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LEZ III ANNO Il controllo motorio.pdf - FISIOTERAPIA-Pavia

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<strong>Il</strong> <strong>controllo</strong> <strong>motorio</strong>


Schema delle<br />

principali vie<br />

motorie


I 4 aspetti essenziali del <strong>controllo</strong><br />

<strong>motorio</strong><br />

1. Ruolo dei segnali dei motoneuroni che<br />

innervano i muscoli volontari e loro<br />

configurazione (pattern motoneuronale)<br />

2. Ruolo del midollo spinale<br />

3. Ruolo del feedback sensoriale<br />

4. Ruolo del SNC nel generare e controllare i<br />

movimenti, e sue interazioni con il midollo<br />

spinale


Aspetto 1:<br />

pattern motoneuronale


innervazione muscolare<br />

• Ciascun muscolo contiene numerose fibre muscolari<br />

• La piccola muscolatura delle dita può avere 10 4 fibre,<br />

mentre la grande muscolatura degli arti può averne<br />

10 6 .<br />

• Un muscolo è innervato da più singoli motoneuroni<br />

(MN).<br />

• I corpi cellulari dei MN sono localizzati nel midollo<br />

spinale o, per i muscoli del capo, nel tronco<br />

encefalico<br />

• Dopo essere entrato nel muscolo che innerva<br />

l‟assone di ciascun MN si ramifica ripetutamente.


unità motorie<br />

• La terminazione di ciascuna ramificazione prende<br />

contatto con una singola fibra muscolare mediante<br />

una struttura specializzata chiamata giunzione o<br />

placca neuromuscolare (NMJ).<br />

• Ciascuna fibra muscolare ha solo una NMJ che<br />

corrisponde ad una branca di un singolo MN.<br />

• In tal modo per un dato muscolo ciascun<br />

motoneurone ha l‟esclusivo <strong>controllo</strong> di un gruppo di<br />

fibre muscolari.<br />

• <strong>Il</strong> gruppo di fibre muscolari controllato da un dato MN<br />

è chiamato unità motoria.


Elettrofisiologia dell‟attivazione<br />

delle fibre muscolari<br />

• quando un MN è attivo scarica potenziali di azione.<br />

• ciascun potenziale di azione condotto lungo l‟assone<br />

principale di un MN viaggia anche nelle ramificazioni<br />

assonali all‟interno del muscolo<br />

• quindi attraversa la NMJ e determina una contrazione<br />

('twitch„) simultaneamente in ciascuna fibra della UM.<br />

• potenziali di azione ripetuti oltre una certa frequenza<br />

conducono alla fusione delle contrazioni individuali<br />

ed ad una contrazione sostenuta (tetano).


caratteristiche delle unità motoria<br />

• Le diverse fibre di una data unità motoria non sono<br />

raggruppate ma sono sparse piuttosto ampiamente<br />

nel muscolo.<br />

• Nonostante ciò condividono tutte le medesime<br />

caratteristiche metaboliche - rapide, lente o<br />

intermedie.<br />

• Le unità a contrazione rapida sono anaerobiche e di<br />

diametro maggiore in modo da produrre alti livelli di<br />

forza; le lente sono aerobiche e più piccole.


unità motorie e <strong>controllo</strong> <strong>motorio</strong><br />

• Ci sono due meccanismi con cui il SNC può<br />

controllare i muscoli:<br />

– Reclutamento di nuove unità motorie,<br />

– Stimolazione più elevata (maggior frequenza di<br />

generazione di potenziali di azione) di unità già<br />

reclutate.<br />

• Entrambi i meccanismi vengono utilizzati anche nel<br />

corso di una semplice contrazione graduale.<br />

• Le unità che vengono reclutate per prime tendono a<br />

essere aerobiche piuttosto che anaerobiche.


modulazione della forza :<br />

reclutamento e dereclutamento<br />

•Le unità motorie 1-4<br />

sono reclutate con forze<br />

progressivamente più<br />

elevate<br />

• A seguito del<br />

reclutamento di ciascuna<br />

unità, la frequenza di<br />

scarica dei PA aumenta e<br />

la produzione di forza si<br />

incrementa ulteriormente<br />

Modulazione della frequenza di scarica durante l’aumento e il<br />

decremento della produzione di forza (estensori del ginocchio)


aspetto 2:<br />

ruolo del midollo spinale


midollo spinale: funzioni<br />

• L‟anatomia del midollo riflette direttamente le sue<br />

funzioni:<br />

– ricevere l’informazione somatosensoriale, e<br />

trasmetterla alle varie parti del SNC;<br />

– esportare i comandi motori ai muscoli<br />

– compiere correttamente l’“elaborazione<br />

neurale”, compresa l’interazione con il<br />

cervello per produrre risposte appropriate<br />

• <strong>Il</strong> midollo è molto più che un semplice conduttore di<br />

segnali verso e dal cervello.


midollo spinale: anatomia<br />

• La sezione trasversa del midollo spinale presenta 2 suddivisioni<br />

principali: sostanza grigia e sostanza bianca.<br />

• La prima ha due doppie “corna” che protrudono anteriormente e<br />

posteriormente, con una forma generale ad 'H' o a farfalla<br />

• La sostanza grigia contiene corpi cellulari, dendriti, assoni non<br />

mielinizzati, e terminazioni assonali<br />

• La sostanza bianca contiene le fibre dei tratti (tratto = fascio di<br />

fibre nervose che corrisponde nel SNC al nervo del SNP)<br />

• Una notevole parte dell‟informazione neurale è elaborata dai<br />

neuroni spinali. Circa il 50% del corpo cellulare e dei dendriti dei<br />

motoneuroni spinali è ricoperto da sinapsi.


Tratti nella sostanza bianca<br />

del midollo spinale<br />

• tratti discendenti originano nel cervello e scendono<br />

in basso nel midollo per terminare su interneuroni o<br />

motoneuroni nella sostanza grigia; sono tratti motori.<br />

ad es.: tratto cortico spinale.<br />

• tratti ascendenti originano nel midollo e salgono al<br />

cervello; sono tratti sensoriali. ad es.: tratto<br />

spinotalamico.<br />

• tratti propriospinali interconnettono i neuroni in<br />

differenti segmenti spinali.


fibre sensoriali (afferenti)<br />

• Le fibre nervose “somatosensoriali” entrano nel corno<br />

dorsale (posteriore), si ramificano e prendono sinapsi<br />

o su interneuroni o direttamente su motoneuroni.<br />

• Alcuni dei neuroni di diametro maggiore salgono<br />

direttamente oltre il midollo.<br />

• I loro corpi cellulari sono situati nella radice dorsale o<br />

ganglio spinale.


neuroni motori (efferenti)<br />

• Gli assoni motori lasciano il midollo attraverso le<br />

radici ventrali.<br />

• I loro corpi cellulari sono piuttosto allargati rispetto<br />

alla loro lunghezza.<br />

• Hanno un ampio albero dendritico con moltissime<br />

sinapsi<br />

• Ciascuno di essi controlla una unità motoria.<br />

• Ve ne sono due tipi – (grande diametro) e <br />

(piccolo diametro - riservate ai fusi muscolari).


Albero dendritico di un α-motoneurone


sostanza grigia: microanatomia<br />

I corpi cellulari del motoneurone che innervano lo<br />

stesso muscolo non formano nuclei ben distinti<br />

TUTTAVIA:<br />

• Vi è un raggruppamento funzionale dei corpi cellulari<br />

che servono gruppi di muscoli agonisti<br />

• I motoneuroni che innervano i muscoli del tronco<br />

hanno corpi cellulari mediali e vice versa<br />

• I motoneuroni che innervano i muscoli flessori hanno<br />

corpi cellulari disposti dorsalmente; quelli che<br />

innervano gli estensori giacciono più ventralmente.


Input ai motoneuroni<br />

• Le cellule del corno ventrale ricevono informazioni da<br />

un‟ampia varietà di fonti tra cui:<br />

– interneuroni all‟interno del midollo<br />

– fibre sensoriali<br />

– centri cerebrali superiori.<br />

• Hanno un albero dendritico molto ampio.<br />

• Gli assoni di un motoneurone attraversano spesso un<br />

plesso prima di raggiungere i muscoli che innervano.


contributo del midollo spinale al movimento<br />

• <strong>Il</strong> midollo contiene dei circuiti neurali semplici che<br />

generano “riflessi”<br />

• Inoltre il midollo contiene “programmi motori” che<br />

generano e controllano dei movimenti relativamente<br />

semplici e stereotipati tra cui la locomozione<br />

• I normali movimenti volontari sono il risultato di una<br />

complessa interazione tra:<br />

– questi programmi motori spinali,<br />

– I patterns/influenze motorie generate dal cervello,<br />

– <strong>Il</strong> feedback somatosensoriale che interagisce con<br />

entrambi i precedenti.


Riflessi spinali<br />

• I riflessi, sono la forma più semplice di<br />

comportamento <strong>motorio</strong>, sono definiti come<br />

risposte motorie stereotipate, automatiche,<br />

riproducibili, quasi istantanee che avvengono in<br />

risposta ad uno specifico input sensoriale.<br />

• In un certo qual modo sono indipendenti dal<br />

<strong>controllo</strong> volontario.<br />

• Classificazione:<br />

– Spinali o craniali;<br />

– Somatici o viscerali/autonomici


• esempi di riflessi somatici sono:<br />

– riflesso da stiramento, anche chiamato riflesso<br />

miotattico o riflesso tendineo. Si oppone a<br />

variazione improvvise ed inaspettate della<br />

lunghezza del muscolo<br />

– riflesso flessorio di evitamento, per esempio in<br />

risposta al contatto con una superfice calda o<br />

all‟inciampo su un oggetto contundente<br />

– riflessi statici - da recettori di pressione nel piede


L‟“arco” riflesso<br />

• La via neurale che produce un riflesso è conosciuta<br />

come arco riflesso<br />

• L‟ arco riflesso consiste di<br />

– un recettore,<br />

– una rete di trasmissione nervosa (che consiste in<br />

un neurone sensoriale, un "centro” nel SNC e un<br />

motoneurone)<br />

– un effettore.<br />

• A seconda del riflesso, il “centro” nel SNC può essere<br />

molto semplice (ad es.: una singola sinapsi) o<br />

complesso con molte sinapsi e interneuroni


<strong>Il</strong> riflesso miotattico (da stiramento)<br />

• L‟ arco riflesso consiste nei fusi muscolari, nelle fibre<br />

sensoriali Ia/II, α-motorneurone, e nelle fibre<br />

muscolari extrafusali.<br />

• I rami delle fibre sensoriali dal fuso muscolare<br />

prendono sinapsi direttamente con i dendriti degli α-<br />

motoneuroni che vanno allo stesso muscolo.<br />

• <strong>Il</strong> riflesso è pertanto monosinaptico, e molto rapido<br />

(ritardo di ca. 30 ms).<br />

<strong>Il</strong> funzionamento circuitale del riflesso miotattico non è<br />

tuttavia così semplice come sembra a prima vista.


<strong>Il</strong> riflesso miotattico<br />

Una situazione non così semplice<br />

• <strong>Il</strong> riflesso miotattico, infatti, non solo produce<br />

l‟attivazione riflessa del muscolo stirato, ma anche<br />

– Attiva debolmente i muscoli agonisti ipsilaterali<br />

– Inibisce i muscoli antagonisti ipsilaterali<br />

– Inibisce i muscoli agonisti controlaterali<br />

– Attiva i muscoli agonisti controlaterali


inibizione reciproca<br />

l‟effetto inibitorio avviene sempre grazie ad un interneurone.<br />

nel midollo spinale ci sono moltissimi interneuroni inibitori


connessioni del riflesso da stiramento


plasticità del riflesso da<br />

stiramento<br />

• Dal momento che coinvolge un certo numero<br />

di muscoli differenti, il riflesso da stiramento è<br />

meno stereotipato di quanto la sua<br />

definizione suggerisca.<br />

• L‟intensità del riflesso è definita come il grado<br />

di attivazione muscolare elicitata da un<br />

determinato input sensoriale, che può variare<br />

in un range molto ampio


Fattori che influenzano l‟intensità del<br />

riflesso da stiramento<br />

• Attivazione generalizzata del midollo spinale<br />

(„manovra di Jendrassic‟)<br />

• Su lunghi periodi di tempo il riflesso è allenabile – la<br />

sua intensità aumenta durante i programmi per<br />

l‟allenamento della forza, ma diminuisce durante un<br />

esercizio di resistenza.<br />

• L‟intensità del riflesso cambia anche durante lo<br />

svolgimento di programmi motori specifici, per<br />

esempio durante il pattern del cammino umano.


Plasticità dei riflessi da stiramento<br />

durante compiti motori.<br />

• studi del ciclo del passo indicano che l‟intensità del<br />

riflesso è anche regolata durante lo svolgimento<br />

dell‟attività motoria<br />

• per esempio, la forza del riflesso da stiramento è<br />

correlata linearmente all‟attività EMG del soleo, per<br />

qualsiasi data attività.<br />

• La relazione lineare è tuttavia diversa a seconda<br />

dell‟attività: stare in piedi, camminare o correre.


RIFLESSO H (mV)<br />

intensità del riflesso durante il cammino<br />

•durante il cammino e la corsa<br />

l‟intensità del riflesso è<br />

direttamente proporzionale<br />

all‟ampiezza dell‟ EMG del<br />

soleo<br />

8<br />

• l‟ampiezza dell‟ EMG del<br />

soleo aumenta durante la fase<br />

di appoggio e fornisce la<br />

maggiore forza propulsiva<br />

durante la fase di “scalcio” da<br />

terra<br />

•L‟incremento dell‟intensità<br />

permette al riflesso da<br />

stiramento di incrementare<br />

ulteriormente l‟attivazione del<br />

soleo durante questa fase<br />

cammino<br />

corsa<br />

300<br />

AMPIEZZA EMG MEDIA DEL SOLEO (mV)


• In tal modo il riflesso da stiramento contribuisce al<br />

cammino<br />

• <strong>Il</strong> riflesso flessorio rappresenta spesso anche un<br />

componente di patterns motori più complessi ed<br />

anche la sua intensità varia durante i movimenti<br />

• in generale, pertanto, i riflessi non dovrebbero essere<br />

considerati una forma completamente separata del<br />

comportamento <strong>motorio</strong>.


aspetto 3:<br />

Ruolo del feedback sensoriale


sensi<br />

Sensi speciali<br />

Vista*, Udito, Odorato, Gusto, Equilibrio*<br />

Somatosensazione<br />

Superficie cutanea<br />

Tatto*, Dolore, Temperatura<br />

Interni<br />

Fusi muscolari*, organi del Golgi *,<br />

Recettori articolari*, Chemosensori,<br />

Pressocettori, Algorecettori, Termorecettori<br />

*forniscono l‟informazione propriocettiva


Inputs sensoriali che influenzano il<br />

movimento<br />

• L‟ informazione sensoriale è vitale per produrre<br />

movimenti controllati e finalizzati.<br />

– Nel breve periodo (regolazione dei movimenti in<br />

corso)<br />

– Nel lungo periodo (apprendimento <strong>motorio</strong>)<br />

• <strong>Il</strong> cervello utilizza le informazioni provenienti dal sensorio<br />

sia specializzato che somatosensoriale<br />

• <strong>Il</strong> midollo spinale utilizza solo l‟informazione<br />

somatosensoriale.<br />

• L‟informazione propriocettiva fornisce al SNC<br />

informazioni sulla posizione e il movimento del corpo


Propriocezione<br />

• Fornisce al SNC informazioni sulla disposizione<br />

reciproca (una rispetto all’altra) delle differenti parti<br />

del corpo, e come questa disposizione sta<br />

cambiando<br />

• La sensazione propriocettiva proviene principalmente<br />

da recettori muscolari ed articolari.<br />

• Questa porzione del sistema somatosensoriale è<br />

strettamente integrata con il sistema vestibolare, che<br />

controlla la posizione e il movimento del corpo nel<br />

suo insieme.


Propriocettori muscolari<br />

• includono<br />

– fusi muscolari: che segnalano la lunghezza del<br />

muscolo e la velocità con cui questa cambia<br />

– organi tendinei del Golgi : segnalano la intensità<br />

della contrazione (forza)<br />

• entrambi sono essenzialmente dei recettori di<br />

stiramento, ma i primi sono disposti in parallelo ed i<br />

secondi in serie alle fibre muscolari.


organi tendinei del Golgi<br />

• Sono eccitati dallo stiramento delle fibre collagene del tendine -<br />

che è a sua volta strettamente correlato all‟intensità della<br />

contrazione (forza) esercitata dal muscolo.<br />

• La base molecolare della trasduzione è rappresentata da canali<br />

proteinici, immersi nella terminazione nervosa, sensibili allo<br />

stiramento meccanico<br />

• quando la terminazione nervosa è sottoposta a stiramento, i<br />

canali si aprono permettendo l‟ingresso di sodio. La<br />

depolarizzazione che ne risulta scatena la produzione di un<br />

potenziale di azione nella fibra nervosa.<br />

• Gli organi tendinei del Golgi si trovano spesso in associazione<br />

con specifiche unità motorie. Le loro fibre afferenti sono di tipo<br />

1b. Non posseggono fibre efferenti.


Fusi muscolari<br />

• Sono piccole formazioni presenti in tutti i muscoli<br />

volontari contenenti fibre muscolari modificate<br />

delimitate da tessuto connettivo (capsulate),.<br />

• Posseggono due tipi di fibre nervose afferenti :<br />

– Tipo II segnalano la lunghezza<br />

– Tipo 1a segnalano principalmente la velocità<br />

• Le diverse proprietà delle due categorie sono in<br />

relazione con il differente grado di adattamento<br />

• I fusi muscolari ricevono anche fibre motorie <br />

efferenti, che modificano la sensibilità del fuso allo<br />

stiramento.


fusi muscolari


Propriocettori articolari<br />

• I legamenti e le capsule delle articolazioni<br />

contengono una varietà di recettori.<br />

• Sono caratterizzati dall‟essere attivi solo per una<br />

parte dell‟escursione di una articolazione.<br />

• Contribuiscono con i recettori muscolari al senso di<br />

posizione del corpo.<br />

• Si pensa che i recettori articolari siano predominanti<br />

nel senso di posizione statico mentre i recettori<br />

muscolari lo siano in quello dinamico (velocità del<br />

movimento).<br />

• La correzione e la modulazione del senso di<br />

posizione è anche influenzata dai segnali provenienti<br />

da altre strutture sensoriali ad es.: vista, tatto,<br />

apparato vestibolare.


aspetto 4:<br />

ruolo del SNC e sue<br />

interazioni con il midollo<br />

spinale


elazione tra cervello e midollo<br />

spinale<br />

• Nel corso dell‟evoluzione c‟è stata l‟incremento<br />

progressivo della dominanza dei sensi speciali<br />

localizzati nella parte frontale del corpo<br />

• Ciò ha comportato una crescente encefalizzazione<br />

del sistema nervoso (cioè del <strong>controllo</strong> esercitato dai<br />

centri superiori disposti vicino ai sensi speciali).<br />

• Per il <strong>controllo</strong> <strong>motorio</strong>, questo ha significato un<br />

processo di addizione piuttosto che di sostituzione : i<br />

meccanismi più semplici vengono mantenuti ma<br />

possono essere modificati e controllati dai centri<br />

superiori.


• <strong>Il</strong> midollo spinale perciò mantiene ancora un repertorio<br />

complesso di attività motoria ad es.: locomozione,<br />

riflessi di grattamento e spazzamento etc.<br />

• Questa attività ha di norma un <strong>controllo</strong> dai centri<br />

superiori che determina:<br />

– patterns di movimento più flessibili e integrati;<br />

– un‟ influenza tonica inibitoria che assicura la<br />

dominanza dei centri motori superiori sul midollo<br />

spinale.


Ruolo del cervello: vie discendenti<br />

nel midollo spinale<br />

• I muscoli volontari degli arti sono attivati da α-<br />

motoneuroni i cui corpi cellulari sono localizzati nel<br />

midollo spinale<br />

• questi neuroni ricevono un input sinaptico da:<br />

– altri interneuroni spinali,<br />

– neuroni sensoriali,<br />

– neuroni da numerose aree appartenenti a „ centri<br />

motori superiori ‟ del cervello.<br />

• L‟ input dal cervello può agire sia con sinapsi dirette<br />

tra assoni discendenti e motoneuroni, o (più<br />

spesso) con connessioni indirette attraverso uno o<br />

più interneuroni spinali.


• La maggior parte dell‟ influenza dei centri motori<br />

superiori sugli α-motoneuroni è esercitata<br />

indirettamente attraverso interneuroni spinali<br />

• Questi centri motori superiori sono altamente<br />

interconnessi tra loro e partecipano tutti (in grado<br />

diverso) nella maggior parte dell‟attività motoria.<br />

• In termini generali: quanto meno un movimento è<br />

automatico, tanto più è richiesta la partecipazione<br />

della corteccia cerebrale.


vie discendenti<br />

• tratto cortico spinale.<br />

– La maggior parte delle fibre origina dalla corteccia<br />

motoria primaria.<br />

– È coinvolto in modo particolare nei movimenti fini<br />

ed abili.<br />

– Alcune fibre prendono sinapsi direttamente con α-<br />

motoneuroni.<br />

• tratto reticolospinale.<br />

– È coinvolto nel mantenimento della postura<br />

eretta, nell‟orientamento verso eventi esterni e nei<br />

movimenti stereotipati delle estremità.<br />

– La formazione reticolare riceve anche un input<br />

consistente dalla corteccia motoria, dal cervelletto<br />

etc.


• tratto Rubrospinale.<br />

– ruolo non del tutto chiarito nell‟uomo.<br />

• tratto Tectospinale.<br />

– origina dal collicolo superiore (tetto del<br />

mesencefalo), termina nel midollo spinale<br />

cervicale ed influenza anche i muscoli estrinseci<br />

dell‟occhio.<br />

– riceve input dalla retina e dalla corteccia visiva<br />

(scissura calcarina)<br />

– è coinvolto nell‟orientamento del capo e degli<br />

occhi verso un bersaglio (non cosa ma dove).<br />

• tratto Vestibolospinale<br />

– attiva i muscoli assiali e i muscoli prossimali delle<br />

estremità, elicitando i riflessi posturali tesi al<br />

mantenimento dell‟equilibrio.<br />

– media anche i riflessi del collo tesi al<br />

raddrizzamento del capo


corteccia motoria<br />

• Corteccia motoria primaria (M1) – localizzata nel<br />

giro precentrale del lobo frontale.<br />

• Area Premotoria (PMA) – localizzata al davanti della<br />

M1 di cui è molte volte più estesa.<br />

• Corteccia motoria secondaria (M2) o area motoria<br />

supplementare (SMA) - davanti a M1/PMA, sulla<br />

superficie mediale della corteccia.


Corteccia motoria primaria (M1)


• Le Cellule localizzate in aree specifiche della<br />

corteccia motoria stimolano muscoli specifici<br />

(“homunculus <strong>motorio</strong>”), queste aree sono tanto più<br />

ampie quanto più fini e complessi sono i movimenti<br />

controllati<br />

• Per produrre una risposta motoria l‟intensità dello<br />

stimolo portato all‟area premotoria PMA è molto<br />

maggiore rispetto a quella necessaria per la corteccia<br />

motoria primaria M1 e, in genere, i movimenti che ne<br />

risultano sono più complessi, nel senso che<br />

coinvolgono più di una articolazione.<br />

• La PMA è coinvolta nella pianificazione dei<br />

movimenti a livello più elevato, in modo particolare<br />

quando si richiede il <strong>controllo</strong> visivo.


• L‟area motoria secondaria (SMA) coordina le<br />

sequenze più complesse di movimenti, e<br />

anche la coordinazione delle due mani nel<br />

corso di differenti attività .<br />

• Un danno dello SMA causa aprassia motoria,<br />

cioè perdita dell‟abilità motoria, senza<br />

paralisi, per esempio, l‟abilità di compiere<br />

correttamente movimenti separati con<br />

ciascuna mano.


vie efferenti dalla corteccia motoria<br />

• alcune cellule della corteccia hanno assoni che<br />

– formano parte del tratto cortico spinale e<br />

– prendono sinapsi direttamente con motoneuroni<br />

nel midollo spinale.<br />

• questi principalmente servono ai muscoli delle<br />

estremità (specialmente arto superiore).<br />

• la maggior parte delle cellule motorie corticali<br />

tuttavia:<br />

– si collegano direttamente con altre parti del<br />

cervello,<br />

– o sono collegate indirettamente ai motoneuroni<br />

nel midollo spinale (come parte del tratto cortico<br />

spinale).


lesioni del tratto cortico spinale e<br />

della corteccia motoria<br />

• Producono debolezza e perdita dei movimenti<br />

abili specialmente delle dita<br />

• Le lesioni del M1 produce effetti simili ma più<br />

severi.<br />

• lesioni del PMA (area premotoria) non<br />

causano paralisi, ma rallentano i movimenti<br />

complessi<br />

• Molte specie (uccelli e rettili) non hanno la<br />

corteccia motoria – si ritiene pertanto che<br />

serva principalmente per i movimenti fini.


corteccia parietale posteriore (PPC)<br />

• ampia area della corteccia senza nessuna<br />

connessione specifica, diretta, sensoriale o<br />

motoria.<br />

• Sembra che integri l‟informazione sensoriale<br />

proveniente da varie fonti per diversi scopi<br />

• per esempio, è coinvolta nei movimenti<br />

finalizzati verso un bersaglio, nei movimenti tesi<br />

a raggiungere un oggetto e nei movimenti<br />

esplorativi della mano.<br />

• gli individui con un danno della PPC<br />

presentano vari deficit motori soprattutto nei<br />

movimenti che richiedono la modulazione della<br />

presa o nei movimenti alterni (aprassia).


<strong>Il</strong> cervelletto (CB)<br />

• <strong>Il</strong> cervelletto contiene più neuroni che il resto<br />

dell‟encefalo.<br />

• Ha un‟anatomia microscopica molto regolare ed<br />

altamente organizzata (non altrettanto il resto del SN)<br />

• Nonostante questo, i dettagli della sua funzione<br />

rimangono incerti.<br />

• È coinvolto in:<br />

– Risposte di aggiustamento posturale<br />

– coordinazione e regolazione fine di movimenti<br />

volontari e involontari.<br />

– apprendimento di nuovi patterns motori


<strong>Il</strong> cervelletto (CB)<br />

• CB è un centro di elaborazione automatica che svolge<br />

due funzioni principali:<br />

– regolazione dei muscoli posturali raggiungere il<br />

bilanciamento e l‟equilibrio, attraverso i nuclei rossi<br />

del mesencefalo (le risposte sono spesso molto<br />

rapide)<br />

– coordinazione generale dei movimenti coscienti e non<br />

coscienti<br />

• Anche se le risposte posturali compaiono prestissimo<br />

dopo la nascita entrambe queste funzioni possono<br />

essere considerate movimenti appresi.<br />

• Da questo punto di vista pertanto CB può essere visto<br />

come un dispositivo per raffinare l‟apprendimento<br />

<strong>motorio</strong>


Anatomia e fisiologia cerebellare<br />

• <strong>Il</strong> componente funzionale principale è rappresentato dagli<br />

strati esterni della corteccia<br />

• La corteccia cerebellare contiene circa 15 x 10 6 cellule del<br />

Purkinje – ciascuna con un input fino a 200.000 sinapsi.<br />

• L‟ area dendritica di una c. di Purkinje è di circa 3m 2<br />

• L‟organizzazione della corteccia è molto precisa e<br />

spazialmente gerarchichizzata.<br />

• La c. di Purkinje ha un albero dendritico essenzialmente 2-D<br />

• Gli strati successivi di c. di Purkinje sono impaccati nella<br />

corteccia come un mazzo di carte.<br />

• I loro assoni formano l‟unico output della corteccia<br />

cerebellare, che si connette, via sinapsi, a varie aree<br />

motorie


La cellula del Purkinje<br />

Notare l‟enorme<br />

albero dendritico<br />

essenzialmente<br />

piatto


Efferenza della cellula di Purkinje<br />

Gli assoni delle c. di Purkinje formano l’unica<br />

efferenza (output) della corteccia cerebellare.<br />

Si dirigono verso molte destinazioni del SNC<br />

coinvolte nel <strong>controllo</strong> <strong>motorio</strong> quali:<br />

•nucleo rosso<br />

•nucleo vestibolare<br />

•talamo (e da qui alla corteccia)<br />

•formazione reticolare


Afferenze della cellula di Purkinje<br />

Ci sono due afferenze (inputs) che conducono<br />

l’informazione alle cellule di Purkinje:<br />

•fibre rampicanti, che conducono l’informazione<br />

principalmente da varie aree motorie: corteccia<br />

cerebrale, collicolo superiore, nucleo rosso, nuclei<br />

vestibolari.<br />

• fibre muschiose che portano diversi input<br />

sensoriali originati in diverse regioni. Nella<br />

corteccia cerebellare prendono sinapsi con le<br />

cellule granulari i cui assoni, a loro volta, prendono<br />

sinapsi con le cellule di Purkinje


microstruttura<br />

cerebellare


• <strong>Il</strong> cervelletto riceve:<br />

– Un’esteso input sensoriale, propriocettivo,<br />

visivo, dell‟equilibrio, uditivo e tattile<br />

– Un’informazione sul comando <strong>motorio</strong> inviato<br />

dal SNC sia a livello cosciente che inconscio<br />

• <strong>Il</strong> suo ruolo sembra essere quello di comparare<br />

l‟informazione sul movimento in corso con il progetto<br />

generale del movimento voluto.<br />

• L‟informazione su quello che sta accadendo<br />

istantaneamente nel corso di un movimento è<br />

condotta al cervelletto attraverso l‟input delle fibre<br />

muschiose<br />

• L‟informazione sul movimento previsto è portata dalle<br />

fibre rampicanti.<br />

• Questa comparazione potrebbe essere utilizzata in in<br />

due modi differenti:<br />

– correzione immediata degli errori<br />

– apprendimento di nuovi programmi motori


Teoria di Marr dell’ apprendimento <strong>motorio</strong><br />

• Sono state proposte molte teorie per<br />

spiegare la fisiologia cerebellare. Non si<br />

hanno per ora prove decisive su nessuna.<br />

• La teoria di David Marr sull‟ apprendimento<br />

<strong>motorio</strong> cerebellare spiega tuttavia molte<br />

delle proprietà dell‟apprendimento <strong>motorio</strong> e<br />

può essere collegata alla microanatomia<br />

della corteccia cerebellare.


Teoria di Marr dell’ apprendimento <strong>motorio</strong><br />

• Durante l‟apprendimento <strong>motorio</strong> il cervelletto<br />

„impara‟ ad “associare” particolari patterns di<br />

feedback sensoriale con la performance „corretta‟.<br />

• Questi patterns di feedback divengono gradualmente<br />

in grado di guidare le performances motorie stesse.<br />

• La base anatomica dell‟apprendimento <strong>motorio</strong> è lo<br />

sviluppo di nuove connessioni sinaptiche tra le fibre<br />

muschiose e le cellule di Purkinje.<br />

• Lo sviluppo di queste connessioni è facilitato<br />

dall‟insorgenza di potenziali d'azione nelle fibre<br />

rampicanti


Effetti del danno cerebellare<br />

• Atassia (discoordinazione dei movimenti<br />

senza paralisi) particolarmente in rapporto<br />

alla deambulazione ed ai movimenti ritmici in<br />

genere.<br />

• Inabilità nei movimenti ballistici e nel<br />

programmare sequenze fluide di movimenti.<br />

• Generale mancanza di coordinazione e<br />

perdita di tono. È necessario un <strong>controllo</strong><br />

cosciente molto più pronunciato per compiere<br />

movimenti complessi.


Gangli della base<br />

• Sono un complesso insieme di nuclei collocati<br />

profondamente nella porzione mediale ed<br />

anteriore del cervello.<br />

• Ricevono degli inputs dalla corteccia, se li<br />

passano tra loro, e, poi, li ritornano come output<br />

verso la corteccia attraverso il talamo.<br />

• Si formano così 2 ampi circuiti a feedback a<br />

grandi linee simili a quelli del processo di<br />

elaborazione cerebellare.<br />

• Virtualmente tutte le aree della corteccia<br />

forniscono inputs a questo circuito, ma S1, M1 e<br />

le aree associative sono particolarmente<br />

importanti.


“anello” dei gangli della base<br />

(connessioni: verde=stimolatorie; rosso=inibitorie)<br />

talamo<br />

+<br />

-<br />

corteccia<br />

cerebrale<br />

globus pallidus<br />

(interno)<br />

-<br />

striato*<br />

+<br />

substantia<br />

nigra<br />

[*Striato= nucleo caudato + putamen]


Funzioni dei gangli della base<br />

• Come il cervelletto, i gangli della base ricevono<br />

informazioni sia motorie sia sensoriali, e ne<br />

rinviano un segnale di output ai centri motori (in<br />

questo caso la corteccia cerebrale)<br />

• I gangli della base sembrano coinvolti nella<br />

pianificazione strategica e nel dare inizio ai<br />

movimenti, contribuendo al pattern generale ed al<br />

ritmo di movimenti come il camminare (una volta<br />

iniziato) e in qualche modo al collegamento tra<br />

motivazione, stato emozionale e movimenti.


• <strong>Il</strong> funzionamento dei gangli della base non è ancora<br />

del tutto compreso: le informazioni principali ci<br />

derivano da quello che si manifesta durante stati<br />

patologici:<br />

• La m. di Parkinson comporta una diminuzione<br />

generale del movimento (ipocinesia) – riduzione della<br />

mimica facciale, perdita del pendolarismo degli arti<br />

superiori nella marcia, deambulazione,<br />

deambulazione incerta. <strong>Il</strong> movimento può essere<br />

compiuto normalmente con grande sforzo ma il suo<br />

inizio è difficoltoso<br />

• Altre patologie che coinvolgono i gangli della base<br />

risultano in un eccesso di movimenti involontari<br />

(ipercinesia):<br />

– Ballismo: gli arti compiono traettorie incontrollate<br />

nello spazio<br />

– Corea: scuotimenti o scosse


M. di Parkinson<br />

• I neuroni della substantia nigra<br />

inibiscono l‟attività degli altri nuclei<br />

della base producendo il<br />

neurotrasmettitore dopamina<br />

• Nel Parkinson è compromessa la<br />

produzione di dopamina

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