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Corpi fuori luogo, ovvero perché il cinema<br />

italiano non sa che farsene del teatro<br />

Dario Zonta<br />

I rapporti e gli scambi (di professioni, immaginario, linguaggi e metodi)<br />

tra il teatro di ricerca e il cinema italiano contemporaneo sono<br />

pochi e modesti nei risultati. Pur allargando lo spettro al massimo<br />

(da Martone fino a Motus e Teatrino Clandestino) ed escludendo,<br />

per intenderci, attori ronconiani alla Galatea Ranzi e Massimo Popolizio<br />

o registi alla Scaparro (che pure un film ha fatto, America,<br />

tratto da Kafka, ma come semplice ripresa dell’omonimo spettacolo<br />

teatrale), non rimane che una manciata di esempi. Ognuno di questi<br />

è, a modo suo, fallimentare, tanto da far sospettare che l’incontro<br />

mancato sia anche impossibile.<br />

Dall’analisi dei pochi casi di registi e attori del teatro di ricerca<br />

chiamati dall’industria cinematografica, anche quando più consapevolmente<br />

sperimentale, si intuisce che i due soggetti non possono<br />

dialogare, che le differenze sono troppe, che i mondi non si guardano.<br />

Anche nel caso (tutto da verificare) che produttori e registi di cinema<br />

frequentino il teatro e ne conoscano le espressioni, le ricerche<br />

linguistiche, le innovazioni e gli scardinamenti, l’immaginario e la visionarietà,<br />

non è detto che riescano anche solo a immaginare come<br />

far entrare in dialogo quell’universo (così alto, spesso ostico, anche<br />

intimamente chiuso alle logiche della narrazione e della recitazione)<br />

con la consuetudine del cinema nostrano, che sia medio (quasi sempre)<br />

o, raramente, coraggioso, d’autore. Non usiamo il termine cinema<br />

sperimentale, o di ricerca, perché nell’Italia dell’ultimo decennio<br />

non vi sono esperienze simili, e gli ultimi veri esploratori sono Alberto<br />

Grifi e Gianikian-Ricci Lucchi.<br />

Il dialogo, se così vogliamo definirlo, potrebbe avvenire su diversi<br />

livelli. Escludiamo da subito (e da qui, a cascata, s’irradia il problema)<br />

la possibilità che il cinema italiano tragga ispirazione, intuizione,<br />

slancio dalle esperienze del teatro di ricerca. Motivo immediato: la<br />

sperimentazione delle punte della nostra avanguardia (Motus, Socìetas<br />

Raffaello Sanzio, Albe, Teatrino), oltre a essere radicata in una ri-<br />

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