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Angelo Lolli A L A L - Alta Media

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stesso agire materialmente come<br />

se Dio non ci fosse”. Per i suoi<br />

malati <strong>Angelo</strong> si inventa di tutto:<br />

da una grandiosa lotteria, dove<br />

tra l’altro mette a disposizione le<br />

ultime cose che aveva, agli emblemi<br />

funerari, da donare ai parenti<br />

dei defunti, al laboratorio<br />

di maglieria e cucito, che diventa<br />

una vera e propria attività, con<br />

delle volontarie e del personale<br />

retribuito.<br />

I locali di via Costa non bastano<br />

più. Bisogna cercare altro.<br />

Nel 1913 il laboratorio trasloca<br />

in via Mazzini 3, l’attuale via<br />

Corrado Ricci, in uno stabile<br />

che don <strong>Angelo</strong> acquista in proprio,<br />

accollandosi i debiti. Il 25<br />

aprile dell’anno successivo, comincia<br />

a circolare in città un volantino<br />

informativo: “La Pia<br />

Opera d’assistenza infermi poveri<br />

ha aperto in via Mazzini 3<br />

un negozio Alla beneficienza”.<br />

Ora i manufatti che uscivano dal<br />

laboratorio potevano essere<br />

esposti e venduti con più facilità.<br />

E in quello stabile non è raro<br />

vedere “gli angeli volenterosi”,<br />

come li definì il “Corriere di<br />

Romagna”, dismettere i panni<br />

delle operaie per vestire quelli<br />

delle infermiere. Il fine era lo<br />

stesso in tutte le attività: alleviare,<br />

alleviare, alleviare.<br />

Nello stesso anno viene inaugurata<br />

una cucina per i poveri e<br />

19<br />

allestito un ambulatorio gratuito,<br />

che diventerà una struttura di altissima<br />

qualità. Ci tiene a far le<br />

cose bene, don <strong>Angelo</strong>; per i<br />

suoi poveri vuole il meglio. E<br />

pensa anche ai bambini. Più tardi<br />

nascerà un asilo. Per ora –<br />

siamo nel 1914 – fa distribuire<br />

ai fanciulli l’olio di fegato di<br />

merluzzo, perché abbiano più<br />

forza nelle ossa. Chiassose frotte<br />

di ragazzini si presentavano nel<br />

cortile dell’ambulatorio con tanto<br />

di cucchiaio e pezzuola per<br />

pulirlo. E dopo aver ingoiato l’amaro<br />

sorso, si mettevano in fila<br />

per ritirare il premio: due mentini.<br />

Intanto in Europa si sta profilando<br />

una guerra di trincea che<br />

si credeva dovesse durare pochi<br />

mesi. Durerà anni.<br />

A metà strada tra<br />

la terra e il paradiso<br />

L’Italia dichiara guerra all’Austria<br />

nel 1915. Don <strong>Angelo</strong>, trentacinquenne,<br />

dopo essere stato<br />

chiamato alle armi a Bologna,<br />

viene fatto tornare a Ravenna<br />

grazie anche all’interessamento<br />

dell’arcivescovo Morganti. Copre<br />

le funzioni di cappellano in<br />

due ospedali militari: il suo posto<br />

è sempre accanto a chi soffre.<br />

Nel mare di dolore in cui si sta<br />

trasformando il Paese, le infermiere<br />

della Pia Opera si danno

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