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Insieme, un passo dopo l'altro - Webdiocesi

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La Voce dei Berici<br />

Domenica 10 ottobre 2010<br />

Un territorio abitato<br />

fin dal sesto secolo<br />

avanti Cristo<br />

Sul colle che sovrasta il piccolo com<strong>un</strong>e sono stati<br />

ritrovati reperti antichissimi: attrezzi di selce,<br />

terracotte e perfino <strong>un</strong>a piccola necropoli rupestre<br />

Alonte<br />

Sul colle che sovrasta Alonte,<br />

sono stati rinvenuti, in <strong>un</strong>a piccola<br />

necropoli rupestre risalente al VI-<br />

IV secolo a.C., strumenti di selce,<br />

terracotte e frammenti metallici.<br />

Sul versante meridionale si possono<br />

osservare <strong>un</strong>a serie di antiche<br />

fosse f<strong>un</strong>erarie scavate nella<br />

roccia. Ben visibili sono otto<br />

tombe di forma rettangolare.<br />

Il nome del paese si trova per la<br />

prima volta citato in antichi documenti<br />

medioevali. Nel 753 appare<br />

in <strong>un</strong> manoscritto; riappare assieme<br />

a quello della frazione Corlanzone<br />

nel 1545, in <strong>un</strong> documento<br />

relativo ai beni donati al Vescovo di<br />

Mantova dal marchese Almerico.<br />

Negli ultimi anni del IX secolo,<br />

durante le invasioni degli Ungheri,<br />

sembra accertato che ad Alonte<br />

esistesse <strong>un</strong> sistema di fortificazioni<br />

comprendente la chiesa parrocchiale,<br />

che perciò era detta<br />

“Santa Maria del Castello”.<br />

Scarse notizie si hanno di <strong>un</strong> castello<br />

medievale, di cui esiste oggi<br />

qualche traccia, forse distrutto intorno<br />

al 1312 durante le lotte tra<br />

Vicentini e Scaligeri contro i Padovani.<br />

Il Maccà ricorda che nel 1312 il<br />

villaggio di Alonte fu devastato ed<br />

incendiato, tanto che “stando in<br />

Lonigo, miravasi il fumo di questo<br />

incendio”. Nel 1334, in <strong>un</strong> documento<br />

di lascito riportato dal P.<br />

Barbarano, di Alonte si dice che<br />

“giace parte in monte, parte in<br />

colline e parte in piano. Le sue<br />

colline producono uve buonissime,<br />

colle quali si fanno vini<br />

ottimi e preziosi”. Più tardi, nel<br />

1393, verrà riportato di “<strong>un</strong>a cava<br />

di pietre bianche e tenere e di<br />

<strong>un</strong> fiumicello chiamato Rio che<br />

gira quivi sei ruote di mulini da<br />

grano e due pile da riso”.<br />

In epoca scaligera Alonte fu<br />

proprietà della nobile famiglia vicentina<br />

dei Proti, a cui poi subentrarono<br />

i Traversi. Il territorio di<br />

Alonte, fertile e verdeggiante, era<br />

prescelto da nobili famiglie veneziane<br />

come luogo di villeggiatura<br />

nel XVI secolo. L’<strong>un</strong>ica villa dell’epoca<br />

gi<strong>un</strong>ta fino a noi è Villa<br />

Trevisan, <strong>un</strong> tempo appartenente<br />

ai nobili Traversi, con <strong>un</strong> loggiato<br />

in stile gotico.<br />

La chiesa di San Biagio<br />

L’antica chiesa di Alonte, citata<br />

nelle Rationes decimarum del<br />

1297-1303, era fuori del borgo, sul<br />

castelliere e, come riporta il<br />

Maccà, “era dedicata a San Martino.<br />

Vicino a questa eravene<br />

<strong>un</strong>’altra dedicata a San Nicolò,<br />

anche questa trovata rovinosa”.<br />

Entrambe furono demolite per disposizione<br />

del visitatore.<br />

Accanto all’edificio ancor oggi<br />

sono visibili spesse muraglie.<br />

La chiesa, nel 1522, in occasione<br />

di <strong>un</strong>a visita pastorale, fu<br />

trovata in condizioni precarie,<br />

venne restaurata nel 1540. Poi,<br />

nel 1631 fu ricostruita e dedicata a<br />

San Biagio. Restò chiesa parrocchiale<br />

fino alla metà del 1800,<br />

quando fu abbandonata perché<br />

pericolante.<br />

Nel 1868 si avviò la costruzione<br />

della nuova parrocchiale, progettata<br />

dall’ingegner Antonio Trevisan,<br />

innalzata all’interno del paese,<br />

che poi subì modifiche e restauri<br />

nel 1935 e anche più recentemente.<br />

All’interno, l’<strong>un</strong>ica navata circolare<br />

è sovrastata da <strong>un</strong>a luminosa<br />

cupola semisferica. Oltre all’altar<br />

maggiore, sono presenti due altari,<br />

<strong>un</strong>o con <strong>un</strong>a pala di San<br />

Biagio e l’altro con la statua della<br />

Madonna col Bambino, risalente<br />

al 1892. È in via di completamento<br />

<strong>un</strong> nuovo ciclo pittorico, opera di<br />

Annamaria Trevisan, con tre tele<br />

e <strong>un</strong> affresco, ma l’intero edificio<br />

religioso necessita di <strong>un</strong> importante<br />

opera di restauro, già approvata<br />

dagli enti preposti.<br />

Corlanzone<br />

L’<strong>un</strong>ica frazione del com<strong>un</strong>e di<br />

Alonte è Corlanzone, il cui nome<br />

deriva da curtis di Lanzone, ossia<br />

<strong>un</strong> privilegio dell’imperatore Federico<br />

I che concedeva dei beni a <strong>un</strong><br />

monastero veronese. “Corte Lanzone”<br />

è citata anche in <strong>un</strong> antico<br />

documento del 1046. Dal luogo<br />

prese poi il nome la potente e nobile<br />

famiglia “Corlanzone”, ricordata<br />

nel 1300. In <strong>un</strong> testamento del<br />

1449 si riporta che le famiglie residenti<br />

sono venti, con in tutto 86<br />

anime. Oggi sono circa 400.<br />

La chiesa di San Michele<br />

Nel centro di Corlanzone troviamo<br />

la chiesa dedicata a San Michele,<br />

già cappella della Pieve di Barbarano.<br />

Era parrocchiale alla fine del<br />

XII secolo, come attesta la firma<br />

del suo presbyter Bartholomeus<br />

nelle Rationes decimarum.<br />

Anche in <strong>un</strong>a visita pastorale del<br />

1530 è definita molto antica. L’ultima<br />

sua ricostruzione risale alla<br />

fine dell’Ottocento.<br />

I nomi del luogo e del santo sono<br />

testimonianza dell’origine Longobarda<br />

della piccola com<strong>un</strong>ità.<br />

L’asilo parrocchiale<br />

11<br />

Alonte 1954: “Siamo <strong>un</strong> gruppo di<br />

mamme e chiediamo a vostra Eccellenza<br />

(mons. Zinato) che si interessi<br />

per realizzare al più preso<br />

<strong>un</strong> asilo per i nostri bambini”.<br />

Così, in sintesi, diceva la lettera<br />

che condusse all’edificazione di<br />

<strong>un</strong>o dei gioielli di Alonte. Grazie a<br />

generosi benefattori e all’opera<br />

del sindaco Clotilde Veronese, si<br />

arrivò, nel 1958, alla sua inaugurazione.<br />

Da allora, prima gestita<br />

dalle suore, ora da <strong>un</strong> comitato<br />

laico, la scuola materna parrocchiale<br />

è <strong>un</strong>o dei simboli della com<strong>un</strong>ità<br />

alontina.<br />

Servizio<br />

di Stefano Zampieri<br />

Alonte è situato nel versante sudoccidentale<br />

dei Colli Berici, sulla<br />

strada ai piedi dei monti che collega<br />

Lonigo a Orgiano, deriva probabilmente<br />

il suo nome dal corso<br />

d’acqua che qui scorreva, originariamente<br />

chiamato Alona, e che<br />

oggi ha preso il medesimo nome<br />

del paese.<br />

Alonte potrebbe essere definito<br />

il paese delle “cento doline”, tante<br />

solo le concavità che si trovano sui<br />

suoi colli, che al massimo si elevano<br />

per 150 metri sulla pianura<br />

circostante.<br />

Un tempo queste vallate ospitavano<br />

anche numerosi laghetti e<br />

pozze d’acqua.<br />

Visita pastorale<br />

La chiesa di San Michele Arcangelo a Corlanzone. Sotto: la scuola materna<br />

di Alonte. A sinistra: scorcio del territorio di Alonte<br />

Il paese delle cento doline<br />

Il territorio, costituito da <strong>un</strong> tavolato<br />

di pietra calcarea, riporta<br />

fenomeni tipici di <strong>un</strong>’area carsica,<br />

il cui esempio più importante è la<br />

grotta dei “Mulini di Alonte”, a cui<br />

è collegata l’omonima sorgente.<br />

Tale grotta è la seconda più l<strong>un</strong>ga<br />

dei Colli Berici, con <strong>un</strong>o sviluppo<br />

complessivo di 670 metri. La sua<br />

imboccatura si apre alla base di<br />

<strong>un</strong>a grande cengia a strapiombo<br />

ed è di difficile penetrazione in<br />

quanto contiene numerosi sifoni<br />

spesso inondati. La sorgente è la<br />

più copiosa dei Berici meridionali<br />

e genera <strong>un</strong> corso d’acqua che si<br />

inoltra nella pianura per parecchi<br />

chilometri.

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