Scarica la pubblicazione in formato .pdf - Veneto Agricoltura
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INTRODUZIONE<br />
Da diversi anni il settore agricolo italiano risulta fortemente <strong>in</strong>teressato da un<br />
lento ma radicale processo di riposizionamento nel contesto economico nazionale,<br />
<strong>in</strong> funzione sia delle riforme comunitarie sia delle nuove e/o adattate politiche locali.<br />
È ormai accertato che l’agricoltura ha modificato non soltanto <strong>la</strong> propria struttura<br />
ma anche il proprio ruolo, trasformandosi da agente monofunzionale, vale a dire<br />
legato esclusivamente o prevalentemente al<strong>la</strong> produzione di beni alimentari, a plurifunzionale,<br />
cioè con l’estensione dei propri compiti da quello meramente produttivo<br />
a quelli più propriamente “territorializzati”, quali <strong>la</strong> sicurezza alimentare, <strong>la</strong> tute<strong>la</strong><br />
dell’ambiente, <strong>la</strong> salvaguardia del paesaggio e del territorio, <strong>la</strong> conservazione<br />
delle tradizioni locali e lo svolgimento di attività non propriamente agricole ma connesse<br />
con tale settore. In pratica, si tratta di una multifunzionalità agrico<strong>la</strong>, <strong>in</strong>tesa<br />
come elemento chiave dello sviluppo rurale, attivata dalle aziende agricole sempre<br />
più contestualizzate <strong>in</strong> un territorio che si sta modificando da agricolo a rurale. Tale<br />
nuova “ruralizzazione” delle aziende agricole sta costituendo sempre più il centro<br />
dell’attenzione degli <strong>in</strong>teressati al settore (studiosi, esperti, operatori, decisori politici,<br />
ecc.), i quali, tuttavia, hanno riscontrato che, tenuto conto delle d<strong>in</strong>amiche<br />
socioeconomiche e strutturali delle aree rurali, le aziende agricole stentano ad assolvere<br />
i molteplici compiti a carattere multifunzionale, per lo più a causa di una serie<br />
di fenomeni socio-economici a livello macro e micro, tra i quali prevalgono molto<br />
verosimilmente l’elevato grado di <strong>in</strong>vecchiamento dei conduttori delle aziende agricole<br />
e il ridotto o pressoché nullo ricambio generazionale, nonostante le politiche<br />
comunitarie e nazionali ad hoc poste <strong>in</strong> essere, da una parte, al f<strong>in</strong>e di <strong>in</strong>centivare<br />
il prepensionamento o più <strong>in</strong> generale <strong>la</strong> fuoriuscita dei conduttori anziani e, dall’altra,<br />
allo scopo di agevo<strong>la</strong>re l’<strong>in</strong>sediamento o <strong>la</strong> subentrata dei giovani nel<strong>la</strong> direzione<br />
aziendale. Ciò al f<strong>in</strong>e soprattutto di contrastare o contenere il lento ma cont<strong>in</strong>uo<br />
processo di <strong>in</strong>vecchiamento del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione attiva rurale, che ormai da<br />
diversi anni sta <strong>in</strong>teressando tutti i paesi dell’Unione Europea, accelerando così <strong>la</strong><br />
tendenza all’abbandono delle aree rurali, soprattutto dove l’agricoltura presenta<br />
aspetti di elevata marg<strong>in</strong>alità.<br />
Indubbiamente, il processo di abbandono delle campagne per orientarsi verso<br />
settori di attività più redditizi e/o convenienti per <strong>la</strong> propria vita ha determ<strong>in</strong>ato un<br />
massiccio passaggio di <strong>la</strong>voratori agricoli verso quest’ultimi. Tra l’altro, tale fenomeno<br />
di urbanesimo o, più <strong>in</strong> generale, di deruralizzazione è stato selettivo perché<br />
ha riguardato per lo più i giovani “rurali” dotati di una maggiore istruzione rispetto<br />
a quelli anziani e, pertanto, più propensi a ricercare nuove e diverse opportunità<br />
di <strong>la</strong>voro.<br />
Ne è conseguito che il processo di riequilibrio generazionale che, secondo i<br />
demografi, dovrebbe avvenire naturalmente, sempre che non <strong>in</strong>tervengano nuovi<br />
cambiamenti, è stato impedito dal<strong>la</strong> cont<strong>in</strong>ua contrazione del ritmo di <strong>in</strong>gresso di<br />
giovani leve e da un ultimo strascico dell’esodo rurale soprattutto negli anni settanta.<br />
In pratica, con riferimento alle s<strong>in</strong>gole c<strong>la</strong>ssi di età i nuovi entranti non riesco-<br />
9<br />
Introduzione