GERUSALEMME
GERUSALEMME
GERUSALEMME
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
E. Alliata, Escursioni a Gerusalemme<br />
della Madonna (dormizione) e qui la tomba. Il nostro concetto di assunzione è uguale<br />
al concetto orientale di dormizione. Giovanni Damasceno, l’ultimo padre greco, in una<br />
sua omelia (del 749 ca, ELS 1063; TCG 102) parla di un’opera di Eutimio (perduta):<br />
racconta che Maria fu assunta in cielo e nella sua tomba furono trovate solo bende. Le<br />
bende finirono a Costantinopoli, in una chiesa fatta costruire dall’imperatrice<br />
Pulcheria, santa Maria Blacherna. In quella chiesa c’era la sindone e una cappella con la<br />
santa cassa contenente le bende, la reliquia più preziosa della città.<br />
Di grande interesse è il Transitus Virginis (ELS pp. 753-755; TCG 101), un’opera<br />
apocrifa del V secolo, giunta a noi in parecchie lingue (latino, greco, siriaco, etiope).<br />
Tale opera ha elementi teologici risalenti al II secolo, in particolare alla teologia<br />
giudeo–cristiana (il Cristo angelo, i vestiti di Maria, etc.). La versione siriaca ha<br />
indicazioni topografiche che informano sulla situazione prima della distruzione della<br />
Basilica. In particolare si parla di tre grotte e di un banco alzato di argilla.<br />
Nel 1972 a Gerusalemme ci fu un alluvione tale che la basilica si riempì d’acqua.<br />
A fronte del disastro si decise di fare lavori di restauro. Fu incaricato di seguire i lavori<br />
padre B. Bagatti, che scrisse poi un articolo e un libro. Togliendo gli ornamenti di<br />
marmo di epoca crociata si scoprì la roccia sottostante. Nella parete sono state<br />
conservate grotte tombali molto simili ad altre tombe gerosolimitane (vedi quelle del<br />
Cedron e le tombe reali vicino a san Giorgio). Ci sono tre ambienti: un vestibolo, una<br />
seconda camera con sepolture a kokim e una terza camera con tombe ad arcosolio.<br />
Solitamente la terza camera ha tre banchi (uno per ogni parete); è raro il caso in cui si<br />
trova, nella terza stanza, un solo arcosolio. Una famiglia, infatti, era sepolta nella stessa<br />
stanza. Diverso è il caso di Maria, la cui tomba si distingue dalle altre. Il sepolcro di<br />
Cristo è simile, anch’esso isolato dagli altri.<br />
La chiesa attuale è la cripta di un’antica chiesa distrutta. Un archeologo greco,<br />
Kathimbinis, ha trovato pavimenti in marmo dell’antica chiesa e li ha coperti con una<br />
tettoia. La cripta (attuale chiesa) è chiaramente segnata da due fasi: una di epoca<br />
crociata (cfr. la facciata con un arco a sesto acuto, le pietre tagliate longitudinalmente<br />
con i marchi degli scalpellini: simboli, lettere, disegni) e l’altra di epoca più antica. Il<br />
segno della differenza è il tipo di arco: l’arco crociato è a sesto acuto, mentre l’arco<br />
antico è rotondo. Si entra in una costruzione a forma di croce. In fondo c’è l’edicola,<br />
isolata dalla roccia circostante artificialmente. Si nota che l’abside è rivolta verso<br />
occidente. È un dato singolare in questa regione, dove tutte le chiese sono rivolte verso<br />
oriente. Fin dal IV secolo l’usanza era quella di orientare l’abside verso est. Si<br />
conoscono solo due chiese con l’abside non orientata: questa e il santo Sepolcro. Al<br />
Sepolcro la facciata era verso oriente. Tuttavia c’è una testimonianza di Eusebio di<br />
Cesarea che parla della cattedrale di Tiro, costruita nel 313 e rivolta verso occidente; i<br />
raggi del sole entravano dalla porta. Poi, alla fine del IV secolo, si iniziò a costruire le<br />
chiese rivolte ad oriente. Comprendiamo allora che questa chiesa è molto antica.<br />
Ci sono tuttavia problemi: nessun pellegrino ne parla; gli stessi antichi calendari<br />
liturgici tacciono fino al secolo VIII (il primo a menzionare la festa il 15 agosto è il<br />
calendario georgiano, ELS 1064). Esichio, di cui abbiamo molte omelie in occasione di<br />
varie feste a Gerusalemme, non ha nessuna omelia in questa chiesa. Tuttavia il 15<br />
agosto si celebrava la festa presso il Katisma, nei pressi di Betlemme. Bagatti ipotizza<br />
che la chiesa fosse di proprietà di una comunità non in comunione col vescovo di<br />
Gerusalemme, precisamente la chiesa giudeo–cristiana. Si può allora pensare che il<br />
vescovo portasse il popolo lontano dalla chiesa appartenente ad una comunità<br />
scomunicata. Tant’è vero che, quando la chiesa divenne proprietà della comunità<br />
cristiana locale, la festa fu spostata qui e al Katisma si anticipò al 13 agosto (ELS 112). Il<br />
lezionario georgiano riporta ambedue le feste.<br />
Al di sotto dell’abside c’è un altare armeno, girato verso est (direzione nella<br />
quale gli armeni devono obbligatoriamente celebrare). Anche i copti celebrano su<br />
questo altare (essendo ambedue comunità monofisite). L’altare addossato all’edicola<br />
33