Linea di Ricerca 1 - Fondazione Don Carlo Gnocchi
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<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
46<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Tecnologie biome<strong>di</strong>che per la <strong>di</strong>agnosi e il recupero della funzione<br />
Responsabile Scientifico: Prof. Paolo Mocarelli<br />
Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un nuovo sistema transdermico<br />
per il rilascio controllato e modulabile dei farmaci<br />
Responsabile: Gramatica Furio<br />
INTRODUZIONE<br />
Gli attuali trattamenti terapeutici per le malattie croniche e degenerative<br />
sono – escludendo le iniezioni tra<strong>di</strong>zionali – infusori<br />
impiantabili (invasivi – scarsa qualità della vita) e cerotti transdermici<br />
(applicabili solo per farmaci con basso peso molecolare,<br />
quali nicotina, nitroglicerina, alcuni antinfiammatori). I dati<br />
presenti in letteratura suggeriscono che la somministrazione<br />
“ideale” <strong>di</strong> farmaco dovrebbe dunque associare i vantaggi<br />
dell’infusione continua sottocutanea me<strong>di</strong>ante microinfusore<br />
(modulazione del flusso <strong>di</strong> farmaco a seconda delle necessità<br />
del paziente, conoscenza precisa della quantità <strong>di</strong> farmaco<br />
somministrata nel tempo), e dei sistemi <strong>di</strong> rilascio transdermico<br />
(by-pass del metabolismo <strong>di</strong> primo passaggio, minimo<br />
<strong>di</strong>sagio per il paziente cronico, facilità nell’applicazione e nella<br />
sospensione del farmaco). L’utilizzo <strong>di</strong> microaghi potrebbe essere<br />
un’alternativa possibile per migliorare la somministrazione<br />
transdermica specialmente per le macromolecole (>2000<br />
Da) (Prausnitz MR and Langer R, 2008).<br />
Alcuni gruppi hanno sviluppato microaghi per il rilascio <strong>di</strong><br />
farmaci utilizzando strumenti nanotecnologici, ma senza la<br />
possibilità <strong>di</strong> modulare il flusso <strong>di</strong> farmaco in funzione dell’effettiva<br />
necessità del paziente (Roxhed N et al., 2007).<br />
OBIETTIVI<br />
L’obiettivo principale <strong>di</strong> tale progetto è lo stu<strong>di</strong>o della fattibilità<br />
<strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo microstrutturato per il rilascio transdermico<br />
<strong>di</strong> farmaci – anche ad alto peso molecolare non somministrabili<br />
con cerotti transdermici – in un tempo breve o elevato<br />
e in modo continuo e modulabile. Tale prodotto è sviluppa-<br />
to nell’ottica <strong>di</strong> migliorare la “compliance” e l’“adherence”<br />
del paziente in malattie croniche (<strong>di</strong>abete, artrite reumatoide<br />
ecc.) e neurodegenerative (es.: Parkinson, Sclerosi Multipla).<br />
Inoltre tale <strong>di</strong>spositivo potrebbe essere utilizzato per la somministrazione<br />
<strong>di</strong> vaccini nei <strong>di</strong>sturbi del sistema immunitario<br />
ottenendo un’amplificazione della risposta immunitaria in seguito<br />
all’attivazione delle cellule del Langherans.<br />
Il <strong>di</strong>spositivo finale (oggetto <strong>di</strong> un nostro brevetto) è formato<br />
da: una cartuccia monouso, costituita da un array <strong>di</strong> microaghi<br />
cavi (altezza massima <strong>di</strong> circa 1 mm) e da un serbatoio<br />
per il farmaco; un applicatore riutilizzabile dotato <strong>di</strong> motorino<br />
per l’infusione del farmaco e della componente elettronica<br />
per il controllo e la gestione dell’infusione.<br />
METODI<br />
Nel corso <strong>di</strong> questo progetto sono stati effettuati alcuni test<br />
preliminari per trovare il giusto compromesso tra l’altezza<br />
dei microaghi (minimamente invasiva) e la riproducibilità del<br />
piercing (per assicurare un’adeguata infusione del farmaco).<br />
A tal proposito si è deciso <strong>di</strong> testare microaghi <strong>di</strong> silicio<br />
(300 μm <strong>di</strong> altezza) <strong>di</strong> produzione della Tyndall Institute e<br />
mini-aghi da 1 mm in acciaio;<br />
In particolare abbiamo effettuato:<br />
• test istologici ex vivo (su campioni <strong>di</strong> pelle umana da chirurgia<br />
estetica) relativi alla riproducibilità <strong>di</strong> perforazione (piercing)<br />
della pelle (microaghi da 300 mm in silicio e 1 mm in<br />
acciaio)<br />
• test <strong>di</strong> infusione ex vivo (su campioni <strong>di</strong> pelle umana da chirurgia<br />
estetica) con microaghi d’acciaio a <strong>di</strong>verse altezze (1 mm,<br />
1,5 mm, 2 mm, 4 mm, 6 mm) per verificare l’infusione e <strong>di</strong>ffusione<br />
<strong>di</strong> liquido <strong>di</strong> contrasto attraverso gli strati della pelle.<br />
Negli esperimenti <strong>di</strong> piercing ex vivo, al fine <strong>di</strong> simulare
le con<strong>di</strong>zioni fi siologiche, la pelle è stata inserita in un afferraggio<br />
meccanico biassiale, creato appositamente nel<br />
nostro laboratorio tenendo in considerazione i parametri<br />
ottenuti dalla simulazione biomeccanica aghi-pelle (set up<br />
sperimentale descritto nei precedenti progetti <strong>di</strong> ricerca<br />
corrente). Sono state usate 3 matrici <strong>di</strong> microaghi in silicio<br />
comprendenti 64 microaghi (8x8) con altezza <strong>di</strong> 300 μm. Gli<br />
aghi in acciaio sono <strong>di</strong> produzione commerciale con un <strong>di</strong>ametro<br />
da 0,3 mm (30G) e sono stati opportunamente ridotti<br />
a un’altezza <strong>di</strong> 1 mm, 1,5 mm, 2 mm, 4 mm e 6 mm. Per<br />
le prove <strong>di</strong> piercing della pelle ciascun array <strong>di</strong> microaghi è<br />
stato montato su un “applicatore a penna” mentre per le<br />
prove d’infusione è stata utilizzata una siringa commerciale<br />
da 1 ml.<br />
I test preliminari d’infusione sono stati analizzati me<strong>di</strong>ante<br />
Tomografi a Assiale Computerizzata (TAC) per verifi care la<br />
<strong>di</strong>ffusione del liquido <strong>di</strong> contrasto (simulazione <strong>di</strong> un farmaco)<br />
nei vari strati della cute a seconda della <strong>di</strong>versa altezza<br />
<strong>di</strong> aghi (micro- e mini-aghi). Le biopsie, montate su un supporto<br />
<strong>di</strong> polistirolo, sono state analizzate dopo 5 e 15 minuti<br />
Piercing (n=4)<br />
No piercing<br />
Fig. 1<br />
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dall’infusione <strong>di</strong> 250 μl <strong>di</strong> liquido <strong>di</strong> contrasto <strong>di</strong>luiti 1:10 in<br />
soluzione salina. La misurazione semi-quantitativa del volume<br />
del liquido <strong>di</strong> contrasto <strong>di</strong>ffuso nei <strong>di</strong>versi strati cutanei è<br />
stata effettuata su ciascuna sezione <strong>di</strong> spessore <strong>di</strong> 1 mm (20<br />
sezioni su ciascuna biopsia) me<strong>di</strong>ante un sistema <strong>di</strong> analisi<br />
d’immagine.<br />
RISULTATI<br />
Le sezioni istologiche mostrano che circa il 50% dei microaghi<br />
ha bucato l’epidermide fermandosi alla giunzione dermoepidermica,<br />
mentre i restanti microaghi hanno creato solo una<br />
deformazione dell’epidermide senza però bucarla. Nella fi gura<br />
sottostante (Fig. 1) è stata riportata una ricostruzione <strong>di</strong> una<br />
sezione <strong>di</strong> cute formata da più fotogrammi in serie. Si può notare<br />
che su una fi la <strong>di</strong> 8 microaghi presenti sulla matrice, solo<br />
4 microaghi hanno bucato l’epidermide (freccia verde) mentre<br />
i restanti 4 l’hanno solo deformata (freccia rossa).<br />
Per stu<strong>di</strong>are l’altezza adeguata dei microaghi al fi ne <strong>di</strong> ottenere<br />
un’ottimale riproducibilità del piercing, pur mantenendo<br />
la minima invasività, si è deciso <strong>di</strong> passare all’utilizzo <strong>di</strong> microaghi<br />
meno costosi, derivanti da aghi in acciaio in commer-<br />
Microfotografi a <strong>di</strong> sezioni istologiche <strong>di</strong> cute umana normale colorate con ematossilina-eosina dopo applicazione dell’array <strong>di</strong> microaghi<br />
da 300 μm (ingran<strong>di</strong>mento originale 4x).<br />
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cio ma opportunamente ridotti a un’altezza <strong>di</strong> 1 mm. Nella<br />
figura istologica 2 si nota un buon mantenimento dell’architettura<br />
e struttura dell’epidermide e del derma, presentando<br />
un’interruzione <strong>di</strong> tutti gli strati dell’epidermide e del derma<br />
papillare compatibile con il piercing del microago da 1 mm.<br />
Questo dato è risultato riproducibile.<br />
40x<br />
Fig. 2<br />
EP<br />
SC<br />
DE<br />
Microfotografia <strong>di</strong> sezione istologica <strong>di</strong> cute umana normale<br />
colorata con ematossilina-eosina dopo l’applicazione<br />
del microago da 1 mm. SC= strato corneo, EP= epidermide<br />
vitale, DE= derma (ingran<strong>di</strong>mento originale 20x).<br />
I risultati della valutazione semi-quantitativa della <strong>di</strong>ffusione<br />
del farmaco nei <strong>di</strong>versi strati cutanei (epidermide+derma e<br />
ipoderma), analizzata me<strong>di</strong>ante TAC, hanno evidenziato che,<br />
nei campioni trattati con microaghi da 1,5 e 2 mm, il liquido<br />
infuso nella regione epidermo-dermica dopo 15 minuti<br />
tendeva a <strong>di</strong>ffondersi quasi totalmente verso l’ipoderma. Abbiamo<br />
quin<strong>di</strong> dedotto che questa fosse l’altezza ideale per<br />
avere una minima invasività ma una rapida <strong>di</strong>ffusione negli<br />
strati cutanei. Il grafico sottostante mette in evidenza i risultati<br />
ottenuti per tutte le altezze <strong>di</strong> aghi (Fig. 3).<br />
area (cm ) 2<br />
Area of the contrast me<strong>di</strong>um depot (only central slice) in the EP-DE region<br />
0,35<br />
0,3<br />
0,25<br />
0,2<br />
0,15<br />
0,1<br />
0,05<br />
Fig. 3<br />
1<br />
mm<br />
1,5<br />
mm<br />
2<br />
mm<br />
4<br />
mm<br />
6<br />
mm<br />
1<br />
mm<br />
1,5<br />
mm 2<br />
mm<br />
4<br />
mm<br />
after 5 minutes<br />
after 15 minutes<br />
needles lenght<br />
6<br />
mm<br />
Istogramma delle misurazioni del liquido <strong>di</strong> contrasto presente nella sezione<br />
centrale <strong>di</strong> ciascuna biopsia. Le frecce in<strong>di</strong>cano le altezze ideali in cui si<br />
nota una buona <strong>di</strong>ffusione del farmaco con il passare del tempo.<br />
Lo sviluppo futuro <strong>di</strong> questo progetto sarà quello <strong>di</strong> creare<br />
un prototipo completo (<strong>di</strong> cui abbiamo già depositato un brevetto)<br />
<strong>di</strong> cartuccia transdermica monouso (microaghi e sebatoio)<br />
e applicatore in grado <strong>di</strong> monitorare l’infusione del<br />
farmaco e quin<strong>di</strong> validare tale <strong>di</strong>spositivo con stu<strong>di</strong> preclinici.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
Abstract presentati a Congressi Internazionali e Nazionali:<br />
– Bedoni M, <strong>Don</strong>etti E, Casella M, Forvi E, Gualerzi A, Gramatica<br />
F. An innovative transdermal drug delivery device for<br />
the treatment of chronic <strong>di</strong>seases. 36° Annual Meeting of<br />
Society for Cutaneous Ultrastructure Research (SCUR). Firenze,<br />
11-13 giugno 2009. Exp. Dermatol. 2009;18:1085-6.<br />
– Bedoni M, Casella M, <strong>Don</strong>etti E, Forvi E, Lucini V,<br />
O’Mahoney C, Scaglione F, Gramatica F. An innovative<br />
transdermal drug delivery device for the treatment of type<br />
1 <strong>di</strong>abetes. 63° Congresso Nazionale della Società Italiana<br />
<strong>di</strong> Anatomia e Istologia. Torino (Italy), 10-12 settembre<br />
2009. Ital J Anat Embryol. 2009;114:32.
– O’Brien J, Bedoni M, Blake A, Scully J, Forvi E, Casella<br />
M, Gramatica F, O’Mahoney C. Hollow microneedles for<br />
pain-free drug delivery. MicroMechanics Europe. Toulouse<br />
(France), 20-22 settembre 2009.<br />
Papers:<br />
– Matteucci M, Fanetti M, Casella M, Gramatica F, Gavioli L,<br />
Tormen M, Grenci G, De Angelis F, Di Fabrizio E. Poly vinyl<br />
alcohol re-usable masters for microneedle replication”. Microelectronic<br />
Engineering. 2009;86:752-756<br />
Brevetto:<br />
– MI2010A002414 depositato in data 27/12/2010 da <strong>Fondazione</strong><br />
<strong>Don</strong> <strong>Carlo</strong> <strong>Gnocchi</strong> ONLUS. Inventori: Gramatica<br />
Furio, Forvi Elena, Bedoni Marzia, Cassarà Domenico Giorgio,<br />
Casella Michele. Titolo: “Apparecchiatura ad aghi per la<br />
somministrazione transdermica <strong>di</strong> farmaci”.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Sviluppo <strong>di</strong> un sensore ottico innovativo per l’analisi<br />
in tempo reale <strong>di</strong> sostanze nel sangue per la <strong>di</strong>agnosi<br />
e la somministrazione controllata <strong>di</strong> farmaci<br />
Responsabile: Gramatica Furio<br />
INTRODUZIONE<br />
Un aspetto che riveste una fondamentale importanza nella<br />
ricerca clinica, per esempio nell’ambito del cancro, <strong>di</strong> malattie<br />
croniche e acute, è rappresentato dallo sviluppo e dalla<br />
messa a punto <strong>di</strong> test semplici e non invasivi in grado <strong>di</strong><br />
effettuare una <strong>di</strong>agnosi precoce, <strong>di</strong> formulare una prognosi<br />
accurata e <strong>di</strong> fornire in<strong>di</strong>cazioni sulla scelta terapeutica più<br />
adeguata.<br />
I recenti progressi ottenuti nel campo della ricerca clinica<br />
hanno reso possibile l’identificazione <strong>di</strong> geni espressi in <strong>di</strong>verse<br />
situazioni clinico-patologiche e biologiche (nel tessuto<br />
patologico rispetto al tessuto normale, in tumori aggressivi<br />
rispetto a tumori indolenti simili per sta<strong>di</strong>o clinico-patologico<br />
ecc.), proposti come una nuova classe <strong>di</strong> marcatori specifici,<br />
prognostici e/o pre<strong>di</strong>ttivi. La possibilità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare questi<br />
nuovi biomarcatori con tecniche ancora più sensibili e specifiche<br />
<strong>di</strong> quelle attualmente in uso (PCR, ELISA, istologia)<br />
presso i laboratori clinici porterà a un miglioramento dei test<br />
<strong>di</strong> follow-up (aumentandone la specificità e <strong>di</strong>minuendo il<br />
costo dei trattamenti) e della definizione della scelta terapeutica<br />
(rendendo possibile una terapia personalizzata e razionalizzando<br />
quin<strong>di</strong> i costi dei trattamenti con una riduzione<br />
della loro non-appropriatezza).<br />
Esistono alcuni meto<strong>di</strong> spettroscopici – noti in ambito fisicochimico<br />
e solo parzialmente approdati al versante <strong>di</strong> ricerca<br />
biome<strong>di</strong>cale – che presentano sensibilità, specificità e rapi<strong>di</strong>tà<br />
d’uso anche milioni <strong>di</strong> volte superiori rispetto alle meto<strong>di</strong>che<br />
convenzionali. Tra questi sta assumendo particolare rilievo, a<br />
livello internazionale, la spettroscopia ottica vibrazionale (Raman<br />
classica, Raman risonante e Surface Enhanced Raman<br />
Spectroscopy-SERS) basata su un effetto fisico noto dagli<br />
anni ’20 e utilizzato in scienze dei materiali dagli anni ’70, con<br />
l’avvento dei laser. Negli ultimi cinque anni si sono moltiplicati<br />
gli stu<strong>di</strong> e le pubblicazioni relative alla spettroscopia Raman<br />
applicata alla detezione <strong>di</strong> biomarcatori (Nguyen CT, 2010; Joshi<br />
B, 2010 ) o <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni biochimiche <strong>di</strong> tessuti correlate<br />
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<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
a processi patologici (Beljebbar A, 2009) e la prospettiva <strong>di</strong><br />
una reale applicazione in ambito clinico è vicina.<br />
OBIETTIVI<br />
Il razionale del seguente progetto è quin<strong>di</strong> legato all’opportunità<br />
<strong>di</strong> utilizzo della biofotonica, e in particolare <strong>di</strong> sistemi<br />
Raman commerciali, nell’ambito <strong>di</strong> una costituenda piattaforma<br />
tecnologica <strong>di</strong> biofotonica clinica, per lo sviluppo <strong>di</strong> un<br />
sensore ottico minimamente invasivo e indolore, <strong>di</strong> semplice<br />
uso ed elevatissima sensibilità e specifi cità.<br />
I principali obiettivi del progetto sono:<br />
progettazione e sviluppo dei sensori <strong>di</strong>agnostici: sonda <strong>di</strong><br />
fi bra ottica funzionalizzata con nanoparticelle, utilizzante<br />
spettroscopia SERS, per effettuare misure quali-quantitative<br />
imme<strong>di</strong>ate e a elevatissima sensibilità <strong>di</strong> analiti e biomarcatori<br />
(oncogeni) in fl ui<strong>di</strong> corporei;<br />
validare la meto<strong>di</strong>ca Raman classica nell’ambito <strong>di</strong> nuove applicazioni<br />
<strong>di</strong>agnostiche attraverso un’analisi comparativa con<br />
le tecniche tra<strong>di</strong>zionali in termini <strong>di</strong> sensibilità e specifi cità.<br />
METODI<br />
La prima fase del progetto ha comportato la progettazione <strong>di</strong>:<br />
nanoparticelle d’oro magnetiche, oligonucleoti<strong>di</strong> creati ad hoc<br />
per legarsi alla nanoparticella e riconoscere basi <strong>di</strong> un gene<br />
target e oligonucleoti<strong>di</strong> legati a Raman probes come sensori<br />
SERS attivi.<br />
In quest’ultimo anno stiamo effettuando dei test preliminari<br />
in vitro come “proof of concept” per l’identifi cazione del<br />
gene beta actina che, essendo <strong>di</strong> facile detezione, ci permette<br />
<strong>di</strong> concentrare la nostra attenzione solo sull’ottimizzazione<br />
delle nanoparticelle funzionalizzate e i Raman probes,<br />
al fi ne <strong>di</strong> rendere il sensore altamente selettivo e sensibile.<br />
La seconda fase del progetto, che ci vedrà impegnati nel<br />
prossimo anno, riguarderà la creazione e la sperimentazione<br />
<strong>di</strong> sensori completi per la rilevazione <strong>di</strong> biomarcatori target<br />
in fl ui<strong>di</strong> biologici umani me<strong>di</strong>ante spettroscopia Raman. Gli<br />
esperimenti sono effettuati in parallelo con uno spettroscopio<br />
Raman da banco dotato <strong>di</strong> microscopio confocale e con<br />
un video-Raman portatile.<br />
Infi ne la validazione del sistema SENSI-Raman avverrà tramite<br />
confronto in parallelo con la meto<strong>di</strong>ca standard PCR. I termini<br />
<strong>di</strong> confronto si baseranno su sensibilità, specifi cità e rapi<strong>di</strong>tà.<br />
RISULTATI<br />
I risultati ottenuti dal processo iniziale <strong>di</strong> progettazione ci hanno<br />
permesso <strong>di</strong> identifi care le specifi che tecniche ad hoc <strong>di</strong>:<br />
nanoparticelle metalliche magnetiche,<br />
oligonucleoti<strong>di</strong>,<br />
Raman probes.<br />
Dopo alcuni test esplorativi iniziali, sono state progettate e<br />
create presso il Dipartimento <strong>di</strong> Biotecnologie e Bioscienze<br />
dell’Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca, delle nanoparticelle magnetiche<br />
ottimali <strong>di</strong> 300 e 500 nm.<br />
Fig. 1<br />
2 μm<br />
Microfotografi a <strong>di</strong> un cluster <strong>di</strong> nanoparticelle da 500 nm<br />
coniugate con Rhodamine 6G. Le nanoparticelle si presentano<br />
come cluster <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse decine <strong>di</strong><br />
micrometri.<br />
Sono stati effettuati spettri SERS delle nanoparticelle coniugate<br />
con Rhodamine 6G utilizzando laser <strong>di</strong> lunghezza<br />
d’onda pari a 532 nm e potenza <strong>di</strong> 0,075 mW. I mo<strong>di</strong> Raman-vibrazionali<br />
delle molecole, ottenuti sperimentalmente<br />
e riportati in Fig. 2, sono risultati confrontabili con i mo<strong>di</strong><br />
pubblicati in letteratura.<br />
Dai risultati ottenuti abbiamo determinato che la Rhodamine<br />
6G possa essere il Raman probe can<strong>di</strong>dato per la realizzazione<br />
del primo sensore sperimentale.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
Abstract presentati a Congressi Internazionali e Nazionali:<br />
– Casella M, Lucotti A, Tommasini M, Bedoni M, Forvi E,<br />
Gramatica F, Zerbi G. Rapid Investigation on Fresh Human
Force [g]<br />
1600<br />
1500<br />
1400<br />
1300<br />
1200<br />
1100<br />
1000<br />
900<br />
800<br />
700<br />
600<br />
500<br />
400<br />
300<br />
200<br />
100<br />
Fig. 2<br />
XRS, ip C-H bend<br />
XRS, ip N-H bend<br />
Whole Blood by means of Raman and SERS techniques.<br />
The XII International Conference on Laser Applications in<br />
Life Sciences. Oulu (Finlan<strong>di</strong>a), 9-11 giugno 2010.<br />
– Casella M, Lucotti A, Tommasini M, Gramatica F, Di Fabrizio<br />
E, Zerbi G. Apomoprhine Vibrational structure revealed<br />
by Raman and SERS spectroscopies. XIII European Conference<br />
on the Spectroscopy of Biological Molecules, Palermo,<br />
28 agosto-2 settembre 2009.<br />
– Casella M, Lucotti A, Tommasini M, Bedoni M, Forvi E, Di<br />
Fabrizio E, Zerbi G, Gramatica F. Clinical Biophotonics applications<br />
at <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> Foundation. Photonics for Life<br />
conference, Firenze, 25-26 maggio 2009.<br />
– Lucotti A, Casella M, Tommasini M, Gramatica F, Di Fab-<br />
XRS, C-N str, C-H bend,<br />
N-H bend<br />
XRS, ip C-H bend<br />
ip XRB, N-H bend,<br />
CH2 wag<br />
ip XRD, C-H bend,<br />
N-H bend<br />
1600 1400 1200 1000 800 600<br />
Displacement [mm]<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Spettro SERS del cluster <strong>di</strong> nanoparticelle <strong>di</strong> 500 nm con laser a 532 nm e potenza 0,075 mW. I mo<strong>di</strong> Raman sono: ip=in plane, op=out of plane,<br />
XRD= xantene ring deformations, XRB=xantene ring breath, XRS=xantene ring stretch; wag=wagging.<br />
op C-H bend<br />
rizio E, Zerbi G. Experimental and Theoretical Investigation<br />
of Apomorphine Raman Spectrum. XXI Congresso Nazionale<br />
Spettroscopia Raman, Milano, 1-13 febbraio 2009.<br />
Paper:<br />
– Casella M, Lucotti A, Tommasini M, Bedoni M, Forvi E,<br />
Gramatica F, Zerbi G. Raman and SERS recognition of Beta-<br />
Carotene and Haemoglobin fi ngerprints in Human Whole<br />
Blood. Spectrochimica Acta Part A; In Press. doi:10.1016/j.<br />
saa.2011.03.048.<br />
– Lucotti A, Casella M, Tommasini M, Gramatica F, Di Fabrizio<br />
E, Zerbi G. Experimental and Theoretical Investigation<br />
of Apomorphine Raman Spectrum. J Raman Spectros;<br />
2009;40:2074–2079.<br />
ip XRD<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
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52<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Validazione <strong>di</strong> elettro<strong>di</strong> basati sulla tecnologia<br />
a microaghi per il monitoraggio <strong>di</strong> biopotenziali<br />
Responsabile: Gramatica Furio<br />
INTRODUZIONE<br />
In ambito clinico e <strong>di</strong> ricerca per la misurazione <strong>di</strong> biosegnali<br />
quali ECG, EEG, EOG, EMG vengono comunemente utilizzati<br />
elettro<strong>di</strong> a gel, a oggi considerati il golden standard. A livello<br />
sperimentale gli eletto<strong>di</strong> a gel sono stati affi ancati da una <strong>di</strong>fferente<br />
tipologia <strong>di</strong> elettro<strong>di</strong> defi niti a secco: una promettente<br />
tecnologia su cui si basano tali elettro<strong>di</strong> è quella dei microaghi,<br />
ovvero strutture appuntite delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> qualche centinaio<br />
<strong>di</strong> μm in grado <strong>di</strong> bucare lo strato corneo (SC), strato più<br />
superfi ciale della cute con proprietà isolanti e non <strong>di</strong>ffusive. I<br />
microaghi, una volta bucato lo SC, creano un contatto con gli<br />
strati conduttivi più profon<strong>di</strong> del derma, evitando <strong>di</strong> ricorrere<br />
all’uso <strong>di</strong> gel. Gli elettro<strong>di</strong> basati sui microaghi riducono drasticamente<br />
i tempi <strong>di</strong> preparazione della cute del soggetto,<br />
risultando più confortevoli per il care-giver e per il soggetto<br />
acquisito. Inoltre tali elettro<strong>di</strong> consentono monitoraggi <strong>di</strong> biosegnali<br />
per durate superiori in quanto all’assenza <strong>di</strong> gel non<br />
ne provoca l’essiccazione nel tempo, con conseguente per<strong>di</strong>ta<br />
o alterazione del biosegnale. In aggiunta l’inserimento dei<br />
microaghi nella cute realizza un’interfaccia più stabile tra elettrodo<br />
e cute, garantendo un elevato rapporto segnale-rumore<br />
anche durante il movimento del soggetto.<br />
OBIETTIVI<br />
La ricerca si focalizza sulla validazione <strong>di</strong> nuovi elettro<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
superfi cie a secco che si basino sulla tecnologia a microaghi.<br />
Tali elettro<strong>di</strong>, dotati <strong>di</strong> caratteristiche innovative, si presentano<br />
come promettente alternativa ai comuni elettro<strong>di</strong> a gel<br />
per il monitoraggio continuo e minimamente invasivo <strong>di</strong> biopotenziali<br />
(EMG, ECG, EEG, EOG) in ambito clinico.<br />
METODI<br />
Per raggiungere gli obiettivi dello stu<strong>di</strong>o sono stati condotti<br />
<strong>di</strong>fferenti prove sperimentali:<br />
• Test <strong>di</strong> valutazione istologica ed elettromeccanica <strong>di</strong> piercing<br />
<strong>di</strong> cute umana ex vivo da parte <strong>di</strong> microaghi in silicio e<br />
in acciaio con particolare riferimento allo stu<strong>di</strong>o della riproducibilità<br />
del piercing e all’identifi cazione e quantifi cazione<br />
del momento <strong>di</strong> piercing;<br />
• Test <strong>di</strong> valutazione della soli<strong>di</strong>tà e robustezza dei microaghi,<br />
in particolare della caratterizzazione a rottura dei microaghi<br />
in silicio;<br />
• Test <strong>di</strong> biocompatibilità e <strong>di</strong> soli<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> prototipi <strong>di</strong> dry electrodes<br />
con microaghi in acciaio in vivo su modelli animali<br />
(ratti);<br />
• Test <strong>di</strong> valutazione elettromeccanica <strong>di</strong> piercing su cute<br />
umana in vivo <strong>di</strong> un prototipo <strong>di</strong> dry electrode con microaghi<br />
in acciaio, con particolare attenzione all’identifi cazione<br />
e quantifi cazione del momento <strong>di</strong> piercing e alla percezione<br />
dolorifi ca associata.<br />
RISULTATI<br />
I test <strong>di</strong> piercing su campioni <strong>di</strong> pelle umana ex vivo effettuati<br />
con microaghi in acciaio da 1 mm hanno confermato il piercing<br />
dello SC, dell’epidermide e parzialmente del derma papillare<br />
(Fig. 1). A livello elettromeccanico il piercing della cute<br />
è stato confermato me<strong>di</strong>ante un improvviso decremento del<br />
segnale <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> reazione della pelle (Fig. 2) e <strong>di</strong> impedenza<br />
elettrica: tale evento <strong>di</strong>mostra il contatto dei microaghi con<br />
gli strati più profon<strong>di</strong> e conduttivi della cute, migliorando la<br />
conducibilità del circuito e quin<strong>di</strong> potenzialmente la qualità<br />
dei biosegnali acquisiti.<br />
piercing<br />
Fig. 1<br />
SC<br />
EP<br />
DE<br />
Microfotografi a <strong>di</strong> sezione istologica <strong>di</strong> cute umana normale<br />
colorata con ematossilina-eosina dopo l’applicazione<br />
del microago da 1 mm. SC=strato corneo, EP=epidermide<br />
vitale, DE=derma. (Ingran<strong>di</strong>mento originale 20x).
La soli<strong>di</strong>tà dei microaghi è stata valutata per i microaghi in<br />
silicio da 300 μm in quanto quelli in acciaio, trovandosi già in<br />
commercio, non necessitavano <strong>di</strong> ulteriori prove <strong>di</strong> robustezza.<br />
I microaghi in silicio da 300 μm sottoposti a rottura per<br />
compressione assiale si sono <strong>di</strong>mostrati sufficientemente<br />
robusti: in particolare si è trovato che possono sopportare<br />
forze rottura a compressione maggiori <strong>di</strong> un fattore 7 alle<br />
forze in gioco durante l’inserzione nella cute. Tuttavia, presentando<br />
una scarsa ripetibilità <strong>di</strong> piercing, lo stu<strong>di</strong>o si è focalizzato<br />
in seguito solo sui microaghi in acciaio.<br />
La biocompatibilità dei prototipi <strong>di</strong> dry electrode realizzati sotto<br />
forma <strong>di</strong> matrici <strong>di</strong> 4 microaghi alti 1 mm è stata valutata con<br />
esperimenti in vivo su modelli animali (ratti). I campioni trattati<br />
(15 minuti e 5 ore), analizzati me<strong>di</strong>ante microscopia elettronica<br />
a trasmissione (TEM) o sottoposti a esperimenti <strong>di</strong> immunofluorescenza<br />
hanno evidenziato che a livello morfologico non<br />
è presente alcuna reazione infiammatoria locale. Tuttavia i<br />
campioni a 5 ore, processati per la biologia molecolare, hanno<br />
evidenziato, rispetto ai controlli, un’imme<strong>di</strong>ata e breve risposta<br />
locale a livello genico, che tuttavia non si manifesta a livello<br />
sistemico in quanto a tale livello non si rileva alcuna risposta<br />
infiammatoria. L’espressione genica rivela che le terminazioni<br />
nervose cutanee dei ratti rispondono leggermente in seguito<br />
all’applicazione dei microaghi da 1 mm, soprattutto dopo 5 ore.<br />
force [g]<br />
2000<br />
1500<br />
1000<br />
500<br />
0<br />
Fig. 2 10<br />
Ex vivo 4 SC<br />
skin<br />
piercing<br />
5 15 20 25 30<br />
time [s]<br />
Grafico della forza <strong>di</strong> reazione in funzione del tempo durante l’inserzione<br />
dei microaghi in un campione <strong>di</strong> cute umana ex vivo.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Concludendo, seppur con una parziale espressione genica<br />
<strong>di</strong> alcune citochine, nel complesso la device risulta biocompatibile.<br />
I dati relativi alla lieve attivazione delle terminazioni<br />
nervose suggeriscono che l’altezza ideale per evitare la<br />
sensazione dolorifica dovrebbe essere inferiore a 1 mm.<br />
Inoltre dopo 15 minuti e 5 ore della permanenza della device<br />
si è verificata l’integrità del sistema e si è proceduto<br />
a un’analisi visiva del tessuto cutaneo dei ratti: la cute non<br />
presentava irritazione superficiale e rossore. In ultimo si è<br />
voluta valutare la riproducibilità del piercing in termini biomeccanici<br />
su campioni <strong>di</strong> cute umana in vivo: le forze <strong>di</strong><br />
inserzione ottenute sono comparabili a quelle ottenute su<br />
campioni ex vivo (Fig. 3). Inoltre in tali prove è stata misurata<br />
la sensazione dolorifica avvertita durante il contatto<br />
dei microaghi: il dolore percepito è stato <strong>di</strong> 0,5-1 cm su<br />
10, relativo a un lieve pizzicore. In conclusione in futuro si<br />
potranno effettuare prove <strong>di</strong> monitoraggio <strong>di</strong> biopotenziali<br />
utilizzando prototipi <strong>di</strong> dry electrode realizzando device<br />
con microaghi <strong>di</strong> altezza <strong>di</strong> poco inferiore al millimetro (es.<br />
900 μm) per mantenere l’efficacia del piercing ma riducendo<br />
del tutto la sensazione <strong>di</strong> pizzicore percepita con 1 mm<br />
<strong>di</strong> altezza.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
Abstract presentati a Congressi Internazionali e Nazionali:<br />
– Bedoni M, Forvi E, Casella M, Cassarà DG, <strong>Don</strong>etti E, Gramatica<br />
F. A promising biome<strong>di</strong>cal device to overcome the<br />
skin barrier for monitoring biopotentials. 37° Annual Meeting<br />
of Society for Cutaneous Ultrastructure Research (SCUR).<br />
Helsinki, 7-8 settembre. Exp. Dermatol., 2010;19:1033-4.<br />
– Forvi E, Rizzo F, Carabalona R, Mazzoleni P, Bedoni M,<br />
Casella M, O’Mahony C, Gramatica F. Microneedles electrodes<br />
for biopotentials monitoring. Congresso del Gruppo<br />
Nazionale <strong>di</strong> Bioingegneria. Torino, 8-10 luglio 2010.<br />
– Forvi E, Soncini M, Bedoni M, Rizzo F, Casella M, O’Mahony<br />
C, Gramatica F. A method to determine the margin of safety<br />
for microneedles arrays. World Congress on Engineering<br />
2010 – International Conference on Mechanical Engineering,<br />
Londra, 30 giugno-02 luglio 2010.<br />
È stata inoltre effettuata una presentazione scientifica contenente<br />
alcuni risultati sperimentali in occasione del convegno Nano-<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
53
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
54<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
techItaly (Venezia, 20-22 ottobre 2010), nel corso della quale il<br />
progetto e la società TT Seed sono stati citati verbalmente.<br />
Brevetti:<br />
– MI2010A000830: 10/05/2010 by <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Carlo</strong><br />
<strong>Gnocchi</strong> ONLUS. Inventori: Gramatica Furio, Bedoni Marzia,<br />
Casella Michele, Cassarà Domenico Giorgio, Forvi Ele-<br />
Report<br />
Global Force: Peak (g): 342,6 - 888,3<br />
>F(g): 5,4 - 12,7<br />
Piercing <strong>di</strong>splacement (mm): 3,5 - 4,8<br />
Failure events: N°[2-4]<br />
Force [g]<br />
1000<br />
900<br />
800<br />
700<br />
600<br />
500<br />
400<br />
300<br />
200<br />
100<br />
Fig. 3<br />
2,00<br />
2,07<br />
2,14<br />
2,22<br />
2,29<br />
2,36<br />
2.43<br />
2,51<br />
2,58<br />
2,65<br />
2,73<br />
2,80<br />
2,87<br />
2,94<br />
3,01<br />
3,09<br />
3,16<br />
3,23<br />
3,31<br />
3,38<br />
3,45<br />
3,52<br />
3,59<br />
3,67<br />
3,74<br />
3,81<br />
3,96<br />
4,03<br />
4,10<br />
4,17<br />
4,25<br />
4,32<br />
4,39<br />
4,47<br />
4,54<br />
4,61<br />
4,68<br />
4,75<br />
4,83<br />
na, Iorio Antonio Michelino. Titolo: “Dispositivo ad aghi per<br />
la rilevazione <strong>di</strong> biosegnali attraverso la cute”.<br />
– PCT/EP2011/057430: applicant TT Seed S.r.l. Inventors: Gramatica<br />
Furio, Bedoni Marzia, Casella Michele, Cassarà Domenico<br />
Giorgio, Forvi Elena, Iorio Antonio Michelino. Title:<br />
“Needle device for detecting biosignals through the skin”.<br />
4 Needles - length: 1mm; V: 0,5 mm/s; Position: forearm<br />
P6<br />
P5<br />
P4<br />
P3<br />
Displacement [mm]<br />
Grafico della forza <strong>di</strong> reazione della cute durante l’inserzione dei microaghi in vivo in funzione del tempo su volontari sani: le frecce in<strong>di</strong>cano la caduta<br />
<strong>di</strong> forza dovuta al piercing della cute.<br />
P2<br />
P1
Sviluppo <strong>di</strong> nuovi algoritmi e procedure<br />
per l’analisi della <strong>di</strong>namica dei segnali fisiologici<br />
Responsabile: Castiglioni Paolo<br />
INTRODUZIONE E OBIETTIVI<br />
Il progetto nasce dalla richiesta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che innovative per<br />
valutare la funzionalità dei meccanismi fisiologici <strong>di</strong> controllo<br />
dell’analisi dei biosegnali da essi generati. In particolare,<br />
parte della ricerca si è focalizzata su meto<strong>di</strong> detti <strong>di</strong> “analisi<br />
<strong>di</strong> complessità”. Molti segnali fisiologici sono assimilabili<br />
a processi stocastici frattali e quin<strong>di</strong> caratterizzabili da una<br />
specifica <strong>di</strong>mensione frattale (o coefficiente <strong>di</strong> scala). Alcuni<br />
segnali sembrano però essere meglio descritti da due (o<br />
più) coefficienti <strong>di</strong> scala. In questo contesto un obiettivo del<br />
progetto è stato sviluppare un metodo per descrivere appropriatamente<br />
la struttura <strong>di</strong> autosomiglianza <strong>di</strong> segnali con<br />
natura multifrattale.<br />
Un altro aspetto che caratterizza la “complessità” dei biosegnali<br />
è il grado <strong>di</strong> impre<strong>di</strong>ttibilità. Un popolare metodo <strong>di</strong> stima<br />
dell’impre<strong>di</strong>ttibilità della frequenza car<strong>di</strong>aca è l’entropia approssimata.<br />
Questo in<strong>di</strong>ce misura la probabilità che segmenti<br />
<strong>di</strong> m dati consecutivi con <strong>di</strong>namica simile (cioè all’interno della<br />
<strong>di</strong>stanza r nello spazio delle fasi a m-<strong>di</strong>mensioni), rimangano<br />
simili quando si aggiunge un dato al segmento. Più bassa è la<br />
probabilità, meno pre<strong>di</strong>cibile è il segnale e maggiore è l’entropia.<br />
In letteratura non esistono criteri precisi per la scelta <strong>di</strong> r<br />
(tra<strong>di</strong>zionalmente fissata tra il 10% e il 25% della deviazione<br />
standard del segnale). Scopo della ricerca è stato quin<strong>di</strong> valutare<br />
se una scelta arbitraria <strong>di</strong> r rappresenti una seria criticità<br />
nell’uso <strong>di</strong> questo strumento in ambito clinico.<br />
La ricerca ha anche riguardato l’analisi dei tracciati elettrooculografici,<br />
fondamentali per classificare le fasi del sonno.<br />
Un metodo <strong>di</strong> classificazione automatica permetterebbe <strong>di</strong><br />
evitare il te<strong>di</strong>oso processo <strong>di</strong> classificazione manuale, e sarebbe<br />
in<strong>di</strong>pendente dall’operatore. Ulteriore obiettivo della<br />
ricerca è stato quin<strong>di</strong> lo sviluppo <strong>di</strong> un algoritmo <strong>di</strong> classificazione<br />
automatica dei movimenti oculari.<br />
METODI<br />
L’algoritmo per ottenere uno spettro <strong>di</strong> coefficienti <strong>di</strong> autosomiglianza<br />
a <strong>di</strong>fferenti scale temporali è basato sulla Detrended<br />
Fluctuations Analysis ed è illustrato in Fig. 1. Per valutare gli ef-<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
fetti <strong>di</strong> una progressiva attivazione simpatica il metodo è stato<br />
applicato su 60 volontari sani registrando pressione arteriosa e<br />
frequenza car<strong>di</strong>aca in tre con<strong>di</strong>zioni sperimentali: in posizione<br />
supina; in posizione seduta; e durante un leggero esercizio fisico<br />
da seduti.<br />
Effetti dell’invecchiamento sono stati valutati confrontando<br />
il primo e il terzo terzile <strong>di</strong> età dell’intero gruppo <strong>di</strong> volontari.<br />
Inoltre la capacità del metodo <strong>di</strong> evidenziare effetti dell’ipossia<br />
durante il sonno è stata valutata su 8 volontari partecipanti<br />
a una missione scientifica sul Monte Everest. La frequenza<br />
car<strong>di</strong>aca è stata registrata durante il riposo notturno a livello<br />
del mare, a 3500 m durante l’esposizione acuta all’ipossia,<br />
e a 5400 m dopo l’acclimatamento in quota. Sono stati calcolati<br />
tra<strong>di</strong>zionali in<strong>di</strong>ci lineari <strong>di</strong> variabilità e lo spettro dei<br />
coefficienti <strong>di</strong> scala.<br />
Per valutare la criticità della scelta del parametro r nella stima<br />
della impre<strong>di</strong>ttibilità della frequenza car<strong>di</strong>aca, sono stati<br />
considerati tracciati elettrocar<strong>di</strong>ografici raccolti per 10 minuti<br />
in 10 volontari sani (età 21-25 anni) in posizione supina e seduta.<br />
L’entropia approssimata <strong>di</strong> tali tracciati è stata calcolata<br />
in funzione <strong>di</strong> r e si è quantificata la variazione <strong>di</strong> entropia col<br />
cambio <strong>di</strong> postura (manovra nota per attivare il tono simpatico<br />
e <strong>di</strong>sattivare il tono vagale).<br />
Per quanto riguarda la classificazione automatica dei movimenti<br />
oculari, è stato <strong>di</strong>segnato un algoritmo <strong>di</strong> riconoscimento<br />
basato su due caratteristiche del segnale oculografico:<br />
la <strong>di</strong>stribuzione statistica della derivata, per identificare i<br />
movimenti veloci; lo spettro <strong>di</strong> frequenza, per identificare i<br />
movimenti lenti. L’algoritmo è stato applicato su 5 tracciati<br />
polisonnografici registrati <strong>di</strong> notte in soggetti sani.<br />
RISULTATI<br />
Contrariamente a quanto normalmente ritenuto, le strutture<br />
<strong>di</strong> scala <strong>di</strong> frequenza car<strong>di</strong>aca e pressione arteriosa si <strong>di</strong>scostano<br />
dal modello frattale a uno o due coefficienti. Le due<br />
strutture <strong>di</strong>fferiscono a riposo ma non durante esercizio,<br />
verosimilmente per l’influenza (massima a riposo) del tono<br />
parasimpatico sulla frequenza car<strong>di</strong>aca.<br />
Effetti dell’invecchiamento sono evidenti solo in con<strong>di</strong>zione<br />
supina, svanendo con l’attivazione simpatica durante esercizio<br />
(Fig. 2). Ciò spiega perché precedenti stu<strong>di</strong> che non hanno con-<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
55
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
56<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
x (t)<br />
y (t)<br />
y (t)<br />
0,9<br />
0,7<br />
Fig. 1A<br />
- 25<br />
0<br />
Fig. 1B<br />
- 25<br />
0<br />
Fig. 1C<br />
900 1800 2700<br />
Time [s]<br />
900 1800 2700<br />
Time [s]<br />
n=2800<br />
n=1400<br />
y (t)<br />
F (n)<br />
(t)<br />
<br />
- 25<br />
0<br />
Fig. 1D<br />
10<br />
1<br />
10<br />
-1<br />
-2<br />
10<br />
Fig. 1E<br />
1.4<br />
1.2<br />
1.0<br />
Fig. 1F<br />
4<br />
900 1800 2700<br />
Time [s]<br />
Block Size [n]<br />
n= 700<br />
10 100 1000<br />
10 100 500<br />
Time Scale [s]
siderato la struttura “multifrattale” e non hanno standar<strong>di</strong>zzato<br />
l’attività dei soggetti hanno riportato risultati contrad<strong>di</strong>ttori.<br />
Come atteso, l’ipossia notturna a 3500 m ha prodotto variazioni<br />
riconducibili a riduzione <strong>di</strong> tono vagale e aumento <strong>di</strong><br />
tono simpatico in tutti i parametri associabili alla regolazione<br />
del sistema autonomo. Paradossalmente però a 5400 m gli<br />
in<strong>di</strong>ci lineari tra<strong>di</strong>zionali sono tornati a valori simili a quelli<br />
osservati a livello del mare nonostante il maggior numero<br />
<strong>di</strong> apnee notturne. Invece la struttura dei coeffi cienti <strong>di</strong> scala<br />
ha ancora mostrato marcate e signifi cative alterazioni. In<br />
conclusione effetti <strong>di</strong> ipossia notturna severa sono meglio<br />
quantifi cabili dal metodo <strong>di</strong> autosomiglianza da noi proposto<br />
che non dagli in<strong>di</strong>ci tra<strong>di</strong>zionali.<br />
La criticità della scelta <strong>di</strong> r nella stima dell’entropia è stata evidenziata<br />
dal fatto che col cambio <strong>di</strong> postura le variazioni <strong>di</strong> entropia<br />
hanno ad<strong>di</strong>rittura segno opposto se si considerano gli estremi<br />
del range consigliato in letteratura. Infatti, l’entropia aumenta<br />
passando da posizione supina a seduta quando r=10%, mentre<br />
<strong>di</strong>minuisce quando r=25%. Ciò in<strong>di</strong>ca che nelle applicazioni<br />
cliniche si deve valutare l’intero profi lo <strong>di</strong> entropia in funzione <strong>di</strong> r<br />
prima <strong>di</strong> trarre conclusioni sull’impre<strong>di</strong>ttibilità del segnale.<br />
Infi ne il confronto tra la classifi cazione automatica dei movimenti<br />
oculari durante sonno e classifi cazione manuale ha evidenziato<br />
la buona capacità <strong>di</strong> classifi cazione dell’algoritmo proposto.<br />
Fig. 1<br />
ABCDEF<br />
Fig. 2<br />
ABC<br />
Illustrazione del metodo <strong>di</strong> stima dello spettro temporale<br />
<strong>di</strong> coeffi cienti <strong>di</strong> scala, alfa(t), proposto in questa ricerca.<br />
L’esempio è applicato su una serie <strong>di</strong> intervalli car<strong>di</strong>aci x(t) (reciproco<br />
della frequenza car<strong>di</strong>aca) della durata <strong>di</strong> un’ora (pannello<br />
superiore sinistro). La serie x(t) è integrata ottenendo<br />
y(t), poi sud<strong>di</strong>visa in blocchi <strong>di</strong> n campioni. In ogni blocco è<br />
stimato il trend lineare (pannelli a sinistra). Lo scostamento<br />
quadratico me<strong>di</strong>o dal trend, F(n), è calcolato per <strong>di</strong>versi n<br />
(pannello superiore destro): per segnali frattali, la relazione<br />
tra F(n) ed n appare lineare su scala bi-logaritmica. Deviazioni<br />
dal modello monofrattale (retta a tratteggio) sono evidenziate<br />
dalla derivata <strong>di</strong> log F(n) vs. log n (pannello inferiore destro).<br />
La derivata rappresenta quin<strong>di</strong> uno spettro temporale della<br />
struttura <strong>di</strong> scala <strong>di</strong> x(t) ed evidenzia una complessa struttura<br />
multifrattale non riconoscibile coi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi tra<strong>di</strong>zionali.<br />
Spettri dei coeffi cienti <strong>di</strong> autosomiglianza per l’intervallo<br />
car<strong>di</strong>aco in soggetti giovani (21-27 anni) e più anziani (38-79<br />
anni). Le <strong>di</strong>fferenze sono evidenti solo in posizione supina.<br />
1,4<br />
1,2<br />
1,0<br />
0,8<br />
Fig. 2A<br />
1,4<br />
1,2<br />
1,0<br />
0,8<br />
Fig. 2B<br />
1,4<br />
1,2<br />
1,0<br />
0,8<br />
Fig. 2C<br />
Supine<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Young<br />
Old<br />
7 10 20 30 50 70 100<br />
Time Scale [s]<br />
Sitting<br />
Young<br />
Old<br />
7 10 20 30 50 70 100<br />
Time Scale [s]<br />
Sitting+Exercise<br />
Old<br />
Young<br />
7 10 20 30 50 70 100<br />
Time Scale [s]<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
57
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
58<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Castiglioni P, Caldara G, Di Rienzo M, Parati G.Where is<br />
the fractal component of heart rate spectra hi<strong>di</strong>ng? Anesth<br />
Analg. 2010 Jun 1; 110(6):1752.<br />
– Castiglioni P, Parati G, Civijian A, Quintin L, Di Rienzo M.<br />
Local scale exponents of blood pressure and heart rate<br />
variability by detrended fluctuation analysis: effects of posture,<br />
exercise, and aging. IEEE Trans Biomed Eng. 2009<br />
Mar;56(3):675-84.<br />
– Di Rienzo M, Parati G, Radaelli A, Castiglioni P. Baroreflex<br />
contribution to blood pressure and heart rate oscillations:<br />
time scales, time-variant characteristics and nonlinearities.<br />
Philos Transact A Math Phys Eng Sci. 2009 Apr<br />
13;367(1892):1301-18.<br />
– Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C. Car<strong>di</strong>ovascular regulation and<br />
car<strong>di</strong>ovascular <strong>di</strong>seases: what can sleep teach us? J Hypertens.<br />
2009 Aug;27(8):1533-5.<br />
– Lombar<strong>di</strong> C, Parati G, Cortelli P, Provini F, Vetrugno R,<br />
Plazzi G, Vignatelli L, Di Rienzo M, Lugaresi E, Mancia G,<br />
Montagna P, Castiglioni P. Daytime sleepiness and neural<br />
car<strong>di</strong>ac modulation in sleep-related breathing <strong>di</strong>sorders. J<br />
Sleep Res. 2008 Sep;17(3):263-70.<br />
– Castiglioni P, Di Rienzo M. How the Threshold “R” Influences<br />
Approximate Entropy Analysis of Heart-Rate Variability.<br />
Computers in Car<strong>di</strong>ology 2008; 35:561-564.<br />
Tecniche avanzate <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> biosegnali:<br />
sviluppo <strong>di</strong> algoritmi per sistemi complessi<br />
e <strong>di</strong>spositivi portatili<br />
Responsabile: Castiglioni Paolo<br />
INTRODUZIONE E OBIETTIVI<br />
Lo sviluppo tecnologico mette a <strong>di</strong>sposizione del clinico <strong>di</strong>spositivi<br />
portatili per misure fisiologiche non intrusive su lungo<br />
periodo. Da questa opportunità nasce l’esigenza <strong>di</strong> ricavare<br />
informazioni affidabili sulla salute del paziente da registrazioni<br />
ottenute in con<strong>di</strong>zioni meno controllabili che in laboratorio.<br />
Questo progetto risponde alla richiesta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi per<br />
monitoraggi <strong>di</strong> lungo periodo che tengano conto delle inerenti<br />
caratteristiche <strong>di</strong> tali segnali. Tra queste caratteristiche si devono<br />
includere anche aspetti <strong>di</strong> “complessità” che possono<br />
evidenziarsi in registrazioni <strong>di</strong> lunga durata durante attività<br />
spontanea o in con<strong>di</strong>zioni fisiologiche estreme.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o è in particolare focalizzato su come ricavare informazioni<br />
sulla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità da monitoraggi pressori<br />
sulle 24 ore; e su progettazione e interpretazione fisiologica <strong>di</strong><br />
algoritmi <strong>di</strong> analisi della <strong>di</strong>namica complessa dei biosegnali.<br />
La so<strong>di</strong>osensibilità è un importante fattore <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare<br />
che si somma ad altri fattori. La classificazione del<br />
paziente in so<strong>di</strong>oresistente (SR) o so<strong>di</strong>osensibile (SS) richiede<br />
una procedura laboriosa, comprendente <strong>di</strong>ete strettamente<br />
controllate a basso e alto carico <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o. È stato però<br />
suggerito che la <strong>di</strong>eta ad alto carico <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o riduce la naturale<br />
modulazione giorno/notte della pressione nel paziente<br />
SS. Se questa alterazione si verificasse anche durante <strong>di</strong>eta<br />
abituale, sarebbe possibile ricavare informazioni sulla so<strong>di</strong>osensibilità<br />
da monitoraggi pressori in con<strong>di</strong>zioni normali,<br />
rendendone più semplice il riconoscimento. Scopo <strong>di</strong> questa<br />
parte dello stu<strong>di</strong>o è quin<strong>di</strong> verificare la possibilità <strong>di</strong> ricavare<br />
informazioni sulla so<strong>di</strong>osensibilità da monitoraggi pressori<br />
con <strong>di</strong>spositivi portatili.<br />
Un aspetto della <strong>di</strong>namica complessa dei biosegnali è descritto<br />
dalla <strong>di</strong>mensione frattale. In genere gli algoritmi <strong>di</strong> stima<br />
richiedono lunghe serie temporali. In applicazioni cliniche invece<br />
le serie sono spesso costituite da un numero limitato<br />
<strong>di</strong> misure consecutive, come nel caso dei valori pressori da<br />
monitoraggi ambulatori. Obiettivo <strong>di</strong> questa parte dello stu<strong>di</strong>o
de<strong>di</strong>cata all’analisi <strong>di</strong> complessità è definire un nuovo metodo<br />
<strong>di</strong> calcolo della <strong>di</strong>mensione frattale per serie <strong>di</strong> lunghezza<br />
limitata. Ulteriore obiettivo è valutare l’influenza del sistema<br />
simpatico sulle caratteristiche <strong>di</strong> multifrattalità della frequenza<br />
car<strong>di</strong>aca e della pressione arteriosa allo scopo <strong>di</strong> ottenere<br />
una chiave <strong>di</strong> interpretazione fisiologica delle alterazioni nella<br />
struttura <strong>di</strong> autosomiglianza dei segnali car<strong>di</strong>ovascolari.<br />
METODI<br />
Per quanto riguarda il riconoscimento della so<strong>di</strong>osensibilità,<br />
sono stati analizzati dati raccolti in precedenza dal reparto <strong>di</strong><br />
Car<strong>di</strong>ologia della <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> <strong>di</strong> Parma. La pressione<br />
arteriosa è stata misurata con <strong>di</strong>spositivo portatile in<br />
46 ipertesi moderati non trattati. Sulla base dei valori ottenuti<br />
nell’arco delle 24 ore si è identificata l’eventuale presenza <strong>di</strong><br />
“non-<strong>di</strong>pping pressorio notturno” e <strong>di</strong> elevata frequenza car<strong>di</strong>aca<br />
come possibili in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o sensibilità. I pazienti sono<br />
stati sud<strong>di</strong>visi in classi <strong>di</strong> rischio: a basso rischio se assenti entrambi<br />
gli in<strong>di</strong>catori; a rischio interme<strong>di</strong>o se presente un solo<br />
in<strong>di</strong>catore; ad alto rischio se presenti entrambi gli in<strong>di</strong>catori. I<br />
pazienti sono stati poi sottoposti al test per la stima dell’in<strong>di</strong>ce<br />
<strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità (SSI) e per la classificazione in SS o SR.<br />
Per quanto riguarda la stima della <strong>di</strong>mensione frattale, il nuovo algoritmo<br />
è basato sulla correzione <strong>di</strong> un errore metodologico presente<br />
in un popolare algoritmo <strong>di</strong> stima (metodo <strong>di</strong> Katz) e nella<br />
rielaborazione <strong>di</strong> tale metodo. La nuova procedura è stata testata<br />
con segnali sintetizzati stocastici (moti browniani frazionari) e deterministici<br />
(funzioni coseno <strong>di</strong> Weierstrass) <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione frattale<br />
nota e <strong>di</strong> lunghezza variabile tra 10 e 1000 campioni.<br />
Per valutare l’influenza del sistema nervoso autonomo sui coefficienti<br />
<strong>di</strong> scala, in collaborazione col <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Fisiologia<br />
dell’Università <strong>di</strong> Lione sono stati analizzati tracciati precedentemente<br />
registrati in 9 volontari sani a riposo in posizione supina<br />
prima e durante il blocco delle efferenze vagali con atropina, delle<br />
efferenze simpatiche car<strong>di</strong>ache con propranololo, e con blocco<br />
della regolazione simpatica vascolare e car<strong>di</strong>aca con cloni<strong>di</strong>na.<br />
RISULTATI<br />
Come mostrato in Fig. 1, l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità aumenta<br />
dalla classe a basso rischio alla classe ad alto rischio <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità<br />
(rischio valutato unicamente sulla base del monitoraggio<br />
pressorio in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>eta abituale). Similmente<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
anche la prevalenza <strong>di</strong> pazienti SS aumenta in modo marcato<br />
dalla classe a basso rischio a quella ad alto rischio. I risultati<br />
quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cano che è possibile ricavare informazioni sul rischio<br />
<strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità associato alla <strong>di</strong>eta attuale del paziente da<br />
semplici monitoraggi pressori. Ciò consentirebbe <strong>di</strong> valutare il<br />
rischio <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità su ampie popolazioni <strong>di</strong> ipertesi o normotesi<br />
con procedure assai meno complicate rispetto al test<br />
tra<strong>di</strong>zionale.<br />
SSI [mmHg/mol/day]<br />
Prevalence of SS [%]<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
Fig. 1A<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
Fig. 1B<br />
SSLR SSIR SSHR<br />
So<strong>di</strong>um-Sensitivity Risk Class<br />
SSLR SSIR SSHR<br />
So<strong>di</strong>um-Sensitivity Risk Class<br />
In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità (SSI, sinistra) e prevalenza <strong>di</strong> pazienti so<strong>di</strong>osensibili<br />
(SS, destra) ottenuti dal tra<strong>di</strong>zionale test <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità, nelle tre<br />
classi <strong>di</strong> rischio (basso, SSLR; interme<strong>di</strong>o, SSIR; elevato, SSHR) definite<br />
unicamente sulla base del monitoraggio pressorio in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>eta<br />
abituale (da Castiglioni et al., Hypertension, 2011).<br />
*<br />
*<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
59
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
60<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
2.0<br />
1.6<br />
1.2<br />
0.8<br />
Fig. 2<br />
5<br />
Atropine<br />
Propanolol<br />
7 10 20 30 50 70 100<br />
Time Scale [s]<br />
Spettri dei coefficienti <strong>di</strong> autosomiglianza per l’intervallo car<strong>di</strong>aco in 9<br />
volontari durante blocco vagale con atropina e blocco simpatico car<strong>di</strong>aco<br />
con propranololo (me<strong>di</strong>ana e SE). Le efferenze vagali contribuiscono<br />
con componente <strong>di</strong> rumore bianco (coefficienti intorno a 0.5) mentre<br />
le efferenze simpatiche contribuiscono con componente <strong>di</strong> moto<br />
browniano (coefficienti intorno a 1.5). Rielaborato da (Castiglioni et al.,<br />
J Physiol., 2011).<br />
Per quanto riguarda l’algoritmo <strong>di</strong> stima della <strong>di</strong>mensione<br />
frattale, i risultati ottenuti con segnali simulati hanno mostrato<br />
un ottimo comportamento in termini <strong>di</strong> polarizzazione<br />
dello stimatore, e performance superiori a quelle <strong>di</strong> meto<strong>di</strong><br />
analoghi descritti in letteratura.<br />
I risultati degli esperimenti con blocco autonomico selettivo<br />
in<strong>di</strong>cano che le efferenze vagali e simpatiche contribuiscono<br />
in maniera <strong>di</strong>fferente alla struttura <strong>di</strong> scala dei segnali<br />
car<strong>di</strong>ovascolari. Le efferenze vagali contribuiscono con una<br />
componente <strong>di</strong> “rumore bianco”, mentre le efferenze simpatiche<br />
contribuiscono con componenti <strong>di</strong> moto browniano<br />
(Fig. 2). I risultati sono verosimilmente dovuti alla <strong>di</strong>fferente<br />
<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e riassorbimento dei neurotrasmettitori<br />
simpatici e vagali, e permetteranno <strong>di</strong> comprendere<br />
meglio possibili alterazioni cliniche nella struttura <strong>di</strong> autosomiglianza<br />
<strong>di</strong> questi segnali.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Castiglioni P, Parati G, Lombar<strong>di</strong> C, Quintin L, Di Rienzo M.<br />
Assessing the fractal structure of heart rate by the temporal<br />
spectrum of scale exponents: a new approach for<br />
detrended fluctuation analysis of heart rate variability. Biomed<br />
Tech (Berl). 2011 May 16.<br />
– Castiglioni P, Di Rienzo M, Parati G. How should the baroreflex<br />
sensitivity on the heart be estimated? J Electrocar<strong>di</strong>ol.<br />
2011 May-Jun;44(3):391-2.<br />
– Castiglioni P, Parati G, Brambilla L, Brambilla V, Gualerzi<br />
M, Di Rienzo M, Coruzzi P. Detecting so<strong>di</strong>um-sensitivity<br />
in hypertensive patients: information from 24-hour ambulatory<br />
blood pressure monitoring. Hypertension. 2011<br />
Feb;57(2):180-5.<br />
– Castiglioni P, Parati G, Di Rienzo M, Carabalona R, Cividjian<br />
A, Quintin L. Scale exponents of blood pressure and heart<br />
rate during autonomic blockade as assessed by detrended<br />
fluctuation analysis. J Physiol. 2011 Jan 15;589(Pt 2):355-69.<br />
– Castiglioni P. What is wrong in Katz’s method? Comments<br />
on: “A note on fractal <strong>di</strong>mensions of biome<strong>di</strong>cal waveforms”.<br />
Comput Biol Med. 2010 Nov-Dec;40(11-12):950-2.<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Faini A, Mazzoleni P,<br />
Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Highcare investigators.<br />
<strong>Linea</strong>r and fractal heart rate dynamics during sleep at high<br />
altitude. Investigation with textile technology. Methods Inf<br />
Med. 2010;49(5):521-5.<br />
– Radaelli A, Castiglioni P, Balestri G, Cesana F, De Carlini C,<br />
Soriano F, Azzellino A, Di Rienzo M, Paolini G, Ferrari AU,<br />
Mancia G. Increased pulse wave velocity and not reduced<br />
ejection fraction is associated with impaired baroreflex<br />
control of heart rate in congestive heart failure. J Hypertens.<br />
2010 Sep;28(9):1908-12.
Sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che per l’interfacciamento<br />
cervello-calcolatore (Brain-Computer Interface)<br />
Responsabile: Castiglioni Paolo<br />
INTRODUZIONE<br />
Le interfacce cervello-computer (d’ora in poi BCI) permettono<br />
all’utente <strong>di</strong> interagire con l’ambiente senza dover utilizzare<br />
canali muscolari. Tale interazione va intesa in senso ampio,<br />
potendo specificarsi sia nella produzione <strong>di</strong> testo per comunicazione<br />
con altri sia nella possibilità <strong>di</strong> comandare <strong>di</strong>rettamente<br />
l’ambiente nel quale la persona <strong>di</strong>sabile vive. La natura<br />
peculiare dei sistemi BCI è legata al fatto che tali sistemi si<br />
basano sull’analisi delle mo<strong>di</strong>ficazioni del segnale cerebrale<br />
dell’utente, indotte attraverso l’esecuzione <strong>di</strong> un compito cognitivo<br />
da parte dell’utente stesso. Alla luce dei risultati scientifici<br />
ottenuti sulla neuroplasticità, questa caratteristica rende<br />
i sistemi BCI potenzialmente utilizzabili non solo in qualità <strong>di</strong><br />
tecnologie assistive de<strong>di</strong>cate a persone con gravi <strong>di</strong>sabilità,<br />
ma anche come strumenti <strong>di</strong> neuroriabilitazione.<br />
OBIETTIVI<br />
Data la duplice natura caratterizzante i sistemi BCI messa in<br />
evidenza più sopra, l’attività <strong>di</strong> ricerca ha avuto due obiettivi<br />
riferibili ai due ambiti “tecnologia assistiva” e “strumento<br />
per neuroriabilitazione”:<br />
1. ambito tecnologia assistiva: produrre un <strong>di</strong>mostratore relativo<br />
alla possibilità <strong>di</strong> interfacciare un sistema BCI con<br />
l’appartamento domotico presente all’interno del DAT. In<br />
relazione a ciò, si rende quin<strong>di</strong> necessario identificare: il<br />
tipo <strong>di</strong> connessione hardware più efficiente tra sistema<br />
BCI e BUS dell’appartamento domotico; il para<strong>di</strong>gma BCI<br />
più adatto per comandare gli effettori della casa domotica<br />
e, infine, un’interfaccia software tra utilizzatore e computer<br />
sufficientemente amichevole e intuitiva;<br />
2. ambito neuroriabilitazione: stu<strong>di</strong>are il ruolo a breve termine<br />
del feedback fornito all’utente.<br />
METODI<br />
La cornice concettuale entro la quale viene definito il compito<br />
cognitivo assegnato all’utente viene definita para<strong>di</strong>gma.<br />
Nell’ambito della presente ricerca sono stati utilizzati due<br />
para<strong>di</strong>gmi <strong>di</strong>fferenti.<br />
Il primo è associato al potenziale evento-relato visivo de-<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
nominato P300. In accordo a questo para<strong>di</strong>gma, all’utente<br />
è assegnato un compito visuo-attentivo consistente nel<br />
prestare attenzione a un elemento (lettera, numero...) tra<br />
36 possibili. Tali elementi sono raggruppati in una matrice<br />
che il soggetto vede nel monitor posto <strong>di</strong> fronte a lui e le<br />
cui righe/colonne vengono intensificate casualmente per<br />
un predefinito numero <strong>di</strong> volte: questa interfaccia software<br />
prende il nome <strong>di</strong> speller P300.<br />
Il secondo para<strong>di</strong>gma (motor imagery) origina invece dal fenomeno<br />
<strong>di</strong> desincronizzazione/sincronizzazione del segnale<br />
cerebrale che si ha in relazione all’immaginazione <strong>di</strong> un atto<br />
motorio. In questo caso all’utente viene chiesto <strong>di</strong> immaginare<br />
<strong>di</strong> compiere un movimento.<br />
A prescindere dal para<strong>di</strong>gma considerato, ogni sessione<br />
sperimentale ha compreso due fasi: training e performance.<br />
Durante la prima fase i soggetti possono ricevere un feedback<br />
privo <strong>di</strong> significato (speller P300) oppure non ricevere<br />
affatto feedback (motor imagery). Durante la seconda fase<br />
(performance), i soggetti ricevono sempre un feedback.<br />
RISULTATI<br />
Con riferimento alla realizzazione del <strong>di</strong>mostratore relativo<br />
all’interfacciamento BCI-appartamento domotico, la valutazione<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti scenari ha portato alla realizzazione <strong>di</strong> un’interfaccia<br />
tra l’uscita del sistema BCI e BUS dell’appartamento<br />
domotico basato su un modulo hardware programmabile<br />
fornito dall’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Parma. Tale <strong>di</strong>spositivo è<br />
stato collegato via WI-FI al sistema BCI e <strong>di</strong>rettamente al BUS<br />
dell’appartamento domotico. Per quanto riguarda la scelta<br />
del para<strong>di</strong>gma più adatto, si è deciso <strong>di</strong> utilizzare il para<strong>di</strong>gma<br />
P300, data la maggiore accuratezza raggiungibile con questo<br />
para<strong>di</strong>gma rispetto a quello basato su immaginazione motoria.<br />
Conseguentemente, il tipo <strong>di</strong> interfaccia software da proporre<br />
al soggetto che utilizza il sistema BCI è risultato essere<br />
una matrice tipo speller P300. Dovendo essere utilizzata per<br />
comandare l’ambiente, la matrice deve consentire <strong>di</strong> identificare<br />
i <strong>di</strong>versi attuatori presenti all’interno dell’appartamento<br />
domotico. Per questo fine sono sostanzialmente possibili due<br />
approcci descrittivi: il primo basato su sostantivi, il secondo su<br />
icone. Questa ultima modalità è stata ritenuta più adatta poiché<br />
più intuitiva. Pertanto è stata implementata una matrice<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
61
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
62<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
<strong>di</strong> icone rappresentanti i <strong>di</strong>versi attuatori della casa domotica,<br />
nonché stati d’animo o ancora specifiche richieste dell’utente.<br />
Durante l’utilizzo del sistema, l’intensità luminosa delle<br />
icone varia casualmente per righe e per colonne seguendo la<br />
medesima logica utilizzata per sistemi speller tra<strong>di</strong>zionali, cioè<br />
basati su caratteri.<br />
Una volta realizzato, il <strong>di</strong>mostratore del sistema BCI-casa domotica<br />
è stato provato sia attraverso simulazioni sia coinvolgendo<br />
utenti volontari. Le prove con coman<strong>di</strong> simulati, volte<br />
a saggiare l’interfacciamento hardware tra l’uscita del sistema<br />
BCI e il BUS dell’appartamento domotico, non hanno rilevato<br />
problemi tecnici nella connessione. Per quel che riguarda<br />
la prova con utenti reali, il sistema è stato inizialmente<br />
provato con due soggetti sani (26 e 52 anni, rispettivamente)<br />
i quali sono stati sottoposti a due prove in modalità copy<br />
spelling (cioè con sequenza <strong>di</strong> caratteri/coman<strong>di</strong> definita a<br />
priori): composizione <strong>di</strong> una parola con speller tra<strong>di</strong>zionale<br />
e selezione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> coman<strong>di</strong> utilizzando la matrice a<br />
icone. Entrambe le prove sono state effettuate all’interno<br />
dell’appartamento domotico presente nel DAT, in modo tale<br />
che nel caso della selezione con matrice a icone il feedback<br />
fornito al soggetto fosse costituito proprio dall’attivazione <strong>di</strong><br />
uno degli attuatori presenti nell’appartamento domotico. I<br />
risultati ottenuti (riportati in termini <strong>di</strong> accuratezza della classificazione)<br />
sono stati sod<strong>di</strong>sfacenti: soggetto A, 100% con<br />
lo speller e 100% con icone; soggetto B, 80% con lo speller<br />
e 75% con icone.<br />
Visti i risultati positivi ottenuti nelle precedenti prove, sono<br />
stati reclutati soggetti volontari affetti da malattie neurodegenerative<br />
(tre affetti da Sclerosi Multipla e uno da atassia <strong>di</strong><br />
Freidreich). Anche in questo caso, le acquisizioni sono state<br />
effettuate all’interno del DAT. I risultati ottenuti sono confrontabili<br />
con quelli <strong>di</strong> letteratura relativi all’uso <strong>di</strong> uno speller tra<strong>di</strong>zionale,<br />
anche se l’accuratezza con cui viene identificato lo<br />
stimolo che elicita la P300 risulta in prevalenza più bassa per<br />
lo speller a icone rispetto a quello alfanumerico (tra<strong>di</strong>zionale).<br />
Inoltre, l’interazione con utenti <strong>di</strong>sabili ha evidenziato alcune<br />
criticità nell’uso <strong>di</strong> un sistema BCI sia come comunicatore sia<br />
come strumento per comandare un appartamento domotico.<br />
I risultati ottenuti con volontari <strong>di</strong>sabili sono stati presentati al<br />
congresso internazionale “i-CREATe” de<strong>di</strong>cato all’Ingegneria<br />
della Riabilitazione e alle Tecnologie Assistive.<br />
In relazione all’uso <strong>di</strong> sistemi BCI come strumenti per la neuroriabilitazione,<br />
sono state effettuate prove su volontari sani.<br />
Tali prove suggeriscono che il feedback fornito al soggetto<br />
durante sessioni BCI svolge un ruolo importante nel processo<br />
riabilitativo e sono state presentate in occasione <strong>di</strong> due<br />
congressi internazionali <strong>di</strong> bioingegneria.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Carabalona R, Castiglioni P, Gramatica F. Brain-computer<br />
interfaces and neurorehabilitation. In: Gaggioli A, Keshner<br />
A, Weiss PL, Riva G (Eds.). Advanced Technologies<br />
in Rehabilitation – Empowering Cognitive, Physical, Social<br />
and Communicative Skills through Virtual Reality, Robots,<br />
Wearable Systems and Brain-Computer Interfaces. Amsterdam:<br />
IOS Press (2009), 160–176.<br />
– Guger C, Daban S, Sellers E, Holzner C, Krausz G, Carabalona<br />
R, Gramatica F, Edlinger G. How many people are able<br />
to control a P300-based brain-computer interface (BCI)?<br />
Neurosci Lett., 462(1):94-98, Oct 2009.<br />
– Carabalona R, Grossi F, Tessadri A, Caracciolo A, Castiglioni<br />
P, de Munari I. Home smart home: brain-computer interface<br />
control for real smart home environments. In: Procee<strong>di</strong>ngs<br />
of the 4 th International Convention on Rehabilitation<br />
Engineering & Assistive Technology, Shanghai, China, Aug<br />
2010, 51:1–51:4.<br />
– Carabalona R, Castiglioni P. To feedback or not to feedback?<br />
Some open questions for brain-computer interfaces<br />
use, In: IFMBE Procee<strong>di</strong>ngs, Munich (Germany), Sept<br />
2009, vol. 25/9, 309–311.<br />
– Carabalona R. Attitude of the Subject Towards Feedback<br />
and Its Implications for BCI Use in Neurorehabilitation, In:<br />
ISABEL Procee<strong>di</strong>ngs, Rome (Italy), Nov 2010.
Stu<strong>di</strong>o multicentrico sulla valutazione del valore<br />
aggiunto della analisi strumentale del cammino<br />
nel processo <strong>di</strong> decisione clinica nel paziente<br />
con esiti <strong>di</strong> ictus cerebrale stabilizzato<br />
Responsabile: Rabuffetti Marco<br />
INTRODUZIONE<br />
La <strong>Ricerca</strong> sul movimento umano, che negli anni ’90 ha de<strong>di</strong>cato<br />
le maggiori energie allo sviluppo delle metodologie<br />
<strong>di</strong> misura, ha progressivamente spostato i propri interessi<br />
allo stu<strong>di</strong>o delle patologie che determinano <strong>di</strong>sturbi del movimento<br />
e della locomozione me<strong>di</strong>ante l’osservazione <strong>di</strong> gruppi<br />
<strong>di</strong> pazienti omogenei selezionati e infine negli ultimi anni<br />
il focus si è spostato sul valore dell’analisi strumentale del<br />
cammino (gait analysis) nella pratica clinica, ovvero nella gestione<br />
del singolo caso. L’applicazione clinica, pur praticata<br />
fin dagli esor<strong>di</strong> della <strong>di</strong>sciplina, è ora considerata anche allo<br />
scopo <strong>di</strong> evidenziarne il valore aggiunto rispetto all’approccio<br />
tra<strong>di</strong>zionale.<br />
Presso la <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>, che nei suoi <strong>di</strong>versi Centri<br />
può annoverare 6 laboratori per l’analisi strumentale del<br />
movimento rappresentando quin<strong>di</strong> la realtà italiana più importante,<br />
sono stati attivati negli ultimi anni <strong>di</strong>verse attività <strong>di</strong><br />
ricerca de<strong>di</strong>cate a questo tema. Le due Ricerche Correnti in<br />
oggetto consecutivamente attivate realizzano tale obiettivo<br />
con particolare riferimento a pazienti con esiti <strong>di</strong> ictus.<br />
OBIETTIVI<br />
Il primo obiettivo è la ridefinizione dell’esame strumentale<br />
del cammino per quanto riguarda i task locomotori considerati:<br />
cammino a velocità normale e a velocità aumentata<br />
(ovvero velocità massima compatibilmente con criteri <strong>di</strong> sicurezza).<br />
Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> come il cammino a velocità aumentata<br />
viene realizzato dal soggetto con emiplegia è rilevante per<br />
la comprensione del deficit motorio e per la identificazione<br />
delle risorse funzionali residue fondamentali nell’impostazione<br />
<strong>di</strong> un progetto terapeutico, ovvero può rappresentare un<br />
valore aggiunto clinico.<br />
Il secondo obiettivo è la valutazione e <strong>di</strong>mostrazione che<br />
l’utilizzo della gait analysis nel processo <strong>di</strong> decisione clinica<br />
(ovvero in una fase <strong>di</strong> valutazione funzionale prognostica,<br />
nella fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno del progetto riabilitativo, nella valutazio-<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
ne dell’outcome terapeutico, nella valutazione dell’effetto a<br />
<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo) rappresenti un valore aggiunto rispetto<br />
all’approccio tra<strong>di</strong>zionale basato sull’esame clinico e sulla<br />
adozione <strong>di</strong> scale cliniche semiquantitative.<br />
Il perseguimento dei due obiettivi citati implica una sperimentazione<br />
su una popolazione <strong>di</strong> soggetti con esiti <strong>di</strong> ictus<br />
cerebrale: un gruppo che, pur con<strong>di</strong>videndo <strong>di</strong>agnosi ed<br />
eziologia, potenzialmente presenta una variabilità dei sintomi<br />
e dei danni che richiede un approccio personalizzato e che<br />
quin<strong>di</strong> si presta a <strong>di</strong>mostrare l’utilità <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> strumentali.<br />
METODI<br />
In relazione al primo obiettivo, il protocollo <strong>di</strong> analisi del cammino<br />
generalmente adottato, che consiste in un congruo numero<br />
<strong>di</strong> ripetizioni <strong>di</strong> cammini a una velocità autonomamente<br />
scelta dall’in<strong>di</strong>viduo, è stato integrato da una seconda parte<br />
in cui l’in<strong>di</strong>viduo realizza cammini a velocità aumentata. I meto<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> analisi biomeccanica sono i medesimi e il confronto<br />
tra le due modalità può avvenire me<strong>di</strong>ante il confronto dei<br />
profili delle <strong>di</strong>verse variabili biomeccaniche (angoli, momenti<br />
e potenze articolari e segmentali) e me<strong>di</strong>ante il confronto<br />
<strong>di</strong> parametri estratti dai dati sperimentali. Il set <strong>di</strong> parametri<br />
tra<strong>di</strong>zionalmente considerato nell’analisi del cammino (velocità,<br />
cadenza, lunghezza passi, valori <strong>di</strong> picco e <strong>di</strong> range delle<br />
variabili) è stato arricchito nell’ambito delle presenti ricerche<br />
me<strong>di</strong>ante l’identificazione <strong>di</strong> parametri rilevanti per il processo<br />
terapeutico: il timing e la quantità del lavoro meccanico<br />
prodotto alle articolazioni in riferimento alle sottofasi del passo<br />
sono elementi fondamentali nella riabilitazione locomotoria.<br />
I parametri misurati sono stati confrontati con dati normativi<br />
ottenuti a velocità comparabili. La variazione normale<br />
dei parametri per cammini a velocità <strong>di</strong>verse rappresenta il<br />
termine <strong>di</strong> paragone per i risultati nei soggetti con emiplegia:<br />
in questi termini la variazione osservata nel singolo paziente<br />
tra le prove a velocità preferita e a velocità aumentata può<br />
essere valutata in riferimento alla variazione normale corrispondente,<br />
potendo risultare confrontabile, maggiore o minore<br />
<strong>di</strong> questa.<br />
In relazione al secondo obiettivo, l’approccio scelto ha richiesto<br />
la definizione <strong>di</strong> un protocollo per cui il paziente con emiplegia<br />
è valutato in modo tra<strong>di</strong>zionale, ovvero senza il contri-<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
63
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
64<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
buto dell’analisi strumentale del cammino, successivamente<br />
l’in<strong>di</strong>viduo è sottoposto ad analisi strumentale del cammino<br />
e infine il me<strong>di</strong>co ripete la valutazione considerando anche i<br />
risultati della gait analysis. Dal confronto tra le due decisioni,<br />
quella pre-gait e quella post-gait, è evidenziabile il valore aggiunto,<br />
ovvero in prima istanza l’eventuale <strong>di</strong>fferenza tra le<br />
due valutazioni, in seconda istanza è possibile riconoscere<br />
come valore aggiunto l’eventuale conferma della decisione<br />
pre-gait con un livello aumentato <strong>di</strong> confidenza. Tale confronto<br />
richiede la formalizzazione del processo decisionale: il modello<br />
<strong>di</strong> decisione stu<strong>di</strong>ato nelle presenti ricerche consiste<br />
in quattro classi <strong>di</strong> decisione <strong>di</strong> primo livello (in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong><br />
terapia fisica, <strong>di</strong> blocco muscolare farmacologico – tossina<br />
botulinica – <strong>di</strong> fornitura <strong>di</strong> ausili e ortesi, <strong>di</strong> trattamento chirurgico).<br />
Ciascuna classe <strong>di</strong> decisione include poi un secondo<br />
livello in cui sono specificati rispettivamente o il tipo <strong>di</strong><br />
riabilitazione, o le se<strong>di</strong> muscolari da infiltrare con tossina, o il<br />
tipo <strong>di</strong> ortesizzazione, o il tipo <strong>di</strong> intervento chirurgico. In accordo<br />
a questa <strong>di</strong>stinzione su due livelli delle decisioni cliniche,<br />
è valutata come mo<strong>di</strong>fica maggiore quella che riguarda<br />
il primo livello, come mo<strong>di</strong>fica minore quella che riguarda il<br />
secondo livello.<br />
RISULTATI<br />
In relazione al primo obiettivo, è stato condotto uno stu<strong>di</strong>o<br />
che ha incluso 20 soggetti con emiparesi agli arti inferiori<br />
per esiti <strong>di</strong> stroke can<strong>di</strong>dati a un programma riabilitativo della<br />
funzione locomotoria.<br />
Tab. 1 – Outcome variables at pre-treatment, post-treatment and follow-up<br />
Pre<br />
(n=10)<br />
Ankle power peak (W/kg) 0.63 (0.65) a<br />
I pazienti sono stati sud<strong>di</strong>visi in due sottogruppi: 10 in un<br />
braccio con riabilitazione tra<strong>di</strong>zionale e 10 in un braccio con<br />
riabilitazione basata sui concetti <strong>di</strong> motor learning e <strong>di</strong> biofeedback<br />
(BFB).<br />
Analisi del cammino sono state eseguite per i due gruppi<br />
trattati dopo il trattamento e a un follow-up a 6 settimane.<br />
Un sommario dei risultati osservati è riportato nella Tab. 1,<br />
da cui si evince che il trattamento con BFB ha portato a un<br />
aumento significativo dalla potenza alla caviglia al push-off,<br />
insieme a un aumento della velocità e della lunghezza del<br />
passo. È interessante notare che tali aumenti si sono mantenuti<br />
anche al follow-up a 6 settimane.<br />
In relazione al secondo obiettivo, la raccolta dati è stata<br />
svolta presso i laboratori <strong>di</strong> Milano, Parma e Firenze. Mentre<br />
il protocollo <strong>di</strong> raccolta dati, implementato su un server<br />
interno alla <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>, sta continuando la<br />
sua attività oltre i limiti biennali della presente relazione,<br />
un data set preliminare riferito a 10 esami è stato considerato<br />
per impostare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi e per fornire risultati<br />
preliminari.<br />
I risultati preliminari dello stu<strong>di</strong>o hanno mostrato come su<br />
10 pazienti con esiti <strong>di</strong> ictus considerati nell’analisi, si sono<br />
osservati due casi (20%) <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> primo livello della<br />
tipologia terapeutica, tre casi (30%) <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> secondo<br />
livello <strong>di</strong> caratteristiche dell’intervento terapeutico la cui tipologia<br />
non è stata però mo<strong>di</strong>ficata e cinque (50%) <strong>di</strong> decisioni<br />
non mo<strong>di</strong>ficate. È rilevante notare come nelle decisioni im-<br />
Experimental Group Control Group<br />
Post-treatment<br />
(n=10<br />
Follow-up<br />
(n=9)<br />
Pre<br />
(n=10)<br />
Post-treatment<br />
(n=10<br />
Follow-up<br />
(n=9)<br />
1.04 (0.65) 1.01 (0.58) 0.40 (0.48) 0.47 (0.37) 0.48 (0.39)<br />
Velocity (%h/s) 28.7 (10.8) 39.6 (7.6) 38.8 (8.9) 26.3 (11.9) 27.9 (14.3) 28.4 (14.3)<br />
Stride lenght (%h) 44.5 (12.9) 57.7 (9.3) 57.1 (9.8) 40.5 (14.7) 41.9 (15.9) 42.0 (15.1)<br />
Knee flexion peak (degrees) 44.1 (8.8) 51.4 (9.2) 51.1 (9.1) 33.4 (15.9) 35.0 (16.2) 35.2 (15.8)<br />
Abbreviations: %h/s, percentage height per second; %h, percentage height.<br />
a Means are given, with standard deviation in parentheses.
mutate, la confidenza del me<strong>di</strong>co nella decisione stessa sia<br />
aumentata, sia pur in modo lieve.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Jonsdottir J, Recalcati M, Rabuffetti M, Casiraghi A, Boccar<strong>di</strong><br />
S, Ferrarin M. Functional resources to increase gait<br />
speed in people with stroke: strategies adopted compared<br />
to healthy controls. Gait Posture. 2009 Apr;29(3):355-9.<br />
Epub 2009 Feb 11.<br />
– Jonsdottir J, Cattaneo D, Recalcati M, Regola A, Rabuffetti<br />
M, Ferrarin M, Casiraghi A. (2010) Task-oriented biofeedback<br />
to improve gait in in<strong>di</strong>viduals with chronic stroke:<br />
motor learning approach. Neurorehabil Neural Repair. 2010<br />
Jun;24(5):478-85.<br />
– Castagna A, Rabuffetti M, Montesano A, Ferrarin M. (2010)<br />
Role of gait analysis in the process of clinical decision making<br />
concerning post-stroke patients. XI Congresso Nazionale<br />
SIAMOC, Ferrara, 4-7 ottobre 2010.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Sviluppo <strong>di</strong> test computerizzati<br />
per l’indagine neuropsicologica e l’analisi<br />
dell’espressione grafica<br />
Responsabile: Rabuffetti Marco<br />
INTRODUZIONE<br />
L’indagine neuropsicologica è tra<strong>di</strong>zionalmente svolta me<strong>di</strong>ante<br />
test clinici che utilizzano meto<strong>di</strong>che semplici: tra gli<br />
altri sono <strong>di</strong>sponibili esercizi con oggetti da manipolare o con<br />
attività grafiche da svolgere. La valutazione delle performance<br />
in questi test (comunemente definiti test carta-e-matita) è<br />
generalmente ristretta agli score finali, ovvero “cosa” il soggetto<br />
è riuscito a realizzare, mentre il “come” il risultato è stato<br />
raggiunto spesso è trascurato nella valutazione registrata,<br />
riducendosi al tempo totale utilizzato e raramente includendo<br />
elementi aggiuntivi. La vali<strong>di</strong>tà clinica degli approcci carta-ematita<br />
è consolidata ma relativamente povera <strong>di</strong> dettagli. In<br />
questo contesto, uno sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> quantitativi <strong>di</strong> valutazione<br />
delle performance cognitive è percepito in modo urgente<br />
dalla comunità dei neuropsicologi sia per le applicazioni<br />
cliniche che per le applicazioni <strong>di</strong> ricerca scientifica.<br />
OBIETTIVI<br />
L’attività nel biennio 2009-2010 relativa alla presente <strong>Ricerca</strong><br />
Corrente sui temi <strong>di</strong> indagine neuropsicologica e <strong>di</strong> analisi<br />
dell’espressione grafica ha principalmente riguardato,<br />
in collaborazione con la Prof Anna Berti del Dipartimento<br />
<strong>di</strong> Psicologia dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, l’analisi<br />
dell’intenzione motoria in soggetti emiplegici, emiparetici e<br />
anosognosici per emiplegia. Questo obiettivo ha richiesto<br />
lo sviluppo, o l’adattamento, <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi setup strumentali in<br />
grado <strong>di</strong> quantificare i <strong>di</strong>versi aspetti <strong>di</strong> una performance cognitiva;<br />
tali aspetti consistono sia nello score finale, sia negli<br />
aspetti temporali e spaziali (come evolve nel tempo e nello<br />
spazio una performance) e nell’identificazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> performance.<br />
Il focus della ricerca è stato su test bimanuali in<br />
cui i due arti compiono azioni potenzialmente interferenti in<br />
ragione delle <strong>di</strong>verse caratteristiche dei due gesti: l’ipotesi<br />
dello stu<strong>di</strong>o è che l’interferenza normalmente presente (e<br />
già <strong>di</strong>mostrata assente in pazienti particolari come quelli con<br />
lesioni del corpo calloso) scompaia/<strong>di</strong>minuisca in soggetti<br />
senza consapevolezza motoria (anosognosici). Un’applica-<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
65
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
66<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
zione del metodo considera l’ulteriore ipotesi che il fattore<br />
confondente non sia il compito svolto dalla mano controlaterale<br />
bensì lo stesso gesto eseguito da un altro in<strong>di</strong>viduo. In<br />
questa ottica i test proposti sono stati utilizzati per stu<strong>di</strong>are<br />
un effetto “mirror” determinato dall’osservazione <strong>di</strong> un gesto<br />
potenzialmente confondente.<br />
METODI<br />
Il para<strong>di</strong>gma fondamentale considerato consiste nello svolgimento<br />
<strong>di</strong> compiti bimanuali in contemporanea potenzialmente<br />
interferenti in soggetti sani (come <strong>di</strong>mostrato tra gli<br />
altri da noti esperimenti <strong>di</strong> Gazzaniga, <strong>di</strong> Kelso o <strong>di</strong> Ramachandran).<br />
Lo sviluppo metodologico è consistito nella traduzione/adattamento<br />
<strong>di</strong> quegli esperimenti su piattaforme<br />
testistiche innovative che consentono la misura dettagliata<br />
della performance.<br />
Il test OeI (derivato da Ramachandran) consiste nel <strong>di</strong>segno<br />
in contemporanea <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> righe con la mano destra e<br />
<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> cerchi con la mano sinistra. Tale compito induce<br />
nel soggetto sano una “ovalizzazione” della riga. Il setup<br />
sperimentale sviluppato consiste in un tablet PC in grado <strong>di</strong><br />
registrare il tratto <strong>di</strong>segnato. Il dato grezzo misurato, ovvero<br />
la traiettoria della penna che traccia numerosi cicli del <strong>di</strong>segno<br />
richiesto, è poi analizzato me<strong>di</strong>ante modelli sviluppati<br />
ad hoc che oltre a quantificare l’ovalizzazione, evidenziano<br />
eventuali trend temporali <strong>di</strong> progressivo aumento/riduzione<br />
della ovalizzazione.<br />
Il secondo test ispirato dagli esperimenti <strong>di</strong> Kelso consiste in<br />
un test <strong>di</strong> reazione, implementato su una tavoletta hardware<br />
costruita ad hoc con pulsanti <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse in posizioni<br />
<strong>di</strong>verse da premere contemporaneamente. In questo setup<br />
si misura il tempo <strong>di</strong> reazione mentre gli aspetti spaziali sono<br />
“embedded”, rappresentati dalle <strong>di</strong>verse posizioni dei tasti.<br />
Un terzo protocollo sperimentale, ispirato anch’esso a esperimenti<br />
<strong>di</strong> Kelso, richiede compiti <strong>di</strong> presa (grasping o pinching<br />
a seconda che la presa coinvolga tutta la mano o solo le<br />
estremità delle <strong>di</strong>ta) contemporanea <strong>di</strong> due cilindri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametri<br />
<strong>di</strong>versi. La misura della performance è realizzata me<strong>di</strong>ante sistemi<br />
<strong>di</strong> analisi del movimento basati su sensori optoelettronici<br />
(gli stessi strumenti utilizzati nella gait analysis). L’effetto<br />
<strong>di</strong> questo task bimanuale è confrontato con le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
presa unimanuale e <strong>di</strong> presa bimanuale <strong>di</strong> cilindri <strong>di</strong> uguale<br />
<strong>di</strong>mensione. In questo stu<strong>di</strong>o i <strong>di</strong>stretti anatomici prevalentemente<br />
coinvolti sono quelli prossimali (gomito e spalla). Tale<br />
sviluppo è complementare al primo protocollo sperimentale<br />
relativo al <strong>di</strong>segno contemporaneo <strong>di</strong> righe e cerchi (OeI) che<br />
per sua natura coinvolge prevalentemente i <strong>di</strong>stretti <strong>di</strong>stali<br />
(mano e polso).<br />
RISULTATI<br />
La campagna sperimentale con test OeI ha coinvolto, nel<br />
biennio 2009-2010, 142 soggetti normali <strong>di</strong> controllo con età<br />
a partire da 6 anni. Lo stesso test è stato somministrato a 2<br />
soggetti emiplegici anosognosici e 3 soggetti emiplegici non<br />
anosognosici.<br />
L’applicazione del test OeI allo stu<strong>di</strong>o dell’effetto mirror è<br />
stata svolta analizzando 8 coppie <strong>di</strong> gemelli in cui un gemello<br />
esegue il compito confondente <strong>di</strong> fronte al gemello analizzato<br />
(per massimizzare l’effetto mirror confondente) e 20<br />
pazienti selezionati con lesioni cerebrali.<br />
Il test <strong>di</strong> grasping bimanuale è stato somministrato a 10 soggetti<br />
utilizzando una presa pinching e a 10 soggetti con una<br />
presa grasping. In 10 soggetti si è analizzato il grasping in<br />
presenza <strong>di</strong> un soggetto che esegue compiti confondenti<br />
(per esempio la presa <strong>di</strong> un cilindro <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse da<br />
quello che sta afferrando il soggetto in analisi).<br />
In un sottogruppo ristretto <strong>di</strong> pazienti selezionati delle sperimentazioni<br />
precedentemente descritte sono stati eseguiti<br />
uno stu<strong>di</strong>o sperimentale dell’effetto temporale (in termini <strong>di</strong><br />
aumento/<strong>di</strong>minuzione delle latenze) me<strong>di</strong>ante il test sulle reazioni<br />
derivato dal protocollo <strong>di</strong> Kelso.<br />
L’analisi dei dati delle campagne sperimentali svolte è in<br />
corso. Dati preliminari hanno consentito il riconoscimento <strong>di</strong><br />
effetti “fisiologici” attesi (l’interferenza <strong>di</strong> un compito incongruente)<br />
nei compiti bimanuali che possono essere a loro<br />
volta presenti o assenti in soggetti con emiplegia a seconda<br />
della presenza o meno <strong>di</strong> anosognosia. Tali pazienti rappresentano<br />
quin<strong>di</strong> modelli in vivo per lo stu<strong>di</strong>o dell’intenzione<br />
(intention) e della consapevolezza (awareness) motoria e<br />
per la verifica <strong>di</strong> modelli teorici dell’organizzazione del movimento<br />
volontario. L’analisi dei dati nelle con<strong>di</strong>zioni in cui<br />
l’elemento incongruente/confondente consiste nella perfor-
mance <strong>di</strong> un soggetto posto <strong>di</strong> fronte ha prodotto risultati<br />
parziali; è infatti ben noto che l’evidenza <strong>di</strong> effetti <strong>di</strong> tipo mirror<br />
presentano variabilità interin<strong>di</strong>viduali importanti.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Cantagallo A, Spinazzola L, Rabuffetti M, Della Sala S. Verbal<br />
commands help the execution of endogenous movements<br />
in anarchic hand. Neuropsychol Rehabil. 2010<br />
Jun;20(3):406-22.<br />
– Garbarini F, Rabuffetti M ,Tocchi G, Frassinetti F, Pia L,<br />
Pie<strong>di</strong>monte A, Ferrarin M, Driver J, Berti A. (2010) The effects<br />
of conscious intention to move on motor execution:<br />
evidence from anosognosia for hemiplegia. Twenty eighth<br />
Workshop on Cognitive Neuropsychology. Bressanone<br />
(Italy), 25-29 January 2010.<br />
– Pie<strong>di</strong>monte A, Garbarini F, Ferrarin M, Berti A, Rabuffetti M.<br />
Grasping in the mirror: the interference of action observation<br />
on action execution. 29° European Workshop on Cognitive<br />
Neuropsychology, Bessanone (Italy), 23-28 January 2011.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Stu<strong>di</strong>o osservazionale sull’efficacia del <strong>di</strong>spositivo<br />
MeCFES per migliorare la presa <strong>di</strong> tenodesi<br />
in soggetti con tetraplegia<br />
Responsabile: Thorsen Rune<br />
INTRODUZIONE<br />
Molti pazienti con tetraplegia da lesione midollare presentano<br />
<strong>di</strong>fficoltà nelle attività del vivere quoti<strong>di</strong>ano che comportano<br />
l’uso degli arti superiori. Uno dei principali problemi<br />
riguarda la mancanza o ridotta forza della presa manuale.<br />
L’approccio clinico standard della “presa per tenodesi”, nella<br />
quale l’estensione del polso genera la flessione passiva<br />
delle <strong>di</strong>ta, spesso non è sufficiente per espletare le azioni<br />
della vita quoti<strong>di</strong>ana. Non esistono attualmente <strong>di</strong>spositivi in<br />
commercio che aiutino i pazienti con tetraplegia a migliorare<br />
attivamente la presa, se si esclude il sistema NESS Handmaster,<br />
un’ortesi combinata a un neurostimolatore che però<br />
presenta dei limiti nella controllabilità in quanto il paziente<br />
deve usare una mano per attivare lo stimolatore e quin<strong>di</strong> la<br />
presa. Il <strong>di</strong>spositivo MeCFES, oggetto del presente stu<strong>di</strong>o,<br />
permette <strong>di</strong> migliorare la presa manuale tramite la contrazione<br />
artificiale dei muscoli flessori delle <strong>di</strong>ta (deficitari), indotta<br />
da stimolazione elettrica la cui intensità è controllata dal<br />
paziente stesso tramite l’attivazione volontaria dei muscoli<br />
estensori del polso. In pratica il MeCFES permette <strong>di</strong> aumentare<br />
la forza della presa <strong>di</strong> tenodesi tramite l’intervento<br />
attivo dei muscoli flessori delle <strong>di</strong>ta.<br />
Alla presente ricerca hanno partecipato, oltre al Polo Tecnologico<br />
dell’IRCCS SMN della FDG, anche le Unità Spinali<br />
dell’Ospedale Ca’ Granda <strong>di</strong> Niguarda (USN) e dell’Ospedale<br />
<strong>di</strong> Sondalo (USS). Inoltre ha collaborato l’Istituto <strong>di</strong> Ricerche<br />
Farmacologiche Mario Negri <strong>di</strong> Milano.<br />
OBIETTIVI<br />
L’obiettivo del presente progetto è <strong>di</strong> stabilire qual è, nella<br />
popolazione dei soggetti affetti da tetraplegia, la percentuale<br />
<strong>di</strong> pazienti che può trarre vantaggio dall’uso del MeCFES:<br />
• in termini <strong>di</strong> miglioramento della funzionalità della mano,<br />
• in termini <strong>di</strong> utilità per la vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />
METODI<br />
È stato effettuato uno screening <strong>di</strong> tutte le cartelle cliniche dei<br />
pazienti afferenti a USN e USS da gennaio 2002 a <strong>di</strong>cembre<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
67
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
68<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
2009, che presentavano lesione spinale a livello cervicale. Dallo<br />
screening sono state selezionate le cartelle dei pazienti che<br />
rispondevano ai seguenti criteri <strong>di</strong> inclusione (criteri per cartella<br />
clinica): livello della lesione compreso fra C5 e C7, età compresa<br />
fra 18 e 80 anni, lesione stabilizzata (trauma precedente a 6<br />
mesi). Inoltre è stato preso in considerazione un sottocampione<br />
<strong>di</strong> pazienti con lesione C4 per verificare l’ipotesi <strong>di</strong> essere non<br />
responder. Partendo dalle cartelle selezionate e tramite contatto<br />
telefonico, sono stati in<strong>di</strong>viduati i pazienti logisticamente inclu<strong>di</strong>bili<br />
nello stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>sposti a partecipare (criteri per richiamo<br />
telefonico/a voce). Tramite visita me<strong>di</strong>ca, sono infine stati in<strong>di</strong>viduati<br />
i pazienti adatti all’applicazione del <strong>di</strong>spositivo MeCFES,<br />
cioè quelli che presentavano un punteggio ARAT compreso fra<br />
1 e 51 e una risposta positiva alla stimolazione elettrica dei flessori<br />
delle <strong>di</strong>ta e del pollice (criteri per valutazione clinica). Questi<br />
pazienti sono quin<strong>di</strong> stati inclusi in un programma <strong>di</strong> 12 sessioni<br />
<strong>di</strong> terapia occupazionale (TO) assistita da MeCFES per lo svolgimento<br />
<strong>di</strong> attività del vivere quoti<strong>di</strong>ano (ADL).<br />
I 27 pazienti inclusi nella parte sperimentale dello stu<strong>di</strong>o<br />
sono stati sottoposti alle seguenti valutazioni prima e dopo<br />
il programma <strong>di</strong> TO:<br />
• test funzionale dell’arto superiore (ARAT-Action Research<br />
Arm Test),<br />
• questionario IPPA (In<strong>di</strong>vidually Prioritised Problem Assessment),<br />
• questionario QUEST (Quebec User Evalution of Satisfaction<br />
with Assistive Technology).<br />
Ai pazienti è infine stato chiesto se volessero utilizzare il <strong>di</strong>spositivo<br />
(qualora fosse <strong>di</strong>sponibile) durante la vita quoti<strong>di</strong>ana<br />
in autonomia (QUADL – Question of Utility for the Activities<br />
of Daily Living).<br />
RISULTATI<br />
Sono state raccolte 254 cartelle cliniche. Dopo esclusione<br />
delle cartelle non sod<strong>di</strong>sfacenti i criteri d’inclusione e la<br />
successiva richiesta <strong>di</strong> partecipazione allo stu<strong>di</strong>o, sono stati<br />
contattati 167 pazienti <strong>di</strong> cui 84 sono poi stati esaminati <strong>di</strong>rettamente.<br />
Di questi, 27 hanno sod<strong>di</strong>sfatto i criteri per la<br />
valutazione clinica e concluso il programma <strong>di</strong> terapia occupazionale<br />
assistita da MeCFES. La percentuale <strong>di</strong> pazienti<br />
che hanno avuto un miglioramento dopo il periodo d’uso del<br />
MeCFES in terapia occupazionale è stata, nelle <strong>di</strong>verse valutazioni,<br />
dell’85% all’ARAT, del 100% all’IPPA, e del 52% per<br />
coloro che hanno infine <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> voler utilizzare il <strong>di</strong>spositivo<br />
MeCFES in autonomia se fosse stato <strong>di</strong>sponibile.<br />
Il test funzionale della mano (ARAT) ha <strong>di</strong>mostrato un miglioramento<br />
me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 3 [scarto interquartile 2;6] punti ARAT.<br />
L’utilizzo del <strong>di</strong>spositivo nel corso della TO ha <strong>di</strong>mostrato un<br />
piccolo effetto carry-over dovuto al <strong>di</strong>spositivo che ha migliorato<br />
la presa “naturale”. 8 casi su 27 hanno avuto un<br />
miglioramento <strong>di</strong> almeno 6 punti (considerato clinicamente<br />
rilevante). 14 pazienti hanno infine <strong>di</strong>chiarato che avrebbero<br />
utilizzato il <strong>di</strong>spositivo MeCFES in autonomia se fosse stato<br />
<strong>di</strong>sponibile (QUADL). Sulla scala IPPA la TO con MeCFES<br />
ha migliorato in tutti i soggetti la capacita <strong>di</strong> svolgere compiti<br />
da loro preselezionati rispetto alla presa naturale (senza<br />
MeCFES), con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 4.2 [SD:2.9], con conseguente<br />
<strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> un effetto positivo sulle attività della vita<br />
quoti<strong>di</strong>ana.<br />
I principali limiti del sistema attuale, in<strong>di</strong>viduati tramite il<br />
questionario QUEST, riguardano la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> regolazione<br />
e applicazione e il peso. Questi sono dunque gli aspetti che<br />
dovranno essere migliorati in future versioni del <strong>di</strong>spositivo.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Thorsen R, Della Costa D, Chiaramonte S, Binda L, Redaelli<br />
T, Occhi E, Beghi E, Converti RM, Ferrarin M. Clinical trial<br />
of Myoelectrically controlled FES (MeCFES) for assisting<br />
hand function in subjects with tertaplegia – A study of user<br />
population, orthotic effect and ADL use. Procee<strong>di</strong>ngs of<br />
the 13 th Annual Conference of the International FES Society,<br />
21-25 September 2008, Freiburg (Germany), 2008.<br />
In: Biome<strong>di</strong>zinische Technik, 53, Supplement 1, pp. 37-39,<br />
2008.<br />
– Thorsen R, Ferrarin M. Battery Powered Neuromuscular<br />
Stimulator Circuit for Use During Simultaneous Recor<strong>di</strong>ng<br />
of Myoelectric Signals. Med Eng Phys, 31:1032-1037, 2009.<br />
– Dalla Costa D, Chiaramonte S, Redaelli T, Thorsen T, Binda<br />
L, Occhi E, Beghi E, Converti R, Ferrarin M. Clinical trial<br />
of Myoelectrically controlled FES (MeCFES) for assisting<br />
hand function in subjects with tetraplegia – A study of<br />
usersatisfaction. Proc. of the 48° ann. Scientific Meeting
of the Int. Spinal Cord Society. Firenze (Italy), 21 Oct. 2009,<br />
pp. 134-135, 2009.<br />
– Dalla Costa D, Chiaramonte S, Redaelli T, Thorsen R, Binda<br />
L, Occhi E, Beghi E, Converti R, Ferrarin M. La MeCFES<br />
(Myoelectrically controlled FES) per l’assistenza della mano<br />
funzionale nei soggetti tetraplegici. Stu<strong>di</strong>o sulla popolazione<br />
dell’utilizzo come ortesi e nelle ADL. XIV Congresso Nazionale<br />
SOMIPAR, 18-20 marzo 2010, Palermo (Italy), 2010.<br />
– Thorsen R, Dalla Costa D, Chiaramonte S, Binda L, Redaelli<br />
T, Occhi E, Beghi E, Converti R, Ferrarin M. Multicenter<br />
clinical trial of Myoelectrically-controlled FES (MeCFES) for<br />
assisting hand function in subjects with tetraplegia – A study<br />
of user population, orthotic effect and ADL use. 15 th Annual<br />
International FES Society Conference and 10 th Vienna<br />
Int. Workshop on FES Vienna (Austria), September 8 th -12 th ,<br />
2010.<br />
– Thorsen R, Binda L, Chiaramonte S, Dalla Costa D, Redaelli<br />
T, Occhi E, Beghi E, Ferrarin M. Hand function, neurological<br />
level, severity and muscle strength after cervical spinal cord<br />
lesion – A regional study in Northern Italy. Archives of Physical<br />
Me<strong>di</strong>cine and Rehabilitation (to be submitted), 2011.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Stu<strong>di</strong>o e sviluppo <strong>di</strong> tecnologie innovative per la<br />
riabilitazione motoria<br />
Responsabile: Ferrarin Maurizio<br />
Questo progetto (formalmente terminato il 31/12/2009) è<br />
proseguito nel 2010 con il progetto <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> Corrente dal<br />
titolo “Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> tecnologie innovative per<br />
la neuroriabilitazione”. La presente relazione riassume il razionale,<br />
i meto<strong>di</strong>, le attività e i risultati dei due progetti, che<br />
sono da considerarsi in continuità l’uno con l’altro.<br />
INTRODUZIONE<br />
La riabilitazione <strong>di</strong> pazienti con <strong>di</strong>sabilità motorie può trarre notevole<br />
vantaggio dalle possibilità offerte dalle tecnologie avanzate.<br />
L’approccio modellistico consente <strong>di</strong> sviluppare e validare<br />
in simulazione sistemi <strong>di</strong> controllo innovativi per la FES o<br />
attuatori per ortesi/protesi attive. Inoltre l’uso <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> stimolazione<br />
elettrica o <strong>di</strong> attuazione meccanica consente lo stu<strong>di</strong>o<br />
delle risposte e degli adattamenti del sistema <strong>di</strong> controllo<br />
del movimento anche in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> gravi compromissioni<br />
motorie (emi/para/tetraplegie). Infine le stimolazioni visive e/o<br />
acustiche possono fornire trigger facilitatori al movimento in<br />
alcune patologie del SNC (per es.: Malattia <strong>di</strong> Parkinson). L’uso<br />
integrato <strong>di</strong> competenze multi<strong>di</strong>sciplinari <strong>di</strong> elettronica, meccanica,<br />
sensoristica, modellistica, signal processing, con conoscenze<br />
<strong>di</strong> fisiologia, patofisiologia, neuroriabilitazione è una<br />
necessaria premessa per lo sviluppo e la validazione clinica <strong>di</strong><br />
strumenti per la riabilitazione e <strong>di</strong>spostivi <strong>di</strong> ausilio innovativi.<br />
OBIETTIVI<br />
Obiettivo generale del progetto è lo stu<strong>di</strong>o e lo sviluppo <strong>di</strong><br />
tecnologie innovative per la riabilitazione motoria <strong>di</strong> soggetti<br />
con lesioni del sistema neuro-muscolo-scheletrico. L’attività<br />
<strong>di</strong> ricerca riguarda lo stu<strong>di</strong>o esplorativo <strong>di</strong> nuove tecnologie<br />
<strong>di</strong> ausilio alla riabilitazione motoria, la progettazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi<br />
innovativi, la realizzazione <strong>di</strong> prototipi, la loro validazione<br />
tecnica e l’applicazione pilota su pazienti.<br />
In particolare nel corso del biennio 2009-2010 sono stati affrontati<br />
i seguenti obiettivi:<br />
1. Stu<strong>di</strong>o dell’efficacia del sistema <strong>di</strong> stimolazione elettrica<br />
MeCFES nella riabilitazione della mano <strong>di</strong> pazienti poststroke<br />
cronici;<br />
2. Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> robot-terapia <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
69
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
70<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
tipo “funzionale” per la riabilitazione dell’arto superiore <strong>di</strong><br />
pazienti con Sclerosi Multipla;<br />
3. Valutazione degli effetti del biofeedback elettromiografico<br />
nella riabilitazione al cammino <strong>di</strong> pazienti post-stroke cronici.<br />
METODI<br />
1. Nel corso del 2010 si è concluso il reclutamento dei pazienti<br />
per lo stu<strong>di</strong>o randomizzato, controllato, in doppio<br />
cieco (protocollo MAFE), per la valutazione del sistema<br />
MeCFES come strumento per la riabilitazione della mano<br />
<strong>di</strong> soggetti con esiti <strong>di</strong> ictus. In questa applicazione il segnale<br />
EMG residuo dei muscoli estensori delle <strong>di</strong>ta e del<br />
polso viene impiegato per stimolare gli stessi muscoli e<br />
quin<strong>di</strong> aumentarne l’effetto motorio. Sono quin<strong>di</strong> stati<br />
reclutati in tutto 20 pazienti con esiti <strong>di</strong> stroke, <strong>di</strong> cui 3<br />
drop-out per complicanze. Dei 17 pazienti residui, 10 erano<br />
nel gruppo trattato e 7 nel gruppo <strong>di</strong> controllo, inoltre<br />
11 pazienti hanno ricevuto in me<strong>di</strong>a almeno 3 sessioni<br />
settimanali <strong>di</strong> fisioterapia (compliant group), mentre 6 ne<br />
hanno ricevute meno (non compliant group). Questi due<br />
sottogruppi sono stati analizzati separatamente (ve<strong>di</strong> sezione<br />
risultati).<br />
2. Nell’ambito dei sistemi aptici robotizzati è continuata l’attività<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o degli effetti della riabilitazione assistita da<br />
Robot dell’arto superiore in pazienti con Sclerosi Multipla.<br />
Conclusa la fase <strong>di</strong> verifica dell’applicabilità del sistema<br />
sui pazienti, si è iniziato uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> confronto fra un<br />
protocollo riabilitativo robotizzato <strong>di</strong> tipo “virtuale”, che<br />
consiste nell’esecuzione <strong>di</strong> esercizi <strong>di</strong> target con il braccio<br />
robotico e feedback visivo su schermo, e un protocollo<br />
<strong>di</strong> tipo “funzionale”, in cui il paziente deve raggiungere e<br />
manipolare oggetti reali, muovendo il braccio robotico attraverso<br />
uno splint sull’avambraccio. A tutto il 2010 sono<br />
stati reclutati 10 pazienti con SM per il protocollo virtuale<br />
e 6 per il protocollo funzionale.<br />
3. È continuata, in collaborazione con la UORRF del nostro<br />
IRCCS, l’attività relativa allo stu<strong>di</strong>o dell’effetto del biofeedback<br />
elettromiografico nel miglioramento locomotorio <strong>di</strong><br />
pazienti con esiti <strong>di</strong> ictus. È stato finalizzato e pubblicato<br />
un full paper (Jonsdottir et al., 2010) in cui tali miglioramenti<br />
sono stati stu<strong>di</strong>ati e quantificati tramite tecniche <strong>di</strong> gait<br />
analysis. Inoltre, in collaborazione anche con l’unità <strong>di</strong> bioimaging,<br />
è iniziata l’attività volta ad approfon<strong>di</strong>re le mo<strong>di</strong>fiche<br />
indotte dal biofeedback sulle attività corticali, rilevate<br />
tramite Risonanza Magnetica Funzionale. Il reclutamento<br />
dei pazienti è in corso e continuerà nel prossimo anno. I<br />
risultati preliminari sono stati presentati in due congressi<br />
nazionali a carattere metodologico (2° Congresso Nazionale<br />
<strong>di</strong> Bioingegneria) e clinico (11° Congresso Siamoc) (Del<br />
Din et al., 2010).<br />
RISULTATI<br />
1. I risultati dello stu<strong>di</strong>o sui pazienti con emiplegia da ictus<br />
hanno mostrato che il gruppo dei pazienti “non compliant”<br />
non ha ottenuto un miglioramento significativo nelle funzionalità<br />
dell’arto superiore (scala ARAT) fra prima e dopo<br />
il trattamento (ve<strong>di</strong> Fig.1). Nel gruppo dei pazienti “compliant”,<br />
invece, il sottogruppo trattato con MeCFES ha<br />
mostrato un miglioramento significativamente maggiore<br />
rispetto a quello <strong>di</strong> controllo (p
trattare anche muscoli prossimali (che agiscono su spalla<br />
e gomito) per ottimizzare il trattamento e ampliare la casistica<br />
dei potenziali fruitori del sistema. A questo fine è<br />
iniziato lo sviluppo <strong>di</strong> un sistema MeCFES multicanale la<br />
cui applicazione su pazienti è prevista nel 2011.<br />
2. I risultati ottenuti finora dalla robot-terapia sui pazienti con<br />
SM <strong>di</strong>mostrano che dopo il training, entrambi i gruppi migliorano<br />
significativamente la velocità, la linearità e la flui<strong>di</strong>tà<br />
del movimento <strong>di</strong> reaching. Per quanto riguarda la trasferibilità<br />
degli effetti a compiti funzionali, il gruppo trattato con<br />
training virtuale mostra un moderato miglioramento (ARAT:<br />
+2 pt; 9HPT: 18%) mentre nel gruppo funzionale sembrano<br />
<strong>di</strong>stinguersi 2 sottogruppi: 3 pazienti ottengono un miglioramento<br />
clinicamente significativo (ARAT: +5 pt; 9HPT: 29%),<br />
mentre gli altri 3 pazienti non presentano alcun effetto consistente<br />
(ARAT: −0,3 pt; 9HPT: −15%). Sulla base delle evidenze<br />
finora raccolte si può concludere che entrambi gli<br />
approcci <strong>di</strong> robot-terapia sono applicabili in ambito clinico<br />
e migliorano la coor<strong>di</strong>nazione dell’arto superiore. Mentre il<br />
protocollo virtuale produce moderati miglioramenti anche<br />
in compiti funzionali, il training virtuale sembra essere significativamente<br />
efficace solo nel 50% dei pazienti trattati.<br />
Benché non si possano trarre conclusioni prima della conclusione<br />
del reclutamento, questi risultati preliminari suggeriscono<br />
che in alcuni soggetti gli effetti della terapia robotica<br />
possono essere migliorati aggiungendo ai <strong>di</strong>spositivi<br />
esistenti la possibilità <strong>di</strong> far eseguire compiti più vicini alle<br />
ADL. In futuro occorrerà valutare se esistono in<strong>di</strong>ci che permettano<br />
a priori <strong>di</strong> stabilire se un soggetto potrà beneficiare<br />
<strong>di</strong> protocolli funzionali <strong>di</strong> terapia robotica.<br />
3. I risultati ottenuti sui primi 3 pazienti con esiti <strong>di</strong> ictus, hanno<br />
per ora <strong>di</strong>mostrato la fattibilità <strong>di</strong> raccogliere dati sui miglioramenti<br />
nella funzione locomotoria (valutata tramite gait<br />
analysis) dovuti alla riabilitazione con biofeedback e sulle<br />
corrispondenti mo<strong>di</strong>fiche nell’attivazione cerebrale (rilevata<br />
tramite fMRI) durante l’esecuzione <strong>di</strong> movimenti del piede<br />
(Del Din et al., 2011). La casistica è però ancora troppo limitata<br />
per trarre conclusioni sulla correlazione fra miglioranti<br />
nel cammino e mo<strong>di</strong>fiche nell’attivazione corticale.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Carpinella I, Cattaneo D, Abuarqub S, Ferrarin M. Robot-based<br />
rehabilitation of the upper limbs in multiple sclerosis:<br />
Feasibility and preliminary results. J Rehabil Med. 2009<br />
Nov;41(12):966-70.<br />
– Thorsen R, Cortesi M, Jonsdottir J, Carpinella I, Morelli D,<br />
Casa<strong>di</strong>o M, Puglia M, Mazzoleni P, Casiraghi A, Diverio M,<br />
Converti RM, Ferrarin M. Rehabilitation of the hemiplegic<br />
hand with MeCFES – An interim analysis of the influence<br />
of treatment frequency on the outcome. 14 th Annual Conference<br />
of the International FES Society, September 13 th -<br />
17 th , 2009 – Seoul (Corea), pp. 63-64, 2009.<br />
– Jonsdottir J, Cattaneo D, Recalcati M, Regola A, Rabuffetti<br />
M, Ferrarin M, Casiraghi A. Task-Oriented Biofeedback<br />
to Improve Gait in In<strong>di</strong>viduals With Chronic Stroke: Motor<br />
Learning Approach. Neurorehabil Neural Repair. 2010<br />
Jun;24(5):478-85.<br />
– Thorsen R, Cortesi M, Jonsdottir J, Carpinella I, Morelli D,<br />
Casiraghi A, Converti RM, Ferrarin M. Improving the Hemiplegic<br />
Hand Function by FES using Direct Myoelectric<br />
Control. 15 th Annual International FES Society Conference<br />
and 10 th Vienna Int. Workshop on FES Vienna (Austria),<br />
September 8 th -12 th , 2010.<br />
– Del Din S, Bertoldo A, Sawacha Z, Rabuffetti R, Ferrarin<br />
M, Laganà M, Jonsdottir J, Baglio F, Rovaris M, Cobelli<br />
C. fMRI analysis of brain activation during ankle dorsi/plantarflexion<br />
in post-stroke patients: a case study. II<br />
Congresso Nazionale <strong>di</strong> Bioingegneria, GNB2010, Torino,<br />
8-10 luglio 2010.<br />
– Del Din S, Bertoldo A, Sawacha Z, Rabuffetti M, Laganà<br />
M, Jonsdottir J, Baglio F, Rovaris M, Cobelli C, Ferrarin M.<br />
Combined analysis of fMRI and gait analysis data for evaluating<br />
biofeedback rehabilitation in post-stroke patients.<br />
Gait&Posture, 33(S1): S10-S11, 2011.<br />
– Jonsdottir J, Rabuffetti M, Cattaneo D, Recalcati M, Casiraghi<br />
A, Crippa A, Montesano A, Ferrarin M. Changes in gait<br />
parameters from self selected to fast gait velocity before<br />
and after task-oriented biofeedback, compared to healthy<br />
controls. Gait&Posture, 33(S1): S5-S6, 2011.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
71
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
72<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> metodologie<br />
per l’analisi del movimento umano in con<strong>di</strong>zioni<br />
fisiologiche e in presenza <strong>di</strong> patologie<br />
del sistema neuro-muscolo-scheletrico<br />
Responsabile: Ferrarin Maurizio<br />
INTRODUZIONE<br />
L’analisi multifattoriale del movimento consente da una parte<br />
<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le conoscenze sulla fisiologia del movimento<br />
(nel bambino, nell’adulto, nell’anziano) e la patofisiologia dei<br />
<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni motori, e quin<strong>di</strong> riveste un ruolo importante nella ricerca<br />
fisiopatologica <strong>di</strong> base, dall’altra è uno strumento utile<br />
in clinica per i seguenti aspetti:<br />
a. quantificare le alterazioni locomotorie presenti in varie patologie<br />
nei <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> (acuti, cronici, degenerativi) della<br />
malattia (assessment/monitoring);<br />
b. aiutare nella pianificazione dell’intervento terapeutico/riabilitativo<br />
(treatment decision making);<br />
c. valutare quantitativamente l’efficacia <strong>di</strong> trattamenti terapeutici,<br />
chirurgici, riabilitativi, farmacologici (outcome assessment);<br />
d. in<strong>di</strong>rizzare nella scelta e personalizzare ausili, ortesi, protesi<br />
(device adaptation).<br />
OBIETTIVI<br />
Nel biennio 2009-2010 sono stati portati avanti 3 sottoprogetti<br />
i cui obiettivi sono in<strong>di</strong>cati <strong>di</strong> seguito:<br />
1. Valutazione della variabilità inter-operatore <strong>di</strong> un protocollo<br />
<strong>di</strong> analisi del cammino (LAMB);<br />
2. Applicazione <strong>di</strong> protocolli <strong>di</strong> valutazione della stabilizzazione<br />
posturale su casistiche selezionate <strong>di</strong> soggetti con<br />
<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni della postura;<br />
3. Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> protocolli per l’analisi dei <strong>di</strong>sturbi<br />
motori in pazienti con malattia <strong>di</strong> Charcot-Marie-Tooth.<br />
METODI<br />
1. La variabilità inter-operatore è stata valutata su 6 operatori<br />
esperti, che hanno partecipato agli esperimenti su 3 soggetti<br />
normali. Si è utilizzato l’approccio della calibrazione tecnica<br />
<strong>di</strong> marcatori anatomici, per identificare i sei profili cinematici<br />
e <strong>di</strong>namici derivanti dalla collocazione dei marcatori da parte<br />
dei <strong>di</strong>versi operatori. Sono poi stati calcolati degli in<strong>di</strong>ci me<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> variabilità per ciascuna curva nel ciclo del passo.<br />
2. Il protocollo per lo stu<strong>di</strong>o della stabilizzazione posturale,<br />
sviluppato presso la nostra unità <strong>di</strong> ricerca, è stato applicato<br />
a tutto il 2010 su 40 soggetti normali (<strong>di</strong> cui 10 hanno<br />
ripetuto due volte l’esperimento per valutare la test-retest<br />
reliability), 20 soggetti con Sclerosi Multipla, 24 soggetti<br />
con malattia <strong>di</strong> Charcot-Marie-Tooth e 63 soggetti anziani<br />
(gruppo selezionato presso residenze protette del Canton<br />
Ticino e analizzato in collaborazione con l’Ospedale Beata<br />
Vergine <strong>di</strong> Mendrisio, Ticino, Svizzera).<br />
3. Il protocollo per la valutazione dei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni locomotori in<br />
pazienti con malattia <strong>di</strong> CMT è stato sviluppato e applicato<br />
su un totale <strong>di</strong> 40 soggetti sani e 53 pazienti con CMT,<br />
comprendente sia adulti che bambini. Su 20 pazienti è<br />
stata valutata la test-retest reliability a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 4-6 settimane,<br />
mentre su 42 pazienti è stato anche effettuato il<br />
follow up a 18 mesi dalla prima valutazione. Per la classificazione<br />
dei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni locomotori è stata utilizzata la cluster<br />
analysis sui segni primari e sui compensi.<br />
RISULTATI<br />
1. La variabilità inter-operatore del protocollo LAMB è stata<br />
generalmente valutata nella letteratura <strong>di</strong>sponibile sull’argomento<br />
in termini <strong>di</strong> variabilità nel posizionamento dei<br />
marcatori sui reperti anatomici. I risultati della presente<br />
sperimentazione confermano tali dati presenti in letteratura:<br />
la variabilità (ovvero la deviazione standard della posizione)<br />
osservata oscilla tra 3,1 mm e 16,4 mm (quest’ultimo<br />
valore riferito al gran trocantere) con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
8,4 mm. L’effetto <strong>di</strong> tale variabilità sulle variabili angolari <strong>di</strong><br />
output (ovvero angoli articolari e <strong>di</strong> orientamento dei segmenti<br />
anatomici) oscilla tra 0,2° e 4,2° (tale valore per l’angolo<br />
<strong>di</strong> rotazione dell’anca) con un valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 1,5°.<br />
Tali valori determinano <strong>di</strong> fatto una soglia per il riconoscimento<br />
<strong>di</strong> profili alterati rispetto a pattern <strong>di</strong> normalità.<br />
2. La sperimentazione con il protocollo <strong>di</strong> analisi della stabilizzazione<br />
posturale ha, innanzitutto, <strong>di</strong>mostrato che<br />
tale fase esiste: al termine <strong>di</strong> spostamenti macroscopici<br />
il raggiungimento <strong>di</strong> una stazione eretta stabile si realizza<br />
progressivamente me<strong>di</strong>ante oscillazioni intorno a<br />
un punto centrale <strong>di</strong> equilibrio la cui ampiezza decresce<br />
progressivamente con una legge esponenziale negati-
va. Inoltre in tutti i gruppi analizzati, si è constatato che<br />
in presenza <strong>di</strong> maggiori instabilità si osserva una rapida<br />
stabilizzazione, mentre stabilizzazioni lente e prolungate<br />
nel tempo sono osservabili solo per valori inferiori <strong>di</strong> instabilità<br />
iniziale. Ciò che appare <strong>di</strong>scriminare tra soggetti<br />
normali e normali “fragili” quali sono gli anziani o soggetti<br />
con <strong>di</strong>sturbi dell’equilibrio è che la coppia (instabilità<br />
iniziale)-(tempo <strong>di</strong> stabilizzazione) presenta coppie <strong>di</strong><br />
valori che si situano in zone <strong>di</strong>verse del <strong>di</strong>agramma: alti<br />
livelli <strong>di</strong> instabilità sembrano richiedere tempi più lunghi<br />
<strong>di</strong> stabilizzazione, in accordo con l’ipotesi che in questi<br />
in<strong>di</strong>vidui i sistemi <strong>di</strong> controllo motorio e posturale sono<br />
meno efficienti, sia in termini <strong>di</strong> percezione (propriocezione)<br />
che <strong>di</strong> forza esprimibile.<br />
3. I dati raccolti sui 40 soggetti sani hanno consentito <strong>di</strong> creare<br />
un reference database <strong>di</strong> normalità sul cammino naturale,<br />
cammino sulle punte e sui talloni, salita e <strong>di</strong>scesa<br />
dai gra<strong>di</strong>ni, che comprende dati cinematici, <strong>di</strong>namici ed<br />
elettromiografici. Questo database, sud<strong>di</strong>viso fra giovani<br />
e adulti, è stato pubblicato su rivista in<strong>di</strong>cizzata (Bovi et al.,<br />
2011), incluso un addendum elettronico che riporta i valori<br />
delle <strong>di</strong>verse variabili in ciascun task. I dati sovrapponibili<br />
a quelli <strong>di</strong> lavori già presenti in letteratura (cammino naturale)<br />
risultano altamente correlati (ro>0,7), mentre i dati<br />
dei task locomotori più impegnativi sono originali e danno<br />
in<strong>di</strong>cazioni specifiche sul contributo dei comparti muscolari<br />
prossimali e <strong>di</strong>stali dell’arto inferiore.<br />
La test-retest reliability del metodo sui pazienti con CMT<br />
è risultata buona (ICC>0,75) nel cammino naturale, tranne<br />
che per alcune variabili relative ai movimenti del tronco,<br />
del bacino e ai profili EMG, in cui è risultata moderata<br />
(0,5
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
74<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Benvenuti F, Rabuffetti M. Experimental study on the<br />
effect of age-related frailness on postural stabilization.<br />
Gait&Posture, 33(S1): S61, 2011.<br />
– Ferrarin M, Bovi G, Rabuffetti M, Mazzoleni P, Montesano<br />
A, Moroni I, Pagliano E, Marchi A, Marchesi C, Beghi<br />
E, Pareyson D. “Reliability of instrumented movement<br />
analysis as outcome measure in Carcot-Marie-Tooth<br />
<strong>di</strong>sease: results from a multitask locomotor protocol”,<br />
Gait&Posture, 2011 May; 34(1):36-43.<br />
– Ferrarin M, Bovi G, Rabuffetti M, Mazzoleni P, Montesano<br />
A, Pagliano E, Marchi A, Magro A, Marchesi C, Pareyson<br />
D, Moroni I. Gait pattern classification in children with<br />
Charcot-Marie-Tooth <strong>di</strong>sease type 1A. Gait&Posture 2011<br />
(accepted for publication).<br />
– Rabuffetti M, Marzegan A, Ferrarin M, Crenna P. Experimental<br />
assessment of inter-rater variability of an anatomically<br />
based gait analysis protocol. Procee<strong>di</strong>ngs of GCMAS<br />
Annual Conference, 26-29 April 2011, pp. 276-277, 2011.<br />
– Rabuffetti M, Bovi G, Quadri PL, Cattaneo D, Benvenuti<br />
F, Ferrarin M. An experimental para<strong>di</strong>gm to assess Postural<br />
Stabilization: no more movement and not yet posture.<br />
IEEE TrNSRE, 2011 (accepted for publication).<br />
– Bovi G, Rabuffetti M, Mazzoleni P, Ferrarin M. A multipletask<br />
gait analysis approach: kinematic, kinetic and EMG<br />
reference data for healthy young and adult subjects.<br />
Gait&Posture, 2011 Jan; 33(1): 6-13.<br />
– Caliandro P, Ferrarin M, Cioni M, Bentivoglio AR, Minciotti<br />
I, D’Urso PI, Tonali PA, Padua L. Levodopa effect on electromyographic<br />
activation patterns of tibialis anterior muscle<br />
during walking in Parkinson’s <strong>di</strong>sease. Gait&Posture.<br />
2011 Jan 20.<br />
Prevenzione del rischio da sovraccarico biomeccanico<br />
arti superiori e rachide nella mansione <strong>di</strong> imbianchino<br />
Responsabile: Occhipinti Enrico<br />
INTRODUZIONE<br />
Le malattie professionali riconosciute, in Europa, hanno subito<br />
nell’ultimo decennio delle profonde mo<strong>di</strong>ficazioni, <strong>di</strong> cui la<br />
più rilevante è il costante incremento generale delle patologie<br />
muscolo-scheletriche: a questo trend ha contribuito in modo<br />
sostanziale anche il settore delle costruzioni. Una analisi più<br />
dettagliata, che pone a confronto a livello europeo i <strong>di</strong>versi settori<br />
produttivi, evidenzia come i <strong>di</strong>sturbi al rachide lombare e i<br />
<strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici siano, nel comparto delle costruzioni,<br />
secon<strong>di</strong> solo al settore agricolo e della pesca: rispettivamente<br />
sono accusati dal 46,3 e dal 45,3% dei lavoratori intervistati.<br />
È indubbio quin<strong>di</strong> che le MSD nel settore esaminato costituiscono<br />
un problema, già evidente in Europa e in aumento in<br />
Italia, che necessita <strong>di</strong> risposte adeguate: queste sono rappresentate<br />
dall’applicazione <strong>di</strong> misure ergonomiche, come attestato<br />
da vari autori. Dati recenti pubblicati dall’INAIL nel 2007<br />
confermano un analogo andamento nella popolazione italiana:<br />
il settore delle costruzioni registra il più alto numero <strong>di</strong> malattie<br />
professionali denunciate rispetto ai settori dell’industria<br />
e dei servizi. In particolare le patologie muscolo-scheletriche<br />
rappresentano il 21,5%. Con l’avvento della nuova tabella delle<br />
malattie professionali le richieste <strong>di</strong> risarcimento per questo<br />
tipo <strong>di</strong> patologie dovrebbero subire un incremento.<br />
Diventa, perciò importante definire con maggiore precisione i<br />
livelli <strong>di</strong> rischio da sovraccarico biomeccanico (arti superiori, rachide,<br />
arti inferiori) sia per orientare il giu<strong>di</strong>zio me<strong>di</strong>co-legale, sia<br />
per definire l’eventuale necessità <strong>di</strong> integrare la sorveglianza<br />
sanitaria con protocolli specifici. Infine, la valutazione del rischio<br />
da sovraccarico biomeccanico costituisce il primo tassello per<br />
orientare le strategie preventive <strong>di</strong> intervento/bonifica. Questi<br />
obiettivi sono con<strong>di</strong>visi con il CPTA (Comitato Paritetico Territoriale<br />
Artigiano) <strong>di</strong> Bergamo con il quale l’unità <strong>di</strong> ricerca EPM<br />
(Ergonomia della Postura e del Movimento) ha sottoscritto un<br />
contratto <strong>di</strong> ricerca per l’in<strong>di</strong>viduazione dei livelli da sovraccarico<br />
biomeccanico nella mansione <strong>di</strong> imbianchino.<br />
Questa scelta è stata dettata dalla particolare composizione<br />
dei lavoratori afferenti al CPTA <strong>di</strong> Bergamo.
OBIETTIVI<br />
Ricostruzione del profilo <strong>di</strong> rischio della mansione <strong>di</strong> imbianchino<br />
tramite valutazione dei relativi compiti semplici e loro<br />
quantificazione temporale. Verifica del miglior modello <strong>di</strong> ricostruzione<br />
del profillo <strong>di</strong> rischio in relazione ai dati <strong>di</strong> prevalenza<br />
delle patologie muscolo-scheletriche.<br />
METODI<br />
• Revisione della letteratura che affronta la problematica delle<br />
patologie muscolo scheletriche negli addetti all’imbiancatura;<br />
• stu<strong>di</strong>o dei modelli <strong>di</strong> valutazione del rischio per compiti multipli<br />
su base settimanale/mensile o annuale;<br />
• identificazioni delle meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> esecuzione dei <strong>di</strong>versi compiti<br />
lavorativi;<br />
• analisi del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti<br />
superiori con metodologia OCRA (Occupational Repetitive<br />
Risk Assessment, metodo in<strong>di</strong>cato nella norma tecnica EN<br />
1005-5), del rischio da movimentazione manuale dei carichi<br />
con in<strong>di</strong>ce NIOSH (EN 1005-2/ISO11228-1);<br />
• identificazione dei determinanti il rischio maggiormente<br />
coinvolti per conseguire un abbattimento del rischio prevedendo<br />
anche soluzioni a breve, me<strong>di</strong>o e lungo termine;<br />
• identificazione <strong>di</strong> soluzioni relative alle <strong>di</strong>verse modalità<br />
operative per singolo compito lavorativo.<br />
RISULTATI<br />
È stata ultimata e consegnata agli interlocutori, nell’ottobre<br />
2009, la relazione <strong>di</strong> ricerca con risultati relativi a tutti gli<br />
obiettivi in<strong>di</strong>viduati. In questa sede si forniscono alcuni risultati<br />
salienti relativi all’inquadramento della mansione.<br />
L’andamento delle attività risulta <strong>di</strong> carattere stagionale con<br />
flessione durante il periodo invernale, dove prevalentemente si<br />
svolgono lavori in interno (sia nuovo sia ristrutturato), con una<br />
forte ripresa dalla primavera all’autunno. In questo periodo la<br />
<strong>di</strong>stribuzione dei tempi <strong>di</strong> lavoro per tipologia <strong>di</strong> imbiancatura si<br />
mo<strong>di</strong>fica: mentre in inverno in genere non si effettua l’imbiancatura<br />
in esterno (che comunque non sarebbe possibile al <strong>di</strong><br />
sotto dei 5 °C), nel periodo primavera/autunno la percentuale<br />
del tempo lavoro de<strong>di</strong>cata a questa attività incrementa in modo<br />
consistente. Non solo, l’orario <strong>di</strong> lavoro subisce dei forti incrementi:<br />
dalle 8 ore per cinque giorni lavorativi fino a 10 ore/giorno<br />
dal lunedì al vener<strong>di</strong> e 4-5 ore al sabato.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
La ricostruzione anamnestica dell’attività lavorativa ha permesso<br />
l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un numero elevato <strong>di</strong> compiti e sub-compiti.<br />
All’interno della varietà <strong>di</strong> lavorazioni sopra descritta, è comunque<br />
possibile identificare quelle prevalenti: la tinteggiatura <strong>di</strong> soffitti<br />
e pareti rappresenta circa l’80% dell’attività <strong>di</strong> imbiancatura<br />
interna degli e<strong>di</strong>fici civili. Per una ricostruzione più dettagliata <strong>di</strong><br />
questa attività prevalente è stata considerata una camera standard<br />
(4x3 m) e sono stati stimati i tempi dei <strong>di</strong>versi compiti secondo<br />
il dettaglio riportato in Tab. 1.<br />
Tab. 1 – Ricostruzione tempi imbiancatura camera<br />
standard e<strong>di</strong>ficio nuovo (4x3 m – h 2,7 m)<br />
Sequenza fasi lavoro<br />
Tempo<br />
(min.)<br />
Tempo<br />
(%)<br />
Preparazione pittura 5 2,1%<br />
Copertura pavimento 5 2,1%<br />
Nastratura 10 4,2%<br />
Carteggiatura 10 4,2%<br />
Profilatura 30 12,5%<br />
Rullatura pareti e soffitto 60 25,0%<br />
Stuccatura/carteggiatura 15 6,3%<br />
Profilatura 30 12,5%<br />
Ritocco stuccatura con rullo o pennello 10 4,2%<br />
Rullatura pareti e soffitto 60 25,0%<br />
Rimozione coperture e pulizia 5 2,1%<br />
TOTALE 240 100%<br />
Dall’analisi delle <strong>di</strong>verse fasi è possibile risalire a un numero<br />
<strong>di</strong> compiti definiti come <strong>di</strong> seguito illustrato:<br />
Compito<br />
Tempo<br />
(min.)<br />
Tempo<br />
(%)<br />
Rullatura 120 50,0%<br />
Profilatura 60 25,0%<br />
Ritocco 20 8,3%<br />
Preparazione e rior<strong>di</strong>no 40 16,7%<br />
TOTALE 240 100%<br />
Per ciascuna delle sopra evidenziate fasi o sub-compiti si è<br />
proceduto a una analisi tramite il metodo OCRA per una stima<br />
del potenziale sovraccarico degli arti superiori. I relativi<br />
risultati analitici sono omessi in questo breve report.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
75
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
76<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Prevenzione del rischio da sovraccarico biomeccancio<br />
arti superiori e rachide nei servizi <strong>di</strong> endoscopia<br />
<strong>di</strong>gestiva<br />
Responsabile: Occhipinti Enrico<br />
INTRODUZIONE<br />
Il personale sanitario addetto all’esecuzione dei <strong>di</strong>versi esami<br />
endoscopici in ambito gastroenterologico (EGDS, Colon,<br />
ERCP ecc.), risulta, nella letteratura scientifica nazionale e<br />
internazionale, una delle categorie lavorative affetta da <strong>di</strong>sturbi<br />
acuti e cronici sia a carico degli arti superiori che del<br />
rachide cervicale.<br />
Parecchie segnalazioni della presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi a carico<br />
degli arti superiori e del rachide cervicale, pur informali ma<br />
molto numerose, sono pervenute alla Società Italiana <strong>di</strong> Endoscopia<br />
Digestiva (SIED): ciò ha fatto porre l’attenzione della<br />
società a questo problema, che risulta fra quelli emergenti<br />
nella categoria. Si deve inoltre considerare che il numero <strong>di</strong><br />
esposti, data la sempre più ampia <strong>di</strong>ffusione che negli ultimi<br />
anni hanno avuto queste tecniche <strong>di</strong>agnostico-terapeutiche,<br />
è destinato a crescere in tempi anche abbastanza rapi<strong>di</strong>.<br />
OBIETTIVI<br />
Valutare l’effettiva presenza del rischio da sovraccarico biomeccanico<br />
degli arti superiori e del rachide per gli endoscopisti<br />
addetti all’esecuzione <strong>di</strong> gastro e colonscopie. Obiettivi<br />
specifici della ricerca erano in particolare:<br />
• Identificazione delle prevalenze <strong>di</strong> patologie/<strong>di</strong>sturbi agli<br />
arti superiori e al rachide cervicale nei servizi <strong>di</strong> endoscopia<br />
<strong>di</strong>gestiva a livello nazionale in collaborazione con la SIED;<br />
• Valutazione del rischio specifico nei servizi <strong>di</strong> endoscopia;<br />
METODI<br />
• Messa a punto <strong>di</strong> un protocollo specifico per la rilevazione<br />
dei <strong>di</strong>sturbi e delle patologie agli arti superiori e al rachide<br />
cervicale;<br />
• pianificazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> rilevazione dei danni/<strong>di</strong>sturbi<br />
a livello nazionale tramite: accesso <strong>di</strong>retto presso i servizi,<br />
implementazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> raccolta informatizzato<br />
(via web o altro) da parte <strong>di</strong> personale in<strong>di</strong>viduato dalla<br />
SIED;<br />
• stu<strong>di</strong>o dei modelli organizzativi presso almeno 4 centri <strong>di</strong><br />
endoscopia <strong>di</strong>gestiva;<br />
• identificazioni delle meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> esecuzione dei <strong>di</strong>versi<br />
esami endoscopici;<br />
• analisi del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti<br />
superiori con metodologia OCRA (Occupational Ripetitive<br />
Risk Assessment – EN 1005-5) e del rischio posturale per il<br />
rachide cervicale con le meto<strong>di</strong>che in<strong>di</strong>viduate nella norma<br />
tecnica EN 1005-4.<br />
RISULTATI<br />
È stato condotto un preliminare stu<strong>di</strong>o pilota che ha visto<br />
coinvolti 179 operatori del settore (personale sia me<strong>di</strong>co<br />
che infermieristico) volto a rilevare l’effettiva presenza del<br />
problema anche in Italia. Lo stu<strong>di</strong>o è stato programmato in<br />
collaborazione fra SIED, Unità <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> Ergonomia della Postura<br />
e del Movimento (EPM) con il patrocinio della Società<br />
Italiana <strong>di</strong> Ergonomia (SIE).<br />
A tale scopo è stato pre<strong>di</strong>sposto un questionario in autosomministrazione<br />
volto a rilevare la prevalenza dei <strong>di</strong>sturbi e<br />
delle patologie sia agli arti superiori che al rachide cervicale.<br />
Dai risultati dello stu<strong>di</strong>o pilota è emerso, in estrema sintesi,<br />
che circa il 21% degli intervistati è già portatore <strong>di</strong> una patologia<br />
riconosciuta e <strong>di</strong>agnosticata a livello delle spalle, il 9% a livello<br />
dei gomiti e ben il 26% a livello del <strong>di</strong>stretto mano-polso.<br />
Considerando che nella popolazione generale (non esposta<br />
al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori) la<br />
prevalenza complessiva delle patologie a livello degli arti superiori<br />
non eccede il 4,5 –5%, si può ben intuire la rilevanza <strong>di</strong><br />
questo fenomeno in questa specifica categoria <strong>di</strong> lavoratori.<br />
Trattandosi <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o pilota, la <strong>di</strong>mensione campionaria<br />
non appariva sufficiente a fornire delle risposte esaurienti,<br />
tuttavia in<strong>di</strong>ca che le problematiche ergonomiche, connesse<br />
con l’esecuzione degli esami endoscopici, erano meritevoli <strong>di</strong><br />
quegli approfon<strong>di</strong>menti identificati negli obiettivi della ricerca.<br />
D’altro lato, analisi preliminari con il metodo OCRA, su alcune<br />
fasi <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> endoscopia <strong>di</strong>gestiva (colonscopia),<br />
in<strong>di</strong>cavano la presenza <strong>di</strong> un deciso rischio <strong>di</strong> sovraccarico<br />
biomeccanico degli arti superiori e facevano ipotizzare la necessità<br />
<strong>di</strong> rivedere alcune caratteristiche “strutturali” delle<br />
apparecchiature <strong>di</strong> endoscopia (peso, impugnatura ecc.): in<br />
questo senso venivano anche a essere interessati i “produttori”<br />
delle apparecchiature.
Nonostante queste interessanti premesse, questa ricerca,<br />
avviata negli anni precedenti, non si è potuta sviluppare e<br />
concludere nel 2009 per via <strong>di</strong> una improvvisa ma decisa rinuncia<br />
dell’interlocutore interessato (SIED – Società Italiana<br />
Endoscopia Digestiva), che nel frattempo aveva mo<strong>di</strong>ficato i<br />
propri organismi collegiali. Non si sono conseguentemente<br />
resi <strong>di</strong>sponibili gli ulteriori risultati finali attesi.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Prevenzione del rischio da sovraccarico<br />
biomeccanico arti superiori e rachide nelle<br />
mansioni artigianali e<strong>di</strong>li<br />
Responsabile: Occhipinti Enrico<br />
INTRODUZIONE<br />
Le malattie professionali riconosciute, in Europa, hanno subito<br />
nell’ultimo decennio delle profonde mo<strong>di</strong>ficazioni, <strong>di</strong> cui<br />
la più rilevante è il costante incremento generale delle patologie<br />
muscolo-scheletriche: a questo trend ha contribuito<br />
in modo sostanziale anche il settore delle costruzioni. Una<br />
analisi più dettagliata, che pone a confronto a livello europeo<br />
i <strong>di</strong>versi settori produttivi, evidenzia come i <strong>di</strong>sturbi al rachide<br />
lombare e i <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici siano, nel comparto<br />
delle costruzioni, secon<strong>di</strong> solo al settore agricolo e della pesca:<br />
rispettivamente sono accusati dal 46,3 % e dal 45,3%<br />
dei lavoratori intervistati.<br />
È indubbio quin<strong>di</strong> che le MSD nel settore esaminato costituiscono<br />
un problema, già evidente in Europa e in aumento in<br />
Italia, che necessita <strong>di</strong> risposte adeguate: queste sono rappresentate<br />
dall’applicazione <strong>di</strong> misure ergonomiche, come attestato<br />
da vari autori. Dati recenti pubblicati dall’INAIL nel 2007<br />
confermano un analogo andamento nella popolazione italiana:<br />
il settore delle costruzioni registra il più alto numero <strong>di</strong> malattie<br />
professionali denunciate rispetto ai settori dell’industria<br />
e dei servizi. In particolare le patologie muscolo-scheletriche<br />
rappresentano il 21,5%. Con l’avvento della nuova tabella delle<br />
malattie professionali le richieste <strong>di</strong> risarcimento per questo<br />
tipo <strong>di</strong> patologie dovrebbero subire un incremento.<br />
Il numero delle malattie professionali, al momento attuale,<br />
è verosimilmente sottostimato, sia per il moltiplicarsi negli<br />
ultimi anni dei lavoratori autonomi la cui adesione a programmi<br />
<strong>di</strong> sorveglianza sanitaria è volontaria, sia perché ancora<br />
oggi in questo settore i controlli sanitari preventivi e perio<strong>di</strong>ci<br />
sono meno <strong>di</strong>ffusi rispetto ad altri comparti e, nel caso in<br />
cui vengano realizzati, la valutazione del rischio (specie per i<br />
fattori <strong>di</strong> rischio da sovraccarico biomeccanico) manca del<br />
tutto oppure è largamente carente, rendendo <strong>di</strong>fficile l’identificazione<br />
del nesso <strong>di</strong> causalità.<br />
Per questo motivo è stato attivato un progetto <strong>di</strong> ricerca mirato<br />
alla identificazione precoce dei <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
77
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
78<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
nei lavoratori e<strong>di</strong>li. Questo progetto – presso i lavoratori associati<br />
alla CPTA (Comitato Paritetico Territoriale Artigiano) <strong>di</strong><br />
Bergamo – prevede l’applicazione, in sede <strong>di</strong> visita me<strong>di</strong>ca, <strong>di</strong><br />
un ben definito protocollo clinico per la raccolta e l’in<strong>di</strong>viduazione<br />
dei <strong>di</strong>sturbi e delle patologie muscolo-scheletriche.<br />
OBIETTIVI<br />
Stu<strong>di</strong>o della prevalenza delle patologie e <strong>di</strong>sturbi muscolo<br />
scheletrici in un significativo gruppo <strong>di</strong> addetti e<strong>di</strong>li artigiani<br />
appartenenti alla CPTA <strong>di</strong> Bergamo.<br />
METODI<br />
È stato applicato un protocollo <strong>di</strong> esame clinico-anamnestico<br />
dell’apparato locomotore (rachide e arti superiori) già da tempo<br />
messo a punto da EPM.<br />
Lo stesso è stato adottato dai me<strong>di</strong>ci competenti addetti alla<br />
sorveglianza sanitaria dei lavoratori interessati, previo specifico<br />
addestramento.<br />
Il protocollo ha riguardato 2247 lavoratori, tutti maschi, presentatisi<br />
al controllo sanitario perio<strong>di</strong>co nel periodo novembre<br />
2009-luglio 2010.<br />
I dati raccolti, ulteriormente verificati dall’Unità <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong><br />
EPM, sono stati elaborati con il pacchetto statistico SPSS<br />
versione 17.<br />
RISULTATI<br />
Sono stati acquisiti dati relativi a un campione <strong>di</strong> 2247 soggetti<br />
con mansioni <strong>di</strong>versificate <strong>di</strong> cui il gruppo dei muratori<br />
rappresenta oltre il 50%.<br />
L’età me<strong>di</strong>a è pari a 37 anni; l’anzianità <strong>di</strong> servizio me<strong>di</strong>a è<br />
pari a 14,5 anni.<br />
L’analisi è stata effettuata sia sull’intero campione sia sul<br />
gruppo <strong>di</strong> muratori.<br />
In entrambi i casi si evidenziano prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e <strong>di</strong><br />
patologie agli arti superiori nettamente più elevate rispetto<br />
a un gruppo <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> soggetti non esposti. Per<br />
quanto riguarda il rachide lombare l’evidenza più significativa<br />
afferisce all’elevata prevalenza <strong>di</strong> patologia degenerativa<br />
(ernia <strong>di</strong>scale). La prevalenza <strong>di</strong> soggetti con ernia <strong>di</strong>scale è<br />
risultata del 5,6%, circa 3 volte più alta dell’atteso (2%): tale<br />
<strong>di</strong>fferenza è risultata statisticamente significativa (p
Valutazione strumentale della richiesta funzionale<br />
(fisico meccanica) del lavoro, complementare<br />
all’analisi condotta tramite meto<strong>di</strong> osservazionali<br />
consolidati<br />
Responsabile: Occhipinti Enrico<br />
INTRODUZIONE<br />
Per la valutazione dei fattori <strong>di</strong> rischio lavorativo che influenzano<br />
le patologie muscolo-scheletriche degli arti superiori è<br />
stato in tempi recenti sviluppato il metodo dell’in<strong>di</strong>ce OCRA,<br />
stima sintetica dell’esposizione a movimenti ripetitivi degli<br />
arti superiori. Il metodo OCRA, oggi standard europeo e<br />
internazionale, in<strong>di</strong>viduando e assegnando un punteggio a<br />
<strong>di</strong>fferenti fattori <strong>di</strong> rischio produce in uscita un in<strong>di</strong>ce che<br />
pre<strong>di</strong>ce la possibilità <strong>di</strong> contrarre una patologia del <strong>di</strong>stretto<br />
arto superiore per esposizioni lavorative me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> 5-10 anni.<br />
Il suo punteggio finale viene articolato in fasce corrispondenti<br />
a <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> rischio (accettabile, dubbio o molto lieve,<br />
presente ed elevato). Il metodo OCRA, essendo in grado<br />
<strong>di</strong> analizzare la richiesta funzionale del compito lavorativo,<br />
può fornire un valido supporto per la progettazione ergonomica<br />
del posto <strong>di</strong> lavoro, in particolare, per la prevenzione<br />
del rischio <strong>di</strong> insorgenza <strong>di</strong> UL-WMSDs. D’altra parte, però,<br />
se il metodo OCRA prende in considerazione una serie <strong>di</strong><br />
fattori misurabili in maniera oggettiva <strong>di</strong>rettamente sul luogo<br />
<strong>di</strong> lavoro (orario lavorativo, frequenza <strong>di</strong> azione, posture,<br />
movimenti), rimane la criticità del fattore “forza”, che viene<br />
misurato (come del resto propongono molti altri meto<strong>di</strong><br />
presenti in letteratura) per lo più in maniera soggettiva. Tale<br />
fattore è ottenuto, nel metodo OCRA, da interviste effettuate<br />
al lavoratore sottoponendo una scala su punti a sforzo<br />
percepito crescente (Scala <strong>di</strong> Borg CR-10).<br />
Tale metodo soggettivo presenta criticità <strong>di</strong> vario tipo. Per<br />
una migliore oggettivazione del fattore forza (relazionato ad<br />
altri aspetti come la postura e i tempi <strong>di</strong> pausa) l’elettromiografia<br />
<strong>di</strong> superficie (sEMG) può rappresentare lo strumento<br />
appropriato a una analisi parametrica oggettiva. Con tale<br />
metodologia, infatti, è possibile analizzare il grado <strong>di</strong> coinvolgimento<br />
<strong>di</strong> singoli muscoli durante l’effettuazione <strong>di</strong> particolari<br />
compiti, permettendo <strong>di</strong> valutare i livelli <strong>di</strong> attività associati<br />
a un particolare complesso muscolo-ten<strong>di</strong>neo, noto<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
per essere il sito, per esempio, <strong>di</strong> effetti negativi <strong>di</strong> salute.<br />
Analogamente a quanto argomentato per il rapporto tra metodo<br />
OCRA e sEMG, vi sono altri meto<strong>di</strong> consolidati (<strong>di</strong> tipo<br />
osservazionale) del sovraccarico biomeccanico lavorativo<br />
che bene si gioverebbero dell’ausilio <strong>di</strong> tecniche strumentali<br />
per la misurazione oggettiva <strong>di</strong> parametri e determinanti fondamentali<br />
(es.: forza; escursioni angolari <strong>di</strong> parti corporee;<br />
perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> riposo muscolare ecc.).<br />
La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che e procedure analitiche strumentali<br />
è <strong>di</strong> ausilio a Me<strong>di</strong>ci Competenti, Addetti ai Servizi <strong>di</strong><br />
Protezione e Prevenzione aziendale agli operatori dei servizi<br />
<strong>di</strong> consulenza e vigilanza dell’INAIL e delle ASL, nei rispettivi<br />
ruoli, per la valutazione, gestione e prevenzione dei rischi<br />
lavorativi per l’apparato muscolo-scheletrico.<br />
OBIETTIVI<br />
Si è proceduto alla in<strong>di</strong>viduazione delle procedure da sviluppare<br />
con tecnologie strumentali e alla definizione <strong>di</strong><br />
tecniche/strumenti da sviluppare. Si è focalizzata l’attenzione<br />
sulla EMG vocazionale <strong>di</strong> superficie con trasmissione<br />
telemetrica del segnale e meto<strong>di</strong>ca analitica (con relativo<br />
software) <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e interpretazione. In tal senso l’obiettivo<br />
principale è consistito nel definire e sviluppare modalità<br />
standar<strong>di</strong>zzate <strong>di</strong> acquisizione ed elaborazione del segnale<br />
elettromiografico <strong>di</strong> superficie per l’identificazione <strong>di</strong> parametri<br />
utili a una più oggettiva caratterizzazione del livello <strong>di</strong><br />
sforzo muscolare durante attività manuali ripetute dell’arto<br />
superiore e della mano.<br />
Attenzione è stata posta anche alla possibile utilizzazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>namometri elettronici per stu<strong>di</strong> sul campo <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> traino<br />
e spinta manuale.<br />
METODI<br />
In relazione all’obiettivo principale, dopo la messa a punto <strong>di</strong><br />
strumenti e modalità esecutive delle Massime Contrazioni<br />
Volontarie (MVC) per la normalizzazione e calibrazione del<br />
segnale elettromiografico, sono stati implementati un nuovo<br />
sistema <strong>di</strong> acquisizione <strong>di</strong> elettromiografia <strong>di</strong> superficie e video<br />
sincronizzati, in grado <strong>di</strong> garantire un buon grado <strong>di</strong> ripetibilità<br />
inter- e intrasoggettiva e un software <strong>di</strong> elaborazione<br />
de<strong>di</strong>cato a un utilizzo tecnico “sul campo”.<br />
La metodologia sviluppata è stata dapprima testata in labo-<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
79
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
80<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
ratorio su un gruppo <strong>di</strong> 12 soggetti sani, stu<strong>di</strong>ando un compito<br />
ripetitivo eseguito in due <strong>di</strong>fferenti modalità (in<strong>di</strong>ce OCRA<br />
elevato/basso). In seguito tale metodologia è stata testata<br />
<strong>di</strong>rettamente in ambito lavorativo per valutare <strong>di</strong>fferenti tipologie<br />
<strong>di</strong> strumenti per la potatura.<br />
RISULTATI<br />
I risultati del protocollo <strong>di</strong> laboratorio hanno evidenziato insorgenza<br />
<strong>di</strong> affaticamento per i gruppi muscolari maggiormente<br />
implicati nel movimento solo nel caso della prova ad<br />
alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio. Hanno evidenziato inoltre <strong>di</strong>fferenza<br />
significativa in termini <strong>di</strong> maggiore livello <strong>di</strong> attivazione, e<br />
quin<strong>di</strong> forza necessaria, nel caso della prova ad alto in<strong>di</strong>ce<br />
OCRA. Tali risultati oggettivano le <strong>di</strong>fferenze delle percezioni<br />
soggettive dello sforzo rilevate tramite Scala <strong>di</strong> Borg.<br />
I risultati dell’applicazione aziendale <strong>di</strong>mostrano l’esportabilità<br />
del protocollo sviluppato anche in una realtà lavorativa e<br />
mostrano l’utilità dell’analisi nella valutazione delle <strong>di</strong>fferenze<br />
relative tra strumenti.<br />
Dopo tali prove iniziali, il sistema è stato inoltre utilizzato per<br />
lo stu<strong>di</strong>o sul campo <strong>di</strong> altri compiti lavorativi, in particolare in<br />
agricoltura, nel settore tessile, nella guida <strong>di</strong> bus, nel settore<br />
ospedaliero e in quello della pesca (anche all’estero).<br />
È stato consolidato il software <strong>di</strong> elaborazione del segnale<br />
ai fini <strong>di</strong> interpretazione dei dati ed è stata implementata la<br />
progettazione <strong>di</strong> uno strumento per l’acquisizione standar<strong>di</strong>zzata<br />
delle MCV al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> ambienti de<strong>di</strong>cati, ipotizzando<br />
anche l’utilizzo <strong>di</strong> apposite celle <strong>di</strong> carico per la verifica della<br />
relazione forza/segnale EMG.<br />
Collateralmente si stanno stu<strong>di</strong>ando <strong>di</strong>verse soluzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>namometro<br />
“elettronico” da destinare allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> attività <strong>di</strong><br />
traino e spinta con particolare attenzione a situazioni in cui vi<br />
sono percorsi lunghi, accidentati o con molte curve.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Pigini L, Colombini D, Rabuffetti M, Ferrarin M. Tecniche<br />
<strong>di</strong> acquisizione e analisi del segnale elettromiografico per<br />
lo stu<strong>di</strong>o del sovraccarico biomeccanico occupazionale. La<br />
Me<strong>di</strong>cina del Lavoro 2010; 101, 2: 118-133.<br />
Sviluppo e applicazione clinica <strong>di</strong> metodologie<br />
per lo stu<strong>di</strong>o del sistema car<strong>di</strong>orespiratorio e dei<br />
suoi meccanismi <strong>di</strong> controllo<br />
Responsabile: Di Rienzo Marco<br />
INTRODUZIONE<br />
Le attività sono state svolte dal Laboratorio <strong>di</strong> Ricerche<br />
Car<strong>di</strong>ovascolari (LaRC) del Polo Tecnologico con la collaborazione<br />
del Laboratorio <strong>di</strong> Tecniche Avanzate <strong>di</strong> Analisi e<br />
Trattamento dei Biosegnali e del Laboratorio dei Sensori Indossabili<br />
e Teleme<strong>di</strong>cina (WeST Lab).<br />
ATTIVITÀ SPERIMENTALE<br />
a) Applicazione clinica <strong>di</strong> metodologie da noi sviluppate<br />
• In collaborazione con l’Ospedale San Gerardo <strong>di</strong> Monza si è<br />
giunti alla conclusione e pubblicazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o mirato<br />
a valutare l’ipotesi da più parti suggerita che nei pazienti con<br />
scompenso car<strong>di</strong>aco la ridotta frazione <strong>di</strong> eiezione possa<br />
essere la causa della ridotta funzionalità del controllo barocettivo<br />
del circolo (importante fattore <strong>di</strong> rischio per il paziente).<br />
Per questo stu<strong>di</strong>o si sono reclutati 31 pazienti con<br />
scompenso car<strong>di</strong>aco, 29 pazienti con patologie coronariche<br />
e 29 soggetti <strong>di</strong> controllo. La funzionalità barocettiva è stata<br />
analizzata utilizzando sia tecniche tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> laboratorio<br />
che la tecnica delle sequenze (meto<strong>di</strong>ca non invasiva basata<br />
sull’analisi della variabilità spontanea della pressione e frequenza<br />
car<strong>di</strong>aca sviluppata in precedenza presso il LaRC).<br />
Dallo stu<strong>di</strong>o si è evidenziato che la performance barocettiva<br />
non <strong>di</strong>pende, come ipotizzato, da una <strong>di</strong>minuita frazione <strong>di</strong><br />
eiezione, e quin<strong>di</strong> da una ridotta funzionalità meccanica del<br />
cuore, ma sembra invece essere correlata con alterazioni<br />
strutturali del letto vascolare. Un secondo stu<strong>di</strong>o, sempre<br />
in collaborazione con lo stesso gruppo <strong>di</strong> ricercatori, si è invece<br />
focalizzato nel valutare i fattori responsabili della importante<br />
<strong>di</strong>minuzione della funzionalità barocettiva (con conseguente<br />
aumentato rischio <strong>di</strong> mortalità) durante lo shock<br />
settico. In particolare si è indagato se la <strong>di</strong>minuita funzionalità<br />
barocettiva fosse dovuta alla <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> pressione o<br />
alla tossina in sé. In questo esperimento si sono considerati<br />
dati raccolti presso il Policlinico <strong>di</strong> Milano su 7 ratti in cui è<br />
stata infusa la tossina E. coli lipopolysaccharides in dosi tali<br />
da non produrre variazioni <strong>di</strong> pressione. Si è potuto quin<strong>di</strong>
verificare che la tossina induce una marcata inibizione della<br />
funzionalità barocettiva in<strong>di</strong>pendentemente dalle variazioni<br />
<strong>di</strong> pressione arteriosa.<br />
• In collaborazione con l’U.O. <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia Riabilitativa<br />
FDG <strong>di</strong> Parma, si è giunti al termine delle analisi e alla<br />
stesura del lavoro finale (poi pubblicato nel gennaio 2011)<br />
<strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o finalizzato a in<strong>di</strong>viduare in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità<br />
basati sulla sola analisi del livello me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> frequenza<br />
car<strong>di</strong>aca e della caduta pressoria notturna. L’efficacia<br />
del metodo è stata stu<strong>di</strong>ata su 46 pazienti ipertesi<br />
confrontandone le stime con i risultati ottenuti attraverso<br />
la valutazione tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità. I risultati<br />
hanno evidenziato che il 67% dei pazienti che hanno una<br />
caduta notturna <strong>di</strong> pressione arteriosa minore del 10%<br />
del valore pressorio me<strong>di</strong>o registrato sulle 24 ore e una<br />
frequenza car<strong>di</strong>aca me<strong>di</strong>a giornaliera maggiore <strong>di</strong> 70 battiti<br />
al minuto sono so<strong>di</strong>osensibili. Questi dati suggeriscono<br />
l’uso del monitoraggio pressorio sulle 24 ore come<br />
strumento per identificare i pazienti a maggior rischio <strong>di</strong><br />
so<strong>di</strong>o sensibilità, evitando così <strong>di</strong> dover sottoporre ai molto<br />
più impegnativi test tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità circa<br />
la metà dei pazienti ipertesi.<br />
b) Approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> aspetti <strong>di</strong> fisiologia car<strong>di</strong>ovascolare<br />
• Si sono analizzati dati precedentemente raccolti in collaborazione<br />
con l’Aeronautica Militare Italiana sull’effetto<br />
sul sistema car<strong>di</strong>orespiratorio <strong>di</strong> particolari manovre in<br />
volo caratterizzate da brusche variazioni gravitazionali (da<br />
−1 g a +5 g in 2-5 secon<strong>di</strong>) e atte a sollecitare il cosiddetto<br />
push-pull effect (PPE). In con<strong>di</strong>zioni estreme, questo fenomeno<br />
può portare alla temporanea per<strong>di</strong>ta della visione<br />
e coscienza del pilota. Un’indagine sugli aspetti fisiologici<br />
legati a queste manovre è quin<strong>di</strong> funzionale alla ottimizzazione<br />
<strong>di</strong> contromisure. Questo esperimento rappresenta<br />
la prima rilevazione del fenomeno durante voli reali (i dati<br />
finora <strong>di</strong>sponibili sono stati raccolti in situazioni simulate<br />
in laboratorio attraverso l’uso <strong>di</strong> centrifughe). Tutte le registrazioni<br />
(15 voli) sono state effettuate utilizzando la maglietta<br />
MagIC. Abbiamo effettuato le prime analisi dei dati<br />
raccolti su 3 piloti, soffermandoci in particolare sugli effetti<br />
delle manovre sulla frequenza car<strong>di</strong>aca. I risultati, presen-<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
tati a congressi del settore, hanno documentato per la prima<br />
volta gli effetti del push-pull sul ritmo car<strong>di</strong>aco durante<br />
situazioni <strong>di</strong> volo reale ed evidenziano un quadro <strong>di</strong> iperattivazione<br />
simpatica a +5 g quando la manovra è preceduta<br />
da una sollecitazione gravitazionale negativa. Le analisi<br />
sono in fase <strong>di</strong> completamento. Gli aspetti conoscitivi risultanti<br />
da questo stu<strong>di</strong>o sono attinenti alla comprensione<br />
dei meccanismi fisiopatologici sottostanti alle <strong>di</strong>sfunzioni<br />
nel controllo car<strong>di</strong>ovascolare osservabili durante i cambi<br />
posturali in molte patologie.<br />
• Sono altresì proseguite le attività sperimentali relative allo<br />
stu<strong>di</strong>o degli effetti car<strong>di</strong>orespiratori dell’ipossia in quota durante<br />
il sonno. La prima attività in questo settore si è focalizzata<br />
sull’analisi dei dati raccolti da 30 sistemi MagIC nella<br />
spe<strong>di</strong>zione sul Monte Everest nel 2008. Inoltre, facendo<br />
uso della nuova meto<strong>di</strong>ca messa a punto dal Laboratorio <strong>di</strong><br />
Tecniche Avanzate <strong>di</strong> Analisi e Trattamento dei Biosegnali<br />
per la valutazione del livello <strong>di</strong> complessità della <strong>di</strong>namica<br />
dei segnali car<strong>di</strong>ovascolari, si è potuto evidenziare come<br />
l’effetto dell’ipossia nel sonno in alta quota (a 5400 m) non<br />
sia rilevabile utilizzando tecniche <strong>di</strong> analisi tra<strong>di</strong>zionali ma<br />
possa invece essere esplorata attraverso lo stu<strong>di</strong>o delle<br />
componenti complesse e non lineari della variabilità car<strong>di</strong>aca.<br />
La seconda attività in questo ambito riguarda la partecipazione,<br />
nel luglio 2010, a una nuova spe<strong>di</strong>zione sul Monte<br />
Rosa (Capanna Margherita) nel corso della quale sono stati<br />
monitorati, sempre con il sistema MagIC, 25 soggetti durante<br />
il sonno a quota 4580 m.<br />
• Il nuovo algoritmo sopra citato è stato inoltre utilizzato in 9<br />
volontari sani per valutare l’influenza del sistema nervoso<br />
autonomo sulle componenti complesse (autosomiglianza)<br />
della frequenza car<strong>di</strong>aca e della pressione arteriosa.<br />
I dati sono stati raccolti presso l’Università <strong>di</strong> Lione. Nei<br />
soggetti, le registrazioni sono state effettuate durante una<br />
sequenza <strong>di</strong> blocchi autonomici farmacologici (blocco simpatico,<br />
vagale e doppio). Da questo stu<strong>di</strong>o è stato preparato<br />
un articolo accettato nel 2010 e pubblicato nel 2011.<br />
Con la stessa metodologia in 60 volontari sani si è inoltre<br />
stu<strong>di</strong>ato come la postura, l’attività fisica e il genere possano<br />
influenzare la struttura <strong>di</strong> autosomiglianza dei parametri<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
81
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
82<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
car<strong>di</strong>ovascolari. I risultati <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> permettono <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re<br />
il correlato tra fattori biologici e variazioni nelle<br />
componenti complesse della variabilità car<strong>di</strong>ovascolare e<br />
fondano i presupposti per la creazione <strong>di</strong> nuovi in<strong>di</strong>ci non<br />
invasivi della funzionalità car<strong>di</strong>aca utilizzabili sia in ambito<br />
sperimentale che clinico.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> nuove meto<strong>di</strong>che per lo stu<strong>di</strong>o del baroriflesso<br />
• È stato inoltre sviluppato e proposto un aggiornamento<br />
della tecnica delle sequenze per la valutazione non invasiva<br />
della sensibilità del baroriflesso, da noi sviluppata nel<br />
passato. In particolare è stato messo a punto un modello<br />
che introducendo il concetto <strong>di</strong> punto <strong>di</strong> lavoro (set-point),<br />
valuta e aggrega in modo in<strong>di</strong>pendente le risposte barocettive<br />
osservate quando il sistema car<strong>di</strong>ovascolare tende<br />
a convergere o a <strong>di</strong>vergere dal punto <strong>di</strong> lavoro durante il<br />
comportamento spontaneo.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Porta A, Di Rienzo M, Wessel N, Kurths J. Addressing the<br />
complexity of car<strong>di</strong>ovascular regulation. Philos Transact A<br />
Math Phys Eng Sci. 2009 Apr 13;367(1892):1215-8.<br />
– Di Rienzo M, Parati G, Radaelli A, Castiglioni P. Baroreflex<br />
contribution to blood pressure and heart rate oscillations:<br />
time scales, time-variant characteristics and nonlinearities.<br />
Philos Transact A Math Phys Eng Sci. 2009 Apr<br />
13;367(1892):1301-18.<br />
– Castiglioni P, Parati G, Civijian A, Quintin L, Di Rienzo M.<br />
Local scale exponents of blood pressure and heart rate<br />
variability by detrended fluctuation analysis: effects of posture,<br />
exercise, and aging. IEEE Trans Biomed Eng. 2009<br />
Mar;56(3):675-84.<br />
– Parati G, Di Rienzo M, Coruzzi P, Castiglioni P. Chronic<br />
hypotension and modulation of autonomic car<strong>di</strong>ovascular<br />
regulation. Hypertens Res. 2009 Nov;32(11):931-3.<br />
– Di Rienzo M, Porta A. Car<strong>di</strong>ovascular Variability: Clinical applications<br />
of linear and nonlinear components. IEEE EMB<br />
Mag, 28(6): 16-17, 2009.<br />
– Radaelli A, Castiglioni P, Balestri G, Cesana F, De Carlini C,<br />
Soriano F, Azzellino A, Di Rienzo M, Paolini G, Ferrari AU,<br />
Mancia G. Increased pulse wave velocity and not reduced<br />
ejection fraction is associated with impaired baroreflex<br />
control of heart rate in congestive heart failure. J Hypertens.<br />
2010, 28(9):1908-1912.<br />
– Castiglioni P, Parati G, Brambilla L, Brambilla V, Gualerzi<br />
M, Di Rienzo M, Coruzzi P. Detecting so<strong>di</strong>um-sensitivity<br />
in hypertensive patients: information from 24-hour ambulatory<br />
blood pressure monitoring. Hypertension. 2011;<br />
57(2):180-5.<br />
– Castiglioni P, Parati G, Di Rienzo M, Carabalona R, Cividjian<br />
A, Quintin L. Scale exponents of blood pressure and heart<br />
rate during autonomic blockade as assessed by detrended<br />
fluctuation analysis. J Physiol. 2011, 15;589:355-69.<br />
– Castiglioni P, Caldara G, Di Rienzo M, Parati G. Where is<br />
the fractal component of heart rate spectra hi<strong>di</strong>ng? Anesth<br />
Analg. 2010 Jun;110(6):1752.<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Faini A, Mazzoleni P,<br />
Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Textile technology to<br />
investigate linear and fractal heart rate dynamics during<br />
sleep at high altitude. Methods of Information in Me<strong>di</strong>cine.<br />
2010 Jun 22;49:521-525.<br />
– Di Rienzo M, Meriggi P, Rizzo F, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C,<br />
Ferratini M, Parati G. Textile technology for the vital signs<br />
monitoring in teleme<strong>di</strong>cine and extreme environments.<br />
IEEE Trans on Information Technology in BioMe<strong>di</strong>cine.<br />
14(3):711-717, 2010.<br />
Abstract e Atti <strong>di</strong> congresso:<br />
– Radaelli A, Castiglioni P, De Carlini C, Bonfa<strong>di</strong>ni S, Accorsi<br />
C, Soriano F, Balestri G, Di Rienzo M, Paolini G, Mancia<br />
G. Patients with coronary artery <strong>di</strong>sease have a marked<br />
impairment of the baroreflex function even in absence of a<br />
myocar<strong>di</strong>al infarction. 19 th European Meeting on Hypertension<br />
2009, Abstract, p. S325.<br />
– Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Bartesaghi M, Caldara G, Styczkiewicz<br />
K, Bilo G, Giglio A, Colamartino E, Mazzoleni P, Savia<br />
G, Di Rienzo M, Mancia G, Parati G. High altitude hypoxia<br />
and perio<strong>di</strong>c breathing during sleep: gender related <strong>di</strong>fferences.<br />
The highcare project. 19 th European Meeting on<br />
Hypertension 2009, Abstract, p. S333.<br />
– Lombar<strong>di</strong> C, Castiglioni P, Meriggi P, Di Rienzo M, Parati<br />
G. Sleep Disordered Breathing and High Altitude Hypoxia:<br />
gender related <strong>di</strong>fferences. The Highcare project.
6 th Congress of The International Society for Autonomic<br />
Neuroscience 2009, Sydney. In: Autonomic Neuroscience:<br />
Basic and Clinical, Vol. 149, Aug 2009, 34 (Awarded by<br />
ISAN2009 grant).<br />
– Di Rienzo M, Conci F, Castiglioni P. Blood pressure and<br />
heart rate fluctuations and baroreflex control: insights<br />
from data before and after brain death. O. Dössel and W<br />
C. Schlegel (Eds.): WC 2009, IFMBE Procee<strong>di</strong>ngs 25/IV,<br />
pp. 1303-1305. IFMBE World Congress on Me<strong>di</strong>cal Physics<br />
and Biome<strong>di</strong>cal Engineering, 2009.<br />
– Radaelli A, Castiglioni P, De Carlini C, Soriano F, Di Rienzo<br />
M, Mancia G. Infusion of E. Coli Lipopolysaccharides Toxin<br />
in Rats Produces A Severe Impairment of Baroreflex Function<br />
in Absence of Blood Pressure Changes: Pp.32.261<br />
Journal of Hypertension. 28:e528, June 2010.<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Meriggi P, Rizzo F, Cacopardo<br />
S, Guadagno AG. Textile Sensors for the Assessment of<br />
Gravitational Stress and Car<strong>di</strong>ac Rhythm in Real Flight Manoeuvres.<br />
Proc. of P-Health 2010, Berlino.<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Meriggi P, Rizzo F, Trivelloni PA,<br />
Cacopardo S, Guadagno AG. Assessment of Gravitational<br />
Stress on Heart Rate Variability During Maneuvers on High<br />
Performance Jet Flights. Proc of 32 th Conference of the<br />
IEEE-EMBS 2010, Buenos Aires, pp. 3457-3459.<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Meriggi P, Rizzo F, Cacopardo S,<br />
Guadagno AG. Push-pull effect and car<strong>di</strong>ac rhythm in real<br />
flight maneuvers: an assessment through a textile wearable<br />
system. Proc. of the 31 st annual ISGP meeting/11 th<br />
ESA life science symposium, Trieste 2010. In press on<br />
Journal of Gravitational Physiology.<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Bilo G, Revera M, Faini<br />
A, Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Nonlinear car<strong>di</strong>ac effects<br />
of high altitude hypoxia through the continuous DFA<br />
(n) spectrum. Proc. 6 th ESGCO 2010, April12-14, 2010,<br />
Berlin (D).<br />
– Castiglioni P, Di Rienzo M. Gender Related Differences in<br />
Scaling Structure of Heart-Rate and Blood-Pressure Variability<br />
as Assessed by Detrended Fluctuation Analysis.<br />
Computing in Car<strong>di</strong>ology 2010;37:137−140.<br />
– Meriggi P, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C, Rizzo F, Mazzoleni P,<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Faini A, Di Rienzo M, Parati G. Polisomnography in Extreme<br />
Environments: the MagIC Wearable System for Monitoring<br />
Climbers at Very-High Altitude on Mt.Everest Slopes.<br />
Proc. Computing in Car<strong>di</strong>ology 2010, 37:1087-1090.<br />
– Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Castiglioni P, Bartesaghi M, Caldara<br />
G, Faini A, Bilo G, Revera M, Colamartino E, Gregorini<br />
F, Giuliano A, Valentini M, Mazzoleni P, Di Rienzo M, Agostoni<br />
P, Mancia G, Parati G. Car<strong>di</strong>o-Respiratory Adaptation<br />
To High Altitude Hypoxia in Professional Climbers Versus<br />
Non-Climbers. The Highcare Project: Pp.32.277 Journal of<br />
Hypertension. 28:e532, June 2010.<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Parati G. The Sequence Technique<br />
Revised: Ad<strong>di</strong>tional Concepts on the Assessment of<br />
Spontaneous Baroreflex Function. Proc. of 32 th Conference<br />
of the IEEE-EMBS 2010, Buenos Aires.<br />
– Castiglioni P, Parati G, Cividjian A, Quintin L, Di Rienzo M.<br />
Autonomic determinants of blood pressure and heart rate<br />
self-similarity. Proc. 6 th ESGCO 2010, April 12-14, 2010,<br />
Berlin (D).<br />
– Castiglioni P, Di Rienzo M. Gender Related Differences in<br />
Scaling Structure of Heart-Rate and Blood-Pressure Variability<br />
as Assessed by Detrended Fluctuation Analysis.<br />
Computing in Car<strong>di</strong>ology 2010;37:137−140.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
83
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
84<br />
<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Fig. 1<br />
Frontespizio del modello standard<br />
informatizzato per la Relazione <strong>di</strong><br />
Valutazione Ausili, pre<strong>di</strong>sposto per<br />
la fi rma <strong>di</strong>gitale.
Sviluppo e integrazione <strong>di</strong> sensori avanzati per<br />
la domotica sanitaria, l’home care e la teleme<strong>di</strong>cina<br />
Responsabile: Di Rienzo Marco<br />
INTRODUZIONE<br />
In questo progetto si includono le attività svolte dal Laboratorio<br />
dei Sensori Indossabili e Teleme<strong>di</strong>cina (WeST Lab).<br />
Sviluppo <strong>di</strong> metodologie per il telemonitoraggio domiciliare<br />
Nel 2007 è partita una collaborazione, siglata con un accordo<br />
formale, tra FDG e il consorzio del progetto europeo HEART-<br />
FAID (A knowledge based platform of services for supporting<br />
me<strong>di</strong>cal and clinical management of the heart failure<br />
within the elderly population, FP6 – STREP – 01/02/2006 –<br />
31/12/2009). Nell’ambito <strong>di</strong> tale collaborazione la maglietta<br />
MagIC è stata utilizzata dal consorzio come strumento per<br />
la rilevazione in tempo reale dei parametri vitali al domicilio<br />
<strong>di</strong> pazienti affetti da scompenso car<strong>di</strong>aco. A tal fine si è<br />
quin<strong>di</strong> messa a punto una architettura hardware (basata su<br />
TouchScreen PC e chiavetta USB-UMTS) che ha permesso<br />
la raccolta semplificata dei dati provenienti dalla maglietta<br />
(ECG e respiro) e la trasmissione automatica dei dati dalla<br />
casa del paziente <strong>di</strong>rettamente ai caregiver (in questo caso<br />
3 car<strong>di</strong>ologi partecipanti al progetto) attraverso email. Dopo<br />
una estesa validazione in laboratorio, il sistema è stato utilizzato<br />
sul campo per monitorare 3 soggetti anziani (63, 72 e<br />
82 anni) con scompenso car<strong>di</strong>aco presso il loro domicilio. A<br />
ciascun soggetto è stato chiesto <strong>di</strong> effettuare una sessione<br />
<strong>di</strong> telemonitoraggio per 3 minuti ogni giorno per un mese.<br />
Prima <strong>di</strong> ogni sessione il paziente indossava la maglietta e<br />
accendeva il TouchScreen PC che automaticamente raccoglieva<br />
i dati dalla maglietta, preparava l’email e la inviava ai<br />
car<strong>di</strong>ologi, attraverso il collegamento UMTS. Tutti i pazienti<br />
hanno seguito correttamente il protocollo. In questa sperimentazione<br />
pilota, il sistema ha permesso una corretta trasmissione<br />
dei dati in 85 sessioni sulle 90 effettuate (94%)<br />
mentre in 5 casi è stato necessario ripetere la sessione a<br />
causa <strong>di</strong> una congestione nel traffico telefonico. Al termine<br />
del periodo <strong>di</strong> sperimentazione è stata fatta un’intervista ai<br />
pazienti per raccogliere i loro commenti. I soggetti hanno<br />
trovato la maglietta confortevole e il protocollo facile da seguire,<br />
anche negli aspetti <strong>di</strong> interazione con il PC. Inoltre ci<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
hanno segnalato che attraverso questo sistema si sentivano<br />
costantemente accu<strong>di</strong>ti, chiedendoci <strong>di</strong> poter proseguire<br />
con il monitoraggio. In un paziente abbiamo quin<strong>di</strong> proseguito<br />
il monitoraggio per ulteriori 20 giorni. I car<strong>di</strong>ologi che<br />
ricevevano i dati hanno trovato la qualità del segnale ECG<br />
buona in 87 sessioni e il sistema <strong>di</strong> trasmissione via email<br />
appropriato per una valutazione delle informazioni provenienti<br />
dal paziente.<br />
Integrazione <strong>di</strong> MagIC con sensori ambientali<br />
Inoltre, le attività in questo settore si sono focalizzate sulla integrazione<br />
della maglietta MagIC all’interno della casa domotica<br />
DAT, realizzata all’interno del centro <strong>di</strong> S. Maria Nascente,<br />
e sullo sviluppo <strong>di</strong> procedure software in grado <strong>di</strong> analizzare<br />
le informazioni raccolte dalla maglietta all’interno del DAT,<br />
estrarne i parametri essenziali e convogliare i dati verso un<br />
server esterno. Quest’ultimo, integrando le informazioni provenienti<br />
da MagIC con quelle provenienti da altri sensori contenuti<br />
nella casa domotica, sarà in grado <strong>di</strong> attivare una serie<br />
<strong>di</strong> allarmi in caso <strong>di</strong> necessità. Queste attività sono svolte in<br />
sinergia con il progetto ACube.<br />
Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità per un servizio <strong>di</strong> teleriabilitazione<br />
Infine, in collaborazione con la sede FDG <strong>di</strong> Roma, si è stu<strong>di</strong>ata<br />
la fattibilità <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> teleriabilitazione respiratoria<br />
domiciliare basata sul sistema MagIC. Questo stu<strong>di</strong>o è stato<br />
oggetto <strong>di</strong> una tesi <strong>di</strong> laurea in Scienze della Riabilitazione.<br />
A una prima fase <strong>di</strong> analisi dei requisiti clinici e tecnologici<br />
necessari per l’attivazione del servizio, è seguita la fase <strong>di</strong><br />
progettazione vera e propria conclusa con una valutazione<br />
sperimentale dell’architettura proposta. Quest’ultima è stata<br />
in particolare realizzata simulando presso i nostri laboratori<br />
sessioni reali <strong>di</strong> riabilitazione, in cui l’operatore e il “paziente”<br />
che indossava la maglietta erano in locali <strong>di</strong>fferenti<br />
e collegati tra loro con un sistema <strong>di</strong> videocomunicazione<br />
bi<strong>di</strong>rezionale operante attraverso un collegamento telefonico<br />
ADSL tra<strong>di</strong>zionale. Con l’architettura proposta l’operatore<br />
può vedere su uno schermo sia il paziente che i suoi parametri<br />
vitali provenienti in tempo reale dalla maglietta e può<br />
quin<strong>di</strong> assegnare il piano degli esercizi, controllarne la correttezza<br />
d’esecuzione, ed eventualmente modularne il carico<br />
in modo che i parametri biologici rimangano sempre nei<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
85
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
86<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
limiti <strong>di</strong> sicurezza. La prova effettuata ha fornito una prima<br />
in<strong>di</strong>cazione positiva sulla adeguatezza della metodologia proposta<br />
sia in termini tecnologici (<strong>di</strong> velocità del collegamento,<br />
<strong>di</strong> qualità dei segnali biologici trasferiti e <strong>di</strong> qualità dei canali<br />
au<strong>di</strong>o video) che <strong>di</strong> rispondenza alle esigenze dell’operatore<br />
che deve somministrare in remoto gli esercizi al paziente.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Di Rienzo M, Meriggi P, Rizzo F, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C,<br />
Ferratini M, Parati G. Textile technology for the vital signs<br />
monitoring in teleme<strong>di</strong>cine and extreme environments.<br />
IEEE Trans on Information Technology in BioMe<strong>di</strong>cine.<br />
14(3):711-717, 2010.<br />
Abstract e Atti <strong>di</strong> congresso:<br />
– Meriggi P, Rizzo F, Faini A, Chiarugi F, Karatzanis I, Zacharioudakis<br />
G, Valentini M, Parati G, Castiglioni P, Di Rienzo<br />
M. A New Simple Multimodal Platform for Home Monitoring<br />
of Car<strong>di</strong>ac Patients through Textile Technology. Proc.<br />
Computers in Car<strong>di</strong>ology 2009. pp. 93-96. IEEE Press.<br />
– Sciacqua A, Valentini M, Gualtieri A, Perticone F, Faini A,<br />
Zacharioudakis G, Karatzanis I, Chiarugi F, Assimakopoulou<br />
C, Meriggi P, Di Rienzo M, Parati G. Validation of a Flexible<br />
and Innovative Platform for the Home Monitoring of Heart<br />
Failure Patients: Preliminary Results. Proc. Computers in<br />
Car<strong>di</strong>ology 2009. pp. 97-100. IEEE Press.<br />
Altri documenti:<br />
– Meriggi P, Castiglioni P, Di Rienzo M. Algorithms for the<br />
analysis of data from the accelerometer. 2010, Deliverable<br />
2.4.3, progetto ACube.<br />
– Castiglioni P, Meriggi P, Rizzo F, Carabalona R, Di Rienzo<br />
M. Algorithms for the analysis of car<strong>di</strong>o-respiratory signals.<br />
2010, Deliverable 2.4.2, progetto ACube.<br />
– Di Curzio D. Progetto <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> teleriabilitazione respiratoria<br />
domiciliare. Tesi <strong>di</strong> Laurea Specialistica. Scienze<br />
della Riabilitazione, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong> Tor<br />
Vergata, Roma, aprile 2010.<br />
Sviluppo e validazione <strong>di</strong> sistemi<br />
per la rilevazione e analisi <strong>di</strong> segnali biologici<br />
attraverso sensori indossabili<br />
Responsabile: Ing. Marco Di Rienzo<br />
INTRODUZIONE<br />
Queste attività sono state svolte dal Laboratorio dei Sensori<br />
Indossabili e Teleme<strong>di</strong>cina (WeST Lab) con la collaborazione<br />
del Laboratorio <strong>di</strong> Ricerche Car<strong>di</strong>ovascolari (LaRC) e il Laboratorio<br />
<strong>di</strong> Tecniche Avanzate <strong>di</strong> Analisi e Trattamento dei<br />
Biosegnali del Polo Tecnologico.<br />
Le attività si sono principalmente focalizzate su quattro obiettivi:<br />
1) sviluppare soluzioni tecnologiche migliorative del sistema<br />
MagIC a supporto della sua imminente industrializzazione,<br />
2) valutare le prestazioni <strong>di</strong> MagIC in con<strong>di</strong>zioni ambientali<br />
estreme, 3) sviluppare procedure per l’estrazione dal segnale<br />
accelerometrico registrato da MagIC del sismocar<strong>di</strong>ogramma<br />
(rappresentazione delle microvibrazioni prodotte dall’attività<br />
meccanica del cuore durante la contrazione e dall’eiezione del<br />
sangue nel letto vascolare) e 4) realizzare un sistema tessile<br />
per il monitoraggio dei segni vitali nei neonati.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> soluzioni tecnologiche migliorative del sistema<br />
MagIC a supporto della sua industrializzazione<br />
Per quanto riguarda la parte tessile della maglietta, si è proceduto<br />
al ri<strong>di</strong>segno della struttura degli elettro<strong>di</strong> tessili e del<br />
sistema <strong>di</strong> connessione tra maglietta ed elettronica. In particolare,<br />
si sono riprogettati gli elettro<strong>di</strong> in termini <strong>di</strong> fibre<br />
tessili utilizzate, modalità <strong>di</strong> tessitura, geometria e posizionamento<br />
al fine <strong>di</strong> migliorare la qualità del segnale e ridurre<br />
costi e tempi <strong>di</strong> produzione. Inoltre si sono riprogettate le<br />
modalità <strong>di</strong> connessione tra maglietta ed elettronica in modo<br />
da rendere il collegamento più robusto e permetterne una<br />
produzione a livello industriale.<br />
Anche la parte elettronica è stata ri<strong>di</strong>segnata in modo da migliorare<br />
la qualità dei segnali, aumentare la potenza <strong>di</strong> calcolo<br />
e aumentare l’autonomia della batteria. È stato inoltre<br />
sviluppato un nuovo algoritmo <strong>di</strong> filtraggio <strong>di</strong>gitale, basato su<br />
una batteria <strong>di</strong> filtri FIR a me<strong>di</strong>a mobile, che permette una<br />
migliore reiezione degli artefatti da movimento e garantisce<br />
una migliore stabilità della linea <strong>di</strong> base del segnale elettrocar<strong>di</strong>ografico.
Valutazione delle prestazioni <strong>di</strong> MagIC in con<strong>di</strong>zioni<br />
ambientali estreme<br />
Il sistema MagIC è stato utilizzato per la raccolta dei parametri<br />
vitali in due spe<strong>di</strong>zioni in alta quota sul Monte Everest<br />
e sul Monte Rosa mirate a stu<strong>di</strong>are le risposte fisiologiche<br />
indotte dall’ipossia. Gli aspetti biologici dei dati raccolti sono<br />
stati valutati nell’ambito delle attività illustrate nella ricerca<br />
“Sviluppo e applicazione clinica <strong>di</strong> metodologie per lo stu<strong>di</strong>o<br />
del sistema car<strong>di</strong>orespiratorio e dei suoi meccanismi <strong>di</strong><br />
controllo”. Nella presente ricerca, si sono invece valutate le<br />
prestazioni tecniche del sistema in relazione alle con<strong>di</strong>zione<br />
ambientali e operative estreme in cui ci si è trovati a operare.<br />
Per quanto riguarda la spe<strong>di</strong>zione sul Monte Everest, sono<br />
stati utilizzati 30 sistemi MagIC che hanno permesso la realizzazione<br />
<strong>di</strong> 115 registrazioni. L’analisi dei dati ha fornito<br />
risultati estremamente positivi, evidenziando solo 4 registrazioni<br />
su 115 (3,5%) con qualità del segnale non adeguata.<br />
Nelle 111 registrazioni rimanenti, il tasso me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> artefatti<br />
rispetto all’intera durata della registrazione è risultato essere<br />
estremamente basso: circa il 4,5% per le registrazioni effettuate<br />
durante il sonno e 8,2% per le registrazioni effettuate<br />
nelle 24 ore.<br />
Inoltre, nel luglio 2010 il sistema MagIC è stato <strong>di</strong> nuovo<br />
utilizzato nella spe<strong>di</strong>zione scientifica sulla Capanna Margherita<br />
(4580 m, Monte Rosa) per proseguire la raccolta dei dati<br />
sperimentali sull’effetto dell’ipossia. In questa occasione<br />
sono state utilizzate 25 magliette. La spe<strong>di</strong>zione è stata organizzata<br />
nell’ambito della <strong>Ricerca</strong> Finalizzata bando 2008<br />
“Disturbi del respiro nel sonno in pazienti con scompenso<br />
car<strong>di</strong>aco cronico: ipossia ipobarica come modello per definire<br />
procedure <strong>di</strong>agnostiche, strategie terapeutiche e <strong>di</strong>fferenze<br />
sesso-correlate”. L’analisi delle prestazioni del sistema<br />
MagIC in questa missione ha confermato i risultati ottenuti<br />
nella spe<strong>di</strong>zione precedente.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> procedure per l’estrazione<br />
del sismocar<strong>di</strong>ogramma dal segnale accelerometrico<br />
registrato da MagIC<br />
Dall’analisi dei dati raccolti durante il sonno in alta quota si<br />
è rilevato come l’accelerometro inserito nel modulo elettronico<br />
del sistema MagIC fosse in grado <strong>di</strong> registrare anche<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
le microvibrazioni prodotte dal cuore durante la contrazione<br />
ventricolare e dal passaggio del sangue dal ventricolo al circolo<br />
(sismocar<strong>di</strong>ogramma). Successive osservazioni hanno<br />
mostrato che questo segnale si rileva anche in con<strong>di</strong>zioni<br />
ambientali normali sia durante il sonno che durante il giorno<br />
negli istanti in cui il soggetto è spontaneamente fermo.<br />
Su questa base è quin<strong>di</strong> iniziata un’attività <strong>di</strong> ricerca volta<br />
a ottimizzare la rilevazione <strong>di</strong> questo segnale attraverso il<br />
sistema MagIC, e meglio stu<strong>di</strong>arne i correlati biologici e<br />
l’applicabilità clinica. Nel settembre 2011 è stata organizzata<br />
una sessione speciale su questo argomento all’interno<br />
del congresso annuale della IEEE Engineering in Me<strong>di</strong>cine<br />
and Biology Society dove sono stati presentati i risultati da<br />
noi conseguiti.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> un sistema tessile per il monitoraggio<br />
dei segni vitali nei neonati<br />
Infine nel corso del 2010 si sono eseguite le prime sperimentazioni<br />
presso l’Ospedale Buzzi <strong>di</strong> Milano sull’utilizzo<br />
della maglietta MagIC per la rilevazione dell’ECG nei neonati.<br />
I primi risultati, estremamente incoraggianti in termini <strong>di</strong><br />
leggibilità del segnale e <strong>di</strong> semplicità strumentale, sono stati<br />
successivamente oggetto <strong>di</strong> una presentazione al convegno<br />
delle Pe<strong>di</strong>atric Academic Societies che si è svolta a Denver<br />
nell’aprile 2011.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Di Rienzo M, Rizzo F, Meriggi P, Castiglioni, P, Mazzoleni<br />
P, Parati G, Bordono B, Brambilla G, Ferratini M. MagIC<br />
System: Advancements in the monitoring of car<strong>di</strong>orespiratory<br />
function in active people by textile technology. IEEE<br />
EMB Mag, 28(6): 35-40, 2009.<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Faini A, Mazzoleni P,<br />
Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Textile technology to investigate<br />
linear and fractal heart rate dynamics during sleep<br />
at high altitude. Methods of Information in Me<strong>di</strong>cine. 2010<br />
Jun 22;49:521-525.<br />
– Di Rienzo M, Meriggi P, Rizzo F, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C,<br />
Ferratini M, Parati G. Textile technology for the vital signs<br />
monitoring in teleme<strong>di</strong>cine and extreme environments.<br />
IEEE Trans on Information Technology in BioMe<strong>di</strong>cine.<br />
14(3):711-717, 2010.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
87
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
88<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Capitoli <strong>di</strong> libro:<br />
– Di Rienzo M. La tecnologia tessile per la rilevazione <strong>di</strong> risposte<br />
fisiologiche. In: (M. Canina edt.) IndossaME. Il design e<br />
le tecnologie indossabili. Franco Angeli e<strong>di</strong>tore, 2010.<br />
Abstract e Atti <strong>di</strong> congresso:<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Bilo G, Revera M, Faini<br />
A, Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Textile technology and<br />
assessment of linear and nonlinear car<strong>di</strong>ac effects of high<br />
altitude hypoxia during sleep on Mount Everest. Proc. 6 th<br />
International Workshop on Biosignal interpretation, Yale,<br />
24-26 June 2009, pp. 45-47.<br />
– Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Bartesaghi M, Caldara G, Styczkiewicz<br />
K, Bilo G, Giglio A, Colamartino E, Mazzoleni P,<br />
Savia G, Di Rienzo M, Mancia G, Parati G. High altitude<br />
hypoxia and perio<strong>di</strong>c breathing during sleep: gender related<br />
<strong>di</strong>fferences. The Highcare Project. 19 th European Meeting<br />
on Hypertension 2009, Abstract p. S333.<br />
– Di Rienzo M, Meriggi P, Lombar<strong>di</strong> C, Rizzo F, Mazzoleni<br />
P, Bartesaghi M, Faini A, Parati G. MagIC: a textile monitoring<br />
system for polysomnography at high altitude – The<br />
Highcare Project. 19 th European Meeting on Hypertension<br />
2009, Abstract p. S408.<br />
– Lombar<strong>di</strong> C, Castiglioni P, Meriggi P, Di Rienzo M, Parati<br />
G. Sleep Disordered Breathing and High Altitude Hypoxia:<br />
gender related <strong>di</strong>fferences. The Highcare project. 6 th Congress<br />
of The International Society for Autonomic Neuroscience<br />
2009, Sydney. In: Autonomic Neuroscience: Basic<br />
and Clinical, Vol. 149, Aug 2009, 34 (awarded by ISAN2009<br />
grant).<br />
– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Bilo G, Revera M, Faini<br />
A, Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Nonlinear car<strong>di</strong>ac effects<br />
of high altitude hypoxia through the continuous DFA<br />
(n) spectrum. Proc. 6 th ESGCO 2010, April 12-14, 2010,<br />
Berlin (D).<br />
– Meriggi P, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C, Rizzo F, Mazzoleni<br />
P, Faini A, Di Rienzo M, Parati G. Polisomnography in<br />
Extreme Environments: the MagIC Wearable System for<br />
Monitoring Climbers at Very-High Altitude on Mt. Everest<br />
Slopes. Proc. Computing in Car<strong>di</strong>ology 2010, 37:1087-<br />
1090.<br />
– Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Castiglioni P, Bartesaghi M, Caldara<br />
G, Faini A, Bilo G, Revera M, Colamartino E, Gregorini F,<br />
Giuliano A, Valentini M, Mazzoleni P, Di Rienzo M, Agostoni<br />
P, Mancia G, Parati G. Car<strong>di</strong>o-Respiratory Adaptation<br />
To High Altitude Hypoxia in Professional Climbers Versus<br />
Non-Climbers. The Highcare Project: Pp.32.277 Journal of<br />
Hypertension. 28:e532, June 2010.
Technology Assessment degli ausili per le persone<br />
<strong>di</strong>sabili e anziane<br />
Responsabile: Andrich Renzo<br />
INTRODUZIONE<br />
Lo sviluppo <strong>di</strong> efficaci modelli <strong>di</strong> intervento nel settore degli<br />
ausili richiede l’apporto <strong>di</strong> una vasta gamma <strong>di</strong> competenze<br />
inter<strong>di</strong>sciplinari. I processi coinvolti sono molteplici: perfezionamento<br />
dell’assetto normativo (livelli essenziali <strong>di</strong> assistenza;<br />
nomenclatore tariffario delle protesi; accre<strong>di</strong>tamento dei<br />
prodotti; normative complementari a livello regionale); creazione<br />
<strong>di</strong> strumenti informativi e formativi in grado <strong>di</strong> veicolare<br />
le conoscenze sugli ausili ai vari attori coinvolti; sviluppo<br />
<strong>di</strong> metodologie, e dei relativi strumenti informatici <strong>di</strong> supporto,<br />
per la prescrizione e la fornitura degli ausili; controllo <strong>di</strong><br />
qualità degli ausili forniti; ricerca <strong>di</strong> nuove soluzioni assistive<br />
basate su tecnologie innovative. La spinta ad una razionalizzazione<br />
della spesa pubblica, che sta investendo sempre<br />
maggiormente questo settore, rende inoltre fondamentale<br />
la messa a punto <strong>di</strong> metodologie per il controllo <strong>di</strong> qualità e<br />
l’analisi economica degli interventi.<br />
OBIETTIVI<br />
Questa ricerca prende in considerazione uno specifico aspetto<br />
del percorso riabilitativo e assistenziale: quello del reinserimento<br />
della persona con <strong>di</strong>sabilità nel proprio normale ambiente<br />
<strong>di</strong> vita e della consegna degli strumenti per <strong>di</strong>ventare<br />
egli stesso attivo protagonista della propria partecipazione<br />
alla vita sociale. In questa fase giocano un ruolo <strong>di</strong> primo<br />
piano le tecnologie <strong>di</strong> ausilio e quell’approccio progettuale<br />
all’ambiente, ai prodotti e ai servizi oggi noto come design<br />
for all. Obiettivo della ricerca è esplorare gli aspetti critici<br />
connessi all’implementazione <strong>di</strong> tali tecnologie sia a livello <strong>di</strong><br />
prassi clinica che <strong>di</strong> organizzazione dei servizi socio-sanitari,<br />
al fine <strong>di</strong> mettere a punto e sperimentare strumenti e metodologie<br />
per ottimizzare le varie fasi <strong>di</strong> questo processo.<br />
METODI<br />
Le finalità della ricerca vengono perseguite in 4 principali<br />
<strong>di</strong>rezioni:<br />
1. sviluppo <strong>di</strong> strumenti e metodologie innovative per l’informazione<br />
e la formazione a <strong>di</strong>stanza dei vari attori coinvolti<br />
nel settore;<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
2. networking tra i ricercatori nel settore delle tecnologie <strong>di</strong><br />
ausilio, sia a livello nazionale che internazionale (in particolare<br />
attraverso l’AAATE – Association for the Advancement<br />
of Assistive Technologies in Europe);<br />
3. elaborazione <strong>di</strong> contributi per lo sviluppo dei sistemi <strong>di</strong> assistenza<br />
protesica a livello nazionale (nomenclatore tariffario<br />
e repertorio ausili del Ministero della Sanità) e regionale.<br />
4. sviluppo e sperimentazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e strumenti per valutare<br />
la qualità tecnica (sicurezza, robustezza, funzionalità,<br />
affidabilità, usabilità), l’efficacia (conseguimento degli<br />
obiettivi), l’utilità (valore percepito dall’utente) e l’efficienza<br />
(rapporto tra investimenti economici e risultati) degli ausili.<br />
RISULTATI<br />
Le attività svolte in questo periodo hanno riguardato principalmente<br />
quattro aspetti.<br />
• Networking tra i ricercatori nel settore delle tecnologie <strong>di</strong><br />
ausilio, sia a livello nazionale – attraverso il Gruppo <strong>di</strong> Lavoro<br />
Nazionale dei Centri Ausili (GLIC) – che internazionale<br />
– attraverso l’AAATE (Association for the Advancement<br />
of Assistive Technology in Europe). In particolare, è stato<br />
dato un attivo contributo alla preparazione e alla conduzione<br />
della Conferenza Internazionale AAATE 2009 (Firenze, 31/8-<br />
2/9/2009), del Workshop Internazionale “Assistive Technology<br />
– Technology Transfer” Sheffield, Gran Bretagna,<br />
4-5/10/2010), e al Seminario <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> Nazionale “Valutazione<br />
costi / efficacia degli interventi assistenziali per le persone<br />
con <strong>di</strong>sabilità”, tenutosi a Malosco (TN) il 18-21/7/2010<br />
in collaborazione con la <strong>Fondazione</strong> “Emanuela Zancan” <strong>di</strong><br />
Padova.<br />
• Aggiornamento dell’informazione sugli ausili tecnologici<br />
<strong>di</strong>sponibili sul mercato italiano recensita nel Portale SIVA<br />
(www.portale.siva.it), con produzione <strong>di</strong> oltre 1800 schede<br />
tecniche dettagliate su ciascun prodotto <strong>di</strong> ausilio alle<br />
persone con <strong>di</strong>sabilità, appartenente all’intero spettro della<br />
classificazione internazionale ISO 9999:2007.<br />
• Il tema del Technology Assessment nel settore delle tecnologie<br />
per la <strong>di</strong>sabilità è stato inoltre uno dei nuclei essenziali<br />
dell’ampia e articolata attività <strong>di</strong>dattica svolta dal team <strong>di</strong><br />
ricerca, all’interno del Corso <strong>di</strong> Perfezionamento Universitario<br />
“Tecnologie per l’Autonomia” (febbraio-maggio 2009<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
89
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
90<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
e febbraio-maggio 2010, che ha portato alla produzione <strong>di</strong><br />
43 elaborati accademici, pubblicati sul Portale SIVA www.<br />
portale.siva.it).<br />
• Attraverso un percorso <strong>di</strong> acquisizione <strong>di</strong> casistica, focus<br />
group e sperimentazione con gli operatori del Servizio DAT<br />
del Centro IRCCS S. Maria Nascente e <strong>di</strong> vari Centri Ausili<br />
appartenenti alla rete GLIC, è stato messo a punto un modello-standard<br />
informatizzato per la stesura della Relazione<br />
<strong>di</strong> Valutazione Ausili preparatoria alle prescrizioni protesiche.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
Paper ammesse alla pubblicazione:<br />
– Andrich R. Assessing AT solutions within occupational<br />
therapy programs. AAATE 2011 Conference, Maastricht<br />
31/8-2/9/2011).<br />
Domotica per la <strong>di</strong>sabilità<br />
Responsabile: Gower Valerio<br />
INTRODUZIONE<br />
Nel corso degli ultimi anni la domanda nelle potenzialità offerte<br />
dalle tecnologie per l’automazione dell’ambiente domestico<br />
ha visto un rapido aumento. Per dare risposta a questa<br />
crescente esigenza, la <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> ha allestito,<br />
presso il centro IRCCS S. Maria Nascente, un nuovo servizio<br />
denominato DAT (Domotica, Ausili, Terapia Occupazionale), la<br />
cui organizzazione rende possibile associare al percorso clinico/terapeutico<br />
dell’utente attività <strong>di</strong> sperimentazione clinica e<br />
tecnologica sul campo. La ricerca “Domotica per la <strong>di</strong>sabilità”<br />
si propone, attraverso ricerche e sperimentazioni condotte<br />
nell’ambito <strong>di</strong> tale servizio, <strong>di</strong> sviluppare strumenti operativi<br />
per poter fornire una risposta concreta a questa crescente<br />
esigenza <strong>di</strong> autonomia e sicurezza nell’ambito domestico.<br />
OBIETTIVI<br />
La ricerca ha per oggetto lo sviluppo e la sperimentazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>spositivi, metodologie e strumenti per l’automazione “intelligente”<br />
dell’ambiente <strong>di</strong> vita della persona con <strong>di</strong>sabilità,<br />
perseguendo un approccio <strong>di</strong> interoperatività e integrazione<br />
a quattro livelli (con l’impiantistica <strong>di</strong> base, con arre<strong>di</strong> ed<br />
elettromestici, con le tecnologie assistive, e con i sistemi<br />
<strong>di</strong> monitoraggio per la home care). In particolare è finalizzata<br />
a in<strong>di</strong>viduare e sperimentare protocolli <strong>di</strong> lavoro e strumenti<br />
operativi volti a migliorare la qualità <strong>di</strong> vita, la sicurezza e<br />
l’autonomia delle persone con <strong>di</strong>sabilità e delle persone anziane<br />
in ambito domestico, riducendo nel contempo il carico<br />
assistenziale <strong>di</strong> familiari e caregiver in genere.<br />
METODI<br />
La ricerca si articola fondamentalmente in 2 linee <strong>di</strong> lavoro:<br />
La prima riguarda la validazione sperimentale della casa domotica<br />
del servizio DAT. Questa fase prevede sperimentazioni<br />
sia <strong>di</strong> tipo clinico, volte a in<strong>di</strong>viduare protocolli <strong>di</strong> lavoro<br />
che permettano <strong>di</strong> raggiungere l’obiettivo <strong>di</strong> migliorare il livello<br />
<strong>di</strong> autonomia e sicurezza nell’ambito domestico, che<br />
<strong>di</strong> tipo tecnologico, mirate a verificare l’efficacia e l’utilità <strong>di</strong><br />
strumenti per l’automazione e più in generale per le attività<br />
<strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana nell’ambito domestico.<br />
La seconda prevede lo sviluppo <strong>di</strong> interfacce <strong>di</strong> comunicazio-
ne e controllo per il sistema domotico e <strong>di</strong> sistemi che facilitino<br />
la configurazione e personalizzazione degli strumenti per<br />
il controllo ambientale.<br />
RISULTATI<br />
Nel corso del biennio 2009-2010 le attività relative a questo<br />
ambito <strong>di</strong> ricerca hanno riguardato principalmente due aspetti:<br />
• lo sviluppo e la sperimentazione <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> lavoro<br />
per l’educazione all’autonomia, volto a valorizzare e ottimizzare<br />
l’utilizzo terapeutico delle risorse tecnologiche<br />
messe a <strong>di</strong>sposizione dal servizio DAT;<br />
• lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi strumenti per l’interfacciamento con il<br />
sistema <strong>di</strong> automazione installato presso la casa domotica<br />
del servizio DAT.<br />
Per quanto riguarda il primo aspetto sono state svolte due<br />
<strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> sperimentazione.<br />
La prima riguarda il follow-up <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> utenti per i quali è<br />
stata effettuata, presso il servizio DAT, una prestazione <strong>di</strong> valutazione<br />
in<strong>di</strong>vidualizzata degli ausili informatici. Per queste<br />
tipologie <strong>di</strong> utenti è stato progettato un protocollo per l’esecuzione<br />
<strong>di</strong> un sopralluogo domiciliare de<strong>di</strong>cato alla verifica<br />
tecnica dell’ausilio fornito. Gli obiettivi del protocollo sono<br />
quelli <strong>di</strong> verificare se gli ausili acquisiti siano stati correttamente<br />
messi in opera, se siano insorte <strong>di</strong>fficoltà tecniche, se<br />
l’utente ne abbia correttamente appreso l’uso e la manutenzione.<br />
Il sopralluogo ha anche la funzione <strong>di</strong> sondare la sod<strong>di</strong>sfazione<br />
dell’utente e della sua rete (familiari, caregiver, colleghi<br />
<strong>di</strong> lavoro, insegnanti ecc., a seconda del caso) rispetto<br />
agli ausili utilizzati, e <strong>di</strong> riportare agli operatori che avevano<br />
effettuato il trattamento eventuali problematiche. Nel corso<br />
del 2009 sono stati effettuati follow-up tecnici per tre utenti.<br />
I dati ricavati da questa sperimentazione sono stati utilizzati<br />
per in<strong>di</strong>viduare potenziali miglioramenti del servizio.<br />
La seconda tipologia <strong>di</strong> sperimentazioni si inserisce nell’ambito<br />
dei percorsi riabilitativi <strong>di</strong> terapia occupazionale attivi<br />
presso il servizio DAT. È stato messo a punto un protocollo<br />
<strong>di</strong> lavoro finalizzato ai seguenti obiettivi:<br />
• offrire all’utente un percorso informativo e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />
degli ausili per la propria autonomia e delle possibili<br />
soluzioni tecnologiche implementabili presso il proprio<br />
domicilio;<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
• elaborare per ogni utente, a fronte delle valutazioni e<br />
dell’addestramento effettuato presso il servizio DAT, un<br />
consiglio dettagliato sugli ausili appropriati e un progetto<br />
<strong>di</strong> massima degli eventuali interventi da realizzare presso<br />
il proprio domicilio;<br />
• nel caso l’utente realizzi effettivamente tali interventi, valutarne<br />
a posteriori l’efficacia e l’utilità;<br />
• acquisire durante tale percorso una serie <strong>di</strong> informazioni<br />
utili a verificare l’efficacia e l’usabilità delle tecnologie installate<br />
presso la casa domotica, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le<br />
eventuali mo<strong>di</strong>fiche necessarie.<br />
Le sperimentazioni hanno richiesto una stretta interazione<br />
tra l’équipe clinica del servizio e i ricercatori dell’area tecnologie<br />
assistive del Polo Tecnologico.<br />
Per quanto riguarda invece il secondo punto, ovvero lo sviluppo<br />
<strong>di</strong> nuove interfacce per il controllo e la comunicazione<br />
con il sistema domotico dell’appartamento del servizio DAT,<br />
è stato implementato un sistema che permette la comunicazione<br />
tra un calcolatore e l’impianto <strong>di</strong> automazione della<br />
casa domotica. Il sistema, basato su librerie open source in<br />
linguaggio Java, permette una comunicazione bi<strong>di</strong>rezionale<br />
tra il computer e il sistema BUS della casa domotica utilizzando<br />
il protocollo TCP/IP. In questo modo è possibile sia<br />
monitorare l’impianto domotico, ovvero conoscere in tempo<br />
reale lo stato dei <strong>di</strong>spositivi installati nella casa, sia azionare<br />
da remoto i <strong>di</strong>spositivi.<br />
Questo sistema <strong>di</strong> comunicazione con l’impianto domotico<br />
rappresenta un componente fondamentale sotto due aspetti:<br />
• la possibilità <strong>di</strong> sviluppare nuove interfacce <strong>di</strong> comando<br />
basate su PC;<br />
• la possibilità <strong>di</strong> utilizzare le informazioni provenienti dai<br />
sensori installati nell’impianto domotico, integrandole, per<br />
esempio, in piattaforme per il monitoraggio ambientale.<br />
Sfruttando il sistema <strong>di</strong> comunicazione sopra citato, è stata<br />
implementata un’interfaccia <strong>di</strong> comando della casa domotica<br />
con speciali caratteristiche che ne facilitano l’utilizzo da parte<br />
<strong>di</strong> persone con <strong>di</strong>sabilità motoria. L’interfaccia <strong>di</strong> comando,<br />
realizzata tramite un software che permette la creazione <strong>di</strong><br />
“griglie” per la comunicazione e il controllo del PC, permette<br />
<strong>di</strong> navigare per i vari ambienti della casa domotica e <strong>di</strong> azio-<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
91
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
92<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
nare i <strong>di</strong>spositivi collegati al sistema <strong>di</strong> automazione, sia a<br />
selezione <strong>di</strong>retta che in modalità a scansione attraverso l’utilizzo<br />
<strong>di</strong> sensori <strong>di</strong> comando (come per esempio un pulsante)<br />
collegati al PC.<br />
Fig. 1<br />
Due schermate del software per il controllo delle automazioni<br />
nella casa domotica del DAT.<br />
È stata inoltre svolta un’attività <strong>di</strong> training in<strong>di</strong>vidualizzato<br />
all’utilizzo delle interfacce <strong>di</strong> comando sopra citate per gli<br />
operatori del servizio DAT.<br />
Misura semplificata dei volumi respiratori<br />
e dei movimenti del torace attraverso sistemi<br />
optoelettronici<br />
Responsabile: Mazzoleni Paolo<br />
INTRODUZIONE<br />
Nel passato, è stata messa a punto presso i nostri laboratori<br />
una metodologia innovativa, oggetto <strong>di</strong> brevetti, che permette<br />
la rilevazione <strong>di</strong>namica dei movimenti del torace e il calcolo<br />
dei volumi respiratori compartimentali attraverso l’uso <strong>di</strong><br />
sistemi optoelettronici. La meto<strong>di</strong>ca originale prevede l’applicazione<br />
sul tronco del soggetto da analizzare <strong>di</strong> 89 marcatori<br />
autoadesivi. I marcatori sono costituiti da semisfere <strong>di</strong><br />
plastica del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> un centimetro, sono ricoperti <strong>di</strong> carta<br />
riflettente e vengono posizionati in una configurazione a griglia<br />
sulla base <strong>di</strong> opportuni punti <strong>di</strong> repere anatomici. La metodologia<br />
permette misure estremamente accurate, come<br />
evidenziato da una vasta letteratura a riguardo, ma l’elevato<br />
numero <strong>di</strong> marcatori da posizionare allunga notevolmente il<br />
tempo necessario per la preparazione del soggetto e aumenta<br />
la probabilità <strong>di</strong> errato posizionamento dei marcatori stessi<br />
(con conseguente errore nelle misure finali).<br />
Obiettivo della nostra ricerca è pertanto mettere a punto un<br />
nuovo protocollo sperimentale che permetta una stima dei<br />
volumi respiratori con un setup sperimentale semplificato<br />
rispetto al protocollo tra<strong>di</strong>zionale (riducendo il numero <strong>di</strong><br />
marker da 89 a 72) in con<strong>di</strong>zioni sia statiche che <strong>di</strong>namiche.<br />
Nel biennio 2009-2010 si è conclusa la fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e ottimizzazione<br />
del software e dei protocolli <strong>di</strong> analisi su soggetti<br />
patologici. In collaborazione con il Dott. Gigliotti del Centro<br />
FDG “S. Maria agli Ulivi” <strong>di</strong> Firenze, abbiamo ottenuto misurazioni<br />
su pazienti affetti da Pectus Excavatum. Questa patologia<br />
invalidante è caratterizzata da una deformazione della<br />
cassa toracica e può esitare in un deficit respiratorio. L’analisi<br />
<strong>di</strong> questi dati ci ha permesso <strong>di</strong> valutare l’efficacia del<br />
nuovo protocollo anche in presenza <strong>di</strong> importanti mo<strong>di</strong>fiche<br />
alla struttura del torace. Lo stu<strong>di</strong>o ha coinvolto 7 soggetti <strong>di</strong><br />
controllo, 9 soggetti affetti da broncopneumopatia cronica<br />
ostruttiva (COPD) e 10 soggetti affetti da Pectus Excavatum.<br />
I risultati sui volumi totali hanno sostanzialmente confermato<br />
la vali<strong>di</strong>tà dell’algoritmo. Infatti gli scostamenti fra i volu-
mi calcolati con la metodologia tra<strong>di</strong>zionale (89 marker) e il<br />
nuovo algoritmo su tutti i soggetti analizzati risultano essere<br />
inferiori allo 0,15% sia in con<strong>di</strong>zioni statiche che <strong>di</strong>namiche<br />
e con una deviazione standard che è inferiore allo 0,1% per<br />
la <strong>di</strong>namica e allo 0,05% per la statica.<br />
Inoltre, partendo dalle procedure sopra illustrate, si è anche<br />
sviluppata una nuova metodologia che permette <strong>di</strong> quantificare<br />
le deformazioni fisiologiche del torace e dei capi <strong>di</strong> vestiario<br />
sensorizzati (indumenti intelligenti) durante atti motori<br />
complessi. Questa tecnica viene correntemente utilizzata<br />
per ottimizzare il design dei <strong>di</strong>fferenti prototipi della maglietta<br />
MagIC. I dettagli della meto<strong>di</strong>ca sono stati oggetto <strong>di</strong> pubblicazione<br />
su rivista in<strong>di</strong>cizzata e come capitolo <strong>di</strong> libro.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Di Rienzo M, Rizzo F, Meriggi P, Castiglioni, P, Mazzoleni<br />
P, Parati G, Bordono B, Brambilla G, Ferratini M. MagIC<br />
System: Advancements in the monitoring of car<strong>di</strong>orespiratory<br />
function in active people by textile technology. IEEE<br />
EMB Mag, 28(6): 35-40, 2009.<br />
Capitolo <strong>di</strong> libro:<br />
– Di Rienzo M. La tecnologia tessile per la rilevazione <strong>di</strong> risposte<br />
fisiologiche. In: (M. Canina edt.) IndossaME. Il design e<br />
le tecnologie indossabili. Franco Angeli e<strong>di</strong>tore, 2010.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Lo stretching. Effetti sulla contrazione muscolare<br />
nella riabilitazione e nello sport<br />
Responsabile: Veicsteinas Arsenio<br />
INTRODUZIONE<br />
Lo stretching è una pratica abituale sia in ambito riabilitativo<br />
sia sportivo. Insieme al miglioramento del range <strong>di</strong> movimento<br />
articolare e alla riduzione dell’incidenza degli eventi<br />
traumatici, sempre più lavori hanno riportato una <strong>di</strong>minuzione<br />
dei livelli <strong>di</strong> massima potenza e forza muscolare in seguito<br />
a una singola applicazione <strong>di</strong> stretching passivo. I meccanismi<br />
neuro-muscolari sottostanti alle suddette <strong>di</strong>minuzioni<br />
<strong>di</strong> performance muscolare sono ancora oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione.<br />
Una loro miglior interpretazione potrebbe portare all’attuazione<br />
<strong>di</strong> strategie più mirate per integrare tale meto<strong>di</strong>ca<br />
all’interno <strong>di</strong> un percorso riabilitativo o programmazione <strong>di</strong><br />
allenamento.<br />
OBIETTIVO<br />
Il progetto ha un duplice obiettivo: i) analizzare gli effetti <strong>di</strong><br />
un protocollo <strong>di</strong> stretching passivo sulla massima potenza<br />
muscolare (Wmax) e ii) valutare le mo<strong>di</strong>ficazioni elettromeccaniche<br />
sottostanti tramite un’innovativa analisi combinata<br />
comprendente il segnale elettromiografico <strong>di</strong> superficie<br />
(EMG), e il segnale meccanomiografico (MMG) e <strong>di</strong> forza.<br />
METODI<br />
Lo stu<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong>viso in due <strong>di</strong>stinte fasi sperimentali.<br />
Fase 1: in due occasioni, <strong>di</strong>ciassette soggetti hanno eseguito,<br />
su una pedana piezoelettrica, quattro serie <strong>di</strong> salti (squat jump,<br />
cinque salti per serie) con <strong>di</strong>fferenti angoli articolari al ginocchio<br />
(i.e. 50°-70°-90°-110°, dove 0° rappresenta la massima<br />
estensione del ginocchio). Le serie <strong>di</strong> salti sono state eseguite<br />
i) prima <strong>di</strong> una routine <strong>di</strong> stretching passivo a carico dei muscoli<br />
estensori del ginocchio e dei flessori plantari e ii) dopo un analogo<br />
periodo <strong>di</strong> riposo. Per ogni angolo articolare sono state<br />
calcolate la Wmax, la velocità massima (Vmax) e il momento<br />
angolare a livello del ginocchio. Dall’analisi della relazione potenza/angolo<br />
articolare è stato inoltre calcolato il grado articolare<br />
teorico al quale sarebbe prodotta la massima potenza.<br />
Fase 2: lo stesso gruppo <strong>di</strong> partecipanti è stato sottoposto<br />
a stimolazioni tetaniche (50Hz) del muscolo gastrocnemio<br />
me<strong>di</strong>ale prima, imme<strong>di</strong>atamente dopo e durante le succes-<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
93
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
94<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
sive 2 ore (recupero, una stimolazione ogni 15 min) un protocollo<br />
<strong>di</strong> stretching passivo della durata <strong>di</strong> 5 minuti (45 s on<br />
/ 15 s off) per i muscoli flessori plantari o un analogo periodo<br />
<strong>di</strong> riposo. Durante le stimolazioni sono stati rilevati i segnali<br />
EMG, MMG e <strong>di</strong> forza. Da essi sono stati calcolati per la forza<br />
il picco <strong>di</strong> forza (pF), il tempo <strong>di</strong> raggiungimento del picco<br />
(CT), la velocità e l’accelerazione massima <strong>di</strong> sviluppo della<br />
forza (dF/dt e d2F/dt 2 ) e il tempo <strong>di</strong> emi-rilasciamento (½RT);<br />
l’Errore Quadratico Me<strong>di</strong>o (RMS), la Frequenza Me<strong>di</strong>a (MF)<br />
e la velocità <strong>di</strong> conduzione a livello della fibra muscolare (CV)<br />
per il segnale EMG e il valore <strong>di</strong> picco-picco (p-p), la RMS e la<br />
MF per il segnale MMG. Inoltre, dai ritar<strong>di</strong> tra l’inizio del segnale<br />
EMG, MMG (EMG-MMG) e la successiva produzione<br />
<strong>di</strong> forza (MMG-Forza), sono stati calcolati i rispettivi delays<br />
elettro-meccanici.<br />
RISULTATI<br />
Fase 1: dopo stretching 1) Wmax e Vmax sono <strong>di</strong>minuite<br />
significativamente, in particolare a 50° e 70°; 2) è stato trovato<br />
uno spostamento verso angoli più prossimi alla massima<br />
flessione dell’angolo articolare teorico al quale sarebbe<br />
sviluppata la Wmax. Una <strong>di</strong>minuzione della stiffness a carico<br />
dell’unità muscolo-ten<strong>di</strong>nea indotta dallo stretching, con<br />
conseguente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> efficacia della trasmissione <strong>di</strong> forza<br />
a livello del punto d’inserzione muscolare e riduzione della<br />
velocità <strong>di</strong> esecuzione del gesto e della potenza prodotta sarebbe<br />
all’origine <strong>di</strong> questo evento. Questo processo sarebbe<br />
più evidente ad angoli articolari più prossimi a un’estensione<br />
completa per via <strong>di</strong> una ridotta attivazione degli estensori<br />
del ginocchio (minore momento angolare del ginocchio a 50°<br />
e 70°). Questo fenomeno potrebbe altresì spiegare lo spostamento<br />
verso angoli più prossimi alla massima flessione<br />
dell’angolo teorico <strong>di</strong> Wmax ritrovati dopo stretching: la <strong>di</strong>minuita<br />
attivazione della muscolatura estensoria del ginocchio<br />
dopo stretching farebbe sì che valori <strong>di</strong> attivazione analoghi<br />
alla con<strong>di</strong>zione antecedente lo stretching si vadano a ottenere<br />
a gra<strong>di</strong> angolari più acuti, dove una maggior attivazione del<br />
quadricipite è stata evidenziata.<br />
Fase 2: dopo stretching 1) non si sono evidenziate mo<strong>di</strong>ficazioni<br />
nei parametri EMG; 2) il MMG p-p è <strong>di</strong>minuito (−16%) e<br />
tale <strong>di</strong>minuzione è rimasta invariata per tutto il periodo <strong>di</strong> re-<br />
cupero; 3) la RMS del MMG è significativamente aumentata<br />
(+20%) ma dopo 15 minuti è tornata a valori pre-stretching;<br />
4) i pF, dF/dt e d2F/dt 2 sono significativamente <strong>di</strong>minuiti<br />
(−32%, 35% e 54%, rispettivamente) e sono rimasti depressi<br />
per tutto il periodo <strong>di</strong> recupero; 5) i delays tra EMG-MMG<br />
ed EMG-Forza sono significativamente aumentati dopo<br />
stretching. Mentre il primo è tornato a valori pre-stretching<br />
dopo 15 min, il secondo è rimasto allungato per tutto il periodo<br />
<strong>di</strong> recupero. Dall’analisi dei segnali MMG e <strong>di</strong> forza<br />
si può evincere come le alterazioni indotte dallo stretching<br />
passivo della stiffness dell’unità muscolo-ten<strong>di</strong>nea e della<br />
capacità <strong>di</strong> generare forza da parte del muscolo restino alterate<br />
per almeno due ore. Inoltre, analizzando le costituenti<br />
dell’unità muscolo-ten<strong>di</strong>nea, dall’analisi del segnale MMG si<br />
può ipotizzare un <strong>di</strong>verso timing <strong>di</strong> recupero da parte degli<br />
elementi elastici in parallelo (MMG RMS), rispetto a quelle<br />
in serie (MMG p-p). Per quanto riguarda i delays, è ipotizzabile<br />
un effetto <strong>di</strong> minor durata sulle caratteristiche contrattili<br />
del muscolo (recupero delay EMG-MMG dopo 15 minuti, il<br />
quale in<strong>di</strong>cherebbe un pieno recupero <strong>di</strong> tutti gli eventi legati<br />
ai processi <strong>di</strong> accoppiamento eccitazione-contrazione),<br />
accompagnati da un persistente allungamento del delay tra<br />
MMG-Forza, il quale suggerirebbe un’alterazione dell’unitàmuscolo-ten<strong>di</strong>nea<br />
(in particolare degli elementi elastici in serie)<br />
<strong>di</strong> più tar<strong>di</strong>vo recupero.<br />
ASPETTI APPLICATIVI<br />
Alla luce dei risultati ottenuti si può notare come l’applicazione<br />
<strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> stretching passivo induca una <strong>di</strong>minuzione<br />
dello sviluppo della Wmax e del picco <strong>di</strong> forza<br />
sviluppata, che perdurerebbero per almeno 2 ore dall’applicazione<br />
dello stretching stesso. Tali riduzioni sarebbero da<br />
imputare a mo<strong>di</strong>ficazioni transitorie della stiffness dell’unità<br />
muscolo-ten<strong>di</strong>nea, i quali costituenti, pur con tempi <strong>di</strong> recupero<br />
<strong>di</strong>fferenti, renderebbero il trasferimento della forza<br />
generata dalla contrazione muscolare al sistema articolare<br />
meno efficiente. Sarebbe quin<strong>di</strong> auspicabile, nell’organizzazione<br />
<strong>di</strong> una seduta riabilitativa o <strong>di</strong> un allenamento sportivo,<br />
prevedere delle sessioni <strong>di</strong> stretching solo al termine della<br />
seduta stessa o sufficientemente lontane dalla fase allenante,<br />
qualora la seduta fosse orientata al ripristino o al migliora-
mento della massima forza Wmax e al miglioramento delle<br />
abilità propriocettive, come per esempio durante un lavoro<br />
<strong>di</strong> tipo pliometrico.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
Il progetto ha dato come risultato le seguenti pubblicazioni:<br />
Pubblicazioni recensite su PUBMED con impact factor<br />
– Esposito F, Cè E, Limonta E. Cycling efficiency and time<br />
to exhaustion are reduced after acute passive stretching<br />
administration. Scand J Med Sci Sports, 2011. doi:<br />
10.1111/j.1600-0838.2011.01327.x.<br />
– Esposito F, Limonta E, Cè E. Passive stretching. Effects<br />
on electromechanical delay and time course of recovery in<br />
human skeletal muscle: new insights from an electromyographic<br />
and mechanomyographic combined approach. Eur<br />
J Appl Physiol, 2010 Oct 1. IF 2.047.<br />
– La Torre A, Castagna C, Gervasoni E, Cè E, Rampichini S,<br />
Ferrarin M, Merati G. Acute Effects of Static Stretching on<br />
Squat Jump Performance at Different Knee Starting Angles.<br />
J Strength Cond Res. 2010, 24(3), 687-94. IF: 1.457.<br />
– Esposti R, Esposito F, Cè E, Bal<strong>di</strong>ssera F. Difference in the<br />
metabolic cost of postural actions during iso- and anti<strong>di</strong>rectional<br />
coupled oscillations of the upper limbs in the horizontal<br />
plane. Eur J Appl Physiol. 2010: 108: 93-104. IF 2.047.<br />
– Maggioni MA, Cè E, Rampichini S, Ferrario M, Giordano G,<br />
Veicsteinas A, Merati G. Electrical stimulation versus kinesitherapy<br />
in improving functional fitness in older women.<br />
Arch Gerontol Geriatr, 2009 May 27. IF 1.572.<br />
Pubblicazioni su riviste internazionali con comitato <strong>di</strong> revisione<br />
– Limonta E, Squadrone R, Rodano R, Marzegan A, Veicsteinas<br />
A, Merati G, Sacchi M. Tri<strong>di</strong>mensional kinematic<br />
analysis on a kayaking simulator: key factors to successful<br />
performance. Sport Sci Health (2010) 1:27–34.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Il ruolo dei ra<strong>di</strong>cali liberi prodotti durante esercizio<br />
muscolare sul tessuto muscolare<br />
Responsabile: Veicsteinas Arsenio<br />
INTRODUZIONE<br />
L’esercizio rimodella il muscolo scheletrico in maniera molto<br />
profonda. I segnali nervosi, gli stimoli meccanici e la <strong>di</strong>ffusione<br />
<strong>di</strong> molecole segnale, sia per via sistemica sia per via<br />
paracrina, hanno un ruolo importante in tale rimodellamento.<br />
L’attività muscolare determina un maggior <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
energia e quella porzione <strong>di</strong> energia che viene ricavata dal<br />
metabolismo ossidativo determina a sua volta una maggiore<br />
produzione delle cosiddette “Specie Reattive dell’Ossigeno”<br />
(ROS); oltre a essere dei potenziali agenti <strong>di</strong> danno a<br />
livello subcellulare, esse costituiscono la base della segnalazione<br />
che induce a risposte adattative e citoprotettive. Indubbiamente<br />
il ruolo dei ROS nel rimodellamento muscolare<br />
presenta ancora molti aspetti poco noti e affascinanti, che<br />
possono gettare luce anche sui meccanismi patologici in cui<br />
l’eccessiva produzione <strong>di</strong> ROS non deriva dall’aumentata attività<br />
muscolare, ma da alterazioni nel sistema <strong>di</strong> omeostasi<br />
mitocondriale o da altre fonti.<br />
Nello stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni indotte dall’esercizio fisico<br />
sull’apparato muscolare scheletrico è fondamentale tenere<br />
conto delle <strong>di</strong>verse tipologie muscolari. Infatti, i vari muscoli<br />
si <strong>di</strong>fferenziano per la percentuale <strong>di</strong> fibre “rosse” o “lente”,<br />
ossia a metabolismo prevalentemente ossidativo, meno affaticabili<br />
e, viceversa, <strong>di</strong> fibre “bianche” o “rapide”, ossia a<br />
metabolismo prevalentemente glicolitico, in grado <strong>di</strong> esercitare<br />
per tempi brevi una grande forza. È anche importante<br />
tenere conto del tipo <strong>di</strong> esercizio al quale il muscolo viene<br />
sottoposto; infatti, un esercizio <strong>di</strong> potenziamento muscolare,<br />
“anaerobico”, come l’esercizio che si effettua in palestra<br />
con macchine e pesi, non determina gli stessi effetti <strong>di</strong> un<br />
esercizio aerobico, teso a potenziare la resistenza muscolare,<br />
come per esempio la corsa o il ciclismo.<br />
È molto utile avvalersi <strong>di</strong> modelli animali, sia perché rendono<br />
possibile lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una popolazione omogenea e facilmente<br />
manipolabile, sia per la possibilità <strong>di</strong> prelevare, al termine<br />
dell’allenamento, interi muscoli <strong>di</strong> varie tipologie, rendendone<br />
possibile la comparazione e lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> numerosi parametri.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
95
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
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<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
OBIETTIVI<br />
Stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni indotte nel tessuto muscolare da allenamento<br />
fisico aerobio, con particolare attenzione al confronto<br />
tra muscolo a metabolismo prevalentemente ossidativo e<br />
muscolo a metabolismo prevalentemente glicolitico; effetti dei<br />
ROS sul danno muscolare e sulla sua riparazione e loro funzione<br />
<strong>di</strong> segnalazione nell’adattamento del muscolo all’esercizio.<br />
METODI<br />
Gruppi <strong>di</strong> ratti maschi <strong>di</strong> ceppo Sprague-Dowley vengono<br />
abituati al cicloergometro all’età <strong>di</strong> 8 settimane e, dopo una<br />
settimana, iniziano un allenamento graduale che li porta ad<br />
acquisire, nel giro <strong>di</strong> 10 settimane, una VO2 pari a circa il 60%<br />
(allenamento moderato) o l’80% (allenamento intenso) del<br />
massimo. Si noti che entrambi i livelli sono da considerarsi livelli<br />
amatoriali. I controlli sono ratti sedentari <strong>di</strong> pari età. Al termine<br />
del periodo <strong>di</strong> allenamento, i ratti sono sacrificati e dalle<br />
zampe posteriori vengono prelevati muscolo soleo (SOL), a<br />
metabolismo prevalentemente ossidativo e muscolo tibiale<br />
anteriore (TA), a metabolismo prevalentemente glicolitico.<br />
Ci siamo avvalsi <strong>di</strong> numerose tecniche, dall’istochimica alla<br />
morfometria, dallo stu<strong>di</strong>o dell’espressione genica me<strong>di</strong>ante<br />
Real Time PCR, a quello dell’espressione <strong>di</strong> particolari proteine<br />
tramite Western Blotting, da un’indagine proteomica eseguita<br />
su gel bi<strong>di</strong>mensionale (IF+SDS-PAGE), alla valutazione<br />
delle mo<strong>di</strong>ficazioni proteiche indotte dall’ossidazione (gruppi<br />
carbonilici), e all’identificazione delle proteine isolate tramite<br />
MALDI-TOF, dalla valutazione dello stato <strong>di</strong> pompe e canali<br />
ionici, allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> attività enzimatiche e a quello <strong>di</strong> prodotti<br />
<strong>di</strong> perossidazione lipi<strong>di</strong>ca.<br />
RISULTATI<br />
1. In una prima fase è stata eseguita un’approfon<strong>di</strong>ta analisi della<br />
letteratura, che ha permesso la redazione <strong>di</strong> una review.<br />
2. Analisi proteomica e stato <strong>di</strong> ossidazione dei muscoli allenati.<br />
Questo lavoro ha utilizzato le più avanzate tecnologie<br />
<strong>di</strong> valutazione proteomica per confrontare i muscoli SOL<br />
e TA <strong>di</strong> ratti sedentari e <strong>di</strong> ratti sottoposti ad allenamento<br />
intenso. Si è partiti da una separazione delle proteine me<strong>di</strong>ante<br />
Isoelectric Focusing, cui è seguita una separazione<br />
nella seconda <strong>di</strong>mensione tramite elettroforesi in con<strong>di</strong>zioni<br />
denaturanti. Mentre un gel veniva semplicemente<br />
colorato con Coomassie, l’altro gel, eseguito in parallelo,<br />
veniva sottoposto a identificazione delle proteine carbonilate,<br />
ossia mo<strong>di</strong>ficate dall’ossidazione. Queste venivano<br />
quantificate e si procedeva quin<strong>di</strong> a una loro identificazione<br />
me<strong>di</strong>ante spettroscopia <strong>di</strong> massa (MALDI-TOF). I risultati<br />
principali sono i seguenti: a) identificazione <strong>di</strong> 15 proteine<br />
la cui espressione era influenzata dall’allenamento,<br />
in particolare, <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> enzimi glicolitici espressi nel<br />
TA; b) identificazione <strong>di</strong> 13 proteine che vengono selettivamente<br />
ossidate in conseguenza dell’allenamento, <strong>di</strong> cui<br />
solo 4 comuni a entrambi i tipi <strong>di</strong> muscolo; c) identificazione<br />
<strong>di</strong> 48 proteine che sono ossidate anche a livello basale,<br />
parzialmente <strong>di</strong>verse nei due <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> muscolo; tra <strong>di</strong><br />
esse, proteine da stress, in particolare HSP70, e proteine<br />
coinvolte nel metabolismo energetico e nella contrazione<br />
muscolare. Questo aspetto rappresenta il dato forse più<br />
significativo, in quanto si può concludere che l’ossidazione<br />
delle proteine può rappresentare una specie <strong>di</strong> naturale<br />
“valvola <strong>di</strong> compensazione” alla normale produzione <strong>di</strong><br />
ROS. Infatti si nota che il livello <strong>di</strong> ossidazione è maggiore,<br />
in con<strong>di</strong>zioni basali, sia nel SOL che nel TA, in considerazione<br />
del loro <strong>di</strong>verso metabolismo.<br />
La Fig. 1 mostra le proteine carbonilate riconosciute nel<br />
SOL (a sinistra) e nel TA (a destra) in con<strong>di</strong>zioni basali.<br />
3. Adattamento del muscolo scheletrico all’esercizio e ruolo dei<br />
ROS. Questa parte dello stu<strong>di</strong>o ha esaminato SOL e TA in<br />
ratti sedentari e sottoposti ad allenamento aerobico moderato.<br />
I risultati più significativi vengono dalla comparazione<br />
dei due tipi <strong>di</strong> muscolo, che hanno consentito <strong>di</strong> determinare<br />
che entrambi sono soggetti a mo<strong>di</strong>ficazioni, anche in seguito<br />
ad allenamento moderato. Entrambi i muscoli sono soggetti<br />
a lieve, ma significativa, ipertrofia, tuttavia con modalità <strong>di</strong>verse,<br />
in quanto il muscolo SOL, già con metabolismo ossidativo<br />
e quin<strong>di</strong> con potenti sistemi antiossidanti già presenti,<br />
subisce un modesto incremento percentuale delle fibre ossidative<br />
e una modesta ipertrofia delle stesse, ma il muscolo<br />
TA va incontro a importanti mo<strong>di</strong>ficazioni in cui i ROS stessi<br />
inducono l’aumento dei mitocondri, lo switch metabolico, e<br />
una vera e propria proliferazione delle cellule muscolari, con<br />
aumento delle fibre “rosse”.
Particolarmente interessanti sono risultati i rapporti tra ROS<br />
ed espressione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> regolazione della miogenesi, fattori<br />
che inducono la biogenesi mitocondriale, proliferazione<br />
delle cellule satelliti e loro processi <strong>di</strong> fusione.<br />
Varie valutazioni <strong>di</strong> marker <strong>di</strong> stress ossidativo hanno inoltre consentito<br />
<strong>di</strong> evidenziare che l’allenamento determina l’incremento<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fese antiossidanti (enzimi antiossidanti e proteina HSP70) e,<br />
quin<strong>di</strong>, una sostanziale resistenza all’ossidazione delle pompe e<br />
dei canali ionici deputati al controllo del calcio e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />
alla regolazione della contrazione dei lipi<strong>di</strong> <strong>di</strong> membrana.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Abruzzo PM, <strong>di</strong> Tullio S, Marchionni C, Belia S, Fanó G,<br />
Zampieri S, Carraro U, Kern H, Sgarbi G, Lenaz G, Marini<br />
M. Oxidative stress in denervated rat muscle. Free Ra<strong>di</strong>cal<br />
Fig. 1 Le proteine carbonilate riconosciute nel SOL (a sinistra) e nel TA (a destra) in con<strong>di</strong>zioni basali.<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Research 2010 44(5): 563-576. ISSN: 1071-5762.<br />
– Marini M, Veicsteinas A. The exercised skeletal muscle<br />
– A Review. Basic Applied Myology – European Journal<br />
Translational Myology – Myology Reviews 20 (3): 113-128,<br />
2010 http://www.bio.unipd.it/bam/ ISSN 1120 – 9992 UNI-<br />
PRESS.doi:10.1186/1471-2164-10-342.<br />
– Magherini F, Abruzzo PM, Puglia M, Bini L, Gamberi T,<br />
Esposito F, Veicsteinas A, Marini M, Fiorillo C, Modesti A.<br />
Proteomic analysis and protein carbonylation profile in trained<br />
and untrained rat muscles. Submitted JPR.<br />
– Abruzzo PM, Esposito F, Marchionni C, <strong>di</strong> Tullio S, Beccafico<br />
S, Fulle S, Veicsteinas A, Marini M. Training-induced<br />
oxidative stress and adaptations in rat skeletal muscles. In<br />
preparazione.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
97
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
98<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Relazione tra esami integrativi richiesti<br />
ed effettive patologie riscontrate nella visita<br />
<strong>di</strong> idoneità<br />
Responsabile: Veicsteinas Arsenio<br />
INTRODUZIONE<br />
Il me<strong>di</strong>co dello Sport nella sua attività certificativa e sempre<br />
<strong>di</strong> più preventiva, si trova spesso <strong>di</strong> fronte alla necessità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re<br />
i sospetti <strong>di</strong>agnostici, prescrivendo ulteriori esami<br />
per lo più <strong>di</strong> carattere car<strong>di</strong>ologico, per giungere a una corretta<br />
valutazione dell’atleta sia ai fini certificativi che <strong>di</strong> follow-up.<br />
Questo comporta un notevole <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> risorse. Da dati<br />
della letteratura scientifica recente emerge la <strong>di</strong>fferente incidenza<br />
e prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti patologie car<strong>di</strong>ovascolari<br />
nelle <strong>di</strong>verse età prese in considerazione (maggiore prevalenza<br />
<strong>di</strong> patologie congenite e aritmiche primitive in soggetti <strong>di</strong><br />
fascia <strong>di</strong> età più giovane, maggiore prevalenza della car<strong>di</strong>opatia<br />
ischemica e dell’ipertensione con il passare degli anni<br />
soprattutto dopo i 40 anni). Su tutto, una particolare rilevanza<br />
deve essere data alla corretta identificazione della car<strong>di</strong>omiopatia<br />
ipertrofica nelle sue <strong>di</strong>verse forme e rappresentazioni,<br />
che rappresenta la prima causa <strong>di</strong> morte improvvisa giovanile<br />
a livello mon<strong>di</strong>ale, tenendo presente che la sua prevalenza<br />
riguarda 1/500 soggetti nella popolazione generale.<br />
OBIETTIVI<br />
Obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è stato effettuare un’accurata<br />
valutazione retrospettiva delle cartelle cliniche <strong>di</strong> atleti pervenuti<br />
nei Centri <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dello Sport della <strong>Fondazione</strong><br />
<strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> degli ultimi tre anni, ai quali sono stati richiesti<br />
ulteriori esami car<strong>di</strong>ologici per approfon<strong>di</strong>re un sospetto <strong>di</strong>agnostico.<br />
Questa valutazione ha permesso <strong>di</strong> ottenere informazioni<br />
utili per:<br />
• effettuare una corretta prescrizione <strong>di</strong> ulteriori esami <strong>di</strong>agnostici<br />
sulla base dei riscontri emersi in sede <strong>di</strong> visita e<br />
confrontati con i dati ottenuti dall’analisi retrospettiva e<br />
con la <strong>di</strong>fferente prevalenza delle patologie car<strong>di</strong>ovascolari<br />
nelle <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> età (creazione <strong>di</strong> flow-chart operativi<br />
per i me<strong>di</strong>ci dello sport);<br />
• definire l’opportunità <strong>di</strong> ulteriori indagini sulla base dell’età<br />
dell’atleta (es.: test da sforzo massimale dopo i 40 anni,<br />
vista la maggiore incidenza <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia ischemica e <strong>di</strong><br />
ipertensione arteriosa, oppure ecocar<strong>di</strong>ocolor Doppler a 16<br />
anni nel sospetto <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>omiopatia ipertrofica suggerita da<br />
criteri <strong>di</strong> voltaggio o anomalie della ripolarizzazione, oppure<br />
Risonanza Magnetica Nucleare invece <strong>di</strong> ecografia nel<br />
sospetto <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia aritmogena del ventricolo destro).<br />
METODI<br />
Descrizione del campione<br />
Nel corso del 2010 sono state esaminate 4485 cartelle appartenenti<br />
a soggetti giunti nei Centri <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dello Sport<br />
della <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> per richiedere certificazione<br />
<strong>di</strong> buona salute o idoneità alla pratica <strong>di</strong> sport a livello agonistico<br />
nel periodo compreso tra settembre 2005 e giugno<br />
2008. I soggetti esaminati avevano un’età compresa tra i 6 e<br />
i 78 anni ed erano in prevalenza <strong>di</strong> sesso maschile.<br />
Per tutti i soggetti è stata raccolta un’accurata anamnesi,<br />
peso e altezza, misura dell’acuità visiva, misurazione della<br />
pressione arteriosa, esame spirometrico con valutazione dei<br />
volumi polmonari statici e <strong>di</strong>namici, tracciato elettrocar<strong>di</strong>ografico<br />
nelle 12 derivazioni standard in con<strong>di</strong>zioni basali e dopo<br />
sforzo eseguito sul gra<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Master o su cicloergometro.<br />
È stato creato un database per raccogliere da ogni cartella<br />
i seguenti dati: sesso, età, parametri antropometrici (peso e<br />
altezza), fumo, anamnesi familiare e personale con particolare<br />
riferimento a patologie dell’apparato car<strong>di</strong>ovascolare, stato<br />
<strong>di</strong> allenamento valutato sulla base del numero <strong>di</strong> anni de<strong>di</strong>ti<br />
all’attività sportiva in questione, numero <strong>di</strong> sedute settimanali<br />
<strong>di</strong> allenamento e durata della stesse e infine caratteristiche<br />
del tracciato elettrocar<strong>di</strong>ografico <strong>di</strong> base e dopo sforzo.<br />
RISULTATI<br />
Dei 4485 soggetti esaminati 211 (4,7%) sono stati sottoposti<br />
in prima battuta a esami <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento car<strong>di</strong>ologico<br />
<strong>di</strong> secondo livello. Le cartelle relative alle visite <strong>di</strong> idoneità<br />
agonistica erano 145 (68,7%) delle quali 137 (94,5%) B1, 5<br />
(3,4%) A1, 1 (0,7%) B3, 2 (1,4%) agonistiche occasionali,<br />
mentre quelle relative a visite per attività sportive non agonistiche<br />
erano 66 (31,3%).<br />
In particolare gli approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong> secondo livello<br />
richiesti sono stati i seguenti:<br />
176 ecocar<strong>di</strong>ocolor Doppler (83,4%), 85 ECG Holter delle 24 h<br />
(40,3%), 75 Test ergometrici massimali (TEM, 35,5%), 11 Mo-
nitoraggi della Pressione Arteriosa nelle 24 h (MAP, 5,2%), 21<br />
visite car<strong>di</strong>o-aritmologiche (10%). A seguito dei risultati emersi<br />
dagli esami <strong>di</strong> secondo livello eseguiti sono state successivamente<br />
richieste, come esami <strong>di</strong> terzo livello, 6 scintigrafie miocar<strong>di</strong>che<br />
(2,8%) e 3 RMN car<strong>di</strong>ache morfologiche (1,4%).<br />
Valutando le cause degli approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>agnostici richiesti<br />
è emerso che in 68 (32,2%) casi l’esame richiesto era motivato<br />
da un’anamnesi positiva per anomalie car<strong>di</strong>ologiche già<br />
note, in 9 (4,3%) casi per riferita lipotimia durante esercizio.<br />
In 33 (15,6%) soggetti, l’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>agnostico è stato<br />
motivato dalla rilevazione <strong>di</strong> elevati valori pressori in corso<br />
<strong>di</strong> visita; <strong>di</strong> questi soggetti, 29 (87,9%) erano ipertesi noti già<br />
in terapia. 46 (21,8%) richieste sono state motivate da rilievo<br />
<strong>di</strong> soffio car<strong>di</strong>aco sospetto all’auscultazione. La registrazione<br />
elettrocar<strong>di</strong>ografica ha permesso <strong>di</strong> rilevare 62 (29,4%)<br />
casi <strong>di</strong> extrasistolia ectopica ventricolare o sopraventricolare,<br />
35 (16,6%) casi <strong>di</strong> anomalie aspecifiche della ripolarizzazione<br />
(definite come T invertite in almeno 3 derivazioni,<br />
in particolare nelle precor<strong>di</strong>ali, sopra-sottoslivellamento S-T<br />
>2 mm), 11 (5,2%) casi <strong>di</strong> blocco atrioventricolare, 2 (0,9%)<br />
casi <strong>di</strong> WPW già noti ai pazienti e già indagati con stu<strong>di</strong>o<br />
elettrofisiologico e conseguente valutazione della pericolosità<br />
del quadro clinico, 1 (0,5%) caso <strong>di</strong> blocco completo della<br />
branca sinistra, 1 (0,5%) caso <strong>di</strong> QT lungo sospetto e infine<br />
39 (18,5%) soggetti avevano criteri <strong>di</strong> voltaggio del QRS per<br />
l’ipertrofia ventricolare sinistra (criteri <strong>di</strong> Sokolow-Lyon).<br />
Dei 211 soggetti fermati per accertamenti <strong>di</strong> secondo livello,<br />
13 (6,2%) sono stati sospesi in quanto non hanno presentato<br />
anche a seguito <strong>di</strong> contatto telefonico gli esami richiesti,<br />
<strong>di</strong> fatto questi soggetti risultano persi al follow-up annuale.<br />
5 soggetti (2,4%) sono risultati definitivamente non idonei<br />
dopo gli accertamenti <strong>di</strong> secondo e terzo livello, su giu<strong>di</strong>zio<br />
unanime del car<strong>di</strong>ologo e del me<strong>di</strong>co dello sport.<br />
I rimanenti 193 soggetti (91,5%) esaminati hanno riportato,<br />
in seguito all’accertamento <strong>di</strong> secondo livello ai fini della concessione<br />
dell’idoneità sportiva, almeno un segno meritevole<br />
<strong>di</strong> follow-up nel tempo, sia esso il monitoraggio della pressione<br />
arteriosa, piuttosto che la valutazione negli anni <strong>di</strong> una<br />
valvulopatia o <strong>di</strong> un iniziale <strong>di</strong>latazione del bulbo dell’aorta<br />
o frequentemente un numero <strong>di</strong> battiti ectopici ventricolari<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
elevato con caratteristiche attuali <strong>di</strong> benignità che necessita<br />
in ogni caso <strong>di</strong> valutazione del tempo. In particolare tutti i<br />
soggetti esaminati per soffio all’auscultazione hanno avuto il<br />
riscontro <strong>di</strong> insufficienza <strong>di</strong> una o più valvole <strong>di</strong> grado almeno<br />
lieve, e molti PVM <strong>di</strong> nuova <strong>di</strong>agnosi.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Corrado D, Drezner J, Basso C, Pelliccia A, Thiene G. Strategies<br />
for the prevention of suddencar<strong>di</strong>acdeathduringsports.<br />
Eur J Car<strong>di</strong>ovascPrevRehabil. 2011 Apr;18(2):197-208.<br />
– Steinvil A, Chundadze T, Zeltser D, Rogowski O,Halkin A,<br />
Galily Y, Perluk H, Viskin S. Mandatory electrocar<strong>di</strong>ographic<br />
screening of athletes to reduce their risk for sudden<br />
death proven fact or wishful thinking? J Am CollCar<strong>di</strong>ol.<br />
2011 Mar 15;57(11):1291-6.<br />
– Corrado D, Schmied C, Basso C, Borjesson M, Schiavon<br />
M, Pelliccia A, Vanhees L, Thiene G. Risk of sports: do<br />
we need a pre-participation screening for competitive and<br />
leisure athletes? Eur Heart J. 2011 Apr;32(8):934-44. Epub<br />
2011 Jan 29.<br />
– Keightley M, Green S, Reed N, Agnihotri S, Wilkinson A,<br />
Lobaugh N. An investigation of the effects of sports-related<br />
concussion in youth using functional magnetic resonance<br />
imaging and the head impact telemetry system. J<br />
VisExp. 2011 Jan 12;(47).<br />
– Drezner J, Corrado D. Is there evidence for recommen<strong>di</strong>ng<br />
electrocar<strong>di</strong>ogram as part of the pre-participation examination?<br />
Clin J Sport Med. 2011 Jan;21(1):18-24.<br />
– Borjesson M, Dellborg M. Is there evidence for mandating<br />
electrocar<strong>di</strong>ogram as part of the pre-participation examination?<br />
Clin J Sport Med. 2011 Jan;21(1):13-7.<br />
– Rowland T. Prevention of sudden car<strong>di</strong>ac death in young<br />
athletes: controversies and conundrums. Med Sport Sci.<br />
2011;56:171-86. Epub 2010 Dec 21. Review.<br />
– Andersen LJ, Rasmusen H, Madsen JK, Hansen PR.<br />
[Heart screening of eliteathletes]. UgeskrLaeger. 2010<br />
Nov 29;172(48):3339-42. Danish.<br />
– Löllgen H, Leyk D, Hansel J. The pre-participation examination<br />
for leisure time physical activity: general me<strong>di</strong>cal and<br />
car<strong>di</strong>ological issues. DtschArzteblInt. 2010 Oct;107(42):742-<br />
9. Review.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
99
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
100<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
– Mayerick C, Carré F, Elefteriades J. Aortic <strong>di</strong>ssection and<br />
sport: physiologic and clinical understan<strong>di</strong>ng provide an<br />
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Car<strong>di</strong>ovascular Screening for Competitive Athletes be<br />
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Nation. Heart Lung Circ. 2010 Sep 10.<br />
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electrocar<strong>di</strong>ogram in top competitive professional athletes<br />
in the light of recent guidelines. Kar<strong>di</strong>ol Pol. 2009<br />
Oct;67(10):1095-102.<br />
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investigation of pre-activity car<strong>di</strong>ovascular screening procedures<br />
in health/fitness facilities – part I: is adherence<br />
with national standards decreasing? PrevCar<strong>di</strong>ol. 2009<br />
Summer;12(3):155-62.<br />
– Passoni E, Boniello S, Veicsteinas A, Merati G. Richiesta <strong>di</strong><br />
esami integrativi in me<strong>di</strong>cina dello sport ed idoneità agonistica:<br />
uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo. Me<strong>di</strong>cina dello Sport. Sottomesso.<br />
Relazioni a congressi:<br />
– Merati G, Veicsteinas A. I principi fisiologici delle classi-<br />
ficazioni delle attività sportive. XIV Congresso Nazionale<br />
della Società Italiana <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia dello Sport (SIC Sport).<br />
Roma, settembre 2009.<br />
– Merati G. L’importanza dell’esercizio fisico nelle varie fasce <strong>di</strong><br />
età. V Convegno Girolamo Mercuriale. maggio 2011 Parma.<br />
– Veicsteinas A, Maggioni MA, Rampichini S, Merati G. Two<br />
Vs 3 Weekly Training Sessions In Joung Soccer Players. Effects<br />
On Body Composition, Car<strong>di</strong>ovascular Adaptation To<br />
Exercise And ECG. 2010 Meeting of the American College<br />
of Sports Me<strong>di</strong>cine. Baltimora (USA), giugno 2010. Poster.
Stu<strong>di</strong>o bicentrico sugli effetti<br />
della stimolazione elettrica transcutanea (TENS)<br />
della mano nel recupero motorio<br />
dell’arto superiore nel paziente con stroke<br />
Responsabile: Aprile Irene<br />
INTRODUZIONE<br />
Numerosi sono i fenomeni <strong>di</strong> neuroplasticità indotti dall’esperienza<br />
e dall’esercizio: aumento dell’eccitabilità e del reclutamento<br />
<strong>di</strong> neuroni in entrambi gli emisferi, sprouting dei<br />
dendriti e rafforzamento delle connessioni sinaptiche. Questi<br />
meccanismi sono le basi neurofisiologiche dell’efficacia<br />
del trattamento riabilitativo nel recupero <strong>di</strong> pazienti affetti da<br />
stroke. L’arto superiore spesso ha un recupero parziale o un<br />
non recupero dopo stroke. Alcuni stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato l’utilità<br />
<strong>di</strong> associare a un trattamento riabilitativo standard tecniche<br />
<strong>di</strong> stimolazione sensitiva amplificando così i già descritti fenomeni<br />
<strong>di</strong> neuroplasticità e migliorando ulteriormente la risposta<br />
al trattamento riabilitativo convenzionale. Ma scarsi sono i<br />
dati della letteratura in merito all’argomento (SH Peurala, Clin<br />
Rehab, 2002) e solo un recente stu<strong>di</strong>o valuta gli effetti <strong>di</strong> un<br />
protocollo <strong>di</strong> stimolazione elettrica associato a un compito <strong>di</strong><br />
attenzione sulla performance dell’arto inferiore in pazienti affetti<br />
da stroke (Ng SS, Hui-Chan CW, Stroke 2007).<br />
OBIETTIVI<br />
L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o era valutare gli effetti <strong>di</strong> un input<br />
sensitivo elettrico alla mano associato a un compito cognitivo-<strong>di</strong>scriminativo<br />
(localizzazione dello stimolo) sul recupero<br />
sensorimotorio dell’arto superiore dopo stroke.<br />
Le ipotesi su cui si basa lo stu<strong>di</strong>o sono che: a) la percezione<br />
sensoriale e propriocettiva è necessaria per avere consapevolezza<br />
<strong>di</strong> una parte del proprio corpo, b) l’attenzione può<br />
favorire la propriocezione e quin<strong>di</strong> rafforzare i processi alla<br />
base del recupero dovuto alla plasticità cerebrale e c) il recupero<br />
della propriocezione migliora in termini qualitativi e<br />
quantitativi dell’esecuzione <strong>di</strong> compiti motori.<br />
METODI<br />
Criteri <strong>di</strong> inclusione: sono stati inclusi pazienti affetti da Stroke<br />
con compromissione dell’arto superiore e con funzioni<br />
cognitive integre (MMSE 24) che hanno dato il loro consenso,<br />
in età compresa tra 18 e 80 aa. Criteri <strong>di</strong> esclusione:<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
sono stati esclusi pazienti con storia <strong>di</strong> epilessia, con <strong>di</strong>sturbi<br />
del ritmo car<strong>di</strong>aco, Pace Maker, con deterioramento delle<br />
funzioni cognitive e parkinsonismo.<br />
I pazienti arruolati sono stati randomizzati in: Gruppo A (trattamento<br />
neuromotorio convenzionale e trattamento TENS +<br />
compito <strong>di</strong>scriminativo); Gruppo B (trattamento neuromotorio<br />
convenzionale e trattamento TENS). Le seguenti misure<br />
<strong>di</strong> outcome sono state utilizzate:<br />
1. valutazione della forza della mano e delle <strong>di</strong>ta me<strong>di</strong>ante<br />
<strong>di</strong>namometro (Grasping, Pinch);<br />
2. valutazione della forza dell’arto superiore (abduzione spalla,<br />
flesso-estensione avambraccio e flesso-estensione<br />
polso) me<strong>di</strong>ante BMRC e Motricity Index;<br />
3. valutazione della <strong>di</strong>verse modalità della sensibilità me<strong>di</strong>ante<br />
<strong>di</strong>sk-criminator <strong>di</strong> Dellon (sensibilità <strong>di</strong>scriminativi), test mono-filamenti<br />
(sensibilità tattile), riconoscimento <strong>di</strong>verse superfici<br />
– liscio-ruvido-morbido – (texture), tatto-movimento<br />
(grafoestesia), valutazione cinestesi polso-<strong>di</strong>ta-avambraccio<br />
(chinestesia).<br />
RISULTATI<br />
Sono stati arruolati 8 pazienti nel gruppo A e 10 pazienti nel<br />
gruppo B. I pazienti reclutati sono stati sottoposti a trattamento<br />
TENS per una durata <strong>di</strong> 6 settimane oltre al trattamento riabilitativo<br />
convenzionale quoti<strong>di</strong>ano. Non abbiamo osservato <strong>di</strong>fferenze<br />
significative tra i due gruppi nelle misure <strong>di</strong> outcome valutate<br />
dopo il trattamento (probabilmente per la numerosità del<br />
campione reclutato). La valutazione dell’intero campione, prima<br />
e dopo il trattamento, ha mostrato un miglioramento significativo<br />
<strong>di</strong> tutte le misure cliniche utilizzate nel valutare la funzione<br />
motoria (Grasping, Pinch, Motricity Index e BMRC). Inoltre,<br />
nell’ambito della estesa valutazione delle <strong>di</strong>verse modalità della<br />
sensibilità, la valutazione post-trattamento ha mostrato un significativo<br />
miglioramento prevalentemente della sensibilità tattile.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI:<br />
– Aprile I, Gilar<strong>di</strong> A, Vergili G, Erra C, Padua L. Evolution of<br />
sensory function of the hand after conventional rehabilitation<br />
treatment in stroke patient. Abstract presentato al<br />
“14 th European Congress on Clinical Neurophysiology and<br />
4 th International Conference on Transcranial Magnetic and<br />
Direct Current Stimulation, Rome (Italy), 20-25 June 2011.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
101
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
102<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Tab. 1 – Comparazione pre e post-trattamento<br />
della funzione sensitiva e significatività<br />
statistica (Wilcoxon mached pair test)<br />
FUNZIONE SENSITIVA<br />
I <strong>di</strong>to II <strong>di</strong>to III <strong>di</strong>to IV <strong>di</strong>to V <strong>di</strong>to<br />
Sensibilità tattile NS NS p
scoli bicipite brachiale, piccolo pettorale e flessori del carpo. La<br />
vibrazione meccanica ripetitiva è stata applicata me<strong>di</strong>ante una<br />
strumentazione specifica (CRO®SYSTEM, Nemoco srl Italy)<br />
consistente in un trasduttore elettromeccanico, uno specifico<br />
supporto e una centralina <strong>di</strong> controllo. Il trasduttore è stato applicato<br />
me<strong>di</strong>ante una piccola sonda <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 10 mm sul<br />
ventre muscolare producendo una forza modulata in modo sinusoidale<br />
il cui valore è compreso tra 7 e 9 N. Il gruppo B (<strong>di</strong><br />
controllo, 21 pazienti) è stato trattato con: 1) stesso programma<br />
riabilitativo del gruppo A; 2) eventuale terapia farmacologica con<br />
miorilassanti orali secondo lo schema stabilito prima dell’arruolamento<br />
nello stu<strong>di</strong>o; 3) vibrazione meccanica placebo.<br />
Tale modalità è stata ottenuta: 1) mo<strong>di</strong>ficando i parametri <strong>di</strong><br />
ampiezza, frequenza e forza dello stimolo vibratorio in modo da<br />
evitare con certezza la stimolazione dei piani profon<strong>di</strong> e quin<strong>di</strong><br />
delle fibre; 2) posizionando il trasduttore sulla superficie cutanea<br />
corrispondente al muscolo target in contrazione isometrica.<br />
I pazienti dei due gruppi sono stati valutati clinicamente<br />
prima dell’inizio del trattamento (T0), a una settimana dalla fine<br />
del trattamento (T1) e a un mese (T2). Nelle <strong>di</strong>verse valutazioni<br />
sono state utilizzate le seguenti scale: Wolf Motor Function<br />
Test (WMFT), Mo<strong>di</strong>fied Ashworth Scale (MAS) e Visual Analogic<br />
Scale (VAS). Come outcome primario è stata utilizzata la<br />
variazione a un mese del punteggio me<strong>di</strong>o della scala <strong>di</strong> abilità<br />
funzionale del Wolf Motor Function Test (WMFT FAS). L’analisi<br />
statistica è stata condotta utilizzando il pacchetto SPSS, release<br />
12.0. Il Kolmogorov-Smirnov Probability Test è stato utilizzato<br />
per valutare la normalità delle <strong>di</strong>stribuzioni. Le variazioni<br />
del punteggio WMFT FAS tra T0, T1 e T2 sono state misurate<br />
me<strong>di</strong>ante il Wilcoxon test for paired samples. Lo standard Pearson’s<br />
chi-square test (2×2 table) è stato utilizzato per valutare la<br />
<strong>di</strong>stribuzione, nei due gruppi, <strong>di</strong> soggetti con un cambiamento<br />
Tab. 1<br />
Patients excee<strong>di</strong>ng the MDC 90<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
rispetto al baseline nel punteggio WMFT-FAS superiore a 0.37<br />
(Mean Detectable Change 90 ), 0.2 (Clinically Important Difference,<br />
limite inferiore) e 0.4 (Clinically Important Difference, limite<br />
superiore). Il Mann-Whitney U test è stato usato per confrontare<br />
le me<strong>di</strong>ane dei punteggi MAS e VAS nei due gruppi. Il livello<br />
<strong>di</strong> significatività è stato fissato a p
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
104<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
Pattern <strong>di</strong> attivazione muscolare<br />
dell’arto superiore in relazione all’utilizzo<br />
<strong>di</strong> touchpad e mouse convenzionale<br />
nell’utilizzo <strong>di</strong> computer portatile<br />
Responsabile: Padua Luca<br />
INTRODUZIONE<br />
I Ripetitive Strain Injuries (RSI) sono <strong>di</strong>sturbi del sistema<br />
muscolo-scheletrico e/o del sistema nervoso periferico,<br />
causati o aggravati da movimenti ripetitivi in combinazione<br />
con posture statiche prolungate e scorrette, nonché<br />
da stress meccanici e vibrazioni. Certe situazioni <strong>di</strong> lavoro<br />
possono indurre con facilità un sovraccarico muscoloscheletrico.<br />
L’attivazione ripetuta e intensa <strong>di</strong> muscoli<br />
specifi ci, durante un’attività motoria, può quin<strong>di</strong> rappresentare<br />
un momento eziologico e patogenetico importante.<br />
È riconosciuto che tra i soggetti particolarmente a<br />
rischio <strong>di</strong> RSI ci sono i lavoratori addetti ai videoterminali.<br />
I fattori <strong>di</strong> rischio per tale patologia in questi soggetti non<br />
sono ancora ben defi niti. È possibile che il ripetersi dei<br />
movimenti legati a posture incongrue e forze sviluppate<br />
con contrazione contemporanea e prolungata <strong>di</strong> muscoli<br />
antagonisti/agonisti possa rappresentare il momento etiopatogenetico<br />
principale. Dalle conoscenze già <strong>di</strong>sponibili<br />
è chiaro come nella patologia in questione vi siano delle<br />
implicazioni che richiedono un’accurata ed esaustiva valutazione<br />
multi<strong>di</strong>mensionale al fi ne <strong>di</strong> acquisire informazioni<br />
utili per prevenire tale patologia. Una delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
maggiore rischio <strong>di</strong> RSI nei lavoratori al videoterminale è<br />
determinata dall’utilizzo <strong>di</strong> mouse o pointing device (detti<br />
anche strumenti <strong>di</strong> puntamento).<br />
In particolare, data la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> computer portatili usati<br />
anche sulle scrivanie, lo scopo era quello <strong>di</strong> comparare l’atto<br />
motorio effettuato con un mouse standard (con fi lo) e con<br />
il touchpad del notebook. L’obiettivo primario dell’UO è <strong>di</strong><br />
identifi care i pointing device che permettono <strong>di</strong> ottenere il<br />
medesimo atto lavorativo <strong>di</strong> puntamento con una minore<br />
contrazione <strong>di</strong> muscoli prossimali dell’arto superiore (spesso<br />
responsabili <strong>di</strong> cervicalgie) e una minore co-contrazione <strong>di</strong><br />
muscoli antagonisti (spesso responsabile <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>nopatie e<br />
mononeuropatie).<br />
Fig. 1<br />
RSI: <strong>di</strong>sturbi del sistema muscolo-scheletrico<br />
e/o del sistema nervoso periferico.<br />
OBIETTIVI<br />
L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o era quello <strong>di</strong> identifi care quale<br />
pointing device (<strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> puntamento) tra il classico<br />
mouse e il touchpad, permettesse <strong>di</strong> ottenere il medesimo<br />
atto lavorativo <strong>di</strong> “puntamento” con una minore contrazione<br />
<strong>di</strong> muscoli prossimali dell’arto superiore (spesso responsabili<br />
<strong>di</strong> cervicalgie) e una minore co-contrazione <strong>di</strong> muscoli<br />
antagonisti (spesso responsabile <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>nopatie e mononeuropatie).
METODI<br />
Sono stati valutati 40 videoterminalisti (27 femmine e 13<br />
maschi, <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a 32,5 anni) che utilizzano quoti<strong>di</strong>anamente<br />
il personal computer circa 4 ore al giorno, con una<br />
me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 20 ore alla settimana. In tutti i soggetti è stata<br />
stu<strong>di</strong>ata me<strong>di</strong>ante elettromiografia <strong>di</strong> superficie l’attività<br />
muscolare <strong>di</strong> muscoli prossimali e semi<strong>di</strong>stali dell’arto<br />
superiore dominante (il destro per tutti i soggetti) durante<br />
l’utilizzo <strong>di</strong> due <strong>di</strong>versi pointing device.<br />
Durante il task motorio i soggetti erano seduti su una se<strong>di</strong>a<br />
ergonomica tale da consentire una posizione eretta <strong>di</strong><br />
testa, collo e tronco. Il task motorio consisteva nell’eseguire<br />
con i due pointing device un percorso predefinito in un<br />
lasso <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> 60 secon<strong>di</strong>. Il task è stato eseguito utilizzando<br />
il mouse V100 con filo della Logitech e il touchpad.<br />
La valutazione elettromiografia è stata eseguita a livello dei<br />
muscoli trapezio, deltoide, bicipite brachiale, tricipite brachiale<br />
e muscolo estensore comune delle <strong>di</strong>ta me<strong>di</strong>ante<br />
l’elettromiografo <strong>di</strong> superficie Delsys.<br />
Valutazione dell’attivazione elettromiografica attraverso l’uso dei due pointing device<br />
Deltoide dx (Set1[Rep1])<br />
0.0001<br />
0<br />
-0.0001<br />
14 14.5 15 15.5 16 16.5<br />
[s]<br />
17 17.5 18 18.5 19<br />
0.0001<br />
Deltoide dx (Set1[Rep2])<br />
0<br />
-0.0001<br />
18 18.5 19 19.5 20 20.5<br />
[s]<br />
21 21.5 22 22.5 23<br />
Fig. 1<br />
23%<br />
non attivo<br />
69%<br />
77% 31%<br />
attivo<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
RISULTATI<br />
La valutazione neurografica ha evidenziato la presenza<br />
<strong>di</strong> sindrome del tunnel carpale a livello della mano dominante<br />
nel 10% dei soggetti. La sindrome da intrappolamento<br />
del nervo ulnare al gomito è stata rilevata nel 4%<br />
dei soggetti.<br />
A nostra conoscenza non sono riportate evidenze circa le<br />
eventuali <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> attivazione dei muscoli dell’arto superiore<br />
indotte dai due sistemi <strong>di</strong> puntamento. I nostri dati<br />
evidenziano che a parità <strong>di</strong> task motorio e <strong>di</strong> postazione<br />
lavorativa, mouse e touchpad attivano in maniera sostanzialmente<br />
simile i muscoli esaminati. Solo in alcune circostanze<br />
il mouse può causare una maggiore attivazione ripetuta<br />
del deltoide rispetto al touchpad. Per quanto riguarda il<br />
trapezio e il muscolo estensore comune delle <strong>di</strong>ta, invece,<br />
non abbiamo rilevato <strong>di</strong>fferenza tra i due <strong>di</strong>spositivi che<br />
determinano un’attivazione tonica continua <strong>di</strong> tali muscoli.<br />
Nell’insorgenza dei RSI non intervengono invece sollecitazioni<br />
a livello dei muscoli bicipite e tricipite brachiale<br />
che molto raramente vengono attivati in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dall’uso <strong>di</strong> mouse o touchpad.<br />
PRODOTTI SCIENTIFICI<br />
– Delisle A, Lariviere C, Plamondon A, Imbeau D. Comparison<br />
of three computer office workstations offering forearm<br />
support: impact on upper limb posture and muscle<br />
activation. Ergonomics. 2006 Feb 10;49(2):139-60.<br />
– Frederick KA, Carter PR, Littler JW. Injuries to the me<strong>di</strong>an<br />
and ulnar nerves at the wrist. J. Hand Surg. 1992;17(4):<br />
645-647.<br />
– Goudy N, McLean L. Using myoelectric signal parameters<br />
to <strong>di</strong>stinguish between computer workers with<br />
and without trapezius myalgia. Eur J Appl Physiol. 2006<br />
May;97(2):196-209.<br />
– Hagberg M, Morgenstern H, Kelsh M. Impact of occupation<br />
of a sureillance case definition carpal tunnel syndrome.<br />
Am. J. Public Health.<br />
– Tecchio F, Zappaso<strong>di</strong> F, Melgari JM, Porcaro C, Cassetta<br />
E, Rossini PM. Sensory-motor interaction in primary hand<br />
cortical areas: a magnetoencephalography assessment.<br />
Neuroscience. 2006 Aug 11;141(1):533-42.<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
105
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