LE OFFERTE - Cooperativa Agricola di Legnaia
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zootecnia<br />
Il Maremmano<br />
<strong>di</strong> Roberto Tocci, Clara Sargentini, Alessandro Giorgetti<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Biotecnologie Agrarie, sezione Scienze Animali. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze<br />
Un cavallo dalla storia<br />
molto antica.<br />
Le prime testimonianze<br />
sulla sua presenza lungo<br />
il litorale tirrenico,<br />
risalgono alla civiltà etrusca<br />
Origine e caratteristiche<br />
morfologiche<br />
La storia del cavallo Maremmano è<br />
molto antica e le prime testimonianze<br />
sulla presenza <strong>di</strong> popolazioni cavalline<br />
lungo il litorale tirrenico, risalgono alla<br />
civiltà etrusca. Questo cavallo è originario<br />
delle campagne della Toscana<br />
meri<strong>di</strong>onale e dell’alto Lazio, dove<br />
varie razze, tra cui anche quella Germanica<br />
<strong>di</strong> grande mole e con testa a<br />
profilo convesso, erano lasciate libere<br />
<strong>di</strong> unirsi a cavalli locali allevati allo stato<br />
brado. I nati da questi incroci dovevano<br />
adattarsi alla campagna notoriamente<br />
ostile della Maremma, al poco<br />
cibo, ai terreni impervi e alle avversità<br />
climatiche. I soggetti che superavano<br />
queste <strong>di</strong>fficoltà erano cavalli robusti,<br />
veloci e frugali, esteticamente però non<br />
molto attraenti, e per questo ritenuti <strong>di</strong><br />
scarso pregio. Il cavallo maremmano<br />
tipico è descritto, alla fine del 1800,<br />
con testa pesante e profilo montonino,<br />
un’altezza <strong>di</strong> circa 150 cm al garrese,<br />
d’aspetto <strong>di</strong>sarmonico, con arti robusti<br />
e zoccoli forti, criniera e coda folta ed<br />
arruffata. I colori del manto, anche se<br />
perlopiù bai o morello, comprendevano<br />
anche, eccezionalmente, sauro o<br />
grigio. Non si può affermare che fosse<br />
un bel cavallo, ma era adatto al duro<br />
lavoro dei butteri ed economico nell’allevamento.<br />
Nel XVI secolo vi fu un forte interesse<br />
per questo cavallo da parte sia dello<br />
Stato Pontificio che del Granducato <strong>di</strong><br />
Toscana. Lo Stato Pontificio pre<strong>di</strong>ligeva<br />
cavalli <strong>di</strong> grande mole e robustezza,<br />
<strong>di</strong> mantello scuro e adatti anche al tiro<br />
delle carrozze, mentre i toscani preferivano<br />
cavalli bai e più leggeri, con più<br />
evidenti caratteri orientali e andalusi.<br />
Usato anche dalla Cavalleria piemontese<br />
a fine ‘800, all’epoca della guerra<br />
<strong>di</strong> Crimea, si cercò <strong>di</strong> creare e selezionare<br />
soggetti eleganti ed elastici,<br />
incrociandoli con Arabi e purosangue<br />
inglesi, ottenendo così animali robusti,<br />
anche <strong>di</strong> notevole statura, dal manto<br />
morello o baio, senza degradazioni <strong>di</strong><br />
segni o balzane, che presentavano un<br />
carattere coraggioso e vivace ma anche<br />
docile e generoso. Questo tipo <strong>di</strong><br />
selezione ha portato però la riduzione<br />
dell’antica razza a pochi capi, che vi-<br />
Buttero a cavallo <strong>di</strong> un soggetto Maremmano Foto Pugliese C.<br />
vono ancora allo stato brado in alcune<br />
aziende. Insieme all’attuale Maremmano<br />
esiste infatti, e riconosciuto dal<br />
<strong>di</strong>cembre 2010, un altro tipo genetico<br />
denominato “Cavallo Romano della<br />
Maremma Laziale”, che ha progenitori<br />
comuni con il moderno Maremmano,<br />
ma ha mantenuto caratteri morfologici<br />
più simili a quelli del vecchio tipo:<br />
altezza al garrese più contenuta, testa<br />
più pesante con profilo più arcuato, talora<br />
montonino, groppa inclinata e arti<br />
robusti, minor attitu<strong>di</strong>ne sportiva.<br />
La storia più recente del cavallo Maremmano<br />
è oggi nota grazie ad un attento<br />
e complesso lavoro <strong>di</strong> ricostruzio-<br />
ne genealogica. Questa ricostruzione<br />
riconduce tutta la popolazione iscritta<br />
nel Libro Genealogico a quattro stalloni<br />
attualmente riconosciuti come capostipiti<br />
della razza:<br />
• Otello (Maremmano nato nel 1927)<br />
• Aiace (Purosangue inglese, 1926)<br />
• Ussero (razza Moscati, degli anni ’20)<br />
• Ingres (Purosangue, 1946)<br />
Nel 1980 è stato istituito il libro genealogico<br />
della razza maremmana, affidato<br />
all’ANAM, Associazione Nazionale<br />
Allevatori Maremmani. (segue >>>)<br />
Lo standard attuale <strong>di</strong> razza prevede<br />
un’altezza <strong>di</strong> 162 cm (mai inferiore ai<br />
14 15<br />
158 cm nei maschi e 155 nelle femmine)<br />
a 42 mesi, mantello <strong>di</strong> colore<br />
morello o baio nelle varie gradazioni.<br />
La testa è rettilinea o dal profilo leggermente<br />
montonino, con buona incollatura,<br />
occhi gran<strong>di</strong> e vivaci, coda e<br />
criniera folte, ottima capacità toracica,<br />
spalla lunga e inclinata, stinco corto e<br />
largo, linea del dorso ben attaccata<br />
alla groppa, zoccolo resistente.<br />
Negli ultimi decenni il lavoro <strong>di</strong> selezione<br />
si è intensificato in maniera significativa<br />
in<strong>di</strong>rizzando la produzione<br />
verso un tipo <strong>di</strong> cavallo essenzialmente<br />
sportivo, ma il Maremmano, da sempre<br />
allevato allo stato brado in con<strong>di</strong>zioni<br />
ambientali spesso <strong>di</strong>fficili, ha conservato<br />
la sua rusticità: versatile e affidabile<br />
è ancora oggi il compagno in<strong>di</strong>spensabile<br />
dei butteri per il governo delle<br />
gran<strong>di</strong> mandrie <strong>di</strong> bovini Maremmani.<br />
Bibliografia<br />
Bonanzinga, M., Pieramati, C., 1992.<br />
Stalloni Maremmani. Nuova Grafica<br />
Fiorentina, Firenze.<br />
Bonavolontà, G., Silvestrelli, M., 1989.<br />
Il Maremmano. Bramante-E<strong>di</strong>zioni Equestri.<br />
Savio, A.M., Conforti, G., 1978. Il<br />
Cavallo Maremmano. La Poligrafica,<br />
Grosseto.