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1-24-25 Seregno.qxp - Fondazione Don Carlo Gnocchi

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MISSIONE UOMO<br />

Attività<br />

SERVIZI<br />

<strong>Seregno</strong>,inaugurato<br />

il nuovo reparto per disabili<br />

Nella foto in alto, il Centro “Ronzoni Villa-<strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>”, che accoglie dall’inizio dell’anno i 36 bambini e ragazzi<br />

trasferiti dal Centro di Inverigo. Nelle altre immagini, momenti della cerimonia di inaugurazione del nuovo reparto<br />

Grande festa<br />

al taglio del nastro<br />

dell’Unità di degenza<br />

di mantenimento<br />

che accoglie<br />

i bambini e i ragazzi<br />

trasferiti da Inverigo<br />

■ GRANDE FESTA, il 9 giugno scorso al Centro<br />

“Ronzoni Villa-<strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>” di <strong>Seregno</strong><br />

(Mb) per l’inaugurazione del nuovo<br />

reparto per disabili in età evolutiva.<br />

Si tratta dell’Unità di degenza di mantenimento<br />

dove sono stati trasferiti i 36 bambini<br />

e ragazzi ospiti fino allo scorso anno della storica<br />

struttura del Centro “S. Maria alla<br />

Rotonda” di Inverigo (Co). Il trasferimento<br />

si è reso necessario per poter far fronte ai criteri<br />

per l’accreditamento, che richiedono<br />

specifici requisiti sia strutturali che organizzativi.<br />

Alla cerimonia di inaugurazione e benedizione<br />

dei nuovi reparti sono intervenuti -<br />

insieme agli ospiti, operatori e familiari - l’assessore<br />

regionale Margherita Peroni, l’assessore<br />

alle politiche sociali del Comune di<br />

<strong>Seregno</strong> Ilaria Cerqua e l’allora prevosto<br />

monsignor Silvano Motta. Per la <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> erano presenti il presidente<br />

monsignor Angelo Bazzari, il direttore<br />

generale Gianbattista Martinelli e il direttore<br />

del Polo Lombardia 3 Tiberio Boldrini.<br />

Il taglio del nastro è stato preceduto da<br />

un’interessante tavola rotonda sul tema<br />

“Accanto ai bambini con disabilità. L’impegno<br />

della <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>”, a cui<br />

hanno partecipato Rinaldo Zanini, direttore<br />

del dipartimento materno infantile dell’Azienda<br />

Ospedaliera della Provincia di Lecco;<br />

Roberto Calia, direttore sociale dell’Asl<br />

Monza e Brianza; le neuropsichiatre infantili<br />

della <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> Maria Chiara<br />

Stefanini (Roma) e Patrizia Spelta (<strong>Seregno</strong>);<br />

il responsabile medico del Centro di<br />

<strong>Seregno</strong> Maddalena Galli e alcuni genitori<br />

dell’Associazione Piccole Perle.<br />

I bambini ospiti del Centro “Ronzoni<br />

Villa - <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>” di <strong>Seregno</strong><br />

sono in parte affetti da patologie neuro-


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logiche complesse, come esiti di paralisi<br />

cerebrali infantili, spesso associate a forme<br />

di epilessia farmaco resistenti, problemi<br />

respiratori, oltre a deficit cognitivi, mentre<br />

una parte di loro manifesta problemi relazionali<br />

e comportamentali che si inscrivono<br />

nei disturbi dello spettro autistico.<br />

Attorno a loro è stata creata una struttura<br />

accogliente, allegra, colorata, che richiama<br />

il più possibile l’ambiente familiare. È<br />

stato così scelto il tema della favola di<br />

Pinocchio: nelle nuove camere del Centro<br />

“Ronzoni-Villa”, peraltro tutte fornite di<br />

impianto per i gas medicali, si ritrovano sui<br />

mobili di diversi colori i personaggi della<br />

fiaba ; ad esempio sui letti che presentano<br />

tutte le caratteristiche di funzionalità ospedaliera,<br />

sono rappresentati il gatto, la volpe<br />

e il grillo. Nelle stanze predisposte per i<br />

bambini con problemi comportamentali<br />

sono state scelte cassettiere per sette giorni,<br />

con gradazioni di colore che aiutano a<br />

memorizzare lo scorrere del tempo e l’autonomia<br />

nel vestirsi. I locali da pranzo sono<br />

stati attrezzati con tavoli a farfalla, che con il<br />

loro incavo facilitano i bambini con ausili<br />

ad avvicinarsi per mangiare.<br />

Oltre a questi ambiti di quotidianità,<br />

sono stati ricavati nuovi locali adibiti alle attività<br />

educative e riabilitative mirate alle varie<br />

esigenze dei bambini: per ciascun ospite è<br />

infatti previsto un progetto integrato e interventi<br />

riabilitativi specifici per i quadri clinici<br />

presenti.<br />

TESTIMONIANZA. «La <strong>Fondazione</strong> è come una famiglia»<br />

■ SONO LA MAMMA DI PIETRO. Il mio bimbo se n’è andato da poco: il 15 settembre scorso. Aveva 16 anni. Con lui<br />

se n’è andata anche una parte di me. Per sopportare questa mutilazione, essendo credente, lo immagino felice,<br />

perché ora non ha più quel corpo straziato che lo faceva assomigliare al Cristo crocefisso.<br />

Sono tra le fondatrici dell’associazione “Piccole Perle” e voglio continuare ad essere presente perché ho creduto<br />

che il dolore condiviso è più sopportabile e che la sofferenza di un genitore che ha un figlio malato può<br />

essere compresa pienamente solo da chi vive questo tipo di esperienza.<br />

I genitori sono in ansia per la salute dei loro figli, sono affaticati dalla continua assistenza, dalla burocrazia<br />

che rende ancora più complessa una realtà ove tutto è già molto complicato, sono preoccupati dal pensiero<br />

del “dopo di noi” e non si possono permettere mai una vita normale.<br />

Nella mia faticosa esperienza con Pietro e altri due figli piccoli, nel momento in cui rasentavo la disperazione<br />

più nera, sono stata grandemente supportata dalla <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>. Il Centro di Inverigo ha<br />

accolto a degenza piena il mio bambino all’età di 5 anni. Da subito ho percepito che mi potevo fidare delle<br />

persone che si prendevano cura di lui. Tutti sono stati capaci di donargli competenza e tanto amore: dalle<br />

assistenti, alle suore, alle infermiere, agli addetti alle pulizie, ai medici, alle fisioterapiste, all’assistente<br />

sociale al carissimo direttore e ai diversi volontari che erano sempre presenti nei momenti di bisogno. Non<br />

ho fatto fatica ad accettare di essere “un genitore a metà”, perché mi sono sempre sentita ascoltata e capita.<br />

Il Centro “S. Maria alla Rotonda” di Inverigo è diventata la splendida seconda casa di Pietro; era una gran bella<br />

reggia dove, una volta arrivati, lo sguardo si perdeva nell’osservare gli alberi, i fiori e qualche volta avevi<br />

pure la fortuna di osservare una scoiattolo intento a cercare noccioline.<br />

Dentro la casa respiravi un’aria di famiglia; era proprio una grande famiglia dove la sensazione che traspariva<br />

era la serenità. La mia gratitudine va a tutte le persone che hanno creato questo clima di accoglienza e di pace.<br />

Il mio augurio è che anche in questo Centro di <strong>Seregno</strong> si continui a respirare la stessa aria e che le istituzioni<br />

che oggi stanno sempre più perdendo credibilità agli occhi di tutti tengano in primaria considerazione i bisogni<br />

delle persone più fragili della società e le loro famiglie. Il livello di civiltà di una società credo si misuri<br />

dall’attenzione verso i più deboli, dall’ascolto attento del grido di aiuto proveniente da chi sta attraversando<br />

il dolore. Quel grido che, inascoltato, porta a volte, a gesti di estrema disperazione. E che il dolore innocente<br />

della mia rara e preziosa rosa blu, unito alla sofferenza di altre persone come lui, non sia speso invano,<br />

ma possa essere offerto per la realizzazione di un mondo più giusto, autentico e solidale.<br />

Delia Bellini<br />

Per le patologie più strettamente motorie<br />

è presente nella struttura di <strong>Seregno</strong> un’ampia<br />

palestra di fisiochinesiterapia, con la<br />

possibilità anche di interventi di fisioterapia<br />

TESTIMONIANZA. «Nostro figlio è felice di stare con voi»<br />

■ NOSTRO FIGLIO STEFANO, che oggi ha quasi 17 anni, è ospite della <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> da quando di anni ne aveva<br />

3. È stato inserito inizialmente in regime di degenza diurna e ora, da quasi 5 anni, è ospite a degenza piena.<br />

Quella di inserirlo a degenza piena è stata per me e per mio marito una decisione molto sofferta. Io, in particolare,<br />

sono una mamma molto apprensiva, che ha costantemente bisogno di essere rassicurata; sono molto attaccata al<br />

mio bambino e sono stata pervasa da un forte senso di colpa: l’idea di abbandonarlo... La consapevolezza di non<br />

riuscire più da soli a soddisfare le sue esigenze, che col tempo si sono irrimediabilmente aggravate, ha reso necessaria<br />

questa scelta ed ora, a distanza di tempo, sappiamo di aver fatto la cosa più giusta per lui e per noi, anche considerando<br />

che abbiamo un’altra figlia poco più grande di Stefano, che tanto quanto lui merita le nostre attenzioni<br />

e il nostro amore. Questa è diventata la seconda casa di Stefano e tutti voi siete la sua seconda famiglia. Ho preso<br />

coscienza col tempo di non averlo abbandonato, ma di averlo affidato nelle mani di persone competenti e qualificate<br />

che si prendono cura di lui con amore, professionalità e tanta generosità. So di essere una mamma esigente, ma<br />

sono anche molto sincera nel dire che nessuno di voi ha mai deluso le mie aspettative che, anzi, sono sempre state<br />

e continuano ad essere pienamente soddisfatte. Il nostro Stefano è felice di stare con voi, perché da voi si sente<br />

amato e protetto e lo dimostra elargendo a tutti, quando sta bene, grandi sorrisi.<br />

Non solo Stefano, ma anche io e mio marito abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere tanto da ognuno di voi:<br />

medici, infermiere, fisioterapista, Asa, Oss, suore, educatori e operatori tutti. La sofferenza che sperimenta Stefano<br />

a causa della sua fragilità è anche la nostra, ma condividerla con tutti voi ci sembra meno pesante, ci fa meno<br />

paura e soprattutto ci fa sentire meno soli. Chi vive situazioni del genere fa spesso esperienza di una fraternità che<br />

mai, prima, avrebbe immaginato possibile. Non possiamo che ringraziare, anche da parte di Stefano, ognuno di voi<br />

per tutto ciò che fate. E grazie anche, perché oltre che del mio bambino, ogni tanto vi prendete cura anche di me!<br />

Gianna e Fabio Molteni<br />

respiratoria. Per bambini con problemi<br />

comportamentali e relazionali, sarà preminente<br />

l’intervento di psicomotricità e di<br />

logopedia, con specifico riguardo all’utilizzo<br />

della Comunicazione Aumentativa Alternativa,<br />

indicata per quei soggetti che mostrano<br />

particolare difficoltà nella comunicazione<br />

verbale, ma con un sufficiente livello di<br />

comprensione e motivazione alla relazione.<br />

A loro volta gli ambiti di stimolazione<br />

educativa rispondono alle caratteristiche di<br />

patologia: risulta allestito, a tale scopo, un<br />

ampio locale per le stimolazioni sensoriali,<br />

indicate nei bambini con problematiche<br />

neurologiche, con diffusori di aromi, stimolazioni<br />

luminose, spazi di rilassamento con<br />

suoni e vibrazioni, oltre ad un angolo di stelle<br />

con un soffitto e una parete che richiamano<br />

il cielo stellato.<br />

Per i bambini affetti da problemi comportamentali<br />

dello spettro autistico, è stata<br />

attrezzata una stanza per interventi educativi<br />

mirati, mentre per gli ospiti con maggiori<br />

competenze manuali c’è a disposizione una<br />

stanza per le manipolazioni, con postazioni<br />

predisposte per vari tipi di stimolazioni: dal<br />

giardinaggio, all’utilizzo della pasta di sale,<br />

fino alla cura della propria persona...<br />

Il tutto coordinato da un’équipe tecnica e<br />

operativa, già rodata in anni di esperienza di<br />

lavoro a Inverigo.<br />

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MISSIONE UOMO

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