Marzo - Avventisti del Settimo Giorno
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24<br />
esperienze<br />
ESPERIENZE Lontani ricordi<br />
Adolescente irrequieta<br />
EEra il lontano 1945. Facevo parte<br />
<strong>del</strong>la chiesa di Bologna dove mio<br />
padre, Gian Luigi Lippolis, era<br />
pastore. La guerra era da poco finita<br />
ed eravamo infinitamente<br />
grati al Signore per averci protetti<br />
e salvati.<br />
Nel settembre <strong>del</strong>lo stesso anno<br />
fui chiamata a Firenze come<br />
precettrice e insegnante di musica<br />
(al Conservatorio di Bologna avevo<br />
conseguito i diplomi di pianoforte,<br />
musica corale e direzione<br />
di coro) <strong>del</strong>la scuola biblica che<br />
allora aveva sede in via Trieste 23.<br />
Gli studenti erano tanti ma lo<br />
spazio poco. Poi, nel 1947, fu acquistata<br />
Villa Aurora. Che bello<br />
avere tanti locali a disposizione<br />
per ospitare i numerosi studenti…<br />
e anche una cappella!<br />
Come precettrice <strong>del</strong>la scuola<br />
avevo tante ragazze da seguire,<br />
aiutare, incoraggiare. Non era un<br />
compito facile ma con l’aiuto <strong>del</strong><br />
Signore ho sempre cercato di<br />
svolgerlo nel migliore dei modi.<br />
Voglio però ricordare un episodio<br />
di quegli anni: quello di G.,<br />
una ragazza, un’adolescente di 14<br />
o 15 anni. I genitori, impegnati<br />
IL MESSAGGERO AVVENTISTA<br />
Dopo quarant’anni<br />
un abbraccio<br />
commosso<br />
e riconoscente<br />
di Anna Lippolis*<br />
nelle loro attività di lavoro, durante<br />
il giorno non erano in casa,<br />
per cui G. si era abituata a gestire<br />
la giornata a suo piacimento: era<br />
libera di uscire e fare quello che<br />
più le piaceva.<br />
I genitori, consigliati dal pastore<br />
<strong>del</strong>la propria chiesa, decisero<br />
allora di mettere la figlia in<br />
collegio. Villa Aurora parve loro<br />
la soluzione migliore, ma non così<br />
per G., che non riusciva ad accettare<br />
regolamenti e impegni,<br />
per cui il suo unico desiderio rimaneva<br />
quello di lasciare Villa<br />
Aurora e tornare a casa.<br />
Un pomeriggio, una ragazza<br />
venne a chiamarmi per un caso<br />
urgente: G. aveva preparato la valigia<br />
ed era pronta a lasciare Villa<br />
Aurora. Voleva andare a Roma da<br />
una sua amica che aveva perso<br />
improvvisamente il padre. Ecco<br />
l’occasione per lasciare la scuola!<br />
Le sue compagne di camera avevano<br />
cercato in tutti i modi di calmarla<br />
e di farle capire che non poteva<br />
andare via senza il consenso<br />
dei genitori, ma invano.<br />
Entrai nella sua camera. Chiesi<br />
alle compagne di lasciarmi sola<br />
con lei. Quanto pregai in silenzio<br />
il Signore perché mi mettesse sulle<br />
labbra le parole giuste! Rimasi<br />
con lei per oltre un’ora; a poco a<br />
poco G. si calmò: finalmente aveva<br />
capito che la scuola voleva solo<br />
aiutarla a gestire la sua vita e la<br />
sua libertà nel modo migliore!<br />
Da quel momento G. cambiò<br />
completamente comportamento.<br />
Era diventata disponibile per<br />
ogni cosa e il suo desiderio era so-<br />
lo quello di aiutare chi aveva bisogno.<br />
Alla fine <strong>del</strong>l’anno scolastico<br />
ricevette il premio <strong>del</strong>la bontà.<br />
Tornò a casa e non seppi più niente<br />
di lei.<br />
Il 25 aprile <strong>del</strong> 2003, un sabato<br />
mattina, ero nella chiesa di Firenze<br />
centro. A un certo momento<br />
mi sentii toccare la spalla. Mi voltai<br />
e vidi una signora che mi chiese<br />
se ero Anna Lippolis. Alla mia<br />
risposta affermativa venne a sedersi<br />
accanto a me, si presentò dicendo<br />
il suo nome e cognome, e<br />
mi disse che quarant’anni fa era<br />
stata per un anno allieva di Villa<br />
Aurora. Come potevo ricordarmi<br />
di lei dopo così tanti anni? Le dissi<br />
che di quell’epoca un caso in<br />
particolare non avevo mai potuto<br />
dimenticare, e le parlai di un’adolescente<br />
che era venuta a scuola<br />
controvoglia, e la cui sola bramosia<br />
era quella di tornare a casa per<br />
essere libera di gestire come voleva<br />
la propria vita, ma successe<br />
qualcosa che produsse in lei un<br />
cambiamento, tanto che alla fine<br />
<strong>del</strong>l’anno scolastico ricevette il<br />
premio <strong>del</strong>la bontà. A quel punto<br />
la donna mi disse: «Quella ragazza<br />
ero io». Commosse, ci abbracciammo.<br />
Mi raccontò che il suo<br />
desiderio sarebbe stato quello di<br />
tornare a scuola l’anno successivo,<br />
ma non avendo la possibilità<br />
di pagare la retta scolastica decise<br />
di andare a lavorare in Svizzera,<br />
dove viveva una sua sorella, ma<br />
dopo alcuni anni conobbe un giovane<br />
pastore che poi sposò.<br />
Alla fine <strong>del</strong> culto presentai G.<br />
alle mie sorelle e non potrò mai<br />
dimenticare quello che disse loro:<br />
«La sorella Lippolis mi ha salvata!».<br />
Io aggiungo: è stato il Signore<br />
che tramite un umile strumento<br />
ha parlato al suo cuore.<br />
*Insegnante di musica e canto, e<br />
precettrice di Villa Aurora 1945-1965<br />
MARZO 2009