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452 Annali d’italianistica 30 (2012)<br />
macedone, dal IX secolo fino alla metà del X; la seconda età macedone, metà<br />
del X-XI secolo; e l’età comnena, XI-XII secolo (8).<br />
Ispirandosi ai valori della civiltà romana, intendendo la sua missione di<br />
governo in senso restauratore, l’imperatore Giustiniano (527-565) intraprese la<br />
riconquista dell’Occidente. Lo storico Procopio di Cesarea, ostile alla politica di<br />
guerra ad oltranza intrapresa dall’imperatore nel Mediterraneo, mostrò simpatia<br />
per i goti e Teodorico. Secondo Procopio, la politica giustinianea tese a<br />
scardinare sul n<strong>as</strong>cere la pacifica coesistenza tra barbari e latini. Inoltre,<br />
adducendo come pretesto l’atteggiamento tenuto dagli italiani nei confronti di<br />
Teodorico e dei goti, Giustiniano esercitò un duro fiscalismo sulla provincia<br />
italiana. Agatia Scol<strong>as</strong>tico, rispetto al Procopio, sostenitore della politica<br />
senatoria di non intervento negli affari di Roma e dell’Occidente, fu <strong>as</strong>sertore<br />
della coesistenza politica fra barbari e bizantini sulla indiscutibile b<strong>as</strong>e della<br />
supremazia dell’impero (25). Agatia l<strong>as</strong>ciava aperta la possibilità del dialogo<br />
con i barbari, in particolare con i franchi, giudicati meno barbari dei longobardi<br />
per la professione di fede non ariana (27). Egli aveva intuito che i franchi<br />
avrebbero rappresentato una minaccia per le posizioni bizantine in Occidente ma<br />
aveva pure compreso che arduo sarebbe stato perseguire l’espansionismo in<br />
Occidente e il contemporaneo impegno sul fronte orientale. Lo storico Evagrio<br />
Scol<strong>as</strong>tico rivolse poca attenzione alla parte occidentale dell’impero, non<br />
diversamente da Menandro Protettore e Teofilatto di Simocatta; con essi si<br />
concluse l’epoca della storia bizantina i cui artefici furono i latifondisti della<br />
cl<strong>as</strong>se senatoria.<br />
Dal VII secolo i protagonisti economici, politici, sociali della storia<br />
bizantina in Italia furono la Chiesa, i militari e nuove figure di intellettuali,<br />
ecclesi<strong>as</strong>tici o monaci, che alle vicende italiane mostrarono interesse nella<br />
specificità dei rapporti tra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente (34).<br />
Nonostante, fra la fine del VI e l’inizio del VII secolo, il mondo bizantino<br />
conoscesse il più grande rivolgimento della sua storia, si manifestò il<br />
proponimento di una decentralizzazione controllata da Costantinopoli. Il silenzio<br />
della storiografia è indicativo della polemica contro la politica occidentale; solo<br />
Teofane Confessore accenna alla spedizione compiuta in Italia, fra il 661-668,<br />
dall’imperatore Costante II, con l’intento di tr<strong>as</strong>ferire la sede dell’impero a<br />
Roma (35). L’impresa rivelò la sua inadeguatezza nella scarsità dei mezzi, a<br />
fronte dell’accerchiamento di arabi e longobardi: essi avevano già sottomesso i<br />
greci d’Occidente, agevolati dal fatto che questi ultimi non nutrivano più alcuna<br />
fiducia nei greci d’Oriente. Il racconto di Teofane prosegue segnalando la<br />
lontananza dell’imperatore d’Oriente, la presenza dei barbari in Italia, e Roma in<br />
preda alle fazioni e all’iconocl<strong>as</strong>tia che, vietando qualsi<strong>as</strong>i rappresentazione del<br />
sacro, avvicinava Bisanzio all’Oriente arabo allontanandola dall’Occidente (42).<br />
Il conflitto culminò nella scomunica lanciata da papa Gregorio contro<br />
l’imperatore iconocl<strong>as</strong>ta, Leone III Isaurico. Il papa si rifugiò presso i franchi, e<br />
Roma cadde sotto il loro dominio.