n.0 Giugno-Settembre 2012 - Ordine dei Medici di Salerno

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La nuova sfida dell’ospedale di Pagani: accogliere tutte le attività oncologiche Viaggia lungo il doppio binario dell’avanguardia scientifica e dell’attenzione personale, il reparto di Chirurgia dell’Ospedale “A. Tortora” di Pagani che negli ultimi dieci anni, sotto la direzione di Renato Giordano, ha incrementato l’attività oncologica divenendo area di attrazione specialistica. 85 interventi ambulatoriali, 45 ricoveri ordinari, 72 ricoveri in Day Hospital, 313 prestazioni ambulatoriali, 41 interventi ordinari: sono le prestazioni mensili del reparto che conta 11 posti letto per degenza ordinaria e 4 per il Day Hospital, con un organico di 11 chirurghi e 12 infermieri professionali. Circa 2mila i pazienti operati all’anno: unica attività chirurgica del presidio gode della condizione di utilizzare da sola le uniche due sale operatorie presenti. Purtroppo giusta l’intuizione del Primario di dare un’impronta specialistica oncologica al reparto, dove si registra una grande casistica di tumori al colon e al retto. Nel reparto si respira un clima di calorosa accoglienza e di attento servizio - ne è un esempio anche la scelta di contrassegnare le camere non con dei freddi numeri, ma con il nome di alcuni Maestri della medicina - e tutti gli operatori offrono il massimo. «I risultati ottenuti - sottolinea Giordano - sono legati essenzialmente alla tenacia e ai sacrifici di un gruppo che sin dall’inizio ha elaborato e condiviso un preciso programma di lavoro: intensa attività di formazione sia interna che esterna; acquisizione di nuove tecnologie; rafforzamento delle attività specialistiche ambulatoriali; elevazione dei DRG di alta complessità; aumento Sala operatoria del Polo Oncologico di Pagani dei trattamenti in Day Hospital e dimensionamento delle giornata di degenza straordinaria; implementazione dei vari protocolli terapeutici per meglio controllare le spese». Ora è pronta una nuova sfida: «accogliere tutte le altre attività oncologiche del territorio per intraprendere un nuovo comune cammino di lavoro a favore dei pazienti affetti da cancro». Giordano è infatti tenace promotore del Polo Oncologico che avrà sede nel nuovo stabile costruito proprio accanto al suo reparto. Due piani da 4mila metri quadrati coloratissimi con 200 posti letto, 4 sale operatorie dotate di tutti macchinari di ultimissima generazione, un’ala da rianimazione dotata di 10 postazioni: il nuovo Polo, visitato in anteprima e che presto sarà operativo, riunirà il team della Chirurgia di Pagani e quello che dell’UO di Onco-Ematologia di Nocera Inferiore. «Una congiunzione che darà vita ad un più utile e qualificato servizio - assicura Giordano - un nuovo orizzonte per chi vive il dramma di ospitare un tumore». Gilda Camaggio RENATO GIORDANO Renato Giordano ha iniziato il suo percorso professionale da assistente presso la Chirurgia Generale ex USL52 di Sarno. Nel 1989 è stato nominato aiuto corresponsabile presso la Chirurgia d’Urgenza dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Dirigente Responsabile della Chirurgia Generale di Pagani dal 2002, nel gennaio 2005 è stato nominato Direttore di Unità Operativa Complessa “Chirurgia Generale” DEA Nocera- Pagani, incarico quinquennale confermatogli a maggio 2010. Docente di Clinica Chirurgica al Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche dell’Università degli Studi di Napoli, nel corso della propria carriera ha eseguito migliaia di interventi sia di elezione che di urgenza. 10
186 11 ALFONSO MARIA D’ARCO Alfonso Maria D’Arco ha iniziato la sua carriera da assistente di Medicina Generale all’Ospedale di Pontremoli (MS). Dal 1994 è Primario di Medicina Interna all’Ospedale di Cava de’ Tirreni e dal 2000 Direttore dell’Unità Operativa di Medicina Interna ed Onco- Ematologia del Presidio Ospedaliero Umberto I di Nocera Inferiore. Già direttore del Dipartimento funzionale medico-chirurgico di Oncologia dell’ASL SA1, dal 2011 ha assunto l’incarico di coordinamento screening oncologici ASL Salerno. Professore a contratto alla Scuola di Specializzazione di Ematologia del Policlinico Federico II di Napoli ed alla Facoltà di Farmacia ed alla Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera dell’Università di Salerno. Anche in condizioni ambientali sfavorevoli è possibile raggiungere traguardi di efficacia ed efficienza: lo dimostra Alfonso Maria D’Arco, direttore dal 2000 dell’Unità Operativa di Medicina Interna-Oncologia-Ematologia dell’Ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. Un reparto articolato, frutto dalle diverse tappe riorganizzative dell’intera ASL che hanno dato vita ad una UO complessa: 32 i letti di degenza ordinaria, di cui 20 assegnati alla Medicina Interna (di cui è responsabile il dr. B. Fimiani) e 12 alla Oncologia ed Ematologia che, in più, dispongono di 18 posti letto per il Day Hospital (responsabili i dr. G. Grimaldi e C. Califano). Ben 186 gli autotrapianti praticati dal 2001 ad oggi per casi di leucemie acute, mielomi, linfomi e tumori germinali, con ottimi risultati sia in termini di outcome che di mortalità, inferiore - addirittura - alla media europea, nonostante un’età media dei pazienti - 66,5 anni - non certamente “favorevole”. Tra le diverse progettualità implementate, l’organizzazione di una squadra interdisciplinare di operatori dedicata alla gestione autonoma degli GIUGNO 2012 Poco personale e ottimi risultati autotrapianti in undici anni Gruppo di lavoro dell’Oncoematologia accessi venosi centrali, il collegamento con i principali centri di ricerca clinica nazionali e internazionali, e il supporto della sezione AIL di Salerno grazie alla quale vengono erogate borse di studio e/o contratti a progetto ad un piccolo staff di data manager, tra i più efficienti e professionali del territorio nazionale. «Tali progettualità sono state portate a termine - evidenzia il dottor D’Arco - nonostante, ad esempio, l’organico si stia progressivamente assottigliando (3 medici e 2 infermieri in meno, negli ultimi 6 mesi, solo dalla sezione del DH) senza che si intraveda possibilità di rimpiazzo; nonostante l’attività di Day Hospital, che registra oltre 10.000 accessi l’anno, venga esercitata in ambienti assolutamente inadatti alla tipologia dell’assistenza ed all’entità dell’utenza, e, ancora, nonostante l’insufficienza strutturale del reparto e le difficoltà di interlocuzione con la dirigenza. Tale condizione ambientale impedisce un’organizzazione consona alla entità della domanda e potrebbe essa stessa essere fonte di disservizi e di disagi per gli operatori e, soprattutto, per l’utenza». Anche sul trasferimento nel nuovo Polo a Pagani D’Arco tiene a precisare che «non è possibile pensare alla organizzazione di una realtà clinica complessa, quale è quella onco-ematologica, senza una adeguata “rete di protezione” dei pazienti. In generale per il futuro - aggiunge - un possibile scenario potrebbe essere la sempre più piena collaborazione con un territorio finalmente potenziato e dotato di strutture efficienti, creando nuovi rapporti di collaborazione tra le diverse realtà ospedaliere della provincia». Gilda Camaggio
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