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È evidente che <strong>la</strong> direzione impressa al<strong>la</strong> PAC determ<strong>in</strong>a <strong>la</strong> necessità di adeguamenti<br />

<strong>in</strong>dividuali e collettivi per rispondere alle esigenze dei consumatori e dei cittad<strong>in</strong>i,<br />

sia sul versante delle strutture di produzione che delle strategie di conduzione<br />

aziendale, per l’attuazione dei quali il fattore umano e, più <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re, le<br />

capacità imprenditoriali assumono un ruolo chiave. Obiettivi quali lo sviluppo <strong>in</strong>tegrato<br />

delle aree rurali, <strong>la</strong> produzione di alimenti con elevati standard di qualità, <strong>la</strong><br />

valorizzazione dei prodotti tipici, <strong>la</strong> competitività delle imprese, l’adozione di metodi<br />

produttivi compatibili con l’ambiente, possono essere conseguiti oltre che con<br />

opportune politiche di <strong>in</strong>centivi e/o sanzioni, anche con una decisa politica a favore<br />

delle risorse umane tesa a dischiudere prospettive di sviluppo <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con le<br />

nuove esigenze del<strong>la</strong> società.<br />

Come sottol<strong>in</strong>eato dallo stesso Par<strong>la</strong>mento Europeo, <strong>la</strong> tendenza all’abbandono<br />

dell’attività agrico<strong>la</strong> e <strong>la</strong> bassa presenza di giovani imprenditori, se non contrastati<br />

adeguatamente, porterebbero al<strong>la</strong> scomparsa di giovani agricoltori nel giro di qualche<br />

decennio. I fenomeni di esodo e abbandono del settore <strong>in</strong> vaste aree dell’UE,<br />

<strong>in</strong>oltre, sono causa di degrado delle aree rurali e dell’ambiente naturale. Il ruolo del<br />

settore primario travalica, pertanto, <strong>la</strong> produzione di alimenti, garantendo <strong>la</strong> protezione<br />

dell’ambiente, <strong>la</strong> salvaguardia del patrimonio naturale e del<strong>la</strong> biodiversità,<br />

del<strong>la</strong> cultura delle popo<strong>la</strong>zioni rurali. D’altro canto i cambiamenti che hanno <strong>in</strong>vestito<br />

il settore primario europeo e gli stessi obiettivi che si è data <strong>la</strong> politica agrico<strong>la</strong><br />

comunitaria aprono nuove e proficue prospettive per i giovani. In questo contesto<br />

appare urgente e necessaria, oltre che <strong>in</strong>dispensabile, <strong>la</strong> rivitalizzazione dell’attività<br />

agrico<strong>la</strong> anche e soprattutto attraverso il mantenimento e l’<strong>in</strong>sediamento di<br />

nuove generazioni di imprenditori agricoli. Tuttavia, nonostante alcuni strumenti di<br />

11<br />

Introduzione<br />

mentali al<strong>la</strong> società, come <strong>la</strong> conservazione dell’ambiente e del paesaggio, del<strong>la</strong> cultura e del patrimonio tradizionale, <strong>in</strong> un contesto di multifunzionalità.<br />

Questi servizi extraproduttivi offerti dagli agricoltori al<strong>la</strong> società sono retribuiti dai privati <strong>in</strong> modo estremamente parziale come avviene, <strong>in</strong> generale, nel<br />

caso del turismo rurale o del<strong>la</strong> vendita di prodotti artigianali. Tuttavia, a causa del<strong>la</strong> loro natura, hanno bisogno di un sostegno pubblico che permetta <strong>la</strong><br />

loro cont<strong>in</strong>uità di fronte alle forze avverse del<strong>la</strong> mobilità geografica, del<strong>la</strong> dislocazione economica e dell’attrazione urbana. Nelle varie regioni rurali è stato<br />

dimostrato che, quando scompare l’agricoltura, non riesce a sopravvivere nessun’altra attività.<br />

Il contributo dell’agricoltura all’ambiente avviene nell’<strong>in</strong>teresse dello stesso settore agricolo poiché senza di esso non sarebbe possibile assicurare una prospettiva<br />

durevole all’attività agrico<strong>la</strong>.<br />

Oltre al<strong>la</strong> multifunzionalità, il modello europeo di agricoltura è basato ancora sul<strong>la</strong> tradizione predom<strong>in</strong>ante dell’azienda agrico<strong>la</strong> a conduzione familiare,<br />

senza pregiudizio del<strong>la</strong> coesistenza di società commerciali, di cooperative o di associazione agricole.<br />

Lo sviluppo rurale non <strong>in</strong>teressa soltanto gli agricoltori ma riguarda, <strong>in</strong> generale, <strong>la</strong> diversificazione del tessuto produttivo delle zone rurali poiché l’agricoltura<br />

non è capace da so<strong>la</strong> di garantire <strong>la</strong> creazione di posti di <strong>la</strong>voro, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re a favore dei giovani. La politica rurale deve stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> realizzazione di<br />

<strong>in</strong>vestimenti extra-agricoli, tanto nell’ambito delle aziende agricole quanto al loro esterno.<br />

Riguardo ai su<strong>in</strong>dicati problemi <strong>la</strong> Commissione europea ha formu<strong>la</strong>to una serie di proposte concrete, ma purtroppo il vero problema consiste nel fatto che<br />

<strong>la</strong> lettura delle proposte e del rispettivo quadro f<strong>in</strong>anziario rive<strong>la</strong> un ampio divario con le <strong>in</strong>tenzioni espresse per i seguenti motivi<br />

• si presenta una proposta di limitazione degli aiuti ai s<strong>in</strong>goli agricoltori, tanto <strong>in</strong>nocua quanto <strong>in</strong>efficace;<br />

• non si applica <strong>in</strong> pratica l’annunciato modello europeo dell’agricoltura poiché non vengono date risposte essenziali a due delle sue pr<strong>in</strong>cipali caratteristiche:<br />

<strong>la</strong> multifunzionalità e le aziende a conduzione familiare;<br />

• non si da risposta al problema del<strong>la</strong> multifunzionalità delle aziende agricole <strong>in</strong> quanto si <strong>la</strong>sciano praticamente <strong>in</strong>variati gli importi dest<strong>in</strong>ati allo sviluppo<br />

rurale, rafforzando soltanto le misure agroambientali e il limite massimo e m<strong>in</strong>imo degli importi compensativi per gli agricoltori delle zone meno favorite,<br />

comprese quelle di montagna, quelle artiche e quelle aride senza attribuire il loro f<strong>in</strong>anziamento al 100% al FEAOG; per quanto riguarda gli <strong>in</strong>vestimenti<br />

<strong>in</strong> materia di diversificazione e modernizzazione, ci si limita a passarne il f<strong>in</strong>anziamento dal FEAOG-Orientamento al FEAOG-Garanzia;<br />

• se si ritirassero le misure agroambientali, che hanno una f<strong>in</strong>alità specifica di natura ecologica, i sostegni alle rimanenti componenti del<strong>la</strong> politica di sviluppo<br />

rurale rappresenterebbero soltanto il 5% delle spese del<strong>la</strong> PAC, senza le dimensioni sufficienti per avere un effetto rilevante;<br />

• non si dispone alcuna misura <strong>in</strong>novatrice per <strong>la</strong> discrim<strong>in</strong>azione positiva a favore delle piccole aziende familiari, che sono quelle che rischiano maggiormente<br />

di scomparire, <strong>in</strong> quanto normalmente traggono scarsi benefici dal sistema di aiuti basati sul<strong>la</strong> superficie e il loro contributo per l’occupazione e<br />

l’assetto dello spazio rurale è sottovalutato;<br />

• mancano quasi del tutto le misure di sostegno ai giovani agricoltori che sono l’unica garanzia che l’agricoltura cont<strong>in</strong>uerà ad esistere <strong>in</strong> avvenire;<br />

• non si prevedono praticamente misure <strong>in</strong> merito al<strong>la</strong> qualità e al<strong>la</strong> sicurezza degli alimenti, oltre a stanziare scarsi mezzi per una materia tanto importante<br />

come <strong>la</strong> sanità degli animali, per cui sono proposti soltanto 100 mecu all’anno.

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