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vevano unirsi e spendere quel<br />
qualcosa in più che li animava:<br />
il desiderio di fratellanza che risorgeva<br />
dalle pagine del Vangelo.<br />
Potevano rivendicare in tutte<br />
le forme lecite i loro diritti, alla<br />
stregua dei socialisti. È l’inizio<br />
di una nuova era politico-sociale.<br />
Si scaldano gli animi, la fantasia<br />
di molti vola veloce, pensando<br />
alla venuta del Regno<br />
qui, sulla terra.<br />
Nell’aprile del 1902 a Ravenna<br />
sorge il primo circolo democratico<br />
cristiano. In seminario il<br />
cardinale Riboldi istituisce la<br />
cattedra di sociologia. In agosto,<br />
il giovane sacerdote marchigiano<br />
Romolo Murri, teorico della<br />
nuova via di liberazione dell’uomo<br />
attraverso la Chiesa, parla ai<br />
giovani seminaristi. “Ne ero entusiasta”<br />
commenterà <strong>Angelo</strong><br />
facendo suo, una volta sacerdote,<br />
l’appello di Leone XIII ad<br />
“uscire dalle sacrestie e andare<br />
verso il popolo”.<br />
L’evoluzione che Murri darà<br />
al movimento non piacerà però<br />
alla Chiesa. Il suo riformismo<br />
religioso verrà giudicato eresia<br />
modernista. Secondo la gerarchia,<br />
insomma, quel sacerdote<br />
era troppo moderno; voleva<br />
adeguare la dottrina ecclesiale,<br />
la tradizione, ai tempi attuali.<br />
Bisognava fermarlo. Ma per fermarlo,<br />
si scatena una sorta di<br />
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“caccia alle streghe” di cui fanno<br />
le spese tutti, anche quel clero<br />
che si era lasciato giustamente<br />
animare dai nuovi ideali e li<br />
voleva inseguire rimanendo nell’obbedienza.<br />
Il successore di<br />
Leone XIII, Pio X, fa rientrare<br />
nei ranghi. Fa riassestare tutti su<br />
posizioni conservatrici. Don<br />
Romolo Murri? Verrà scomunicato<br />
e poi riaccolto dalla Chiesa<br />
nel ’43.<br />
Certo, la delusione è tanta. E<br />
tra i delusi c’è anche don <strong>Angelo</strong>.<br />
Che però è sempre più strumento<br />
nelle mani di Dio, e sta<br />
acquistando un equilibrio e una<br />
saggezza che tengono a freno la<br />
sua passionalità e impulsività. In<br />
una lettera del 1909 – anno in<br />
cui muore la madre – scriverà a<br />
proposito di Murri e del modernismo:<br />
“Non è il caso di farne<br />
una lotta personale. Senza pretendere<br />
di conoscere tutti i motivi<br />
(ché non potrei) lo condanno<br />
come lo ha condannato la Chiesa<br />
mia, e lo lascio da parte mentre<br />
prima ne ero entusiasta”.<br />
Sa andare oltre il disincanto,<br />
questo prete di umili origini arrivato<br />
alla soglia dei trent’anni.<br />
Non è più il tempo delle idee,<br />
delle teorizzazioni. Né tantomeno<br />
delle ideologie. Non si tratta<br />
di convincere o agitare gli animi<br />
con la forza delle parole, ma di<br />
testimoniare con la vita. <strong>Angelo</strong>