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L’Editoriale della Direzione Una riflessione sul cammino sviluppato nell’anno trascorso La Casa ha inteso tornare ad offrire, anche per l’anno appena trascorso ed attraverso la tradizionale stesura del proprio “Bilancio Sociale”, una serie di spunti sul cammino compiuto. Sia per meglio fermarsi a riflettere in relazione all’attività svolta, sia per ricevere – mediante il contributo delle persone che avranno la voglia, il tempo e l’occasione di sfogliare e leggere il documento cartaceo – tutta una serie di suggerimenti, osservazioni, pungoli. Il mettere a disposizione dei dati, per la Casa non vuole essere un semplice atto di rendicontazione, quanto piuttosto un vedere, in strumenti come questo, uno stimolo per saper guardare meglio al futuro. Ben riconoscendo successi ed insuccessi, difficoltà e momenti di crescita, crisi e loro superamento. L’idea che, secondo questa impostazione, si è voluta proporre, è quella “dell’album delle fotografie”, come peraltro può a casa propria conservarlo ciascuno di noi, e che, di volta in volta, va a rivedere per integrarlo, arricchirlo, riordinarlo, osservarlo per quanto nel tempo è andato e va ad esprimere. Riguardare un album di foto significa anche saper per l’appunto annotare, nel confronto delle immagini: continuità e differenze; aggiunte e sottrazioni; contesti e ricordi; spunti e desideri; conferme e voglia di cambiamenti. Sicuramente un album, questo, che, per la Casa, ricomprende i passaggi Informarsi Insieme or ora accennati, ma che, trattandosi di vederlo anche nel suo “dare conto”, vuol farsi carico di trasmettere impulsi e capacità di lettura delle “azioni”. Di tutti quei momenti, quindi, che sono andati a caratterizzare l’effervescenza e la dinamicità delle scelte messe in atto e che hanno provato a tradurre, portandoli a compimento, gli obiettivi assegnati. Un modo concreto per rimettere in gioco, allo stesso tempo, i valori guida che la contraddistinguono, la sua mission, le finalità, le appartenenze, le responsabilità, la stessa organizzazione. Lo sforzo prodotto ha inteso assumersi l’impegno di far meglio comprendere il vissuto rispetto ai contesti, alle situazioni, agli stessi momenti del giorno dopo giorno. Uno strumento, quello del bilancio sociale, per: comunicare, rendere trasparente, dare visibilità al percorso compiuto, promuovere partecipazione. Una espressione tangibile, secondo questa ottica, di responsabilità sociale, nonché di concreto apporto finalizzato a concorrere alla produzione e conservazione del “bene comune”. Camminare lungo questa strada reca in sé forte l’idea che lo sviluppo dei servizi e la ricerca del bene che ne deriva non può essere patrimonio di pochi, ma diritto di tutti. Un percorso, quello avviato, che si vuole proporre come logica nel suo continuo divenire e che aiuta a crescere ed a profondere continuità nell’azione e dell’azione. Al punto che, di riflesso, i diversi interlocutori che con la Casa si rapportano non possono più venire intesi, come generalmente avviene, solo quali “portatori di interessi”, ma, piuttosto, quali “co-responsabili” rispetto ai risultati da raggiungere. Fortemente avvertita, in tale direzione, la consapevolezza che il lavorare con obiettivi per la qualità dei servizi a favore delle persone richiede allo stesso tempo il loro arricchimento ed implementazione con i principi etici. Sempre più rilevante, per questo, così da puntare ad un vero ed autentico “benessere”, l’addentrarsi nell’etica della cura, che deve essere capace di proporsi anzitutto come etica professionale. Su questo impianto, sarà a ciascuno di noi richiesto di saper sviluppare, con coerenza e continuità, ogni conseguente atteggiamento. Non solo in relazione agli impegni per ottemperare alla programmazione, che potrebbero magari comprendere tempi di medio e lungo periodo, ma, in particolare, a quelli del giorno dopo giorno, e che più direttamente ci vanno a coinvolgere, senza doverne rimanere imprigionati, nell’immediato. Lendinara, marzo 2009 Il Direttore - Damiano Mantovani -
ATTIVITA’ PROGETTUALE ANNO 2009 Il lavoro per progetti permette il cambiamento e l’evoluzione dei servizi in un processo di continuo adattamento alla realtà ed offre inoltre la possibilità di pensare gli interventi in termini relazionali in cui si intrecciano le professionalità, che pur mantenendo una propria specificità e autonomia, collaborano per un obiettivo comune. Per l’anno in corso è stata presentata la seguente progettualità: PET-THERAPY La pet-therapy è una metodologia innovativa che utilizza i benefici naturalmente insiti nella relazione uomo-animale come ausili e rinforzo nell’applicazione delle terapie convenzionali, la presenza dell’animale facilita il raggiungimento degli obiettivi previsti, rende maggiormente gradevole per la persona l’adesione alla terapia e contribuisce a creare un clima familiare ed emotivamente stimolante; le attività e terapie con gli animali possono essere un ottimo ausilio per molteplici patologie. A tal fine la Casa essendo costantemente attenta a comprendere e a rispondere ai bisogni degli utenti, intende sviluppare la pet-therapy residenziale, che consentirà al cane di vivere all’interno della struttura. La dottoressa Daniela Miniggio, psicologa ed educatrice cinofila, si occuperà dell’inserimento, e dell’addestramento di Penny (cane Labrador). Il primo insegnamento sarà l’educazione di base. I primi 5/6 mesi di vita del cucciolo sono considerati fondamentali:gli apprendimenti acquisiti in questo periodo della sua vita sa- Marzo - Aprile 2009 ranno assorbiti per sempre. A 6/7 mesi Penny potrà lavorare con gli anziani solo per brevi periodi, infatti, proprio come i neonati, avrà bisogno di dormire diverse ore, di svagarsi, di giocare e di riposare. Nella seconda fase di addestramento verranno perfezionati gli esercizi acquisiti nella prima infanzia ed imparerà a finalizzarli, adattandoli alle esigenze degli anziani. Possono beneficiare della pet-therapy gli ospiti affetti da: alzheimer, afasia, apoplessia, depressione, epilessia, persone con disturbi psichici e motori, sclerosi multipla, ictus, morbo di parkinson, problemi legati alla sfera sensoriale per esempio udito, vista ecc., malati terminali, ecc. PERCORSO VERSO L’ECCELLENZA La Casa già da anni ha costruito un sistema per la valutazione della qualità dei servizi che fosse basato principalmente sui risultati ottenuti in termini di qualità di vita e di benessere per i residenti che abitano nella struttura. Dopo l’ottenimento ed il rinnovo della certificazione, la Direzione si è chiesta su come dare risposte pratiche ed efficaci alle aspettative degli ospiti e trasformare la qualità formale in qualità di vita. A questo punto la Casa ha ritenuto che fosse arrivato il momento di av- viare il “Modello e-qalin” modello d’implementazione di scelte strategiche e soprattutto un modello dinamico di valutazione delle stesse, non tramite una verifica di terza parte ma partendo da una autovalutazione su ambiti che stavano oltre il sistema qualità certificato e che permettevano oltre ad assicurare la qualità a gestirla. Il percorso effettuato il questi due ultimi anni, ha dimostrato di essere carente in taluni suoi aspetti, ad esempio non garantisce la terzietà della valutazione, non attua un confronto tra pari, e non prevede un coinvolgimento degli stakeholder (portatori d’interesse). Di conseguenza la struttura è pronta per una nuova sfida, con lo scopo di accrescere la qualificazione dei propri servizi, privilegiando sempre di più il passaggio “dal curare al prendersi cura”, partendo dalla politica per la qualità attraverso il riesame della Direzione, la Casa prova a sviluppare un processo di miglioramento continuo investendo tutto il personale gli anziani ed i familiari attraverso un modello che punti verso traguardi rivolti all’eccellenza. Un modello che parta dall’idea di qualità e benessere di vita costruita in modo partecipato da ospiti, familiari e dipendenti, individuando dei criteri metodologici, delle linee guida e delle modalità condivise per valu-
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