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I l F a r o – M a g g i o 2 0 1 0 3 a tappa: Termini Imerese-Cefalù, venerdì 16 luglio Lunghezza: km. 33 – Ore di marcia: 7,00 – piano – città attraversate: Termini Imerese, Buonfornello, Campofelice di Roccella, Cefalù. Tappa lunga e tanto asfalto ma la competenza dei fratelli del Masci di Termini Imerese ci aiuta a passare oltre i segni di una industrializzazione sempre più opprimente e sempre più in stato di lento abbandono. I colori dell’alba termitana, i sapori della sua cucina, la bellezza delle rovine del medievale duomo di San Giacomo, anch’esso in stato di abbandono, ci lasciano la voglia di tornare, approfondire, studiare nuovi percorsi e nuove soluzioni al fine di permettere ai futuri pellegrini di scoprire le bellezze di questo cammino. La pista prosegue verso Cefalù attraverso campi e linee ferrate, antichi acquedotti (Campofelice di Roccella) e torri di avvistamento normanne. Sostiamo a Cefalù nella palestra della scuola media, accolti dal Magister Rosario Ilardo e da Franco Greco. Una veloce visita al centro storico permette di ammirare la famosa Cattedrale e la sua ampia piazza. Passi di Storia 1167: Pietro di Tolosa fonda l’hospitale, “iuxta portam civitatis Cephaludi”, presso Porta Arena, oggi Porta Ossuna. Un altro hospitale fu fatto costruire nel 1205 dal vescovo locale nella Platea Magna, in centro città. La Posta dei cavalli per i corrieri invece doveva avvenire nel luogo in cui fino al 1947 c’era un fondaco, intatto, con mangiatoie e pavimento in lumachella, al centro di Cefalù, in via Matteotti, 29. Pagina 6
I l F a r o – M a g g i o 2 0 1 0 4 a tappa: Cefalù-Castel di Tusa, sabato 17 luglio Lunghezza: km. 25 – Ore di marcia: 6,00 – piano – città attraversate: Cefalù, Finale di Pollina, Milianni, Castel di Tusa. Anche se con qualche defezione per cause mediche, cominciamo la discesa verso la piana di Cefalù, attraversando i promontori che creano infinite insenature dall’acqua turchina e dal paesaggio aspro tutt’intorno. Pochi paesi ma molte persone incuriosite dal nostro passaggio che si accendono alle nostre descrizioni e ci augurano “buona strada”. Il passo è cadenzato dai primi 3 giorni di marcia e, benché sia asfalto e nazionale, il gruppo procede spedito verso il borgo marinaro di Castel di Tusa, il suo hospitale e la chiesa di Santa Maria de le Palate, famosa per il rituale antico delle indulgenze conquistate dai pellegrini che raccoglievano in mano il maggior numero di grani di rena, ormai all’interno delle rovine archeologiche di Alesa. Nel frattempo attraversiamo il confine della provincia di Messina. A Castel di Tusa riceviamo una calda accoglienza dell’hospitalero Franco Greco (ma non era anche a Cefalù?) e del Parroco del Santuario Maria SS. della Catena, un’ottima granita e benedizioni da ogni dove. Riposiamo nei locali della moderna e confortevole scuola elementare “Don Luigi Milani”. Passi di Storia Tra le rovine della greca Alesa sorge l’ecclesia sante marie, detta poi Santa Maria de Palatio, secondo alcuni come il Filangeri in riferimento ai resti dell’antica città, secondo altri Santa Maria de Palate, perché collegata alla pratica del pellegrinaggio e delle indulgenze; I pellegrini che entravano in questa chiesa ottenevano tanti anni di indulgenza quanti erano i granelli di sabbia che riuscivano a prendere in una palata, una pala in cui si raccoglievano i rituali cocci di rina. L’hospitale invece nel territorio di Tusa è motivato dalla ricerca toponomastica, una contrada porta il nome di Ospedale, tra Tusa e Alesa; ma soprattutto da motivazioni logistiche, poiché sarebbe a metà strada tra Cefalù e Acquedolci rendendo così possibile la tappa altrimenti troppo lunga e ricalcando la presenza della statio romana e della stazione di posta del Cinquecento. Pagina 7
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