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Vol 8 - N° 2 - AIDA

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_____________________<br />

2000<br />

<strong>Vol</strong>. 8 – n. 2<br />

LA CITOLOGIA SECONDO PAPANICOLAU<br />

NELLA DIAGNOSI DELLE MALATTIE A<br />

TRASMISSIONE SESSUALE<br />

Luca Salimbeni, Dermatologo, Firenze<br />

Maria Michela Spiriti, Ist. Scienze Biologiche, Università degli Studi di Firenze<br />

VITILIGINE: COSA C'È OLTRE LA<br />

FOTOTERAPIA? POSSIBILITÀ TERAPEUTICHE<br />

MEDICHE NON FOTOINDOTTE<br />

Roberto Castelpietra, Resp. Servizio Dermatologia Istituti Clinici di<br />

Perfezionamento, Milano<br />

ISTIOCITOSI A CELLULE DI LANGERHANS:<br />

PRESENTAZIONE DI UN CASO<br />

Annalisa Patrizi, Federica Bianchi, Pietro Morrone, Federico Bardazzi,<br />

Dipartimento di Medicina Clinica Specialistica e Sperimentale, Sezione di Clinica<br />

Dermatologica (Responsabile Prof. C. Varotti)<br />

Roberta Burnelli, Dipartimento di Scienze Pediatriche Mediche e Chirurgiche<br />

Unità Operativa Pediatria (Prof. Paolucci)<br />

Elisa Varotti, Clinica Dermatologica Università di Ferrara, (Responsabile Prof. A.<br />

Califano)<br />

SU DI UN CASO DI COLLAGENOSI<br />

PERFOANTE REATTIVA ACQUISITA (ARPC)<br />

E. Tsoureli, * I. Ghersetich, T. Lotti, Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />

Università degli Studi di Firenze<br />

* Istituto di Scienze Dermatologiche, Università degli Studi di Siena<br />

LA CAPILLAROSCOPIA NELLA<br />

SCLERODERMIA<br />

Sebastiano Pugliese, Dermatologo Ambulatoriale, Bari<br />

IMPIEGO DI UNA CREMA ANTIOSSIDANTE<br />

NEL TRATTAMENTO DELLA DERMATITE<br />

SEBORROICA DELL' ADULTO<br />

Laura Atzori, Maria Angela Brundu, Caterina Ferreli, Clinica Dermatologica<br />

Università di Cagliari (Direttore Prof. P. Biggio.)<br />

EMODIALISI E ISOTRETINOINA<br />

C. Pravettoni, Dermatologo Ambulatoriale, I.C.P. Milano<br />

A.F. De Vecchi, Responsabile della Dialisi peritoneale Divisione di Nefrologia e<br />

Dialisi I.R.C.C.S, Ospedale Maggiore, Milano<br />

DISCHERATOSI ACANTOLITICA: ASPETTI<br />

ISTOLOGICI E CORRELAZIONI CLINICHE<br />

A cura di Giulio Ferranti<br />

DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO DA<br />

DIMAGRANTI<br />

A cura di Claudio Brusi


LA CITOLOGIA<br />

SECONDO PAPANICOLAU<br />

NELLA DIAGNOSI<br />

DELLE MALATTIE A<br />

TRASMISSIONE SESSUALE<br />

PRIMA PARTE<br />

o!>-GGIORNAMENTI<br />


atori (3) della fase quiescente del viru , che sono aumentati di volume<br />

e offrono l'immagine di una zona centrale poco colorata,<br />

omog n a, con cromatina addensata al di sotto della membrana nudear<br />

che appare ispessita all'osservazione microscopica;<br />

• inclu ioni intranucleari eosinofile o anfofile, sia multiple di piccola<br />

taglia disseminate nel nucleo, sia uniche di dimensioni più<br />

grandi, che occupano gran parte del volume nucleare, circondate<br />

da un alone chiaro (inclusioni tipo A di Cowdry) (Fig. 2), quadro<br />

che sarebbe indicativo di infezione herpetica produttiva (4);<br />

• pre nza di grandi cellule malpighiane multinucleate dalle forme<br />

irregolari (cellule giganti sinciziali con rapporto nucleocitoplasmatico<br />

fortemente alterato e confini cellulari sfumati) (Fig. 3);<br />

• presenza di corpi inclusi basofili;<br />

• fondo del preparato di tipo infiammatorio, con presenza di essudato<br />

ricco di leucociti ( Tab. 3).<br />

La sen ibilità del Pap test per l'infezione herpetica può essere calcolata<br />

intorno al 79% per le lesioni cutanee, all'81 % per le lesioni<br />

mucose dell'uomo e 010 al 52% per le lesioni mucose o cervicovaginali<br />

della donna (5) ( Tab. 4).<br />

HPV<br />

Attualm nte la diagnostica dell'infezione da HPV comprende numero<br />

e tecniche: citologiche, istologiche, di ibridizzazione molecolare,<br />

immunoenzimatiche, cliniche (colpo e peno copia). Il Pap test è, fra queste, sicuramente<br />

il test più emplice per la diagnosi dell'infezione clinicamente occulta. Questa<br />

tecnica deve e sere, però, eseguita, allestita ed interpretata nel miglior modo possibile,<br />

utilizzando i criteri morfologici specifici per l'HPV già proposti da Meisels (6,7): coilocito<br />

i, di cheratosi, ipercheratosi, paracheratosi. Il Pap test deve essere utilizzato<br />

come primo approccio diagnostico per le infezioni da HPV riservando le indagini più<br />

oH ticate alla ricerca e ai ca i particolarmente selezionati.<br />

L'infezione da HPV è motivo di grande interesse oncologico per la scoperta di ceppi<br />

che pre entano una notevole aggressività biologica: l'esame citologico oltre a scoprire<br />

l'infezione clinicamente silente, svolge in questo ambito un ruolo fondamentale di<br />

Fig. 2, HSV2 in fase attiva: Fig. 3, HSV2: cellula gigante<br />

inclusi eosinofilì virai i intranucleari<br />

Q!\GGIORNAMENTI<br />


comparsa di aree avascolarizzate tanto più e te e quanto più alto è l'indice di gravità,<br />

con profondo sovvertimento della disposizione spaziale. Si verifica progre ivamente il<br />

fenomeno di desertificazione del campo capillaroscopico che sottende i quadri clinici più<br />

de truenti (Fig. 4). In questa fa e, in cui si verifica un profondo rimaneggiamento del tesuto<br />

connettivale, il quadro strumentale si caratterizza per il ri contro di grossi capillari<br />

neoformati, eccentrici e polimorfi circondati da aree desertiche avascolarizzate. Tratta i<br />

di elementi neoformati espressione di vera neoangiogenesi. Tutte le alterazioni sin qui<br />

descritte sono il risultato dell'alterato rapporto microvasculotissutale presente in questa<br />

malattia. Come già accennato innanzi, le alterazioni microvasali, valutabili con la capillaro<br />

copia, sono pandistrettuali e riscontra bili, specialmente nella fase organica della<br />

malattia, a livello della superficie estensoria degli arti, del volto, del décolléte, delle<br />

mucose labiali, gengivali e vaginali o a livello congiuntivale. In tutte queste altre sedi,<br />

quello che colpi ce dapprima l'esaminatore, è la<br />

profonda alterazione dell'angiotettonica che, come<br />

ormai più volte acclarato, è sede- pecifica. Infatti, ad<br />

e empio, a livello della regione zigomatica e malare<br />

ri ulta completamente compaginata la rete a piccolemedie<br />

maglie descritta dal tessuto microvasale distrettuale<br />

con compar a di gro solane teleangiectasie, risconrrabili<br />

pe so, anche clinicamente, a livello della superficia<br />

estensoria delle dita, degli arti e del décolléte.<br />

Que te teleangiectasie, capillaroscopicamente parlando,<br />

ono notevolmente diverse rispetto a quelle caratterizzanti,<br />

ad esempio, la couperose o la rosacea (Fig.5).<br />

Infatti, si evidenziano vasi, in genere venule post-capillari,<br />

notevolmente sfiancati con decorso talora serpigino<br />

O ma sui quali non convergono altri vasi più piccoli<br />

come invece avviene nei pazienti affetti dalle menzionate patologie o portatori di teleangiecta<br />

ie e senziali. Il quadro capillaroscopico evoca la morfologia di un albero al quale<br />

iano stati potati tutti i rami più piccoli (Fig.6). Questo è l'epifenomeno del contestuale<br />

rimaneggiamento microvasale e tissutale. Il reperto capillaroscopico testè descritto è del<br />

re to molto simile, anche se più accentuato e diffuso, a quello riscontra bile nel fotodanneggiamento<br />

dove il rimaneggiamento connettivale, sia pure con diverse manifestazioni,<br />

rappresenta il punto focale del quadro clinico. A livello della mucosa labiale, nonchè a<br />

livello gengivale e vaginale, peculiare è il disarrangiamento dell'angiotettonica con preenza<br />

di megacapillari con morfologia estremamente variegata e difforme da quella normale<br />

per il distretto esaminato. Questi megacapillari convoluti e pleiomorfi appaiono<br />

immer i in aree desertiche in cui l'aspetto capillaroscopico prevalente è l'edema interstiziale<br />

che pesso rende il campo inesplorabile con il semplice e tradizionale capillarocopio.<br />

In tal caso è di estrema importanza il potere usufruire<br />

di specifici software per la gestione delle immagini<br />

che permettono un adeguata visualizzazione dei quadri<br />

microvasali, altrimenti non verificabili. A livello,<br />

invece, della uperficie estensoria delle gambe o degli<br />

avambracci, si riscontra uno sfiancamento del plesso<br />

ub-papillare e delle venule collettrici. Non si evidenziano,<br />

empre nelle fa i più avanzate ed aggressive, i capillari<br />

papillari che nei soggetti normali, in questa sede,<br />

aggettano all'interno o all'esterno della rete poligonale<br />

de critta dai capillari dispo.sti sui diversi piani sovrastanti.<br />

In queste zone, il quadro strumentale è caratterizzato,<br />

inoltre, dalla presenza di massive microemorragie con<br />

con eguenti depositi emosiderinici perivasali. La deserti-<br />

47<br />

•<br />

Fig. 5<br />

Regione zigomatica:<br />

teleangiectasia<br />

in soggetto affetto<br />

da couperose.<br />

Fig. 6<br />

Regione zigomatica:<br />

teleangiectasia<br />

in soggetto sclerodermico.<br />

Derma/ologia<br />

: mbl.llatOrlale


Q!


CASO CLINICO<br />

Il paziente 1. E. di 44 anni giunse per la<br />

prima volta all'osservazione nella primav<br />

ra del 1998 p rché affetto da moltissimi<br />

anni da un'acn nodulo ci tica assai grave<br />

localizzata preval nt ment al tronco.<br />

Dall'anamne i patologica r mota ri ultavano<br />

dal 1972 num ro e coliche renali<br />

per ca lcolosi bilaterale con conseguenti<br />

epi odi di pi lonetrite che cronicizzandoi<br />

portò nel 1991 ad una insufficienza<br />

renal . el 1992 riscontro di ipen ensione<br />

arteria a. Dal 1996 il pazi nte venne<br />

eguito dai nefrologi del Centro di<br />

efrologia e Dialisi del Padiglione Croff.<br />

del Policlinic di Milano. Dal luglio 1997<br />

venn ottopo to a dialisi p ritoneale per<br />

l'aggravar i d l1'in uffici nza renale.<br />

Quando giun e al mio ambulatorio il<br />

paziente era in diali i peritoneale da circa<br />

un ann .<br />

Alla gravità d Il'obi ttività cutanea i<br />

aggiungeva un not vole stato di offerenza<br />

per la menomazione estetica dovuta<br />

all'acn ed il paziente appariva più preocupato<br />

d Ila patologia cutanea che di<br />

qu Ila renàl (NB: il pazient i ra fatto<br />

tatuare la cute per nascondere la cicatrice<br />

chirurgica al fianco sn.). Data la gravità<br />

dello stato generale e l'incalzare dell'estate,<br />

pur avendo pen ato ad un trattamento<br />

con i otr tinoina, pre i tempo impostando<br />

una t rapia topica e contattai il nefrologo<br />

ch lo stava curando .<br />

Da una prima ricerca bibliografica apprei<br />

eh e i t vano 0 10 due pubblicazioni<br />

rigua rdanti il trattamento di pazienti in<br />

emodiali i 0 ,2) e per più di un anno non<br />

ho pill avuto notizi dal pazi nt h ,<br />

come seppi successivamente, per una<br />

car a efficacia della dialisi peritoneale era<br />

tato ottopo to dall'ottobre del 1998 ad<br />

emodiali i. Venivano utilizzati filtri con<br />

membrane sintetiche ( T 1408) e bagno<br />

di dialisi con tampone bicarbonato. Tale<br />

trattamento ra b n tollerato anche e il<br />

paziente non accettava limitazioni dietetiche<br />

con conseguenti importanti aumenti<br />

ponderali interdialitici e scarso controllo<br />

della pressione aneriosa.<br />

Il ig. 1. E. è tornato da me nell'ottobre del<br />

1999 in ondizioni stazionarie per quanto<br />

riguardava la cute sempre più motivato<br />

ad una t rapia orale, quindi dopo accordi<br />

con il nefrologo ed una sauri nt piegazione<br />

sul farmaco, viste le buone condizioni<br />

generali decidiamo di incominciare<br />

la terapia con isotretinoina.<br />

Il pe o del paziente i è sempre mantenuto<br />

intorno ai 59 Kg. Gli e ami ematochimici<br />

mo tra vano: una anemia id ropenica,<br />

con azotemia 97, prot ine 7.3, albulTIÌne<br />

3.2, creatinina 10.6, potassio 6.7, nella<br />

norma funzionalità epatica e lipidi., positività<br />

HCV.<br />

Abbiamo iniziato la t rapia ad un do aggio<br />

di 40mg die per il primo mese ed<br />

abbiamo continuato la terapia per i cinque<br />

mesi successivi ad un dosaggio di<br />

50mg die con una dose cumulativa totale<br />

di 144mg/ Kg.<br />

Dal monitoraggio degli esami ematochimici<br />

è emerso un discreto aumento dei trigliceridi<br />

(259) nei primi tre mesi di terapia<br />

che ono ulteriormente aumentati fino a<br />

399 alla fine della terapia enza un corrispettivo<br />

aumento della colesterolemia<br />

totale ma con una significativa riduzione<br />

della frazione HDL del colesterolo( da 46<br />

a 34 mg/ dl). La funzionalità patica si è<br />

mantenuta nella norma e non i ono<br />

osservate variazioni ignificative di creatinina,<br />

azotemia ed elettroliti. Il pazi nt ,ha<br />

ben tollerato il farmaco e non è stato<br />

ne ce ario utilizzare cosmetici idratanti,<br />

ne lacrime altificiali. Le lesioni cutanee<br />

dopo un notevole miglioramento iniziale<br />

hanno mostrato una lieve recrude cenza<br />

al quarto mese di t rapia ed attualmente,<br />

ad un mese dalla o pensione, sono<br />

migliorate in maniera oddi fac nte.<br />

Al un l i ni ci tiche più grandi ( 3-4<br />

cm.) non sono regredite e ne ce itano di<br />

un trattamento chirurgico. Permangono<br />

notevoli e iti cicatriziali ed un modesto<br />

eritema sulle pregre e lesioni cistiche.<br />

DISCUSSIONE<br />

In letteratura sono stati pubblicati lavori<br />

riguardanti il trattamento con isotretinoina<br />

sia di pazienti con trapianto renale, che<br />

con insufficienza renale.<br />

Secondo alcuni autori è necessario avere<br />

nei pazienti trapiantati molta cautela nell'utilizzo<br />

del retinoide per il rischio di<br />

rigetto (7,8) d'altro canto tutti concordano<br />

61<br />

A cu ra di<br />

Nerella Petrini<br />

E-mail: petrinin@ftbcc.it<br />

Dermatologia<br />

Ambrllarorlale


A cura di<br />

Claudio Brusi<br />

E-mail crimannu@tin.it<br />

Aprile/Glugllo<br />

2000<br />

68<br />

el marzo di questo anno i è pre entata<br />

alla no tra osservazione una ragazza di 27<br />

anni che pre entava alla regione addominale,<br />

anteriore e posteriore, ai glutei ed alla<br />

radice delle co ce delle lesioni eritematove<br />

cicolo e ed eritemato-squam e a limiti<br />

non ben definiti, confluenti in chiazze<br />

talune di alcuni centimetri ed accompagnate<br />

oggettivamente da intenso prurito (Fig.<br />

1 e 2). Da notare una zona di risparmio<br />

Dermatite allergica<br />

bermuda<br />

della dermatite in corrispondenza dell'area<br />

ricoperta dagli lip. Tali lesioni erano prenti<br />

da circa tre mesi ed alla diagno i<br />

generica di eczema veniva consigliato alla<br />

paziente una terapia a ba e di steroidi, per<br />

via locale e g n rale, ed antistaminici. La<br />

terapia ri olveva parzialmente temporaneamente<br />

la clinica che puntualmente i<br />

ripresentava alla o pen ione della te a.<br />

Ogni recidiva era caratterizzata da una<br />

maggiore int n ità e ad un allargamento<br />

dell'area int re ata.<br />

L'e ame allergologico eseguito mediante<br />

patch test con gli apt ni della serie GIRCA<br />

evidenziava orprendentemente una po itività<br />

nei confronti della fenil- -isopropilparafenilendiamina<br />

(IPPD), un aptene<br />

della gomma. Da una ulteriore anamnesi<br />

guidata dal ri ultato dell'esame allergologico<br />

si copriva ch la paziente dal dicembre<br />

1999 indossava, su con iglio di una sua<br />

alnica estetista, durante le edute in paletra<br />

e mentre donniva un paio di bermuda<br />

in gomma eia ticizzata nera. La sospensione<br />

dell'u o di tali pantaloncini era eguita<br />

dalla compar a totale della dermatite.<br />

La fenil- -isopropil-parafenilendiamina<br />

trova largo impiego come antiossidante<br />

Fig. 1<br />

Lesioni eritemato-squamose con vescicolazione<br />

localizzate alla coscia e al fianco destro<br />

Fig. 2<br />

Particolare delle lesioni localizzate alla superficie<br />

mediale della radice della coscia destra

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