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11. Il Mediterraneo dei Lumi - Testo - F. Dal Passo.pdf - Sapienza ...

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FABRIZIO DAL PASSO, <strong>Il</strong> <strong>Mediterraneo</strong> <strong>dei</strong> <strong>Lumi</strong>. Corsica e democrazia nella stagione delle rivoluzioni<br />

CAPITOLO 1 – <strong>Il</strong> secolo genovese (1559-1729)<br />

dai corsi, ed in particolare dai più poveri; allo stesso tempo venne lasciata una libertà totale ai notabili, ai detentori di<br />

capitali, che aumentarono le pratiche ipotecarie con le confische e le manomorte sui beni <strong>dei</strong> debitori. Le conseguenze<br />

di questi avvenimenti sono fondamentali per capire la dinamica della vicende dell’isola:<br />

1) la capitalizzazione del territorio ha provocato la diminuzione <strong>dei</strong> terreni a grano e <strong>dei</strong> terreni per il pascolo.<br />

2) La capitalizzazione è responsabile del restringimento delle comunità. L’analisi del Plan Terrier mostra che in<br />

Castagniccia, ad esempio, il 90% delle terre erano in regime di proprietà privata.<br />

3) La capitalizzazione è la causa dell’estremo frazionamento della proprietà, su cui il Plan Terrier insiste fortemente.<br />

Questa frammentazione deriva direttamente dalla commercializzazione del territorio, dalle usurpazioni, dalle confische.<br />

La valorizzazione del suolo ha avuto delle ripercussioni sociali pesantissime. La messa a coltura delle proprietà<br />

notabilari, spesso disperse sul territorio, unita all’obbligazione per i contadini di cercare i mezzi di sussistenza fuori<br />

dalle cerchie familiari determinarono, a causa della mancanza di denaro, un tipo di sfruttamento del territorio ancora<br />

vicino all’economia feudale: la mezzadria. Lamotte lo ha ben mostrato con la piramide sociale di Fozzano: alla sommità<br />

il proprietario, colui che vive nobilmente, che non ha bisogno di lavorare presso altre persone, che ha il potere politico<br />

ed alla base la clientela <strong>dei</strong> lavoratori che la debolezza delle risorse costringe a prendere a mezzadria le terre del<br />

proprietario. La dipendenza in cui si trovano questi mezzadri è contrassegnata dalla struttura stessa del villaggio, in cui<br />

le case si raggruppano attorno a quella del capo clan.<br />

Insomma, la capitalizzazione, minando le basi dell’economia isolana, è responsabile della disgregazione delle strutture<br />

comunitarie. Questa disgregazione si rafforzò con il sistema clanico, basato sulla necessità della sopravvivenza: i corsi<br />

si inserivano nella vita economica della comunità con l’intermediazione del clan e non più con quella del nucleo<br />

familiare. Questa politica agricola ha arrecato altre conseguenze alle regioni con una spiccata vocazione pastorale. I<br />

pastori non erano solamente danneggiati dalla diminuzione <strong>dei</strong> terreni da pascolo all’interno delle comunità, ma anche<br />

da altri fattori:<br />

1) La fissazione <strong>dei</strong> confini delle pievi. All’origine senza dubbio le terre aperte erano la caratteristica predominante,<br />

quanto meno tra pievi contigue 39 . Nel XVII e XVIII secolo, le pievi e le comunità impedivano il passaggio del bestiame<br />

sui terreni aperti per lasciarlo alle mandrie ed alle colture. Questa necessità, sempre più impellente, di vivere sulla<br />

propria terra e di rafforzare l’autarchia economica di ogni regione, accentuata dai particolarismi locali, fece crescere<br />

l’opposizione alla penetrazione straniera, spesso esasperando le tensioni e le rivalità interregionali. Ma questo processo<br />

ha ugualmente spezzato le strade tradizionali della transumanza e quindi aggravato le difficoltà <strong>dei</strong> pastori, che<br />

trovavano sempre meno spazi disponibili nel passaggio tra pievi confinanti.<br />

2) Le misure decretate da Genova con diverse “grida” proseguivano nella stessa direzione 40 . In termini assoluti esse<br />

avevano un carattere positivo, dato che proteggevano le colture ed assicuravano al bestiame delle condizioni di vita<br />

migliori. Ma osservate nel contesto isolano esse colpivano duramente i contadini, obbligati ad indebitarsi per comprare<br />

la paglia o pagare ammende proibitive. <strong>Il</strong> processo d’impoverimento <strong>dei</strong> piccoli coltivatori e <strong>dei</strong> pastori si accelerò<br />

mano a mano che le autorità diventavano meno scrupolose per il rispetto della legge.<br />

Ormai soltanto i notabili potevano consacrarsi all’allevamento su grande scala, perché riuscivano ad applicare la legge<br />

sulla stabulazione e a rimborsare i danni delle loro mandrie 41 . Nelle regioni pastorali si assiste alla proliferazione della<br />

struttura clanica in modo ancora più marcato rispetto alle regioni agricole e con modalità simili al sistema feudale 42 . È<br />

probabilmente questo tipo di sfruttamento che ha perpetuato nel Sud la feudalità e che ha determinato la permanenza di<br />

vecchie strutture agrarie non rintracciabili nelle statistiche sulle ripartizioni delle terre e delle colture.<br />

Una società arcaica<br />

Si possono tracciare le linee portanti della società corsa del XVIII secolo, strettamente connesse agli avvenimenti<br />

politici:<br />

1) l’isola aveva una struttura sociale ancora arcaica 43 . Questa osservazione è valida per tutta l’isola, in cui prevaleva una<br />

società del Settecento genovese, Genova 1981.<br />

39 LAMOTTE P., La structure sociale d’une communauté de la Rocca, Fozzano, «Études corses», 11 (1956), pp. 35-47; ID., Deux aspects de la vie<br />

communautaire en Corse avant 1768, ivi, 9 (1956), pp. 33-62. I Fondi del Civile Governatore abbondano di conflitti tra comunità: vd. Richiesta<br />

affinché la disputa tra le frazioni di Sorbu e Ocagnanu relativa alle terre sia sottomessa all’arbitraggio del Rev. Tomasino Moracchini e di Lazaro<br />

Maria Donati (25 febbraio 1678, C. G., arch. 521), e Lamento portato dal comune di Furiani contro le genti di Oletta che vengono a mano armata a<br />

far pascolare sul territorio di Furiani gli animali, di cui parecchi infetti di mal di lupia (28 luglio 1660). Cfr. Archives départementales de la Corsedu-Sud,<br />

Ajaccio, fondo Civile Governatore, serie C e G.<br />

40 Libro Rosso cit., grida del 20 luglio 1620, pp. 281-283; grida del 7 novembre 1642, pp. 351-356, «B.S.S.H.N.C.», 138-139 (1892). Cfr. Libro Rosso<br />

di Corsica publié par l’abbé LETTERON, «B.S.S.H.N.C.», fasc. 119-120, 139-140, 167-168, 206-208 (1891-1899).<br />

41 <strong>Il</strong> Capitano Renuccio Ornano ottenne l’autorizzazione a far pascolare le sue giumente sul territorio del Fiumorbo pagando una cauzione di 500<br />

scudi in caso di danni alle colture. Vedi Archives Dèpartementales de la Corse-du Sud, Ajaccio, Civile Governatore, Atti Fatti in Visita, C 5.<br />

42 Nel 1713, Vincente Geronimo segnalò al Governatore Spinola di essere il padrone assoluto della comunità d’Olmeto. Vedi Archives<br />

Dèpartementales de la Corse-du Sud, Ajaccio, Civile Governatore, Atti Fatti in Visita C 59; cfr. anche C 46, C 2, ecc. Vedi anche le note di PATIN DE<br />

LA FIZÉLIERE A., nelle sue Mémoire historique sur la Rocca, «Corse historique», 9-10 (1963) a proposito <strong>dei</strong> pastori di Fozzano, uomini della piana,<br />

senza alcun diritto e senza altre risorse se non il loro omaggio ai ricchi proprietari. Cfr. anche le Memoires et Tableaux concernant l’établissement des<br />

patres et bergers dans la partie orientale de l’ile de Corse del 1774: i pastori che conducono le mandrie sono descritti come «i più numerosi ed i più<br />

miserabili».<br />

43 Pomponi F., studiando il libro <strong>dei</strong> conti del convento di San Giacinto di Lota, ha potuto affermare «che nell’insieme emerge un ritmo di vita<br />

rallentato, mediocre sotto molti punti di vista, confermato dalla routine e da una condizione di vita difficile». Cfr. POMPONI F., Une exploitation<br />

rurale en Corse dans la deuxiéme moitié du XVIII e siècle d’aprés le livre de comptes du couvent Saint-Hyacinthe de Lota, in ID., Ankylose de<br />

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