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Anno 2005 - Vol 13 - N° 3 - AIDA

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Luglio- errembre <strong>2005</strong><br />

umero 3<br />

Contributo alla conoscenza<br />

del coinvolgimento cutaneo<br />

nella malattia di Crohn<br />

Marcello Santini<br />

Parma<br />

Il coinvolgimento cutaneo in corso di malattie infiammatorie croniche intestinali è abbastanza frequente e<br />

comprende una serie di manifestazioni dermatologiche piuttosto varie. Viene descritto un caso di malattia di<br />

Crohn preceduto dalla comparsa di un eritema nodoso e accompagnato poi da una dermatosi sim il-eczematosa<br />

al viso, che non altrettanto frequentemente è stata descritta in letteratura e meritevole quindi di segnalazione.<br />

Si ipotizza il ruolo patogenetico dei neuropeptidi, e della sostanza-P in particolare, presenti nella cute e nell'intestino.<br />

La malattia di Crohn (MC) è, come noto, un processo infiammatorio subacuto e cronico<br />

a carico prevalentemente dell'intestino tenue e del colon, con possibili complicanze<br />

ano-rettali, ma che, talvolta, può interessare ogni parte del tratto gastro-intestinale(I),<br />

incluso il cavo orale(2, 3, 4, 5, 6) . Segnalata per la prima volta nel 1932 da Burrill Crohn con<br />

la denominazione di ilei te regionale, questa affezione morbosa nella fase acuta è clinicamente<br />

caratterizzata da dolore addominale, diarrea, febbre, perdita di peso, variabile<br />

grado di anemia frequentemente associati ad artrite (7) . Benché la causa sia sostanzialmente<br />

sconosciuta, l'interessamento di altri organi e alcune alterazioni immunologiche<br />

riscontrate sono suggestive ai fini di una interpretazione etiopatogenetica su base<br />

autOimmune.<br />

E' stato infatti osservato che linfociti circolanti di pazienti affetti da questa enterocolite<br />

possono provocare vari gradi di citotossicità nei confronti di cellule epiteliali sia fetali che<br />

del colon dell' adulto. Sono state anche riscontrate anomalie nella proporzione dei linfociti<br />

T periferici; tuttavia nessuna delle alterazioni fin' ora osservate ha contribuito a chiarire<br />

in modo definitivo la patogenesi della malattia e a convalidare l'ipotesi di una ipersensibilità<br />

di tipo ritardato. Istologicamente la MC dà luogo ad una flogosi granulomatosa<br />

caratterizzata da un infiltrato linfo-istiocitario e plasmacellulare rilevabile anche a<br />

carico della mucosa orale con presenza di ahosi multiple che possono manifestarsi prima<br />

o durante l'evoluzione della malattia (2,5). Non vi sono esami di laboratorio specifici per<br />

una diagnosi di MC; sono tuttavia evidenziabili un certo grado di anemia, come riscontrato<br />

anche nel nostro caso, conseguente allo stillicidio emorragico delle piccole ulcerazioni<br />

a livello della mucosa intestinale o ad alterazioni dell'assorbimento del Fe e folati e<br />

una maggiore perdita di proteine e grassi di natura carenziale da malassorbimento. Gli<br />

accertamenti più specifici per una diagnosi della malattia si basano ancora sugli esami<br />

radiologici e sulla colonscopia, quest'ultima ormai consolidata come pratica per il monitoraggio<br />

delle fasi subacute.<br />

Associate alla MC sono riportate alcune patologie che coinvolgono altri organi compresa<br />

la cute e considerate manifestazioni extraintestinali di questa enteropatia (Crohn<br />

metastatico): alterazioni metaboliche e nutrizionali già ricordate, nefrolitiasi, complicanze<br />

oculari quali congiuntiviti, episcleriti, iriti (4%), artriti (20%). Le manifestazioni der-

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