“L'io fragile: scacco o profezia?” La forza della ... - Cottolengo
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l’opera di Dio in lei. <strong>La</strong> sua grandezza sta proprio nel suo essersi fatta piccola! Perché ha<br />
detto un sì nella povertà, nella piccolezza. Ha guardato la piccolezza... Dio è l’Altissimo e<br />
non può che guardare in basso. Dio non ha occhi che per i piccoli, perché lui è l’altissimo.<br />
Chi si fa più grande di Dio, Dio non può guardarlo perché non riesce; non può guardare<br />
sopra di lui, perché il sopra non esiste! Ma soltanto sotto di lui, il piccolo dunque. Possiamo<br />
dire che la piccolezza è necessaria allo sguardo di Dio...<br />
Gedeone 2 , ultimo figlio <strong>della</strong> sua famiglia, senza una posizione sociale e senza pretese, è<br />
l’uomo che Dio sceglie per radunare e liberare il suo popolo estenuato per le continue razzie<br />
di Madian nelle montagne meridionali <strong>della</strong> Terra promessa. Niente lo predisponeva a tale<br />
impresa. «Come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono<br />
il più piccolo nella casa di mio padre» (Gdc 6, 15). Non in maniera eclatante e potente... ma<br />
in modo molto banale, anzi demandando il tutto a Gedeone stesso: «Va’ con la <strong>forza</strong> che è<br />
in te!» (Gdc 6, 14). Qui non si tratta di una <strong>forza</strong> che gli viene conferita, un potere o un<br />
carisma che risulta donato per sostenere la lotta; e non c’è nulla in Gedeone di<br />
particolarmente eclatante da poter pensare alla possibilità di chissà quale impresa, o da<br />
attirare l’attenzione degli uomini.<br />
Ma solo dove regnano la desolazione e il seguito di paure, di dubbi paralizzanti, di<br />
divisioni nel cuore degli uomini e tra loro, Dio rivela la sua presenza come gli amici<br />
sono soliti consolarsi tra loro (ES, n. 224).<br />
«Io sarò con te e tu vincerai», dice l’angelo a Gedeone (6, 16).<br />
<strong>La</strong> debolezza, la nostra umana fragilità diviene così il luogo teologico ed epifanico ove<br />
poter fare esperienza <strong>della</strong> presenza-azione di Dio in noi!<br />
Perché Lui può finalmente manifestarsi per quello che è: l’azione, che può manifestarsi<br />
solo nell’inazione; la misericordia, che si può manifestare solo nella miseria; l’amore che<br />
si può manifestare solo nell’inimicizia; la vita, che si può manifestare solo nella morte.<br />
Questo è Dio.<br />
Gedeone riconosce d’essere amato, e questo ‘basta’ per iniziare una vita nuova, in cui<br />
Gedeone smette di subire la sua vita per prendere in mano il suo destino e quello del suo<br />
popolo. Gedeone rinasce! Mettendo la sua fiducia in quelli che ha scelto, Dio fa crescere<br />
la <strong>forza</strong> che è in loro.<br />
Dio gli dice al cap. 7: «<strong>La</strong> gente che è con te è troppo numerosa perché tu possa vincere<br />
Madian». Gedeone, che ha un corpo d’armata di 32.000 uomini, deve far scendere il<br />
numero, per ordine di Dio, sino a trecento uomini, poi si potrà muovere. Ma con che<br />
armi? «Brocche vuote e fiaccole». Entrano nell’accampamento nemico, fanno gran chiasso e<br />
i nemici si auto-distruggono in un drammatico suicidio collettivo.<br />
L’uomo di Dio, una comunità, la Chiesa deve entrare nel territorio nemico,<br />
nell’ambiente del male, ma lo deve fare nella povertà, per evitare l’autocelebrazione, il<br />
2 Figlio di Ioas, di Ofra, e la famiglia di Abiezer, fu giudice di Israele per circa 40 anni liberandolo da Madian. Chiamato anche<br />
Ierubbaal (scritto anche Ierubbeset) perché sfidò il dio Baal. Dubitò <strong>della</strong> parola del Signore chiedendo due volte un segno<br />
miracoloso come conferma. Fu costretto da Dio a combattere con solo 300 uomini, invece delle migliaia nel suo esercito. Dopo la<br />
vittoria rifiutò di essere re e di iniziare una dinastia, perché solo Dio doveva regnare su Israele. Ebbe 70 figli, uno di cui,<br />
Abimelec, cercò di farsi re uccidendo i suoi fratelli. Ieter fu il primogenito Giudic 6:11-9:57; 1Sam 12:11; 2Sam 11:21; Eb 11:32.<br />
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