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<strong>2005</strong><br />
<strong>Vol</strong>. <strong>13</strong> n. 3<br />
LA GHIANDOLA SUDORIPARA:<br />
ANATOMIA, FISIOLOGIA, PATOLOGIA, TERAPIA<br />
MEDICA E CHIRURGICA<br />
F. Bardazzi, E. Dika, F. Giacomini, R. Rinaldi, F. Savoia, Bologna<br />
A. Amaturo, P. Cirillo, N.R. Pepe, C. Pravettoni, Milano<br />
M. Bizzarini, M. De Martin, D. Linder, M. Piai, P. Sedona, M. Zanchi, Venezia L<br />
L'ACNE NEI “TEENS”: DALL'EZIOPATOGENESI<br />
ALLE NOVITÀ NELLA TERAPIA FARMACOLOGICA<br />
DELL'ACNE ADOLESCENZIALE.<br />
Carlo Pelfini, Pavia<br />
IL TRICOANAGEN TEST (TKT) NELLA<br />
VALUTAZIONE DELL'AUTOTRAPIANTO DEI<br />
CAPELLI<br />
G. Carelli, A. Chelli, M.C. Fedi, S. Mei, E. Poli, R. Quercetani, A.L. Settecase,<br />
Firenze<br />
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEL<br />
COINVOLGIMENTO CUTANEO NELLA<br />
MALATTIA DI CROHN<br />
Marcello Santini, Parma<br />
LA TERAPIA FOTODINAMICA CUTANEA E<br />
IL DOLORE: LA NOSTRA ESPERIENZA<br />
M.L. Bernardini, I. Cataldi, G. Lemme, A. Offidani, Ancona
lare e frontale hanno anche significato termoregolatorio.<br />
Tra le parologie che possono associarsi all'iperidrosi idiopatica vi sono le micosi cutanee,<br />
l'intertrigine, l'unghia incarnita, la disidrosi, la dermatite da contatto, la cherarolisi<br />
punctata.<br />
L'iperidrosi generalizzata è caratterizzata dal coinvolgimento di estese superfici corporee<br />
(superiori ai 100 cm 2 ). Spesso rientra nelle cosiddette iperidrosi secondarie, ossia<br />
associate ad altre parologie. Tra queste ricordiamo le alterazioni post-traumatiche del<br />
midollo spinale (disreflessia auronomica, siringomielia post-traumatica), lesioni cerebrali<br />
di origine neoplastica e non neoplastica, le neuropatie periferiche compresa la neuropatia<br />
diabetica, l'ipoglicemia, l'avvelenamento da mercurio, l'angina pecroris e l'infarro<br />
miocardico anteriore, la tireorossicosi, il morbo di Parkinson, il feocromociroma, l'iperpituitarismo,<br />
la sindrome da carcinoide, l'abuso di alcool, le neoplasie intraroraciche, la<br />
malattia di Hodgkin, numerose malattie infettive (malaria, tubercolosi, brucellosi, endocardite<br />
batterica subacuta, etc etc). Iperidrosi generalizzata può comparire, spesso associata<br />
a flushing, anche durante la menopausa. Anche alcuni farmaci, come la fluoxetina<br />
ed altri antidepressivi, sembrano in grado di provocare iperidrosi generalizzata.<br />
Una forma particolare che rientra nel campo delle iperidrosi generalizzate è l'iperidrosi<br />
compensatoria, caratterizzata da eccessiva sudorazione a livello del tronco e degli arti<br />
dopo simpatecromia transroracica per il trattamento dell' iperidrosi palmo-pIantare.<br />
Per quanto riguarda le iperidrosi localizzate, esse possono essere sia idiopatiche-emozionali<br />
sia secondarie a parologie quali sindrome POEMS, blue rubber bleb nevus,<br />
tumore glomico, nevo eccrino. Una forma particolare è l'iperidrosi gustatoria, caratterizzata<br />
dall'insorgenza di eccessi di sudorazione quando il paziente ingerisce cibi. Essa<br />
può insorgere in pazienti affetti da neuropatia diabetica, encefalite, siringomielite, infiltrazione<br />
neopalstica del plesso simpatico cervicale, sindrome di Horner. E' inoltre un<br />
segno caratteristico della sindrome di Frey, conseguente alla lesione, solitamente iatrogena<br />
nel corso di interventi chirurgici alla ghiandola parotide, del nervo auricolo-temporale.<br />
In questi casi la sintomarologia insorge a distanza di 4-7 mesi dall'operazione.<br />
Un'altra entità riportata in letteratura è l'iperidrosi circoscritta unilaterale idiopatica<br />
(idiopathic unilateral circumscribed hyperhidrosis), caratterizzata da un'area nettamente<br />
demarcata d'iperidrosi, solitamente inferiore ai lO x lO cm 2 , localizzata principalmente<br />
al volto o agli arti superiori, in soggetti altrimenti sani.<br />
Con il termine anidrosi si intende l'assenza di produzione di sudore da parte delle ghiandole<br />
sudoripare eccrine, mentre l'ipoidrosi è caratterizzata da una diminuzione della<br />
sudorazione. Si possono distinguere una forma generalizzata ed una localizzata, mentre<br />
un'altra classificazione distingue le anidrosi-ipoidrosi in acquisite e congenite. Talvolta si<br />
può associare un'iperidrosi compensaroria delle aree sane.<br />
Le forme acquisite possono essere sia generalizzate che localizzate e possono essere causate<br />
da parologie destruenti le ghiandole sudoripare eccrine, che ne blocchino la funzione<br />
o che provochino danni al sistema nervoso centrale o periferico (sclerodermia, radiodermi<br />
te, eritrodermie, malattie da accumulo, dermatite aropica, psoriasi, miliaria, lichen<br />
planus, ittiosi, lebbra, neuropatia diabetica, sindrome di Guillain-Barré, polineuriti,<br />
lesioni organiche a livello del sistema nervoso centrale). Sono inoltre segnalati casi di anidrosi-ipoidrosi<br />
conseguenti alla necrosi delle ghiandole sudoripare da intossicazione (barbiturici,<br />
metadone, benzodiazepine, antidepressivi). Anidrosi-ipoidrosi può conseguire<br />
all'assunzione di farmaci anticolinergici e bloccanti gangliari.<br />
Tra le forme congenite occorre ricordare la displasia ecrodermica anidrotica o sindrome<br />
di Christ-Siemens-Touraine, malattia x-linked aurosomica recessiva, in cui l'anidrosi si<br />
associa a facies tipica, anomalie dentarie, dei capelli, dei denti e delle unghie.<br />
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Ambulatoriale
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Numero 3<br />
L'alterazione della termoregolazione che ne consegue può provocare ipertermia in caso di<br />
esposizione ad ambienti caldi ed umidi.<br />
Le miliarie sono patologie da ritenzione sudorale. Sono più frequenti nell'infanzia ma<br />
possono manifestarsi a qualsiasi età in ambienti caldo-umidi. Se ne conoscono 4 forme:<br />
cristallina, rubra, pustolosa e profonda.<br />
La miliaria cristallina o sudamina si manifesta clinicamente con piccole vescicole subcornee,<br />
a contenuro limpido, su cure aflegmasica<br />
(foro 4). Il prurito è solitamente assente.<br />
Le localizzazioni più caratteristiche sono al<br />
collo, al torace, al volto e all'addome.<br />
La miliaria rubra (prickly heat in inglese) si<br />
caratterizza per la presenza di un'eruzione papulo-vescicolosa,<br />
di<br />
colorito rossastro,<br />
su cute entemarosa.<br />
(foro5)<br />
Solitamente SI<br />
assocIa prunto<br />
Foto 4 - Miliaria cristalli na. Piccole vescicole ubcornee, a IntenSO.<br />
contenutO limpido, su cure afl egmasica. La miliari a rubra<br />
(Per gcmile concessione della Pro( ssa Annalisa Pa{rizi e d e.lla Dr.ssa Iria Ne ri .<br />
Un;vers;,à d; Bologna) . si distingue dalla<br />
sudamina per la rottura del dotto sudoriparo, con conseguente<br />
diffusione del sudore nell'epidermide e nel derma<br />
superficiale.<br />
La miliaria pustolosa presenta invece lesioni pustolose,<br />
legate ad una sovrapposizione batterica.<br />
La miliaria profonda si manifesta con un' eruzione papulosa,<br />
del colore della cute normale, che ricorda la cosiddet-<br />
Foto 5 - Mi li aria rubra. Eruzione papulota<br />
"pelle d'oca". Essa è dovuta all'accumulo di sudore a vescicolosa, pruriginosa, di coloritO rossal<br />
· Il d l d fì . l C d su o, su cure eriremarosa.<br />
lve O e erma super lCla e e prOlon o.<br />
Le lesioni della sudamina regrediscono solitamente nel giro di pochi giorni-settimane e<br />
possono lasciare come reliquaro un'ipoidrosi, della durata di alcune settimane. Anche la<br />
malattia di Grover o dermatosi acantolitica transitoria viene inserita nell'ambito delle<br />
patologie delle ghiandole sudori pare eccrine, essendo stato ipotizzato il ruolo patogenetico<br />
dell'ostruzione dei dotti sudoripari.<br />
La patologia è caratterizzata da papulo-vescicole<br />
pruriginose, a superficie liscia o verrucosa,<br />
localizzate prevalentemente al tronco e al collo<br />
(foto 6). Talvolta la malattia può presentarsi<br />
SOttO forma di placche eczematose o di noduli<br />
escoriati o rranslucenti. L'evoluzione è di solito<br />
verso l'autorisoluzione, ma sono segnalati casi<br />
che hanno cronicizzato (dermatosi acanrolitica<br />
persistente). Caratteristicamente l' stologia<br />
mostra acantolisi sovrabasale o malpighiana.<br />
Foto 6 - Ma.lattia di Grove r. PapuJo-vescicole pruriginose, a<br />
superficie liscia o lievemente verrucosa, localizza te a livello<br />
addominale. (Pcr gentile concessione della Pror.ssa Annalis.1 ('alrizi e della<br />
Dr.ssa Iria cri, Università di Bologna).<br />
Tumori delle ghiandole sudoripare apocrine<br />
ed eccrine.<br />
La classificazione di tali tumori è controversa e
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fronte. Spesso si manifesta con noduli multipli, a superficie liscia, del colore della cute<br />
normale o rosa, sormontati da teleangectasie. Questi elementi non sono aderenti ai piani<br />
profondi. Frequente è la familiarità. La varietà a turbante (numerosi elementi a larga base<br />
di impianto al cuoio capelluto) è rara e presenta eredità autosomica dominante.<br />
La classificazione WHO del 1996 dei tumori maligni eccrini contempla le seguenti entità:<br />
carcinoma sclerosante delle ghiandole sudoripare (carcinoma siringomatoso, carcinoma<br />
microcistico annessiale); tumore misto maligno (siringoma condroide maligno);<br />
porocarcinoma; idro adenoma nodulare maligno; spiradenoma eccrino maligno; carcinoma<br />
gelatinoso eccrino; carcinoma adenoide-cistico eccrino; adenocarcinoma papillare<br />
digitale aggressivo.<br />
L'idroadenoma nodulare maligno o idrocarcinoma a cellule chiare è una lesione di<br />
forma tondeggiante ovalare, di dimensioni variabili da pochi millimetri a pochi centimetri,<br />
indistinguibile clinicamente dalle lesioni benigne. E' possibile la metastatizzazione a<br />
distanza.<br />
Terapia medica e chirurgica (tabella l)<br />
Il trattamento della malattia di Fox-Fordyce è spesso poco efficace ed è caratterizzato<br />
da frequenti recidive alla sospensione. La terapia topica si avvale di clindamicina 1 %, 2<br />
volte al giorno; tretinoina crema 0,1%, 1-2 volte al giorno, che si è rivelata efficace<br />
soprattutto nel lenire il prurito associato alla patologia, ma con scarsi effetti sulla risoluzione<br />
delle papule; adapalene e tazarotene topici, 1-2 volte al giorno; cortisonici topici o<br />
intralesionali (triamcinolone acetonide 5-15mg/mL); benzoil perossido 5% (6,7). Per<br />
quanto concerne la terapia sistemica è stata segnalata l'efficacia dell'isostretinoina per os<br />
(0,5 mg/kg/die), assunta per patologia differente dalla malattia di Fox-Fordyce, con recidiva<br />
però alla sospensione del trattamento (8) . Come già scritto in precedenza, la malattia<br />
presenta influenze ormonali ed infatti si verifica miglioramento del quadro clinico sia<br />
nel terzo trimestre di gravidanza sia con l'assunzione di contraccettivi orali. Gli antistaminici<br />
e i cortisonici sistemici possono essere impiegati per alleviare il prurito.<br />
Per quanto concerne la bromidrosi, importanti sono soprattutto le misure igieniche che<br />
permettono di ridurre la flora batterica locale e la sudorazione. Si può consigliare la<br />
detersione con prodotti antisettici ed eventulamente l'applicazione di antibiotici topici,<br />
quali la clindamicina, per la frequente associazione con eritrasma ed intertrigine. I deodoranti,<br />
gli antiperspiranti al cloruro di alluminio e la rasatura dei peli ascellari possono<br />
essere d'aiuto. Recentemente è stato impiegato a livello ascellare anche il Q-switched<br />
Nd:YAG laser a doppia frequenza, con buoni risultati (9) . Importanti sono anche i fattori<br />
comportamentali, che consistono soprattutto nell'evitare l'assunzione di cibi che possono<br />
peggiorare il cattivo odore ascellare (aglio, asparagi, spezie).<br />
Per quanto concerne la trimetilaminuria l'approccio più efficace, soprattutto nelle<br />
forme lievi, consiste nell' evitare l'assunzione di cibi ricchi di colina e lecitine (pesce, latte,<br />
uova, fegato, piselli, soia). Possono essere inoltre utili brevi cicli con neomicina, metronidazolo<br />
o lattulosio, per os, al fine di modificare la flora intestinale responsabile della<br />
produzione di trimetilamina a partire da colina e carnitina (IO) . Questo provvedimento<br />
risulta utile soprattutto nelle forme in cui la patologia sia correlata anche ad eccessivo<br />
introito dei precursori della trimetilamina. Sono stati impiegati anche sostanze assorbenti<br />
intestinali (carbone attivo, 1.5 g/die per lO giorni; resine a scambio ionico; clorofillina<br />
di rame, 180 mg/die per 3 settimane), con discreti risultati, cosl come l'integrazione<br />
dietetica con riboflavina (II) . Dal punto di vista igienico si deve consigliare la detersione<br />
con saponi a pH acido (5,5-6,5) e l'impiego di deodoranti. Occorre avvisare i pazienti<br />
che eventi stressanti, febbre, mestruazioni, contraccettivi orali e sforzi fisici possono esse-
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re causa di esacerbazioni della malattia.<br />
Relativamente alla cromidrosi, i trattamenti sono di scarsa efficacia. Fondamentale è la<br />
diagnosi differenziale con la pseudocromidrosi, facilmente curabile, in quanto la colorazione<br />
del sudore avviene a livello cutaneo a causa di batteri o coloranti dei vestiti. Sono<br />
riportati in letteratura alcuni casi trattati con buoni risultati con capsaicina crema allo<br />
0,025% (12) . E' inoltre importante riferire ai pazienti che frequentemente si verifica un<br />
miglioramento della sintomatologia con il passare degli anni.<br />
I primi provvedimenti terapeutici da effettuare in caso di idrosadenite suppurativa<br />
sono di natura comportamentale: evitare abiti troppo stretti, evitare gli antiperspiranti,<br />
soprattutto quelli in stick, responsabili del cosiddetto "roll-on trauma", ridurre il peso<br />
corporeo se eccessivo, smettere di fumare. Quest'ultimo dato sembra essere supportato<br />
dalla Evidence Based Medicine, così come l'impiego della clindamicina topica, utile<br />
soprattutto nelle fasi di quiescenza come terapia di mantenimento (<strong>13</strong>, 14) . Possono essere<br />
associati anche antisettici topici.<br />
Per quanto concerne gli antibiotici sistemici, essi sembrano presentare scarsa efficacia.<br />
Tetracicline, fluorochinolonici, cafalosporine e clindamicina possono essere impiegati<br />
negli episodi acuti, alle dosi usuali per le infezioni dei tessuti molli, solitamente per 2 settimane<br />
(2) . E' sempre consigliabile effettuare l'antibiogramma, quando possibile, ed in<br />
attesa di questo una buona associazione sembra essere quella di eritromicina e me tronidazolo<br />
(i 5) • Le tetracicline e l'eritromicina possono anche essere utilizzate secondo schemi<br />
di lunga durata, solitamente impiegati per l'acne. Nel caso di perdita d'efficacia della<br />
terapia antibiotica, è segnalata la possibilità di sospensione per 1 mese, con successivo<br />
nuovo ciclo di terapia (2) .<br />
I cortisonici, sia sistemici che intralesionali, devono essere impiegati sempre in associazione<br />
alla terapia antibiotica. Effettuare brevi cicli di prednisone, 20-60 mgl die, a scalare<br />
in 2-3 settimane, è una delle opzioni terapeutiche, soprattutto nelle forme fortemente<br />
infiammatorie (i6, 17) . E' possibile effettuare anche una terapia di mantenimento a bassi<br />
dosaggi. Il triamcinolone acetonide, 5-1 ° mgl mL, viene utilizzato per le iniezioni intralesionali.<br />
:Lincisione ed il drenaggio chirurgico delle lesioni possono risultare utili.<br />
I retonoidi sono impiegati per la loro attività sulla differenziazione epiteliale e per l'azione<br />
antiinfiammatoria. :Lisotretinoina viene somministrata per os al dosaggio di circa 1<br />
mg/kg/die, per 4-6 mesi (i7, 18, 19) , ma sono stati impiegati anche dosaggi maggiori e per<br />
periodi più lunghi (20) . Spesso però i risultati sono deludenti. :Lacitretina si è dimostrata<br />
talvolta efficace nei casi non responsivi al'isotretinoina. Il dosaggio usuale è di 0,5<br />
mg/kg/die per 6 mesi (20), ma anche 0,9 mg/kg/die di acitretina sono stati impiegati (2 1) . I<br />
retinoidi possono essere somministrati anche prima e dopo la terapia chirurgica dell'idrosadenite<br />
suppurativa. Quest'ultima si effettua soprattutto nelle forme croniche non<br />
responsive alla terapia medica. Le possibilità operative sono numerose: esteriorizzazione,<br />
courettage o elettrocaogulazione delle fistole; escissione semplice con sutura diretta o trapianto<br />
di cute; escissione ampia e profonda con trapianto di cute 0 guarigione per seconda<br />
intenzione; escissione mediante laser a C02 e guarigione per seconda intenzione (2) .<br />
Relativamente alla terapia ormonale, sono presenti in letteratura studi che hanno dimostrato<br />
l'efficacia di etinilestradiolo, 50 mcg/die, associato a norgestrel 500 mcg/die, dal<br />
5° al 25° giorno del ciclo mestruale (22), oppure ciproterone acetato, 100 mg/die, dal 5°<br />
al 14° giorno del ciclo mestruale, in associazione ad etinilestradiolo, 50 mcg/die, dal 5°<br />
al 25° giorno (23) .<br />
Solranto un case report è invece presente in letteratura relativamente all'impiego, con<br />
buoni risultati, della ciclosporina nell' idrosadenite suppurativa (24) .<br />
La terapia dell'iperidrosi essenziale si avvale principalmente degli antiperspiranti, che
2. nel 98,1 % dei pazienti ci sono stati miglioramenti della sintomatologia;<br />
3. la soddisfazione dei pazienti è del 95,5% a breve termine;<br />
4. sudorazione di compenso compare nel 67,4% dei pazienti, mentre sudorazione gustativa<br />
compare nel 50,7%;<br />
5. la sindrome di Horner occorre nel 2,5% dei pazienti;<br />
6. a medio termine, la soddisfazione dei pazienti scende al 66,7% ed un 26,7% appare<br />
insoddisfatto.<br />
Relativamente a risultati e prognosi dell' adenectomia secondo Skoog, Park e colleghi (3 1)<br />
hanno riportato un grado di soddisfazione dei pazienti trattati pari al 94,7% a lungo termine,<br />
con un rate di complicazioni pari al <strong>13</strong>,2%.<br />
Con l'avvento della tossina botulinica, la terapia chirurgica è sicuramente relegata a casi<br />
selezionati. La simpatectomia endoscopica deve essere presa in considerazione nelle situazioni<br />
di iperidrosi diffusa, mentre l'adenectomia secondo Skoog è ancora terapia altamente<br />
valida per quei pazienti affetti da iperidrosi ascellare che preferiscono un trattamento<br />
radicale e permanente.<br />
L'uso della tossina botulinica nella terapia delle iperidrosi distrettuali, ormai ampiamente<br />
condiviso, presenta notevoli differenze relativamente ai metodi (diluizioni, dosaggi,<br />
anestesia) .<br />
Il complesso botulinico è costituito da una catena pesante H (100 KDa) ed una leggera<br />
L (50 KDa), unite da un ponte disolfuro; si riconoscono 7 varietà di neurotossina indicate<br />
con le lettere dalla A alla G. La tossina botulinica agisce bloccando i terminali nervosi<br />
colinergici attraverso l'interazione con specifci recettori situati sulla membrana presinaptica;<br />
la catena pesante H consente la internalizzazione della tossina che, raggiunto il<br />
citosol, attraverso l'azione della catena L eserciterà l'azione proteolitica su una delle componenti<br />
proteiche dell'apparato di neuroesocitosi (la VAMp, SNAP 25, SINTAXINA).<br />
Le tossi ne B, D, F, G tagliano la VAMp, le tossine A ed E la SNAP 25 e la C la SINTA<br />
XINA; le differenti vie di azione rendono ragione nella pratica clinica dei diversi effetti<br />
clinici e delle possibili differenti modalità applicative del farmaco.<br />
Nella pratica clinica abbiamo a disposizione una neurotossina di tipo A (Botox Vistabex<br />
ALLERGAN e Dysport IPSEN) ed una di tipo B (Neurobloc ELAN).<br />
In letteratura vengono proposte diverse diluizioni con diversi dosaggi per punto di iniezione<br />
nelle varie sedi trattate (32-34) . :Lesperienza del centro di Venezia ci porta a consigliare,<br />
per ogni sede, una diluizione con soluzione fisiologica di 5ml per 100 unità Botox e<br />
7ml per 500 unità Dysport; considerando che le due tossine non sono equivalenti (1<br />
unità Botox = 3.5 unità Dysport) per motivi di praticità tali diluizioni rendono più agevoli<br />
i trattamenti - 5 tacche della siringa da insulina corrispondono ad 1 unità Botox o<br />
3.5 unità Dysport.<br />
Pur considerando le variabili individuali legate alla superficie da trattare, i dosaggi totali<br />
corrispondono ad una media di 90 unità Botox per le ascelle, 210 unità Botox per le<br />
mani e 168 unità Botox per i piedi, con 1.2 unità per sito di iniezione a livello ascellare<br />
ed 1 unità per sito a livello palmoplantale, con punti distanziati di 1.2 cm.<br />
Il trattamento risulta più efficace nei pazienti con iperidrosi monodistrettuale rispetto a<br />
quelli con iperidrosi distribuita in più sedi (con una media di 8 mesi per le ascelle, 6 mesi<br />
per le mani e 5 mesi per i piedi per i pazienti monodistrettuali).<br />
In questi anni l'Unità Operativa dell'Ospedale Civile di Venezia ha trattato diversi<br />
distretti cutanei in soggetti iperidrotici. In sede frontale si riscontra un' ottima efficacia,<br />
con una durata costante maggiore di sette mesi, senza effetti collaterali, a fronte di un<br />
dosaggio medio di 50 unità Botox e 175 unità Dysport.<br />
Ugualmente efficace il trattamento delle regioni nucale, del dorso, glutei, regioni ingui-<br />
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Numero 3<br />
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è indagato e sorrolinearo accanro al ruolo del sebocita quello del cheratinocita nell'unità<br />
pilosebacea. Un recente lavoro (23) convalida non solo il già noro riscontro di bassi livelli<br />
di SHBG (proteina legante il tesrosterone) ma la sua correlazione inversa con la gravità<br />
dell' acne femminile, discutendo il ruolo degli androgeni periferici nel determinarla e<br />
riproponendo a livello cutaneo quanto a suo tempo dibarruro sul valore dei livelli degli<br />
androgeni serici.<br />
Ovviamente l'individuazione di farmaci interferenti con i sistemi enzimatici offre nuove<br />
possibilità terapeutiche, ma il problema è turr'altro che semplice, prova ne sia l'inaspettaro<br />
fallimento dell'inibirore della 5 alfa-redurrasi (24); migliori speranze ci giungono da un<br />
inibirore della 5- lipoxigenasi (zileuron) che è apparso efficace (25).<br />
Altri fattori eziopatogenetici<br />
Accanto alla seborrea, norori farrori dell'ezioparogenesi dell'acne sono:<br />
1) l'abnorme cheratinizzazione del dorro (Cunliffe sin dal 2000 ha prosperraro un vero e<br />
proprio "ciclo" della cornedo genesi (26»);<br />
2) l'anomala flora microbica (27)<br />
3) l'infiammazione (28), ed è proprio dalle ricerche su quest'ultima che, sorrolineandone il<br />
ruolo, ci giungono alcuni elementi chiarificarori: da alcuni anni è noro il ruolo comedogenetico<br />
dell'interleuchina 1, si sono aggiunti i dati sui recerrori "Toll-like" e sui<br />
P PAR.<br />
Per l'appunto in quest'ambiro viene ricuperaro il ruolo svolro dal P. acnes, non solo quello,<br />
già noto, di produrrore di lipasi, di superantigeni peptidici, di farrori chemiotarrici,<br />
ma di metalloproteasi e di cirochine: la ricerca di Grahm e coll. (29) dimostra come il P.<br />
acnes in vitro stimoli la produzione di ILI e di TNF da parte dei cheratinociti. Un altro<br />
passo avanti è staro farro individuando una nuova classe di recerrori: i "rolllike" (TL2 e<br />
TL4) (30) anch' essi sono espressi dai cheratinociti ed attivati dagli antigeni microbici<br />
(aumentano in presenza di estrarri di P. acnes secondo la ricerca di Joumeau e coll. (31»), il<br />
TL2 è espresso anche dalle cellule dell'infiltraro infiammarorio circostante i follicoli pilosebacei<br />
degli acneici e appare correlaro alla gravità delle lesioni infiammarorie (32) .<br />
Altrettanto promerrenti appaiono gli studi sui PPAR (peroxisoma-proliferaror-activated<br />
receprors) recetrori nucleari ormonali che sono arrivati da metaboliti lipidici endogeni (33),<br />
regolano la lipogenesi delle ghiandola sebacea e sono coinvolti nella proliferazione, differenziazione<br />
e apoprosi cellulare. Una ricerca di notevole interesse, per approfondire il<br />
divenire e sopraturro la remissione dell'acne nei teens, appare quella di Downie e coll. (34)<br />
che analizzando le cirochine, in ghiandole sebacee mantenute in vitro, sono riusciti a<br />
dimostrare come non solo esse inducano le alterazioni infundibolari nell'acne promuovendo<br />
la comedogenesi, ma le stesse inibiscano la secrezione sebacea della ghiandola e,<br />
istologicamente, inducano una de-differenziazione dei sebociti in un fenotipo cheratinocita-simile,<br />
contribuendo in tal modo alla remissione delle singole lesioni acneiche. Il<br />
ruolo dell'infiammazione appare sempre più determinante: le lesioni infiammarorie precedono<br />
l'ipercheratinizzazione che porterà al microcomedone e sono state rinvenute,<br />
secondo le ricerche isrologiche (35) di Jeremy e coll., anche in pelle apparentemente sana,<br />
convalidando, ove ce ne fosse bisogno, l'istruzione, mai abbastanza ripetuta ai teen-agers,<br />
di trattare tutta la zona acneica e non le singole lesioni. Infine Korek e coll. (36) hanno recentemente<br />
presentaro un'approfondita analìsi del ruolo dell'immunità congenita ed acquisita<br />
nell'acne: l'unità pilosebacea viene presentata come organo immunocompetente.<br />
L'esito cicatriziale delle lesioni acneiche<br />
Fondaro motivo di preoccupazione nei teen-agers, presenti sino al 95% degli acneici e<br />
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Dermatologia<br />
Am bulatoriale
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proporzionali alla gravità iniziale della patologia, le cicatrici sono notoriamente difficili<br />
da trattare (37) ; offrono un valido argomento alla necessità di curare un'acne al suo insorgere:<br />
secondo Cunliffe si riscontrano cicatrici nel 49% degli acneici non trattati a fronte<br />
dei 15% dei trattati. Utili i dati provenienti da una recente ricerca di Holland e coll.,<br />
sempre del gruppo di Cunliffe (38) sul ruolo dell'infiammazione: lo studio dell'infiltrato<br />
infiammatorio in due gruppi di acneici, con e senza esiti cicatriziali, condotto attraverso<br />
prelievi bioptici al dorso (in 4 gg. consecutivi e dopo 6-7 gg.), ha evidenziato la differenza<br />
degli infiltrati cellulari e della loro dinamica. Sono importanti le deduzioni: nei pazienti<br />
senza cicatrici si evidenzia una risposta immunitaria essenzialmente non specifica, che<br />
insorge più rapidamente ed altrettanto rapidamente si attenua; al contrario, nei pazienti<br />
con esiti cicatriziali, la reazione infiammatoria si protrae a lungo e le cellule coinvolte e<br />
componenti l'infiltrato sono quelle dell'immunità specifica.<br />
E' pertanto logico che il dato anamnestico, facilmente rilevabile, della durata delle singole<br />
lesioni infiammatorie possa aggiungersi agli altri dati prognostici. La presenza di lesioni<br />
cicatriziali, o di lesioni infiammatorie potenzialmente in grado di indude è uno dei fattori<br />
da considerare nella scelta della prescrizione di isotretinoina (39) ; nel trattare con quest'ultima<br />
soggetti a forte rischio di cicatrici, onde evitare il noto possibile peggioramento<br />
iniziale, diviene imperativo l'uso di dosi minime in progressivo e lento aumento (40) .<br />
Acne e stress, le novità provengono dalla ricerca<br />
Anche i teen-agers o, se non loro, i loro genitori, pongono la rituale domanda sul legame<br />
stress-acne, ma ci mancano dati per formulare una precisa risposta: l'unico studio<br />
abbastanza recente (4 1) è condotto sulle acni lievi di soli 22 studenti, gli AA affermano una<br />
relazione tra esami e peggioramento delle lesioni. Disponiamo al contrario di consistenti<br />
ed attuali ricerche (42) sui meccanismi biochimici, un neuromediatore importante, quale<br />
la sostanza P, è espressa a livello delle terminazioni nervose vicine alle ghiandole sebacee,<br />
apparentemente sane, degli acneici: i sebociti della pelle acneica ne posseggono i recettori;<br />
ancora è riscontrata nelle ghiandole sebacee degli acneici la presenza di alti livelli di<br />
endopeptidasi neutra, enzima che la degrada. Valgano le conclusioni di Zouboulis e<br />
Bohm (43) : recenti studi hanno dimostrato come la ghiandola sebacea esprima recettori<br />
funzionali per ACTH, MSH, beta-endorfine, altri peptidi e vasopeptidi come il neuropeptide<br />
Y. Questi recettori di mediatori neuroendocrini dopo aver interagito, modulano<br />
la produzione delle citochine infiammatorie, la proliferazione, la differenziazione, la lipogenesi<br />
ed il metabolismo degli androgeni nei sebociti. I mediatori neurendocrini risulterebbero<br />
così mediare tra stress, ghiandola sebacea ed acne.<br />
La qualità della vita nell'acneico: scuola, lavoro.<br />
Secondo una nostra inchiesta (44) in ambito scolastico, condotta sui primi teens, il disagio<br />
sembra limitato: nelle risposte ai quesiti di un test, riguardante qualità della vita, soddisfazione<br />
dell'aspetto fisico etc., gli studenti acneici (800 tra i lO e 14 anni), globalmente<br />
considerati, non differiscono dai non acneici, solo analizzando separatamente i dati delle<br />
sole acneiche si evidenzia un giudizio negativo sulla qualità della vita, anche se le stesse<br />
risultano più socievoli ed estroverse dei loro compagni; ma, progredendo l'età, il disagio,<br />
legato al protrarsi delle manifestazioni o ad i loro esiti cicatriziali, non solo è intuibile ma<br />
confermato da studi in merito (E. Panconesi (45»), ed è ovvio che il problema divenga di<br />
assoluta importanza quando determini un rifiuto all'assunzione al lavoro, come dimostrato<br />
dalla ricerca di Cunliffe (46) . Ancora la connessione tra acne ed ansia ed aggressività<br />
sembra abbastanza evidente nell'adulto (47) ; notorio il rapporto tra acne e depressione,<br />
(si veda più avantz) I punteggi sulla qualità della vita (QdV) e gli "Acne disability index"
La terapia nell' acne adolescenziale<br />
Terapia topica<br />
Acni lievi trovano la soluzione nei soli topici, le conoscenze sulla resistenza indotta<br />
hanno ridotto l'uso della monoterapia col solo antibiotico: l'alternanza o l'associazione<br />
con i non antibiotici, oltre che col già citato BPO, con i retinoidi o con lo zinco o l'acido<br />
azelaico, è divenuta pratica indispensabile (6 1) .<br />
Antibiotici topici: Haider e Shaw (62) , hanno recentemente esaminato alcune ricerche farmacologiche<br />
condotte in doppio cieco e contro placebo: è ovviamente confermata l'efficacia<br />
di eritromicina e clindamicina come pure la superiore efficacia della loro associazione<br />
con BPO (') rispetto ai singoli componenti. Ci si aspetti dopo 4-6 settimane una<br />
diminuzione delle lesioni infiammatorie del 50% con la sola eritromicina 2%, un pò<br />
superiore l'efficacia della clindamicina 1 % che si è confrontata validamente con 1 gr di<br />
rerraciclina/die; migliore l'efficacia quando si ricorra alle associazioni (anche con tretinoina<br />
e zinco). L'effetto sulle lesioni ritenzionali appare complessivamente minore ed,<br />
infine, sul 30-40% l'effetto ottenibile con il solo veicolo (sic!) .<br />
I non-antibiotici: il benzoil-perossido (BPO), topico di nota ed indiscussa efficacia, in<br />
una recente ricerca (non in cieco) pubblicata su Lancet dal gruppo di Cunliffe (63) , a<br />
dispetto del suo potenziale irritativo e delle possibili anche se rare sensibilizzazioni, viene<br />
ripresentato (a confronto con trattamenti che prevedevano l'uso di antibiotici topici e<br />
sistemici) come farmaco di pari se non di superiore qualità. L'acido azelaico, topico di<br />
media efficacia, è meglio tollerato rispetto agli altri non-antibiotici nel periodo di fotoespOSlZlone.<br />
Retinoidi topici: una migliore tollerabilità ed una migliore efficacia anti-infiammatoria è<br />
acquisita, rispetto al classico ac.retinoico 0.025%, da isotretinoina ed adapalene (lesioni<br />
infiammatorie ridotte al 50%, un pò meglio le ritenzionali) come pure dal tazarotene<br />
0,1 % che, leggermente più efficace, tuttavia ha problemi di tollerabilità, (da noi non è<br />
ancora disponibile la crema, meno irritante); n'è possibile l'uso in short therapy
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perché la sua superiore efficacia, rispetto alle altre tetracicline è documentata secondo il<br />
gruppo Cochrane (G8) da due soli lavori, peraltro, secondo gli AA., criticabili e le altre<br />
caratteristiche (tollerabilità, scarsa induzione di resistenza) non sarebbero sufficientemente<br />
documentate. Le tetracicline classiche (1 grldie), le uniche da prendere a stomaco vuoto,<br />
hanno un superiore numero di effetti collaterali lievi e medi, specie a livello gastrointestinale<br />
e vaginale (candidiasi), la loro farmacocinesi è svantaggiata rispetto alle cicline di<br />
seconda generazione. La doxiciclina (da 100 a 200 mgl die) può essere presa a stomaco<br />
pieno, è accomunata con le tetracicline dal problema della fotosensibilità, ma meglio tollerata.<br />
La limeciclina, priva della maggior parte degli effetti collaterali delle altre tetracicline,<br />
purtroppo è stata proposta in Italia con un dosaggio decisamente inferiore, rispetto<br />
a quanto avvenuto in alti paesi e, almeno per ora, con capsule contenenti solo 150 mg,<br />
anche l'esperienza degli anni 80, nella terapia necessariamente protratta nella profilassi<br />
dell'aborto da clamidia, ne indica un dosaggio a 600 mg/die. L'eritromicina (1 grldie)<br />
induce rapidamente resistenza, a suo favore il fatto che non ha neppure quel minimo<br />
rischio di interferire con ì contraccettivi orali e, a differenza di tutte le tetracicline, può<br />
essere usata in gravidanza e nei minori di anni 10. Alcuni altri macrolidi sono efficaci,<br />
ma le speriméntazioni sono per ora limitate, non contemplano specificamente l' acne tra<br />
le loro indicazioni, ma possiedono alcuni aspetti decisamente interessanti: ad esempio la<br />
iosalide è in uso da molti anni con caratteristiche migliori dell'eritromicina; la roxitromicina<br />
avrebbe anche effetto antiandrogeno (G9) ; l'azitromicina consente posologie ridotte<br />
(per es. sarebbe attiva con la sola somministrazione di 4 gg al mese (lO)), è possibile che,<br />
approfondendone lo studio si affermino. Vi è però da valutare, in questi nuovi macrolidi,<br />
il già citato problema della possibile induzione di resistenza e se la loro efficacia sia<br />
superiore rispetto a quella delle cicline (l l}.<br />
La combinazione di un antibiotico sistemico con un retinoide topico ne ampia l'azione<br />
terapeutica incidendo su più fattori eziopatogenetici, l'ulteriore aggiunta di BPO ne previene<br />
anche l'induzione di resistenza: un' eccellente argomento per raccomandare le terapie<br />
combinate. Nelle linee guida Canadesi (39) il periodo di assunzione consigliato per le<br />
tetracicline è stato protratto da 4 a 6-8 mesi, sempre che a due mesi inizi una corretta<br />
rIsposta.<br />
Pochi i dati sulle terapie di mantenimento, i consigli di proseguire con i soli retinoidi<br />
topici elo il BPO, appaiono più basati sulla logica e l'esperienza pratica, che su evidenti<br />
dati sperimentali.<br />
Acne: terapia ormonale nell' adolescenza femminile. (.)<br />
Il parlare di "pillola" (OC) alle teen-agers è quasi un discorso obbligato: dai dati dei<br />
Congresso Nazionale d'Urologia (settembre 2004) risulta come 16 anni sia l'età media<br />
dei primi rapporti e come il 46,1 % non adotti alcun metodo contraccettivo. D'altra<br />
parte abbiamo la già citata ricerca di Jemec e colI. (5 1) che attesta come, nell'ambito di<br />
un'estesa popolazione, il riscontro di acne appaia decisamente inferiore nel gruppo d'utilizzatrici<br />
di contraccettivi, rispetto al gruppo delle non utilizzatrici, confermando il<br />
risultato di molte sperimentazioni farmacologiche nonché l'esperienza dei ginecologi e di<br />
molti dermatologi, che vedono migliorare le condizioni cutanee di molte acneiche anche<br />
in assenza di sintomi di androgenismo. Anche se si ritiene che il contraccettivo non sia<br />
farmaco di prima intenzione nell'acne media, visto numero ed entità di effetti collaterali,<br />
i noti rischi potenziali e il tempo d'uso che deve essere protratto a 9-12 mesi (39) (tutte<br />
caratteristiche meno favorevoli rispetto a quelle dei più usati antibiotici), spesso la richiesta<br />
è esplicita, come pure non è infrequente che la paziente dichiari o si constati come<br />
(*) i dari conrenuri nei paragrafi ri guardanri gli O C con la relari va bibliografia, so no ampiamenre rrarrari e discussi in: Pelfini<br />
. O gni donna con acne la sua "pi llola" (72).
difficoltà del problema, vi è da aggiungere, come la depressione sia propria di un elevato<br />
numero di acneici e la percentuale di acneici gravi e non in trattamento che manifestino<br />
idee suicide risulta essere del 5,6% (92).<br />
Complessivamente la documentazione a disposizione è seria, anche se, per ovvi motivi,<br />
solo in pochi casi la connessione tra IT e depressione ed idee suicide è stata comprovata<br />
usando il metodo di sospensione-reintroduzione: quella più precisa sul numero dei casi<br />
è stata pubblicata nel 2003 da Hull e D'Arcy (93l, la FDA ha ricevuto 173 notifiche di suicidi<br />
avvenuti in concomitanza all'uso di IT, Charakida e coll. (74) aggiungono i dati sia<br />
della FDA che di MEDLINE sino al 2003, al di là delle cifre, e pur considerando il rapporro<br />
con l'elevatissimo numero di prescrizioni, il fenomeno è decisamente consistente<br />
ed i dati, personalmente, ci sembrano orientati a confermarne il rapporto, ma le conclusioni<br />
di tutti gli AA. sono o negative o dubitative, opportuno, pertanto, citare lo studio<br />
condotto da psichiatri israeliani (94): sono gli unici sino ad ora, ad aver seguito nel tempo<br />
un piccolo gruppo di militari acneici affetti da psicosi maniacale e da idee suicide, accertandone<br />
la relazione con 1'IT. Finora poco ci ha aiutato la ricerca in neurofisiologia sull'uomo,<br />
un gruppo di studio ha dimostrato nel topo come, a dosi paragonabili a quelle<br />
usato nell'uomo, si riscontri una perdita di cellule a livello dell'ippocampo (95); Goodman<br />
AB (96) è il primo che espone una suggestiva ipotesi che lega la disregolazione indotta da<br />
vie A e retinoidi a livello del SNC, alla schizofrenia ed infine Bremner e coll., recentemente<br />
hanno esposto i risultati di un indagine effettuata con TAC ad emissione positronica,<br />
che attestano una diminuzione del metabolismo cerebrale a livello della corteccia<br />
orbitofrontale (area che media i sintomi della depressione) in acneici che assumevano<br />
IT. (97)<br />
D'altra parte va tenuto conto di alcuni dati decisamente favorevoli come quello che il<br />
consumo degli antidepressivi in coloro che assumano isotretinoina non è diverso da<br />
quelli che assumano minociclina (92) e che acneici migliorati e guariti dall'isotretinoina<br />
vedono diminuire la loro depressione e la loro ansia (statisticamente comprovato 98).<br />
Come concludere? In attesa di altri auspicati studi epidemiologici e di neurofisiologia<br />
non resta che seguire le raccomandazioni formulate, fra l'altro, dall'apposito gruppo di<br />
studio della American Academy ofDermatology (75): raccogliere un'accurata anamnesi dei<br />
fattori di rischio (disordini dell'umore, depressione, malattia bipolare, alterazioni della<br />
personalità, problemi comportamentali a casa e a scuola, patologia psichiatrica familiare,<br />
etc.), avviso a paziente e familiari di segnalare l'insorgenza della sintomatologia, collaborazione<br />
con gli psichiatri ove occorra; curiosamente non viene ammessa dagli AA del<br />
gruppo nessuna controindicazione psichiatrica relativa od assoluta.<br />
Infine va segnalato come purtroppo in alcuni casi di suicidio non vi sia stato alcun sintomo<br />
prodromico.<br />
Isotretinoina e gravidanza<br />
L'II è un farmaco decisamente teratogeno: è noto che ci si può attendere un 40% di<br />
malformazioni maggiori nei nati da esposte ad isotretinoina nel primo trimestre di gravidanza,<br />
diventa pertanto assolutamente indispensabile accertare: la non esistenza di un<br />
concepimento prima dell'inizio della terapia, che sia adottata una contraccezione assolutamente<br />
sicura (ci si accerti che ciò sia ben compreso dalla teen-ager) che questa venga<br />
proseguita per un certo periodo dopo la sospensione della terapia; rispetto alle sei settimane<br />
indicate, noi preferiamo attendere due mestruazioni e nelle sovrappeso, considerato<br />
la lipofilia del farmaco, un tempo ulteriore.<br />
Roche, col contributo della American Academy of Dermatology, un programma volto<br />
alla prevenzione della gravidanza PPP (il Pregnancy Prevention Program) che, come è<br />
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noto, ribadiva ed indicava tra le principali misure da adottarsi: precise informazioni, consenso<br />
scritto, test di gravidanza iniziale). Nonostante questi accurati e necessari programmi,<br />
ovunque adottati, il numero di gravidanze esposte ha continuato a crescere, specie<br />
negli USA, e ciò ha indotto a rielaborare e perfezionare il PPP pervenendo nel 2001 allo<br />
SMART (System to Manage Accutane Related Teratogenicity), che aggiunge al precedente<br />
la richiesta di un duplice test di gravidanza prima di iniziare l'IT ed uno ogni mese per<br />
tutta la durata della sua somministrazione ('>, limita a 30 gg la validità di una ricetta non<br />
ripeti bile sulla quale va affisso una dichiarazione del medico sia di conferma della prescrizione<br />
che dell'idoneità della paziente ad assumere il farmaco; ancora viene consigliata l'adozione<br />
di un duplice sistema di contraccezione (75) . Lo SMART non è stato recepito in<br />
Inghilterra e, solo da alcuni dermatologi in Canada (39) , ove viene proposta, in alternativa,<br />
una certificazione (corso ECM) ed una registrazione dei prescrittori. Ma anche dopo l'adozione<br />
dello SMART il fenomeno delle gravidanze esposte continua e, personalmente,<br />
si hanno dubbi sulla validità di sostituire, affidandolo ai test di gravidanza mensili, quello<br />
,che dovrebbe essere un momento educazionale volto ad aumentare le responsabilizzazione<br />
delle pazienti. Riteniamo invece con altri (99) che il moltiplicarsi dei marchi (2 in<br />
Italia, 30 nel mondo, generici compresi), l'acquisto via internet, o in paesi ove costi<br />
meno, aumentino il rischio. Fortunatamente le generazioni teens appaiono più responsabili,<br />
rispetto a quelle successive (74) e molti metodi contraccettivi (compreso tutti gli<br />
estro-progestinici in commercio in Italia) sono decisamente idonei; la necessità di sicurezza<br />
assoluta, oltre a far escludere metodi naturali, gli OC col solo progestinico e, nelle<br />
teen-agers, anche le spirali, è chiarita ed approfondita in una nostra specifica analisi (73) e<br />
la tabella di Trussel, riportata anche nel già citato articolo del J Am Acad Dermatol (75) è<br />
aggiornata ai nuovi metodi. Dubbi sulla totale mancanza di influenza dell'IT su qualche<br />
OC (estrogeno+norethindrone, non in commercio in Italia) sono stati recentemente formulati,<br />
abbisognano altre ricerche.<br />
In conclusione l'isotretinoina è farmaco di grande efficacia, insostituibile nella terapia<br />
delle acni gravi, la maggior parte degli effetti dose-dipendenti è facilmente gestibile, coloro<br />
che non lo prescrivono, per paura dei rischi, nuocciono ai loro pazienti, al contrario,<br />
coloro che lo usano, estendendone le indicazioni canoniche laddove esistano alternative,<br />
aumentano il rischio dei loro acneici di incorrere in effetti collaterali, anche, seppur assai<br />
raramente, drammatici.<br />
Conclusioni<br />
Come concludere, dopo questa rassegna sull'efficacia di quanto disponiamo per la terapia<br />
dell'acne in questa fascia d'età? Vogliamo dare una risposta chiara al quesito "abbiamo<br />
un farmaco che usato in monoterapia e in prima intenzione ci risolva la patologia in<br />
modo inequivocabile?" Ebbene, se ci poniamo come obbiettivo l'indurre la guarigione<br />
dell'80% delle lesioni nel 70% degli acneici (obiettivo standard in altre patologie(JoO)), la<br />
risposta è negativa! L'unico farmaco che, usato a dosi piene, abbiamo visto raggiungere il<br />
livello di efficacia richiesto è l'isotretinoina, farmaco che ha l'indicazione d'uso "quando<br />
le altre terapie siano risultate inefficaci" e nella donna è obbligatoriamente abbinato ad<br />
un contraccettivo, usualmente ormonale e, a questo proposito, neppure i nostri più efficaci<br />
estro-progestinici raggiungono questo livello e, come abbiamo riportato, l'efficacia<br />
degli antibiotici in monoterapia non è superiore. Fortunatamente nulla ci vieta, anzi spesso<br />
abbiamo visto come sia indispensabile associare più farmaci, combinando al meglio le<br />
(*) l'inviro a recarsi mensilmeme dal proprio medico anche per il test di gravidanza è riportaro anche dal modulo di consenso<br />
in formaro predisposro dalle dine italiane.<br />
Emrambe forniscono opuscoli su quesro specifico problema, la Roche aggiunge la fornitura di utile materiale informativo sul·<br />
l'acne a medici e paziemi.
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.- CI)<br />
C<br />
CI)<br />
C<br />
u<br />
«<br />
Dermatologia<br />
Ambulatoriale
. - G)<br />
c<br />
G)<br />
c<br />
u<br />
Principali alterazioni riscontrabili nei capelli in evoluzione maturativa androgenetica<br />
Il tricoanagen-test, TKT (Il Dermochirurgo, III, I, 2001, 10-14; Dermatologia<br />
Ambulatoriale, I, 2003, 38-44), è un esame di laboratorio che consente di effettuare<br />
comparazioni misurative (velocità giornaliera di crescita, oscillazioni percentuali dei diametri<br />
dei fusti e medie dei diametri stessi) fra campioni di capelli di varie aree del cuoio<br />
capelluto. I confronti vengono effettuati utilizzando i dati di un' area non soggetta ad<br />
involuzione maturativa androgenetica (in genere l' occipitale medio-inferiore). In casi<br />
particolari e selezionati possono essere effettuati anche studi morfo-strutturali.<br />
Lesame consente di distinguere:<br />
a) capelli lunghi normali da quelli apparentemente indenni;<br />
b) capelli corti in crescita normale da quelli prodotti da un follicolo 1ll involuzione<br />
maturativa (breve ciclo anagen).<br />
Scopo dello studio:<br />
Verificare lo "stato di vitalità" nel tempo di capelli sottoposti ad autotrapianto.<br />
Selezione dei pazienti:<br />
8 di sesso maschile (età compresa fra 31 e 54 anni) e 3 di sesso femminile (età compresa<br />
fra 39 e 47 anni).<br />
Criteri di inclusione nella selezione:<br />
a) autotrapianto effettuato da circa 6 mesi;<br />
b) nessuna terapia "tricologica" in atto (né topica, né sistemica).<br />
Criteri di esclusione dalla selezione: nessuno.<br />
Numero di capelli sottoposti, per singolo paziente, a controllo con il TKT (sia<br />
TCG, sia DMT):<br />
15-20 in area "donatrice" (D);<br />
10-15 trapiantati (T);<br />
15-20 adiacenti a quelli trapiantati in area ricevente (R).<br />
Totale: 40-55 capelli per ogni soggetto esaminato.<br />
Follow-up (non è stata fatta valutazione prima dell'intervento perché, per poter disporre<br />
di un maggior numero di pazienti, abbiamo preferito includere nello studio anche quelli<br />
che si erano presentati per la prima volta presso la nostra D.O. In un periodo successivo<br />
all' intervento stesso):<br />
1 ° valutazione: dopo 6 mesi dalla data di intervento;<br />
2° valutazione: al 10° mese;<br />
3° valutazione: al 14° mese;<br />
4° valutazione: al 18° mese;<br />
5° ed ultima valutazione: al 22° mese.<br />
Abbiamo ritenuto presentare solo le medie evitando i valori dei singoli pazienti allo<br />
scopo di non avere troppi dati numerici.<br />
Tabella 2<br />
TKT - TCG (sono considerate prive di significato oscillazioni fino a 20 micron):<br />
Capelli trapiantati: T<br />
Capelli dell'area donatrice: D<br />
Capelli dell'area ricevente: R<br />
TCG: media dei valori (espressi in micron) degli I I soggetti esaminati<br />
•<br />
.l-<br />
I-<br />
Dermatologia<br />
Ambulatoriale
Luglio-Settembre <strong>2005</strong><br />
umero 3<br />
T D R<br />
6° mese 370 378 31 I<br />
10° mese 366 384 303<br />
14° mese 379 374 288<br />
18° mese 369 380 316<br />
22° mese 370 375 312<br />
media generale: 372,2 377,8 306,0<br />
rapporti: T :R I ,21 6 - D:R I ,234 - T:D 0,990<br />
Dalla tabella si può osservare come capelli trapiantati e dell' area donatrice conservino nel<br />
tempo un TCG sovrapponibile (il rapporto 0.990 fra capelli T e D evidenzia che la differenza<br />
fra i due gruppi, 0.99%, è praticamente inesistente).<br />
I dati relativi a capelli dell' area ricevente sono invece riportati solo a scopo esemplificativo:<br />
i capelli "autoctoni" dell' area interessata da AGA presentano invariabilmente e costantemente<br />
valori di vitalità più bassi. I rapporti 1.216 e 1.234 indicano che, nei soggetti da<br />
noi studiati, il "rallentamento vitale" dei capelli dell' area R è infatti, rispettivamente, del<br />
21 ,6% e del 23.4% rispetto ai T e ai D.<br />
Tabella 3<br />
TKT - DMT (sono considerate prive di significato variazioni delle medie dei diametri<br />
fino a 6 micron e variazioni delle oscillazioni diametriche fino ali' 8%).<br />
Capelli trapiantati: T . Capelli area donatrice: D . Capelli dell' area ricevente: R<br />
media oscillazioni media D oscillazioni media R oscillazioni<br />
diametri T diametriche diametri diametriche diametri diametriche<br />
(mld) (o/d) (mld) (o/d) (mld) (o/d)<br />
6° mese 74,8 38.4% 72,3 37.3% 55,6 64,6%<br />
10° mese 71,7 38,6% 73.5 40,2% 63.4 65.5%<br />
14° mese 73.2 40.5% 69,8 36,9% 58,7 59,8%<br />
18° mese 68,8 36.5% 75,1 39.4% 59.5 61,1 %<br />
22° mese 72,3 42,2% 70,8 38,0% 61.3 62.4%<br />
media generale 71.6 39.2% 72,3 38,3% 59.7 62,7%<br />
rapporti: m/d T 1 m/d D = 71 ,6/72.3 = 0,990 o/dT 1 o/d D = 39,2/38.3 = 1,023<br />
Anche in questo caso quindi valori "vitali" del rutto sovrapponibili fra capelli trapiantati<br />
e capelli dell' area donatrice. Nessuna variazione degna di nota con il passare dei mesi,<br />
I capelli dell'area R, anche qui riportati al solo scopo di poter disporre di un confronto,<br />
presentano, come già rilevato in tabella 2, dei valori "vitali" sensibilmente più bassi (m/cl<br />
T / m/d R = 7 1.6/59.7 = 1.199, cioè 19.9% in meno per quanto riguarda le medie dei<br />
diametri; o/d R / o/d T = 62.7/39.2 = 1.599, cioè 59.9% in più per quanto riguarda le<br />
oscillazioni fra diametri minimi e massimi misurati nell' area).<br />
Conclusioni: la metodica del TKT, applicata a scopo comparativo fra capelli dell' area<br />
donatrice e capelli trapiantati, ha confermato come, nel tempo, lo stato di salute dei<br />
capelli stessi si mantenga assolutamente sovrapponibile. Lautotrapianto si conferma pertanto<br />
tecnica chirurgica di elezione nei casi di AGA stabilizzata e non troppo estesa.
c<br />
..c<br />
e<br />
u<br />
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•<br />
Luglio- errembre <strong>2005</strong><br />
umero 3<br />
Contributo alla conoscenza<br />
del coinvolgimento cutaneo<br />
nella malattia di Crohn<br />
Marcello Santini<br />
Parma<br />
Il coinvolgimento cutaneo in corso di malattie infiammatorie croniche intestinali è abbastanza frequente e<br />
comprende una serie di manifestazioni dermatologiche piuttosto varie. Viene descritto un caso di malattia di<br />
Crohn preceduto dalla comparsa di un eritema nodoso e accompagnato poi da una dermatosi sim il-eczematosa<br />
al viso, che non altrettanto frequentemente è stata descritta in letteratura e meritevole quindi di segnalazione.<br />
Si ipotizza il ruolo patogenetico dei neuropeptidi, e della sostanza-P in particolare, presenti nella cute e nell'intestino.<br />
La malattia di Crohn (MC) è, come noto, un processo infiammatorio subacuto e cronico<br />
a carico prevalentemente dell'intestino tenue e del colon, con possibili complicanze<br />
ano-rettali, ma che, talvolta, può interessare ogni parte del tratto gastro-intestinale(I),<br />
incluso il cavo orale(2, 3, 4, 5, 6) . Segnalata per la prima volta nel 1932 da Burrill Crohn con<br />
la denominazione di ilei te regionale, questa affezione morbosa nella fase acuta è clinicamente<br />
caratterizzata da dolore addominale, diarrea, febbre, perdita di peso, variabile<br />
grado di anemia frequentemente associati ad artrite (7) . Benché la causa sia sostanzialmente<br />
sconosciuta, l'interessamento di altri organi e alcune alterazioni immunologiche<br />
riscontrate sono suggestive ai fini di una interpretazione etiopatogenetica su base<br />
autOimmune.<br />
E' stato infatti osservato che linfociti circolanti di pazienti affetti da questa enterocolite<br />
possono provocare vari gradi di citotossicità nei confronti di cellule epiteliali sia fetali che<br />
del colon dell' adulto. Sono state anche riscontrate anomalie nella proporzione dei linfociti<br />
T periferici; tuttavia nessuna delle alterazioni fin' ora osservate ha contribuito a chiarire<br />
in modo definitivo la patogenesi della malattia e a convalidare l'ipotesi di una ipersensibilità<br />
di tipo ritardato. Istologicamente la MC dà luogo ad una flogosi granulomatosa<br />
caratterizzata da un infiltrato linfo-istiocitario e plasmacellulare rilevabile anche a<br />
carico della mucosa orale con presenza di ahosi multiple che possono manifestarsi prima<br />
o durante l'evoluzione della malattia (2,5). Non vi sono esami di laboratorio specifici per<br />
una diagnosi di MC; sono tuttavia evidenziabili un certo grado di anemia, come riscontrato<br />
anche nel nostro caso, conseguente allo stillicidio emorragico delle piccole ulcerazioni<br />
a livello della mucosa intestinale o ad alterazioni dell'assorbimento del Fe e folati e<br />
una maggiore perdita di proteine e grassi di natura carenziale da malassorbimento. Gli<br />
accertamenti più specifici per una diagnosi della malattia si basano ancora sugli esami<br />
radiologici e sulla colonscopia, quest'ultima ormai consolidata come pratica per il monitoraggio<br />
delle fasi subacute.<br />
Associate alla MC sono riportate alcune patologie che coinvolgono altri organi compresa<br />
la cute e considerate manifestazioni extraintestinali di questa enteropatia (Crohn<br />
metastatico): alterazioni metaboliche e nutrizionali già ricordate, nefrolitiasi, complicanze<br />
oculari quali congiuntiviti, episcleriti, iriti (4%), artriti (20%). Le manifestazioni der-
matologiche associate alla MC e che solo raramente precedono quelle gastrointestinali<br />
sono piuttosto variabili: ulcerazioni in regione perianale e peristomiale, lesioni del cavo<br />
orale a tipo granulomatoso o afte e peristomiti vegetanti, eritema polimorfo, eritema<br />
nodoso, S. di Sweet, eritema elevatum diutinum, rosacea, pyoderma gangrenoso. Cute e<br />
mucose sono quindi coinvolte a vario titolo in corso di malattie infiammatorie croniche<br />
intestinali e più specificatamente nella MC. Nel caso oggetto di quest'articolo l'eritema<br />
nodoso ha clinicamente preceduto l'insorgenza dell'enterocolite, mentre, dopo la remissione<br />
clinica della patologia acuta intestinale di base, si sono manifestate lesioni eczematose<br />
molto accentuate al viso e, in maniera minore, alle classiche sedi flessorie dell' eczema<br />
atoplco.<br />
Caso clinico<br />
Giovane donna di 26 anni giunta alla nostra osservazione<br />
per manifestazioni eritemato-nodose infiltrate, dolenti, di<br />
colorito rosso-scuro con lievi sfumature violacee, localizzare<br />
alla faccia anteriore delle gambe, riferibili ad un tipico<br />
eritema nodoso, sia dal punto di vista clinico (FotoI) che<br />
istologico con un interessamento del derma profondo e<br />
dell'ipoderma caratterizzato da un infiltrato linfo-istiocitario<br />
perivascolare che arriva fino ad occludere i piccoli vasi<br />
(Foto 2, 3).<br />
La pazIente<br />
lamentava<br />
artralgie con<br />
febbre (38°C),<br />
aumento della<br />
VES (40) con<br />
+++ di PCR,<br />
mentre nella<br />
Foto 3 - Particolare della foto precedente (Em.Eo 40x) che anco r<br />
meglio evidenzia l'infì ltrato linfoistioci tario perivascolare che<br />
Foto I: hiazze eritemato-infìlnative<br />
dolenti, di varia grandezza, localizzate al la<br />
faccia anteriore delle gambe, primo episodio<br />
con il quale ha eso rdito la malattia.<br />
norma erano gli altri esami ematochimici e<br />
immunologici. Dall' anamnesi risultava un<br />
precedente ricovero in medicina interna per<br />
una non meglio precisata sintomatologia<br />
ischialgica e artralgica (polsi e mani).<br />
In seguito ad una terapia con basse dosi cortisoniche<br />
e riposo a letto per tre settimane, la<br />
dermatite delle gambe regrediva completamente<br />
senza recidive. A distanza di circa 3<br />
mesi da questo primo episodio dermatologico,<br />
si aveva una recrudescenza di episodi<br />
artralgici caratterizzati da rachioischialgia<br />
persistente accompagnati da rigidità mattutina<br />
delle articolazioni . delle mani, dolori<br />
arriva ad occl udere i picco li vasi. addominali, diarrea e sanguinamento rettale,<br />
per cui ne veniva consigliata l' ospedalizzazione, che si concludeva con una diagnosi di<br />
malattia di Crohn, confermata anche dagli esami radiografici, colonscopici e bioptici.<br />
Una terapia con salazopirina portava ad un netto miglioramento della sintomatologia,<br />
che ne consentiva la dimissione. Circa 4 mesi dopo la paziente giungeva nuovamente alla<br />
nostra osservazione per una cheilite angolare associata ad alcune chiazze nummulari eri-<br />
•<br />
Dermatologia<br />
Ambulatoriale<br />
c<br />
.c<br />
e<br />
u<br />
.-
c<br />
.c<br />
e<br />
u<br />
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•<br />
Luglio-Settembre <strong>2005</strong><br />
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