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600 e poiché<br />
parvero loro<br />
poche fu inviata<br />
una seconda<br />
lettera a Castel<br />
Madama a<br />
parenti ed amici<br />
del chirurgo, ma<br />
per un disguido<br />
l’uomo di San<br />
Gregorio, al<br />
quale era stata<br />
affidata, tornato<br />
indietro con<br />
centotrenta scudi<br />
non si trovò con<br />
i briganti. Allora<br />
fu inviata una<br />
terza lettera<br />
con la quale<br />
i briganti minacciarono<br />
di uccidere<br />
il medico,<br />
Cherubini stesso<br />
nell’affidare ad un suo concittadino la lettera gli<br />
raccomandò di pregare amici e parenti di vendere<br />
tutto ciò che aveva per racimolare i soldi.<br />
Il messaggero riferì anche, destando grande<br />
impressione e timore, che Marasca era stato ucciso.<br />
Questa volta l’uomo tornò a Colle Piccione,<br />
nei pressi della Mentorella, luogo indicatogli dai<br />
briganti, con seicento corone messe insieme tra<br />
Castel Madama e Tivoli. Finalmente lo liberarono<br />
e per quel che accadde al suo rientro è bene farlo<br />
dire allo stesso Cherubini: Io proseguii verso<br />
Castel Madama, dove tutta la popolazione mi<br />
aspettava con ansia. Infatti un miglio prima che io<br />
raggiungessi il paese, trovai un gruppo di persone,<br />
di tutte le classi sociali, che erano venute per<br />
incontrarmi, ed arrivai a casa un po’ prima di<br />
notte, in mezzo a tali congratulazioni ed acclamazioni<br />
di pubblico come non furono mai udite<br />
prima, che rappresentavano un grande spettacolo<br />
di affetto. Ero appena arrivato, quando l’arciprete<br />
Giustini ordinò che venissero suonate le campane,<br />
per chiamare la gente alla chiesa parrocchiale.<br />
Al primo suono tutta la gente affluì in<br />
chiesa con me, per rendere pubblici e devoti ringraziamenti<br />
al grande Dio misericordioso, al<br />
nostro protettore, San Michele Arcangelo, per la<br />
mia liberazione. Il prete aveva fatto lo stesso non<br />
appena seppe della mia cattura, […]. Non posso<br />
concludere senza dire, che la storia di questa<br />
disgrazia non la dimenticherò mai. Ricorderò<br />
sempre il Signore Iddio […] poiché, al momento<br />
Cultura<br />
33<br />
in cui la sua mano sembrò essere pesante su di<br />
me, egli mosse la città di Tivoli e tutta la gente di<br />
Castel madama, anche i più poveri, a sottoscrivere<br />
il loro denaro e vendere i loro beni, in così<br />
breve tempo, e con tale profusione, per la mia<br />
causa […].<br />
L’anno seguente ed esattamente il 21 febbraio, Il<br />
Consiglio comunale di Castel Madama accordò, a<br />
larghissima maggioranza, un sussidio di 20 scudi<br />
al Signor Cherubini per la disgrazia occorsagli,<br />
questo il verbale: Si è radunato il Consiglio […]<br />
per trattare li seguenti affari comunicativi che<br />
alle Signorie si propongono a cui risolvino […]. È<br />
stata presentata una supplica fatta in Sagra Congregazione<br />
ad istanza del Sig. Estachio Cherubini<br />
con il rescritto per informatione audito Consilio,<br />
nihil interim innovato, ora le Signorie Loro<br />
potranno sentire dalla supplica, che alle Signorie<br />
Loro si legga onde risolvino. Il Signor Gio Domenico<br />
Chicca uno de Consiglieri arringando dice<br />
che è di sentimento che il medesimo se li dia una<br />
qualche gratificazione attesa la disgrazia ricevuta,<br />
ed il bonservizio prestato a questa popolazione<br />
e che ne corra il bussolo ed è tornato con palle<br />
bianche n. 12 e nere 4 non avendo votato il Signor<br />
Cherubini. Il Medesimo Signor Chicca arringando<br />
dice che sarebbe bene di cedergli li 20 scuti<br />
che la comunità si ritrova in disborso per tanti<br />
servizi strattigli nel atto del suo aresto da malviventi,<br />
per il cavarlo dalle mani […] e fu approvato<br />
il detto aringo.