qualificati in ogni fase di realizzazione del progetto. Perché<br />
è il talento dei singoli a determinare il successo <strong>della</strong> squadra.<br />
T 0461 961606<br />
F 0461 961209<br />
www.bcomsrl.it<br />
info@bcomsrl.it<br />
via Bolzano 30 - TN<br />
Reg.N° 5521-A<br />
UNI EN ISO 9001:2000
Periodico <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong><br />
<strong>Trentina</strong> <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />
Trento, Via Segantini, 10 - Tel. 0461.898111<br />
www.cooperazionetrentina.it<br />
ufficio.stampa@ftcoop.it<br />
Direttore responsabile<br />
Walter Liber<br />
Coordinatrice<br />
Dirce Pra<strong>della</strong><br />
Comitato di Redazione<br />
Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce<br />
Pra<strong>della</strong>, Corrado Corradini, Franco de Battaglia,<br />
Cesare Dossi, Michele Dorigatti, Paolo Tonelli,<br />
Cristina Galassi, Silvia De Vogli<br />
Hanno collaborato<br />
Carlo Borzaga e Umberto Folena<br />
Progettazione grafica<br />
Cooperativa ARCHIMEDE - www.archimede.nu<br />
Stampa tipografica<br />
Cooperativa NUoVE ARTI GRAFICHE<br />
Abbonamenti<br />
Costo singola copia: € 3<br />
Abbonamento annuale (11 numeri): € 30<br />
Abbonamento semestrale (5 numeri): € 15<br />
Promozione 2009<br />
Sconto speciale del 50% per chi sottoscrive più<br />
di 10 abbonamenti<br />
Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Trento<br />
n. 26 Registro stampa di data 09.10.1950<br />
N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
EDITORIALE<br />
03 Folgarida, il ruolo <strong>della</strong> cooperazione<br />
IN PRIMO PIANO<br />
04-08 La convention di Phoenix a San<br />
Pietroburgo, dove è intervenuto anche il<br />
nobel Krugman: “La recessione è finita,<br />
ma la ripresa è lontana”. Un’occasione per<br />
presentare la nuova versione di Sib2000, il<br />
prodotto informatico di gestione bancaria.<br />
09-15 Melinda compie vent’anni: il riscatto<br />
di una terra, la forza <strong>della</strong> cooperazione.<br />
Con intervista al primo presidente Ghirardini<br />
e al professor Gios. La prima mela col bollino,<br />
la prima in tv, la prima con la Dop.<br />
NEWSCOOP<br />
17 Uva e mele, annata da record<br />
21 In 12mila a Educa: un successo<br />
22 Sconti per le cooperative<br />
23 Giovani, nuovo direttivo<br />
24 Trambileno: bottega da un secolo<br />
25 Rurali, nuovo ossigeno per le imprese<br />
29 Coop Sei da vent’anni<br />
CULTURA COOPERATIVA<br />
Il racconto<br />
32 Gemma Pallaoro, un’allevatrice donna<br />
nella Valle dei Mocheni<br />
Il nobel: “la<br />
crisi è finita”<br />
La<br />
scommessa<br />
di Ghirardini<br />
L’intervista<br />
34 Silvano Rauzi: La terra ha salvato il<br />
Trentino<br />
Norme e leggi<br />
37 Turismo a marchio coop<br />
Finestra sul mondo<br />
38 Luigi Franzoi, missionario tuttofare in<br />
Germania<br />
Arte idee territorio<br />
41 Solidarietà, non solo una parola<br />
Recensioni<br />
43 L’enciclica del Papa dalla a alla<br />
zeta/2<br />
Testimoni dei valori/15<br />
44 Sviluppo sostenibile<br />
OPINIONI<br />
Economia<br />
46 Il Trentino in controtendenza<br />
Orizzonti<br />
47 Impossibile non essere sobri<br />
La porta aperta<br />
48 Ciao Fabio, studioso di cooperazione<br />
5 12 32 38<br />
Pallaoro,<br />
allevatrice<br />
donna<br />
Franzoi,<br />
missionario<br />
tuttofare
Tassi massimi applicabili ai rapporti garantiti da Cooperfidi alla data 01/08/2009<br />
CREDITO IN SALVO ANTICIPO ANTICIPO CREDITI ANTICIPO MUTUO<br />
CONTO CORRENTE BUON FINE CONTRATTI PUBBLICHE AMMIN. SU FATTURE CHIROGRAFARIO<br />
CASSA CENTRALE E CASSE RURALI TRENTINE 3,75% 3,00% 3,00% 3,00% 3,00% 3,25%<br />
UNICREDIT BANCA* da 3,507% a 5,007% da 2.507% a 4,007% da 2.507% a 4,007% da 2.507% a 4,007% da 3.507% a 5,007% da 2,907% a 4,857%<br />
BNL 2,638% 2,138% 2,138% 2,138% 2,138% 2,645%<br />
BANCA POPOLARE A/A 2,75% + 1/8 2,25% 2,25% 2,25% 2,25% 2,25%<br />
B.T.B. 2,257% 1,507% 1,757% 1,757% 1,757% 2,007%<br />
BANCA SELLA NORD EST - BOVIO CALDERARI 6,25% 5,50% 5,75% 5,75% 5,75% 2,55%<br />
BANCA COOP. LA VALSABBINA 2,693% 1,993% 1,993% 2,693% 1,993% 1,993%<br />
BANCA POP. SONDRIO 2,507% 2,007% 2,307% 2,307% 2,007% 2,107%<br />
MEDIOCREDITO TRENTINO AA 4,50% (SE FISSO DA 4,50%<br />
A 6,10% - SE VARIABILE<br />
3,90%)<br />
* spread diversi secondo il “rating”<br />
facilita il rapporto<br />
con le Banche<br />
i SerViZi per i Soci<br />
cooperfidi, cooperativa provinciale di garanzia<br />
fidi, migliora il rapporto banca-utente, garantendo<br />
i finanziamenti e le linee di credito aperte dai soci<br />
presso gli istituti di credito convenzionati.<br />
la presenza <strong>della</strong> garanzia cooperfidi agevola<br />
l’accesso al credito, e le relative operazioni di<br />
finanziamento vengono trattate a tassi particolarmente<br />
convenienti.<br />
cooperfidi offre ai propri Soci<br />
ulteriori SerViZi<br />
- consulenza ed assistenza finanziaria;<br />
- finanziamenti tramite fondo di Solidarietà Sait;<br />
- copertura rischio cambio;<br />
- anticipo contributi ai sensi l.p. 6/99;<br />
- prestiti partecipativi ai sensi l.p. 6/99;<br />
- operazioni speciali per gli allevatori e per i<br />
caseifici sociali.<br />
chi può accedere ai SerViZi di cooperfidi<br />
cooperfidi è aperta alle cooperative, ai contadini, alle società<br />
ed agli enti operanti nell’agricoltura.<br />
possono associarsi al consorzio le cooperative di produzione<br />
lavoro, quelle di servizio, di consumo, edilizie, le cooperative<br />
agricole e tutti i contadini iscritti all’albo provinciale, siano essi<br />
allevatori, apicoltori, frutticoltori, coltivatori di piccoli frutti ecc.<br />
orari e nuMeri utili<br />
il personale del consorzio è a disposizione dal lunedì al<br />
venerdì dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle ore 14.30 alle 17.00,<br />
per offrire tutte le informazioni desiderate.<br />
Trento - Via Vannetti, 1<br />
Tel 0461.260417 - Fax 0461.267663<br />
info@cooperfidi.it - www.cooperfidi.it n° qualiTà 2000/14533<br />
+ archimede.nu
FOLGARIDA,<br />
IL RUOLO DELLA COOpERAzIOnE<br />
La nostra è un’operazione ad alta<br />
responsabilità sociale perché abbiamo<br />
a cuore gli interessi delle comunità locali<br />
Sgomberiamo subito il campo da<br />
alcune chiacchiere di cui ormai, purtroppo,<br />
è piena qualsiasi discussione<br />
su qualsiasi argomento. Una volta il<br />
nostro bel paese era formato da una<br />
sessantina di milioni di commissari<br />
tecnici <strong>della</strong> nazionale di calcio<br />
e ora gli stessi sono tutti medici<br />
specialisti in vari campi, astronauti,<br />
giudici e esperti di finanza internazionale.<br />
Diciamo questo perché non<br />
è accettabile che tutti i problemi,<br />
anche i più complessi che abbiamo<br />
davanti, trovino la loro sede di<br />
disamina al bar del paese e immersi<br />
nel pettegolezzo e nel sentito dire.<br />
Intendiamoci! Tutti hanno il diritto<br />
di criticare, esprimere opinioni<br />
e giudizi ma imparare ad avere la<br />
pazienza di ascoltare e l’intelligenza<br />
consapevole di sapere, prima di<br />
proferire, sarebbe ragionevole atteggiamento.<br />
Parlare senza aver approfondito<br />
con grande serietà è per<br />
lo meno offensivo nei confronti di<br />
chi tenta di portare soluzione ai<br />
problemi.<br />
Le dicerie sono quelle riferite all’investimento<br />
che le Casse Rurali<br />
Trentine avrebbero fatto nell’affare<br />
Aeroterminal in quel di Venezia.<br />
L’unico piccolo coinvolgimento<br />
diretto delle Casse Rurali è su un<br />
prestito ipotecario (quindi garantito)<br />
fatto in pool con una rete<br />
di banche nazionali non essendo<br />
nemmeno capofila. Va ribadito<br />
comunque che il compito prioritario<br />
delle Casse Rurali è di investire<br />
nel nostro territorio. Il fallimento<br />
di Aeroterminal rischiava di trascinare<br />
la società delle funivie <strong>della</strong><br />
Valle di Sole e allora ci siamo mossi<br />
con grande celerità e impegno. Lo<br />
abbiamo fatto perché ci stanno a<br />
cuore gli interessi dei trentini, dei<br />
soci delle cooperative, delle cooperative<br />
(ingenti crediti), degli operatori<br />
economici, in definitiva il destino<br />
di una intera vallata che vede la<br />
sua economia legata soprattutto al<br />
turismo. Siamo nati nelle comunità,<br />
in esse viviamo e con esse, eventualmente,<br />
moriremo.<br />
E ci sta anche a cuore che l’autonomia<br />
delle singole periferie del<br />
Trentino venga rispettata. Che i<br />
Solandri possano avere determinante<br />
voce in capitolo per i destini <strong>della</strong><br />
Valle di Sole e così via per tutte le<br />
altre realtà periferiche.<br />
La spiegazione è tutta qui. Questo<br />
è stato l’elemento ispiratore del<br />
nostro agire, nel solco dei valori cooperativi,<br />
che si è spinto fino al punto<br />
di “affiancarci” ai Comuni <strong>della</strong> valle<br />
nella partecipazione, riservandoci<br />
assieme a loro un ruolo di equilibrio<br />
nella società. Sono i Municipi che<br />
con la compagine sociale decideranno<br />
i rapporti con realtà societarie<br />
simili e confinanti e siamo certi che<br />
la volontà di apertura è già fortemente<br />
presente anche relativamente<br />
a progetti di integrazione. La<br />
<strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> ha messo in<br />
campo la propria Finanziaria, creata<br />
appositamente per accompagnare<br />
3<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
EDITORIALE<br />
progetti per il territorio, disponibile<br />
a cedere nel tempo la partecipazione<br />
o parte <strong>della</strong> partecipazione a operatori<br />
locali o alle Amministrazioni<br />
Pubbliche. Noi riteniamo, forse a<br />
differenza di altri imprenditori, che<br />
in operazioni così importanti concernenti<br />
il destino delle comunità<br />
sia diritto, anzi dovere, delle pubbliche<br />
amministrazioni (proprietà<br />
di tutti i cittadini) coinvolgersi in<br />
attività imprenditoriali la cui caratteristica<br />
è tendenzialmente ad alta<br />
responsabilità sociale.<br />
Abbiamo agito in questo senso<br />
anche nella convinzione che la società<br />
che uscirà da questa nuova fase<br />
abbia al suo interno tutti i portatori<br />
di interesse che le possano permettere<br />
di diventare una sede di progettazione<br />
di “nuovo” sviluppo di<br />
quell’area. Nuovo anche nel senso<br />
di modalità innovative rispetto alle<br />
attuali, di valorizzazione del territorio<br />
nella direzione di una maggiore<br />
sostenibilità e <strong>della</strong> evoluzione <strong>della</strong><br />
percezione che le persone hanno<br />
del loro rapporto con la natura e<br />
con la vita.<br />
diego.schelfi@ftcoop.it<br />
In coerenza con quanto affermato<br />
aggiungiamo un post scriptum:<br />
La presidenza <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong><br />
<strong>Trentina</strong> <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> è a<br />
disposizione di chiunque volesse<br />
approfondire la questione.
IN PRIMO PIANO<br />
UnA COnVEntIOn<br />
pER sEttECEntO<br />
Phoenix Informatica Bancaria - società di informatica<br />
<strong>della</strong> cooperazione trentina - ha portato a San Pietroburgo<br />
oltre quattrocento direttori e presidenti di Casse Rurali,<br />
Bcc e banche clienti per parlare di recessione e ripresa.<br />
Tra i relatori il premio Nobel Paul Krugman, il banchiere<br />
Carlo Salvatori e il filosofo Marcello Farina. Presentato in<br />
anteprima il nuovo software SIB2000<br />
E’ stata la prima convention organizzata<br />
da Phoenix Informatica<br />
bancaria. Il presidente Luigi<br />
Cristoforetti, nell’aprire i lavori, ha<br />
tracciato la storia <strong>della</strong> società nata<br />
nel 2001 come naturale evoluzione<br />
del Fondo Comune delle Casse<br />
Rurali Trentine costituito negli<br />
anni Ottanta. “Da allora – ha affermato<br />
Cristoforetti - il Fondo prima<br />
e la Phoenix poi hanno vinto molte<br />
sfide e superato parecchi ostacoli,<br />
grazie alla tenacia degli uomini che<br />
fin dall’inizio vi hanno creduto: dal<br />
primo presidente Francesco Sartori,<br />
prematuramente scomparso, al successore<br />
Giovanni Gasperi, fino al<br />
direttore Giorgio Crosina che ne<br />
ha curato lo sviluppo tecnologico<br />
ed imprenditoriale fin dalle origini.<br />
A loro va il mio ringraziamento. La<br />
realtà di oggi è quella di una azienda<br />
moderna che mette al centro il cliente,<br />
e che valorizza nel suo operare la<br />
propria ispirazione cooperativa.<br />
Il futuro del mondo è fatto di informazione<br />
e conoscenza – ha concluso<br />
- noi ci siamo dentro e ci assumiamo<br />
la responsabilità di esserci da<br />
protagonisti”.<br />
Una edizione, quella di San<br />
Pietroburgo, che sarà ricordata per<br />
i relatori di eccezione, come Paul<br />
Krugman, premio Nobel per l’economia<br />
2008, Carlo Salvatori, uno<br />
dei più affermati banchieri italiani,<br />
don Marcello Farina, filosofo e<br />
acuto osservatore del mondo, e per<br />
la qualità degli invitati, presidenti<br />
e direttori delle principali Casse<br />
Rurali, Bcc e banche clienti, oltre<br />
ai massimi rappresentanti degli<br />
organismi nazionali e locali, dal presidente<br />
di Federcasse Alessandro<br />
Azzi, di Iccrea Holding Giulio<br />
Magagni, di Cassa Centrale Banca<br />
Franco Senesi e <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />
<strong>Trentina</strong> Diego Schelfi.<br />
Una grande assise – alla quale hanno<br />
partecipato circa 700 persone – che<br />
ha rappresentato un notevole impegno<br />
organizzativo ma che ha restituito<br />
interessanti approfondimenti sul<br />
tema del giorno, la crisi mondiale, e<br />
sulle opportunità per il credito cooperativo<br />
di giocare in prima persona<br />
la partita <strong>della</strong> ripresa.<br />
Salvatori ha riconosciuto che il cre-<br />
4<br />
dito cooperativo ha reagito meglio<br />
alla crisi rispetto ai grandi operatori<br />
<strong>della</strong> finanza. “I vostri risultati sono<br />
di prim’ordine – ha affermato -<br />
in un mercato che ha riscoperto il<br />
localismo. Essere banche di credito<br />
cooperativo vuol dire oggi avere<br />
un plus rispetto alle certezze economiche<br />
dei grandi”. “Ma questo<br />
comporta delle conseguenze – ha<br />
avvertito Azzi – perché aumentano<br />
le sofferenze e i costi. Occorre dare<br />
risposte, singole e di sistema”.<br />
Come? “Mettendo insieme galantuomismo<br />
con competenza” ha<br />
suggerito don Marcello Farina che<br />
ha parlato agli uomini di banca di<br />
impegno, servizio e responsabilità,<br />
invitandoli a mettere al centro, sempre,<br />
la persona (nel prossimo numero<br />
di novembre ospiteremo un’ampia<br />
sintesi <strong>della</strong> sua riflessione).<br />
“L’importante – ha chiosato Schelfi<br />
– è che non ci lasciamo cullare dal<br />
nostro successo senza avere bene<br />
in mente la funzione sociale per<br />
cui siamo nati, cioè il legame con le<br />
nostre comunità”.<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
1<br />
2<br />
1 l’intervento del<br />
presidente di Phoenix<br />
Luigi Cristoforetti<br />
2<br />
Il presidente<br />
Cristoforetti insieme a<br />
Giorgio Crosina e all’ex<br />
presidente Giovanni<br />
Gasperi (a destra)
PARLA IL NOBEL KRUGMAN<br />
“Sei mesi fa le prospettive dell’economia<br />
mondiale erano terribili. Oggi<br />
sono deprimenti”. Paul Krugman,<br />
nobel per l’economia 2008, uno dei<br />
pochi economisti a prevedere la possibilità<br />
di una nuova recessione già<br />
dieci anni fa, non si abbandona facilmente<br />
all’ottimismo. Egli concorda<br />
con il capo <strong>della</strong> Federal Reserve<br />
americana Bernanke secondo cui ad<br />
agosto la recessione si è fermata, ma<br />
avverte: “non c’è da stare allegri,<br />
perché la ripresa <strong>della</strong> produzione<br />
sarà molto, molto lenta”.<br />
Prof. Krugman, quanti danni ha<br />
prodotto finora questa crisi mondiale?<br />
I danni prodotti in questi ultimi<br />
diciotto mesi sono giganteschi. Basti<br />
un dato: quello che avrebbe dovuto<br />
essere – stando alle previsioni - un<br />
incremento del prodotto interno<br />
lordo del 4%, si è trasformato in<br />
un crollo del 4%, quindi la forbice<br />
è dell’8%, poco diversa negli Stati<br />
Uniti e in Europa. Solo in Europa<br />
ogni anno si perdono un trilione<br />
5<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
IN PRIMO PIANO | la convention di Phoenix<br />
LA RECEssIOnE è FInItA,<br />
ma la ripresa è lontana<br />
di Walter Liber<br />
Intervista al premio Nobel per<br />
l’economia 2008 Paul Krugman.<br />
Che mette in guardia sui facili<br />
ottimismi: la disoccupazione sarà<br />
ancora lunga. Per il futuro occorre<br />
maggiore equità e giustizia anche<br />
nel mondo <strong>della</strong> finanza<br />
di euro per aziende che avrebbero<br />
potuto produrre e non l’hanno<br />
fatto causa recessione.<br />
C’è di buono che dallo scorso<br />
mese di agosto la recessione sembra<br />
essersi arrestata. Possiamo<br />
rallegrarcene?<br />
No, tra la fine <strong>della</strong> crisi e il recupero<br />
di una situazione di normalità<br />
dovrà passare ancora molto tempo.<br />
L’economia mondiale si manterrà<br />
ancora depressa e dovremo continuare<br />
a fare i conti con una massiccia<br />
disoccupazione. I progressi<br />
in direzione di una soluzione dei<br />
problemi sono stati molto piccoli.<br />
Per il momento possiamo semplicemente<br />
dire che abbiamo evitato<br />
il crollo completo, ma questo non è<br />
sufficiente.<br />
Dobbiamo ancora attenderci un<br />
lungo periodo di disoccupazione?<br />
Ci attendono almeno 3 o 4 anni di<br />
profonda disoccupazione e potrebbe<br />
andare anche peggio. Questo<br />
è un aspetto molto problematico
IN PRIMO PIANO | la convention di Phoenix<br />
<strong>della</strong> situazione. Sulla disoccupazione<br />
questo potrebbe essere un decennio<br />
perduto.<br />
Che cosa devono fare in particolare<br />
i governi?<br />
Occorrono maggiori stimoli fiscali,<br />
politiche monetarie non convenzionali,<br />
maggiori sforzi per far decollare<br />
nuovamente il sistema finanziario.<br />
Le politiche fatte finora sono stati<br />
sufficienti per fermare la catastrofe<br />
ma non per rilanciare l’economia.<br />
Manca la volontà politica ed il coraggio,<br />
ma alla fine i leader mondiali<br />
dovranno convincersi che devono<br />
fare di più se vogliono che l’economia<br />
riparta in maniera adeguata.<br />
Quali errori dovrebbero evitare,<br />
innanzitutto?<br />
Sono molti. Abbiamo permesso che<br />
il sistema finanziario diventasse selvaggio<br />
da entrambi i lati dell’oceano.<br />
Questo è stato il maggiore<br />
errore. Ci siamo dimenticati quello<br />
che i nostri nonni avevano capito<br />
a proposito delle banche. Le banche<br />
possono essere estremamente<br />
utili ma anche molto pericolose e<br />
noi abbiamo dimenticato come può<br />
essere pericoloso un mercato bancario<br />
non regolato e fuori controllo.<br />
Se non riformiamo il sistema avremo<br />
un’altra crisi in un futuro non<br />
molto distante.<br />
Dovrà cambiare anche il rapporto<br />
tra banche e clienti?<br />
Io credo - e penso che sarete molto<br />
felici di sentirmelo dire - che abbiamo<br />
bisogno di ritornare ad un<br />
modello bancario più tradizionale,<br />
in cui la banca è in contatto con i<br />
suoi clienti. Oggi ci è molto chiaro<br />
che l’intero processo di cartolarizzazione,<br />
in alcuni casi molto utile,<br />
“<br />
ha prodotto una completa disattenzione<br />
per i rischi, in particolare per<br />
il rischio sistemico. E così sarebbe<br />
meglio per molti versi se tornassimo<br />
indietro al sistema che avevamo 25<br />
- 30 anni fa. Naturalmente qualcosa<br />
deve essere cambiato. Abbiamo<br />
fatto un grande salto verso l’ignoto<br />
con il modo moderno di fare<br />
banca e siamo atterrati in una crisi.<br />
Abbiamo bisogno di fare un passo<br />
indietro e di tornare a fare banca in<br />
modo più tradizionale.<br />
Gli utenti si sono fidati spesso ciecamente<br />
delle banche senza conoscerne<br />
i meccanismi. Avrebbero<br />
dovuto essere più accorti?<br />
Per essere onesto non penso che<br />
sia stato un problema centrale. I<br />
maggiori errori sono stati commessi<br />
dalle persone più preparate. Negli<br />
Stati Uniti le banche di comunità<br />
locali che operano con la clientela<br />
ordinaria per la quasi totalità si<br />
sono comportate bene. Sono state<br />
le istituzioni di Wall Street guidate<br />
da professionisti <strong>della</strong> finanza, che<br />
si supponeva sapessero tutto <strong>della</strong><br />
finanza, che hanno portato il sistema<br />
al collasso.<br />
Lei ritiene che ci sia bisogno di<br />
maggiore equità e giustizia nel<br />
mondo <strong>della</strong> finanza?<br />
Sì, le persone che hanno causato<br />
questo disastro in molti casi non ne<br />
hanno subito le conseguenze e ne<br />
sono uscite molto ricche. A pagare<br />
per la crisi sono stati i lavoratori<br />
delle fabbriche, che sono stati<br />
lasciati ancora nelle mani di chi è<br />
stato all’origine <strong>della</strong> crisi. Un sistema<br />
più giusto sarebbe anche meno<br />
esposto alle crisi.<br />
In una nuova fase dell’economia<br />
A pagare per la crisi sono stati i lavoratori delle<br />
fabbriche, che sono stati lasciati ancora nelle mani<br />
di chi è stato all’origine <strong>della</strong> crisi. Un sistema più<br />
giusto sarebbe anche meno esposto alle crisi.<br />
6<br />
ci può essere più spazio per forme<br />
di impresa diverse da quelle di<br />
capitale, come ad esempio le cooperative?<br />
Non ho un punto di vista preciso<br />
su questo. Mi sento però di dire che<br />
in economia la diversità è positiva.<br />
L’economia funziona meglio se ci<br />
sono più modelli di impresa. In tutti<br />
i casi ben vengano le cooperative<br />
accanto agli altri tipi di impresa così<br />
se un modello fallisce gli altri possono<br />
venire in aiuto.<br />
Ne approfitto per chiedere ad<br />
un premio Nobel qualche consiglio<br />
spicciolo per i cittadini che<br />
vogliono riavvicinarsi al mondo<br />
<strong>della</strong> finanza…<br />
Essere prudenti, non basare la vita<br />
sull’assunto che tutte le cose vadano<br />
comunque nel verso giusto. Le cose<br />
negative succedono e quindi ciascuno<br />
deve attrezzarsi per affrontare<br />
in maniera adeguata i rischi <strong>della</strong><br />
vita.<br />
(traduzione di Corrado Corradini e<br />
Marina Pancheri)<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
”
L’INTERVENTO<br />
sALVAtORI:<br />
rimettiamo al centro l’uomo<br />
Carlo Salvatori è un banchiere tra i<br />
più affermati in Italia. Una carriera<br />
tutta condotta nei grandi istituti,<br />
dall’inizio in Bnl, a Banca Intesa,<br />
Gruppo Unicredito e Mediobanca<br />
di cui è stato vicepresidente. In<br />
questo momento è amministratore<br />
delegato del Gruppo Finanziario<br />
Unipol.<br />
Vive a Parma ma conosce bene<br />
anche il Trentino, dove ritorna<br />
d’estate nella sua casa di Smarano.<br />
La sua analisi, ad un anno e mezzo<br />
dallo scoppio <strong>della</strong> crisi, è lucida e<br />
forse obbligata. Soprattutto quando<br />
afferma che etica ed economia devono<br />
tornare a viaggiare insieme.<br />
“Quando l’economia <strong>della</strong> finanza<br />
spicca il volo e si distacca dall’economia<br />
reale – afferma - abbiamo<br />
visto tutti che cosa accade. I prodotti<br />
derivati e strutturati hanno complicato<br />
i mercati. Al centro dobbiamo<br />
rimettere l’uomo, non i prodotti<br />
finanziari azzardati e opachi”.<br />
Le banche in questi anni hanno<br />
cambiato pelle. La tecnologia ha<br />
automatizzato molte operazioni, e<br />
la globalizzazione ha velocizzato<br />
la circolazione di merci, capitali,<br />
idee. Le cronache ci dicono che<br />
sono cresciute anche le scorciatoie<br />
e la ricerca di guadagni<br />
facili.<br />
In questa crisi hanno resi-<br />
stito meglio le banche locali, più<br />
tradizionali e attente alle esigenze<br />
dei clienti.<br />
Ma occorre rasserenare il clima.<br />
“Penso che anche i manager <strong>della</strong><br />
finanza devono fare la loro parte,<br />
adoperandosi nelle proprie aziende<br />
perché si consolidi una nuova<br />
coscienza – afferma Salvatori -.<br />
L’ottica del breve periodo deve finire,<br />
l’attenzione deve esser rivolta a<br />
risultati economici capaci di essere<br />
mantenuti nel tempo, l’utile non<br />
deve continuare ad esserci, ma come<br />
conseguenza di una buona gestione,<br />
nel rispetto delle aspettative degli<br />
altri portatori di interessi: dipendenti,<br />
fornitori, società civile”.<br />
Vuol dire che i manager devono<br />
riscoprire l’etica degli affari? “Il<br />
ruolo del management – risponde<br />
Salvatori - è rilevante. L’etica non<br />
deve essere estranea in nessuna attività<br />
umana, se vogliamo recuperare<br />
la visione più profonda del nostro<br />
operato di uomini e professionisti.<br />
Il pensiero etico ed economico non<br />
sono contrapposti, sono frutto di<br />
elaborazioni che attengono le sfere<br />
<strong>della</strong> persona umana, un mix di<br />
conoscenze etiche e professionali.<br />
La crisi ci deve spingere a tornare<br />
a fare business su valori e principi<br />
che in questi anni in parte abbiamo<br />
perduto”.<br />
7<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
IN PRIMO PIANO | la convention di Phoenix<br />
ChI è PhOENIx<br />
INFORMATICA<br />
BANCARIA<br />
Phoenix Informatica Bancaria S.p.A. nasce<br />
nel 2001 con l’obiettivo di proseguire e<br />
ampliare, con una nuova forma giuridica,<br />
una progettualità fino ad allora sviluppata<br />
e sostenuta dal Fondo Comune delle Casse<br />
Rurali Trentine.<br />
Phoenix ora è il “cervello” informatico di<br />
oltre 130 Casse Rurali, Bcc e banche presenti<br />
in quasi tutte le regioni italiane. Il sistema<br />
informativo SIB2000 è utilizzato giornalmente<br />
da 8.000 utenti, 1.400 sportelli Bancomat e<br />
30.000 terminali Pos gestiti, 430.000 carte di<br />
debito (Bancomat) e 65.000 carte prepagate,<br />
250.000 clienti utilizzano i servizi di banca<br />
virtuale, 14 miliardi di informazioni trasmesse<br />
e ricevute, 500 linee di trasmissione dati<br />
gestite, 47 milioni di euro di fatturato 2008 e<br />
un utile netto 2008 di 5,5 milioni di euro. Vi<br />
lavorano duecento collaboratori.<br />
Risultati importanti per una realtà nata e<br />
sviluppatasi in Trentino. “Una sfida vinta<br />
puntando sulle persone”, afferma il direttore<br />
Giorgio Crosina, vera anima <strong>della</strong> società<br />
informatica. “Contrariamente a quello che<br />
si pensa, mai come in campo tecnologico<br />
e informatico le persone sono centrali: in<br />
fondo il nostro valore aggiunto è la conoscenza,<br />
e la conoscenza la generano le<br />
menti umane. Tanto meglio la generano<br />
quanto più il clima, le relazioni e l’attenzione<br />
a ognuno rappresentano la cultura distintiva<br />
di una azienda.”
IN PRIMO PIANO | la convention di Phoenix<br />
IL NUOVO SIB2000<br />
IL CLIEntE DI bAnCA<br />
“coccolato” dal software<br />
Phoenix ha presentato al convegno di San<br />
Pietroburgo la nuova versione di SIB2000,<br />
il sistema informatico di gestione bancaria<br />
completamente rinnovato e ampliato dopo cinque<br />
anni di lavoro. Un aiuto concreto per migliorare<br />
la relazione tra banca e cliente.<br />
In un momento come questo in<br />
cui il rapporto tra clienti e istituti<br />
di credito è messo a dura prova, la<br />
Phoenix Informatica Bancaria spa<br />
propone alle proprie banche clienti<br />
la nuova versione del programma<br />
SIB2000, che gestisce attualmente<br />
oltre 130 istituti di credito italiani,<br />
per la maggior parte Casse Rurali<br />
e Bcc.<br />
La nuova release del programma,<br />
completamente riscritta e ampliata,<br />
è stata presentata in anteprima<br />
alle banche nella convention a San<br />
Pietroburgo, ed ha già ottenuto<br />
ampi apprezzamenti da parte dei<br />
direttori delle banche presenti.<br />
Alla Phoenix di Trento, società del<br />
movimento cooperativo che impiega<br />
duecento programmatori, ci<br />
lavoravano da cinque anni al nuovo<br />
“SIB2000”. Hanno dovuto riscrivere<br />
in un nuovo linguaggio qualcosa<br />
come 7 milioni di righe di codice,<br />
oltre 5mila funzioni video, 1.300<br />
funzioni di stampa e 500 componenti<br />
applicative.<br />
Ne è uscito un prodotto molto semplice<br />
da gestire, quanto complesso<br />
nell’architettura di sistema, dove<br />
tutte le funzioni e i programmi collegati<br />
sono pienamente integrati in<br />
un’unica interfaccia grafica. Quello<br />
che appare all’operatore sullo schermo<br />
del pc è un “cruscotto” che<br />
mostra in maniera chiara il profilo<br />
del cliente aggiornato in tempo<br />
reale: non solo il saldo del conto<br />
corrente ma migliaia di altre informazioni<br />
che riguardano gli investimenti,<br />
il risparmio, i mutui in essere,<br />
i rischi che si possono correre o le<br />
opportunità da prendere al volo.<br />
Il software integra funzioni molto<br />
innovative dal punto di vista direzionale<br />
e di marketing, in altre<br />
parole aiuta la relazione personale<br />
e la riempie di contenuti orientati a<br />
valutare al meglio la persona che si<br />
ha davanti, e dare consigli tempestivi<br />
per evitare rischi che potrebbero<br />
avere conseguenze pesanti sul portafoglio.<br />
Non solo. Il cliente, a sua volta,<br />
8<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
Nella foto i<br />
collaboratori di<br />
Phoenix che hanno<br />
curato in particolare<br />
l’allestimento dei<br />
workshop SIB 2000<br />
riceverà report molto dettagliati e<br />
chiari sui rapporti intrattenuti con<br />
la propria banca, utili per valutare<br />
con competenza la propria situazione<br />
finanziaria.<br />
Il progetto – interamente ideato,<br />
condotto e realizzato da Phoenix –<br />
ha consentito di produrre un codice<br />
rinnovato, evoluto e potenziato.<br />
Pronto per le sfide di domani.<br />
“Abbiamo voluto intitolare la<br />
nostra convention Customer First<br />
proprio per mettere al primo posto<br />
il ruolo del cliente – afferma il direttore<br />
generale Giorgio Crosina –<br />
perché le sue aspettative, le richieste,<br />
la qualità del servizio offerto, sono<br />
variabili che oggi più di ieri fanno<br />
la differenza tra una banca e l’altra.<br />
La banca oggi deve comunicare<br />
in maniera efficace, deve mettere<br />
nella relazione con il cliente tutta<br />
la propria credibilità e competenza.<br />
Un software adeguato può aiutare<br />
molto”.
20 aNNI<br />
DI MELINDa<br />
Vent’anni fa la melicoltura delle<br />
valli del Noce era fortemente in<br />
crisi: le 17 cooperative di allora<br />
affrontavano il mercato con 17<br />
marchi e 17 uffici commerciali,<br />
spesso facendosi concorrenza tra<br />
loro. A rimetterci, alla fine, erano<br />
le liquidazioni ai soci, che crollavano<br />
a picco anche per colpa del<br />
calo nel consumo delle mele. Fu<br />
in questo contesto che un gruppo<br />
di presidenti e direttori capì che<br />
per uscire dalla crisi era necessario<br />
unirsi: cooperare tra cooperative,<br />
dapprima creando un marchio<br />
unico per commercializzare le mele<br />
e poi un consorzio. In un primo<br />
momento aderirono al progetto 13<br />
cooperative, non senza discussioni,<br />
soci dubbiosi e contrari. L’anno<br />
seguente si unirono anche le altre e<br />
prese piano piano corpo quello che<br />
oggi è Melinda.<br />
Basta un colpo d’occhio per vedere<br />
come sono cambiate le valli del<br />
Noce in questo ventennio: i paesi,<br />
la viabilità, le case. Non bastasse<br />
lo sguardo, parlano i numeri:<br />
il denaro depositato o investito<br />
presso le Casse Rurali <strong>della</strong> zona<br />
è quasi quintuplicato, passando<br />
da 300 milioni a 1,7 miliardi di<br />
euro. Gli investimenti sostenuti dal<br />
solo sistema di credito cooperativo<br />
sono addirittura decuplicati, da 79<br />
milioni a 860.<br />
In mezzo a queste cifre c’è Melinda,<br />
il consorzio a cui le cooperative<br />
hanno affidato le funzioni di<br />
vendita e promozione dell’intera<br />
produzione frutticola delle Valli<br />
di Non e Sole mantenendo solo la<br />
selezione, il confezionamento e lo<br />
stoccaggio delle mele. Un passaggio<br />
anche doloroso, per certi versi (ne<br />
è sintomatico il fatto che il decimo<br />
anniversario non fu festeggiato)<br />
perché è significato un forte cambiamento<br />
del modello organizzativo,<br />
prima completamente autono-<br />
9<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
IN PRIMO PIANO<br />
IL RIsCAttO<br />
DI Un tERRItORIO<br />
LA FORzA DELLA<br />
COOpERAzIOnE<br />
di Dirce Pra<strong>della</strong><br />
mo, delle singole cooperative, che<br />
oggi raggruppano come soci circa<br />
5.200 produttori ortofrutticoli, su<br />
un territorio che si estende su un<br />
totale di 6.500 ettari, per produrre<br />
ogni anno un miliardo di mele,<br />
tutte identificate con l’inconfondibile<br />
bollino blu. è solo grazie alla<br />
formula cooperativa che il riscatto<br />
di queste valli è stato possibile. Una<br />
società per azioni, per esempio, non<br />
avrebbe potuto riunire e accordare<br />
più di 5mila persone. Avrebbe<br />
potuto acquistare, gestire, pilotare<br />
investimenti e far diventare ricchi<br />
alcuni, forse. Ma non riuscire a<br />
fornire un buon reddito ai soci,<br />
anche a coloro che hanno campi<br />
di ridotte dimensioni ed utilizzano<br />
l’agricoltura come secondo lavoro.<br />
La scelta del modello organizzativo<br />
cooperativo su diversi gradi (soci,<br />
cooperative, consorzio) si è mostrata<br />
vincente, così come era accaduto<br />
anche per le Famiglie Cooperative
IN PRIMO PIANO | ventennale Melinda<br />
e il Sait e, nel credito, per le Casse<br />
Rurali con Cassa Centrale.<br />
“Nel percorso di Melinda – sottolinea<br />
il presidente <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />
<strong>Trentina</strong> Diego Schelfi – va evidenziata<br />
la forza e la lungimiranza<br />
che hanno avuto i soci cooperatori<br />
nel decidere di fare un passo<br />
indietro, vent’anni fa, per farne tre<br />
avanti, dopo. Soci che hanno messo<br />
il bene comune prima del loro interesse<br />
personale, che hanno saputo<br />
immaginare un futuro nuovo per<br />
i loro territori e le loro comunità.<br />
E questo è il senso più vero <strong>della</strong><br />
cooperazione: il successo di queste<br />
valli e di queste persone deriva dalla<br />
profonda consapevolezza che solo<br />
mettendosi insieme si costruisce in<br />
modo duraturo, solo cooperando<br />
si trovano le soluzioni per uscire<br />
anche dai periodi più bui. Sarebbe<br />
un errore dimenticarsene, non solo<br />
da un punto di vista valoriale, ma<br />
anche economico, considerando<br />
che la cooperazione si è rivelata un<br />
vantaggio competitivo eccezionale,<br />
ancor più per Melinda. Il radicamento<br />
così forte dei soci fondatori<br />
deve parlare ai giovani, insegnando<br />
loro che la cooperazione è la linea<br />
direttrice per proseguire con orgoglio<br />
nel riscatto <strong>della</strong> loro terra”.<br />
La storia<br />
Il presidente di Melinda, Michele<br />
odorizzi, ha ripercorso le tappe<br />
più importanti di questi primi<br />
vent’anni, partendo dalle origini.<br />
La frutticoltura nelle valli del<br />
Noce è nata nella prima metà del<br />
1800 sostituendo gradualmente le<br />
precedenti coltivazioni cerealicole<br />
e viticole. I consorzi di contadini<br />
arrivano poco dopo, in risposta alla<br />
frammentazione dei terreni, alle<br />
difficoltà legate alla morfologia del<br />
territorio e alla veloce e complessa<br />
evoluzione dei mercati.<br />
10<br />
Nel 1989 le prime 13 cooperative,<br />
seguite dopo breve tempo dalle<br />
altre 4, rinunciano ognuna al proprio<br />
marchio mettendo in comunione<br />
impegno, conoscenza e tanta<br />
passione per realizzare un sogno:<br />
riunire sotto un unico marchio la<br />
produzione delle valli di Non e di<br />
Sole.<br />
Per certificare l’origine e la produzione<br />
delle mele, nel 1989 è nato<br />
ufficialmente il marchio Melinda<br />
e il Consorzio di valorizzazione<br />
delle mele Val di Non. In questo<br />
modo, le 16 cooperative hanno<br />
dato avvio al processo di formazione<br />
del Consorzio Melinda che è<br />
stato costituito nel 1997.<br />
L’idea di creare un marchio per<br />
la mela e di certificarne l’origine<br />
è maturata alla fine degli anni<br />
Ottanta, per arginare la forte e<br />
dannosa imitazione che portava<br />
sul mercato italiano una quantità<br />
tripla di mele “<strong>della</strong> Val di Non”<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
In occasione del<br />
ventennale è stata<br />
allestita anche una<br />
mostra con foto<br />
storiche.
ispetto alla produzione <strong>della</strong> valle.<br />
Circa dieci anni dopo, nel 1997,<br />
nasce Mondomelinda, il centro<br />
visitatori dove è possibile trovare<br />
risposta ad ogni curiosità che<br />
riguarda le mele.<br />
Nel 2001 Melinda diventa la<br />
prima mela dop (Denominazione<br />
d’Origine Protetta) d’Italia ed<br />
è tutt’oggi l’unica. Le mele dop<br />
Val di Non sono prodotte solo<br />
in un’area limitata, collocata ad<br />
un’altitudine compresa tra 450 e<br />
900 metri e caratterizzata da condizioni<br />
climatiche e pedologiche<br />
che la rendono da sempre una<br />
delle zone più vocate del mondo.<br />
L’Italia, leader in Europa assieme<br />
alla Francia, immette sul mercato<br />
circa 2 milioni di tonnellate di<br />
mele. Di queste più di un decimo<br />
le produce Melinda.<br />
La festa<br />
Melinda ha soffiato sulle sue prime<br />
20 candeline organizzando una<br />
festa a inizio settembre, alla quale<br />
hanno partecipato più di 4.000<br />
soci. Oltre alla riflessione, affidata<br />
al convegno “Melinda e la mela:<br />
passato, presente e futuro” (ne parliamo<br />
a pagina 15) sono stati organizzati<br />
diversi momenti di festa:<br />
la mostra con le foto storiche dei<br />
soci e, alla sera, lo spettacolo di Teo<br />
Teocoli.<br />
11<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
IN PRIMO PIANO | ventennale Melinda<br />
Michele Odorizzi, presidente di Melinda, taglia la<br />
torta con venti candeline.
IN PRIMO PIANO<br />
Guido Ghirardini è stato il primo<br />
a credere nel progetto Melinda.<br />
E’ stato il primo presidente<br />
del Consorzio nel 1989 e lo è<br />
diventato una seconda volta nel<br />
2000, il periodo più duro a livello<br />
di mercato, quando le rese per<br />
i produttori calavano a picco.<br />
Quando era difficile convincere i<br />
contadini <strong>della</strong> necessità di altri<br />
sacrifici, di nuovi investimenti. Ma<br />
Ghirardini ce l’ha fatta. Non da<br />
solo, certo, come sempre accade<br />
nella cooperazione: spiegando,<br />
facendo capire, delineando un<br />
futuro nuovo. E raccogliendo<br />
giorno dopo giorno intorno al<br />
gruppo storico di presidenti e<br />
direttori la condivisione degli<br />
incerti e dei contrari. Un gruppo<br />
che Ghirardini ha fatto partire e<br />
tenuto insieme, dimostrando che<br />
mediazione e fermezza non sono<br />
sempre antitetici.<br />
VENTENNALE MELINDA<br />
La scommessa<br />
DI GhIRARDInI<br />
Presidente, che emozione ha provato<br />
a festeggiare il ventennale di<br />
Melinda?<br />
Un’emozione intensa per una festa<br />
davvero ben riuscita. Mi sono tornate<br />
in mente le soddisfazioni e le<br />
delusioni. I sogni delle nostre valli<br />
e le persone che ci hanno creduto,<br />
come noi tredici fondatori. E<br />
anche i ricordi dei sette che non ci<br />
sono più. Abbiamo creato la prima<br />
mela con il bollino, la prima mela<br />
in tv con la pubblicità, la prima con<br />
la Dop…<br />
Quando ha capito che serviva<br />
introdurre un cambiamento<br />
organizzativo?<br />
Ero presidente di Concopra a<br />
fine anni Ottanta e mi resi conto<br />
che le cose non andavano bene:<br />
concorrenza tra cooperative <strong>della</strong><br />
stessa area, difficoltà di mercato.<br />
Fu in questo contesto che nacque<br />
l’idea di progettare un consorzio<br />
di secondo grado che si occupasse<br />
di costruire politiche commerciali<br />
unitarie, in grado di essere concorrenziali<br />
anche per la grande distribuzione<br />
organizzata. I primi passi<br />
ci vedevano contro tutto il mondo:<br />
soci, politici, amministratori. La<br />
12<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
storia di Melinda è stata difficile.<br />
Quali sono state le fasi più critiche?<br />
Ogni fase ha avuto le sue difficoltà<br />
e le sue soddisfazioni. All’inizio,<br />
quando abbiamo proposto un<br />
marchio unico abbiamo dovuto<br />
affrontare problemi organizzativi<br />
e logistici, ma anche far fronte al<br />
forte attaccamento di molti al proprio<br />
marchio di cooperativa. Alla<br />
fine degli anni Novanta è arrivata<br />
la crisi nel mercato delle mele, con<br />
conseguenze pesanti sulle rese dei<br />
produttori.<br />
Quelli sono stati gli anni in cui<br />
è stato anche varato il piano di<br />
sviluppo?<br />
Tra il ‘91 e il ‘92, grazie all’aiuto<br />
del professor Della Casa, abbiamo<br />
realizzato un progetto strategico<br />
molto ambizioso che ruotava<br />
attorno a 4 punti cardine: oltre<br />
alla commercializzazione unitaria,<br />
l’adeguamento delle sale di lavorazione<br />
con la loro riduzione da 16 a<br />
5 (oggi sono 7), la riorganizzazione<br />
delle risorse umane con il passaggio<br />
alle dipendenze di Melinda di<br />
tutto il personale delle cooperative<br />
e la modifica dell’assetto socie-
Le immagini<br />
di alcune delle<br />
più fortunate<br />
campagne<br />
pubblicitarie di<br />
Melinda<br />
tario, l’adeguamento dell’assetto<br />
varietale, troppo sbilanciato sulla<br />
Golden, ed infine l’adeguamento<br />
dei canali commerciali. Ecco, far<br />
condividere il piano di sviluppo nel<br />
cda di Melinda prima e in quello di<br />
tutte 16 le cooperative poi è stato<br />
un altro passaggio molto delicato.<br />
La mia memoria non può evitare di<br />
tornare a certe assemblee infuocate.<br />
Ma che soddisfazione, oggi, poter<br />
brindare ai venti anni.<br />
Nessun brindisi, invece, per il<br />
decimo anniversario, nel 1999…<br />
Non erano anni che avrebbero consentito<br />
di fare una festa. Ora invece<br />
i tempi sono maturi: al ventennale<br />
ho visto partecipazione, senso di<br />
appartenenza e giusto orgoglio. Ma<br />
i giovani non devono dimenticare<br />
che per arrivare a questa armonia<br />
e a questo benessere abbiamo percorso<br />
una strada tortuosa dall’esito<br />
non certo scontato. Per questo<br />
serve la festa, oggi, per ricordare da<br />
dove siamo partiti e per non rimanere<br />
seduti sugli allori.<br />
Quali le soddisfazioni maggiori?<br />
Tantissime, da tutti i punti di vista.<br />
Vedere che il progetto prendeva<br />
corpo, che i bilanci rispondevano,<br />
che anche i più scettici, alla fine,<br />
sono diventati sostenitori dell’idea.<br />
Eppoi Durnwalder che dice che<br />
l’unica cosa che invidia al Trentino<br />
è Melinda…<br />
Come vede il futuro di Melinda?<br />
Non desidero dare consigli: c’è un<br />
cda e lavora bene con ottimi collaboratori.<br />
Da semplice socio oggi<br />
mi sento di dire che i cambiamenti<br />
maggiori sono stati realizzati,<br />
anche l’innovazione tecnologica e<br />
il modello organizzativo sono consolidati.<br />
La professionalizzazione<br />
dei produttori e la qualità devono<br />
essere sempre i capisaldi irrinunciabili<br />
e forse ci sarebbe da avviare<br />
un percorso che veda i frutticoltori<br />
dialogare di più con le istituzioni e<br />
con le altre categorie economiche e<br />
sociali. Così come i rapporti con i<br />
cda delle 16 cooperative e con tutti<br />
i soci. C’è da proseguire sulla strada<br />
del progresso, mediante soprattutto<br />
le alleanze commerciali con le<br />
altre organizzazioni di produttori<br />
provinciali e regionali, così come è<br />
avvenuto con la creazione del marchio<br />
From per determinati mercati<br />
esteri (d.p.).<br />
13<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
IN PRIMO PIANO | ventennale Melinda<br />
COMUNICAzIONE<br />
VINCENTE<br />
La prima mela con il bollino, la prima in tv, la<br />
prima con la dop. Il primo logo che Melinda<br />
promosse fu un’ape, alla quale fu avvicinata in<br />
seguito la scritta “Io mela mangio e tu?”. Appena<br />
il mercato rispose favorevolmente all’iniziativa,<br />
un’agenzia londinese fu incaricata di elaborare<br />
il logo tutt’ora esistente, con l’iniziale di Melinda<br />
a richiamare una mela bianca su sfondo blu e<br />
la fogliolina verde. Era il ’90 e gli auspici erano<br />
tutti positivi, specie dopo l’arrivo del bollino e la<br />
campagna “Melinda, la prima mela con bollino”.<br />
Una politica di marketing all’avanguardia e<br />
sempre attenta a proporre un’immagine <strong>della</strong><br />
mela fresca e sbarazzina. Lo spot che forse<br />
ha più rimarcato questa scelta è quello con<br />
protagonista il cagnolino di razza Jack Russel<br />
di nome Kumash, diventato poi la mascotte del<br />
Consorzio (era il 2001). Un modo per rinfrescare<br />
il tema <strong>della</strong> mela gustosa e tentatrice, dove<br />
il morso rappresenta il desiderio proibito di<br />
questo tenace cagnolino. Per accentuare i toni<br />
comici nella seconda versione dello spot al<br />
cagnolino viene affiancata un’orca, che attirata<br />
dalla mela, salta fuori dall’acqua e divora uomo<br />
e mela in un sol boccone, per poi sputare<br />
l’uomo per intero con il bollino sulla fronte ma<br />
non la mela.<br />
Con l’arrivo <strong>della</strong> Dop, Melinda si affida ad un<br />
altro fortunato spot, espressione dell’unione<br />
tra la natura <strong>della</strong> vallata, territorio vocato alla<br />
coltivazione delle mele, e la passione dei soci<br />
coltivatori. E’ quello (girato tra Taio e Smarano)<br />
dove i Nonesi rincorrono in campagna un cliente<br />
perché ha preso una mela senza bollino, con<br />
l’immancabile cagnolino.<br />
Alla pubblicità televisiva sono state affiancate<br />
altre iniziative interessanti, proposte su canali<br />
diversi, come i quotidiani e le riviste specializzate.<br />
Due su tutti: “Madre Natura. Padre<br />
Contadino”, con la mela nella cassetta che rievoca<br />
la culla con paglia di Gesù Bambino, seguito<br />
alla fortunata campagna “Melodramma”, che<br />
rappresenta una mela guastata dalla grandine<br />
con una lacrima che testimonia il dolore di una<br />
valle per il raccolto rovinato. Da segnalare,<br />
infine, l’originale manifesto ideato in occasione<br />
del ventennale dalla Nitida Immagine di Cles<br />
che ha formato una mela “ideale” con i soci (in<br />
copertina di questa rivista). Un colpo d’occhio<br />
per cogliere il senso <strong>della</strong> cooperazione che ha<br />
reso grande un’idea, un progetto produttivo e<br />
un marchio.
IN PRIMO PIANO<br />
VENTENNALE MELINDA<br />
Gios: “Un modello InIMItAbILE”<br />
di Franco de Battaglia<br />
I vent’anni di Melinda segnano una tappa importante nell’organizzazione commerciale<br />
e cooperativa delle campagne trentine. Una storia di successo, anche sofferto, ma<br />
riconosciuto a livello internazionale. A Melinda si sono dedicate tesi di laurea e studi<br />
innovativi di marketing. Melinda, infatti, nasce dalla <strong>Cooperazione</strong> (non avrebbe<br />
potuto neppure essere immaginata senza la <strong>Cooperazione</strong>) ma va oltre la <strong>Cooperazione</strong>.<br />
E’ ancora <strong>Cooperazione</strong>? Trasmettiamo gli interrogativi al professor Geremia Gios,<br />
ordinario di Economia Agraria all’Università di Trento, profondo conoscitore del mondo<br />
rurale.<br />
Melinda ha dimostrato che si<br />
può vendere un prodotto agricolo<br />
come un manufatto industriale.<br />
Con un marchio.<br />
Sicuramente l’esperienza di<br />
Melinda è stata positiva, nel settore<br />
frutta è uno dei marchi più noti.<br />
Ha razionalizzato la fase di trasformazione<br />
del prodotto “mela” e<br />
quella <strong>della</strong> sua commercializzazione.<br />
Come tutti i marchi aziendali<br />
ha un problema di competizione<br />
con le catene dei supermercati che<br />
preferiscono prodotti anonimi<br />
o marchi loro propri. Nel lungo<br />
periodo c’è sicuramente un problema<br />
di controllo <strong>della</strong> gestione, nel<br />
senso che questi grandi organismi<br />
diventano meno facilmente trasparenti<br />
alla base.<br />
oggi non sembrano esserci problemi.<br />
I problemi si affacciano sempre nei<br />
momenti di ricambio dei personaggi<br />
chiave, dei presidenti, dei direttori.<br />
Esperienze cooperative vicine<br />
lo dimostrano.<br />
Nelle ultime celebrazioni la<br />
parola “cooperazione” è stata<br />
pronunciata poco. Si è parlato<br />
di associati più che di soci. Due<br />
cose molto diverse. Solo distrazioni?<br />
E’ una delle evoluzioni classiche dei<br />
marchi. E un aspetto di potenziale<br />
rischio.<br />
Il successo è però stato grande.<br />
Sicuramente. I punti di forza sono<br />
stati molti e i promotori sono stati<br />
bravi, bravissimi a coglierli: un ter-<br />
14<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
ritorio sufficientemente omogeneo,<br />
un prodotto riconoscibile e<br />
non eccessivamente differenziato,<br />
competitori esterni meno organizzati.<br />
Sono stati bravi.<br />
Ma la dimensione cooperativa<br />
rischia di finire in ombra.<br />
E’ uno dei problemi di tutto il<br />
Trentino. Si sta passando da una<br />
dimensione in cui il socio era un<br />
elemento essenziale ad una dimensione<br />
in cui le cooperative appaiono<br />
più come “public company”:<br />
aziende a proprietà diffusa, nelle<br />
quali i soci di base riescono a incidere<br />
meno.<br />
Perché?<br />
Perché sono diventate strategiche<br />
le dimensioni interne di capitale e<br />
le strutture necessarie per commer-
cializzare. Il rischio di trasformare<br />
i soci da elementi <strong>della</strong> struttura a<br />
semplici fornitori di materia prima<br />
è elevato. Il nodo da sciogliere è<br />
ormai quello di mettere in equilibrio<br />
la base sociale con la necessità<br />
di dimensioni più ampie: perché<br />
non venga a sparire del tutto il<br />
controllo dei soci.<br />
E’ esportabile ad altri settori<br />
cooperativi il modello Melinda?<br />
Se vogliamo è stato esportato con il<br />
“Trentingrana” per i formaggi. Ma<br />
i problemi si sono rivelati maggiori,<br />
perché la fase di conservazione <strong>della</strong><br />
frutta è standardizzabile, mentre la<br />
lavorazione del latte lo è meno. No.<br />
Ognuno deve esprimersi secondo<br />
le vocazioni del territorio e l’interscambio<br />
con il mercato. Per il latte<br />
vedo piuttosto piccoli caseifici che<br />
si consorziano per la commercializzazione.<br />
Un modello tradizionale<br />
di primo e secondo grado.<br />
Melinda è stata un successo, ma<br />
ha spiazzato “l’altra metà” <strong>della</strong><br />
frutticoltura trentina.<br />
Che ha più difficoltà, perché produce<br />
mele di qualità intrinseca più<br />
bassa, in un territorio meno omo-<br />
geneo. Che – allora - deve affidarsi<br />
a consorzi e cooperative più<br />
elastiche. Il modello vincente non<br />
è mai uno schema, ma quello che<br />
valorizza il patrimonio di territorio,<br />
di persone, di conoscenze che<br />
si rendono disponibili.<br />
La grande distribuzione succhia<br />
però risorse dall’organizzazione<br />
cooperativa. Trova tutto pronto,<br />
basta un fax e dopo poche<br />
ore il camion trasporta “plateau”<br />
di frutta già pronti. Dietro<br />
ci sono produzione, magazzini,<br />
piattaforme, costi…un lavoro<br />
che viene obiettivamente sottopagato.<br />
Non è proprio così. La grande<br />
distribuzione avrebbe più convenienza<br />
ad avere un marchio proprio.<br />
Sceglie Melinda perché le<br />
conviene, altrimenti se ne inventa<br />
altri, di marchi. Melinda è un<br />
interlocutore adatto, ma il mercato<br />
va studiato, è in rapidissima evoluzione.<br />
Ci sono sempre spazi per<br />
nicchie. Nel bosco ci sono alberi<br />
grandi e piccoli cespugli. Gli spazi<br />
non è facile trovarli, ma ci sono.<br />
15<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
IN PRIMO PIANO | ventennale Melinda<br />
LA MELA<br />
PIù AMATA (E NOTA)<br />
RESISTE ALLA CRISI<br />
Anche in tempo di crisi i consumatori scelgono<br />
la qualità. Questo quanto è emerso dall’indagine<br />
su “La qualità e le scelte dei consumatori<br />
in tempo di crisi”, condotta da Renato<br />
Mannheimer, presidente dell’Istituto per gli<br />
studi sulla pubblica opinione, e da lui presentata<br />
in occasione del ventennale di Melinda. Alla<br />
domanda “quali strategie ha messo in atto per<br />
fronteggiare la crisi”, il 59% degli italiani intervistati<br />
ha risposto che cerca di spendere meno<br />
spendendo meglio, facendo cioè più attenzione<br />
alla qualità di ciò che compra, mentre il 31%<br />
cerca prodotti di qualità inferiore purché costino<br />
meno. Solo l’8% non ha adottato nessuna particolare<br />
strategia di risparmio.<br />
L’attenzione per la qualità è più alta fra le donne<br />
(65%) piuttosto che fra gli uomini (52%) e cresce<br />
con il titolo di studio.<br />
Il sondaggio di opinione ha potuto misurare<br />
anche il grado di notorietà di Melinda che, nel<br />
62% dei casi, è stata la prima marca di mele<br />
citata spontaneamente dal campione intervistato.<br />
Inoltre, i conoscitori di Melinda promuovono<br />
a pieni voti la mela dop <strong>della</strong> Val di Non attribuendole<br />
un voto medio superiore all’8 con una<br />
stragrande maggioranza che esprime giudizi<br />
da buono a ottimo (64%) o sufficiente-discreto<br />
(27%).<br />
Il ventennale di Melinda è stato anche occasione<br />
per fare il punto sulle novità <strong>della</strong> ricerca scientifica<br />
riguardo al consumo di mele. Ebbene è<br />
emerso, come ha spiegato il giornalista Luciano<br />
Onder, che lo slogan coniato nel 1904 dalla<br />
conferenza mondiale sull’agricoltura “una mela<br />
al giorno toglie il medico di torno” ha fondatezza<br />
scientifica. Le mele, infatti, contengono grandi<br />
quantità di polifenoli, antiradicali liberi che<br />
agiscono contro l’invecchiamento, le malattie<br />
cardio-vascolari e soprattutto il cancro.<br />
AMARCORD<br />
Era il 1992 quando un ospite eccezionale fece<br />
tappa in Val di Non e volle conoscere da vicino<br />
Melinda, la mela più famosa d’Italia. Era Mike<br />
Buongiorno, al massimo <strong>della</strong> sua popolarità,<br />
che visitò l’allora consorzio Cofca di Segno e<br />
incontrò i vertici di Melinda a Casez, che gli<br />
offrirono un simpatico buffet.
PERSONE, FATTI E NuMERI DALLA COOPERAZIONE TRENTINA<br />
uvA e MeLe,<br />
AnnAtA DA reCorD<br />
La vendemmia 2009 è destinata a risultare<br />
tra le migliori degli ultimi anni per<br />
quantità, qualità e salubrità delle uve. Un<br />
risultato dovuto anche all’andamento stagionale<br />
culminato con un lungo periodo<br />
di sole che ha favorito la maturazione dei<br />
grappoli. Questo ha permesso di selezionare<br />
le uve a seconda dei gradi di maturazione<br />
e di acidità in funzione dei vini<br />
che i vignaioli realizzeranno in cantina<br />
per soddisfare le migliori aspettative del<br />
consumatore.<br />
“Abbiamo iniziato la vendemmia dopo<br />
il periodo ferragostano con le uve<br />
Chardonnay e Pinot Nero per la base<br />
spumante e abbiamo continuato con le<br />
uve a bacca bianca (Pinot Grigio, Muller<br />
Thurgau e Traminer) – spiega Erman<br />
Bona, direttore del Consorzio Vini del<br />
Trentino. Successivamente abbiamo<br />
raccolto le uve a bacca rossa<br />
(Teroldego, Marzemino, Merlot,<br />
Cabernet) destinate insieme agli altri<br />
NEWSCOOP<br />
www.cooperazionetrentina.it www.cooperazione.tv CONTATTI ufficio.stampa@ftcoop.it<br />
frutti a completare il paniere di offerta<br />
del Trentino vitivinicolo”.<br />
Per la stagione frutticola, legata in particolare<br />
al settore delle mele, la quantità<br />
è simile allo scorso anno sia nelle<br />
valli del Noce (Non e Sole) e sia negli<br />
altri territori a produzione melicola.<br />
“Il prodotto è bello alla vista e buono<br />
all’assaggio – spiegano gli esperti del<br />
comparto. A differenza delle stagioni<br />
passate le piante non hanno dovuto<br />
sopportare precipitazioni atmosferiche.<br />
Questo, accanto alla preparazione di chi<br />
ha operato nei frutteti, ha contributo ad<br />
elevarne la qualità”. Per la produzione a<br />
svettare è sempre la Golden seguita da<br />
Renetta, Fuji e Gala.<br />
Insomma dal punto di vista <strong>della</strong> qualità<br />
in campagna l’annata è ottima sia per<br />
il vino che per le mele. Ora bisognerà<br />
attendere l’andamento del mercato per<br />
capire se ne godranno appieno anche le<br />
rese ai soci (d.n.).<br />
17<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
DoujA D’or<br />
Per i trentini<br />
Nove etichette di vini Doc e Docg prodotti<br />
da Cantine <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />
<strong>Trentina</strong> sono state premiate nel<br />
37esimo Douja d’Or di Asti.<br />
I premi sono andati a Cantina Aldeno<br />
con Trentino DOC Traminer aromatico<br />
2008 EnOpere; Cavit con Trentino DOC<br />
Superiore Vendemmia tardiva 2006<br />
Rupe Re; Trentino DOC Sauvignon 2008<br />
Bottega Vinai; Trentino DOC rosso 2005<br />
Quattro Vicariati; Vivallis Viticoltori<br />
in Vallagarina con Trentino DOC<br />
Lagrein 2006 Vigna Costa; Trentino<br />
DOC Moscato giallo 2008 Vigna Giere;<br />
Trentino DOC Müller Thurgau 2008<br />
Vigna Servis; Trentino DOC Nosiola<br />
2008 Vigna Vallunga; Trentino DOC<br />
Superiore Marzemino dei ziresi 2007.
NEWSCOOP<br />
CASSA BASSA AnAuniA<br />
PreMiA 18 StuDenti<br />
I premi di studio <strong>della</strong> Cassa Rurale<br />
Bassa Anaunia si legano a una bella<br />
storia di una ventina di anni fa. Nel<br />
1988, la banca <strong>della</strong> comunità, riceve<br />
cinquanta milioni di vecchie lire<br />
dalla liquidazione <strong>della</strong> Scal - Società<br />
Cooperativa Allevatori Lover. Il presidente<br />
di allora, Francesco Turrini,<br />
esprime un desiderio: quei soldi devono<br />
essere indirizzati alla creazione di<br />
una borsa di studio rivolta agli studenti<br />
maggiormente meritevoli delle frazioni<br />
di Lover e Segonzone.<br />
L’idea è condivisa dai vertici dell’istituto<br />
di credito cooperativo. L’occasione offre<br />
loro lo spunto per intervenire in direzione<br />
duplice: aumentano la cifra dell’iniziativa<br />
e la ampliano a chi vive e studia<br />
nelle località di Denno e Vigo di Ton.<br />
Da un paio di decenni si ripete un<br />
appuntamento che è diventato un rito: i<br />
“<br />
premiati sono diplomati (medie inferiori<br />
e superiori), laureati e studenti universitari.<br />
A ridosso dell’inizio dell’anno<br />
scolastico, il presidente e il direttore<br />
<strong>della</strong> Cassa Rurale, Cesare Cattani e<br />
Franco Paoli, hanno consegnato il riconoscimento<br />
a diciotto giovani.<br />
Alla cerimonia hanno partecipato<br />
il vicepresidente <strong>della</strong> Cassa Rurale<br />
Bassa Anaunia, Valentino Paternoster,<br />
il consiglio di amministrazione e il collegio<br />
sindacale. Erano presenti anche<br />
il sindaco di Denno, Fabrizio Inama, gli<br />
assessori comunali Annalisa Pinamonti<br />
(Denno) e Francesco Fedrizzi (Ton) e<br />
Federico Turrini, presidente del comitato<br />
Scal di Lover. Insomma: una bella<br />
idea che ha confermato lo stretto legame<br />
che intercorre tra Cassa Rurale e<br />
la popolazione giovane delle comunità<br />
servite ogni giorno.<br />
A PrAGA Con LA<br />
rurALe Di trento<br />
Praga e i Castelli <strong>della</strong> Boemia sono<br />
state le mete del gruppo di giovani<br />
che si è aggiudicato il premio di studio<br />
2009 <strong>della</strong> Cassa Rurale di Trento. Ad<br />
accompagnarli alcuni amministratori<br />
<strong>della</strong> banca <strong>della</strong> città e da una delegazione<br />
dell’Associazione Giovani Soci.<br />
La cooperazione crea partecipazione democratica,<br />
dialogo, forme di convivenza. e’ uno strumento<br />
economico per chi ha idee e le vuole esprimere<br />
18<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
”<br />
Claudio Barbacovi,<br />
dirigente del Servizio Commercio e <strong>Cooperazione</strong> <strong>della</strong> Provincia Autonoma di Trento<br />
nuove norMe<br />
in CAntinA<br />
Le leggi cambiano, mutano gli obblighi degli agricoltori e si<br />
rendono necessari incontri tecnici per illustrare le novità e<br />
consentire a chi lavora in campagna e in cantina di essere a<br />
conoscenza di quanto interessa il quadro normativo.<br />
Il Consorzio Vini del Trentino, ente che rappresenta le cantine<br />
sociali e private del territorio <strong>della</strong> nostra provincia, ha promosso<br />
un convegno ospitato nella sala don Guetti di Cassa<br />
Centrale Banca.<br />
Il tema “Ocm vino nuovi adempimenti in cantina” è stato<br />
affrontato da Mario Lemmi e Giovanni Latorre, rispettivamente<br />
responsabile legislativo e dell’attività di vigilanza<br />
dell’Icq - Istituto Certificazione Qualità di Conegliano.<br />
Tra le novità principali che interessano la cantina, l’obbligo<br />
di annotare su un apposito registro l’utilizzo dei solfitanti; in<br />
tema di dolcificazioni, la possibilità di dolcificare il vino fino a<br />
4 gradi per cento di alcool e la necessità di vinificare le Igp<br />
nelle zone di produzione delle uve dal 2013. Un’importante<br />
occasione, come ha sottolineato Erman Bona, direttore del<br />
Consorzio Vini del Trentino, per valutare lo stato <strong>della</strong> normativa<br />
e delle sue implicazioni nell’attività quotidiana. Nella foto<br />
da sinistra Bona, Latorre e Lemmi.<br />
ArrivA SALAMini<br />
E’ Francesco Salamini, uno dei massimi<br />
esperti italiani nel campo delle<br />
biotecnologie applicate al settore agroalimentare,<br />
il nuovo presidente <strong>della</strong><br />
Fondazione Mach, già Istituto agrario di<br />
San Michele all’Adige. Salamini succede<br />
a Giovanni Gius,
Cet vinCe<br />
LA GArA<br />
Cet, cooperativa impegnata da venticinque anni nel settore<br />
dell’ecologia, si è aggiudicata, in qualità di capogruppo, il<br />
lotto 3 per la gestione dei depuratori del Trentino orientale.<br />
Piuttosto marcato il divario tra il vincitore e il secondo classificato:<br />
82 punti contro 54,9. “Vantaggio – spiegano i responsabili<br />
<strong>della</strong> Cet - acquisito per le proposte di natura tecnica. Il<br />
servizio <strong>della</strong> durata di nove anni richiede, oltre alla gestione<br />
ordinaria e straordinaria, anche interventi migliorativi di<br />
natura tecnologica e organizzativa/gestionale”.<br />
In maniera particolare è il secondo aspetto “a premiare<br />
l’esperienza e la professionalità di Cet-società cooperativa e<br />
le consentirà di innovare e sviluppare ulteriormente le professionalità<br />
acquisite”.<br />
Anche sui lotti 1 (Trentino Centrale) e 2 (Trentino occidentale)<br />
“Cet – viene aggiunto - risulta tra gli aggiudicatari in qualità di<br />
società mandante in associazione temporanea d’impresa”.<br />
Complessivamente l’importo <strong>della</strong> gara sui tre lotti ammontava<br />
a 170 milioni di euro circa ed è stata aggiudicata per 150<br />
milioni di euro circa.<br />
QuALità<br />
notiZie SuLLA<br />
CooPerAZione<br />
uSCite Sui<br />
GiornALi LoCALi<br />
neL 2008<br />
LA SCheDA<br />
Cet cooperativa nasce nel 1984. I soci<br />
fondatori sono 13. La sede è in via<br />
Sponda <strong>Trentina</strong>, alle porte di Lavis.<br />
Presidente è Roberto Colombo, direttore<br />
Angiola Brida (nelle foto). Oggi<br />
Cet conta un organico di collaboratori<br />
(compresi i soci) di un centinaio<br />
di unità. Il valore <strong>della</strong> produzione<br />
è superiore agli 8 milioni di euro. I<br />
settori di attività sono: laboratorio di<br />
analisi chimiche e biologiche, impianti<br />
di depurazione delle acque, igiene<br />
e sicurezza sul lavoro, servizi per il<br />
settore alimentare, indagini e studi<br />
ambientali, sistemi di gestione di<br />
impresa.<br />
19<br />
47%<br />
7%<br />
14% 31%<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
1%<br />
NEWSCOOP<br />
PROMOzIONALE<br />
NEGATIVO<br />
CRONACA<br />
CRONACA NERA<br />
CRONACA GIUDIzIARIA<br />
POSITIVA<br />
CooPerAZione.tv,<br />
un SuCCeSSo<br />
A quattro mesi dall’inizio delle trasmissioni,<br />
sono 42mila le visualizzazioni di<br />
video registrate sulla web tv <strong>della</strong><br />
<strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong>. <strong>Cooperazione</strong>.<br />
tv, coordinata dal Servizio stampa e<br />
comunicazione <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong>,<br />
è una web-tv nata per presentare il<br />
movimento cooperativo attraverso un<br />
tg-coop quindicinale, video di attualità,<br />
servizi di approfondimento e filmati<br />
già realizzati dalle cooperative<br />
(video storici e testimonianze). Questa<br />
web-tv è realizzata dalla cooperativa<br />
Sirio Media Plus su piattaforma Open<br />
Source.<br />
Le cooperative che hanno un filmato<br />
istituzionale o un video che racconta<br />
la storia <strong>della</strong> loro società e<br />
vogliono renderlo visibile sulla web<br />
tv <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> possono<br />
farlo contattando l’ufficio stampa<br />
<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> allo 0461/898616 o<br />
scrivendo via email a: ufficio.stampa@<br />
ftcoop.it<br />
CoSMeSi SoLiDALe<br />
A MAnDACArù<br />
Da alcune settimane sono in vendita<br />
nelle 13 botteghe trentine di Mandacarù<br />
i nuovi prodotti naturali per la cura del<br />
corpo <strong>della</strong> linea Natyr, pensati per<br />
soddisfare le esigenze di un numero<br />
crescente di consumatori orientati ad<br />
uno stile di vita consapevole e sostenibile.<br />
Tutti le confezioni sono realizzate<br />
con materiali riciclabili. Per il debutto<br />
di Natyr, Mandacarù ha promosso dal<br />
15 al 26 settembre le settimane <strong>della</strong><br />
cosmesi equo solidale.
“<br />
in 12MiLA A eDuCA:<br />
un SuCCeSSo<br />
21<br />
viLLA SAnt’iGnAZio,<br />
nuovo eDiFiCio<br />
NEWSCOOP<br />
Tutti noi condividiamo questo pianeta per un solo istante nel tempo: la domanda quindi che dobbiamo porci<br />
è se preferiamo trascorrere questo istante a concentrarci su ciò che ci divide o se non sia preferibile impegnarci<br />
insieme, con un lungo e impegnativo sforzo, per trovare un terreno comune di intesa, per preparare tutti<br />
insieme il futuro che vogliamo dare ai nostri figli, e per rispettare la dignità di tutti gli esseri umani.<br />
E’ iniziata con i bambini e si è conclusa<br />
con loro la seconda edizione<br />
di Educa, manifestazione nazionale<br />
sull’educazione che si è svolta a<br />
Rovereto nell’ultimo fine settimana di<br />
settembre. “L’immagine <strong>della</strong> piazza<br />
del Mart affollata di genitori, insegnanti<br />
ed educatori con più di 220<br />
bambini sul palco a parlare di diritti e<br />
del futuro e a cantare la pace - afferma<br />
Michele Odorizzi presidente del comitato<br />
promotore - racchiude simbolicamente<br />
il significato di Educa 2009. Da<br />
un lato rappresenta l’entusiasmo e la<br />
voglia di partecipare: sono state 12.000<br />
le presenze a seminari, spettacoli e<br />
laboratori creativi. Dall’altro mostra<br />
che siamo riusciti, come era nelle<br />
intenzioni, a mettere al centro bambini<br />
e ragazzi. Dare loro attenzione - precisa<br />
Odorizzi - non semplicemente<br />
per osservarli, anzi per fare piuttosto<br />
come adulti un passo indietro e assumendo<br />
la responsabilità dell’ascolto.<br />
Un approccio che vogliamo mantenere<br />
nel lavoro che ci condurrà all’edizione<br />
del 2010, il cui tema sarà l’incontro fra<br />
generazioni e i linguaggi del dialogo”.<br />
Se l’immagine del concerto finale rappresenta<br />
il successo di Educa, non<br />
mostra ciò che lo ha reso possibile.<br />
Non appare in quella foto il lavoro delle<br />
più di 120 organizzazioni che insieme<br />
ai promotori, si sono impegnate proponendo<br />
temi, portando riflessioni e<br />
testimonianze. Ma soprattutto non fa<br />
vedere i tanti volontari, in particolare<br />
quelli delle cooperative sociali<br />
di Rovereto Iter, Amalia Guardini e<br />
Il ponte, che hanno operato “dietro<br />
le quinte” garantendo ogni giorno<br />
il pranzo a centinaia di bambini e la<br />
domenica quello delle famiglie (700<br />
posti), curando l’accoglienza nelle sale<br />
e la preparazione dei laboratori e dei<br />
giochi (s.d.v.).<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
”<br />
Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, discorso a Il Cairo<br />
InAUGURAzIOnE<br />
Dopo dieci anni di lavori è stato inaugurato l’edificio principale<br />
<strong>della</strong> cooperativa di Villa S.Ignazio, in occasione di un evento<br />
che celebrava insieme anche il trentennale <strong>della</strong> cooperativa<br />
e il decimo dalla nascita <strong>della</strong> Fondazione. La ristrutturazione<br />
ha interessato un immobile di 4 piani e 5400 metri quadri,<br />
messo a norma con il rifacimento degli impianti elettrici e<br />
termoidraulici.<br />
Villa S.Ignazio viene costruita nel 1929 come casa di esercizi<br />
spirituali, un luogo per riflettere o ritrovare il legame fra vita<br />
e fede e per l’orientamento vocazionale dei giovani. Nel 1968<br />
si aprono le porte anche chi non ha casa e vive in difficoltà.<br />
Gradualmente le attività cercano di rispondere ai bisogni<br />
<strong>della</strong> “persona”, siano essi spirituali, culturali, relazionali o<br />
materiali.<br />
Negli anni ‘70 nasce L.E.D. - Laboratorio di Educazione al<br />
Dialogo - che forma operatori in aiuto alla persona e ai gruppi,<br />
nella professione e nel volontariato. Villa S.Ignazio si popola<br />
così di persone che partecipano alle iniziative e che condividono<br />
i valori di fondo, diventando sempre più coinvolte nella<br />
gestione <strong>della</strong> casa.<br />
Con queste premesse nel 1978 Gesuiti e laici decidono di<br />
dare vita alla Cooperativa Villa S. Ignazio. Nel 1998 alcuni<br />
soci e operatori <strong>della</strong> Cooperativa fondano la Cooperativa<br />
Sociale “Samuele” per rispondere alle emergenti necessità<br />
di promozione <strong>della</strong> persona attraverso il lavoro. Lo stesso<br />
anno viene costituita la Fondazione S.Ignazio, per rafforzare,<br />
razionalizzare e rendere più trasparente e duratura l’azione<br />
di Villa S.Ignazio.
SCONTI<br />
nuove<br />
ConvenZioni<br />
Per Le CooPerAtive<br />
Rilevazione presenze<br />
I sistemi di rilevazione delle presenze del personale, ovvero i terminali per le timbrature, sono un pratico strumento<br />
per migliorare la gestione del personale, solitamente però molto costoso. Per acquistarlo a condizioni particolarmente<br />
vantaggiose le cooperative trentine possono contare sulla convenzione firmata con zucchetti, tramite<br />
Deltaservizi. Per informazioni e adesioni: Claudio Volpato (cell: 348/0177458).<br />
Buoni pasto<br />
è possibile scegliere il valore, le regole di utilizzo e il circuito entro cui è possibile usare il buono pasto dato ai propri<br />
dipendenti grazie alla convenzione con Bluticket, che consente inoltre di ottenere un importante sconto mensile e<br />
un valido ribasso sul valore <strong>della</strong> tessera.<br />
Per aderire all’offerta chiamare lo 02/3454191 facendo riferimento alla convenzione con la <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong>.<br />
Telefonia mobile e rete unica<br />
Parlare al telefono gratis. Ora è possibile grazie alla convenzione con Vodafone, che consente alle cooperative che<br />
aderiscono all’offerta di telefonarsi tra loro senza pagare neanche un centesimo. Sono oltre 200 le cooperative che<br />
hanno già aderito, ottenendo inoltre tariffe agevolate per la telefonia fissa e mobile e numerosi vantaggi per la rete<br />
unica, cioè un centralino virtuale che consente di abbattere anche i costi di gestione per le piccole imprese.<br />
Per aderire all’offerta: Christian Spinelli (tel: 049/7805246 – cell: 346/1488120 – email: christian.spinelli@vodafone.<br />
com) o Lucia Frison (tel: 049/7805123 – cell: 348/0089168 – email: lucia.frison@vodafone.com)<br />
Luce e gas<br />
Dal 1° ottobre sono entrate in vigore le nuove tariffe scontate riservate alle cooperative trentine, previste dal rinnovato<br />
accordo con Trenta per la fornitura di gas. Continuano anche i vantaggi per la fornitura di energia elettrica. Le<br />
nuove tariffe sono state applicate in automatico a chi aveva già aderito alla convenzione.<br />
Per aderire all’offerta: Paolo Merler (tel. 0461/362225 – email p.merler@trenta.it)<br />
Ancora più scelta per l’auto<br />
La Fiat Ulysse Van è scontata del 16%, mentre per il Ducato lo sconto arriva fino al 18%. Sono solo due esempi<br />
dei vantaggi previsti dalla nuova convenzione stipulata dalla <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> con Fiat Italia. Sconti dal 5 al<br />
18% per l’acquisto di Alfa Romeo, Lancia e Fiat. L’accordo riguarda anche i veicoli commerciali e prevede il ritiro<br />
dell’usato.<br />
Un’ulteriore possibilità di scelta per le cooperative trentine che intendono acquistare un’auto nuova. Per l’acquisto<br />
di un’auto marchiata Seat, Volkswagen, Audi o Skoda possono contare su sconti dall’11 al 26% e di oltre il 20% per<br />
una Bmw, grazie agli accordi stipulati con la concessionaria Dorigoni Auto di Trento e con Bmw Italia.<br />
Per aderire all’offerta Fiat e Lancia: Concessionara Eurocar in via Maccani 133 a Trento<br />
Per aderire all’offerta Alfa Romeno: Concessionaria Bertucco in via Spini 6 a Gardolo<br />
Per aderire all’offerta Seat, VW, Audi e Skoda: Giuseppe Rosozanotti (cell. 335/269062 – email giuseppe.rosozanotti@dorigoni.com)<br />
Per aderire all’offerta Bmw Italia: Stefano Grassetto (cell. 348/4055794 – email stefano.grassetto@bmw.it)<br />
Fotocopiatrici e stampanti<br />
Oltre 160 macchine, tra fotocopiatrici e stampanti, sono state acquistate da 46 cooperative, che hanno sfruttato le<br />
condizioni particolarmente vantaggiose a loro riservate dalla convenzione stipulata dalla <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> con<br />
xerox e Konica Minolta. L’offerta comprende anche il noleggio di sistemi multifunzione a colori e in bianco/nero.<br />
Per aderire all’offerta Konica Minolta: Roberto Guida<br />
(tel: 0461/822488 – cell: 349/2402505 - email: roberto.guida@nipe.it)<br />
Per aderire all’offerta xerox: Moreno Beltrame<br />
(tel: 0461/950898 – cell: 335/444199 - email: moreno@ram-tronix.com)<br />
22<br />
Tutti i dettagli delle<br />
convenzioni riservate ai soci<br />
<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> <strong>Trentina</strong><br />
<strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> sono<br />
disponibili sul sito<br />
www.cooperazionetrentina.it<br />
Per maggiori informazioni sulle convenzioni che seguono: Cristian Zini<br />
(tel: 0461/898701 – cell: 329/9075010 – email: cristian.zini@ftcoop.it)<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9
GiovAni,<br />
nuovo Direttivo<br />
Oltre 200 soci hanno partecipato all’assemblea<br />
dell’Associazione Giovani<br />
Cooperatori, occasione per tracciare un<br />
bilancio dell’attività svolta nell’ultimo<br />
biennio ed eleggere il nuovo consiglio<br />
direttivo che per la prima volta sarà<br />
integrato da tre rappresentanti delle<br />
organizzazioni giovanili di cooperatori,<br />
designati sempre dall’assemblea.<br />
Il biennio 2007-2008 è stato caratterizzato<br />
da un forte dinamismo dell’associazione,<br />
che si è impegnata su più fronti.<br />
Sono state sviluppate nuove forme di<br />
coinvolgimento dei soci, ricorrendo<br />
anche ai moderni strumenti informatici<br />
offerti dalla Rete, quali Facebook. E’<br />
stata incrementata la rete di rapporti<br />
con le altre realtà giovanili operanti sul<br />
territorio. Sono stati creati percorsi di<br />
approfondimento <strong>della</strong> cultura cooperativa<br />
e organizzati momenti di studio e<br />
confronto su tematiche di grande interesse<br />
ed attualità, come l’acquisto e la<br />
realizzazione di una casa, il risparmio<br />
energetico, la bioedilizia. Tutto questo<br />
ha creato curiosità ed interesse, permettendo<br />
all’associazione di crescere e<br />
consolidarsi.<br />
Sul fronte <strong>della</strong> cultura cooperativa, in<br />
particolare, l’associazione si è attivata<br />
per promuovere la conoscenza del<br />
modello cooperativo tra i giovani, cercando<br />
di evidenziarne gli aspetti distintivi<br />
e le potenzialità. L’associazione ha<br />
organizzato un corso per futuri amministratori<br />
e amministratrici delle cooperative<br />
trentine e rivolto molta attenzione<br />
al rafforzamento delle relazioni con le<br />
altre realtà giovanili presenti sul territorio,<br />
nelle Casse Rurali e nelle associazioni<br />
di categoria. Preziosa - secondo la<br />
presidente Pamela Gurlini - si è rivelata<br />
la partecipazione dell’associazione al<br />
tavolo d’ambito economico delle categorie<br />
giovanili, luogo di confronto e di<br />
elaborazione di progetti comuni.<br />
tutti i noMi<br />
23<br />
“<br />
A conclusione dei lavori l’assemblea ha votato i nuovi componenti<br />
del consiglio direttivo (nella foto manca Gabriele<br />
Iob), che nomineranno al loro interno il presidente. Sono:<br />
Pamela Gurlini, Amedeo Bertolini, Federico Agostini,<br />
Enrico Bertolotti, Elena Cetto, Morena Schelfi, Gabriele Iob<br />
e Chiara Mendini. Con l’apertura alle organizzazioni giovanili<br />
territoriali sono entrati anche Elena Gabrielli (Giovani<br />
soci Rurale di Trento), Marco Cillis (Giovani soci Rurale di<br />
Rovereto), Gianluca Barbacovi (Giovani di Coldiretti).<br />
NEWSCOOP<br />
Il capitalismo può e deve cambiare<br />
ma lo può fare solo grazie<br />
alla forza <strong>della</strong> democrazia.<br />
iL BoSCo (Di Pinè)<br />
LiBerA LA Mente<br />
L’Associazione Giovani Cooperatori ha<br />
partecipato ad un’iniziativa di dibattito<br />
dalle tinte tutte nuove: Bosco<br />
Liberamente. Si tratta di una discussione<br />
ambientata in un bosco di Baselga<br />
di Pinè, nel quale all’ombra di 1000 Pini<br />
(località La Capannina) ci si confronta<br />
su temi di ampia portata. Ad inizio settembre<br />
ad un appuntamento dedicato<br />
all’economia trentina (ed alla relazione<br />
banca-industria-capitale umano) hanno<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
”<br />
Federico Rampini<br />
Attivo Lo SPorteLLo<br />
Per L’euroPA<br />
Per promuovere i programmi europei<br />
rivolti ai giovani è stato attivato Eurodesk,<br />
uno specifico sportello. In sostanza esso<br />
fornisce informazioni e aiuta a orientarsi<br />
su quanto viene promosso nel settore<br />
<strong>della</strong> cultura, formazione, mobilità, cittadinanza<br />
attiva e volontariato.<br />
E’ promosso da Consolida, il consorzio<br />
delle cooperative sociale trentine,<br />
e dalla <strong>Federazione</strong> <strong>Trentina</strong> <strong>della</strong><br />
<strong>Cooperazione</strong>.<br />
Il sostegno è garantito da Promocoop<br />
<strong>Trentina</strong> e dalla Provincia Autonoma di<br />
Trento.<br />
Lo sportello trentino è attivo presso<br />
Consolida – Ufficio Progetti Europei in<br />
via Brennero 246 a Trento. Per saperne<br />
di più è sufficiente telefonare allo<br />
0461/235723 con orari 9-12 il lunedì e<br />
14-17 nella giornata di venerdì. Indirizzo<br />
di posta elettronica: IT113@eurodesk.e<br />
oppure elisa.poletti@live.it.<br />
partecipato Diego Schelfi, presidente<br />
<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong>, Andrea Schir, amministratore<br />
<strong>della</strong> Cassa Rurale di Aldeno<br />
e Cadine, Fabio Svaldi, presidente <strong>della</strong><br />
Cassa Rurale Pinetana, Fornace e<br />
Serenano, Pamela Gurlini e Simonetta<br />
Fedrizzi, rispettivamente presidente e<br />
responsabile <strong>della</strong> segreteria dei Giovani<br />
Cooperatori. Il dibattito, sostanzioso e<br />
ricco di spunti, è spaziato dal Trentino<br />
agli Stati Uniti di Obama, dall’enciclica<br />
Caritas in Veritate al sistema trentino<br />
<strong>della</strong> cooperazione via Fiavè.
NEWSCOOP<br />
LA<br />
CLASSiFiCA<br />
famiglie cooperative<br />
per numero di<br />
dipendenti<br />
CroSS:<br />
ForMAZione<br />
Per CreSCere<br />
La formazione è fondamentale per la<br />
crescita di una persona e di un’azienda.<br />
Consapevole di questo, la Cassa Rurale<br />
Olle-Samone-Scurelle ha promosso<br />
l’iniziativa “Formazione per crescere”.<br />
“La nostra volontà è di essere ancor più<br />
di supporto alle piccole e medie imprese<br />
– spiega il presidente Arrigo Toccoli<br />
– andando oltre rispetto a quanto già<br />
promosso sul versante finanziario/bancario<br />
per le aziende. Sostanzialmente<br />
vogliamo far aumentare le competenze<br />
dei nostri imprenditori soci e clienti”.<br />
Da inizio ottobre alla fine di novembre,<br />
ogni quindici giorni, verranno offerte<br />
quattro occasioni di approfondimento<br />
su “Sviluppare la propria azienda con<br />
Internet”, “Recupero crediti: modalità<br />
operative”, “Marketing per affrontare il<br />
mercato di oggi” e “Passaggio generazionale”.<br />
MuLtiServiZi,<br />
CAMBiAno Le norMe<br />
La giunta provinciale ha modificato<br />
la normativa che riguarda i così detti<br />
“multiservizi”, i punti vendita che svolgono<br />
un’importante doppia funzione:<br />
garantire l’approvvigionamento dei<br />
beni di prima necessità e la presenza<br />
di servizi in zone marginali e di<br />
montagna, mantenendo al contempo<br />
un presidio sociale e comunitario. Tra<br />
questi anche molti punti vendita delle<br />
Famiglia Cooperativa, che a causa di<br />
questa doppia funzione ricevono delle<br />
agevolazioni. Il nuovo provvedimento<br />
elimina, in particolare, il requisito<br />
relativo alla superficie massima, prima<br />
fissato in 100 metri quadrati.<br />
133/17<br />
77/52<br />
104/5<br />
trAMBiLeno:<br />
BotteGA DA Cent’Anni<br />
Cent’anni di “Famiglia” a Trambileno.<br />
Occasione per dare vita a una festa di<br />
comunità che ha chiamato a raccolta<br />
giovani e anziani in quel patto generazionale<br />
che ha garantito storia e futuro<br />
alla cooperativa di consumo.<br />
Una tappa di particolare significato<br />
che ha meritato qualcosa in più di un<br />
semplice ricordo. Ecco, quindi, l’idea<br />
di realizzare un libro “La comunità di<br />
Trambileno e la cooperazione di consumo<br />
1909-2009”. Gli autori sono Antonio<br />
Passerini e Mario Scottini.<br />
L’opera ha ripercorso con testi e con<br />
una ricca galleria iconografica, i tanti<br />
momenti vissuti nel primo secolo, dal<br />
1909 ai giorni nostri da questa realtà<br />
cooperativa. E’ stata realizzata con il<br />
patrocinio <strong>della</strong> Provincia Autonoma di<br />
Trento e con il contributo del Comune<br />
di Trambileno, del Bim dell’Adige, del<br />
Comprensorio <strong>della</strong> Vallagarina, <strong>della</strong><br />
Cassa Rurale di Rovereto.<br />
Come dire: i ricordi passano ma i libri<br />
restano. “I tanti episodi di un’esperienza<br />
cooperativa centenaria – è stato<br />
24<br />
TEMPO PIENO<br />
PART TIME<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
spiegato - era opportuno fissarli sulle<br />
pagine di un volume destinato a diventare<br />
una memoria storica fedele e preziosa,<br />
per oggi e per domani, di ciò che<br />
è stata la cooperativa di consumo di<br />
Trambileno”.<br />
Un racconto che scrisse le sue prime<br />
parole il 2 aprile 1909 con il presidente<br />
Luigi Campana, il suo vice Giobatta<br />
Saffer, e i consiglieri Vittorio Comper<br />
di Nicolò, Paolo Comper fu Giuseppe,<br />
Paolo zanvettor fu Pietro, Beniamino<br />
Campana su Tomaso, Francesco<br />
Trentini di Beniamino.<br />
Il centenario di fondazione ha offerto<br />
lo spunto anche per consegnare<br />
tre riconoscimenti: a Silvestro Peghini,<br />
gerente dal 1956 al 1965; a Marcello<br />
Giovannini, gerente dal 1965 al 1991; a<br />
Clara Comper, collaboratrice dal 1982<br />
e ancora oggi impegnata nel servizio a<br />
soci e clienti (nella foto). I collaboratori<br />
<strong>della</strong> cooperativa di consumo sono due,<br />
il fatturato è di 430 mila euro e i soci<br />
sono 190. Praticamente in ogni famiglia<br />
c’è un socio <strong>della</strong> “Famiglia” (d.n.).
urALi,<br />
nuovo oSSiGeno Per Le iMPreSe<br />
Dalla Valle di Sole alla Valsugana, dalla<br />
Val di Fassa al territorio altogardesano:<br />
le Casse Rurali stanno ultimando<br />
l’adesione all’Avviso comune per la<br />
sospensione dei debiti delle piccole<br />
medie imprese verso il sistema creditizio.<br />
L’accordo è stato siglato dall’Abi,<br />
dal Ministero dell’Economia e Finanze<br />
e dalle associazioni imprenditoriali<br />
di categoria. “Le nostre Casse Rurali<br />
avevano già preso in esame alcune<br />
iniziative per venire incontro alle piccole<br />
e medie imprese, espressione<br />
di particolare significato del tessuto<br />
imprenditoriale delle zone dove operiamo<br />
– spiega Giorgio Fracalossi, vicepresidente<br />
vicario <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />
<strong>Trentina</strong> (nella foto). Cliente per cliente<br />
siamo impegnati a fornire consulenza<br />
e assistenza per uscire da situazioni di<br />
crisi di liquidità. L’adesione all’accordo<br />
nazionale è solo la formalizzazione<br />
di un modus operandi in essere da<br />
tempo. E’ un segnale ulteriore che il<br />
sistema ha voluto dare”.<br />
Le Casse Rurali confermano così le<br />
proprie specificità e caratteristiche, rafforzando<br />
il tradizionale concreto sostegno<br />
creditizio al sistema economico<br />
25<br />
PriMi CALCi<br />
in BASSA vALSuGAnA<br />
NEWSCOOP<br />
A giugno 2009 i clienti delle Casse rurali trentine sono 444.500.<br />
Di questi 27.100 sono nuovi clienti, cioè hanno aperto un rapporto<br />
nel corso dell’ultimo anno (da giugno 2008 a giugno 2009).<br />
111.200 i clienti che hanno in corso un mutuo e 100.700 quelli<br />
che hanno un fido in conto corrente.<br />
e produttivo locale. L’obiettivo è semplice<br />
e importante al tempo stesso:<br />
dare respiro finanziario alle piccole e<br />
medie imprese con adeguate prospettive<br />
economiche, in grado di provare la<br />
continuità aziendale ma che, a causa<br />
<strong>della</strong> crisi, mostrano difficoltà finanziarie<br />
temporanee.<br />
In particolare l’accordo prevede la possibilità<br />
di sospendere per dodici mesi<br />
il pagamento <strong>della</strong> quota capitale delle<br />
rate o dei canoni relativi ad operazioni<br />
di leasing. E’ inoltre previsto l’allungamento<br />
a 270 giorni delle anticipazioni<br />
bancarie su crediti a breve.<br />
“Le Casse Rurali hanno messo in cantiere<br />
le attività necessarie per rendere<br />
operativo il congelamento del debito<br />
alle piccole medie imprese che ne<br />
faranno richiesta – aggiunge Ruggero<br />
Carli, responsabile Settore Casse Rurali<br />
<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> - e attiveranno entro<br />
quarantacinque giorni dall’adesione i<br />
necessari adeguamenti organizzativi e<br />
procedurali”.<br />
Le domande di agevolazione ai sensi<br />
dell’accordo possono essere presentate<br />
fino al 30 giugno 2010. Per informazioni<br />
gli uffici delle Casse Rurali sono a<br />
disposizione (d.n.).<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
LA rurALe Di LeviCo<br />
AL “ForuM BAnCA 2009”<br />
La Cassa Rurale di Levico Terme ha partecipato, in qualità<br />
di relatore, alla seconda edizione del “Forum Banca 2009”,<br />
convegno dedicato all’innovazione tecnologica in banca che<br />
si è svolto a Milano nei giorni 22 e 23 settembre 2009.<br />
Quest’occasione di confronto, organizzato dall’Istituto<br />
Internazionale di Ricerca (importante gruppo italiano nella<br />
comunicazione), ha avuto come partecipanti istituti bancari<br />
e finanziari di livello nazionale ed internazionale, quali<br />
Unicredit Group, Banca Popolare di Milano, BNL, Deutsche<br />
Bank e Banca Monte dei Paschi di Siena.<br />
In tale contesto la Cassa Rurale di Levico Terme è stata<br />
invitata, unica banca per il Trentino, a presentare la propria<br />
esperienza nella “Multicanalità Banca – Cliente” e<br />
nella “Consulenza virtuale”. Relatore è stato il responsabile<br />
Sviluppo e Marketing Denis Osler. (nella foto)<br />
Un’esperienza che lusinga e premia l’impegno <strong>della</strong> Cassa<br />
Rurale e che va ad affiancare quella dello scorso gennaio<br />
al convegno sui “Contact Center” organizzato dalla Marcus<br />
Evans, altra importante realtà internazionale nel settore <strong>della</strong><br />
formazione.<br />
La squadra di Valstagna dell’Us Junior Valbrenta (nella foto)<br />
ha vinto la sesta edizione del torneo di calcio “Cassa Rurale<br />
Bassa Valsugana” disputato a Seren del Grappa, in provincia<br />
di Belluno. La manifestazione è stata animata da sei squadre:<br />
Valstagna ed Enego, formata dai ragazzi dell’US Junior<br />
Valbrenta, Grigno e Ospedaletto, dell’AS Ortigare Lefre,<br />
Fonzaso e Arsiè, dell’AC Ripa 2000. Le associazioni sportive,<br />
attive sul territorio di competenza dell’istituto di credito cooperativo,<br />
riuniscono oltre 500 giovani calciatori.
NEWSCOOP<br />
Ciscra Biglietti Auguri Natale 2009.<br />
I migliori Auguri a tutti i nostri Clienti<br />
e gli Auguri migliori<br />
a chi è Cliente dei nostri Clienti.<br />
L’unicità dei preziosi biglietti lavorati al laser, l’esclusività dei biglietti illustrati, la raffinatezza<br />
dei biglietti classici... prodotti scelti con cura, in grado di soddisfare ogni esigenza.<br />
Con la Collezione biglietti Auguri di Natale 2009, Ciscra propone prodotti unici.<br />
Un ottimo bilanciamento tra la convenienza, il valore e la forma del messaggio espresso.<br />
Via S. Michele, 36 45020 Villanova del Ghebbo (RO) Tel. 0425 651111 www.ciscra.com natale@ciscra.com
urALe PinetAnA:<br />
nuovA LinFA<br />
La Cassa Rurale Pinetana Fornace<br />
Seregnano ha istituito dei finanziamenti<br />
agevolati per privati e piccole<br />
medie imprese, con la collaborazione<br />
del Bim dell’Adige Vallata Avisio. Per<br />
“<br />
DeLeGAZione<br />
DAL BrASiLe<br />
Il 4 settembre la <strong>Federazione</strong> ha ospitato una delegazione di<br />
dirigenti cooperativi dello stato del Paranà (Brasile), in Italia<br />
per un corso di formazione organizzato dall’Università di<br />
Bologna e da Ocepar, organizzazione cooperativa dello Stato<br />
brasiliano. La delegazione era interessata a conoscere le<br />
caratteristiche del modello cooperativo trentino. L’incontro è<br />
stato organizzato dall’Ufficio Studi e Intercooperazione.<br />
ASPettAnDo<br />
LA SCuoLA<br />
27<br />
NEWSCOOP<br />
La cooperazione non deve ragionare per compartimenti<br />
stagni. Nasce per dare risposte ai problemi <strong>della</strong> gente<br />
che non sono di questo o dell’altro settore<br />
i privati l’importo del credito parte da<br />
un minimo di 5 mila euro e arriva a<br />
un massimo di 50 mila. Per le piccole<br />
medie imprese da 10 a 100 mila euro. Il<br />
tasso è del 4% che, complice il contributo<br />
Bim, scende al 2,5% fisso per cinque<br />
anni con zero euro di spese. “Riuscire<br />
a fare squadra tra enti ma anche tra<br />
banca e comunità locale è fondamentale<br />
per raggiungere obiettivi di particolare<br />
significato per un privato come<br />
per un’impresa di piccole o medie<br />
dimensioni – spiega Fabio Svaldi (nella<br />
foto), presidente <strong>della</strong> banca pinetana.<br />
In un periodo come l’attuale, caratterizzato<br />
da luci e ombre, era opportuno<br />
proporre un’iniziativa che dimostrasse<br />
la nostra differenza”. A quest’operazione<br />
si aggiunge l’adesione all’iniziativa<br />
di sistema del credito cooperativo a<br />
sostegno delle piccole e medie imprese<br />
conosciuta come “Avviso comune<br />
per la sospensione dei debiti delle<br />
piccole medie imprese verso il sistema<br />
creditizio”.<br />
Donne<br />
in ForMAZione<br />
L’Associazione Donne in <strong>Cooperazione</strong>, in collaborazione con<br />
Formazione - Lavoro e su incarico del Servizio <strong>Cooperazione</strong><br />
e Commercio <strong>della</strong> Provincia Autonoma di Trento, promuove<br />
l’iniziativa formativa “Donna e cooperazione: governare<br />
le imprese cooperative del futuro”. Quattro gli obiettivi:<br />
conoscere storia, principi e valori del movimento cooperativo<br />
trentino; fornire gli strumenti per sviluppare capacità di<br />
analisi critica valorizzando la dimensione di genere riferita<br />
ai modelli organizzativi e di governance delle cooperative;<br />
fornire alcuni elementi di lettura delle diverse culture organizzative<br />
per prepararsi ad assumere un ruolo consapevole<br />
di amministratrici; migliorare il proprio stile comunicativo.<br />
La scelta dei temi è in linea con l’obiettivo dell’Associazione<br />
di favorire una maggiore partecipazione e presenza delle<br />
donne nei luoghi decisionali delle cooperative. “Riteniamo<br />
infatti – spiegano i responsabili - che la formazione sia uno<br />
strumento utile per rafforzare le competenze necessarie a<br />
ricoprire questi ruoli”.<br />
Il corso di formazione è gratuito. Il progetto è stato studiato e<br />
promosso per massimo 20 persone. Durata complessiva di<br />
55 ore. Per info Simonetta Fedrizzi: 0461/898672<br />
In attesa del… primo giorno di scuola” è l’appuntamento<br />
promosso dalla Cassa Rurale di Tuenno-Val di Non che<br />
ha coinvolto i bambini che hanno iniziato a frequentare la<br />
prima elementare. Un evento che fa parte <strong>della</strong> tradizione<br />
<strong>della</strong> banca <strong>della</strong> comunità, sempre vicina al mondo <strong>della</strong><br />
formazione e <strong>della</strong> scuola con questa e con molte altre<br />
iniziative.<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
”<br />
Diego Schelfi, presidente <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong>
NEWSCOOP<br />
CLA in<br />
MoZAMBiCo<br />
Da anni un rapporto di amicizia<br />
lega il Consorzio Lavoro Ambiente<br />
al Consorzio Associazioni con il<br />
Mozambico onlus (CAM). Il consorzio<br />
trentino ha sostenuto nel 2007-<br />
2008 un’iniziativa che ha permesso il<br />
ripristino di una sede stradale nella<br />
cittadina di Caia (Mozambico) attraverso<br />
un intervento di lotta all’erosione<br />
con l’utilizzo di tecniche di ingegneria<br />
naturalistica e la formazione <strong>della</strong><br />
manodopera locale. L’iniziativa era<br />
stata progettata anche grazie alla collaborazione<br />
tecnica di due ingegneri<br />
del Cla, membri del gruppo di lavoro<br />
che in Trentino ha appoggiato e seguito<br />
il progetto di Piano Urbanistico <strong>della</strong><br />
cittadina di Caia.<br />
Attraverso il “Progetto Natale 2008” il<br />
Cla oggi contribuisce alla stesura del<br />
“Plano de uso da terra” distrettuale:<br />
dopo le esperienze con il Piano<br />
di Ordinamento Territoriale e Urbano<br />
delle cittadine di Caia e Sena (tra i<br />
primissimi esempi di pianificazione<br />
in zone rurali in Mozambico) si trat-<br />
“<br />
ta ora di accompagnare la redazione<br />
di uno strumento diagnostico e programmatico<br />
allargato ad una dimensione<br />
distrettuale, al fine di garantire<br />
e coordinare in maniera sistematica<br />
la gestione <strong>della</strong> terra nei suoi differenti<br />
usi, sia essa in ambito rurale<br />
che urbano. Nell’agosto scorso tre<br />
volontari trentini sono giunti a Caia<br />
per porre le basi dell’attività ed approfondire<br />
alcuni aspetti legati al rapporto<br />
<strong>della</strong> comunità locale con la terra e allo<br />
sfruttamento delle risorse forestali.<br />
Al progetto hanno collaborato: Corrado<br />
Diamantini, coordinatore scientifico,<br />
docente di Tecnica e Pianificazione<br />
urbanistica presso la Facoltà di<br />
Ingegneria dell’Università di Trento,<br />
da anni impegnato nel gruppo di lavoro<br />
del Cam; Elena Ianni, ricercatrice<br />
dell’Università di Trento, esperta in<br />
pianificazione ambientale e processi<br />
partecipativi, ha accompagnato la<br />
missione con lo scopo di studiare le<br />
strategie di sopravvivenza <strong>della</strong> popolazione<br />
rurale del distretto legate<br />
il problema di oggi non è che mancano<br />
i maestri, ma che stiamo uccidendo nei<br />
giovani la voglia di andarli a cercare<br />
28<br />
all’uso <strong>della</strong> terra; Alessandro Paletto<br />
lavora presso il Cra - Unità di ricerca<br />
per il Monitoraggio e la Pianificazione<br />
Forestale - di Villazzano, nel suo periodo<br />
a Caia si è concentrato sulle risorse<br />
forestali del distretto e il loro utilizzo.<br />
Il Consorzio Associazioni con il<br />
Mozambico è attivo dall’inizio del<br />
nuovo millennio presso la comunità<br />
di Caia, distretto rurale nel Mozambico<br />
centrale, dove ha avviato un progetto<br />
multisettoriale negli ambiti del microcredito,<br />
dello sviluppo rurale (con la<br />
realizzazione di una scuola di agraria<br />
e di una azienda modello), <strong>della</strong><br />
pianificazione territoriale, nel settore<br />
educativo e in quello socio-sanitario<br />
attraverso progetti di sensibilizzazione<br />
e con una radio comunitaria inaugurata<br />
nel 2007.<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
”<br />
Luca Doninelli, scrittore, a Educa<br />
24 ore Di nuoto<br />
3038 vasche, 339 staffettisti, 76 chilometri<br />
percorsi. Sono sufficienti tre<br />
numeri per far comprendere l’impegno<br />
di chi ha preso parte alla 24<br />
ore di nuoto ambientata alla piscina<br />
di Gardolo e organizzata dall’Avis di<br />
Trento in collaborazione con Admo-<br />
Associazione Donatori Midollo Osseo<br />
e Aido-Associazione Italiana Donatori<br />
Organi.<br />
L’obiettivo era di promuovere la cultura<br />
<strong>della</strong> donazione nei suoi vari<br />
aspetti: sangue, midollo e organi, per<br />
promuovere maggiore consapevolezza<br />
e generosità. Tra gli sponsor: Cassa<br />
Rurale di Trento e Cassa Centrale<br />
Banca.<br />
Consorzio Associazioni con il Mozambico onlus,<br />
Via Lung’Adige S. Nicolò 20, 38100 Trento<br />
Tel 0461 232401<br />
cam@trentinomozambico.org;<br />
www.trentinomozambico.org<br />
SATOR<br />
AREPO<br />
TENET<br />
OPERA<br />
ROTAS
trento<br />
itALiA<br />
norDeSt<br />
><br />
><br />
><br />
15,7 cooperative sociali ogni 100mila abitanti<br />
12,5 cooperative sociali ogni 100mila abitanti<br />
13,2 cooperative sociali ogni 100mila abitanti<br />
FONTE: “Le cooperative sociali in Trentino” edito dal Servizio Statistica <strong>della</strong> Provincia<br />
CooPSei<br />
DA vent’Anni<br />
Metà anni Ottanta. Alcuni tecnici e operatori<br />
del settore elettrico del territorio<br />
altogardesano scelgono la forma cooperativa<br />
per diventare imprenditori. Nasce<br />
Coop 6 con sede a Dro. Unisce le forze,<br />
valorizza ogni singola professionalità.<br />
“Ricordo il grande entusiasmo delle fasi<br />
di avvio – spiega il presidente Flavio<br />
Parolari (nella foto piccola) – e le molte<br />
idee nate sull’onda di quest’emozione”.<br />
Vent’anni di crescita hanno permesso<br />
di diversificare l’attività. Qualche tempo<br />
fa l’ingresso nel settore degli impianti<br />
fotovoltaici. L’ultimo, in ordine di tempo,<br />
alla ditta zampoli di Lavis. “Sono stati<br />
installati 800 moduli fotovoltaici di tipo<br />
policristallino – osserva Alessio Bassetti<br />
– per una potenza che raggiunge un<br />
picco di 150 kilowatt. Le aspettative per<br />
la produzione di energia annua sono di<br />
1600 kilowattora”.<br />
Sono sette le motivazioni che si legano<br />
alla scelta di installare i pannelli solari<br />
o un impianto fotovoltaico: utilizza il tetto<br />
<strong>della</strong> propria casa e ne incrementa il<br />
valore immobiliare; si ottiene con facilità<br />
un finanziamento dalla propria banca di<br />
durata ventennale e coperto interamente<br />
da contributi statali; si rende autonoma<br />
la famiglia per i consumi energetici;<br />
si eliminano i costi <strong>della</strong> bolletta; ci si<br />
assicura per almeno trent’anni contro<br />
l’aumento del prezzo dell’energia elettrica;<br />
si rafforza l’immagine di famiglia<br />
rispettosa dell’ambiente; si contribuisce<br />
a consegnare un ambiente pulito alle<br />
generazioni che verranno. “Il Trentino<br />
è molto sensibile a questa forma di<br />
energia – aggiunge Parolari - complice<br />
anche l’influenza <strong>della</strong> vicina provincia<br />
di Bolzano, leader in tutta Italia per il<br />
fotovoltaico”.<br />
Oggi i collaboratori di Coopsei sono oltre<br />
venti. Il fatturato supera i due milioni<br />
di euro. Il mercato servito non è solo<br />
trentino. “Siamo attivi nel bresciano e nel<br />
veronese – conclude Parolari – Anche<br />
nel trevigiano realizzeremo un impianto<br />
fotovoltaico” (d.n.).<br />
29<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
NEWSCOOP<br />
un niDo neL BoSCo<br />
La cooperativa sociale Coccinella di Cles, che gestisce 12 asili<br />
nido, ha avviato a Pellizzano un esperimento molto interessante:<br />
far trascorrere ai bambini delle giornate nel bosco,<br />
all’aperto, pranzando sulle coperte stese sul prato e facendo<br />
il pisolino pomeridiano all’ombra degli alberi, con cantastorie<br />
che leggono libri (nella foto) e un’artista del legno che lavora<br />
sotto agli occhi dei piccoli. I bimbi possono giocare con pigne,<br />
erba, sassi, fiori, privilegiando il contatto con la natura e scoprendo<br />
il mondo utilizzando tutti i sensi.<br />
CooPerAZione A SCuoLA<br />
Insegnanti a lezione. Per tre giorni. Obiettivo: imparare a comunicare<br />
e documentare l’Associazione Cooperativa Scolastica.<br />
Il corso di formazione è stato ospitato in <strong>Federazione</strong> ed è<br />
stato promosso dalla <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> in collaborazione<br />
con gli Assessorati provinciali <strong>Cooperazione</strong>-Cultura-<br />
Rapporti Europei e Istruzione Sport. L’iniziativa formativa<br />
rimarca l’importanza <strong>della</strong> cooperazione nella crescita dei<br />
giovani. I cooperatori di domani, infatti, si formano anche sui<br />
banchi di scuola. E’ un impegno che la <strong>Federazione</strong> porta<br />
avanti da alcuni decenni, come ha spiegato agli insegnanti<br />
Carlo Dellasega, direttore generale.<br />
Imparare facendo è lo stile trasmesso ai giovani e applicato<br />
dagli studenti da oltre trent’anni. Da quando è stato costituito<br />
il team di educazione cooperativa. Un riferimento prezioso e<br />
affidabile per chi, all’interno <strong>della</strong> propria classe o <strong>della</strong> propria<br />
scuola, intende dare vita a una associazione cooperativa<br />
scolastica.
30<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 6 - g I u g N O 2 0 0 9
43 anni è l’età media dei<br />
soci delle cooperative di<br />
produzione lavoro.<br />
riSto 3<br />
CreSCe A PerGine<br />
Aumentano i posti a sedere e il numero<br />
di parcheggi, e cresce l’offerta di cibi e<br />
bevande al nuovo ristorante self comprensoriale<br />
di Pergine riaperto dopo<br />
due mesi di lavori. La ristrutturazione<br />
ha permesso a Risto3, che gestisce il<br />
servizio da circa 30 anni, di migliorare<br />
ulteriormente il servizio ai clienti e di<br />
garantire ai propri dipendenti un luogo<br />
di lavoro ancora più sicuro e confortevole,<br />
puntando in modo particolare sul<br />
risparmio energetico.<br />
“Ci siamo dotati di un nuovo impianto di<br />
pannelli fotovoltaici, che ci garantisce la<br />
AGEnDA<br />
I PROSSIMI APPuNTAMENTI<br />
23 ottoBre trento<br />
ore 17.30 sala <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> - “Bene<br />
comune, antidoto alla globalizzazione selvaggia<br />
dell’economia” con l’economista<br />
Stefano zamagni che commenterà l’enciclica<br />
Caritas in Veritate. Intervengono: il presidente<br />
<strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> Diego Schelfi,<br />
il segretario generale <strong>della</strong> Fondazione<br />
Centesimus Annus Massimo Gattamelata e<br />
il vicario generale dell’Arcidiocesi di Trento<br />
mons. Lauro Tisi.<br />
30 ottoBre trento<br />
ore 20.30 presso Palazzo Geremia - “La crisi<br />
finanziaria vista dal di dentro. Le argomentazioni<br />
controcorrente di un economista<br />
che non ha smesso di credere all’economia<br />
di mercato” con Marco Mazzoli. Organizza:<br />
Fondazione Cassa Rurale di Trento.<br />
230 è il numero medio di<br />
soci delle cooperative di<br />
servizio<br />
produzione del 70% dell’energia di cui<br />
abbiamo bisogno – spiega il responsabile<br />
tecnico di Risto3 Franco Anesi – e<br />
abbiamo installato pannelli solari termici<br />
per la produzione di acqua calda per<br />
uso sanitario, che copre tutto il fabbisogno<br />
<strong>della</strong> struttura”.<br />
Ampliato il menù, che ora comprende<br />
anche la carne alla griglia e la pizza<br />
espresso, che può essere acquistata<br />
senza sforare l’importo previsto dal<br />
buono pasto. Novità anche nell’offerta di<br />
bevande, dove sono state abbandonate<br />
le bottiglie di plastica per lasciare spazio<br />
all’acqua microfiltrata e all’erogazione di<br />
bibite con il sistema “free beverage”.<br />
2 noveMBre MAttAreLLo<br />
ore 20.30 presso la sala <strong>della</strong> circoscrizione<br />
di Mattarello - “Cosa resta <strong>della</strong> crisi? Come<br />
superare la notte dell’individualismo” con<br />
Laura Boella. Organizza: Cassa Rurale di<br />
Aldeno e Cadine.<br />
9 noveMBre ALDeno<br />
ore 20.30 presso la sala delle scuole elementari<br />
di Aldeno - “Ultimi in classifica:<br />
proposte per combattere l’analfabetismo<br />
economico e finanziario degli italiani” con<br />
Elsa Fornero. Organizza: Cassa Rurale di<br />
Aldeno e Cadine.<br />
20 noveMBre rAvinA<br />
ore 20.30 presso la sala Sala Demattè a Ravina<br />
- “Un’esperienza da vivere: ragioni di senso<br />
per la cooperazione del terzo millennio”.<br />
Organizza: Cassa Rurale di Aldeno e Cadine.<br />
31<br />
†FABio<br />
GiACoMoni<br />
Era un cooperatore<br />
e uno storico <strong>della</strong><br />
cooperazione; presidente<br />
di Famiglia<br />
Cooperativa e<br />
autore di libri dedicati<br />
a realtà socioeconomica.<br />
Fabio<br />
Giacomoni è mancatoimprovvisamente<br />
all’età di 71<br />
anni.<br />
Il presidente <strong>della</strong><br />
<strong>Cooperazione</strong><br />
<strong>Trentina</strong>, Diego<br />
Schelfi, ha osservato<br />
che “i suoi libri,<br />
i suoi appassionati<br />
interventi alle<br />
nostre assemblee,<br />
denotavano sempre<br />
la curiosità di guardare<br />
oltre il presente,<br />
con l’occhio critico<br />
dello studioso e<br />
la passione del cooperatore.<br />
Ci mancherà<br />
la sua onestà<br />
intellettuale nel<br />
produrre tesi non<br />
conformiste sulle<br />
scelte strategiche<br />
<strong>della</strong> cooperazione,<br />
soprattutto quella di<br />
consumo. I suoi stimoli<br />
e le sue analisi<br />
hanno contribuito a<br />
far crescere il movi-<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
mento cooperativo”.<br />
Per l’assessore<br />
alla cooperazione<br />
e alla cultura <strong>della</strong><br />
Provincia Autonoma<br />
di Trento, Franco<br />
Panizza, “con la<br />
scomparsa del professor<br />
Giacomoni<br />
se ne va un pezzo di<br />
storia del Trentino”.<br />
A Fabio Giacomoni<br />
è dedicata anche<br />
la rubrica “Porta<br />
Aperta” di Franco<br />
de Battaglia di pagina<br />
48.<br />
†AntoneLLA<br />
CronSt<br />
Come tutti i giorni,<br />
Antonella Cronst,<br />
era pronta a iniziare<br />
la sua giornata lavorativa<br />
al supermercato<br />
<strong>della</strong> Famiglia<br />
Cooperativa<br />
Perginese, nella<br />
centrale Piazza<br />
Gavazzi <strong>della</strong><br />
località dell’Alta<br />
Valsugana. Qui era<br />
responsabile del<br />
settore ortofrutta.<br />
Purtroppo il destino<br />
le ha riservato<br />
una sorte terribile:<br />
E’ stata investita<br />
da una macchina<br />
in retromarcia.<br />
NEWSCOOP<br />
640 mila euro è il valore medio <strong>della</strong><br />
produzione nelle cooperative di servizio<br />
se non si considerano le 10 che superano<br />
i 3 milioni e che da sole rappresentano<br />
l’88% del valore complessivo.<br />
27 noveMBre trento<br />
ore 20.30 presso Palazzo Geremia Trento -<br />
“Equo, solidale e ... umano. Promuovere l’inclusione<br />
sociale attraverso la potenzialità e la<br />
forza del microcredito” con Luisa Brunori in<br />
collaborazione con Cooperativa Mandacarù.<br />
Organizza: Fondazione Cassa Rurale di Trento.<br />
in MeMoriA<br />
Scaraventata a terra<br />
ha perso conoscenza.<br />
Tutte le persone<br />
a lei più vicine<br />
hanno sperato di<br />
poterla riabbracciare<br />
e continuare<br />
ad apprezzare le<br />
sue qualità professionali<br />
e umane.<br />
Purtroppo non è<br />
stato così. “Abbiamo<br />
perduto per sempre<br />
una grande collega”<br />
è stato il commento<br />
unanime dei suoi<br />
colleghi.<br />
†AnitA<br />
FurLini<br />
La musica ed il ballo<br />
erano le passioni di<br />
Anita Furbini, collaboratrice<br />
del Sait. A<br />
inizio settembre un<br />
terribile incidente<br />
l’ha tolta per sempre<br />
all’amore e all’affetto<br />
delle persone più<br />
care ma anche dei<br />
colleghi del Sait che,<br />
in lei, hanno sempre<br />
visto una lavoratrice<br />
instancabile, esempio<br />
di attaccamento<br />
aziendale.
CULTURA COOPERATIVA<br />
RACCONTI DI COOPERAZIONE<br />
Un’ALLEVAtRICE DOnnA<br />
nELLA VALLE DEI MOChEnI<br />
di gemma Pallaoro<br />
Mi alzo ogni mattina alle sei. Sono<br />
partita da zero e oggi possiedo una<br />
stalla con 32 vacche e un terreno<br />
dove coltivo piccoli frutti. La mia<br />
vita è tutta qui: vivo in questa casa<br />
sul pendio sopra Sant’Orsola Terme<br />
da quando sono nata. Il cane sullo<br />
zerbino il fondo alle scale, quattro<br />
gatti rossi appollaiati sul corrimano,<br />
le galline poco più in là, vicino all’orto.<br />
Dietro c’è la stalla che ho costruito<br />
da sola. Affianco la vecchia stalla<br />
di mio padre che uso ancora per il<br />
ricovero degli animali da rimonta.<br />
Forse domani diventerà un agritur e<br />
rientrerà nel progetto delle Fattorie<br />
didattiche, dove vanno i bambini per<br />
stare a contatto con gli animali. Mi<br />
piacerebbe trasmettere ai giovani la<br />
passione e il rispetto per gli animali e<br />
renderli un po’ meno ‘sconosciuti’ ai<br />
loro occhi. Per questo ho presentato<br />
un progetto in Provincia, spero che<br />
sarà approvato.<br />
Mio marito mi dà una mano, adesso<br />
che è in pensione. Prima faceva il<br />
camionista, perché l’allevatore non<br />
è un mestiere che ti consente di far<br />
studiare tre figlie al giorno d’oggi. E<br />
così, insieme, ce l’abbiamo fatta. C’è<br />
Paola, l’economista, Michela, l’ingegnere<br />
e Marcella, la veterinaria. E’ lei<br />
quella che ha ‘ereditato’ la mia passione<br />
per gli animali. Mi dà una mano<br />
ancora oggi quando ho qualche vacca<br />
ammalata o quando devo fecondare.<br />
La laurea se la sono guadagnata tutte<br />
tre a far fieno e a raccogliere lamponi.<br />
Senza sabati e domeniche libere. E<br />
hanno imparato che nella vita non ci<br />
sono regali, non si vince all’Enalotto.<br />
C’è solo da rimboccarsi le maniche<br />
e godere delle cose che si riescono a<br />
fare. Tutto qui.<br />
A chi mi chiede se mi sento sola,<br />
come donna, a fare il lavoro che faccio<br />
o ad essere stata l’unica donna nel<br />
consiglio d’amministrazione <strong>della</strong><br />
Latte Trento, per 26 anni rispondo<br />
di no. Non esistono lavori da<br />
uomo e lavori da donna. Io guido il<br />
trattore, raccolgo il fieno con l’autocaricante.<br />
Faccio tutti i lavori anche<br />
quelli fisicamente faticosi. Esistono<br />
32<br />
solo la buona volontà e le capacità<br />
personali, presenti in tutti gli esseri<br />
umani ed indipendenti dal genere.<br />
Le donne, forse, dovrebbero osare di<br />
più, credere nelle loro risorse. Questo<br />
sì. Dall’esperienza come amministratrice<br />
ho imparato tantissimo. Per<br />
gestire meglio la mia azienda, ma<br />
anche per relazionarmi meglio con<br />
gli altri. Ma non ho solo ascoltato,<br />
non è nel mio carattere stare con le<br />
mani in mano. Mi sono rimboccata<br />
le maniche e ho fatto. Quando c’era<br />
direttore Cescati andavo con lui per<br />
le stalle a mungere le mucche con la<br />
mastite. Poi ci sono stati Micheletti,<br />
Bortolas, Zambotti e Paoli. In 26<br />
anni 5 direttori e tanti ruoli operativi<br />
per me.<br />
Oggi sento tanti allevatori brontolare.<br />
Certo il nostro è un settore povero<br />
perciò è naturale lamentarsi. Ma<br />
per fortuna c’è la cooperazione. Io lo<br />
so bene. All’inizio <strong>della</strong> mia attività<br />
non ero socia di nessuna cooperativa.<br />
Facevo tutto da sola. Allevavo vitelli<br />
e li vendevo ai privati che mi davano<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9
Illustrazione di<br />
Pierluigi Negriolli.<br />
33<br />
CULTURA COOPERATIVA | racconti di cooperazione<br />
quel che mi davano. Cioè quel che<br />
volevano e quando l’avevano. Il resto<br />
dovevamo mangiarlo in casa perché<br />
non trovavo acquirenti in tempo per<br />
non rovinare i prodotti. E un conto è<br />
dover mangiare ciò che hai. Un altro<br />
è venderlo e con i soldi che guadagni<br />
poter mangiare quel che vuoi.<br />
Con la cooperazione è tutto diverso:<br />
i problemi commerciali li gestisce la<br />
cooperativa. Noi allevatori dobbiamo<br />
solo preparare il latte nelle celle<br />
refrigerate e ce lo vengono a prendere<br />
a giorni alterni. Con gli anni le cose<br />
sono migliorare anche in questo contesto.<br />
Trent’anni fa dovevo mungere<br />
a mano le mucche e andare a piedi<br />
fino in paese due volte al giorno per<br />
portare al centro di raccolta del latte<br />
una manciata di litri di prodotto.<br />
Con il sole, con la pioggia, con la<br />
neve. Infilavo le scarpe, andavo e mettevo<br />
il mio latte nei bidoni, insieme a<br />
quello di altri allevatori, che venivano<br />
conservati al fresco nella fontana<br />
di acqua corrente finché il furgone<br />
arrivava a prenderli. Poi c’è stata la<br />
fusione con il Caseificio di Borgo<br />
e le cose sono cambiate di nuovo.<br />
A fondovalle gli allevatori avevano<br />
aziende più grandi di noi <strong>della</strong> Valle<br />
dei Mocheni ed erano tutti vicini al<br />
caseificio perciò non conveniva più<br />
venire fin quassù tutti i giorni per<br />
pochi litri di latte. Ma la cooperativa<br />
non ci ha abbandonato. Ci siamo<br />
organizzati con delle celle refrigeranti<br />
e così basta venire a giorni alterni.<br />
Non c’è da lamentarsi: rispetto a<br />
trent’anni fa siamo signori.<br />
Per comperare una vacca una volta<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
andavo dai negozianti e la valutavo<br />
solo dall’aspetto. Bella o brutta. Non<br />
sapevo fare altrimenti. Poi i corsi,<br />
la formazione. Imparare, che gioia.<br />
Oggi valuto una vacca da ben altri<br />
parametri. La postura, l’ossatura, la<br />
mammella. E so che ogni razza vuole<br />
essere curata in un certo modo.<br />
Per fare bene il mio lavoro di corsi ne<br />
ho fatti tantissimi. Perché mi piace,<br />
perché imparo sempre cose nuove e<br />
perché credo che solo così si riesce a<br />
migliorare. Ne faccio ancora adesso<br />
e non smetterò mai. L’ultimo sulla<br />
gestione delle Fattorie didattiche. Se<br />
va in porto il progetto dell’agritur<br />
metterò in pratica tutto quel che ho<br />
imparato.<br />
Rimpianti? Quando le mie tre figlie<br />
erano piccole mi rimproveravo di<br />
non arrivare a stare abbastanza tempo<br />
con loro. C’erano le bestie, il formaggio<br />
da fare, la casa, i campi. Poi mi<br />
sono confrontata con delle amiche<br />
dipendenti, sempre alle prese con cartellino<br />
e permessi: per le udienze, per<br />
le feste <strong>della</strong> scuola, per le malattie. E<br />
mi sono ricreduta. Io sono sempre<br />
riuscita ad andare a udienze due volte<br />
all’anno per ogni materia, non alle<br />
generali. Sono sempre rientrata dalla<br />
stalla la mattina, quando si alzavano<br />
le mie figlie, per fare colazione con<br />
loro. Quando tornavano da scuola,<br />
con il loro carico di emozioni dalla<br />
giornata io c’ero, pronta a raccoglierlo,<br />
a condividerlo. E poi via di nuovo<br />
a lamponi. Ho 58 anni e troppe cose<br />
da fare… Alla pensione non ci penso<br />
neanche per un secondo.<br />
Racconto raccolto da<br />
DIRCE PRADELLA
CULTURA COOPERATIVA<br />
L’INTERVISTA Silvano Rauzi, presidente “storico”<br />
<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> Allevatori,<br />
RAUzI:<br />
La terra ha salvato<br />
il trentino<br />
(e lo farà ancora…)<br />
di Franco de Battaglia<br />
34<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
testimone di tante battaglie civili<br />
e cooperative in una Val di Sole<br />
che si è sempre proposta come<br />
laboratorio montano a servizio di<br />
tutto il Trentino, è per la prima volta<br />
vicepresidente <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong><br />
<strong>Trentina</strong> in rappresentanza del<br />
settore agricolo nel suo complesso:<br />
lattiero-caseario, vinicolo, orto-frutta.<br />
E’ un riconoscimento alla tenacia<br />
dell’uomo, al suo ottimismo ideale,<br />
alla capacità di convivere con le<br />
situazioni più difficili.<br />
Vicepresidente Rauzi, la sua nomina è un omaggio<br />
allo spirito di sacrifico di tutti gli allevatori trentini.<br />
Un riconoscimento dell’importanza strategica<br />
dei pascoli, delle malghe, delle stalle, del latte, del<br />
formaggio nel Trentino. Come affronta questa<br />
responsabilità?<br />
Affronto l’incarico con apprensione. Mai come in questo<br />
momento i settori dell’agricoltura sono stati in tante<br />
difficoltà. Con i prezzi di oggi non si salvano neppure le<br />
mele, che in passato hanno sempre portato una boccata<br />
d’ossigeno.<br />
Le mele: venti centesimi al chilo.<br />
Ecco. Ma la nostra forza è la <strong>Cooperazione</strong>. I magazzini.<br />
Le celle frigo. Lo stoccaggio che permette una forza di<br />
mercato.<br />
Con le cose che vanno male per tutti in campagna,<br />
la patata bollente è stata posta nella mani di chi ha<br />
più dimestichezza con le difficoltà?<br />
In giugno, quando sono stato nominato, certe difficoltà<br />
non si vedevano ancora. Per il vino e il latte certamente<br />
sì. Per le mele no. Ma c’è un ulteriore problema.<br />
L’ortofrutta, ad ogni annata agraria, riprende da capo,<br />
inizia una nuova stagione. Un anno va male, l’anno<br />
dopo va meglio. Ma con il vino e il formaggio è diverso.<br />
Rimangono le giacenze. La crisi di un anno si ripercuote<br />
su più anni.<br />
Non c’è quindi una soluzione immediata all’attuale<br />
crisi.<br />
No. Ci sarà un lungo trascinamento.<br />
SILVANO RAUzI è nato nel 1938. Sposato, con tre figli. E’ presidente <strong>della</strong><br />
<strong>Federazione</strong> Provinciale Allevatori dal 1980. A giugno è stato nominato vicepresidente<br />
<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> <strong>Trentina</strong> <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> per il settore agricolo.
“<br />
Nel Trentino<br />
il latte costa<br />
62 centesimi,<br />
solo a<br />
produrlo.<br />
Dall’estero<br />
arriva a 17<br />
centesimi.<br />
”<br />
Abbiamo fatto il passo più lungo<br />
<strong>della</strong> gamba?<br />
No. Siamo invasi da prodotti che<br />
provengono da tutto il mondo per<br />
niente. Nel Trentino il latte costa<br />
62 centesimi, solo a produrlo.<br />
Dall’estero arriva a 17 centesimi.<br />
La schiavitù, di fatto, c’è ancora,<br />
nelle campagne in Africa, nei paesi<br />
asiatici, nei cantieri di Dubai,<br />
nei latifondi dell’America Latina.<br />
Lo sfruttamento. Non possiamo<br />
competere con la schiavitù.<br />
Certo, ma nell’attesa <strong>della</strong> solidarietà<br />
internazionale, di un riscatto<br />
sociale globale, non possiamo soccombere.<br />
Franerebbe non solo il<br />
nostro patrimonio territoriale, ma<br />
la nostra immagine, i nostri prodotti<br />
tipici, la manualità, l’innovazione<br />
che abbiamo introdotto sul territorio.<br />
Cadrebbe lo scenario turistico.<br />
Chi lavora nella terra sente questa<br />
responsabilità verso un bene comune<br />
che ricade poi su tutti.<br />
La zootecnia ha affrontata la crisi<br />
per prima.<br />
Sono 15 anni che il settore soffre.<br />
L’ultima annata buona è stata il<br />
1996.<br />
E come ha fatto il settore a resistere<br />
15 anni, contro il mercato?<br />
Perché sui pascoli e nelle stalle c’è<br />
una grande volontà di resistere,<br />
esistenzialmente, prima che economicamente.<br />
Voglia di vivere, con<br />
una grande partecipazione delle<br />
famiglie. C’è orgoglio. E poi l’attenzione<br />
<strong>della</strong> Provincia, sia diretta<br />
che attraverso i premi per chi produce<br />
meglio. Il presidente Dellai<br />
capisce l’importanza strategica <strong>della</strong><br />
zootecnia, di tutta l’agricoltura per<br />
il Trentino. Ma la molla vera è il<br />
legame con la terra. La terra che ha<br />
“<br />
35<br />
CULTURA COOPERATIVA<br />
Non è solo produrre,<br />
è provare la soddisfazione per ciò che si offre.<br />
salvato il Trentino, che salverà l’Italia.<br />
L’ha detto Giuseppe De Rita al<br />
Festival dell’Economia. Un nostro<br />
allevatore è andato a salutarlo con<br />
le lacrime agli occhi. E gli ha detto:<br />
“Sono commosso. Lavoro ogni mattina<br />
nella mia stalla. Sono orgoglioso<br />
del lavoro che ho scelto”.<br />
E’ un orgoglio che vale quanto<br />
un contributo finanziario.<br />
occorre restituire stima sociale a<br />
chi lavora nelle stalle, nel bosco,<br />
nei campi.<br />
Tutti riconoscono l’importanza<br />
dell’agricoltura per il mantenimento<br />
del territorio. La zootecnia con le<br />
malghe, certo. Ma che sarebbe la Val<br />
di Cembra senza le vigne? La Val di<br />
Non e la Valsugana senza i meleti?<br />
Al primo punto sta quindi il territorio,<br />
ma al secondo punto vengono i<br />
prodotti. Vanno estese le produzioni<br />
qualificate, Dop (denominazione di<br />
origine protetta). Certo deve esserci<br />
un impegno, nostro, di non tradire<br />
il consumatore. I disciplinari, il loro<br />
rispetto, sono fondamentali. Non un<br />
obbligo, ma un orgoglio da fare proprio.<br />
Non è solo produrre, è provare<br />
la soddisfazione per ciò che si offre.<br />
Di fronte alla crisi il modello va<br />
forse un po’ rivisto.<br />
Sul fronte <strong>della</strong> qualità, semmai va<br />
potenziato. Ogni valle, ogni zona<br />
dovrebbe avere la sua specialità: il<br />
Puzzone di Moena, la Spressa delle<br />
Giudicarie, il Casolét in Val di Sole.<br />
L’orotofrutta ha problemi minori<br />
ma crescenti.<br />
Tranne Melinda il settore ha<br />
un’immagine un po’ appannata.<br />
Anche perché l’esperienza Melinda<br />
non è automaticamente esportabile.<br />
Andrebbe detto un grazie a Guido<br />
Ghirardini per Melinda.<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
E’ anche un suo amico.<br />
Lo sanno tutti e ne vado orgoglioso.<br />
Ma i Nonesi non riuscivano a mettersi<br />
d’accordo, e i Solandri li hanno<br />
aiutati.<br />
Dovrebbe essere così per tutte le<br />
valli trentine, che si aiutino.<br />
Ci sono problemi grossi. La grande<br />
distribuzione che appiattisce la<br />
frutta, i ristoranti con sempre meno<br />
bottiglie sul tavolo per il “palloncino”…<br />
Poi tutti sanno che non viene<br />
dal vino, lo sballo.<br />
E il latte? E’ folle ciò che sta accadendo.<br />
Una campagna pubblicitaria<br />
controproducente, una confusione<br />
di prodotti con differenze<br />
di prezzo minime, le panetterie<br />
che si permettono di non vendere<br />
lo yogurt trentino. Un prodotto<br />
eccezionale lasciato andare allo<br />
sbando.<br />
Il prodotto era ottimo, l’immagine<br />
era ottima, l’affezione dei consumatori<br />
trentini verso il loro latte<br />
grande. Rimedieremo allo smarrimento.<br />
Non dobbiamo abbandonarci<br />
all’idea di miseria. Dobbiamo<br />
lottare, trovare la nostra strada. Se<br />
ci appiattiamo sulla trasformazione<br />
industriale siamo finiti. Abbiamo un<br />
patrimonio territoriale e produttivo<br />
enorme. Occorre orgoglio di territorio,<br />
prima che volontà di produrre.<br />
I giovani non fuggono dalle campagne,<br />
ci sono, ma occorre mettere<br />
a punto un programma per il loro<br />
futuro. Dare prospettive e trasferire<br />
competenze, manualità e passione.<br />
L’innovazione nasce da questo<br />
“mix”. Ce la faremo. L’autonomia<br />
c’è per questo. E la <strong>Cooperazione</strong><br />
anche.<br />
”
MARKETING SAIT<br />
dal 1890<br />
36<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 0 9
NORME E LEGGI<br />
tURIsMO<br />
A MARChIO COOp<br />
Dopo la riforma delle Apt voluta dalla Provincia, cinque territori<br />
hanno scelto la forma cooperativa per le loro aziende di promozione<br />
turistica. L’esperienza <strong>della</strong> Valsugana<br />
E’ prossima al traguardo dei cinque<br />
anni la nuova organizzazione del<br />
turismo in Trentino. Dall’1 gennaio<br />
2005, infatti, le Apt d’ambito sono<br />
state sciolte e sostituite con società<br />
denominate Aziende per il turismo.<br />
A determinare il cambiamento, la<br />
legge provinciale 8 del 2002, meglio<br />
nota come legge di riforma delle Apt,<br />
che, tra le varie novità, ha introdotto<br />
la possibilità per le nuove società<br />
di affiancare alla classica attività di<br />
promozione ed informazione anche<br />
la commercializzazione del prodotto<br />
turistico.<br />
Prima <strong>della</strong> riforma, le Apt erano<br />
enti funzionali <strong>della</strong> Provincia, che<br />
assegnava le risorse a copertura totale<br />
delle spese. Con l’uscita dalla sfera<br />
pubblica cambiano i criteri: una<br />
quota dei trasferimenti provinciali<br />
ai nuovi soggetti turistici è legata alle<br />
risorse mobilitate dai privati a livello<br />
locale secondo un principio di compartecipazione<br />
finanziaria pubblico<br />
- privato.<br />
La legge 8 ha istituito 15 Apt lasciando<br />
libertà a ciascun territorio di decidere<br />
la forma giuridica. C’è chi ha<br />
scelto la spa e chi ha preferito la<br />
forma dell’associazione o <strong>della</strong> società<br />
consortile. In cinque zone si è<br />
optato per la cooperazione.<br />
La prima cooperativa Apt è nata<br />
in Valsugana nel 2003 su iniziativa<br />
del presidente Massimo oss e di<br />
Stefano Ravelli, all’epoca direttore<br />
dell’azienda turistica. Con l’intento<br />
di favorire la massima partecipazione,<br />
si coinvolsero nel progetto fin<br />
dalle prime battute tutti i soggetti<br />
rappresentativi delle categorie economiche<br />
e turistiche del territorio e<br />
altri operatori interessati al turismo.<br />
Per legge, poi, dovevano essere soci<br />
Comuni “turisticamente significativi”.<br />
Nelle discussioni che precedettero<br />
la costituzione <strong>della</strong> cooperativa<br />
si decise che nella compagine sociale<br />
sarebbero entrate le associazioni<br />
di categoria e non i singoli aderenti<br />
per rendere più snella e puntuale la<br />
37<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
CULTURA COOPERATIVA<br />
LE APT A FORMULA<br />
COOPERATIVA<br />
Apt S. Martino di Castrozza - Primiero e<br />
Vanoi, Fiera di Primiero<br />
Apt Terme di Comano - Dolomiti di<br />
Brenta, Ponte Arche<br />
Apt Val di Fassa, Canazei<br />
Apt Val di Non, Fondo<br />
Apt Valsugana Lagorai, Levico<br />
gestione.<br />
Ravelli, oggi vicepresidente dell’Apt,<br />
esprime una valutazione positiva<br />
<strong>della</strong> scelta cooperativa operata nel<br />
2003: “La condivisione dei progetti,<br />
che nascono da una esteso coinvolgimento<br />
del territorio, ci ha permesso<br />
di raccogliere per le nostre iniziative<br />
di informazione e di marketing<br />
molte più risorse di quelle previste<br />
dalla legge di riforma”.<br />
Crede molto nella formula cooperativa<br />
applicata al turismo anche il presidente<br />
<strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong><br />
Diego Schelfi, che spiega: “E’ la<br />
comunità nel suo complesso, con<br />
spirito cooperativo, che crea l’immagine<br />
di un territorio. Il contadino<br />
che cura i prati e la stalla, la casalinga<br />
che abbellisce il balcone contribuiscono<br />
allo sviluppo del turismo”.<br />
Per Schelfi è auspicabile un maggiore<br />
confronto tra le Apt cooperative e<br />
gli altri settori cooperativi per sviluppare<br />
iniziative di intercooperazione<br />
(c.c.).
CULTURA COOPERATIVA<br />
FINESTRA SUL MONDO<br />
LUIGI FRAnzOI,<br />
missionario tuttofare in Germania<br />
di umberto Folena<br />
Da Sporminore alla Saarland, 31 anni tra gli italiani in fuga<br />
dalla miseria e dalla paura, alla ricerca di lavoro e dignità.<br />
Don Franzoi, 31 anni missionario<br />
in Germania. Dove nasce la<br />
sua vocazione?<br />
Ero arciprete a Sarnonico da tre<br />
anni, sentivo che un ciclo si stava<br />
chiudendo, amavo da sempre la lingua<br />
e la cultura tedesche… E sul<br />
bollettino diocesano leggo che c’era<br />
bisogno di preti per l’assistenza spirituale<br />
degli emigranti italiani nel<br />
mondo. Lo stesso vescovo Gargitter<br />
mi incoraggia. Così mi rendo disponibile<br />
per la Germania. Dopo un<br />
mese di preparazione, nel luglio del<br />
1961 sono in Saarland.<br />
E chi trova?<br />
Italiani privi d’ogni cosa, perlopiù<br />
clandestini. Gente quasi esclusivamente<br />
del Sud, specialmente Sicilia<br />
e Calabria. E priva di tutto: senza<br />
documenti, senza casa, senza lavoro.<br />
Il lavoro lo trovavano, e abbastanza<br />
in fretta. Era gente disperata, perseguitata<br />
dai debiti o dalla mafia, a<br />
volte incoraggiata a scappare dalle<br />
stesse autorità. Non conoscevano né<br />
la lingua né le leggi locali.<br />
Clandestini italiani negli anni<br />
Sessanta?<br />
Sì, arrivavano da noi passando il<br />
confine francese. C’era chi moriva<br />
nell’impresa, travolto dalla fatica e<br />
dal freddo. Poi dalla Francia raggiungevano<br />
Saarland.<br />
E voi chi eravate? E che cosa potevate<br />
fare per loro?<br />
Io, un paio di assistenti sociali, e<br />
poco altro. Ci trovavamo di fronte<br />
italiani privi di documenti. Quindi<br />
la prima preoccupazione era procurarglieli.<br />
Passavo gran parte del<br />
mio tempo a riempire formulari, e a<br />
rintracciare i miei connazionali dalla<br />
38<br />
polizia o negli ospedali, facendo da<br />
interprete. Sa come ci chiamavano i<br />
tedeschi? Mädchen für alles, “donne<br />
tuttofare”.<br />
In senso affettuoso…<br />
Naturalmente.<br />
Come venivano accolti i nostri<br />
connazionali?<br />
In Francia, anche se entravano illegalmente,<br />
non subivano conseguenze.<br />
Nella Saar l’accoglienza era altrettanto<br />
benevola. Mi ero fatto questa<br />
idea: gli stessi saaresi, in fondo, in<br />
quanto gente di confine erano dei<br />
“senza patria”, e potevano meglio<br />
capire gli immigrati. Gli italiani venivano<br />
impiegati a migliaia nelle acciaierie<br />
e nell’edilizia.<br />
E nelle miniere?<br />
Potrà sembrare curioso, ma l’impie-<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9
go nelle miniere era una prerogativa<br />
dei locali, che si passavano il posto di<br />
padre in figlio.<br />
Nessun problema, possibile?<br />
Oh no, di problemi ce n’erano eccome.<br />
Intanto noi insistevamo affinché<br />
le famiglie raggiungessero gli uomini,<br />
smettessero di vivere in baracche,<br />
cantine e soffitte poco dignitose, si<br />
costruissero o acquistassero la loro<br />
casetta, e mettessero radici lì.<br />
Perché insistere così tanto per<br />
l’inserimento?<br />
Per dare ordine e stabilità, e quindi<br />
possibilità di felicità, alla loro vita.<br />
Saarland non era ostile, certo lo era<br />
meno <strong>della</strong> loro terra d’origine da<br />
cui erano stati costretti a scappare<br />
da povertà e violenza. Già allora,<br />
negli anni Settanta, si parlava<br />
di concedere il diritto di voto agli<br />
emigranti, almeno a livello locale.<br />
Gli immigrati godevano di tre possibili<br />
status successivi: Frendarbeiter,<br />
“lavoratore straniero”; Gustarbeiter,<br />
“lavoratore ospite”; e Ausländische<br />
Mitbürger, “concittadino straniero”.<br />
Non a caso la gente cominciò<br />
presto a prendere casa, vincendo il<br />
timore di essere allontanata. Alcuni<br />
evocavano addirittura il fantasma di<br />
Hitler: “Vedrà, padre, che presto ci<br />
cacceranno”. E noi a rassicurarli che<br />
questa Germania era del tutto diversa.<br />
Lavoravamo per l’integrazione, la<br />
fiducia e la collaborazione.<br />
E tutto filava liscio?<br />
Non sempre. Tanti maschi italiani<br />
soli, senza famiglia, venivano visti<br />
come una minaccia da alcuni tedeschi.<br />
E in effetti non mancarono<br />
dei drammi familiari. In qualche<br />
locale da ballo comparve la scritta:<br />
“Entrata proibita agli italiani”.<br />
Era una discriminazione grave nei<br />
confronti dell’intera nostra comunità,<br />
e la facevamo rimuovere. Ma<br />
il problema restava. Così cercavamo<br />
di riempire il vuoto di tanti italiani<br />
organizzando per loro feste e incontri<br />
con compaesani.<br />
39<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
CULTURA COOPERATIVA | finestra sul mondo<br />
DON LUIGI FRANzOI<br />
è nato nel 1928 a Sporminore, in Val di Non,<br />
sesto di 14 tra fratelli e sorelle. A 21 anni rimane<br />
orfano di padre e di madre. Ordinato sacerdote<br />
nel 1953, è arciprete a Sarnonico prima di rendersi<br />
disponibile, su incoraggiamento del vescovo<br />
Gargitter, per l’assistenza agli emigrati italiani<br />
in Germania. Da sempre cultore <strong>della</strong> lingua e<br />
<strong>della</strong> cultura tedesche, nel luglio del 1961 arriva<br />
in Saarland, a Saabrücken. Sarà in missione<br />
prima a Saarlouis (diocesi di Treviri) e poi a<br />
Bensheim (diocesi di Mainz). Tornato in Italia<br />
nel 1994, è fondatore e oggi presidente onorario<br />
dell’associazione “Amici del Madagascar”.<br />
E oggi?<br />
Guardando indietro, devo dire che<br />
abbiamo avuto la fortuna di vivere<br />
proprio là dove stava nascendo<br />
l’Europa, al centro del continente.<br />
Il nostro messaggio ai connazionali,<br />
in sintesi, era questo: “Non rinunciare<br />
alla cittadinanza italiana, e<br />
alle vostre tradizioni. Ma non chiudetevi.<br />
Sentitevi europei, cittadini<br />
dell’Europa che sta nascendo”.<br />
Avevate visto giusto. E da prete,<br />
come giudica i suoi trent’anni<br />
tedeschi?<br />
Spesi come meglio non potevo. Sono<br />
contento, e credo si veda. Non posso<br />
neppure dimenticare che, in anticipo<br />
sui tempi, vivevamo l’esperienza<br />
dell’ecumenismo, pregando insieme<br />
tra cattolici, protestanti e ortodossi<br />
(slavi); e incontrando anche i musulmani.<br />
Abbiamo seminato tanto…
Wildix, azienda accreditata in<br />
tutta Europa, produce a Trento<br />
sistemi di comunicazione di nuova<br />
generazione. Telefonia significa da ora<br />
chiamate a costo zero tra sedi distanti,<br />
ricevere e trasmettere fax via<br />
mail, effettuare video chiamate e<br />
chiamate direttamente dal PC e molto,<br />
molto di più. Il tutto nel più rigoroso<br />
rispetto dell’ambiente e integrandosi alla<br />
perfezione nelle procedure aziendali.<br />
Wildix una scelta per oggi e il futuro.<br />
LIBERA LA TUA<br />
CREATIVITA’!<br />
video chiamate e conferenze<br />
tra interni e telefoni remoti<br />
mobilità su WIFI e cellulare,<br />
telefono e gestione chiamate da PC<br />
integrazione immediata con<br />
Outlook, Lotus Notes, CRM Web<br />
basso consumo energetico e<br />
gestione fax su mail<br />
qualità audio doppia rispetto<br />
ai sistemi tradizionali<br />
Partner certificato per il Trentino Alto Adige:<br />
Sistemi di comunicazione<br />
Multimediali Wildix,<br />
con Voi nelle sfide<br />
di ogni giorno.<br />
per maggiori informazioni visita il sito:<br />
http://pbx.wildix.com<br />
oppure chiamaci allo 0461 171 51 11
ARTE IDEE TERRITORIO<br />
sOLIDARIEtA’,<br />
non solo<br />
una parola<br />
Le “mani” di Michelangelo<br />
Perghem Gelmi: per non affogare<br />
Michelangelo Perghem Gelmi<br />
(1911– 1992, il pittore di cui le<br />
Rassegne del Grand Hotel Trento,<br />
curate da Hansjorg Gruber hanno<br />
dedicato una bella esposizione negli<br />
ultimi mesi) non era un cooperatore.<br />
Era un ingegnere anche molto individualista,<br />
ma curioso. Dipingeva<br />
per esprimere le sue ricerche vaste<br />
e internazionali, legate però da un<br />
comune denominatore di profonda<br />
identità “dentro” la sua terra trentina.<br />
Perghem aveva fatto l’università<br />
a Torino, il militare in Francia, la<br />
prigionia in Germania, l’emigrazione<br />
in Argentina. Poi i viaggi, il<br />
lavoro… In tutto portava però sempre<br />
la sua giovinezza sulle montagne<br />
del Trentino, assieme al padre che<br />
perì nella tragedia <strong>della</strong> corriera del<br />
Bondone e che da figlio pittore ha<br />
voluto ricordare in uno splendido<br />
ritratto a figura piena, di fronte al<br />
Sassolungo, nella tomba di famiglia<br />
al camposanto nuovo di Trento.<br />
Bisogna andare a guardarlo quel<br />
ritratto per capire cosa è il Trentino<br />
nei suoi uomini. Così come bisogna<br />
fermarsi, riflettere, su questo dipinto<br />
“Solidarietà” per capire quanto<br />
la cultura cooperativa sia radicata<br />
nel Trentino tanto da permeare di<br />
41<br />
sé tutte le esperienze, di riflessione<br />
interiore e di relazioni esterne. Due<br />
mani si incontrano, ma “Solidarietà”<br />
non è una semplice stretta di mano.<br />
Le mani si sorreggono, si innalzano<br />
a vicenda. Non è che una aiuti l’altra<br />
a non sprofondare, ma ognuna<br />
“innalza” l’altra alla sua dimensione,<br />
a quel vasto mondo da esplorare che<br />
è il mare, all’azzurro degli ideali nel<br />
cielo. “Solidarietà”.<br />
Oggi il Trentino del benessere ha<br />
bisogno di più solidarietà di quanto<br />
fosse necessaria quando era povero.<br />
La pittura di Perghem Gelmi ce lo<br />
ricorda (f.d.b.).<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
CULTURA COOPERATIVA
42<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 6 - g I u g N O 2 0 0 9
RECENSIONI<br />
L’enciclica<br />
dalla a alla zeta/2<br />
di Michele Dorigatti<br />
Le parole chiave contenute nel testo di<br />
Benedetto XVI “Caritas in veritate”<br />
POVERI<br />
I poveri non sono da considerarsi un<br />
« fardello », bensì una risorsa anche<br />
dal punto di vista strettamente economico.<br />
PROFITTO<br />
Il profitto è utile se, in quanto mezzo,<br />
è orientato ad un fine che gli fornisca<br />
un senso tanto sul come produrlo<br />
quanto sul come utilizzarlo.<br />
L’esclusivo obiettivo del profitto, se<br />
mal prodotto e senza il bene comune<br />
come fine ultimo, rischia di distruggere<br />
ricchezza e creare povertà.<br />
SAPERE<br />
L’eccessiva settorialità del sapere, la<br />
chiusura delle scienze umane alla<br />
metafisica, le difficoltà del dialogo tra<br />
le scienze e la teologia sono di danno<br />
non solo allo sviluppo del sapere,<br />
ma anche allo sviluppo dei popoli,<br />
perché, quando ciò si verifica, viene<br />
ostacolata la visione dell’intero bene<br />
dell’uomo nelle varie dimensioni<br />
che lo caratterizzano.<br />
SVILUPPO E<br />
SOTTOSVILUPPO<br />
La verità dello sviluppo consiste nella<br />
sua integralità: se non è di tutto l’uomo<br />
e di ogni uomo, lo sviluppo non è<br />
vero sviluppo. Nel perseguimento<br />
dello sviluppo, servono «uomini di<br />
pensiero capaci di riflessione profonda,<br />
votati alla ricerca d’un umanesimo<br />
nuovo, che permetta all’uomo<br />
moderno di ritrovare se stesso».<br />
Ma non è tutto. Il sottosviluppo ha<br />
una causa ancora più importante<br />
<strong>della</strong> carenza di pensiero: è «la mancanza<br />
di fraternità tra gli uomini e<br />
tra i popoli». Questa fraternità, gli<br />
uomini potranno mai ottenerla da<br />
soli? La società sempre più globalizzata<br />
ci rende vicini, ma non ci rende<br />
fratelli.<br />
TECNICA<br />
La tecnica, presa in se stessa, è ambivalente.<br />
Se da un lato, oggi, vi è chi<br />
propende ad affidarle interamente<br />
detto processo di sviluppo, dall’altro<br />
si assiste all’insorgenza di ideologie<br />
che negano in toto l’utilità<br />
stessa dello sviluppo, ritenuto radicalmente<br />
anti-umano e portatore<br />
solo di degradazione. Così, si finisce<br />
per condannare non solo il modo<br />
distorto e ingiusto con cui gli uomini<br />
talvolta orientano il progresso, ma<br />
le stesse scoperte scientifiche, che,<br />
se ben usate, costituiscono invece<br />
un’opportunità di crescita per tutti.<br />
43<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
CULTURA COOPERATIVA<br />
L’idea di un mondo senza sviluppo<br />
esprime sfiducia nell’uomo e in Dio.<br />
è, quindi, un grave errore disprezzare<br />
le capacità umane di controllare<br />
le distorsioni dello sviluppo o addirittura<br />
ignorare che l’uomo è costitutivamente<br />
proteso verso l’«essere<br />
di più».<br />
VITA ECONOMICA<br />
La vita economica ha senz’altro<br />
bisogno del contratto, per regolare<br />
i rapporti di scambio tra valori equivalenti.<br />
Ma ha altresì bisogno di leggi<br />
giuste e di forme di ridistribuzione<br />
guidate dalla politica, e inoltre di<br />
opere che rechino impresso lo spirito<br />
del dono. L’economia globalizzata<br />
sembra privilegiare la prima logica,<br />
quella dello scambio contrattuale,<br />
ma direttamente o indirettamente<br />
dimostra di aver bisogno anche delle<br />
altre due, la logica politica e la logica<br />
del dono senza contropartita.
CULTURA COOPERATIVA<br />
DALLA CARTA DEI VALORI<br />
DELLA COOPERAzIONE<br />
TRENTINA:<br />
“Accanto al tema <strong>della</strong> responsabilità sociale,<br />
le sfide poste dallo sviluppo sostenibile<br />
sono divenute urgenti e strategiche anche<br />
per le attività e per la reputazione del movimento<br />
cooperativo. Lo sviluppo sostenibile<br />
si realizza operando con la convinzione<br />
che, per la sopravvivenza stessa dell’umanità,<br />
delle generazioni future e del pianeta, è<br />
essenziale la riproducibilità delle condizioni<br />
di vita e di lavoro delle comunità secondo i<br />
parametri <strong>della</strong> sostenibilità, evitando forme<br />
d’inquinamento e d’impoverimento delle<br />
risorse naturali”.<br />
INCONTRI<br />
Le società interessate a presentare la “Carta<br />
dei Valori <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong> trentina” a<br />
soci/dipendenti/amministratori possono<br />
rivolgersi all’Ufficio studi <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong>.<br />
Per la distribuzione è inoltre disponibile la<br />
brochure <strong>della</strong> Carta dei Valori, con possibilità<br />
di personalizzazione. Per informazioni:<br />
Michele Dorigatti, michele.dorigatti@ftcoop.it,<br />
0461.898630 e Marina Pancheri,<br />
marina.pancheri@ftcoop.it, 0461.898241.<br />
* presidente <strong>della</strong><br />
cooperativa Il Canale<br />
TESTIMONI DEI VALORI/15<br />
sviluppo sostenibile<br />
di giovanni Peterlongo*<br />
Ad una prima lettura, “sviluppo<br />
sostenibile” sembra significare sviluppo<br />
limitato. Se però ci mettiamo<br />
dal punto di vista dei paesi<br />
poveri, o ancora meglio dei poveri<br />
del mondo, vediamo che questo<br />
non è né giusto né possibile.<br />
Sviluppo sostenibile deve significare<br />
sviluppo diverso.<br />
Lo sviluppo sostenibile ha due<br />
priorità: le persone e l’ambiente,<br />
vale a dire lo sviluppo sociale e lo<br />
sviluppo ambientale. Sviluppo non<br />
è necessariamente crescita, ma progressione<br />
verso una condizione di<br />
giustizia e di equilibrio.<br />
L’economia deve essere al servizio<br />
dello sviluppo sostenibile e<br />
non, come oggi accade, costituire<br />
la prima priorità per le decisioni<br />
politiche. L’economia solidale,<br />
di cui l’economia cooperativa fa<br />
parte, deve assumere un ruolo più<br />
rilevante rispetto alle economie del<br />
settore pubblico e del settore privato.<br />
Significativo è il tentativo in<br />
corso in Ecuador, discusso all’ultimo<br />
Festival dell’Economia, a cui<br />
collabora il sistema cooperativo<br />
trentino.<br />
Lo sviluppo sostenibile privilegia<br />
il lavoro per il futuro ed in<br />
questo trova piena corrispondenza<br />
nell’ideologia cooperativa, che<br />
opera anche per le future generazioni.<br />
44<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
Lo sviluppo sostenibile è basato<br />
sulla responsabilità sociale, e per<br />
questo richiede forse una revisione<br />
delle limitazioni collegate al concetto<br />
di mutualità prevalente.<br />
Le principali azioni da intraprendere<br />
verso lo sviluppo sostenibile<br />
sono:<br />
- legislazione, sia internazionale,<br />
anche in risposta alla crisi globale,<br />
che locale, quest’ultima con evidenti<br />
necessità di controllo;<br />
- educazione, cui tutte le componenti<br />
del sistema cooperativo possono<br />
e devono partecipare e che,<br />
anche in Italia, costituisce oggi un<br />
grande problema da affrontare.<br />
Prendendo spunto da quanto scritto<br />
da Helene Crummy: “Noi possiamo<br />
reagire allo stato del mondo<br />
con rabbia o paura: in questo caso<br />
diventiamo parte del problema.<br />
Se invece reagiamo con creatività<br />
e giustizia diventiamo parte <strong>della</strong><br />
soluzione”.
LUIGI ANGHEBEN,<br />
direttore Famiglia Cooperativa<br />
Mezzocorona<br />
“Comportamenti virtuosi premiati”<br />
La nostra Famiglia Cooperativa si<br />
sente impegnata a promuovere una<br />
mentalità e delle pratiche attente<br />
all’ambiente e rispettose delle persone.<br />
Su questi temi i nostri clienti<br />
dimostrano di essere sensibili e sono<br />
pronti a recepire le nostre proposte.<br />
Recentemente il nostro cda ha<br />
deliberato l’adesione ad una campagna<br />
ecologica lanciata dal Comune<br />
che premia i comportamenti virtuosi.<br />
Chi acquista nei nostri punti<br />
vendita una serie di articoli, quali<br />
detersivo sfuso, pannolini lavabili, il<br />
gasatore dell’acqua o le sue ricariche<br />
riceve dei bollini premio. A seconda<br />
del numero di bollini raccolti, il<br />
cliente può richiedere al Centro raccolta<br />
materiali un premio e partecipa<br />
inoltre ad un’estrazione finale.<br />
La Famiglia Cooperativa ha messo<br />
a disposizione del monte premi 125<br />
buoni spesa del valore di 8 euro.<br />
La risposta dei nostri soci e clienti<br />
all’iniziativa è stata positiva, a conferma<br />
di una sensibilità ambientale<br />
che sta maturando.<br />
ROBERTA CORRADINI,<br />
socia Donne in cooperazione<br />
“Promuovere la decrescita”<br />
Non c’è sviluppo sostenibile:<br />
incremento di produzione di<br />
merci e depauperamento di beni<br />
non riproducibili non consentono<br />
di preservare l’ambiente e ciò è<br />
drammaticamente evidente. Serve<br />
promuovere la decrescita virtuosa,<br />
per fermare la creazione di falsi<br />
bisogni che aumentano i consumi,<br />
salvaguardare le risorse naturali,<br />
ridurre i rifiuti.<br />
Aumento del Pil non è miglioramento<br />
di vita e diminuzione <strong>della</strong><br />
produzione di beni non significa<br />
riduzione di benessere. Altre forme<br />
di ricchezza sociale (diritti, uguaglianza,<br />
giustizia) creano qualità di<br />
vita e non rientrano nel Pil che non<br />
può indicare la ricchezza di una<br />
popolazione.<br />
Nel 1854 Capriolo Zoppo, Capo<br />
Pellerossa, riferendosi all’uomo<br />
bianco scrisse: “Il suo appetito<br />
divorerà la terra e lascerà solo un<br />
deserto.” Siamo evoluti? Quel “selvaggio”<br />
spiegava: “La terra è nostra<br />
madre. Qualunque cosa capita alla<br />
terra, capita anche ai figli <strong>della</strong><br />
terra.”<br />
45<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
CULTURA COOPERATIVA | testimoni dei valori<br />
/15<br />
NICOLA MENDINI,<br />
vicepresidente coop edilizia Dinamos<br />
“Anche l’economia può ricavare<br />
vantaggi”<br />
Non è un caso che nella Carta dei<br />
Valori, di seguito alla responsabilità<br />
sociale si trovi lo sviluppo sostenibile:<br />
un concetto non può esistere<br />
senza l’altro. Che responsabilità<br />
sarebbe senza la tutela delle generazioni<br />
future oltre che di quelle<br />
presenti?<br />
Non ci dobbiamo poi dimenticare<br />
che investimenti in sostenibilità<br />
ambientale, efficienza energetica,<br />
energie rinnovabili e qualità dei processi<br />
produttivi, oltre che preservare<br />
l’ambiente dove viviamo, possono<br />
innestare una nuova dinamica economico-occupazionale,<br />
come la storia<br />
recente <strong>della</strong> Germania insegna.<br />
La cooperazione trentina può<br />
diventare l’ambiente ideale per lo<br />
sviluppo delle attività economiche<br />
sostenibili, dove la miopia indotta<br />
dalla ricerca del profitto facile e<br />
immediato non prevale su tutto il<br />
resto, e dove la programmazione è<br />
fatta a lungo termine e in maniera<br />
realmente sostenibile, per l’ambiente,<br />
per la società, per noi stessi.
OPINIONI<br />
ECONOMIA<br />
Il trentino in controtendenza<br />
di Carlo Borzaga*<br />
In Italia 378mila<br />
occupati in meno.<br />
In Trentino 3mila<br />
in più. Grazie<br />
alla manovra del<br />
governo provinciale<br />
ma anche al sistema<br />
delle Casse Rurali<br />
che ha abbassato<br />
il costo del credito<br />
e accettato una<br />
riduzione dei suoi<br />
margini<br />
La statistiche trimestrali sul mercato<br />
del lavoro vanno sempre lette con<br />
molta cautela, soprattutto quando<br />
riferite a contesti territoriali limitati<br />
come la provincia di Trento e in<br />
presenza di variazioni modeste di<br />
piccoli aggregati. Ciò nonostante<br />
non possono non stupire i risultati<br />
dell’indagine delle forze di lavoro<br />
relativi al secondo trimestre 2009.<br />
Da essi esce un Trentino che, almeno<br />
con riferimento al mercato del<br />
lavoro, si muove come se la crisi non<br />
esistesse, in netta controtendenza<br />
rispetto al resto del Paese. Pochi<br />
dati sono sufficienti a riassumere la<br />
situazione. Nell’anno compreso tra<br />
il secondo trimestre 2008 e lo stesso<br />
periodo del 2009 gli occupati in<br />
provincia, al lordo <strong>della</strong> cassa inte-<br />
* professore alla Facoltà di economia dell’università di Trento<br />
grazione guadagni, sono aumentati<br />
di oltre 3000 unità, mentre in Italia<br />
sono diminuiti di 378.000. Ancora<br />
più marcata, benché influenzata da<br />
fattori stagionali, è stata la crescita<br />
dell’occupazione in provincia tra<br />
il primo e il secondo trimestre di<br />
quest’anno: 7000 occupati in più.<br />
I nuovi occupati sono soprattutto<br />
donne: il loro numero ha raggiunto<br />
le 100 mila unità portando il<br />
tasso di attività femminile vicino al<br />
60%, a soli 15 punti percentuali di<br />
distanza da quello maschile. Il tasso<br />
di disoccupazione si è così mantenuto<br />
su livelli molto bassi: 2,9% nel<br />
complesso, 2,2% per i maschi e 3,9%<br />
per le femmine. L’aumento dell’occupazione<br />
non ha interessato tutti i<br />
settori, ma si è concentrato nel terziario<br />
e probabilmente soprattutto<br />
nel terziario privato. Nonostante gli<br />
interventi di cassa integrazione, ha<br />
invece perso occupati (circa 4000)<br />
il settore industriale e in particolare<br />
il comparto dell’edilizia. Quindi<br />
anche il Trentino à stato interessato<br />
dalla crisi, ma ha saputo reagire<br />
compensando le difficoltà di alcuni<br />
settori con il maggior dinamismo<br />
di altri.<br />
Anche se una vera e solida ripresa<br />
dell’economia è ancora lontana,<br />
non ci sono ragioni per pensare che<br />
questa capacità di reazione sia destinata<br />
ad indebolirsi. E ciò perché essa<br />
è frutto dell’intervento non di un<br />
solo attore, bensì di una pluralità di<br />
46<br />
elementi concorrenti. Un importante<br />
merito va certamente attribuito al<br />
governo provinciale che ha saputo<br />
intervenire con tempestività già<br />
nelle fasi iniziali <strong>della</strong> crisi. Ma esso<br />
ha potuto farlo ed essere efficace<br />
perché ha trovato la collaborazione<br />
degli attori economici e sociali del<br />
territorio: un sistema di imprese che<br />
ha evitato, non senza costi, di scaricare<br />
la crisi sui propri lavoratori e un<br />
sindacato che ha saputo privilegiare<br />
il dialogo con tutte le controparti.<br />
Ma soprattutto un sistema cooperativo<br />
che si è mosso per sostenere<br />
le imprese, ridurre gli effetti <strong>della</strong><br />
crisi sui consumatori e sostenere le<br />
iniziative <strong>della</strong> società civile. In particolare<br />
un sistema bancario, quello<br />
delle Casse Rurali, che ha condiviso<br />
la necessità di venire incontro alle<br />
difficoltà delle imprese riducendo<br />
sensibilmente il costo dei finanziamenti<br />
e accettando una riduzione<br />
dei propri margini.<br />
Un ottimo esempio di come può<br />
funzionare un’economia plurale<br />
con una elevata dotazione di capitale<br />
sociale, cioè con una presenza<br />
bilanciata di più attori diversi che<br />
collaborano nel rispetto delle rispettive<br />
specificità.<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
carlo.borzaga@unitn.it
«Occorre che chiunque accetta<br />
di assumere un mandato politico<br />
sia consapevole <strong>della</strong> misura e<br />
<strong>della</strong> sobrietà, <strong>della</strong> disciplina<br />
e dell’onore che esso comporta,<br />
come anche la nostra Costituzione<br />
ricorda (cfr art. 54)».<br />
Angelo Bagnasco.<br />
«Ci serve una nuova politica,<br />
il cui successo dipenderà da un<br />
nuovo atteggiamento collettivo,<br />
che ben si esprime nel concetto<br />
di “sobrietà”. Proprio come chi<br />
è sbronzo è incurante di sé e<br />
di ciò che lo circonda, così chi<br />
è sobrio è invece in grado di<br />
mostrare attenzione per sé e per<br />
la società».<br />
John Lloyd.<br />
umberto.folena@libero.it<br />
ORIZZONTI<br />
OPINIONI<br />
Impossibile non essere sobri<br />
di umberto Folena<br />
Il cardinale presidente <strong>della</strong><br />
Conferenza episcopale italiana e<br />
l’editorialista del Financial Times,<br />
ossia Bagnasco e Lloyd, si sono<br />
messi d’accordo? Difficile pensarlo.<br />
Ottimo: significa che attraverso<br />
percorsi diversi sono giunti<br />
alla medesima conclusione. Che<br />
potremmo riassumere in due punti.<br />
Primo: la sobrietà non è un lusso<br />
né uno sfizio, ma una necessità.<br />
Secondo: la sobrietà, anche esercitata<br />
individualmente, è sempre un<br />
fatto politico, ossia con ricadute<br />
sociali.<br />
Per la cooperazione – “sobria” per<br />
antonomasia, ossia per il suo programmatico<br />
non voler perseguire<br />
il profitto in quanto tale, ma sempre<br />
e soltanto in funzione dei soci<br />
e <strong>della</strong> comunità – è una buona<br />
notizia.<br />
Altra notizia, per chi fosse pronto<br />
a sogghignare di fronte alla restaurazione,<br />
da parte dei vescovi, di<br />
termini desueti come “disciplina”<br />
e “onore”. Qui i vescovi citano alla<br />
lettera la laica Costituzione repubblicana,<br />
che appunto all’articolo<br />
54 ricorda: «I cittadini cui sono<br />
affidate funzioni pubbliche hanno<br />
il dovere di adempierle con disciplina<br />
ed onore».<br />
47<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
Sulla sobrietà, su ciò che significa e sul suo valore, ci<br />
sarebbe da riempire tomi interi. Si scontrerebbero i<br />
fondamentalisti, che non vedono l’ora di imporre il<br />
loro stile di vita sobrio a tutti quanti; e i minimizzatori,<br />
per i quali la sobrietà è una virtù soltanto nei tempi<br />
di crisi, quando cioè ci sei costretto. La via mediana,<br />
ancora una volta, si rivela non mediocre e pusillanime,<br />
ma la più ardua, perché da coniugare con l’intelligenza<br />
e la mediazione, anziché con il dogmatismo.<br />
Per dirne una soltanto, ha ragione Chiara Saraceno<br />
quando ricorda, amaramente, che «la sobrietà nel<br />
consumo intesa come non spreco e attenzione alla<br />
qualità piuttosto che alla visibilità, è un atteggiamento<br />
che riguarda chi non è costretto dalla necessità, e<br />
rischia di creare nuove, più sottili forme di divisioni<br />
sociali». Paradossalmente, la sobrietà può essere un<br />
lusso per pochi… Tant’è che la stessa Saraceno preferisce<br />
spostare il discorso sui comportamenti pubblici:<br />
«Più sobrietà nelle dichiarazioni, nelle promesse e<br />
nelle accuse dei politici, ma anche nelle attese salvifiche<br />
nei confronti dei potenti di turno». E forse bisognerebbe<br />
chiedere sobrietà al mondo del calcio, a certi<br />
presidenti e certi allenatori e certi calciatori. Ma qui<br />
rischiamo un processo per eresia, o lesa maestà.<br />
Bisognerebbe – e questa è una sfida che la cooperazione<br />
sta in parte già raccogliendo – dar retta al sociologo<br />
Giampaolo Fabris: «Questa è la sfida: sostituire i<br />
beni di consumo con i beni di relazione. Bisognerà<br />
ripensare il tempo libero. Passare cioè dallo spendere al<br />
parlare, dal guardare le vetrine al guardarsi negli occhi.<br />
Non è facile, ma è una grande occasione».
OPINIONI<br />
LA PORTA APERTA<br />
Ciao Fabio, studioso di cooperazione<br />
di Franco de Battaglia<br />
La morte improvvisa di Fabio Giacomoni, a soli<br />
72 anni, comporta, assieme al profondo cordoglio<br />
personale, una riflessione sulla sua figura mite, ma<br />
capace di rivendicare estrema coerenza nel capire la<br />
storia per preparare il futuro.<br />
Giacomoni, a volte, poteva apparire ingenuo, nostalgico,<br />
tutto rinserrato dentro il suo mondo di studi,<br />
lontano dalle urgenze spesso drammatiche dei soci<br />
cooperativi, che non devono solo far quadrare il<br />
bilancio, ma impostare, sul<br />
bilancio, le scelte di una vita.<br />
Coltivare ancora un pezzo<br />
di terra? Vendere e chiudere<br />
tutto? In realtà Giacomoni<br />
sembrava spesso lontano dalle<br />
decisioni più attuali (e controverse)<br />
perché sapeva che le<br />
scelte economiche non possono<br />
mai diventare solo tecniche<br />
e funzionali, ma hanno<br />
bisogno di venir sorrette da<br />
scelte di vita. Ribaltava quindi<br />
i termini: prima un progetto<br />
per stare insieme, partecipare, fare comunità, poi<br />
l’economia per assicurare a quel progetto i mezzi<br />
necessari. La coerenza – che gli faceva voler bene<br />
anche dagli avversari – la applicava innanzitutto a<br />
se stesso. Era dirigente di prestigio quando piantò<br />
tutto perché sentiva il bisogno di studiare da capo il<br />
mondo <strong>della</strong> cooperazione e dell’agricoltura: sapeva<br />
che è un “primario” non solo economico, ma sociale,<br />
che senza agricoltura l’autonomia trentina sarebbe<br />
morta in pochi anni. Erano i primi anni Ottanta,<br />
quelli del rampantismo di chi si arricchiva. Fabio<br />
Giacomoni fece la scelta opposta, tornò a studiare,<br />
C’era una componente etica e<br />
sociale fortissima nei suoi studi.<br />
Voleva far capire che anche<br />
nei nuovi quartieri periferici,<br />
con gli immigrati, la Famiglia<br />
Cooperativa e la Cassa Rurale<br />
devono creare comunità, assieme<br />
ai servizi, altrimenti tutto si<br />
frantuma, si lacera nella rivalità,<br />
nell’odio. Non era nostalgia.<br />
Era profezia.<br />
48<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />
si conquistò il ruolo, sottopagato, di ricercatore universitario.<br />
Non gli interessava entrare in cattedra,<br />
ma capire.<br />
Oggi i temi cooperativi sono diventati alla moda fra<br />
gli accademici, ma allora la cooperazione era materia<br />
povera, considerata marginale. A Trento c’era forse<br />
solo Carlo Borzaga che teneva accesa la fiamma.<br />
Giacomoni pubblicò molto, a tratti in maniera forse<br />
un po’ troppo personalistica, ma seppe portare avanti<br />
la sua testimonianza, fra storia<br />
e attualità. Questo lo caratterizzava.<br />
Quando si richiamava<br />
alla solidarietà rispetto<br />
ai punti di ristorno, non lo<br />
faceva in maniera astratta, ma<br />
perché temeva che i soci delle<br />
Famiglie Cooperative si trasformassero<br />
in consumatori,<br />
che i contadini si riducessero<br />
a produttori-conferitori. E<br />
allora la cooperazione sarebbe<br />
finita, perché sul terreno<br />
degli interessi, del cinismo,<br />
<strong>della</strong> speculazione, gli “altri” sono più bravi. C’era<br />
una componente etica e sociale fortissima nei suoi<br />
studi. Non era nostalgia. Voleva far capire che anche<br />
nei nuovi quartieri periferici, con gli immigrati,<br />
la Famiglia Cooperativa e la Cassa Rurale devono<br />
creare comunità, assieme ai servizi, altrimenti tutto<br />
si frantuma, si lacera nella rivalità, nell’odio. E<br />
Giacomoni non voleva che i cooperatori si trasformassero<br />
in clienti servili o in consumatori plagiati.<br />
Non era nostalgia, era profezia. E’ il profondo testamento<br />
che Fabio Giacomoni lascia alla cooperazione<br />
che ha tanto amato.<br />
fdebattaglia@katamail.com
La previdenza<br />
è una scelta naturale.<br />
PensPlan Plurifonds:<br />
Il fondo pensione per un futuro sereno.<br />
NUMERO VERDE<br />
800 29 28 37<br />
www.plurifonds.it<br />
49<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 6 - g I u g N O 2 0 0 9<br />
Prima dell’adesione leggere la nota informativa. Regolamento su plurifonds.it