UNESCO piano def.indd - Centro Storico di Firenze - Patrimonio ...
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Questa collaborazione contribuirà a proiettare le gran<strong>di</strong> scuole <strong>di</strong><br />
formazione dell’area umanistica in una <strong>di</strong>mensione internazionale.<br />
Uno sforzo analogo andrà compiuto per stabilire sinergie con<br />
l’Istituto Universitario Europeo, in modo da verifi care, in questo<br />
specifi co settore, la possibilità <strong>di</strong> dar vita ad iniziative <strong>di</strong> ricerca e<br />
formazione <strong>di</strong> altissima qualifi cazione, che possano avvalersi del<br />
riconoscimento e del sostegno europeo.<br />
Il restauro.<br />
<strong>Firenze</strong> ha il privilegio <strong>di</strong> ospitare un’attività estremamente qualifi -<br />
cata nel restauro del patrimonio culturale, alimentata da una serie<br />
<strong>di</strong> centri <strong>di</strong> eccellenza che operano nelle Soprintendenze, nelle Biblioteche,<br />
negli Archivi e nelle istituzioni culturali della città.<br />
Un rilievo del tutto particolare assume in questo settore la presenza<br />
dell’Opifi cio delle Pietre Dure, centro <strong>di</strong> riferimento nazionale e<br />
internazionale per la ricerca e la formazione. La presenza in città <strong>di</strong><br />
atelier privati <strong>di</strong> restauro <strong>di</strong> notevole reputazione costituisce una<br />
risorsa aggiuntiva <strong>di</strong> considerevole rilievo. Va inoltre sottolineato<br />
come negli ultimi anni a <strong>Firenze</strong> sia stata avviata, grazie soprattutto<br />
all’iniziativa e alle sollecitazioni dell’Opifi cio delle Pietre Dure<br />
e delle Soprintendenze, un’azione sistematica e molto importante<br />
<strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> sperimentazione, che ha coinvolto i principali centri<br />
Esempi <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> restauro<br />
31<br />
<strong>di</strong> ricerca dell’Università e del CNR nell’applicazione dei saperi tecnico-scientifi<br />
ci più avanzati sia allo sviluppo <strong>di</strong> sofi sticati sistemi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>agnosi e <strong>di</strong> monitoraggio, sia per mettere a punto strumenti e<br />
meto<strong>di</strong> rigorosi <strong>di</strong> intervento sul patrimonio a rischio. La fi sica e la<br />
chimica sono insomma entrate stabilmente - assieme alle scienze<br />
dell’informazione e della comunicazione - nel bagaglio delle conoscenze<br />
fondamentali dell’esperto <strong>di</strong> restauro.<br />
Questa saldatura densa <strong>di</strong> prospettive virtuose tra saperi scientifi ci<br />
e saperi storico-fi lologici ha trovato ottimo terreno <strong>di</strong> impianto nell’attività<br />
dell’Opifi cio. Essa viene inoltre continuamente sviluppata<br />
e approfon<strong>di</strong>ta grazie ad attività <strong>di</strong> ricerca innovative, come quelle<br />
promosse nel quadro del Progetto Finalizzato del CNR “Scienza e<br />
Tecnologia dei Beni Culturali”, che, non a caso, vede la presenza a<br />
<strong>Firenze</strong> <strong>di</strong> un elevatissimo numero <strong>di</strong> unità operative.<br />
Musei Fiorentini.<br />
I Musei <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> e del territorio circostante rappresentano un plesso<br />
<strong>di</strong> eccellenza su scala internazionale.<br />
Il numero elevatissimo dei centri museali, la <strong>di</strong>mensione vastissima<br />
dell’utenza coinvolta, la capacità <strong>di</strong> attrazione su un turismo sempre<br />
più socialmente e geografi camente <strong>di</strong>versifi cato costituiscono<br />
in<strong>di</strong>scutibili punti <strong>di</strong> forza.<br />
Tuttavia, accanto al compiacimento per le rilevanti ricadute positive,<br />
culturali, economiche e <strong>di</strong> immagine, sono venute manifestandosi<br />
negli ultimi anni preoccupazioni e interrogativi sull’opportunità e<br />
sostenibilità <strong>di</strong> un consumo turistico impostato sul principio delle<br />
<strong>di</strong>namiche spontanee e incontrollate tra domanda ed offerta.<br />
La <strong>di</strong>scussione che è venuta sviluppandosi sui musei ha privilegiato<br />
nettamente l’esigenza <strong>di</strong> gestire al meglio la “crisi <strong>di</strong> crescita”<br />
del sistema. Il processo costante <strong>di</strong> incremento della domanda ha<br />
<strong>di</strong> conseguenza indotto a <strong>di</strong>latare gli orari <strong>di</strong> apertura, a dotare i<br />
musei <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> controllo dei valori <strong>di</strong> temperatura e <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà<br />
(spinti oltre i limiti <strong>di</strong> tolleranza dal crescente numero <strong>di</strong> visitatori),<br />
a gestire al meglio le code introducendo sistemi <strong>di</strong> prenotazione, a<br />
promuovere l’offerta museale nei perio<strong>di</strong> “morti”, a elaborare piani<br />
perché anche i cosiddetti “musei minori” entrassero nel circuito<br />
del consumo culturale <strong>di</strong> massa.<br />
Parte seconda