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NO.02<br />
Il SAPERE DEI PIACERI 美食风向标<br />
Il cibo degli dei: il pane<br />
Pane il gusto di farlo a casa<br />
Farina, lievito e acqua, il forno caldo e il<br />
profumo irresistibile che pervade la cucina. Due<br />
semplici ingredienti - farina e lievito - che da soli<br />
sono immangiabili e uniti insieme con l’acqua fanno<br />
il prodigio creando il più semplice e sublime dei cibi.<br />
Negli ultimi tempi il pane fatto in casa sembra tornato<br />
un’abitudine. A confermarlo, molti blog, siti e libri<br />
dedicati all’argomento e il successo dell’industria<br />
delle macchine per il pane (se ne trovano da 70<br />
euro in su). Ma farlo da soli, impastarlo, sentire<br />
la pasta tra le mani, vederla lievitare, darle le<br />
diverse forme dà tutta un’altra soddisfazione.<br />
La pasta per il pane è una di quelle ricette<br />
senza tempo che affondano le loro origini nella<br />
notte dei tempi. La preparazione di questo<br />
meraviglioso impasto, che i Greci definivano<br />
“il cibo degli dei”, ha origine addirittura nella<br />
Preistoria quando l’uomo si rese conto che poteva<br />
ottenere un impasto lavorabile, dalla polvere<br />
delle ghiande schiacciate unita a dell’acqua.<br />
La sua meraviglia crebbe ancora di più quando<br />
imparò a cuocere questo impasto sulle pietre roventi<br />
ottenendo un prodotto più duro ma sicuramente più<br />
gustoso: il primo tentativo di pane. Naturalmente,<br />
col passare del tempo, le tecniche per preparare<br />
la pasta per il pane si affinarono, in particolar<br />
modo nella scelta più accurata degli ingredienti:<br />
la “farina” di ghianda venne presto soppiantata<br />
dai cereali macinati, come l’orzo o il farro.<br />
I primi a rendersi conto dell’importanza che<br />
rivestiva questo miracoloso impasto furono, senza<br />
dubbio, i Babilonesi e gli Egiziani seguiti a ruota<br />
dai Greci che aggiunsero all’impasto di base, fatto<br />
di acqua e farina, anche altri ingredienti. Ma furono<br />
i Romani coloro che fecero conoscere la pasta per il<br />
pane, e la resero una ricetta popolare. Al contrario,<br />
nel Medioevo, la preparazione del pane e il suo<br />
consumo, divennero un lusso riservato solo ai nobili<br />
e signori mentre il popolo doveva accontentarsi di un<br />
semplice impasto ottenuto dall’orzo o dalla segale.<br />
Fu solo nel Rinascimento che il pane ridivenne<br />
un alimento popolare e, proprio in questo periodo<br />
di grande rinascita, la ricetta venne rivisitata<br />
assumendo quelle caratteristiche a noi care che<br />
mantiene ancora oggi. I fornai rinascimentali, infatti,<br />
introdussero l’utilizzo dell’innovativo lievito di<br />
birra e della farina di grano duro di alta qualità.<br />
La grande svolta nel mondo della panificazione<br />
si ebbe, però, nel XVIII secolo grazie<br />
all’invenzione della macchina impastatrice ed<br />
alla crescente produzione di lieviti artificiali che<br />
resero la preparazione del pane più semplice e<br />
rapida. <strong>Anno</strong> dopo anno, secolo dopo secolo,<br />
l’impasto per il pane ha mantenuto le stesse<br />
caratteristiche di un tempo e, come allora,<br />
ancora oggi è una delle ricette maggiormente<br />
utilizzate forse anche per la sua versatilità.<br />
Con l’impasto base per il pane, infatti, si possono<br />
realizzare una grande quantità di preparazioni tra<br />
cui pizze, focacce e torte salate oltre ad una enorme<br />
varietà di pane e panini.<br />
Ingredienti (ricetta di base): 250 gr di farina, 10 gr<br />
di lievito di birra fresco (circa mezzo cubetto), sale.<br />
Sbriciolate il lievito in una ciotola capiente e<br />
bagnatelo con 1,5 dl di acqua tiepida. La temperatura<br />
dell’acqua è molto importante: se fosse troppo calda,<br />
ucciderebbe gli organismi vivi del lievito: è perfetta<br />
tra 35 e 40°: più o meno la temperatura delle dita.<br />
Unite un cucchiaino raso di sale fino e un po’di<br />
farina per volta. Mescolate con una forchetta unendo<br />
la farina a poco a poco. La quantità di farina è<br />
indicativa. Continuate a lavorare con la forchetta<br />
fino a quando riuscite.<br />
Quando l’impasto diventa troppo denso per essere<br />
lavorato con la forchetta, continuate a lavorarlo<br />
con la mano, unendo se necessario altra farina.<br />
Per maggiore comodità, potete lavorare la pasta<br />
direttamente nella ciotola. Occorre lavorarla per<br />
circa 10 minuti in modo da renderla elastica.<br />
La pasta quando iniziate a lavorarla è appiccicosa<br />
e rimane incollata alle mani. Mano e mano diventa<br />
sempre meno appiccicosa.<br />
Lasciate riposare la pasta per 2 ore in un luogo<br />
tiepido al riparo dalle correnti d’aria, con la ciotola<br />
coperta. Un ottimo sistema è quello di chiudere la<br />
ciotola con la pasta in un sacchetto di plastica e<br />
lasciarlo semplicemente a temperatura ambiente.<br />
Non mettetela mai vicino a una fonte di calore: ci<br />
vuole il suo tempo.<br />
Impastate nuovamente la pasta e fatene una<br />
palla. Sistematela su una teglia e coprite con uno<br />
strofinaccio. Lasciate lievitare per circa 40 minuti<br />
sempre lontano dalle correnti d’aria (potete chiuderla<br />
in un armadio).<br />
Mettete la pagnotta nel forno freddo e accendete a<br />
220°. Lasciate cuocere per circa 15/20 minuti fino a<br />
quando il pane sarà dorato. Abbassate la temperatura<br />
a 180° e lasciate cuocere per altri 15 o 20 minuti.<br />
Alla fine, quando il pane vi sembra pronto, battete<br />
con le nocche sul fondo: deve fare un rumore secco.<br />
Fate raffreddare il pane su una griglia.<br />
Varianti:<br />
Al latte: impastate il pane con latte al posto<br />
dell’acqua e aggiungete eventualmente un po’di<br />
burro.<br />
Alle olive: aggiungere all’impasto delle olive<br />
snocciolate e tritate.<br />
Integrale: sostituite metà della farina con farina<br />
integrale.<br />
Alle patate: aggiungete all’impasto una grossa<br />
patata in puré<br />
10 modi per dire pizza<br />
Prodotto protetto dal marchio specialità<br />
tradizionale garantita, meglio noto con l’acronimo<br />
STG, è un marchio di origine introdotto dalla<br />
Unione europea volto a tutelare produzioni che siano<br />
caratterizzate da composizioni o metodi di produzione<br />
tradizionali. La lavorazione e gli ingredienti della<br />
verace pizza napoletana artigianale sono definiti<br />
nella norma UNI 10791:98 e sono stati predisposti<br />
dall’Associazione Verace Pizza Napoletana. “Dopo<br />
la cottura la “verace pizza napoletana” (vera pizza<br />
napoletana) si presenta come un prodotto da forno<br />
tondeggiante, con diametro variabile che non deve<br />
superare 35 cm, con il bordo rialzato (cornicione)<br />
e con la parte centrale coperta dai condimenti. Tale<br />
parte centrale sarà spessa 0,4 cm con una tolleranza<br />
consentita pari a ± 10 % . Il cornicione dovrà essere<br />
di 1-2 cm, regolare, gonfio, privo di bolle e bruciature<br />
e di colore dorato. La “verace pizza napoletana”<br />
(vera pizza napoletana) deve essere morbida,<br />
elastica, facilmente piegabile a libretto, dal sapore<br />
caratteristico derivante dal cornicione che presenta<br />
il tipico gusto del pane ben cresciuto e ben cotto.<br />
Pizza in teglia soffice<br />
Pizza che si presenta come prodotto da forno , “alta”<br />
(2-3cm circa) con fondo molto sottile, croccante e<br />
struttura interna con alveolatura fine e regolare, soffice,<br />
scioglievole al palato senza bordo. Viene prodotta<br />
generalmente in teglia rotonda (dm 40 cm, rettangolare<br />
in teglia 60x40) multiporzione effettuando una<br />
precottura con pomodoro o salamoia e successivamente<br />
finita con mozzarella. Altri ingredienti possono essere<br />
aggiunti crudi dopo la cottura.<br />
Pizza in teglia croccante<br />
Pizza che si presenta come prodotto da forno da<br />
asporto alta 1-1,5 cm; cotta in teglia rettangolare (<br />
60x 40x 2 cm) con fondo croccante struttura interna<br />
con alveolatura fine e regolare; ha bordo. Viene<br />
prodotta effettuando una precottura con pomodoro o<br />
salamoia e successivamente finita con mozzarella e<br />
altri ingredienti in cottura.<br />
Pizza al metro® (brevetto di Luigi dell’Amura)<br />
alla pala<br />
La pizza al metro (nell’italiano regionale chiamata<br />
anche pizza a metro) è una specialità derivante<br />
dalla pizza tipica della penisola sorrentina. (La<br />
ricetta fu creata da Luigi Dell’Amura nei primi<br />
anni cinquanta del Novecento e brevettata nel 1960<br />
come “pizza a metro”. Pizza che si presenta come<br />
prodotto da forno con bordo e fondo spesso e molto<br />
croccante determinato dalla cottura sulla platea del<br />
forno. Struttura interna alta 1-1,5 cm aperta con<br />
alveoli irregolari. La pizza nella sua modalità di<br />
preparazione prevede l’allungamento della pasta per<br />
ottenere una misura predefinita. Viene stesa su una<br />
pala e farcita nella sua lunghezza con diversi gusti.<br />
Pizza romana alla pala<br />
Pizza che si presenta come prodotto da forno alta<br />
dai 3 ai 5 cm, dalla forma irregolare caratterizzata<br />
dall’estrema croccantezza con o senza bordo in<br />
funzione della farcitura che può essere interna (tipo<br />
focaccia) o in superficie. Struttura interna aperta<br />
con alveoli grossi, irregolari (tipo ciabatta), quasi<br />
completamente svuotati della componente amidacea.<br />
La pizza nella sua modalità di preparazione prevede<br />
l’allungamento della pasta per ottenere una misura<br />
variabile cotta direttamente in platea o su teglia .<br />
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