San Martino di Tours - Associazione culturale amici per la storia

stesso motivo gli altri vescovi lo accusarono
di essere un sostenitore dell'eresia.
Martino dovette difendersi e riuscì a ottenere
dall'imperatore l'impegno che
non sarebbe stato versato neppure il
sangue dei veri eretici. Invece, una
volta partito Martino alla volta di
Tours, anche per l'insistenza degli altri
vescovi presenti a Treviri, Priscilliano
fu condannato e giustiziato (386). Era la
prima volta che il potere statale versava il
sangue di un eretico. Ciò causò grande
scandalo in Martino e in sant'Ambrogio
che condannò questo fatto con parole
molto severe. Ma l'imperatore voleva far
uccidere anche i seguaci di Priscilliano. A
questo punto Martino dovette scendere a
un compromesso doloroso: per far recedere
l'imperatore dal suo proposito sanguinario,
dovette accettare di rientrare nella
comunione con i vescovi che avevano
contribuito alla condanna di Priscilliano.
Martino fu testimone di quel processo di
mescolamento delle motivazioni politiche
con quelle religiose, che darà origine a
molti capitoli dolorosi nella storia della
Chiesa. Gli imperatori avranno sempre la
tentazione di intromettersi nelle questioni
della Chiesa, con la scusa di assicurare l'ordine
pubblico e la pace. I papi e i vescovi,
avranno anch'essi una tentazione: quella
di chiamare il potere imperiale contro gli
avversari interni o gli eretici. Entrambi
questi modi di impostare le relazioni tra
Chiesa e Stato sono sbagliati e portano di
solito a gravi ingiustizie. Proprio contro
questo modo di fare, Martino diede la sua
testimonianza in favore della separazione
tra questioni religiose e politiche e difese
la sua posizione di non violenza.
San Martino di Tours
Croce astile,
(XVII secolo).
Argento
sbalzato.
Sondrio,
Museo
Valtellinese
di Storia e Arte.
Al centro,
la figura
di san Martino
a cavallo.
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