LEZ III anno bobath perfetti vojta.pdf - FISIOTERAPIA-Pavia
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Principali tecniche di<br />
riabilitazione<br />
neuro(psico)motoria<br />
Metodo Bobath<br />
Metodo Perfetti<br />
Metodo Vojta<br />
(Metodo Kabat)
Principali tecniche di riabilitazione neuro(psico)motoria<br />
Si rivolgono al trattamento di disabilità conseguenti a lesioni e patologie del<br />
s.n.c. e periferico (nel bambino anche a disordini neuropsicomotori) quali:<br />
•Disturbi ed asimmetrie posturali;<br />
•Disturbi della coordinazione<br />
•Disturbi del movimento<br />
•Persistenza dei riflessi arcaici;<br />
•Alterazione del tono<br />
•Squilibrio tra agonisti ed antagonisti;<br />
•Disturbi dell'equilibrio;<br />
•Compromissione:<br />
della strutturazione ed integrazione dello schema corporeo<br />
della rappresentazione mentale dell'atto motorio agito<br />
della strutturazione dei processi di comunicazione
Metodo Bobath 1 (concetti fondamentali)<br />
IL MOVIMENTO COSIDETTO VOLONTARIO SI BASA SU UNA<br />
PIATTAFORMA DI INTEGRAZIONE SOTTOCORTICALE CHE<br />
REGOLA IN CONTINUAZIONE ED IN MODO INCOSCIENTE<br />
LA POSTURA DELLE VARIE PARTI DEL CORPO TRA LORO E<br />
DEL CORPO NEL SUO INSIEME NELLO SPAZIO<br />
UNA LESIONE CEREBRALE CHE ALTERA IL MECCANISMO DI<br />
INTEGRAZIONE POSTURALE DANNEGGIA LA<br />
“PIATTAFORMA” E, DI CONSEGUENZA IMPEDISCE LA<br />
NORMALE ESECUZIONE DEL MOVIMENTO VOLONTARIO
Metodo Bobath 2 (alterazioni indotte)<br />
UNA LESIONE CENTRALE<br />
ALTERA:<br />
1.IL TONO MUSCOLARE<br />
2. LA COORDINAZIONE AGONISTI<br />
ANTAGONISTI<br />
3. IL CONTROLLO DI POSTURE TIPICHE<br />
DEI PRIMI STADI DELLO SVILUPPO
Metodo Bobath 2b (alterazioni del tono)<br />
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE:<br />
1.RIGIDITÀ SPASTICA<br />
2.RIGIDITÀ PLASTICA<br />
3.TONO INSTABILIE (IPOTONO – IPERTONO)
Metodo Bobath 2c (alterazioni coordinazione)<br />
ALTERAZIONI DELLA COORDINAZIONE<br />
AGONISTI - ANTAGONISTI :<br />
1. CO-CONTRAZIONE A LIVELLO DEL TRONCO CON<br />
SPASTICITÀ FLESSORIA ED ESTENSORIA<br />
2. SPASTICITÀ FLESSORIA AGLI ARTI SUPERIORI<br />
3. SPASTICITÀ ESTENSORIA AGLI ARTI INFERIORI
Metodo Bobath 2d (alterazioni posturali)<br />
ALTERAZIONI DEL CONTROLLO<br />
POSTURALE:<br />
1.SINERGIE FLESSORIE ED ESTENSORIE<br />
2. REAZIONI POSTURALI RIFLESSE<br />
(estensione crociata, riflessi tonici del collo e<br />
del tronco, riflessi labirintici, riflessi di<br />
raddrizzamento, grasping etc.)
Metodo Bobath 3a (principi “neuroevolutivi”)<br />
le tappe motorie<br />
•le tappe motorie non vengono acquisite una dopo l’altra<br />
ma in modo sovrapposto ed integrato<br />
o NO stazione seduta “perfetta” e poi stazione eretta “perfetta”<br />
o SI parziale controllo da seduto ed iniziale aggrapparsi;<br />
o NO cammino “perfetto” e poi corsa “perfetta”<br />
o SI cammino “traballante” e corsa “traballante”
Metodo Bobath 3b (principi “neuroevolutivi”)<br />
movimenti funzionali 1<br />
I movimenti funzionali richiedono lo sviluppo di<br />
schemi di coordinazione posturali<br />
Gli schemi di coordinazione posturali<br />
accompagnano e precedono il movimento<br />
costituendone la base
Metodo Bobath 3c (principi “neuroevolutivi”)<br />
movimenti funzionali 2<br />
i movimenti funzionali possono consistere in:<br />
modificazioni o fluttuazioni diffuse del tono muscolare<br />
o in<br />
movimenti di compenso
Metodo Bobath 3d (principi “neuroevolutivi”)<br />
movimenti funzionali 3<br />
i movimenti funzionali sono automatici ed inconsci<br />
e possono essere compresi nella denominazione di<br />
” meccanismo posturale riflesso”<br />
costituito da due tipi di reazioni automatiche:<br />
le reazioni di raddrizzamento e<br />
le reazioni di equilibrio.
Metodo Bobath 4a (fattori responsabili)<br />
i fattori responsabili delle alterazioni nell’interazione<br />
delle tappe di sviluppo e del meccanismo posturale<br />
riflesso sono secondo Bobath identificabili in:<br />
anormalità del tono muscolare (ipertonia, ipotonia, distonia);<br />
difetto di innervazione reciproca, nel senso di una accentuata<br />
o diminuita contrazione muscolare;<br />
anormale attività riflessa;<br />
difetto di sviluppo dei meccanismi riflessi per il mantenimento<br />
della postura e dell'equilibrio.
Metodo Bobath 4b (fattori responsabili)<br />
1) i fattori responsabili<br />
A) delle alterazioni nell’interazione delle tappe di sviluppo (nel<br />
bambino con PCI od altre Neurolesioni) e<br />
B) del meccanismo posturale riflesso (nel bambino e nell’adulto<br />
neurolesi)<br />
2) possono essere modificati con<br />
A) manovre tendenti ad inibire direttamente l'attività<br />
riflessa primitiva,<br />
B) manovre tendenti a facilitare l'autoinibizione<br />
Cioè a permettere i movimenti fisiologici ed automatici che<br />
concorrono alle reazioni fondamentali di raddrizzamento e<br />
di equilibrio.
Metodo Bobath 5 (principi del trattamento )<br />
Le manovre proposte tendono quindi a:<br />
inibire l'attività riflessa primitiva<br />
facilitare l'autoinibizione<br />
permettere i movimenti fisiologici ed<br />
automatici<br />
concorrere alle reazioni fondamentali di<br />
raddrizzamento e di equilibrio.
Metodo Bobath 6a (strategia di trattamento)<br />
La strategia di trattamento<br />
A) CONSIDERA due aspetti molto importanti:<br />
• gli effetti esercitati dalla lesione encefalica<br />
responsabile della patologia motoria sui normali<br />
processi di maturazione del sistema nervoso;<br />
• l'interferenza dei patterns motori riflessi<br />
sull'organizzazione delle varie funzioni motorie
Metodo Bobath 6b (strategia di trattamento)<br />
La strategia di trattamento<br />
B) SI BASA sulla verifica della:<br />
• presenza di schemi motori anormali, che v<strong>anno</strong> inibiti,<br />
• assenza di schemi di movimento (povertà dell’esperienza<br />
motoria), che v<strong>anno</strong> arricchiti attraverso manovre<br />
facilitanti.
Metodo Bobath 7a (programma di trattamento)<br />
1- favorire l'acquisizione dei pattern motori più importanti<br />
(controllo della testa in relazione alle altre parti del corpo ed allo<br />
spazio, capacità di rotolarsi, di mettersi seduto, in ginocchio ed in<br />
piedi, capacità di bilanciarsi in tutte le posture)<br />
2 - ridurre (se ipertonia) o aumentare il tono (se ipotonia);<br />
3 - sviluppare le normali reazioni posturali;<br />
4 - prevenire e ridurre le contratture e le deformità;<br />
5 - facilitare i patterns funzionali<br />
attraverso manipolazioni e gesti finalizzati (gioco nel bambino), utili<br />
nella vita quotidiana e per l'autonomia.
Metodo Bobath 7b (programma di trattamento)<br />
Inibizione e facilitazione possono susseguirsi e<br />
combinarsi in modo vario nel corso del<br />
trattamento in rapporto alla sua evoluzione<br />
Progressivamente si cerca sempre più “di<br />
eliminare l'uso delle mani del terapista” per<br />
affidare al paziente il controllo del suo<br />
movimento e delle posture inibitorie<br />
dell’ipertono.
Metodo Bobath 8 (costruzione di una Seduta Tipo)<br />
1- INIBIZIONE DELLE REAZIONI POSTURALI ANORMALI<br />
MEDIANTE CORREZIONI POSTURALI O CINETICHE<br />
SPECIFICHE<br />
2- RIPRODUZIONE DELLE TAPPE DELLO SVILUPPO<br />
MOTORIO:<br />
A - raddrizzamento del controllo del capo rispetto al corpo<br />
B - rotolamento<br />
C - posizione seduta<br />
D - posizione carponi<br />
E - stazione eretta<br />
F - passaggi posturali e loro mantenimento, catene cinetiche<br />
complesse, deambulazione<br />
3- APPROCCIO PSICOMOTORIO E GIOCO
Palloni Bobath<br />
ATTREZZATURE BOBATH<br />
Lettini Bobath
BOBATH: FASI INIZIALI DEL TRATTAMENTO<br />
Bobath: postura al letto<br />
Bobath: iniziale<br />
controllo del tronco<br />
Bobath: rotolamento<br />
al letto<br />
Bobath: controllo del<br />
tronco da seduto
BOBATH: FASI AVANZATE DEL TRATTAMENTO<br />
trasferimento laterale del carico da seduto 1<br />
Reazione di appoggio<br />
Il terapista siede dalla parte colpita e<br />
porta il carico del paziente verso di sé<br />
in modo che il lato plegico del tronco si<br />
allunghi;<br />
questo allungamento viene facilitato dal<br />
terapista mettendo una mano sotto<br />
l'ascella del paziente tirandolo verso di<br />
se, mentre l'altra viene posta sul lato<br />
opposto del tronco per aiutare<br />
l'accorciamento.
BOBATH: FASI AVANZATE DEL TRATTAMENTO<br />
trasferimento laterale del carico da seduto 2<br />
Raddrizzamento<br />
Facilitazione del riflesso<br />
tonico di raddrizzamento<br />
del collo<br />
Il trasferimento del carico dalla parte<br />
sana richiede un accorciamento attivo<br />
del fianco plegico, che può essere<br />
facilitato<br />
a) Con una pressione esercitata dal<br />
terapista sul lato del tronco facilitata<br />
dalla mano del terapista che preme in<br />
basso la spalla<br />
b) elicitando la reazione di raddrizzamento<br />
del capo,con una mano che stira e ruota<br />
il capo verso il lato sano
BOBATH: FASI FINALI DEL TRATTAMENTO<br />
Esercizio statico<br />
Esercizio dinamico<br />
Bobath: trasferimento laterale del carico in stazione eretta:<br />
Trasferimento del carico di lato con entrambe le ginocchia flesse.<br />
Dalla posizione di partenza il paziente trasferisce il carico da un<br />
lato all'altro con le anche leggermente flesse e ruotando come se<br />
stesse sciando; le braccia oscillano rilassate lungo i fianchi. Il<br />
terapista coadiuva la rotazione ponendo le mani sul bacino.
“ESERCIZIO TERAPEUTICO<br />
CONOSCITIVO”<br />
Metodo Puccini Perfetti
“Esercizio terapeutico conoscitivo” 1<br />
Tale metodo si propone<br />
a) di osservare le relazioni che esistono tra i<br />
vari livelli organizzativi superiori ed il livello<br />
periferico<br />
b) di mettere in relazione ciò che è<br />
“quantificabile” (muscoli, ossa, ecc.) e ciò<br />
che non lo è (attenzione, memoria,<br />
intenzionalità).
“Esercizio terapeutico conoscitivo” 2<br />
Il movimento viene considerato non come<br />
somma di tante contrazioni attivate<br />
volontariamente o per via riflessa, ma come<br />
risultato di processi messi in atto da un<br />
sistema che interagisce con l'ambiente<br />
secondo le proprie necessità.<br />
Stretta relazione tra reclutamento muscolare<br />
(movimento) ed elaborazione delle<br />
informazioni (conoscenza).
“Esercizio terapeutico conoscitivo”<br />
(concetti fondamentali 1):<br />
1- qualunque movimento ha un significato<br />
conoscitivo in quanto serve a mettere in<br />
contatto l'uomo con la realtà circostante,<br />
2- il recupero dopo la lesione può essere<br />
considerato come un processo di<br />
apprendimento in condizione patologiche
“Esercizio terapeutico conoscitivo”<br />
(concetti fondamentali 2):<br />
3- il paziente deve fin dai primi momenti del<br />
trattamento prendere coscienza di varie<br />
esperienze sensomotorie senza il ricorso a<br />
costrizioni meccaniche o riflesse.<br />
4- la presa di coscienza da parte del soggetto<br />
ha la precedenza rispetto all’esecuzione del<br />
gesto che gli viene proposto.
“Esercizio terapeutico conoscitivo”<br />
(le 4 fasi del trattamento)<br />
preparazione<br />
azione<br />
1-colloquio<br />
2-rilassamento<br />
3- mobilizzazione passiva guidata<br />
4- motilità attiva
“Esercizio terapeutico conoscitivo”<br />
(le 4 fasi del trattamento)_1<br />
1) fase del colloquio, dove si ricercano le<br />
motivazioni più adeguate al soggetto da<br />
trattare, parlando con il paziente o i suoi<br />
familiari;<br />
2) fase del rilassamento, ogni movimento viene<br />
proibito attraverso la mobilizzazione<br />
passiva;
“Esercizio terapeutico conoscitivo”<br />
(le 4 fasi del trattamento)_2<br />
3) fase della mobilizzazione passiva guidata,<br />
che è utilizzata per costruire il movimento<br />
corretto attraverso particolari accorgimenti;<br />
4) fase della motilità attiva, che consiste nel<br />
far partecipare volontariamente al<br />
movimento il paziente senza scatenare<br />
alcuno schema patologico.
Esercizio terapeutico conoscitivo: risposta di equilibrio da seduto<br />
• SCOPO: riacquisizione della capcità<br />
sostegno da parte del tronco attraverso,<br />
la funzione d’appoggio degli arti superiori<br />
• CONTENUTO: Con questo esercizio il<br />
malato deve iniziare a percepire la<br />
posizione del tronco con l’aiuto degli arti<br />
superiori che lo sostengono.<br />
POSIZIONE: Il terapista cerca di spostare il tronco da seduto in avanti, indietro<br />
e di lato; questi movimenti avvengono soprattutto a livello delle anche e consistono<br />
in uno spostamento del tronco rispetto alle cosce senza che la colonna vertebrale si<br />
fletta. Il paziente è seduto su una sedia a schienale rigido e si sostiene con il<br />
braccio colpito; nei primi tentativi il terapista guida i movimenti del tronco e del<br />
braccio e, se l'equilibrio del tronco del paziente è carente, il terapista può<br />
utilizzare le sue ginocchia per stabilizzare quelle del paziente (il ginocchio dell'arto<br />
plegico tende a cadere in extrarotazione e abduzione).
Esercizio terapeutico conoscitivo: esercizi biartuali e di<br />
comparazione tra gli arti superiori<br />
• SCOPO: riacquisizione della funzione di<br />
sostegno da parte del tronco, liberando<br />
entrambi gli arti superiori dalla funzione<br />
d’appoggio.<br />
• CONTENUTO: Con questo esercizio il<br />
malato deve iniziare a percepire la<br />
disposizione degli arti superiori rispetto al<br />
tronco che diventa punto di riferimento<br />
per entrambi gli arti superiori in azione.<br />
POSIZIONE: Il paziente è seduto con gli avambracci appoggiati al tavolo<br />
e tiene gli occhi chiusi; il terapista posiziona l’arto plegico in più punti sul<br />
piano orizzontale senza superare la linea mediana e chiede al malato la<br />
copia con l’arto sano.
METODO VOJTA
Metodo Vojta 1.<br />
Utilizzato nei bambini molto piccoli.<br />
Il metodo parte dal presupposto che nelle lesioni<br />
infantili del SNC, periferico e nei disordini<br />
neuropsicomotori non si realizza l'integrazione tra<br />
alcune funzioni e cioè:<br />
•la componente posturale<br />
•la componente di raddrizzamento<br />
•la componente fasica
Metodo Vojta 2. (LE COMPONENTI)<br />
•componente posturale: consiste nell'attività automatica<br />
riflessa di tutto il corpo; ossia l'attività di orientamento del<br />
corpo nello spazio, sia in riposo che in movimento;<br />
•componente di raddrizzamento consiste nella possibilità di<br />
avere sempre, in qualsiasi posizione, la testa orientata in<br />
maniera che la rima boccale sia orizzontale e la faccia sia<br />
dritta frontalmente nello spazio;<br />
•componente fasica coordinazione motoria che porta ad una<br />
traslazione con una sua direzione ed una sua velocità.
Metodo Vojta 3a.<br />
Qualsiasi tipo di movimento possiede<br />
caratteristiche posturali, di raddrizzamento e<br />
fasiche.<br />
La carenza prolungata di adeguate stimolazione<br />
sensitivo-sensoriali, (dovuta ad un d<strong>anno</strong><br />
cerebrale anche minimo), incide negativamente<br />
sulla organizzazione delle attività encefaliche.<br />
(legge della reciprocità di Gessell: “lo sviluppo di ogni struttura<br />
nervosa è sempre legato a quelle di altre strutture nervose a cui essa<br />
è collegata o è destinata a collegarsi”)
Metodo Vojta 3b.<br />
Scopo del trattamento:<br />
indurre la coordinazione automatica<br />
riflessa del comportamento motorio<br />
attraverso la stimolazione di aree<br />
somatiche chiamate zone grilletto o<br />
reflessogene.<br />
Le zone reflessogene: 4 zone principali e<br />
5 ausiliarie corrispondenti a determinati<br />
livelli spinali.
Metodo Vojta 4<br />
Metodo Vojta zone grilletto azione zone ausiliarie<br />
arto superiore<br />
facciale<br />
arto inferiore<br />
facciale<br />
arto superiore<br />
occipitale<br />
arto inferiore<br />
occipitale,<br />
epicondilo mediale<br />
dell'omero<br />
condilo mediale del<br />
femore<br />
parte distale<br />
laterale<br />
dell'avambraccio<br />
Raddrizzamento<br />
tonico<br />
Strisciamento<br />
fasico<br />
Raddrizzamento<br />
tonico<br />
zona calcaneare Strisciamento<br />
fasico<br />
Margine mediale<br />
della scapola<br />
facciale<br />
spina iliaca antero<br />
superiore<br />
omolaterale<br />
a) margine<br />
anteriore<br />
della spalla<br />
b) regione D8<br />
del torace<br />
regione del gran<br />
troncantere.<br />
zone grilletto, azioni e zone ausiliarie
Metodo Vojta 4a<br />
Zona trigger<br />
parte distale laterale<br />
dell'avambraccio<br />
zona calcaneare<br />
Azione sviluppata<br />
Raddrizzamento tonico<br />
Strisciamento fasico
Metodo Vojta 4b<br />
Zona trigger<br />
zona calcaneare<br />
epicondilo mediale<br />
dell'omero<br />
Azione sviluppata<br />
Strisciamento fasico<br />
Raddrizzamento tonico
Metodo Vojta 4c<br />
Trigger<br />
Riflesso di raddrizzamento del<br />
tronco provocato dallo<br />
stiramento del collo<br />
Azione sviluppata<br />
Rotolamento sul fianco
Metodo Vojta 4d<br />
Zona trigger<br />
a) margine anteriore<br />
della spalla<br />
b) regione D8 del<br />
torace<br />
Azione sviluppata<br />
Raddrizzamento tonico
zona calcaneare<br />
Raddrizzamento tonico<br />
Strisciamento fasico
Metodo Vojta 5a (zone trigger).<br />
La stimolazione delle zone grilletto ha lo scopo di<br />
provocare risposte motorie complesse, che<br />
devono contenere i requisiti fondamentali del<br />
movimento:<br />
determinata modalità posturale,<br />
definiti meccanismi di raddrizzamento<br />
specifica motilità fasica.
Metodo Vojta 5b (risposte motorie complesse).<br />
Le risposte motorie complesse vengono elicitate<br />
con la stimolazione dei punti grilletto attraverso<br />
due schemi riflessi fondamentali, ritenuti i<br />
modelli di ogni successivo movimento coordinato<br />
il rotolamento<br />
lo strisciamento,
Metodo Vojta 5c (dalla periferia al centro).<br />
Secondo Vojta la stimolazione di tali<br />
schemi, ripetuta più volte nella giornata<br />
può trasformare la risposta inizialmente<br />
automatica in movimento attivo perché<br />
la stimolazione contemporanea di più<br />
zone reflessogene, attiverebbe la<br />
sommazione spaziale e temporale degli<br />
impulsi, che attraverso il midollo<br />
perverrebbero alle strutture superiori<br />
fino alla corteccia cerebrale.