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Mauro Caselli, “«Bisogna isolare una cosa perché ... - WebLearn

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c’è un’insistenza rilassata nella autodecostruzione, in contrasto con quell’affanno per<br />

l’unità dell’opera precedente, e soprattutto in attrito con l’idea di morte, tipicamente<br />

associata in Svevo al concetto di “dissoluzione”. Tuttavia, pur mancando il lavorio di<br />

revisione, la sanzione della ragione letteraria - che sola consente all’autore di ottenere la<br />

propria forma espressiva tipica - vi si possono individuare alcune peculiarità rispetto al<br />

tema in questione. La negazione viene a perdere di peso, mentre si raffinano alcune<br />

modalità differenziali d’espressione. Interessante è l’uso delle congiunzioni avversative,<br />

attenuate sensibilmente della loro funzione, con importante compito proprio<br />

dell’epanortosi:<br />

Avevo fatto bene baciando la mano di Ada o avevo fatto male di non<br />

baciarla anche sulle labbra? (La coscienza di Zeno, Svevo 2004a, 715).<br />

Presto m’accorsi che con lui non dovevo parlare ma che di lui potevo fidarmi<br />

(Un contratto, Svevo 2004a, 1092).<br />

Non è indiscreto ma intelligente per cui gli fu possibile di un mio lieve<br />

cenno per intendere tutto (Umbertino, Svevo 2004a, 1186).<br />

Non si poteva dire ch'egli amasse qualcuno, ma egli amava intensamente<br />

tutta la vita, gli uomini le bestie e le piante, tutta roba anonima e perciò tanto<br />

amabile (Corto viaggio sentimentale, Svevo 2004b, 530).<br />

Anche i fenomeni iterativi vengono ulteriormente elaborati. Le figure retoriche relative<br />

tendono nelle ultime opere a svilupparsi al di là del livello di frase, andando a strutturare<br />

la pagina in un orizzonte macrostrutturale:<br />

Ogni malessere che sentisse il signor Aghios lo diceva vecchiaia, ma<br />

pensava che <strong>una</strong> parte di tale malessere gli venisse dalla famiglia. Sta bene<br />

che vecchio come ora non era mai stato, ma mai s'era sentito, oltre che<br />

vecchio, anche tanto ruggine. E la ruggine proveniva sicuramente dalla<br />

famiglia, l'ambiente chiuso ove c'è muffa e ruggine (Corto viaggio (…),<br />

Svevo 2004b, 504).<br />

Pare che ricordare non sia <strong>una</strong> vera azione. Il ricordo lo si subisce immobile.<br />

Chi ricorda e chi è ricordato s'immobilizzano (Corto viaggio (…), Svevo<br />

2004b, 535)<br />

Di questo ampliamento d’orizzonte risente anche la negazione:<br />

La chiamai ed essa venne fino alla porta per dirmi a bassa voce due volte:<br />

“No! No!”. Dovetti retrocedere ed i cani ringhiarono <strong>perché</strong>, non aspettando<br />

di vedermi tanto presto, credettero non fossi io. Mi coricai, ma non seppi<br />

dormire e alla mattina mi domandai: “Perché non la truffai ancora? Perché<br />

non le promisi di sposarla purché mi aprisse quella porta?”. Così m'avviai<br />

alla decisione nuova senza saperlo (Corto viaggio (…), Svevo 2004b, 588).<br />

In questi ultimi testi, assumono forte rilevanza le costruzioni chiasmatiche, già<br />

presenti invero ne la Coscienza, ma ancora non debitamente perfezionate. La funzione è<br />

quella di temperare il contrappunto antitetico, la statuizione della separatezza, nel

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