GERUSALEMME
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E. Alliata, Escursioni a Gerusalemme<br />
porta del Fiore oppure Bab es Sahira, la porta dove si raduneranno tutti gli uomini nel<br />
giorno del Giudizio (quello che per la Bibbia è la valle di Giosafat). Vicino a questo<br />
luogo c’è un cimitero musulmano, uno dei più ricercati cimiteri gerosolimitani. Gli<br />
ebrei chiamano invece questa porta la porta dei Fiori. L’attuale apertura è stata<br />
realizzata dagli inglesi dopo la prima guerra mondiale, sfondando la parete. La vecchia<br />
entrata (ad angolo) c’è ancora. Sopra c’è un’iscrizione greca che menziona un vescovo<br />
che ha aperto a Gerusalemme un ospizio per i poveri. Non era, quasi certamente, il<br />
vescovo locale (sarebbe stato chiamato patriarca) ma un vescovo di altra città. Davanti<br />
si apre la via Salah ed Din.<br />
Procedendo si giunge al luogo dove Goffredo di Buglione prese la città nel 1099.<br />
Le mura mostrano conci molto belli, tipici di mura cittadine, non presi da palazzi o<br />
chiese. Uno scavo ha cercato di studiare se le mura sono quelle di cui parla Giuseppe<br />
Flavio o meno. La discussione è in corso (ci sono mura anche a 300 metri più in là).<br />
All’interno scavi recenti hanno portato alla luce resti bizantini e case del I secolo. Il<br />
quartiere all’interno è il Betzeda, citato anche nel Vangelo (Giovanni 5,2 [vicino alla<br />
porta delle pecore (Probata)]).<br />
Si giunge infine alla torre d’angolo, detta torre della Cicogna o Laqlâq. Prima di<br />
arrivare alla torre, a fronte del museo Rockefeller si nota il fossato che proteggeva le<br />
mura (ora in parte riempito dalla strada). Ancora nell’800 (lo si vede dalle fotografie)<br />
quasi dappertutto c’era un fossato di protezione. Si notano anche pietre con lavorazioni<br />
(meandri, svastiche, etc.): sono pietre che vengono dalle costruzioni erodiane.<br />
Oltrepassata la torre della Cigogna (molto decorata e ben conservata) si costeggia un<br />
cimitero musulmano, detto cimitero di Giuseppe, o della Signora Maria. Al centro del<br />
cimitero c’era una vasca e poco lontano c’è la tomba della Madonna (che per un certo<br />
tempo fu moschea e infatti c’è ancora il mihrab). Gli arabi chiamano la zona, la porta e<br />
la via Sitty Maryam con un chiaro riferimento a Maria, da loro onorata come la gran<br />
madre del profeta Gesù. Dietro il muro c’è la chiesa di sant’Anna, una delle più belle<br />
chiese di Gerusalemme, di epoca crociata, trasformata in scuola coranica e ritornata poi<br />
ad essere chiesa.<br />
L’ultima porta è la porta di Santo Stefano, perché conduce al luogo del martirio<br />
di Stefano, vicino al Getsemani. Gli ebrei chiamano questa porta, la porta dei Leoni a<br />
motivo delle raffigurazioni in altorilievo segno dello stemma del sultano Bibars. Gli<br />
arabi invece Bab Sitty Maryam.<br />
DALLA PORTA DEI MAGREBINI<br />
ALLA PISCINA DI SILOE, SINO ALL’ACELDAMA<br />
Lunedì 6 novembre 2000<br />
Il ritrovo è alla porta dei Magrebini (in arabo Bab el-Maghariba), aperta nelle mura<br />
turche, detta anche Dung Gate o porta dell’Immondezzaio o del Letame. Anche la porta<br />
di accesso alla spianata delle moschee porta questo nome (porta dei Magrebini) a<br />
ricordo di un quartiere marocchino distrutto nel 1967, dopo la guerra dei sei giorni. Il<br />
nome moderno Dung Gate vuole ricollegarsi alla tradizione biblica che parla di una<br />
porta antica, detta appunto porta del Letame o dell’Immondezzaio (cfr. Neemia 2,13-<br />
14), ma spostata rispetto all’attuale. Infatti la Gerusalemme antica non aveva la stessa<br />
posizione dell’attuale. L’odierna porta sta all’estremità sud ma non dove c’era quella<br />
antica.<br />
Dalla porta dei Magrebini si scende una valle, detta valle del Tyropeion (dalla<br />
definizione di Giuseppe Flavio) o semplicemente la valle. Lo scavo fatto all’inizio del<br />
‘900 da R.A.S. Macalister ha mostrato i resti di antiche mura molto grosse e di una<br />
porta. Sono gli evidenti resti di un’antica città, la città di Davide. Prima di questi scavi<br />
l’opinione era differente: si pensava infatti che la città di Davide fosse dove c’è il<br />
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