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LA DOMUS PUBLICA DI PIETRABBONDANTE

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Alla fine degli anni ‘50 la sua equipe dell’Università<br />

di Pisa, spintasi poco oltre il limite<br />

meridionale del Parco della Maiella, svolse<br />

indagini archeologiche nella valle che guarda<br />

il borgo montano di Pescopennataro. Nel 1963<br />

il Molise ottenne l’autonomia dall’Abruzzo.<br />

L’archeologia regionale non ne giovò, se è vero<br />

che in quegli anni Radmilli cominciò a manifestare<br />

nostalgia per Bolognano, le Svolte di<br />

Popoli e la Valle Giumentina, situati poco oltre<br />

(un centinaio di chilometri in macchina) il pomerio<br />

del neonato Molise. Questi siti s’avviarono<br />

presto a fare la storia della paletnologia<br />

italiana; Pescopennataro rimase una citazione<br />

in qualche articolo scientifico. Segno di come<br />

anche l’archeologia segua talora i confini amministrativi,<br />

al pari della cultura e della ricchezza<br />

(… e dell’intelligenza, farneticherebbe<br />

Richard Lynn).<br />

Nel frattempo il lavoro di Radmilli aveva<br />

alimentato l’entusiasmo culturale degli amatori<br />

locali (basti qui ricordare collettivamente<br />

l’Archeoclub di Agnone), dalle cui raccolte,<br />

meritevoli se non altro d’aver salvato migliaia<br />

di reperti dalla distruzione o dall’oblio, provengono<br />

in larghissima parte le collezioni che<br />

oggi studiamo. Se si esclude qualche breve<br />

cenno in riviste scientifiche o di diffusione,<br />

un reale riavvicinamento scientifico alle testimonianze<br />

preistoriche dell’Alto Molise si ebbe<br />

solo tra il 1994 e il 1995, quando Stefano Grimaldi,<br />

grazie ad una borsa di studio dell’Istituto<br />

Regionale per gli Studi Storici del Molise,<br />

operò una prima sistemazione delle industrie<br />

litiche molisane note; la sezione più ampia del<br />

suo “censimento” (pubblicato nella sua veste<br />

definitiva solo nel 2005) è, significativamente,<br />

quella relativa all’alto Molise.<br />

Un sostanziale riordino dei dati è stato infine<br />

affidato, tra il 2005 e il 2006, all’equipe di<br />

Carlo Peretto, nell’ambito del Progetto Leader<br />

Plus, promosso dal MOLI.G.A.L. e dall’Univer-<br />

In alto:<br />

Pescopennataro, piana di Rio Verde. L’area è nota,<br />

sin dagli anni ’50, per i numerosi ritrovamenti<br />

d’epoca preistorica, che documentano frequentazioni<br />

del Paleolitico inferiore, medio e superiore.<br />

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