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Vol 8 - N° 4 - AIDA

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_____________________<br />

2000<br />

<strong>Vol</strong>. 8 – n. 4<br />

BODY IMAGE E COSMESI<br />

Simonetta Giorgini, Maria Cristina Melli, Dipartimento di Scienze<br />

Dermatologiche, Università di Firenze<br />

LE TERAPIE DELL'ALOPECIA AREATA<br />

Tiziana Di Prima, Funzionario tecnico medico, Università di Catania<br />

Roberto D'Ovidio, <strong>AIDA</strong> – GIT Gruppo Italiano di Tricologia, <strong>AIDA</strong><br />

LA CITOLOGIA SECONDO PAPANICOLAU<br />

NELLA DIAGNOSI DELLE MALATTIE A<br />

TRASMISSIONE SESSUALE<br />

Luca Salimbeni, Dermatologo, Citologo, Firenze<br />

Maria Michela Spiriti, Ist. Scienze Biologiche, Università degli Studi di Firenze<br />

IL NEVO DI BECKER<br />

A proposito di tre casi clinici<br />

Claudio Guarneri, Francesco Cona, Luciano Mavilia, Istituto di Dermatologia<br />

Policlinico Universitario di Messina<br />

ORTICARIA IN ETÀ PEDIATRICA<br />

Annalisa Patrizi, Pietro Morrone, Federica Bianchi, Federico Bardazzi,<br />

Dipartimento di Medicina Clinica Specialistica e Sperimentale, Sezione di Clinica<br />

Dermatologica (responsabile Prof. C. Varotti)<br />

IL METRONIDAZOLO TOPICO NEL<br />

TRATTAMENTO DELLA ROSACEA<br />

Gino Antonio Vena, Nicoletta Cassano, Dipartimento di Clinica Medica,<br />

Immunologia e Malattie Infettive Sezione di Dermatologia, Università degli Studi di<br />

Bari<br />

HERPES ZOSTER PEDIATRICO:<br />

PRESENTAZIONE DI UN CASO IN UN<br />

LATTANTE<br />

Giulio Quercia, Dermatologo Sulmona (AQ)<br />

DERMATOLOGIA E ACCREDITAMENTI<br />

Antonio Pelliccia, Economista, consulente di Direzione per le Strategie di Impresa e<br />

per la Gestione Strategica delle Risorse Umane, Milano<br />

ISOTRETINOINA E SEBOREGOLAZIONE<br />

A cura di Gian Luigi Giovene<br />

LA PAPILLOMATOSI<br />

A cura di Giulio Ferranti<br />

REAZIONI AVVERSE CUTANEE DA<br />

FARMACI: IL RUOLO DELLE INDAGINI<br />

ALLERGOLOGICHE<br />

Laura Atzori, Coordinatore <strong>AIDA</strong>-Sardegna


BODY IMAGE E COSMESI<br />

L'importanza dei cosmetici nella percezione e nelle<br />

modificazioni della body image per migliorare l'inside<br />

view che sottintende una buona immagine di sè<br />

1/ lente è più profondo di ciò che appare superficiale"<br />

H EGEL<br />

L<br />

a pelle ha una funzione protettiva generale ed è una zona erogena; è la parte<br />

ternam nte visibile dell'organismo, dunque il luogo ove si esprimono i conflitti<br />

riguardanti l'esibizionismo, è uno stato simpaticotonico in cui si esplicano gli<br />

quiva l nti dell'ang scia, p r cui I modificazioni d ll'aspetto est rior ono co tantem<br />

nt f nt di vivaci rifle i somatopsichici. La percezione della truttura e delle modificazioni<br />

della struttura di qualsiasi organo interno non condiziona la psicologia individuale<br />

come accade invece per la pelle. Ogni alterazione di quest'ultima provoca una<br />

obiettiva variazione dell'assetto corporeo dell'individ uo e q uindi incide sull 'immagin<br />

che egli ha del proprio corpo, in varia misura a seconda di come questa si è strutturata<br />

in tà p icologicamente formativa . e deriva che tutto quello che ne modifica l'a p tt<br />

acquista una ril vanza psicologica (1).<br />

La lingua gr ca di tingu I cure del corpo (cosmetiché tecn ) che in generale designano<br />

l'art di abb Ilir i (gioielli, abiti, pettinatura), le pratiche di pulizia e gli accorgimenri<br />

di prevenzione medica, dal trucco vero e proprio (commotiché tecne) lezioso ed<br />

c s ivo, dominio delle cortigiane. Invece la cosmetica (etimologicamente = ordine ma<br />

anche ornamento, decorazione) è una disciplina cientifica che fa parte della m dicina,<br />

il uo scopo è quello di preservare il corpo che la natura ha donato (2).<br />

II prototipo della gran dama è offerto da Caterina Sforza autrice degli Experimenta, il<br />

volume è un repertorio di intrugli di bellezza, farmacopea e magia.<br />

el 1578 Agnolo Firenzuola recitava cosi: "Una bella donna è la cosa più bella che si<br />

pos a ved re e la bellezza è il dono più grande concesso da Dio all'umana creatura poiché<br />

grazie alla bellezza eleviamo lo spirito alla contemplazione ed in essa nasce il desiderio<br />

dell cose celesti" (2) (3)<br />

Pierre Larnelle nell'01'nment des dames declamava: "Una volta creata la donna dalla<br />

co rola di Adamo, Dio le donò una bellezza incorruttibile. Ma lei la perse poiché mangiò<br />

la mela del diavolo, ricevendo ne grande vergogna. Le dame di oggi, vedono svanire,<br />

loro malgrado, gran parte della propria bellezza. Una donna, che da ragazza era tutta<br />

bianca ro a, b lli sima, non appena maritata dice addio ai suoi bei colori". (1)<br />

ell'Ottocento si ha la consacrazione definitiva della cosme i con la richiesta che proviene<br />

non solo da parte degli aristocratici ma anche dei borghesi, donne e uomini.<br />

È madame Lucas che nel 1890 fonda quello che è ritenuto il primo I tituto di Bellezza,<br />

naturalmente a Parigi, ed Helena Rubistein, nata a Cracovia nel 1870, deve essere coniderata<br />

la prima imprenditrice della bellezza di questo secolo (4). Lei era solita affer-<br />

SUMMARY<br />

The skin is an organ of communication, and from earliest times Man has modified the appearance of<br />

this organo It is well known that the elements of appearance that have the greatest influence in inter­<br />

personal relations are attractiveness, beauty, and sexual attraction. The face receives most attention<br />

and remains longer in memory. The fact that the face has this importance is reflected in active possi­<br />

bilities that permit manipulation or modification through proper advice on the use of cosmetics.<br />

11<br />

nAGGIORNAMENTI<br />

c:5rCASI CLINICI<br />

SIMONETTA GIORGINI<br />

MARIA CRISTINA MELLI<br />

Dipartimento di Scienze<br />

Dermatologiche<br />

Università di Firenze<br />

DermcI/ofog;a<br />

AmbultllOriale


per onalità spesso diventano estetiste ed<br />

coinvolgono a loro volta altre donne con<br />

imili tratti di personalità (14).<br />

All'opposto ci sono donne con acne in fase<br />

attiva che non si creano alcun problema.<br />

Pazienti con la sindrome di Millard imparano<br />

a riprodurre il loro original problema di<br />

pelle o t ndono a mimarlo.<br />

Cercano cosi di provocare una specie di<br />

"emotional strokes" e possibilmente la impatia<br />

dei familiari stretti o degli amici. on<br />

è raro vedere donne infelici che si presentano<br />

.rip tutamente con una dermatite da<br />

co metici. Quest donne sanno di essere<br />

allergiche ai profumi o ai vari conservanti<br />

presenti n i loro cosmetici o ai trucchi, alle<br />

tintur ma continuano lo stesso ad usare<br />

que ti prodotti, in vari periodi, per manipolare<br />

i loro partner.<br />

Ci ono, d'altra parte, altre donne che sono<br />

incapaci di viv re senza mettersi un gran<br />

numero di co metici di ogni tipo o<br />

quant'altro, sulla pelle e specialmente sul<br />

vi o. Queste donne sono abituate ad usare<br />

i co metici e possono viluppare una dermatite<br />

da contatto. Il patch test svela la<br />

fonte di sen ibilizzazione ma per la loro<br />

o e ione sono incapaci di smettere di<br />

metterli. on è raro che quando si presentano<br />

per e eguire il patch test portino da 30<br />

a 40 diver i tipi di cosmetici ed ogni volta<br />

che vanno a fare shopping comprino creme<br />

idratanti o vari prodotti.<br />

Alcune, poi, sviano il dermatologo applicandosi<br />

pigmenti sulla pelle. Questo comportamento<br />

rivela una dermatite artefatta e<br />

si è osservato su bambini che sono vittime<br />

della indrome di Munchausen. Le madri che abusano di loro tendono a mimare la malattia<br />

della pelle nei bambini come parte del loro generale folle comportamento.<br />

Donne con dismorfofobia o con "dermatological non disease"si lamentano di disordini<br />

fisici che vedono solo loro. È un disordine nella percezione della body image, esse i<br />

lamentano di bruciore, eccessivo rossore e untuosità al viso, di troppa peluria agli zigomi,<br />

larghi pori e cicatrici. Si preoccupano della caduta dei capelli, del bruciore urente al<br />

capillizio di notte e di giorno. In realtà, non ci sono manife tazioni obiettive. Sono solo<br />

donne depress con tendenza suicida che presentano spesso disordini di personalità:<br />

chizofrenia ed in tarda età vanno incontro alla demenza.<br />

III piano psicologico-sociale il fatto che un buon a petto esteriòre tenda ad identificari<br />

empre con alti livelli di po izione sociale ed economica di chi lo esibisce, spinge a<br />

valorizzare certi particolari dell'estetica per mantenere lo status symbol, a di capito del<br />

lI0 ignificato più naturale di richiamo sessuale.<br />

Abbellire il corpo può divenire un rituale esibizionistico e competitivo che non prelude<br />

ad alcun contatto se uale e sentimentale. (3)<br />

Talune pratiche cosmetiche corrispondono realmente ad una volontà di miglioramento<br />

15<br />

Q!'


LE TERAPIE<br />

DELL' ALOPECIA<br />

AREATA<br />

egli ultimi anni molto si è aggiunto alla conoscenza degli eventi patogenetici che<br />

ottendono la comparsa della Alopecia Areata (AA) e come diretta conseguenza<br />

si è a sistito ad un perfezionamento dell'approccio terapeutico. Tuttavia un rimedio<br />

icuramente efficace, soprattutto per quanto attiene le forme più estese a tutt'oggi non<br />

e i te. Questo perché ci troviamo a gestire una malattia che può esitare in guarigione,<br />

anche enza terapia, così come evolvere in una forma severa, resistente a qualunque trattamento.<br />

Abbiamo inoltre una letteratura prodiga di dati, difficili però da confrontare e<br />

valutare perché i riferiscono a gruppi di pazienti arruolati con criteri di inclusione differenti<br />

da un gruppo di studio ad un altro, valutati con criteri di efficacia spesso soggettivi,<br />

ottopo ti a terapie con il medesimo farmaco ma con protocolli diversi.<br />

Premesso ciò, l'impianto terapeutico deve basarsi su una strategia organizzata, in qualche<br />

modo plasmata sul ingoIo paziente e deve tenere conto di alcune regole generalmente<br />

valide: la AA associata ad atopia, la varietà ofiasica, l'AA che esordisce in età<br />

pediatrica presentano tutte una minore risposta alla terapia.<br />

Per tracciare quelle che si vanno configurando come linee guida di terapia, possiamo per<br />

convenzione considerare due gruppi di pazienti, a seconda che l'area di alopecia intere<br />

i più o ineno del 50% del cuoio capelluto (1).<br />

, elle forme di Alopecia Areata con interessamento inferiore al 50% sono proponibili le<br />

opzioni di Tabella 1.<br />

Di cutibile ma contemplata anche l'astensione terapeutica, considerando la frequente<br />

po ibilità di una ricrescita spontanea.<br />

CORTISONICI<br />

i utilizzano in prima battuta steroidi di classe I di potenza,<br />

in ocdu iva. A livello delle sopracciglia o della barba<br />

- zone più resi tenti al trattamento - teroidi di classe II:<br />

il numero dei tubi utilizzati mensilmente quantifica la<br />

terapia. ebbene esista un 0 10 studio controllato (2), la<br />

corticoterapia topica è ampiamente utilizzata nella pratica<br />

clinica, soprattutto nei bambini. Unico effetto collaterale<br />

degno di rilievo la follicolite.<br />

Con la terapia intralesionale i corticosteroidi vengono ommini<br />

trati attraverso una siringa da 3 rrù con ago 30 gauge.<br />

i inietta nell'area alopecica il triamcinolone acetonide (5lO<br />

mg!ml) a dosi pari o inferiori a 0.1 mI in corrispondenza<br />

del derma medio, a distanza di un cm l'uno dal-<br />

SUMMARY<br />

...AGGIORNAMENTI<br />

(5i(CASI CLINICI<br />

TIZIANA DI PRIMA<br />

Funzionario tecnico<br />

medico<br />

Università di Catania<br />

(mitichezia@<br />

Iycosmail. com)<br />

ROBERTO D'OVIDIO<br />

<strong>AIDA</strong> - GIT<br />

Gruppo Italiano di<br />

Tricologia ,<strong>AIDA</strong><br />

(robdovi@tin.it)<br />

PAZIENTI CON PERDITA < 50%<br />

• Corticosteroidi<br />

• Minoxidil sol. 5%<br />

. Oitranolo<br />

• Minoxidil + Corticosteroidi topici<br />

• Minoxidil + Oitranolo<br />

• Immunoterapia topica<br />

Although most patients with Alopecia Areata have a good prognosis and can be successfully tre a ­<br />

ted with available medications as we review in this report. treatment can be slow and emotio­<br />

"11Iy difficult. Early recognition. intervention involving systemic. topical and/or intralesional the­<br />

flpy, and education can provide patients with comforting reassurance about eventual recovery.<br />

17 Der ma/%gio<br />

Ambulatoriale


Qp..GGIORNAMENTI<br />

(XCASI CLINICI<br />

20<br />

OflObro/Dlce= •<br />

LE TERAPIE DELL'ALOPECIA AREATA<br />

20 giorni un test di provocazione con l'allergene opportunamente diluito (fa e di elicita·<br />

zione). L'1-5% dei pazienti non si sen ibilizza.<br />

• Si procede quindi applicando settimanalmente u metà cu io capelluto la oluzione.<br />

La concentrazione di allergene varia dallo 0,0001% al 2% e viene stabilita in base alla<br />

ri po ta ottenuta. Per un buon risultato terapeutico deve necessariamente prodursi una<br />

r azione con eritema, de quamazione e prurito di grado lieve. L'applicazione su un emi·<br />

lato del cuoio capelluto permette di evidenziare sia la ricrescita spontanea- che può veri·<br />

ficarsi nel 7% del casi- sia il fenomeno di "arroccamento" castling phenomenon, cioè la<br />

ricrescita dei capelli a distanza dal sito di applicazione del topico (4%).<br />

Una particolare variante di questo fenomeno fu os ervata e d cumentata n I 1986 da<br />

Panizza pre o la Clinica Dermatologica di Catania (9): in 5 pazienti con Alopecia<br />

Universal l'applicazione del SADBE venne effettuata sulla regione sottoscapolare sini·<br />

stra, interessando una superficie cutanea di l O cm 2 circa. Nei 3 pazienti re ponders, la<br />

ricrescita fu preponderante e precoce all'emiscalpo, alle ciglia al opracciglio contrala·<br />

t rali (de tra).<br />

In un altro caso, trattando la zona mediana del dorso si ottenne la ricre cita nella zona<br />

mediana d I cuoio capelluto (osservazione per onale-fig.1).<br />

Ottenuta la ricrescita nel lato trattato, si procede ad applicare il prodotto su tutto il cuoio<br />

capelluto . Per minimizzare gli effetti collaterali, le applicazioni v ngono g n ralmente<br />

praticate da personale sanitario.<br />

Questa descritta è una metodologia standard,che può variare ulla base dell' perienza<br />

personale: alcuni ensibilizzano applicando il prodotto sul brac io (area di 1 cm 2 ), altri,<br />

tabilita la diluizione ottimale, lasciano che il paziente esegua le applicazioni a domicilio.<br />

e la ricrescita si presenta stabile per un periodo di 3 mesi, i inizia a discontinuar la<br />

terapia fino alla totale sospensione nell'arco di 9 me i; al fine di vitare le r cidive, alcu·<br />

ni procedono con sedut di mantenimento. Si con iglia di non uperare i 3 anni di terapia.<br />

Con le opportune cautele è po ibile trattare l'area delle opracciglia.<br />

e non si otti ne alcuna ri po ta dopo 30 settimane, la maggior parte degli Autori conid<br />

era la t rapia inefficace, sebbene in casi isolati siano state segnalate ricre cite anche<br />

dopo periodi più lunghi.<br />

, durante il corso della terapia si verifica la tolleranza all'allergene e cio ' ono nece -<br />

arie concentrazioni superiori al 2% per ottenere una reazione adeguata, i può ricorrere<br />

alla sonuninistrazione di 1,2 gr di cimetidina per os allo copo di ristabilire la sensibilizzazion<br />

.<br />

La percentuale di efficacia nei vari studi varia dal 4% all'85% con il DPC, al 17%-70% con<br />

il ADBE, al 25%-80% con il il D CB.<br />

Questi dati si riferiscono a pazienti che dopo la terapia hanno p tuto togliere la parrucca.<br />

Gli studi di f ollow-up condotti su pazienti trattati ono pochi riportano percentuali di<br />

successo variabili; mediamente si può considerare che a 6 me i dalla so pensione, il 10%<br />

recidiva totalmente; il 43% recidiva a chiazze e il 37% mantien la ricrescita.<br />

ei pazienti con AA in chiazze con intere amento inferiore al 40%, l'immunoterapia non<br />

i è dimostrata più efficac del piace bo (si pre urne per la piccata tendenza alla risoluzion<br />

pontan a di que te forme).<br />

Gli effetti collaterali contemplano: la linfoadenopatia cervicale doloro a, reazioni eczematose<br />

localizzate o generalizzate, orticaria, depigmentazion , iperpigmentazione, edema<br />

del cuoio capelluto, febbre, artralgie (lO).<br />

Il m ccanismo d'azione ipotizzato è quello della competizione antigenica: la reazione<br />

allergica prodotta genererebbe linfociti T suppres or che interI' rirebbero in modo aspecifico<br />

sulla reazione autoimmunitaria contro i costituenti del follicolo p il ife ro , probabilmente<br />

attraverso la produzione di citochine come la IL lO. La ute trattata con l'immunostimolante<br />

mostra una riduzione del rapporto CD4/ CD8 peribulbare che passa da 4: 1


o!\GGIORNAMENTI<br />

",-CASI CLINICI<br />

22<br />

OIlObre/Dice= I<br />

LE TERAPIE DELL'ALOPECIA AREATA<br />

CORTlCOSTEROlOl SlSTEMICI<br />

Si sono dimo trati efficaci nella terapia delle forme severe di Alopecia Ar ata. ella maggior<br />

parte dei ca i si assiste però ad una rapida recidiva una volta sosp so il trattamento.<br />

In con iderazione inoltre degli effetti secondari a lungo termine andrebbero riservati<br />

a casi particolari: alopecie con rapida evoluzione in forma totale/ universale.<br />

Lo schema di terapia a dosi scalari prevede da 0,5 a 1 mg/ Kg/ die di prednisone per una<br />

decina di giorni, da diminuire gradatamente e sospendere in otto settimane. Gli effetti<br />

collaterali sono prevedibili ma transitori: aumento di peso e alterazioni dell'umore. Viene<br />

riportata una efficacia inferiore al 40% ed un alto tasso di recidiva alla ospensione o già<br />

alla riduzione della dose omministrata, per questo motivo viene considerata una tera pia<br />

di emergenza, da as ociare ad una strategia terapeutica a più ampio respiro con i trattamenti<br />

topici o la PUVA-terapia.<br />

Un esempio lo si trova in uno studio in doppio ci co su pazienti con forme estese di<br />

alopecia, trattati per 6 settimane con prednisone a dosi scalari . Per altr 14 settimane a<br />

seguire un gruppo applicava 3 volte al giorno una lozione a ba e di minoxidil 2%, un<br />

secondo gruppo una lozione placebo. Un terzo gruppo applicava 2 volte al giorno la<br />

lozione di minoxidil 2% contestualmente e uccessivamente alla terapia corti co teroidea.<br />

Il trattamento attivo si dimostrava realmente efficace nel limitare la perdita dei capelli<br />

post-terapia steroidea, mentre non vi era alcun effetto terapeutico additivo n ll'associazion<br />

tra i due trattamenti (15).<br />

Un protocollo di terapia proponibile nelle forme attive/ esten ive, per pazienti di peso<br />

maggiore ai 60 Kg potrebbe essere il seguente: una dose iniziale di 40 mg di prednisone/<br />

die per una settimana, da ridurre inizialmente di 5 mg a ettimana fino al raggiungimento<br />

dei 20 mg, e di 5 mg ogni 3 giorni fino alla sospensione. Si associano: l'applicazione<br />

di minoxidil 5% due volte al giorno e infiltrazioni di triamcinolone acetonide ogni<br />

4-6 settimane. La terapia topica, con o senza le infiltrazioni, andrebb protratta ben oltre<br />

la sospensione del cortisone. elle forme attive ma meno estensive si può iniziare con<br />

20 mg di predni one fino alla stabilizzazione del quadro clinico, da ridurre successivamente<br />

di 1 mg/ die fino alla sospensione (16).<br />

Un recente impiego degli steroidi sistemici è rappresentato dalla somministrazione in boli.<br />

La terapia in boli mensili è stata fatta oggetto di numerosi studi che hanno fornito risultati<br />

incoraggianti tanto negli adulti quanto nei bambini. Diversi gli schemi di terapia proposti:<br />

uno dei più collaudati prevede per gli adulti 250 mg di m tilprednisolone IV, 2<br />

volte al giorno, per 3 giorni e di 5mg/kg 2 volte al giorno per 3 giorni consecutivi nei<br />

bambini, con risposte positive rispettivamente in 6 mesi e in 12 mesi ed effetti collaterali<br />

di lieve entità.<br />

In particolare i pazienti con alopecia multifocale mostrano la migliore risposta e le recidive<br />

comparse in alcuni si giovano di un secondo ciclo di terapia.<br />

I pazienti con ofiasi rispondono parzialmente ad un primo ciclo di terapia, ma possono<br />

migliorare i risultati dopo un secondo ciclo.<br />

I pazienti con alopecia totale/ universale sono i meno responsivi, con effetti parziali dopo<br />

un mese, miglioramenti al terzo ed al sesto me e. In alcuni soggetti considerati non<br />

responsivi, si è osservata la ricrescita tra il nono ed il sedicesimo me e dopo la sospensione<br />

della terapia.<br />

Un secondo schema prevede un unico bolo mensile di 300 mg di prednisolone per os<br />

nei pazienti di età superiore ai dodici anni e di betametasone sodio fosfato alla dose<br />

equivalente a 5 mg/Kg di prednisolone nei bambini di età superiore ai tr anni. I boli<br />

vengono ripetuti fino ad ottenere una ricrescita cosmeticamente valida, che si verifica già<br />

a 6 mesi nel 60% dei casi.<br />

Gli effetti collaterali sono minimi: vertigini transitorie, cefalea, bruciore epigastrico (17).<br />

Infine è da citare la pulse-therapy con miniboli di steroidi. Si somministrano 5 mg/die di<br />

desametasone per i pazienti di età superiore ai dodici anni e 2.5- 3.5 mg nei bambini,<br />

per due giorni consecutivi la settimana e per un periodo minimo di 3 mesi. Anche con


LA CITOLOGIA<br />

SECONDO PAPANICOLAU NELLA<br />

DIAGNOSI DELLE MALATTIE<br />

A TRASMISSIONE SESSUALE<br />

INTRODUZIONE<br />

L<br />

e MT hanno, subìto negli ultimi anni una notevole evoluzione. Dalle cinque classiche<br />

infezioni veneree (gonorrea, ifilide, ulcera molle, linfogranuloma venereo<br />

e granuloma inguinale) si è passati oggi ad una ben più vasta serie di patologie i<br />

cui agenti eziologici sono rappresentati da più di 20 microorganismi di natura sia batterica<br />

che virale O). Oggi le MTS non virali sono infezioni considerevolmente diffu e e la<br />

loro incidenza appare in aumento, probabilmente a cau a della sempre maggiore diffuione<br />

di alcuni fattori predisponenti come la contraccezione orale e locale, le terapie antibiotiche<br />

che alterano l'ecosistema vaginale, la maggior libertà es uale etc ...<br />

I principali agenti biologici vengono riconosciuti nella Candida albicans, Trichomonas<br />

vagina li , Gardnerella vaginalis e Chlamydia Trachomatis: ad essi vengono attribuite circa<br />

il 90% di tutte le vaginiti.<br />

II "gold standard" per la diagnosi di queste infezioni è dato dall'esame in coltura e da<br />

tecniche di immunofluorescenza per la Chlamydia Trachomatis. Il Pap Test non rappreenta<br />

ertament un importante presidio diagnostico in questo di gruppo di infezioni, ma<br />

può volgere ugualmente un ruolo primario nel riconoscimento di alcune di queste patologie<br />

(2). Esso può essere di grande utilità nella diagno i in pazienti asintomatiche volgendo<br />

cosi un compito chiave nella diagno i precoce di que te infezioni.<br />

In que ta trattazione riepilogheremo i criteri citodiagnostici delle MTS non virali più<br />

importanti, concludendo cosi la pubblicazione cominciata dalle patologie virali.<br />

TRICHOMONAS VAGINALIS<br />

Il Trichomona vaginalis è un organismo unicellulare flagellato. Il suo aspetto è fusiforme.<br />

Esso si presenta di grandi dimensioni 05x25 micron). Da una delle due zone apica<br />

li fuorie cono quattro flagelli di lunghezza circa doppia rispetto al protozoo. Altre<br />

caratteristiche sono: nucleo anteriore vicino ai flagelli, assostilo e membrana ondulante.<br />

L'a sostilo attraversa il microorganismo per tutta la sua lunghezza, si erge all'esterno a<br />

imulare una coda, e, probabilmente, funge da organo di adesione sulle cellule.<br />

La trichomoniasi è ritenuta una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse non<br />

virale (3). In Italia la percentuale di portatrici si aggira intorno al 20% (4), anche e, probabilmente,<br />

il numero di pazienti affette è più alto. È anche documentata la sua trasmis-<br />

SUMMARY<br />

The authors of this study aim to outlining the base principles of Papanicolau's cytodiagnostics in<br />

sexually transmitted diseases. In particular, the study provides information on the correct methods<br />

that allow dermatologists to read cytological preparations and use them to prevent and diagnose the<br />

main sexual infections. Furthermore, the study highlights the importance of the Pap test as initial<br />

dialnostic approach in some sexually transmitted diseases, besides underlining its easy-to-use, affor­<br />

dable and rapid features. The Pap test cannot replace the more sophisticated and accurate diagnosis<br />

techniques emplyoed in molecular biology, but is however a useful and unique complement of them.<br />

nAG.GIORNAMENTI<br />


In una eri di pubblicazioni la citologia mostrava una sensibilità variabile dal 17 al 95%<br />

e una p cificità del 61-100% (23).Le differenze sono dovute principalmente anche ai<br />

diversi criteri diagnostici utilizzati dagli Autori.<br />

All'osservazione microscopica, noi potremo vedere alterazioni specifiche, legate alla<br />

pre enza della c.T., e aspecifiche, dovute alla flogosi da essa indotta. Solitamente il preparato<br />

pre enta un fondo "sporco" con marcati segni di flogosi come un elevato numero<br />

eli leucociti. Alcuni ritengono che la presenza di linfociti "trasformati" (di dimensioni<br />

doppie risp tto ad un piccolo linfocÌta) abbia un alto valore predittivo di inf zio ne (24).<br />

Il reperto caratt ri tico è la presenza di vacuoli intracellulari (Fig. 7).<br />

E i possono esser singoli o multipli. Hanno aspetto rotondeggiante o a .mezzaluna e<br />

comprimono il nucleo qualora occu pino totalmente il citoplasma. Appaiono otticamente<br />

vuoti o a contenuto disomogeneo e può essere pres nte un corpo incluso fortemente<br />

basofilo.<br />

CONCLUSIONI<br />

Come abbiamo vi to in queste esposizioni, il Pap test non è esame diagnostico dirimente<br />

per tutte le malattie a trasmissione sessuale ma è, senza dubbio, il primo corr tto<br />

approccio per la diagnosi e la prevenzione di queste malattie. Il suo corretto utilizzo<br />

nello screening delle MTS è importante anche nell'identificare i gruppi a rischio. È quindi<br />

un e ame diagnostico preliminare necessario per la prevenzione e la cura di queste<br />

malattie, riservando casi selezionati alle diagnostiche di laboratorio più sofisticate e<br />

costose (Tab. 1).<br />

PAPTEST<br />

SEMPLICE<br />

DI RAPIDA ESECUZIONE<br />

BASSO COSTO<br />

31<br />

)AGGIORNAMENTI<br />

CASI CLINICI<br />

De,omalolo8itl<br />

Ambll/a/orlale


INTRODUZIONE<br />

IL NEVO DI BECKER<br />

A proposito di tre casi clinici<br />

Segnalato per la prima volta da B cker (1949) (1) com "melano i as ociata ad ipertricosi<br />

in corrispondenza di n vu uniu lat ri " a proposito di du casi di per 0naie<br />

osservazione, il nevo di Becker (sinonimi: m lano i di B ck r, n vo p loso<br />

pigm ntato di B ck r) co tituisce, a tutt'oggi, una entità nosologica sui generis e ben<br />

definita, pr val nte in età peripuberale, clinicamente rappresentata da una lesio ne pigm<br />

ntaria maculo-pa pulosa, di dimensioni variabili fino a parecchi centimetri, a lirrtiti fumati<br />

e margini netti , elettivamente localizzata a cavallo della regione mammaria e scapolo-omerale.<br />

Certamente sottostimata (poco più di 100 casi riferiti in I tt ratura), a pr valente incidenza<br />

nel s sso ma chi! (M:F=5:1), talora a carattere familiare (2), sporadicamente congenita,<br />

l'aff zione colpisce circa 1'1% della popolazione, esordisce di solito tra i 13 e 26<br />

anni (n I 25% dei casi conseguente a fototrauma) e, pur se raramente, si associa ad alterazioni<br />

di ari organi ed apparati (amartomi del tessuto muscolare liscio e connettivale,<br />

pina bifida, asimmetria degli arti , coliosi, sterno carenato, leiomio Il'li multipli, nevo<br />

com Ioni o, cr to acc orio, cap zzolo soprannumerario, ipoplasia della ghiandola<br />

mammaria omolat rale, linfangioma) (3-6).<br />

QUADRO CLINICO<br />

Il quadro clinico è contraddistinto da un'ampia area maculo-papulo a, (in m dia 125<br />

cm l ), limiti fumati e margini netti, superfici spesso di aspetto verrucoide e talvolta con<br />

note follicolitiche o acneiformi, di colorito variabile dal marrone chiaro al marrone<br />

bruno; in oltr la m tà dei casi, l'area è ricoperta da peli (7).<br />

e ne pos n , comunqu , di tinguere fondamentalmente 3 varianti:<br />

a) forma lo pigm ntaria;<br />

bl componente pigmentaria assai modesta e marcata ipertricosi;<br />

c) lipo mi to, nel qual si os ervano in ugual rrtisura le due componenti.<br />

Gen ralmente a intomatico, si accompagna a prurito nel 5% dei casi.<br />

Localizzazioni elettive risultano la regione mammaria (nel 40% dei casi) e quella scapolo-omerale<br />

(nel 45% dei casi), anche se spesso vengono entrambe interessate, sì da configurare<br />

una sorta di asimmetrica "mantellina"; sedi rare la regione lombo-sacrale, gli arti,<br />

l'addome e il viso (che comprendono complessivamente il restante 15% dei casi).<br />

QUADRO ISTOPATOLOGICO<br />

Il quadro i topatologico perm tte di delineare le caratteristich principali del nevo di<br />

Becker, ch non è un n vo n vocellular , tradizionalment int so, bensì un n vo amar-<br />

SUMMARY<br />

Becker's nevus is a common benign pigmentary amarthoma, a ppearing as a hyperpigmented, brown, mo­<br />

nolateral area, usually localized in scapulo-humeral and mammary regions. Asymptomatic, only sporadi­<br />

cally itchy, arising mostly in puberty, three varieties can be distinguished, marked by a variable prevalence<br />

ofthe pigmented or hypertrichotic components. The case reports we present offer an opportunity to focus<br />

our attention on a easy-to-diagnostic clinical entity not as yet etiopathologically completely clarified.<br />

33<br />

o!,GGIORNAHENTI<br />


tazione dei valori ematici di androgeni (testosterone libero e totale, FSH, LH, PRL, 17-<br />

OH Pg, DHEA-S), p unch-biopsy e relativo esame istologico (fig.2).<br />

In tutti i casi esaminati gli esami ematologici si sono rivelati nella norma e il pattern i tologico<br />

ha omogeneamente evidenziato acantosi, papillomatosi di grado variabile, marcata<br />

iperpigmentazione dello strato basale, discreta omogeneizzazione dei fasci collageni<br />

e, relativamente alle forme ipertricotiche, aumento della densità dei follicoli piliferi,<br />

peraltro normo trutturati.<br />

CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI<br />

Ad etiopatogenesi ancora oscura, il nevo di Becker è stato ricondotto ora ad una malformazione<br />

amartomatosa ora ad una anomala elioattivazione localizzata dei melanociti.<br />

ulla scorta del dato clinico (che vede la pubertà come massimo momento favorente l'inorgenza<br />

del nevo di Becker), oltre che di studi di immunoistochimica dimostrativi di un<br />

ignificativo aumento distrettuale dei recettori per gli androgeni (quantitativamente<br />

ovrapponibili a quanto si osserva nell'area genitale), numerosi autori (4, 15, 16), e in<br />

particolare Szylit e Person (4, 15), hanno ipotizzato, comunque, anche un aumento<br />

di trettuale della sensibilità recettoriale agli ormoni circolanti in grado di realizzare ispesimento<br />

ed iperpigmentazione della cute propria del nevo di Becker, oltre che della posibile<br />

insorgenza di lesioni acneiche e follicolitiche.<br />

Tale ipotesi, p r quanto non suffragata dalle indagini ormonali da noi eseguite, pur se<br />

difficile ed affascinante, ci appare quanto mai condivisibile e comunque meritevole di<br />

ulteriore approfondimento.<br />

Becker S.W Concurrent melanosis and hypertrichosis in distribution of nevus unius lateris.<br />

Arch Dermatol Syph 1949; 60: 155-60.<br />

Fretzin D.F., Whitney D. Familial Becker's nevus. JAAD 1985; 12: 589-90.<br />

Glinich S.E., Alper J.C, Bogaars H., Brown J.A Becker's melanosis: associated abnormalities.<br />

JAAD 1983; 9: 509-14.<br />

Szylit JA, Grosman M.E., Luyando Y., Olarte M.R., Nagler H. Becker's nevus and an accessory scrotum.<br />

JAAD 1986; 14: 905-7.<br />

Pranteda G., Bottoni u., De Simone P., Rota L., Capaccetti B., Pistola G., Calvi eri S. Nevo di Becker<br />

associato ad ipoplasia mammaria ipsi/aterale. G ltal Dermatol Venereol 1999; 134: 591-4.<br />

Oyler R.M., Davis DA, Woosley J.T. Lymphangioma associated with Becker's nevus: a report of coincident<br />

hamartomas in a chi/d. Pediatr Dermatol 1997; 14 (5): 376-9.<br />

Burgreen B.L.,AckermanAB.Acneiform lesions in Becker's nevus. Cutis 1978; 21:617-9.<br />

Panizzon R., Brungger H.,Vogel A Becker nevus. A c/inico-histologic-electron microscopy study of 39 patients.<br />

Hautarzt 1984; 35 (II): 578-84.<br />

Bhawan J., Chang WH. Becker's melanosis: an ultrastructural study. Dermatologica 1979; 159 (3): 221-30.<br />

Ruto F., Joly P., Fusade T., Lauret P. Becker naevus and malignant melanoma. Dermatology 1992; 184 (I): 83.<br />

Fehr B., Panizzon R.G., Schnyder U.W Becker's nevus and malignant melanoma.<br />

Dermatologica 1991 ; 182 (2): 77-80.<br />

Raulin C. Epilation in Becker nevus. Hautarzt 1996; 47 (7): 557-8.<br />

Nanni CA,Alster T.S. Treatment of a Becker's nevus using a 694-nm long-pu/sed ruby laser.<br />

Dermatol Surg 1998; 24 (9): 1032-4.<br />

Kopera D., Hohenleutner u., Landthaler M. Quality-switched ruby laser treatment of solar lentigines and<br />

Becker's nevus: a histopathological and immunohistochemical study. Dermatology 1997; 194 (4): 338-43.<br />

Person J.R., Longcope C Becker's nevus: an androgen mediated hypoplasia with increased androgen<br />

receptors. JAAD 1984; IO: 235-8.<br />

Nirde P., Dereure O., Belon C , Lumbroso S., Guilhou J.J., Sultan C The association of Becker nevus with<br />

hypersensitivity to androgens. Arch Dermatol 1999; 135 (2): 212-4.<br />

nAGGIORNAMENTI<br />

l5LCASI CLINICI<br />

35 Derma/ologia<br />

AmbulalOritlle<br />


8i. AGGIORNAMENTI<br />

CASI CLINICI<br />

GINO ANTONIO VENA<br />

NICOLETTA CASSANO<br />

Dipartimento<br />

di Clinica Medica,<br />

Immunologia e<br />

Malattie Infettive<br />

Sezione di<br />

Dermatologia,<br />

Università<br />

degli Studi di Bari<br />

40<br />

Ollobre/Dice';/;;; I<br />

IL METRONIDAZOLO TOPICO<br />

NEL TRATTAMENTO<br />

DELLA ROSACEA<br />

ebbene possa essere utilizzin o anche nel trattamento di altre condizioni, quali<br />

piaghe da decubito, lesioni ulcerative e dermatite periorale, l'indicazione del<br />

metronidazolo topico è rappresentata dalla rosacea, per la quale è tato approvato<br />

dalla "Food and Drug Administration" come farmaco 'orfano' (1). tu di clinici<br />

hanno dimo trato l'efficacia del prodotto in formulazione di gel allo 0,75% e di crema<br />

all'l % in proporzioni di pazienti con rosacea variabili dal 68 al 96% (2).<br />

FARMACOCINETICA E MECCANISMO D'AZIONE<br />

Dopo applicazione cutanea non sembra esserci un apprezzabile assorbimento; non<br />

sono, tuttavia, disponibili dati precisi sul destino metabolico, sulla distribuzione ed eliminazione<br />

del farmaco dopo uso topico. Gamborg ielsen (3) ha rilevato che le concentrazioni<br />

di metronidazolo dopo applicazione cutanea sono circa 100 volte inferiori<br />

a quelle ottenute con la somministrazione orale; da ciò si può desumere che l'azione<br />

del metronidazolo topico si eserciti 0 10 localmente. Uno studio in vitro ha videnziato<br />

che la penetrazione e la biodisponibilità cutanea del metronidazolo è significativamente<br />

maggiore con l'impiego del gel o della crema allo 0,75% piuttosto che con la<br />

crema all 'l % (4). Ciò indica che ai fini della ri po ta clinica è importante la corr tta formulazione<br />

del prodotto in un idoneo veicolo.<br />

Il meccanismo d'azione del metronidazolo topico della rosacea non è completamente<br />

noto; è tuttavia probabile che prescinda dall'attività antimicrobica. Di contro, sembra<br />

che il farmaco topico non induca modificazioni degne di nota d lla microflora cutanea<br />

(5), rispettando quindi l'omeostasi microbiologica tanto importante per una corretta<br />

funzionalità della cute.<br />

Si ritiene piuttosto che il metronidazolo agisca in virtù dei uoi effetti antiinfiammatori.<br />

In tal enso, si è contribuito alla comprensione del meccanismo d'azione grazie alla<br />

dimostrazione di un'attività antios idante. Il metronidazolo, infatti, risulta in grado di<br />

bloccare la produzione di mole col ossidanti da parte dei granulociti neutrofili (6); uno<br />

tudio ha evidenziato che tale effetto si realizza soprattutto in presenza di acido palmitoleico,<br />

un comune costituente della cute umana (7). Il fa rmaco potrebbe anche<br />

esercitare un'azione immunomodulante (8,9).<br />

ESPERIENZE CLINICHE<br />

L'impiego topico del metronidazolo nella rosacea risale all'inizio degli anni '80. Dalla<br />

prima esperienza effettuata da Prinz non emergevano dati m.o Lto incoraggianti, probabilmente<br />

perchè la formulazione utilizzata non garantiva un ad guato rila cio del principio<br />

attivo (3).<br />

el 1983 Gamborg Nielsen dimostrava che con il metronidazolo all 'l % in crema i ottenevano<br />

risultati clinici significativamente superiori al placebo sovrapponibili alle<br />

tetracicline orali (3, lO). Da allora vari studi hanno confe rmato l'efficacia e la tollerabilità<br />

di tale approccio (1 1-17). Un sommario delle principali esperienze è mostrato<br />

nella tabella I.<br />

In generale, l'attività del metronidazolo topico nella rosacea si esprim ostanzialmente<br />

attraverso un effetto notevole sulle lesioni infiammatorie, papulo-pu tolose, e un'in-


op-GGIORNAMENTI<br />


8i. AGGIORNAMENTI<br />

CASI CLINICI<br />

ANTONIO PELLICCIA<br />

Economista, consu lente<br />

di D irezione per le<br />

Strategie di Impresa<br />

e per la Gestione<br />

St rat egica delle<br />

Risorse Umane,<br />

Milano<br />

46<br />

Ollobre/Dlce= •<br />

DERMATOLOGIA E<br />

ACCREDITAMENTI<br />

PARTE r<br />

La '0 parte è stata pubblicata su DA n. 312000<br />

IL RECENTE D.LGS. 2291'99 (C.D. DECRETO BINDI)<br />

Nell'ambito di questo quadro va ad inserir i il recente decreto Bindi. Relativamente al<br />

tema dell'autorizzazione sanitaria l'art. 8 ter co ì sanci ce:<br />

" .. . la realizzazione di strutture per l'esercizio dell'attività sanitaria e oGio sanitaria<br />

sono subordinate ad autorizzazione... tale autorizzazione si applica alla<br />

realizzazione di nuove strutture all'adattamento di strutture preesistenti alla loro<br />

utilizzazione, all'ampliamento nonché al trasferimento in altra sede di strutture<br />

già autorizzate con riferimento alle seguenti tipologie strutture che operano prestazione<br />

in regime di ricovero ospedaliero, strutture che erogano prestazioni di assistenza<br />

specialistica in regime ambulatoriale ... , in regime residenziale ... ecc. n .<br />

Il dermatologo pratica "piccola chirurgia .. . "<br />

Al secondo comma, così si sancisce:<br />

" .. . l'autorizzazione all'esercizio dell'attività sanitaria è altresì richiesta per gli studi<br />

odontoiatrici, medici ... adibiti a fornire prestazioni di chirurgia ambulatoriale ... n.<br />

Il recente decreto stabili ce pertanto che lo "studio", ove eserciti chirurgia ambulatoriale,<br />

dovrà dotarsi di autorizzazione sanitaria.<br />

Cioè, non sarà più uno studio professionale ma arà, invece, un ambulatorio.<br />

i tratta di una grande innovazione nel settore: mentre infatti ino ad oggi la determinazione<br />

circa la necessità o meno del provvedimento autorizzativo era la ciata alle diverse<br />

leggi regionali ed alle autorità chiamate ad applicare le leggi stesse (Si veda Cap. 1 punto<br />

1.1 su Dermatologia Ambulatoriale, nO 3), con il decreto Bindi l'obbligo dell'autorizzazione<br />

per gli studi (che diverranno quindi "ambulatori") è previsto ex lege.<br />

e discende che quando la disciplina andrà a regime non potranno più essere aperti<br />

, tudi" ma solo "ambulatori".<br />

Tale differente formulazione dei due commi sembra far propendere per un'interpretazione<br />

che obblighi all'ottenimento dell'autorizzazione non 010 i "nuovi" studi, o gli studi<br />

che vengono in futuro "adattati", "trasformati", "ampliati" ecc. (ai sensi del comma 1), ma<br />

TUTTI gli studi già oggi in esercizio.<br />

Ricapitolando, le novità introdotte dal decreto Bindi circa il regime autorizzativo riguardano:<br />

o la previsione ex lege dell'obbligo di una autorizzazione sanitaria per gli tudi<br />

ove attrezzati per erogare prestazioni di chirurgia ambulatoriale.<br />

O il rinvio ad un successivo atto di revi ione del D.P.R. 14 gennaio 1997 per la<br />

determinazione dei requisiti minimi per le trutture ove i volge attività chirurgica<br />

ambulatoriale.<br />

on è poi previsto un termine per la suddetta modifica del D.P.R. 14 gennaio 1997.


Laura Atzori<br />

Coordinatore<br />

AI DA-Sardegna<br />

E-mail<br />

ATTUALlTÀ<br />

atzoril@vaxca1.unica.it<br />

Tab. l<br />

Reazioni avvers<br />

il ruolo delle indagin<br />

Col termine di Reazione Avversa da<br />

farmaci (Drug Adverse Reaction ; DAR)<br />

l'Organizzazione Mondial della anità<br />

definisce qualsiasi risposta inattesa e non<br />

voluta ch si verifichi in seguito all'assunzione<br />

di un farmaco, somministrato peraltro<br />

in maniera adeguata allo scopo t rapeLl!ICO<br />

o è.itagnostlCo òe 'Iòer


PRICK T EST: dato il rischio di reazione<br />

imm diata grave, questo tipo di accertamenti<br />

deve essere eseguito solo quando<br />

non esistono farmaci alternativi per trattare<br />

la patologia di cui ' affetto il paziente,<br />

oppure quando sussiste un fondato dubbio<br />

ch il farmaco sia stato effettivamente<br />

responsabile della reazione ed è vero imile<br />

che si r nda necessario per il paziente<br />

ria sumerlo. Per evitare false po itività dovute<br />

all'impiego di concentrazioni troppo<br />

elevate, bisogna seguire, ove po sibile,<br />

m todiche standardizzate, spesso differenziate<br />

a econda del farmaco. Questo<br />

rischio è particolarmente elevato ad esempio<br />

p r i miorilassanti, di per sé in grado<br />

di evocare il rilascio aspecifico di istamina<br />

(0). Questo tipo di indagin deve essere<br />

es guita entro qualche mese dall'episodio<br />

reattivo, in quanto la frequ nza di positività<br />

delle cutireazioni si riduce progressivamente,<br />

così com t ndono a normalizzarsi<br />

i livelli di IgE.<br />

vamente<br />

le t.<br />

TEST DI ELI MI AZIONE: in qualunque caso di<br />

o petta reazione avversa, si procede alla<br />

o pension del farmaco sospettato e 1'0sselvazione<br />

delle variazioni del quadro clinico<br />

fornisce una conferma indiretta della<br />

probabile responsabilità dello ste so, ma<br />

i tratta comunque di un procedimento<br />

a p cifico e n on sele ttivo, soprattutto<br />

quando il paziente assume contemporaneamente<br />

più farmaci.<br />

TEST DI PROVOCAZIO E O<br />

per quanto estrema m nte attendibili, i test<br />

di provocazione ono sempre rischiosi ed<br />

esporre volontariamente il paziente ad un<br />

fa rmaco he potrebbe evocare una reazione<br />

più grave di quella primitiva non è<br />

eticamente ammissibile. Perciò, la riespoizione<br />

al fa rmaco è in genere accidentale.<br />

el ca o d l sospetto di intolleranza al<br />

lattice in p r onale con esposizione profe<br />

ionale continua e quindi ad alto richio,<br />

qualora sia i prick che i rast siano<br />

ri L1 ltati negativi o viceversa quando viene<br />

ri contrata una positività dei test in sog-<br />

getti anamnesticamente asintomatlcl, può<br />

essere indicato praticare un te t d'uso. La<br />

cute viene esposta al contatto con il lattice,<br />

inizialmente indossando un d ito di<br />

guanto p r 30 minuti; se non compaiono<br />

sintomi si procede al contatto con l'intero<br />

guanto per lo stesso tempo. In ca o il<br />

paziente sia ancora asintomatico, il lattice<br />

verrà messo a contatto con la mucosa del<br />

labbro inferiore.<br />

Un altra procedura spesso praticata in ambiente<br />

ospedaliero, prima di procedere ad<br />

una terapia penicillinica o ad una anestesia,<br />

è il cosidetto pomfo di prova. In realtà<br />

tale metodica espone il paziente ad un alto<br />

rischio, non essendo preceduto dall'esecuzione<br />

preliminare del rispettivo prick, in<br />

caso di negatività non esclude la possibilità<br />

di una reazione col proseguo del trattamento<br />

ed in caso di falsa positività priverebbe<br />

il paziente di un farmaco potenzialmente<br />

efficace per il suo distu rbo.<br />

TEST D I T O LLERANZA: per quanto questa<br />

procedura sia potenzialmente pericolosa,<br />

trova precisa indicazione nell assoluta<br />

necessità di individuare un fa rmaco alternativo,<br />

in pazienti che devono ad empio<br />

eseguire un anestesia locale, fare e a-<br />

ATTUALITÀ<br />

Tab.4<br />

TEST Dl10UEIAIIZA PER PAZIENTI COI PSEUDCMII EIGIA<br />

ALL'ACIDO ACETlLSMJCILICO (MA) ED ALTII<br />

(la ...................... d, ........... tIerhIII ... prl._..... eIIc.)<br />

NIHESULIDE<br />

PARACETAHOLO<br />

TRAHADOLO<br />

Ogni 2 ore si procede a somministrare<br />

le seguenti dosi crescenti:<br />

5 mg<br />

IO mg<br />

35 mg<br />

50 mg<br />

Il test si esegue in 2 giornate, sempre<br />

procedendo alla somministrazione delle dosi<br />

crescenti ad intervalli di 2 ore:<br />

l ° giorno: 5 mg - I O mg - 35 mg - 50 mg<br />

r giorno: 100 mg - 250 mg<br />

Il test si esegue in 2 giornate, sempre<br />

procedendo alla somministrazione delle dosi<br />

crescenti ad intervalli di 2 ore:<br />

l ° giorno: 5 mg - IO mg - 35 mg - 50 mg<br />

r giorno: 100 mg - 250 mg - 500 mg .<br />

63 DermalOlo8ia<br />

AmbulCitoriale

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