Volume II - Comune di Agliana
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e se queste correlazioni <strong>di</strong>ventano via via complesse anche l’or<strong>di</strong>ne si arricchisce, creando<br />
sistemi sempre più solidamente integrati. (...) Per questo nessun essere vivente può vivere in<br />
solitu<strong>di</strong>ne, isolato da altri esseri viventi. La vita può durare soltanto se è inserita in sistemi <strong>di</strong><br />
correlazioni, che sono il suo modo universale <strong>di</strong> manifestarsi, il suo modo <strong>di</strong> essere or<strong>di</strong>nata<br />
e costruttrice <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne. Ma le correlazioni fra parti vive sono inconcepibili senza relazioni<br />
tra unità ed ambiente. (...) La storia della vita è storia <strong>di</strong> rapporti tra la vita e l’ambiente”. Le<br />
specie vegetali che compongono la flora <strong>di</strong> un dato territorio si raggruppano quin<strong>di</strong> tra loro<br />
a costituire un nuovo livello <strong>di</strong> integrazione definito dalle comunità (o associazioni) vegetali,<br />
o fitocenosi.<br />
La fitocenosi può essere definita come “un tratto <strong>di</strong> vegetazione uniforme per fisionomia e<br />
struttura, costituito da piante appartenenti a specie <strong>di</strong>verse la cui presenza ed abbondanza<br />
sono con<strong>di</strong>zionate da fattori che scaturiscono dalle <strong>di</strong>verse componenti biotiche ed abiotiche<br />
dell’ambiente. Tra le piante stesse della fitocenosi si instaurano rapporti <strong>di</strong> antagonismo<br />
che contribuiscono a selezionare la composizione della fitocenosi in termini sia qualitativi<br />
che quantitativi” (Ubal<strong>di</strong>, 1997).<br />
La vegetazione <strong>di</strong> un territorio è data dall’insieme delle comunità vegetali che vivono in esso,<br />
<strong>di</strong>stribuite in modo da sfruttare al meglio le risorse offerte da un dato contesto ecologico.<br />
Analogamente a quanto accade per ciascuna specie, anche le fitocenosi hanno un’ampiezza<br />
ecologica (definita come ampiezza sinecologica), cioè un range <strong>di</strong> variazione dei singoli fattori<br />
ambientali entro cui la fitocenosi può svilupparsi, senza essere soppiantata da un’altra<br />
fitocenosi meglio adattata alle date con<strong>di</strong>zioni ambientali. Ovviamente le ampiezze sinecologiche<br />
delle fitocenosi presenti in un dato territorio presentano ampie fasce <strong>di</strong> sovrapposizione.<br />
Poiché i fattori ambientali variano con continuità, possono esistere delle zone <strong>di</strong><br />
tensione, ovvero zone in cui i fattori ambientali assumono caratteristiche comprese entro le<br />
ampiezze sinecologiche <strong>di</strong> due o più fitocenosi. In tali situazioni, definite ecotonali (o <strong>di</strong> ecotono),<br />
le specie che caratterizzano due o più fitocenosi <strong>di</strong>verse vivono mescolate tra loro.<br />
Essendo composte da organismi viventi, le fitocenosi non sono elementi statici del paesaggio,<br />
bensì elementi soggetti a processi <strong>di</strong>namici che sono determinati dalla longevità me<strong>di</strong>a<br />
delle specie che compongono la fitocenosi e soggetti parimenti a variazioni nella composizione<br />
floristica in funzione delle variazioni dei fattori ambientali.<br />
Le comunità vegetali variano pertanto la loro composizione floristica seguendo un processo<br />
<strong>di</strong> successione biologica, la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> stabilità venendo raggiunta quando la fitocenosi è<br />
in equilibrio con i fattori ambientali.<br />
3.2. Metodo <strong>di</strong> rilevamento<br />
Esistono varî meto<strong>di</strong> per stu<strong>di</strong>are la vegetazione <strong>di</strong> un luogo. Nel presente stu<strong>di</strong>o è stato<br />
utilizzato il metodo fitosociologico (Braun-Blanquet, 1964; Westhoff & Van der Maarel 1978)<br />
detto anche metodo sigmatista o <strong>di</strong> Zurigo-Montpellier. La breve descrizione che segue è<br />
liberamente tratta da Pirola (1984).<br />
Il metodo sigmatista, attualmente il più usato e <strong>di</strong>ffuso in Europa, si basa sull’ipotesi che le fitocenosi<br />
siano insiemi organizzati <strong>di</strong> specie che vivono su una data area contraendo rapporti<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza reciproca, sia <strong>di</strong> competizione sia <strong>di</strong> sinergismo. Le variazioni nella vegetazione<br />
sono tanto più nette quanto più lo è la variazione dei fattori ambientali, ivi compreso il<br />
fattore antropico. Dove la vegetazione si mo<strong>di</strong>fica gradualmente, deve essere ipotizzata una<br />
altrettanto graduale variazione dei fattori ambientali. I limiti tra le fitocenosi saranno <strong>di</strong> conseguenza<br />
netti nel primo caso e sfumati nel secondo. Le variazioni che si rilevano stu<strong>di</strong>ando<br />
la vegetazione <strong>di</strong> un luogo saranno descritte in termini floristico-vegetazionali e giustificate<br />
ecologicamente. L’operazione <strong>di</strong> rilevamento fitosociologico consiste quin<strong>di</strong> nell’osservare,<br />
descrivere e classificare singole comunità vegetali ed interpretarne l’esistenza me<strong>di</strong>ante uno<br />
stu<strong>di</strong>o dei fattori ambientali che le determinano.<br />
Nell’in<strong>di</strong>viduare le singole fitocenosi che compongono un manto vegetazionale si opera per<br />
successive approssimazioni, <strong>di</strong>stinguendo eventuali aspetti litologici o orografici del territorio.<br />
Secondariamente per ciascuna unità così <strong>di</strong>stinta si procede osservando fisionomie e<br />
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