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n.0 Giugno-Settembre 2012 - Ordine dei Medici di Salerno

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IL PARERE DELL’AVVOCATO GIUGNO <strong>2012</strong><br />

<strong>Me<strong>di</strong>ci</strong> e giuristi nel sistema sanitario<br />

Me<strong>di</strong>azione: occhio agli Stati Uniti<br />

L’art. 32 della Costituzione si è<br />

affermato come estensione privatistica<br />

del principio per il<br />

quale il bene salute è tutelato soprattutto<br />

come <strong>di</strong>ritto fondamentale dell’in<strong>di</strong>viduo.<br />

Ne consegue che, in<br />

tema <strong>di</strong> relazione tra me<strong>di</strong>co e paziente,<br />

il consenso <strong>di</strong> quest’ultimo venga<br />

inteso quale momento in<strong>di</strong>spensabile<br />

perché il citta<strong>di</strong>no possa esercitare<br />

il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre del proprio corpo<br />

e <strong>di</strong> tutelare la propria salute.<br />

In tal senso si rinvengono anche<br />

significative espressioni legislative e<br />

sovranazionali, quali la Convenzione<br />

sui Diritti dell’Uomo e la Biome<strong>di</strong>cina<br />

(Oviedo 4 aprile 1977), ovvero la<br />

Carta Europea del Diritti Fondamentali<br />

dell’Uomo (Nizza 4 <strong>di</strong>cembre<br />

2000). Ciò significa che il sanitario<br />

è alieno da responsabilità cosiddetta<br />

oggettivizzata per il solo fatto<br />

della sua prestazione, se non nei casi<br />

<strong>di</strong> colpa grave e dolo.<br />

La prospettiva è interessante e apre la<br />

via al sempre più auspicabile <strong>di</strong>ritto<br />

fraterno in ambito sanitario (Resta,<br />

2002).<br />

In tale contesto qualche serrata critica,<br />

in vista <strong>di</strong> una migliore prassi<br />

applicativa, va elevata nei confronti<br />

del d.lgs. 4 marzo 2010 in tema <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>azione finalizzata alla conciliazione<br />

delle controversie civili e commerciali<br />

anche per le ipotesi <strong>di</strong> risarcimento<br />

<strong>dei</strong> danni derivanti da<br />

responsabilità me<strong>di</strong>ca.<br />

Il legislatore nel definire la me<strong>di</strong>azione<br />

non ha valorizzato l’aspetto proce<strong>di</strong>mentale,<br />

lasciato all’esperienza<br />

autoregolativa degli organismi, ma la<br />

sola finalità stessa dell’attività, ossia<br />

l’assistenza alle parti nella ricerca <strong>di</strong><br />

una composizione non giu<strong>di</strong>ziale<br />

della controversia.<br />

Ciò non è esaustivo e si veda perché.<br />

L’idea <strong>di</strong> una conciliazione stragiu<strong>di</strong>ziale<br />

viene dagli Stati Uniti, dove nelle<br />

cosiddette multidoor court house<br />

si è stabilito che è indubitabile che<br />

in un sistema complesso come quello<br />

sanitario la mera tutela processua-<br />

23<br />

Cecchino Cacciatore<br />

le è rigida, mentre la me<strong>di</strong>azione<br />

guarda con maggior duttilità ed apertura<br />

agli interessi e comportamenti<br />

metagiuri<strong>di</strong>ci, affidati al consenso tra<br />

le parti che per sua natura deve tenere<br />

presene il rapporto tra condotta<br />

me<strong>di</strong>ca e complicanze.<br />

In questo contesto, la privatizzazione<br />

del rapporto me<strong>di</strong>co-paziente,<br />

<strong>di</strong>scendente dalla concezione dell’art.<br />

32 della Costituzione <strong>di</strong> cui sopra,<br />

esalta un approccio <strong>di</strong>verso dalla<br />

automaticità della responsabilizzazione<br />

del sanitario e della criminalizzazione<br />

imme<strong>di</strong>ata <strong>dei</strong> suoi comportamenti<br />

che troverebbero, appunto,<br />

scriminanti nella volontà consensuale<br />

del paziente.<br />

Art. 32<br />

In tali casi, il ruolo del me<strong>di</strong>atore<br />

dovrebbe essere attivo, ancora prima<br />

che decisorio.<br />

Dovrebbe avere il compito <strong>di</strong> spingersi<br />

alla valorizzazione dell’accordo<br />

eventuale, rinvenuto a prescindere<br />

dalla colpevolizzazione, partendo dal<br />

presupposto che per un determinato<br />

trattamento è stato liberamente ed in<br />

modo ampio fornito un consenso<br />

consapevole anche in riferimento ai<br />

margini economici riconosciuti dalla<br />

copertura <strong>di</strong> esso.<br />

Il problema che, allora e in conclusione,<br />

si pone è che il me<strong>di</strong>atore per<br />

la materia sanitaria non potrà che<br />

essere costituito da un organo composto<br />

da un giurista, un me<strong>di</strong>co legale<br />

ed un me<strong>di</strong>co specialista. Solo<br />

costoro, congiuntamente, potranno<br />

effettuare una preliminare <strong>di</strong>samina<br />

valutativa della domanda al fine <strong>di</strong><br />

rinvenire – esclusi i casi <strong>di</strong> colpa grave<br />

e dolo – il bilanciamento tra le<br />

aspirazioni del beneficiario del trattamento,<br />

il suo benessere psico-fisico<br />

(alleanza terapeutica) ed i rischi connessi<br />

che, in tal modo, andranno<br />

reputati cosa <strong>di</strong>versa ed autonoma da<br />

automatismi risarcitori.<br />

Cecchino Cacciatore<br />

“ La Repubblica tutela la salute<br />

come fondamentale <strong>di</strong>ritto dell’in<strong>di</strong>viduo<br />

e interesse della collettività, e garantisce<br />

cure gratuite agli in<strong>di</strong>genti.<br />

Nessuno può essere obbligato a un<br />

determinato trattamento sanitario se non<br />

per <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> legge. La legge non<br />

può in nessun caso violare i limiti<br />

imposti dal rispetto della persona<br />

umana<br />

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