Diagnosi e gestione dell'arteriopatia periferica - Evidence-Based ...
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4.3.8. CHELAZIONE<br />
La terapia di Chelazione comporta la somministrazione di un aminoacido artificiale, acido<br />
etilendiamminotetraacetico (EDTA) nelle vene. La Chelazione è stata studiata solamente in un<br />
grosso trial di pazienti con claudicatio intermittente, 105 che non mostrò alcuna differenza tra il<br />
gruppo sperimentale e il placebo, non lasciando evidenze su che cosa basare una raccomandazione.<br />
Gli effetti avversi sono potenzialmente seri.<br />
4.4. TERAPIE ALTERNATIVE<br />
Un numero di terapie alternative senza licenza è stato valutato nei pazienti con claudicatio<br />
intermittente. Solamente alcune sono state studiate negli RCTs. Questi includono il Gingkho biloba e<br />
la vitamina E.<br />
4.4.1. GINGKHO BILOBA<br />
Una meta-analisi di studi con il Gingkho biloba ha prodotto una discordanza nell'endpoints degli<br />
studi valutati. E’ stata espressa preoccupazione dagli autori riguardo alla qualità degli studi<br />
valutati. 106 E' stato considerato che l'effetto benefico scoperto era troppo piccolo per dare un impatto<br />
notevole sul trattamento di questa malattia.<br />
Non è possibile fare una raccomandazione riguardo alla terapia con Gingkho biloba dalle metaanalisi<br />
in quanto l'evidenza resta su studi con endpoints non standard e non si considera che l'effetto<br />
sia clinicamente attinente.<br />
4.4.2. VITAMINA A<br />
Vi è una revisione sistematica che valuta la terapia con vitamina E per i sintomi della claudicatio<br />
intermittente. 107 In totale, vengono studiati 265 pazienti. Gli autori della revisione sistematica<br />
forniscono dubbi circa la discordanza nella valutazione terminale e la varietà delle dosi di vitamina E<br />
studiate. Gli autori esprimono preoccupazione a riguardo della povera qualità dello studio, lasciando<br />
insufficiente evidenza per fare una raccomandazione.<br />
4.5. TERAPIA FISICA<br />
In pazienti che soffrono di claudicatio intermittente si è pensato da molto tempo che aumentando<br />
l'esercizio si possa avere un aumento delle prestazioni. Questo ha condotto a fornire un tradizionale<br />
consiglio ai pazienti con diagnosi confermata: “stop al fumo e continua a camminare”. L'esercizio<br />
senza la supervisione richiede significativa motivazione da parte del paziente e gli studi sono andati a<br />
vuoto nel mostrare benefici significativi con questo approccio. Negli anni recenti gli studi hanno<br />
indagato sul ruolo di classi di esercizi con supervisione.<br />
Una revisione della Cochrane con sette trials che comparano direttamente la terapia con esercizi con<br />
e senza supervisione in pazienti con claudicatio intermittente ha mostrato che gli esercizi terapeutici<br />
con supervisione producono differenze statisticamente significative nel miglioramento di massima,<br />
della distanza deambulante comparata con regimi di terapia non supervisionati, con un indice<br />
complessivo di 0.58 (95% intervallo di confidenza, 0.31 a 0.85) a tre mesi. 108 Questo si traduce con<br />
una differenza approssimativa di aumento di 150 metri della distanza deambulante in favore al<br />
gruppo supervisionato. Mentre la maggior parte delle prove indicano che lo score della qualità della<br />
vita è più elevato negli esercizi supervisionati che in quelli senza supervisione, questi trends sono<br />
quasi sempre non-significativi e le conclusioni sull'effetto degli esercizi sulla qualità della vita<br />
devono essere dedotte con cautela. E' necessaria ulteriore ricerca in questa area.<br />
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