IL CALITRANO N. <strong>10</strong> n. s. - Gennaio-Aprile 1999 e Canio prendi una Pasta, tutti del partito dei Benestanti, cercavano di tirare dalla loro parte un certo numero di elettori indecisi, tra i quali: u’ P’gghiastr’, u’ Sciuott’, Pull-Pull’, Hall’, Hallucc’, Sauzicchj’, Sammucchj’, Pr’sutt’, F’catiegghj’, Fr’tt’legghia, Baccalà, la R’cotta, C’coria, Caulicchj’, Caulon’, Cappucc’, Capp’cciegghj’, Cucuzziegghj’, Cucozza, Paparul’, P’p’ciegghj’, M’nn’loccia, Mandarin’, C’rasegghia, C’uzon’, Acquasala salata, Mier’, Miezz’ litr’, la Stizza. Ci furono altri episodi ed altri scontri, a cui parteciparono numerosi simpatici cittadini, che non ricordiamo per mancanza di tempo. Per motivi di sicurezza, però, furono arrestati alcuni noti malviventi locali: u’ Sp’stat’, u’ Mb’ccius’, u’ Sckifus’, u’ Mafius’, u’ Spaccon’, u’ Pacciariegghj’, u’ Bbr’hant’, u’ Malandrin’, u’ Malom’, Malatesta, u’ Saluagg’ e u’ Haliot’. Si procedette alla nomina dei presidenti di sezione e degli scrutatori; come presidenti di sezione erano stati nominati alcuni fra i più importanti intellettuali, vale a dire: Per la prima sezione Capacchion’, per le altre sezioni: Cap’ r’ Tumm’l’, Cap’ r’ Paglia, Cap’ r’ Casiegghj’, Cap’ a Zappon’, Cuzzett’, u’ Cuzzut’, Sett’ Cozz’, C’rv’gghion’, C’rv’gghiuzz’, u’ Cionna, u’ Babbeh’ e M’chel’ Fessa. Furono scelti, come scrutatoti: u’C’cat’, u’C’catiegghj’, C’con’, Ceca Ceca, Z’nnarul’, Uocchj’ Stritt’, Uocchj’ r’ M’ligghj’ e Uocchj’ Chius’; a loro disposizione fu messa La Corrente. Fu predisposta, inoltre, la staffetta che avrebbe dovuto trasportare, a spoglio ultimato, gli incartamenti in Prefettura; essa fu così composta: u’ Pilota, u’ Sciaffè, u’ Carr’zzier’, Para carrozza, u’ Carrier’, u’ Carr’, Ciucc’ Carr’ch’, u’ Baissin’, la Cavalla, u’ Cavalier’, Scinn’ ra Cavagghj’, a’ Cariulina, Motorin’ e u’ Mercè, sotto la direzione r’ P’stier’. A sera si conclusero le operazioni preliminari e le schede furono deposte nelle urne, che furono sigillate, ponendo a loro custodia Cat’niegghj’, Masch’tiegghj’ e Cat’nazz’. Nel corso della notte vi fu un tentativo di superare il sistema di sicurezza da parte di un certo Spezzacatin’, ma fu subito sorpreso dalle guardie e fu prima incatenato, poi, per maggior sicurezza, chiuso in cella. Nel mezzo della notte furono arrestati, per disturbo della Pubblica quiete : Canij Tenor’, u’Cantator’, u’Viuol’, Vijlin’, Fresc’ca, Fr’scch’ttiegghj’, Zi Scisch’, Tammurr’, Pata Pata, Zum’ Zum’, Mand’les’, Campanar’, Bajocch’, M’s’con’e Banda Paccia. Non vi fu altro durante la notte; la mattina seguente si poterono regolarmente aprire le operazioni di voto, che per tutta la mattinata registrarono una affluenza molto scarsa. Di alcuni incidenti che si verificarono ricordiamo l’episodio che può essere ritenuto il più toccante per i suoi aspetti inizialmente drammatici e finalmente gioiosi; infatti, incurante del suo stato di gravidanza molto avanzato e fedele al suo civico dovere, si presentò ai seggi una donna ammirevole Ciuccia Prena. Già si trovava in cabina, quando, forse per l’emozione, fu colta dalle doglie con disperate invocazioni d’aiuto; il destino volle che in una sezione vicina, dove si accingeva ad esercitare il suo diritto di voto, si trovasse un cittadino lodevole – u’Vamman’ – il quale, richiamato dalle grida, accorreva prontamente, resosi conto della situazione, prestava rapidamente il suo aiuto alla partoriente. Così la donna, proprio nel seggio elettorale, diede alla luce un figlio al quale è stato felicemente imposto il nome di u’ P’gghitr’ che, però veniva esposto alle insane mire di un certo Scorcia Ciucc’, un vero maniaco che tentò più volte di mettere le mani sul piccolo, finché non è stato catturato e rinchiuso nel manicomio. Nel pomeriggio i nostri informatori ci riferivano le cause della scarsa affluenza alle urne; infatti, nei pressi della sede elettora- 18 le si aggiravano alcuni loschi individui, i quali avevano potere di spaventare, con il loro aspetto poco piacevole, molti elettori, tenendoli lontani dal seggio; in breve essi venivano identificati ed arrestati: u’ Bbrutt’, u’ Carpat’, Nason’, Naschon’, Pinocchj’, Nas’ r’ Pecura, Nas’ r’ Can’, Muss’ r’ Checcia, u’ Mamm’cciegghj’, u’ Mammocc’, l’Istr’c’, a’ Scimmia, u’ Coccodrill’, l’Acciahom’. In seguito a questa operazione, l’affluenza alle urne si intensificò, ma fino alla chiusura si resero necessari ancora alcuni interventi della Forza Pubblica, per impedire l’accesso ai seggi di alcuni gruppi di persone, o perché non in possesso dei requisiti o perché non degni, infatti si dovette impedire l’accesso a u’ Piccul’, u’ P’cc’ninn’, u’ Bbammin’, u’ Figliul’, u’ Pup’l’, Pup’lon’ e Pupacchj’ perché nessuno in possesso della maggiore età. Nel caso di un altro gruppo di persone si ravvisò, nell’indecenza del loro stato, uno scarso rispetto per le istituzioni repubblicane; fu negato loro il permesso di accedere al seggio e si dispose il loro allontanamento con l’obbligo di non ripresentarsi nello stesso stato; trattavasi dei signori: Piscion’, Pisciotta, u’ Cacat’, Cacon’, Caca alerta, Cazz’ fet’, Loffa, F’till’, F’neca, Strunz’, Pacca Z’lata, Mmerda Mbiett’, Scagn’la Mmerda, Rosa Lomm’. Altri furono ugualmente bloccati all’ingresso e trattenuti in stato di fermo, per offesa al comune senso del pudore; essi rispondevano ai seguenti nomi: u’ Pesc’, P’sc’lon’, P’sc’licchj’, P’sc’laccon’, Cazzariegghj’, Cazzegghia, Cic’r’ Pesc’, Cicer’ Cann’, Cicigghj’, l’Auc’gghion’, u’ Cul’ Sicch’, u’ Cul’ Stritt’, Chiappa Chiappa e Duj Bà. In seguito si decise di affidare costoro alle cure di Mitt’Calzon’, u’Pannacciar’e Casa Cappiegghj’affinchè coprissero le loro vergogne. A loro disposizione si misero subito molti volontari come Cauzon’, Pantalon’, Vracon’, P’tt’lon’, Scap’tegghia, Stival’, Mezza Cauzetta, u’ Giacchett’, u’ Giacch’ttar’, Giacchetta Corta, Cammisa Frescka, Sciamm’rchicch’, Cappiegghj’, Cupp’lin’, Cupp’lon’, u’Capp’gghiar’, u’Sciarp’ e Cravattin’. Con il loro aiuto gli osceni furono vestiti da capo a piedi e poterono essere ammessi ai votare Vi furono altri piccoli incidenti di minore importanza; nel corso della serata, infatti, ad un tratto, la Corrente si sentì venir meno e serenamente si spense, ma fu subito sostituita da Lucegghia, P’trolij’ e Str’lluc’. Non ci fu altro di grande rilievo e per il resto le operazioni di voto si svolsero con regolaristà fino a sera quando si raggiunge e si superò il 60% dei votanti. Gli elettori affluivano a gruppi, mantenendo comportamenti più o meno corretti. <strong>Il</strong> gruppo certamente più educato e perbene fu quello composto dagli “Onorevoli Signori”: Caricanò, Zidirò, Zzo-Zzo, Ndò Ndò, Furlò, Chiò Chiò, Vazziò, Parlippò, Pirlingò, Tusciapò, Sckolì, Pongì, Ciommì, Turlì, Z’gh’nì, Frittì, Chich’l’chì, Pescè, Tavè, Stuscè, Perciocchè, u’ Ciattè, u’ Cionna, Gliaglià, Piacciù, Perciù e Cirlippù. Un altro gruppo rispettabile e abbastanza ordinato fu quello comprendente: Pista Pista, Ciamba Ciamba, Vascia Vascia, Toscia Moscia, Nisc’ Nasc’, Luccè Lucè, Lik Lik, Ricca Recca, Risqua Rasqua, Tocqua Tocqua, Quadr’ e Squadr’, Coppa Coppa, Pacchi Pacchi, Tibb’ Tibb’, Suonn’ Suonn’, Muss’ Muss’, e Coj Coj. Si presentò, invece, un altro gruppo molto sgraziato e confusionario, comprendente i signori: Ndr’ccigl’, Abballa Pietr’ Zengar’, u’ Ciamban’, u’ Baggian’, Ninga Nanga, Stingh’, Stingh’Tis’, u’Vasc’liegghj’, u’ Scazza Mauriegghj’, Ndrand’la, Ndrangula Nuc’, C’fringul’, u’ Zanza Maglius’, u’ Pamb’llin’, Zomba Antonij, Zomba Cardill’, Per’ r’ Pruma, Ammacca Pan’, Mbaccator’, Pier’ Rolc’, Cecca menat’ Pes’la e Mast’ Cajtan’ Mb’s’mat’. Saltellando, saltellando, sopraggiunsero Vanapent’ e Rospa Ciomba.
N. <strong>10</strong> n. s. - Gennaio-Aprile 1999 IL CALITRANO Volarono, invece, le carte, le schede e i registri al solo apparire dei signori: u’Vient’, la Voria, Punent’, T’mpesta, P’l’vin’ e Fa la Pioggia. Fastidiosa e molesta venne a votare la comitiva comprendente: Tavan’, u’ Prucchj’, u’ Cemm’c’, C’mm’cicchj’, M’schill’, Papp’lon’ e Mast’ Pul’c’. Durante le votazioni funzionava una società privata per indagini demoscopiche formata da: u’ Fis’ch’, u’ Chim’ch’, u’ Strolagh’ e u’ Str’hon’ per le elaborazioni dei primi dati e le prime proiezioni elettorali. Altri gruppi notevoli che vennero a votare furono: Squarcion’, Squarcegghia, Squarciegghj’, Squaquegghia, u’ Quequa e a’ Quaquaregghia. <strong>Il</strong> gruppo dei Cecchi, ovvero: C’cch’llin’, C’cch’tiegghj’, Cicch’ Vocè, Cicch’ r’ la Mamma, nonché Cicch’ r’ Mast’ Pasqual’ e quelli dei Canio, ossia Canijon’, Canijazz’, Canjmacc’, Cient’ Canij e Canij a nonna. Un gruppo numerico Cingh’, Cinquin’ Cient’ Mis’, Trentoss’, u’Trentass’, Pasckal’ r’ trentaruj, Pasckal’ r’ trentatrè, Quaranta e Zzer’. Essendosi rifiutati di dare le loro generalità, non furono ammessi ai voti tali Z-d, Z-l e Z-b. Vennero poi Pusc’, Pinusc’, Pisciusc’, Palusc’, Nosc’, M’calosc’, Linardosc’, Nisc’, u’ Chisc’ e Capisc’, Zuzz’, Cazuzz’, u’ Nuzz’, Mariozz’, Faizz’, Ciocia, P’cec’, F’lec’, la Pec’, u’ Mmec’, Crok’, Mast’ Rocch’, Zinnocch’, Sagliocch’, Pac’nciocch’, Maceppa, Chie-Chieppa, Sceppapipp’, Ngella, Rella, Juccella, Santella, Sckinella, Tatill’, Sp’till’, Ciannill’, V’ssill’, Narch’zirl’, u’ Roll’, Ngiulla, Ciaculla, P’ciolla, u’ Zamall’, Cacciabball’, Tateh’, Cilah’, M’s’ddej’, M’cel’, Samuel’, Pachel’, u’ Bboia, u’ Bbaj, u’ Piul’, u’ Maul’, Ianeul’ e Iateula. Vennero famiglie intere come: l’Ang’lon’, l’Ang’legghia, u’ VALLE PIRAGGINE (contrada Sierri) A te valle Piraggine, culla della mia vita, la tua gradita immagine, mi è sempre assai gradita. Un marmocchio barcollando, mi sembra di vedere Che ogni due passi ruzzola con piacere. Quand’era primavera, raccoglievo le margherite, spuntate lì, sul prato, tremule e fiorite. Sotto ai biancospini, il profumo delle viole Inebriava l’aria, al sorgere del sole! Diventato grandicello, andavo a cacciar rane, e non m’importava niente, se mangiavo solo pane! <strong>Il</strong> canto degli uccelli e il fragore del torrente Che scorreva li vicino, mi stordivano la mente. Dai tuoi colli boscosi, s’ammira l’altopiano Fin dove terra e cielo, si baciano lontano! Da lì, si vede Calitri e altri paesi ancora, ed è uno spettacolo il chiaror dell’aurora! Laggiù in fondo alla valle, un fiume serpeggiante Scorre tra i canneti e rigogliose piante. Ai bordi del suo letto, passa la ferrovia, e ogni tanto un treno, fischia e fugge via! T’amo valle Piraggine, t’amo e t’ho lasciato Sono andato lontano ma, nel cuore ti ho portato! Nei tuoi argillosi campi, ci siamo rotti le reni Io e la mia famiglia, poveri ma sereni! Roma, 2 gennaio 1998 19 Colac’, a’ Culacegghia, u’ Culaciggh’, u’ Curat’l’, u’ Curat’lon’ u’ Curat’licch’, Ng’l’negghia, Panca, Panch’tiegghj’, Pangh’losc’, Pataccon’, Patacca, Patacchiegghj’, Sciascion’, Sciascia, Sciasciappa, Sciascialicchj’, Sciampagn’, Sciampagnon’, Sciampagniegghj’. Con rispetto fu accolto il gruppo storico, composto da Marcantonij, Silla, Masaniell’, Nap’lion’; all’ultima ora, come al solito, furono condotti ai seggi u’ Malat’, Mo’ Mor’ e u’ Muort’, e cos’ si finì. Fatto lo spoglio e convocato il primo consiglio comunale, si procedette all’insediamento del nuovo Governo Cittadino, che risultò sorretto da un raggruppamento di tutte le forze antimonarchiche e così composto: Alla Giustizia V’lanzon’ Al Tesoro u’ Scialon’ e u’ Scaran’ Alle Finanze u’ Cabb’llota Ai Lavori Pubblici Travagliator’ e, come sottosegretario, u’ Mastron’ Alla Pubblica Istruzione u’ Saput’ All’Industria Fat’hand’ All’Assistenza l’Affamat’ e, come sottosegretario, u’ Patut’ All’Igiene e Sanità Maria Salute con l’aiuto r’ u’ P’lit’ Rapporti con la Santa Sede Papa Sist’ e, sottosegretario, u’ Clerical’ All’Agricoltura Piano Verde e Miet’ Saraogghia Ministro senza portafoglio Mainalira Capo del Governo: l’Ass’Arruna Tutt’. Michelangelo Armiento Calitri luglio 1973, Rosa Tartaglia (Bagnona), con il nipote Luciano Di Maio, a cavalcioni sull’asino, alla Pila r’ la Fica.