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Mauro Caselli, “«Bisogna isolare una cosa perché ... - WebLearn

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pensiero, nel carattere ricorsivo della parola che si manifesta concettualmente. A livello<br />

di contenuto, la ripetizione inerisce al tema della memoria, che in Svevo assume<br />

importanza crescente nel tempo. Ne La coscienza di Zeno, il suo porsi come<br />

autobiografia, come rimemorazione di sé, ricalca l’idea di scrittura come ripetizione, ma<br />

anche come differenza, come lavorio espressivo in absentia (Derrida 2002d). Sempre<br />

Derrida osserva opport<strong>una</strong>mente che iterazione deriva da iter, ”nuovamente”, ma anche<br />

dal sanscrito itara, che sta per “altro” (1997b, 403 – 404).<br />

La pagina di Svevo segue questa traccia e, ponendosi nella prospettiva<br />

dell’espressione, declina la ripetizione come forma minima negativa. Essa va inoltre ad<br />

assumere qui anche il ruolo di assorbire la componente di trascendenza che prima aveva<br />

espresso lo iato ontologico fra gli enti. 13<br />

Anche l’ironia di Svevo può essere collegata al fenomeno di reiterazione, <strong>perché</strong><br />

la ripetizione appartiene allo humor e all’ironia; essa è per sua natura<br />

trasgressione, eccezione, poiché esibisce sempre <strong>una</strong> singolarità contro i<br />

particolari sottomessi alla legge, un universale contro le generalità che fanno<br />

legge (Deleuze 1997, 12). 14<br />

Svevo quindi ora procede verso <strong>una</strong> contesa con il reale attuata attraverso lo<br />

stemperarsi della contesa stessa. Come accennato, in lui il discorso rimane al di qua di<br />

ogni consapevolezza concettuale, e la sua rimane <strong>una</strong> ripetizione “vestita”, elaborata<br />

attraverso un uso irriflesso delle forme retoriche.<br />

Anafora:<br />

assentí alla prima malsicura promessa, assentí riconoscente alla seconda e<br />

assentí anche al mio terzo proposito, sempre sorridendo. (La coscienza di<br />

Zeno, Svevo 2004a, 824).<br />

Epifora:<br />

Avevo perduto un momento favorevole e sapevo benissimo che certe donne<br />

ne hanno per <strong>una</strong> volta sola. A me sarebbe bastata quella sola volta. (La<br />

coscienza di Zeno, Svevo 2004a, 904).<br />

Il vecchio sorrise, con un poco d'amarezza, ma sorrise (La novella del buon<br />

vecchio (…), Svevo 2004b, 479).<br />

Epanadiplosi:<br />

Il vino preso come cura era già di troppo o volevo oramai tutt'altro vino. (La<br />

coscienza di Zeno, Svevo 2004a, 870)<br />

13 Si ricorda ancora Deleuze, quando scrive che “se la ripetizione è possibile essa inerisce al miracolo<br />

piuttosto che alla legge” (Deleuze 1997, 9).<br />

14 Riguardo alla scrittura, va ricordato che “l’origine di <strong>una</strong> sequenza non è l’osservazione della realtà,<br />

ma la necessità di variare e di superare la prima forma che si sia presentata all’uomo, cioè la ripetizione”<br />

(Barthes, 1991, 121 - 122). A ciò va aggiunto quanto scrive Eduardo Saccone, il quale sottolinea che per<br />

Svevo “l’arte, la letteratura sembra consistere non in <strong>una</strong> imitazione o un’invenzione, ma in <strong>una</strong><br />

ripetizione” (Saccone, 38).

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