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Linea di Ricerca 1 - Fondazione Don Carlo Gnocchi

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<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

46<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Tecnologie biome<strong>di</strong>che per la <strong>di</strong>agnosi e il recupero della funzione<br />

Responsabile Scientifico: Prof. Paolo Mocarelli<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un nuovo sistema transdermico<br />

per il rilascio controllato e modulabile dei farmaci<br />

Responsabile: Gramatica Furio<br />

INTRODUZIONE<br />

Gli attuali trattamenti terapeutici per le malattie croniche e degenerative<br />

sono – escludendo le iniezioni tra<strong>di</strong>zionali – infusori<br />

impiantabili (invasivi – scarsa qualità della vita) e cerotti transdermici<br />

(applicabili solo per farmaci con basso peso molecolare,<br />

quali nicotina, nitroglicerina, alcuni antinfiammatori). I dati<br />

presenti in letteratura suggeriscono che la somministrazione<br />

“ideale” <strong>di</strong> farmaco dovrebbe dunque associare i vantaggi<br />

dell’infusione continua sottocutanea me<strong>di</strong>ante microinfusore<br />

(modulazione del flusso <strong>di</strong> farmaco a seconda delle necessità<br />

del paziente, conoscenza precisa della quantità <strong>di</strong> farmaco<br />

somministrata nel tempo), e dei sistemi <strong>di</strong> rilascio transdermico<br />

(by-pass del metabolismo <strong>di</strong> primo passaggio, minimo<br />

<strong>di</strong>sagio per il paziente cronico, facilità nell’applicazione e nella<br />

sospensione del farmaco). L’utilizzo <strong>di</strong> microaghi potrebbe essere<br />

un’alternativa possibile per migliorare la somministrazione<br />

transdermica specialmente per le macromolecole (>2000<br />

Da) (Prausnitz MR and Langer R, 2008).<br />

Alcuni gruppi hanno sviluppato microaghi per il rilascio <strong>di</strong><br />

farmaci utilizzando strumenti nanotecnologici, ma senza la<br />

possibilità <strong>di</strong> modulare il flusso <strong>di</strong> farmaco in funzione dell’effettiva<br />

necessità del paziente (Roxhed N et al., 2007).<br />

OBIETTIVI<br />

L’obiettivo principale <strong>di</strong> tale progetto è lo stu<strong>di</strong>o della fattibilità<br />

<strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo microstrutturato per il rilascio transdermico<br />

<strong>di</strong> farmaci – anche ad alto peso molecolare non somministrabili<br />

con cerotti transdermici – in un tempo breve o elevato<br />

e in modo continuo e modulabile. Tale prodotto è sviluppa-<br />

to nell’ottica <strong>di</strong> migliorare la “compliance” e l’“adherence”<br />

del paziente in malattie croniche (<strong>di</strong>abete, artrite reumatoide<br />

ecc.) e neurodegenerative (es.: Parkinson, Sclerosi Multipla).<br />

Inoltre tale <strong>di</strong>spositivo potrebbe essere utilizzato per la somministrazione<br />

<strong>di</strong> vaccini nei <strong>di</strong>sturbi del sistema immunitario<br />

ottenendo un’amplificazione della risposta immunitaria in seguito<br />

all’attivazione delle cellule del Langherans.<br />

Il <strong>di</strong>spositivo finale (oggetto <strong>di</strong> un nostro brevetto) è formato<br />

da: una cartuccia monouso, costituita da un array <strong>di</strong> microaghi<br />

cavi (altezza massima <strong>di</strong> circa 1 mm) e da un serbatoio<br />

per il farmaco; un applicatore riutilizzabile dotato <strong>di</strong> motorino<br />

per l’infusione del farmaco e della componente elettronica<br />

per il controllo e la gestione dell’infusione.<br />

METODI<br />

Nel corso <strong>di</strong> questo progetto sono stati effettuati alcuni test<br />

preliminari per trovare il giusto compromesso tra l’altezza<br />

dei microaghi (minimamente invasiva) e la riproducibilità del<br />

piercing (per assicurare un’adeguata infusione del farmaco).<br />

A tal proposito si è deciso <strong>di</strong> testare microaghi <strong>di</strong> silicio<br />

(300 μm <strong>di</strong> altezza) <strong>di</strong> produzione della Tyndall Institute e<br />

mini-aghi da 1 mm in acciaio;<br />

In particolare abbiamo effettuato:<br />

• test istologici ex vivo (su campioni <strong>di</strong> pelle umana da chirurgia<br />

estetica) relativi alla riproducibilità <strong>di</strong> perforazione (piercing)<br />

della pelle (microaghi da 300 mm in silicio e 1 mm in<br />

acciaio)<br />

• test <strong>di</strong> infusione ex vivo (su campioni <strong>di</strong> pelle umana da chirurgia<br />

estetica) con microaghi d’acciaio a <strong>di</strong>verse altezze (1 mm,<br />

1,5 mm, 2 mm, 4 mm, 6 mm) per verificare l’infusione e <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong> liquido <strong>di</strong> contrasto attraverso gli strati della pelle.<br />

Negli esperimenti <strong>di</strong> piercing ex vivo, al fine <strong>di</strong> simulare


le con<strong>di</strong>zioni fi siologiche, la pelle è stata inserita in un afferraggio<br />

meccanico biassiale, creato appositamente nel<br />

nostro laboratorio tenendo in considerazione i parametri<br />

ottenuti dalla simulazione biomeccanica aghi-pelle (set up<br />

sperimentale descritto nei precedenti progetti <strong>di</strong> ricerca<br />

corrente). Sono state usate 3 matrici <strong>di</strong> microaghi in silicio<br />

comprendenti 64 microaghi (8x8) con altezza <strong>di</strong> 300 μm. Gli<br />

aghi in acciaio sono <strong>di</strong> produzione commerciale con un <strong>di</strong>ametro<br />

da 0,3 mm (30G) e sono stati opportunamente ridotti<br />

a un’altezza <strong>di</strong> 1 mm, 1,5 mm, 2 mm, 4 mm e 6 mm. Per<br />

le prove <strong>di</strong> piercing della pelle ciascun array <strong>di</strong> microaghi è<br />

stato montato su un “applicatore a penna” mentre per le<br />

prove d’infusione è stata utilizzata una siringa commerciale<br />

da 1 ml.<br />

I test preliminari d’infusione sono stati analizzati me<strong>di</strong>ante<br />

Tomografi a Assiale Computerizzata (TAC) per verifi care la<br />

<strong>di</strong>ffusione del liquido <strong>di</strong> contrasto (simulazione <strong>di</strong> un farmaco)<br />

nei vari strati della cute a seconda della <strong>di</strong>versa altezza<br />

<strong>di</strong> aghi (micro- e mini-aghi). Le biopsie, montate su un supporto<br />

<strong>di</strong> polistirolo, sono state analizzate dopo 5 e 15 minuti<br />

Piercing (n=4)<br />

No piercing<br />

Fig. 1<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

dall’infusione <strong>di</strong> 250 μl <strong>di</strong> liquido <strong>di</strong> contrasto <strong>di</strong>luiti 1:10 in<br />

soluzione salina. La misurazione semi-quantitativa del volume<br />

del liquido <strong>di</strong> contrasto <strong>di</strong>ffuso nei <strong>di</strong>versi strati cutanei è<br />

stata effettuata su ciascuna sezione <strong>di</strong> spessore <strong>di</strong> 1 mm (20<br />

sezioni su ciascuna biopsia) me<strong>di</strong>ante un sistema <strong>di</strong> analisi<br />

d’immagine.<br />

RISULTATI<br />

Le sezioni istologiche mostrano che circa il 50% dei microaghi<br />

ha bucato l’epidermide fermandosi alla giunzione dermoepidermica,<br />

mentre i restanti microaghi hanno creato solo una<br />

deformazione dell’epidermide senza però bucarla. Nella fi gura<br />

sottostante (Fig. 1) è stata riportata una ricostruzione <strong>di</strong> una<br />

sezione <strong>di</strong> cute formata da più fotogrammi in serie. Si può notare<br />

che su una fi la <strong>di</strong> 8 microaghi presenti sulla matrice, solo<br />

4 microaghi hanno bucato l’epidermide (freccia verde) mentre<br />

i restanti 4 l’hanno solo deformata (freccia rossa).<br />

Per stu<strong>di</strong>are l’altezza adeguata dei microaghi al fi ne <strong>di</strong> ottenere<br />

un’ottimale riproducibilità del piercing, pur mantenendo<br />

la minima invasività, si è deciso <strong>di</strong> passare all’utilizzo <strong>di</strong> microaghi<br />

meno costosi, derivanti da aghi in acciaio in commer-<br />

Microfotografi a <strong>di</strong> sezioni istologiche <strong>di</strong> cute umana normale colorate con ematossilina-eosina dopo applicazione dell’array <strong>di</strong> microaghi<br />

da 300 μm (ingran<strong>di</strong>mento originale 4x).<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

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<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

48<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

cio ma opportunamente ridotti a un’altezza <strong>di</strong> 1 mm. Nella<br />

figura istologica 2 si nota un buon mantenimento dell’architettura<br />

e struttura dell’epidermide e del derma, presentando<br />

un’interruzione <strong>di</strong> tutti gli strati dell’epidermide e del derma<br />

papillare compatibile con il piercing del microago da 1 mm.<br />

Questo dato è risultato riproducibile.<br />

40x<br />

Fig. 2<br />

EP<br />

SC<br />

DE<br />

Microfotografia <strong>di</strong> sezione istologica <strong>di</strong> cute umana normale<br />

colorata con ematossilina-eosina dopo l’applicazione<br />

del microago da 1 mm. SC= strato corneo, EP= epidermide<br />

vitale, DE= derma (ingran<strong>di</strong>mento originale 20x).<br />

I risultati della valutazione semi-quantitativa della <strong>di</strong>ffusione<br />

del farmaco nei <strong>di</strong>versi strati cutanei (epidermide+derma e<br />

ipoderma), analizzata me<strong>di</strong>ante TAC, hanno evidenziato che,<br />

nei campioni trattati con microaghi da 1,5 e 2 mm, il liquido<br />

infuso nella regione epidermo-dermica dopo 15 minuti<br />

tendeva a <strong>di</strong>ffondersi quasi totalmente verso l’ipoderma. Abbiamo<br />

quin<strong>di</strong> dedotto che questa fosse l’altezza ideale per<br />

avere una minima invasività ma una rapida <strong>di</strong>ffusione negli<br />

strati cutanei. Il grafico sottostante mette in evidenza i risultati<br />

ottenuti per tutte le altezze <strong>di</strong> aghi (Fig. 3).<br />

area (cm ) 2<br />

Area of the contrast me<strong>di</strong>um depot (only central slice) in the EP-DE region<br />

0,35<br />

0,3<br />

0,25<br />

0,2<br />

0,15<br />

0,1<br />

0,05<br />

Fig. 3<br />

1<br />

mm<br />

1,5<br />

mm<br />

2<br />

mm<br />

4<br />

mm<br />

6<br />

mm<br />

1<br />

mm<br />

1,5<br />

mm 2<br />

mm<br />

4<br />

mm<br />

after 5 minutes<br />

after 15 minutes<br />

needles lenght<br />

6<br />

mm<br />

Istogramma delle misurazioni del liquido <strong>di</strong> contrasto presente nella sezione<br />

centrale <strong>di</strong> ciascuna biopsia. Le frecce in<strong>di</strong>cano le altezze ideali in cui si<br />

nota una buona <strong>di</strong>ffusione del farmaco con il passare del tempo.<br />

Lo sviluppo futuro <strong>di</strong> questo progetto sarà quello <strong>di</strong> creare<br />

un prototipo completo (<strong>di</strong> cui abbiamo già depositato un brevetto)<br />

<strong>di</strong> cartuccia transdermica monouso (microaghi e sebatoio)<br />

e applicatore in grado <strong>di</strong> monitorare l’infusione del<br />

farmaco e quin<strong>di</strong> validare tale <strong>di</strong>spositivo con stu<strong>di</strong> preclinici.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

Abstract presentati a Congressi Internazionali e Nazionali:<br />

– Bedoni M, <strong>Don</strong>etti E, Casella M, Forvi E, Gualerzi A, Gramatica<br />

F. An innovative transdermal drug delivery device for<br />

the treatment of chronic <strong>di</strong>seases. 36° Annual Meeting of<br />

Society for Cutaneous Ultrastructure Research (SCUR). Firenze,<br />

11-13 giugno 2009. Exp. Dermatol. 2009;18:1085-6.<br />

– Bedoni M, Casella M, <strong>Don</strong>etti E, Forvi E, Lucini V,<br />

O’Mahoney C, Scaglione F, Gramatica F. An innovative<br />

transdermal drug delivery device for the treatment of type<br />

1 <strong>di</strong>abetes. 63° Congresso Nazionale della Società Italiana<br />

<strong>di</strong> Anatomia e Istologia. Torino (Italy), 10-12 settembre<br />

2009. Ital J Anat Embryol. 2009;114:32.


– O’Brien J, Bedoni M, Blake A, Scully J, Forvi E, Casella<br />

M, Gramatica F, O’Mahoney C. Hollow microneedles for<br />

pain-free drug delivery. MicroMechanics Europe. Toulouse<br />

(France), 20-22 settembre 2009.<br />

Papers:<br />

– Matteucci M, Fanetti M, Casella M, Gramatica F, Gavioli L,<br />

Tormen M, Grenci G, De Angelis F, Di Fabrizio E. Poly vinyl<br />

alcohol re-usable masters for microneedle replication”. Microelectronic<br />

Engineering. 2009;86:752-756<br />

Brevetto:<br />

– MI2010A002414 depositato in data 27/12/2010 da <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Carlo</strong> <strong>Gnocchi</strong> ONLUS. Inventori: Gramatica<br />

Furio, Forvi Elena, Bedoni Marzia, Cassarà Domenico Giorgio,<br />

Casella Michele. Titolo: “Apparecchiatura ad aghi per la<br />

somministrazione transdermica <strong>di</strong> farmaci”.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Sviluppo <strong>di</strong> un sensore ottico innovativo per l’analisi<br />

in tempo reale <strong>di</strong> sostanze nel sangue per la <strong>di</strong>agnosi<br />

e la somministrazione controllata <strong>di</strong> farmaci<br />

Responsabile: Gramatica Furio<br />

INTRODUZIONE<br />

Un aspetto che riveste una fondamentale importanza nella<br />

ricerca clinica, per esempio nell’ambito del cancro, <strong>di</strong> malattie<br />

croniche e acute, è rappresentato dallo sviluppo e dalla<br />

messa a punto <strong>di</strong> test semplici e non invasivi in grado <strong>di</strong><br />

effettuare una <strong>di</strong>agnosi precoce, <strong>di</strong> formulare una prognosi<br />

accurata e <strong>di</strong> fornire in<strong>di</strong>cazioni sulla scelta terapeutica più<br />

adeguata.<br />

I recenti progressi ottenuti nel campo della ricerca clinica<br />

hanno reso possibile l’identificazione <strong>di</strong> geni espressi in <strong>di</strong>verse<br />

situazioni clinico-patologiche e biologiche (nel tessuto<br />

patologico rispetto al tessuto normale, in tumori aggressivi<br />

rispetto a tumori indolenti simili per sta<strong>di</strong>o clinico-patologico<br />

ecc.), proposti come una nuova classe <strong>di</strong> marcatori specifici,<br />

prognostici e/o pre<strong>di</strong>ttivi. La possibilità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare questi<br />

nuovi biomarcatori con tecniche ancora più sensibili e specifiche<br />

<strong>di</strong> quelle attualmente in uso (PCR, ELISA, istologia)<br />

presso i laboratori clinici porterà a un miglioramento dei test<br />

<strong>di</strong> follow-up (aumentandone la specificità e <strong>di</strong>minuendo il<br />

costo dei trattamenti) e della definizione della scelta terapeutica<br />

(rendendo possibile una terapia personalizzata e razionalizzando<br />

quin<strong>di</strong> i costi dei trattamenti con una riduzione<br />

della loro non-appropriatezza).<br />

Esistono alcuni meto<strong>di</strong> spettroscopici – noti in ambito fisicochimico<br />

e solo parzialmente approdati al versante <strong>di</strong> ricerca<br />

biome<strong>di</strong>cale – che presentano sensibilità, specificità e rapi<strong>di</strong>tà<br />

d’uso anche milioni <strong>di</strong> volte superiori rispetto alle meto<strong>di</strong>che<br />

convenzionali. Tra questi sta assumendo particolare rilievo, a<br />

livello internazionale, la spettroscopia ottica vibrazionale (Raman<br />

classica, Raman risonante e Surface Enhanced Raman<br />

Spectroscopy-SERS) basata su un effetto fisico noto dagli<br />

anni ’20 e utilizzato in scienze dei materiali dagli anni ’70, con<br />

l’avvento dei laser. Negli ultimi cinque anni si sono moltiplicati<br />

gli stu<strong>di</strong> e le pubblicazioni relative alla spettroscopia Raman<br />

applicata alla detezione <strong>di</strong> biomarcatori (Nguyen CT, 2010; Joshi<br />

B, 2010 ) o <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni biochimiche <strong>di</strong> tessuti correlate<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

49


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

50<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

a processi patologici (Beljebbar A, 2009) e la prospettiva <strong>di</strong><br />

una reale applicazione in ambito clinico è vicina.<br />

OBIETTIVI<br />

Il razionale del seguente progetto è quin<strong>di</strong> legato all’opportunità<br />

<strong>di</strong> utilizzo della biofotonica, e in particolare <strong>di</strong> sistemi<br />

Raman commerciali, nell’ambito <strong>di</strong> una costituenda piattaforma<br />

tecnologica <strong>di</strong> biofotonica clinica, per lo sviluppo <strong>di</strong> un<br />

sensore ottico minimamente invasivo e indolore, <strong>di</strong> semplice<br />

uso ed elevatissima sensibilità e specifi cità.<br />

I principali obiettivi del progetto sono:<br />

progettazione e sviluppo dei sensori <strong>di</strong>agnostici: sonda <strong>di</strong><br />

fi bra ottica funzionalizzata con nanoparticelle, utilizzante<br />

spettroscopia SERS, per effettuare misure quali-quantitative<br />

imme<strong>di</strong>ate e a elevatissima sensibilità <strong>di</strong> analiti e biomarcatori<br />

(oncogeni) in fl ui<strong>di</strong> corporei;<br />

validare la meto<strong>di</strong>ca Raman classica nell’ambito <strong>di</strong> nuove applicazioni<br />

<strong>di</strong>agnostiche attraverso un’analisi comparativa con<br />

le tecniche tra<strong>di</strong>zionali in termini <strong>di</strong> sensibilità e specifi cità.<br />

METODI<br />

La prima fase del progetto ha comportato la progettazione <strong>di</strong>:<br />

nanoparticelle d’oro magnetiche, oligonucleoti<strong>di</strong> creati ad hoc<br />

per legarsi alla nanoparticella e riconoscere basi <strong>di</strong> un gene<br />

target e oligonucleoti<strong>di</strong> legati a Raman probes come sensori<br />

SERS attivi.<br />

In quest’ultimo anno stiamo effettuando dei test preliminari<br />

in vitro come “proof of concept” per l’identifi cazione del<br />

gene beta actina che, essendo <strong>di</strong> facile detezione, ci permette<br />

<strong>di</strong> concentrare la nostra attenzione solo sull’ottimizzazione<br />

delle nanoparticelle funzionalizzate e i Raman probes,<br />

al fi ne <strong>di</strong> rendere il sensore altamente selettivo e sensibile.<br />

La seconda fase del progetto, che ci vedrà impegnati nel<br />

prossimo anno, riguarderà la creazione e la sperimentazione<br />

<strong>di</strong> sensori completi per la rilevazione <strong>di</strong> biomarcatori target<br />

in fl ui<strong>di</strong> biologici umani me<strong>di</strong>ante spettroscopia Raman. Gli<br />

esperimenti sono effettuati in parallelo con uno spettroscopio<br />

Raman da banco dotato <strong>di</strong> microscopio confocale e con<br />

un video-Raman portatile.<br />

Infi ne la validazione del sistema SENSI-Raman avverrà tramite<br />

confronto in parallelo con la meto<strong>di</strong>ca standard PCR. I termini<br />

<strong>di</strong> confronto si baseranno su sensibilità, specifi cità e rapi<strong>di</strong>tà.<br />

RISULTATI<br />

I risultati ottenuti dal processo iniziale <strong>di</strong> progettazione ci hanno<br />

permesso <strong>di</strong> identifi care le specifi che tecniche ad hoc <strong>di</strong>:<br />

nanoparticelle metalliche magnetiche,<br />

oligonucleoti<strong>di</strong>,<br />

Raman probes.<br />

Dopo alcuni test esplorativi iniziali, sono state progettate e<br />

create presso il Dipartimento <strong>di</strong> Biotecnologie e Bioscienze<br />

dell’Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca, delle nanoparticelle magnetiche<br />

ottimali <strong>di</strong> 300 e 500 nm.<br />

Fig. 1<br />

2 μm<br />

Microfotografi a <strong>di</strong> un cluster <strong>di</strong> nanoparticelle da 500 nm<br />

coniugate con Rhodamine 6G. Le nanoparticelle si presentano<br />

come cluster <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse decine <strong>di</strong><br />

micrometri.<br />

Sono stati effettuati spettri SERS delle nanoparticelle coniugate<br />

con Rhodamine 6G utilizzando laser <strong>di</strong> lunghezza<br />

d’onda pari a 532 nm e potenza <strong>di</strong> 0,075 mW. I mo<strong>di</strong> Raman-vibrazionali<br />

delle molecole, ottenuti sperimentalmente<br />

e riportati in Fig. 2, sono risultati confrontabili con i mo<strong>di</strong><br />

pubblicati in letteratura.<br />

Dai risultati ottenuti abbiamo determinato che la Rhodamine<br />

6G possa essere il Raman probe can<strong>di</strong>dato per la realizzazione<br />

del primo sensore sperimentale.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

Abstract presentati a Congressi Internazionali e Nazionali:<br />

– Casella M, Lucotti A, Tommasini M, Bedoni M, Forvi E,<br />

Gramatica F, Zerbi G. Rapid Investigation on Fresh Human


Force [g]<br />

1600<br />

1500<br />

1400<br />

1300<br />

1200<br />

1100<br />

1000<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

Fig. 2<br />

XRS, ip C-H bend<br />

XRS, ip N-H bend<br />

Whole Blood by means of Raman and SERS techniques.<br />

The XII International Conference on Laser Applications in<br />

Life Sciences. Oulu (Finlan<strong>di</strong>a), 9-11 giugno 2010.<br />

– Casella M, Lucotti A, Tommasini M, Gramatica F, Di Fabrizio<br />

E, Zerbi G. Apomoprhine Vibrational structure revealed<br />

by Raman and SERS spectroscopies. XIII European Conference<br />

on the Spectroscopy of Biological Molecules, Palermo,<br />

28 agosto-2 settembre 2009.<br />

– Casella M, Lucotti A, Tommasini M, Bedoni M, Forvi E, Di<br />

Fabrizio E, Zerbi G, Gramatica F. Clinical Biophotonics applications<br />

at <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> Foundation. Photonics for Life<br />

conference, Firenze, 25-26 maggio 2009.<br />

– Lucotti A, Casella M, Tommasini M, Gramatica F, Di Fab-<br />

XRS, C-N str, C-H bend,<br />

N-H bend<br />

XRS, ip C-H bend<br />

ip XRB, N-H bend,<br />

CH2 wag<br />

ip XRD, C-H bend,<br />

N-H bend<br />

1600 1400 1200 1000 800 600<br />

Displacement [mm]<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Spettro SERS del cluster <strong>di</strong> nanoparticelle <strong>di</strong> 500 nm con laser a 532 nm e potenza 0,075 mW. I mo<strong>di</strong> Raman sono: ip=in plane, op=out of plane,<br />

XRD= xantene ring deformations, XRB=xantene ring breath, XRS=xantene ring stretch; wag=wagging.<br />

op C-H bend<br />

rizio E, Zerbi G. Experimental and Theoretical Investigation<br />

of Apomorphine Raman Spectrum. XXI Congresso Nazionale<br />

Spettroscopia Raman, Milano, 1-13 febbraio 2009.<br />

Paper:<br />

– Casella M, Lucotti A, Tommasini M, Bedoni M, Forvi E,<br />

Gramatica F, Zerbi G. Raman and SERS recognition of Beta-<br />

Carotene and Haemoglobin fi ngerprints in Human Whole<br />

Blood. Spectrochimica Acta Part A; In Press. doi:10.1016/j.<br />

saa.2011.03.048.<br />

– Lucotti A, Casella M, Tommasini M, Gramatica F, Di Fabrizio<br />

E, Zerbi G. Experimental and Theoretical Investigation<br />

of Apomorphine Raman Spectrum. J Raman Spectros;<br />

2009;40:2074–2079.<br />

ip XRD<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

51


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

52<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Validazione <strong>di</strong> elettro<strong>di</strong> basati sulla tecnologia<br />

a microaghi per il monitoraggio <strong>di</strong> biopotenziali<br />

Responsabile: Gramatica Furio<br />

INTRODUZIONE<br />

In ambito clinico e <strong>di</strong> ricerca per la misurazione <strong>di</strong> biosegnali<br />

quali ECG, EEG, EOG, EMG vengono comunemente utilizzati<br />

elettro<strong>di</strong> a gel, a oggi considerati il golden standard. A livello<br />

sperimentale gli eletto<strong>di</strong> a gel sono stati affi ancati da una <strong>di</strong>fferente<br />

tipologia <strong>di</strong> elettro<strong>di</strong> defi niti a secco: una promettente<br />

tecnologia su cui si basano tali elettro<strong>di</strong> è quella dei microaghi,<br />

ovvero strutture appuntite delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> qualche centinaio<br />

<strong>di</strong> μm in grado <strong>di</strong> bucare lo strato corneo (SC), strato più<br />

superfi ciale della cute con proprietà isolanti e non <strong>di</strong>ffusive. I<br />

microaghi, una volta bucato lo SC, creano un contatto con gli<br />

strati conduttivi più profon<strong>di</strong> del derma, evitando <strong>di</strong> ricorrere<br />

all’uso <strong>di</strong> gel. Gli elettro<strong>di</strong> basati sui microaghi riducono drasticamente<br />

i tempi <strong>di</strong> preparazione della cute del soggetto,<br />

risultando più confortevoli per il care-giver e per il soggetto<br />

acquisito. Inoltre tali elettro<strong>di</strong> consentono monitoraggi <strong>di</strong> biosegnali<br />

per durate superiori in quanto all’assenza <strong>di</strong> gel non<br />

ne provoca l’essiccazione nel tempo, con conseguente per<strong>di</strong>ta<br />

o alterazione del biosegnale. In aggiunta l’inserimento dei<br />

microaghi nella cute realizza un’interfaccia più stabile tra elettrodo<br />

e cute, garantendo un elevato rapporto segnale-rumore<br />

anche durante il movimento del soggetto.<br />

OBIETTIVI<br />

La ricerca si focalizza sulla validazione <strong>di</strong> nuovi elettro<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

superfi cie a secco che si basino sulla tecnologia a microaghi.<br />

Tali elettro<strong>di</strong>, dotati <strong>di</strong> caratteristiche innovative, si presentano<br />

come promettente alternativa ai comuni elettro<strong>di</strong> a gel<br />

per il monitoraggio continuo e minimamente invasivo <strong>di</strong> biopotenziali<br />

(EMG, ECG, EEG, EOG) in ambito clinico.<br />

METODI<br />

Per raggiungere gli obiettivi dello stu<strong>di</strong>o sono stati condotti<br />

<strong>di</strong>fferenti prove sperimentali:<br />

• Test <strong>di</strong> valutazione istologica ed elettromeccanica <strong>di</strong> piercing<br />

<strong>di</strong> cute umana ex vivo da parte <strong>di</strong> microaghi in silicio e<br />

in acciaio con particolare riferimento allo stu<strong>di</strong>o della riproducibilità<br />

del piercing e all’identifi cazione e quantifi cazione<br />

del momento <strong>di</strong> piercing;<br />

• Test <strong>di</strong> valutazione della soli<strong>di</strong>tà e robustezza dei microaghi,<br />

in particolare della caratterizzazione a rottura dei microaghi<br />

in silicio;<br />

• Test <strong>di</strong> biocompatibilità e <strong>di</strong> soli<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> prototipi <strong>di</strong> dry electrodes<br />

con microaghi in acciaio in vivo su modelli animali<br />

(ratti);<br />

• Test <strong>di</strong> valutazione elettromeccanica <strong>di</strong> piercing su cute<br />

umana in vivo <strong>di</strong> un prototipo <strong>di</strong> dry electrode con microaghi<br />

in acciaio, con particolare attenzione all’identifi cazione<br />

e quantifi cazione del momento <strong>di</strong> piercing e alla percezione<br />

dolorifi ca associata.<br />

RISULTATI<br />

I test <strong>di</strong> piercing su campioni <strong>di</strong> pelle umana ex vivo effettuati<br />

con microaghi in acciaio da 1 mm hanno confermato il piercing<br />

dello SC, dell’epidermide e parzialmente del derma papillare<br />

(Fig. 1). A livello elettromeccanico il piercing della cute<br />

è stato confermato me<strong>di</strong>ante un improvviso decremento del<br />

segnale <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> reazione della pelle (Fig. 2) e <strong>di</strong> impedenza<br />

elettrica: tale evento <strong>di</strong>mostra il contatto dei microaghi con<br />

gli strati più profon<strong>di</strong> e conduttivi della cute, migliorando la<br />

conducibilità del circuito e quin<strong>di</strong> potenzialmente la qualità<br />

dei biosegnali acquisiti.<br />

piercing<br />

Fig. 1<br />

SC<br />

EP<br />

DE<br />

Microfotografi a <strong>di</strong> sezione istologica <strong>di</strong> cute umana normale<br />

colorata con ematossilina-eosina dopo l’applicazione<br />

del microago da 1 mm. SC=strato corneo, EP=epidermide<br />

vitale, DE=derma. (Ingran<strong>di</strong>mento originale 20x).


La soli<strong>di</strong>tà dei microaghi è stata valutata per i microaghi in<br />

silicio da 300 μm in quanto quelli in acciaio, trovandosi già in<br />

commercio, non necessitavano <strong>di</strong> ulteriori prove <strong>di</strong> robustezza.<br />

I microaghi in silicio da 300 μm sottoposti a rottura per<br />

compressione assiale si sono <strong>di</strong>mostrati sufficientemente<br />

robusti: in particolare si è trovato che possono sopportare<br />

forze rottura a compressione maggiori <strong>di</strong> un fattore 7 alle<br />

forze in gioco durante l’inserzione nella cute. Tuttavia, presentando<br />

una scarsa ripetibilità <strong>di</strong> piercing, lo stu<strong>di</strong>o si è focalizzato<br />

in seguito solo sui microaghi in acciaio.<br />

La biocompatibilità dei prototipi <strong>di</strong> dry electrode realizzati sotto<br />

forma <strong>di</strong> matrici <strong>di</strong> 4 microaghi alti 1 mm è stata valutata con<br />

esperimenti in vivo su modelli animali (ratti). I campioni trattati<br />

(15 minuti e 5 ore), analizzati me<strong>di</strong>ante microscopia elettronica<br />

a trasmissione (TEM) o sottoposti a esperimenti <strong>di</strong> immunofluorescenza<br />

hanno evidenziato che a livello morfologico non<br />

è presente alcuna reazione infiammatoria locale. Tuttavia i<br />

campioni a 5 ore, processati per la biologia molecolare, hanno<br />

evidenziato, rispetto ai controlli, un’imme<strong>di</strong>ata e breve risposta<br />

locale a livello genico, che tuttavia non si manifesta a livello<br />

sistemico in quanto a tale livello non si rileva alcuna risposta<br />

infiammatoria. L’espressione genica rivela che le terminazioni<br />

nervose cutanee dei ratti rispondono leggermente in seguito<br />

all’applicazione dei microaghi da 1 mm, soprattutto dopo 5 ore.<br />

force [g]<br />

2000<br />

1500<br />

1000<br />

500<br />

0<br />

Fig. 2 10<br />

Ex vivo 4 SC<br />

skin<br />

piercing<br />

5 15 20 25 30<br />

time [s]<br />

Grafico della forza <strong>di</strong> reazione in funzione del tempo durante l’inserzione<br />

dei microaghi in un campione <strong>di</strong> cute umana ex vivo.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Concludendo, seppur con una parziale espressione genica<br />

<strong>di</strong> alcune citochine, nel complesso la device risulta biocompatibile.<br />

I dati relativi alla lieve attivazione delle terminazioni<br />

nervose suggeriscono che l’altezza ideale per evitare la<br />

sensazione dolorifica dovrebbe essere inferiore a 1 mm.<br />

Inoltre dopo 15 minuti e 5 ore della permanenza della device<br />

si è verificata l’integrità del sistema e si è proceduto<br />

a un’analisi visiva del tessuto cutaneo dei ratti: la cute non<br />

presentava irritazione superficiale e rossore. In ultimo si è<br />

voluta valutare la riproducibilità del piercing in termini biomeccanici<br />

su campioni <strong>di</strong> cute umana in vivo: le forze <strong>di</strong><br />

inserzione ottenute sono comparabili a quelle ottenute su<br />

campioni ex vivo (Fig. 3). Inoltre in tali prove è stata misurata<br />

la sensazione dolorifica avvertita durante il contatto<br />

dei microaghi: il dolore percepito è stato <strong>di</strong> 0,5-1 cm su<br />

10, relativo a un lieve pizzicore. In conclusione in futuro si<br />

potranno effettuare prove <strong>di</strong> monitoraggio <strong>di</strong> biopotenziali<br />

utilizzando prototipi <strong>di</strong> dry electrode realizzando device<br />

con microaghi <strong>di</strong> altezza <strong>di</strong> poco inferiore al millimetro (es.<br />

900 μm) per mantenere l’efficacia del piercing ma riducendo<br />

del tutto la sensazione <strong>di</strong> pizzicore percepita con 1 mm<br />

<strong>di</strong> altezza.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

Abstract presentati a Congressi Internazionali e Nazionali:<br />

– Bedoni M, Forvi E, Casella M, Cassarà DG, <strong>Don</strong>etti E, Gramatica<br />

F. A promising biome<strong>di</strong>cal device to overcome the<br />

skin barrier for monitoring biopotentials. 37° Annual Meeting<br />

of Society for Cutaneous Ultrastructure Research (SCUR).<br />

Helsinki, 7-8 settembre. Exp. Dermatol., 2010;19:1033-4.<br />

– Forvi E, Rizzo F, Carabalona R, Mazzoleni P, Bedoni M,<br />

Casella M, O’Mahony C, Gramatica F. Microneedles electrodes<br />

for biopotentials monitoring. Congresso del Gruppo<br />

Nazionale <strong>di</strong> Bioingegneria. Torino, 8-10 luglio 2010.<br />

– Forvi E, Soncini M, Bedoni M, Rizzo F, Casella M, O’Mahony<br />

C, Gramatica F. A method to determine the margin of safety<br />

for microneedles arrays. World Congress on Engineering<br />

2010 – International Conference on Mechanical Engineering,<br />

Londra, 30 giugno-02 luglio 2010.<br />

È stata inoltre effettuata una presentazione scientifica contenente<br />

alcuni risultati sperimentali in occasione del convegno Nano-<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

53


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

54<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

techItaly (Venezia, 20-22 ottobre 2010), nel corso della quale il<br />

progetto e la società TT Seed sono stati citati verbalmente.<br />

Brevetti:<br />

– MI2010A000830: 10/05/2010 by <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Carlo</strong><br />

<strong>Gnocchi</strong> ONLUS. Inventori: Gramatica Furio, Bedoni Marzia,<br />

Casella Michele, Cassarà Domenico Giorgio, Forvi Ele-<br />

Report<br />

Global Force: Peak (g): 342,6 - 888,3<br />

>F(g): 5,4 - 12,7<br />

Piercing <strong>di</strong>splacement (mm): 3,5 - 4,8<br />

Failure events: N°[2-4]<br />

Force [g]<br />

1000<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

Fig. 3<br />

2,00<br />

2,07<br />

2,14<br />

2,22<br />

2,29<br />

2,36<br />

2.43<br />

2,51<br />

2,58<br />

2,65<br />

2,73<br />

2,80<br />

2,87<br />

2,94<br />

3,01<br />

3,09<br />

3,16<br />

3,23<br />

3,31<br />

3,38<br />

3,45<br />

3,52<br />

3,59<br />

3,67<br />

3,74<br />

3,81<br />

3,96<br />

4,03<br />

4,10<br />

4,17<br />

4,25<br />

4,32<br />

4,39<br />

4,47<br />

4,54<br />

4,61<br />

4,68<br />

4,75<br />

4,83<br />

na, Iorio Antonio Michelino. Titolo: “Dispositivo ad aghi per<br />

la rilevazione <strong>di</strong> biosegnali attraverso la cute”.<br />

– PCT/EP2011/057430: applicant TT Seed S.r.l. Inventors: Gramatica<br />

Furio, Bedoni Marzia, Casella Michele, Cassarà Domenico<br />

Giorgio, Forvi Elena, Iorio Antonio Michelino. Title:<br />

“Needle device for detecting biosignals through the skin”.<br />

4 Needles - length: 1mm; V: 0,5 mm/s; Position: forearm<br />

P6<br />

P5<br />

P4<br />

P3<br />

Displacement [mm]<br />

Grafico della forza <strong>di</strong> reazione della cute durante l’inserzione dei microaghi in vivo in funzione del tempo su volontari sani: le frecce in<strong>di</strong>cano la caduta<br />

<strong>di</strong> forza dovuta al piercing della cute.<br />

P2<br />

P1


Sviluppo <strong>di</strong> nuovi algoritmi e procedure<br />

per l’analisi della <strong>di</strong>namica dei segnali fisiologici<br />

Responsabile: Castiglioni Paolo<br />

INTRODUZIONE E OBIETTIVI<br />

Il progetto nasce dalla richiesta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che innovative per<br />

valutare la funzionalità dei meccanismi fisiologici <strong>di</strong> controllo<br />

dell’analisi dei biosegnali da essi generati. In particolare,<br />

parte della ricerca si è focalizzata su meto<strong>di</strong> detti <strong>di</strong> “analisi<br />

<strong>di</strong> complessità”. Molti segnali fisiologici sono assimilabili<br />

a processi stocastici frattali e quin<strong>di</strong> caratterizzabili da una<br />

specifica <strong>di</strong>mensione frattale (o coefficiente <strong>di</strong> scala). Alcuni<br />

segnali sembrano però essere meglio descritti da due (o<br />

più) coefficienti <strong>di</strong> scala. In questo contesto un obiettivo del<br />

progetto è stato sviluppare un metodo per descrivere appropriatamente<br />

la struttura <strong>di</strong> autosomiglianza <strong>di</strong> segnali con<br />

natura multifrattale.<br />

Un altro aspetto che caratterizza la “complessità” dei biosegnali<br />

è il grado <strong>di</strong> impre<strong>di</strong>ttibilità. Un popolare metodo <strong>di</strong> stima<br />

dell’impre<strong>di</strong>ttibilità della frequenza car<strong>di</strong>aca è l’entropia approssimata.<br />

Questo in<strong>di</strong>ce misura la probabilità che segmenti<br />

<strong>di</strong> m dati consecutivi con <strong>di</strong>namica simile (cioè all’interno della<br />

<strong>di</strong>stanza r nello spazio delle fasi a m-<strong>di</strong>mensioni), rimangano<br />

simili quando si aggiunge un dato al segmento. Più bassa è la<br />

probabilità, meno pre<strong>di</strong>cibile è il segnale e maggiore è l’entropia.<br />

In letteratura non esistono criteri precisi per la scelta <strong>di</strong> r<br />

(tra<strong>di</strong>zionalmente fissata tra il 10% e il 25% della deviazione<br />

standard del segnale). Scopo della ricerca è stato quin<strong>di</strong> valutare<br />

se una scelta arbitraria <strong>di</strong> r rappresenti una seria criticità<br />

nell’uso <strong>di</strong> questo strumento in ambito clinico.<br />

La ricerca ha anche riguardato l’analisi dei tracciati elettrooculografici,<br />

fondamentali per classificare le fasi del sonno.<br />

Un metodo <strong>di</strong> classificazione automatica permetterebbe <strong>di</strong><br />

evitare il te<strong>di</strong>oso processo <strong>di</strong> classificazione manuale, e sarebbe<br />

in<strong>di</strong>pendente dall’operatore. Ulteriore obiettivo della<br />

ricerca è stato quin<strong>di</strong> lo sviluppo <strong>di</strong> un algoritmo <strong>di</strong> classificazione<br />

automatica dei movimenti oculari.<br />

METODI<br />

L’algoritmo per ottenere uno spettro <strong>di</strong> coefficienti <strong>di</strong> autosomiglianza<br />

a <strong>di</strong>fferenti scale temporali è basato sulla Detrended<br />

Fluctuations Analysis ed è illustrato in Fig. 1. Per valutare gli ef-<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

fetti <strong>di</strong> una progressiva attivazione simpatica il metodo è stato<br />

applicato su 60 volontari sani registrando pressione arteriosa e<br />

frequenza car<strong>di</strong>aca in tre con<strong>di</strong>zioni sperimentali: in posizione<br />

supina; in posizione seduta; e durante un leggero esercizio fisico<br />

da seduti.<br />

Effetti dell’invecchiamento sono stati valutati confrontando<br />

il primo e il terzo terzile <strong>di</strong> età dell’intero gruppo <strong>di</strong> volontari.<br />

Inoltre la capacità del metodo <strong>di</strong> evidenziare effetti dell’ipossia<br />

durante il sonno è stata valutata su 8 volontari partecipanti<br />

a una missione scientifica sul Monte Everest. La frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca è stata registrata durante il riposo notturno a livello<br />

del mare, a 3500 m durante l’esposizione acuta all’ipossia,<br />

e a 5400 m dopo l’acclimatamento in quota. Sono stati calcolati<br />

tra<strong>di</strong>zionali in<strong>di</strong>ci lineari <strong>di</strong> variabilità e lo spettro dei<br />

coefficienti <strong>di</strong> scala.<br />

Per valutare la criticità della scelta del parametro r nella stima<br />

della impre<strong>di</strong>ttibilità della frequenza car<strong>di</strong>aca, sono stati<br />

considerati tracciati elettrocar<strong>di</strong>ografici raccolti per 10 minuti<br />

in 10 volontari sani (età 21-25 anni) in posizione supina e seduta.<br />

L’entropia approssimata <strong>di</strong> tali tracciati è stata calcolata<br />

in funzione <strong>di</strong> r e si è quantificata la variazione <strong>di</strong> entropia col<br />

cambio <strong>di</strong> postura (manovra nota per attivare il tono simpatico<br />

e <strong>di</strong>sattivare il tono vagale).<br />

Per quanto riguarda la classificazione automatica dei movimenti<br />

oculari, è stato <strong>di</strong>segnato un algoritmo <strong>di</strong> riconoscimento<br />

basato su due caratteristiche del segnale oculografico:<br />

la <strong>di</strong>stribuzione statistica della derivata, per identificare i<br />

movimenti veloci; lo spettro <strong>di</strong> frequenza, per identificare i<br />

movimenti lenti. L’algoritmo è stato applicato su 5 tracciati<br />

polisonnografici registrati <strong>di</strong> notte in soggetti sani.<br />

RISULTATI<br />

Contrariamente a quanto normalmente ritenuto, le strutture<br />

<strong>di</strong> scala <strong>di</strong> frequenza car<strong>di</strong>aca e pressione arteriosa si <strong>di</strong>scostano<br />

dal modello frattale a uno o due coefficienti. Le due<br />

strutture <strong>di</strong>fferiscono a riposo ma non durante esercizio,<br />

verosimilmente per l’influenza (massima a riposo) del tono<br />

parasimpatico sulla frequenza car<strong>di</strong>aca.<br />

Effetti dell’invecchiamento sono evidenti solo in con<strong>di</strong>zione<br />

supina, svanendo con l’attivazione simpatica durante esercizio<br />

(Fig. 2). Ciò spiega perché precedenti stu<strong>di</strong> che non hanno con-<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

55


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

56<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

x (t)<br />

y (t)<br />

y (t)<br />

0,9<br />

0,7<br />

Fig. 1A<br />

- 25<br />

0<br />

Fig. 1B<br />

- 25<br />

0<br />

Fig. 1C<br />

900 1800 2700<br />

Time [s]<br />

900 1800 2700<br />

Time [s]<br />

n=2800<br />

n=1400<br />

y (t)<br />

F (n)<br />

(t)<br />

<br />

- 25<br />

0<br />

Fig. 1D<br />

10<br />

1<br />

10<br />

-1<br />

-2<br />

10<br />

Fig. 1E<br />

1.4<br />

1.2<br />

1.0<br />

Fig. 1F<br />

4<br />

900 1800 2700<br />

Time [s]<br />

Block Size [n]<br />

n= 700<br />

10 100 1000<br />

10 100 500<br />

Time Scale [s]


siderato la struttura “multifrattale” e non hanno standar<strong>di</strong>zzato<br />

l’attività dei soggetti hanno riportato risultati contrad<strong>di</strong>ttori.<br />

Come atteso, l’ipossia notturna a 3500 m ha prodotto variazioni<br />

riconducibili a riduzione <strong>di</strong> tono vagale e aumento <strong>di</strong><br />

tono simpatico in tutti i parametri associabili alla regolazione<br />

del sistema autonomo. Paradossalmente però a 5400 m gli<br />

in<strong>di</strong>ci lineari tra<strong>di</strong>zionali sono tornati a valori simili a quelli<br />

osservati a livello del mare nonostante il maggior numero<br />

<strong>di</strong> apnee notturne. Invece la struttura dei coeffi cienti <strong>di</strong> scala<br />

ha ancora mostrato marcate e signifi cative alterazioni. In<br />

conclusione effetti <strong>di</strong> ipossia notturna severa sono meglio<br />

quantifi cabili dal metodo <strong>di</strong> autosomiglianza da noi proposto<br />

che non dagli in<strong>di</strong>ci tra<strong>di</strong>zionali.<br />

La criticità della scelta <strong>di</strong> r nella stima dell’entropia è stata evidenziata<br />

dal fatto che col cambio <strong>di</strong> postura le variazioni <strong>di</strong> entropia<br />

hanno ad<strong>di</strong>rittura segno opposto se si considerano gli estremi<br />

del range consigliato in letteratura. Infatti, l’entropia aumenta<br />

passando da posizione supina a seduta quando r=10%, mentre<br />

<strong>di</strong>minuisce quando r=25%. Ciò in<strong>di</strong>ca che nelle applicazioni<br />

cliniche si deve valutare l’intero profi lo <strong>di</strong> entropia in funzione <strong>di</strong> r<br />

prima <strong>di</strong> trarre conclusioni sull’impre<strong>di</strong>ttibilità del segnale.<br />

Infi ne il confronto tra la classifi cazione automatica dei movimenti<br />

oculari durante sonno e classifi cazione manuale ha evidenziato<br />

la buona capacità <strong>di</strong> classifi cazione dell’algoritmo proposto.<br />

Fig. 1<br />

ABCDEF<br />

Fig. 2<br />

ABC<br />

Illustrazione del metodo <strong>di</strong> stima dello spettro temporale<br />

<strong>di</strong> coeffi cienti <strong>di</strong> scala, alfa(t), proposto in questa ricerca.<br />

L’esempio è applicato su una serie <strong>di</strong> intervalli car<strong>di</strong>aci x(t) (reciproco<br />

della frequenza car<strong>di</strong>aca) della durata <strong>di</strong> un’ora (pannello<br />

superiore sinistro). La serie x(t) è integrata ottenendo<br />

y(t), poi sud<strong>di</strong>visa in blocchi <strong>di</strong> n campioni. In ogni blocco è<br />

stimato il trend lineare (pannelli a sinistra). Lo scostamento<br />

quadratico me<strong>di</strong>o dal trend, F(n), è calcolato per <strong>di</strong>versi n<br />

(pannello superiore destro): per segnali frattali, la relazione<br />

tra F(n) ed n appare lineare su scala bi-logaritmica. Deviazioni<br />

dal modello monofrattale (retta a tratteggio) sono evidenziate<br />

dalla derivata <strong>di</strong> log F(n) vs. log n (pannello inferiore destro).<br />

La derivata rappresenta quin<strong>di</strong> uno spettro temporale della<br />

struttura <strong>di</strong> scala <strong>di</strong> x(t) ed evidenzia una complessa struttura<br />

multifrattale non riconoscibile coi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi tra<strong>di</strong>zionali.<br />

Spettri dei coeffi cienti <strong>di</strong> autosomiglianza per l’intervallo<br />

car<strong>di</strong>aco in soggetti giovani (21-27 anni) e più anziani (38-79<br />

anni). Le <strong>di</strong>fferenze sono evidenti solo in posizione supina.<br />

1,4<br />

1,2<br />

1,0<br />

0,8<br />

Fig. 2A<br />

1,4<br />

1,2<br />

1,0<br />

0,8<br />

Fig. 2B<br />

1,4<br />

1,2<br />

1,0<br />

0,8<br />

Fig. 2C<br />

Supine<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Young<br />

Old<br />

7 10 20 30 50 70 100<br />

Time Scale [s]<br />

Sitting<br />

Young<br />

Old<br />

7 10 20 30 50 70 100<br />

Time Scale [s]<br />

Sitting+Exercise<br />

Old<br />

Young<br />

7 10 20 30 50 70 100<br />

Time Scale [s]<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

57


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

58<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Castiglioni P, Caldara G, Di Rienzo M, Parati G.Where is<br />

the fractal component of heart rate spectra hi<strong>di</strong>ng? Anesth<br />

Analg. 2010 Jun 1; 110(6):1752.<br />

– Castiglioni P, Parati G, Civijian A, Quintin L, Di Rienzo M.<br />

Local scale exponents of blood pressure and heart rate<br />

variability by detrended fluctuation analysis: effects of posture,<br />

exercise, and aging. IEEE Trans Biomed Eng. 2009<br />

Mar;56(3):675-84.<br />

– Di Rienzo M, Parati G, Radaelli A, Castiglioni P. Baroreflex<br />

contribution to blood pressure and heart rate oscillations:<br />

time scales, time-variant characteristics and nonlinearities.<br />

Philos Transact A Math Phys Eng Sci. 2009 Apr<br />

13;367(1892):1301-18.<br />

– Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C. Car<strong>di</strong>ovascular regulation and<br />

car<strong>di</strong>ovascular <strong>di</strong>seases: what can sleep teach us? J Hypertens.<br />

2009 Aug;27(8):1533-5.<br />

– Lombar<strong>di</strong> C, Parati G, Cortelli P, Provini F, Vetrugno R,<br />

Plazzi G, Vignatelli L, Di Rienzo M, Lugaresi E, Mancia G,<br />

Montagna P, Castiglioni P. Daytime sleepiness and neural<br />

car<strong>di</strong>ac modulation in sleep-related breathing <strong>di</strong>sorders. J<br />

Sleep Res. 2008 Sep;17(3):263-70.<br />

– Castiglioni P, Di Rienzo M. How the Threshold “R” Influences<br />

Approximate Entropy Analysis of Heart-Rate Variability.<br />

Computers in Car<strong>di</strong>ology 2008; 35:561-564.<br />

Tecniche avanzate <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> biosegnali:<br />

sviluppo <strong>di</strong> algoritmi per sistemi complessi<br />

e <strong>di</strong>spositivi portatili<br />

Responsabile: Castiglioni Paolo<br />

INTRODUZIONE E OBIETTIVI<br />

Lo sviluppo tecnologico mette a <strong>di</strong>sposizione del clinico <strong>di</strong>spositivi<br />

portatili per misure fisiologiche non intrusive su lungo<br />

periodo. Da questa opportunità nasce l’esigenza <strong>di</strong> ricavare<br />

informazioni affidabili sulla salute del paziente da registrazioni<br />

ottenute in con<strong>di</strong>zioni meno controllabili che in laboratorio.<br />

Questo progetto risponde alla richiesta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi per<br />

monitoraggi <strong>di</strong> lungo periodo che tengano conto delle inerenti<br />

caratteristiche <strong>di</strong> tali segnali. Tra queste caratteristiche si devono<br />

includere anche aspetti <strong>di</strong> “complessità” che possono<br />

evidenziarsi in registrazioni <strong>di</strong> lunga durata durante attività<br />

spontanea o in con<strong>di</strong>zioni fisiologiche estreme.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è in particolare focalizzato su come ricavare informazioni<br />

sulla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità da monitoraggi pressori<br />

sulle 24 ore; e su progettazione e interpretazione fisiologica <strong>di</strong><br />

algoritmi <strong>di</strong> analisi della <strong>di</strong>namica complessa dei biosegnali.<br />

La so<strong>di</strong>osensibilità è un importante fattore <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare<br />

che si somma ad altri fattori. La classificazione del<br />

paziente in so<strong>di</strong>oresistente (SR) o so<strong>di</strong>osensibile (SS) richiede<br />

una procedura laboriosa, comprendente <strong>di</strong>ete strettamente<br />

controllate a basso e alto carico <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o. È stato però<br />

suggerito che la <strong>di</strong>eta ad alto carico <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o riduce la naturale<br />

modulazione giorno/notte della pressione nel paziente<br />

SS. Se questa alterazione si verificasse anche durante <strong>di</strong>eta<br />

abituale, sarebbe possibile ricavare informazioni sulla so<strong>di</strong>osensibilità<br />

da monitoraggi pressori in con<strong>di</strong>zioni normali,<br />

rendendone più semplice il riconoscimento. Scopo <strong>di</strong> questa<br />

parte dello stu<strong>di</strong>o è quin<strong>di</strong> verificare la possibilità <strong>di</strong> ricavare<br />

informazioni sulla so<strong>di</strong>osensibilità da monitoraggi pressori<br />

con <strong>di</strong>spositivi portatili.<br />

Un aspetto della <strong>di</strong>namica complessa dei biosegnali è descritto<br />

dalla <strong>di</strong>mensione frattale. In genere gli algoritmi <strong>di</strong> stima<br />

richiedono lunghe serie temporali. In applicazioni cliniche invece<br />

le serie sono spesso costituite da un numero limitato<br />

<strong>di</strong> misure consecutive, come nel caso dei valori pressori da<br />

monitoraggi ambulatori. Obiettivo <strong>di</strong> questa parte dello stu<strong>di</strong>o


de<strong>di</strong>cata all’analisi <strong>di</strong> complessità è definire un nuovo metodo<br />

<strong>di</strong> calcolo della <strong>di</strong>mensione frattale per serie <strong>di</strong> lunghezza<br />

limitata. Ulteriore obiettivo è valutare l’influenza del sistema<br />

simpatico sulle caratteristiche <strong>di</strong> multifrattalità della frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca e della pressione arteriosa allo scopo <strong>di</strong> ottenere<br />

una chiave <strong>di</strong> interpretazione fisiologica delle alterazioni nella<br />

struttura <strong>di</strong> autosomiglianza dei segnali car<strong>di</strong>ovascolari.<br />

METODI<br />

Per quanto riguarda il riconoscimento della so<strong>di</strong>osensibilità,<br />

sono stati analizzati dati raccolti in precedenza dal reparto <strong>di</strong><br />

Car<strong>di</strong>ologia della <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> <strong>di</strong> Parma. La pressione<br />

arteriosa è stata misurata con <strong>di</strong>spositivo portatile in<br />

46 ipertesi moderati non trattati. Sulla base dei valori ottenuti<br />

nell’arco delle 24 ore si è identificata l’eventuale presenza <strong>di</strong><br />

“non-<strong>di</strong>pping pressorio notturno” e <strong>di</strong> elevata frequenza car<strong>di</strong>aca<br />

come possibili in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o sensibilità. I pazienti sono<br />

stati sud<strong>di</strong>visi in classi <strong>di</strong> rischio: a basso rischio se assenti entrambi<br />

gli in<strong>di</strong>catori; a rischio interme<strong>di</strong>o se presente un solo<br />

in<strong>di</strong>catore; ad alto rischio se presenti entrambi gli in<strong>di</strong>catori. I<br />

pazienti sono stati poi sottoposti al test per la stima dell’in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità (SSI) e per la classificazione in SS o SR.<br />

Per quanto riguarda la stima della <strong>di</strong>mensione frattale, il nuovo algoritmo<br />

è basato sulla correzione <strong>di</strong> un errore metodologico presente<br />

in un popolare algoritmo <strong>di</strong> stima (metodo <strong>di</strong> Katz) e nella<br />

rielaborazione <strong>di</strong> tale metodo. La nuova procedura è stata testata<br />

con segnali sintetizzati stocastici (moti browniani frazionari) e deterministici<br />

(funzioni coseno <strong>di</strong> Weierstrass) <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione frattale<br />

nota e <strong>di</strong> lunghezza variabile tra 10 e 1000 campioni.<br />

Per valutare l’influenza del sistema nervoso autonomo sui coefficienti<br />

<strong>di</strong> scala, in collaborazione col <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Fisiologia<br />

dell’Università <strong>di</strong> Lione sono stati analizzati tracciati precedentemente<br />

registrati in 9 volontari sani a riposo in posizione supina<br />

prima e durante il blocco delle efferenze vagali con atropina, delle<br />

efferenze simpatiche car<strong>di</strong>ache con propranololo, e con blocco<br />

della regolazione simpatica vascolare e car<strong>di</strong>aca con cloni<strong>di</strong>na.<br />

RISULTATI<br />

Come mostrato in Fig. 1, l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità aumenta<br />

dalla classe a basso rischio alla classe ad alto rischio <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità<br />

(rischio valutato unicamente sulla base del monitoraggio<br />

pressorio in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>eta abituale). Similmente<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

anche la prevalenza <strong>di</strong> pazienti SS aumenta in modo marcato<br />

dalla classe a basso rischio a quella ad alto rischio. I risultati<br />

quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cano che è possibile ricavare informazioni sul rischio<br />

<strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità associato alla <strong>di</strong>eta attuale del paziente da<br />

semplici monitoraggi pressori. Ciò consentirebbe <strong>di</strong> valutare il<br />

rischio <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità su ampie popolazioni <strong>di</strong> ipertesi o normotesi<br />

con procedure assai meno complicate rispetto al test<br />

tra<strong>di</strong>zionale.<br />

SSI [mmHg/mol/day]<br />

Prevalence of SS [%]<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

Fig. 1A<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

Fig. 1B<br />

SSLR SSIR SSHR<br />

So<strong>di</strong>um-Sensitivity Risk Class<br />

SSLR SSIR SSHR<br />

So<strong>di</strong>um-Sensitivity Risk Class<br />

In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità (SSI, sinistra) e prevalenza <strong>di</strong> pazienti so<strong>di</strong>osensibili<br />

(SS, destra) ottenuti dal tra<strong>di</strong>zionale test <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità, nelle tre<br />

classi <strong>di</strong> rischio (basso, SSLR; interme<strong>di</strong>o, SSIR; elevato, SSHR) definite<br />

unicamente sulla base del monitoraggio pressorio in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>eta<br />

abituale (da Castiglioni et al., Hypertension, 2011).<br />

*<br />

*<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

59


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

60<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

2.0<br />

1.6<br />

1.2<br />

0.8<br />

Fig. 2<br />

5<br />

Atropine<br />

Propanolol<br />

7 10 20 30 50 70 100<br />

Time Scale [s]<br />

Spettri dei coefficienti <strong>di</strong> autosomiglianza per l’intervallo car<strong>di</strong>aco in 9<br />

volontari durante blocco vagale con atropina e blocco simpatico car<strong>di</strong>aco<br />

con propranololo (me<strong>di</strong>ana e SE). Le efferenze vagali contribuiscono<br />

con componente <strong>di</strong> rumore bianco (coefficienti intorno a 0.5) mentre<br />

le efferenze simpatiche contribuiscono con componente <strong>di</strong> moto<br />

browniano (coefficienti intorno a 1.5). Rielaborato da (Castiglioni et al.,<br />

J Physiol., 2011).<br />

Per quanto riguarda l’algoritmo <strong>di</strong> stima della <strong>di</strong>mensione<br />

frattale, i risultati ottenuti con segnali simulati hanno mostrato<br />

un ottimo comportamento in termini <strong>di</strong> polarizzazione<br />

dello stimatore, e performance superiori a quelle <strong>di</strong> meto<strong>di</strong><br />

analoghi descritti in letteratura.<br />

I risultati degli esperimenti con blocco autonomico selettivo<br />

in<strong>di</strong>cano che le efferenze vagali e simpatiche contribuiscono<br />

in maniera <strong>di</strong>fferente alla struttura <strong>di</strong> scala dei segnali<br />

car<strong>di</strong>ovascolari. Le efferenze vagali contribuiscono con una<br />

componente <strong>di</strong> “rumore bianco”, mentre le efferenze simpatiche<br />

contribuiscono con componenti <strong>di</strong> moto browniano<br />

(Fig. 2). I risultati sono verosimilmente dovuti alla <strong>di</strong>fferente<br />

<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e riassorbimento dei neurotrasmettitori<br />

simpatici e vagali, e permetteranno <strong>di</strong> comprendere<br />

meglio possibili alterazioni cliniche nella struttura <strong>di</strong> autosomiglianza<br />

<strong>di</strong> questi segnali.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Castiglioni P, Parati G, Lombar<strong>di</strong> C, Quintin L, Di Rienzo M.<br />

Assessing the fractal structure of heart rate by the temporal<br />

spectrum of scale exponents: a new approach for<br />

detrended fluctuation analysis of heart rate variability. Biomed<br />

Tech (Berl). 2011 May 16.<br />

– Castiglioni P, Di Rienzo M, Parati G. How should the baroreflex<br />

sensitivity on the heart be estimated? J Electrocar<strong>di</strong>ol.<br />

2011 May-Jun;44(3):391-2.<br />

– Castiglioni P, Parati G, Brambilla L, Brambilla V, Gualerzi<br />

M, Di Rienzo M, Coruzzi P. Detecting so<strong>di</strong>um-sensitivity<br />

in hypertensive patients: information from 24-hour ambulatory<br />

blood pressure monitoring. Hypertension. 2011<br />

Feb;57(2):180-5.<br />

– Castiglioni P, Parati G, Di Rienzo M, Carabalona R, Cividjian<br />

A, Quintin L. Scale exponents of blood pressure and heart<br />

rate during autonomic blockade as assessed by detrended<br />

fluctuation analysis. J Physiol. 2011 Jan 15;589(Pt 2):355-69.<br />

– Castiglioni P. What is wrong in Katz’s method? Comments<br />

on: “A note on fractal <strong>di</strong>mensions of biome<strong>di</strong>cal waveforms”.<br />

Comput Biol Med. 2010 Nov-Dec;40(11-12):950-2.<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Faini A, Mazzoleni P,<br />

Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Highcare investigators.<br />

<strong>Linea</strong>r and fractal heart rate dynamics during sleep at high<br />

altitude. Investigation with textile technology. Methods Inf<br />

Med. 2010;49(5):521-5.<br />

– Radaelli A, Castiglioni P, Balestri G, Cesana F, De Carlini C,<br />

Soriano F, Azzellino A, Di Rienzo M, Paolini G, Ferrari AU,<br />

Mancia G. Increased pulse wave velocity and not reduced<br />

ejection fraction is associated with impaired baroreflex<br />

control of heart rate in congestive heart failure. J Hypertens.<br />

2010 Sep;28(9):1908-12.


Sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che per l’interfacciamento<br />

cervello-calcolatore (Brain-Computer Interface)<br />

Responsabile: Castiglioni Paolo<br />

INTRODUZIONE<br />

Le interfacce cervello-computer (d’ora in poi BCI) permettono<br />

all’utente <strong>di</strong> interagire con l’ambiente senza dover utilizzare<br />

canali muscolari. Tale interazione va intesa in senso ampio,<br />

potendo specificarsi sia nella produzione <strong>di</strong> testo per comunicazione<br />

con altri sia nella possibilità <strong>di</strong> comandare <strong>di</strong>rettamente<br />

l’ambiente nel quale la persona <strong>di</strong>sabile vive. La natura<br />

peculiare dei sistemi BCI è legata al fatto che tali sistemi si<br />

basano sull’analisi delle mo<strong>di</strong>ficazioni del segnale cerebrale<br />

dell’utente, indotte attraverso l’esecuzione <strong>di</strong> un compito cognitivo<br />

da parte dell’utente stesso. Alla luce dei risultati scientifici<br />

ottenuti sulla neuroplasticità, questa caratteristica rende<br />

i sistemi BCI potenzialmente utilizzabili non solo in qualità <strong>di</strong><br />

tecnologie assistive de<strong>di</strong>cate a persone con gravi <strong>di</strong>sabilità,<br />

ma anche come strumenti <strong>di</strong> neuroriabilitazione.<br />

OBIETTIVI<br />

Data la duplice natura caratterizzante i sistemi BCI messa in<br />

evidenza più sopra, l’attività <strong>di</strong> ricerca ha avuto due obiettivi<br />

riferibili ai due ambiti “tecnologia assistiva” e “strumento<br />

per neuroriabilitazione”:<br />

1. ambito tecnologia assistiva: produrre un <strong>di</strong>mostratore relativo<br />

alla possibilità <strong>di</strong> interfacciare un sistema BCI con<br />

l’appartamento domotico presente all’interno del DAT. In<br />

relazione a ciò, si rende quin<strong>di</strong> necessario identificare: il<br />

tipo <strong>di</strong> connessione hardware più efficiente tra sistema<br />

BCI e BUS dell’appartamento domotico; il para<strong>di</strong>gma BCI<br />

più adatto per comandare gli effettori della casa domotica<br />

e, infine, un’interfaccia software tra utilizzatore e computer<br />

sufficientemente amichevole e intuitiva;<br />

2. ambito neuroriabilitazione: stu<strong>di</strong>are il ruolo a breve termine<br />

del feedback fornito all’utente.<br />

METODI<br />

La cornice concettuale entro la quale viene definito il compito<br />

cognitivo assegnato all’utente viene definita para<strong>di</strong>gma.<br />

Nell’ambito della presente ricerca sono stati utilizzati due<br />

para<strong>di</strong>gmi <strong>di</strong>fferenti.<br />

Il primo è associato al potenziale evento-relato visivo de-<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

nominato P300. In accordo a questo para<strong>di</strong>gma, all’utente<br />

è assegnato un compito visuo-attentivo consistente nel<br />

prestare attenzione a un elemento (lettera, numero...) tra<br />

36 possibili. Tali elementi sono raggruppati in una matrice<br />

che il soggetto vede nel monitor posto <strong>di</strong> fronte a lui e le<br />

cui righe/colonne vengono intensificate casualmente per<br />

un predefinito numero <strong>di</strong> volte: questa interfaccia software<br />

prende il nome <strong>di</strong> speller P300.<br />

Il secondo para<strong>di</strong>gma (motor imagery) origina invece dal fenomeno<br />

<strong>di</strong> desincronizzazione/sincronizzazione del segnale<br />

cerebrale che si ha in relazione all’immaginazione <strong>di</strong> un atto<br />

motorio. In questo caso all’utente viene chiesto <strong>di</strong> immaginare<br />

<strong>di</strong> compiere un movimento.<br />

A prescindere dal para<strong>di</strong>gma considerato, ogni sessione<br />

sperimentale ha compreso due fasi: training e performance.<br />

Durante la prima fase i soggetti possono ricevere un feedback<br />

privo <strong>di</strong> significato (speller P300) oppure non ricevere<br />

affatto feedback (motor imagery). Durante la seconda fase<br />

(performance), i soggetti ricevono sempre un feedback.<br />

RISULTATI<br />

Con riferimento alla realizzazione del <strong>di</strong>mostratore relativo<br />

all’interfacciamento BCI-appartamento domotico, la valutazione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti scenari ha portato alla realizzazione <strong>di</strong> un’interfaccia<br />

tra l’uscita del sistema BCI e BUS dell’appartamento<br />

domotico basato su un modulo hardware programmabile<br />

fornito dall’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Parma. Tale <strong>di</strong>spositivo è<br />

stato collegato via WI-FI al sistema BCI e <strong>di</strong>rettamente al BUS<br />

dell’appartamento domotico. Per quanto riguarda la scelta<br />

del para<strong>di</strong>gma più adatto, si è deciso <strong>di</strong> utilizzare il para<strong>di</strong>gma<br />

P300, data la maggiore accuratezza raggiungibile con questo<br />

para<strong>di</strong>gma rispetto a quello basato su immaginazione motoria.<br />

Conseguentemente, il tipo <strong>di</strong> interfaccia software da proporre<br />

al soggetto che utilizza il sistema BCI è risultato essere<br />

una matrice tipo speller P300. Dovendo essere utilizzata per<br />

comandare l’ambiente, la matrice deve consentire <strong>di</strong> identificare<br />

i <strong>di</strong>versi attuatori presenti all’interno dell’appartamento<br />

domotico. Per questo fine sono sostanzialmente possibili due<br />

approcci descrittivi: il primo basato su sostantivi, il secondo su<br />

icone. Questa ultima modalità è stata ritenuta più adatta poiché<br />

più intuitiva. Pertanto è stata implementata una matrice<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

61


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

62<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

<strong>di</strong> icone rappresentanti i <strong>di</strong>versi attuatori della casa domotica,<br />

nonché stati d’animo o ancora specifiche richieste dell’utente.<br />

Durante l’utilizzo del sistema, l’intensità luminosa delle<br />

icone varia casualmente per righe e per colonne seguendo la<br />

medesima logica utilizzata per sistemi speller tra<strong>di</strong>zionali, cioè<br />

basati su caratteri.<br />

Una volta realizzato, il <strong>di</strong>mostratore del sistema BCI-casa domotica<br />

è stato provato sia attraverso simulazioni sia coinvolgendo<br />

utenti volontari. Le prove con coman<strong>di</strong> simulati, volte<br />

a saggiare l’interfacciamento hardware tra l’uscita del sistema<br />

BCI e il BUS dell’appartamento domotico, non hanno rilevato<br />

problemi tecnici nella connessione. Per quel che riguarda<br />

la prova con utenti reali, il sistema è stato inizialmente<br />

provato con due soggetti sani (26 e 52 anni, rispettivamente)<br />

i quali sono stati sottoposti a due prove in modalità copy<br />

spelling (cioè con sequenza <strong>di</strong> caratteri/coman<strong>di</strong> definita a<br />

priori): composizione <strong>di</strong> una parola con speller tra<strong>di</strong>zionale<br />

e selezione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> coman<strong>di</strong> utilizzando la matrice a<br />

icone. Entrambe le prove sono state effettuate all’interno<br />

dell’appartamento domotico presente nel DAT, in modo tale<br />

che nel caso della selezione con matrice a icone il feedback<br />

fornito al soggetto fosse costituito proprio dall’attivazione <strong>di</strong><br />

uno degli attuatori presenti nell’appartamento domotico. I<br />

risultati ottenuti (riportati in termini <strong>di</strong> accuratezza della classificazione)<br />

sono stati sod<strong>di</strong>sfacenti: soggetto A, 100% con<br />

lo speller e 100% con icone; soggetto B, 80% con lo speller<br />

e 75% con icone.<br />

Visti i risultati positivi ottenuti nelle precedenti prove, sono<br />

stati reclutati soggetti volontari affetti da malattie neurodegenerative<br />

(tre affetti da Sclerosi Multipla e uno da atassia <strong>di</strong><br />

Freidreich). Anche in questo caso, le acquisizioni sono state<br />

effettuate all’interno del DAT. I risultati ottenuti sono confrontabili<br />

con quelli <strong>di</strong> letteratura relativi all’uso <strong>di</strong> uno speller tra<strong>di</strong>zionale,<br />

anche se l’accuratezza con cui viene identificato lo<br />

stimolo che elicita la P300 risulta in prevalenza più bassa per<br />

lo speller a icone rispetto a quello alfanumerico (tra<strong>di</strong>zionale).<br />

Inoltre, l’interazione con utenti <strong>di</strong>sabili ha evidenziato alcune<br />

criticità nell’uso <strong>di</strong> un sistema BCI sia come comunicatore sia<br />

come strumento per comandare un appartamento domotico.<br />

I risultati ottenuti con volontari <strong>di</strong>sabili sono stati presentati al<br />

congresso internazionale “i-CREATe” de<strong>di</strong>cato all’Ingegneria<br />

della Riabilitazione e alle Tecnologie Assistive.<br />

In relazione all’uso <strong>di</strong> sistemi BCI come strumenti per la neuroriabilitazione,<br />

sono state effettuate prove su volontari sani.<br />

Tali prove suggeriscono che il feedback fornito al soggetto<br />

durante sessioni BCI svolge un ruolo importante nel processo<br />

riabilitativo e sono state presentate in occasione <strong>di</strong> due<br />

congressi internazionali <strong>di</strong> bioingegneria.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Carabalona R, Castiglioni P, Gramatica F. Brain-computer<br />

interfaces and neurorehabilitation. In: Gaggioli A, Keshner<br />

A, Weiss PL, Riva G (Eds.). Advanced Technologies<br />

in Rehabilitation – Empowering Cognitive, Physical, Social<br />

and Communicative Skills through Virtual Reality, Robots,<br />

Wearable Systems and Brain-Computer Interfaces. Amsterdam:<br />

IOS Press (2009), 160–176.<br />

– Guger C, Daban S, Sellers E, Holzner C, Krausz G, Carabalona<br />

R, Gramatica F, Edlinger G. How many people are able<br />

to control a P300-based brain-computer interface (BCI)?<br />

Neurosci Lett., 462(1):94-98, Oct 2009.<br />

– Carabalona R, Grossi F, Tessadri A, Caracciolo A, Castiglioni<br />

P, de Munari I. Home smart home: brain-computer interface<br />

control for real smart home environments. In: Procee<strong>di</strong>ngs<br />

of the 4 th International Convention on Rehabilitation<br />

Engineering & Assistive Technology, Shanghai, China, Aug<br />

2010, 51:1–51:4.<br />

– Carabalona R, Castiglioni P. To feedback or not to feedback?<br />

Some open questions for brain-computer interfaces<br />

use, In: IFMBE Procee<strong>di</strong>ngs, Munich (Germany), Sept<br />

2009, vol. 25/9, 309–311.<br />

– Carabalona R. Attitude of the Subject Towards Feedback<br />

and Its Implications for BCI Use in Neurorehabilitation, In:<br />

ISABEL Procee<strong>di</strong>ngs, Rome (Italy), Nov 2010.


Stu<strong>di</strong>o multicentrico sulla valutazione del valore<br />

aggiunto della analisi strumentale del cammino<br />

nel processo <strong>di</strong> decisione clinica nel paziente<br />

con esiti <strong>di</strong> ictus cerebrale stabilizzato<br />

Responsabile: Rabuffetti Marco<br />

INTRODUZIONE<br />

La <strong>Ricerca</strong> sul movimento umano, che negli anni ’90 ha de<strong>di</strong>cato<br />

le maggiori energie allo sviluppo delle metodologie<br />

<strong>di</strong> misura, ha progressivamente spostato i propri interessi<br />

allo stu<strong>di</strong>o delle patologie che determinano <strong>di</strong>sturbi del movimento<br />

e della locomozione me<strong>di</strong>ante l’osservazione <strong>di</strong> gruppi<br />

<strong>di</strong> pazienti omogenei selezionati e infine negli ultimi anni<br />

il focus si è spostato sul valore dell’analisi strumentale del<br />

cammino (gait analysis) nella pratica clinica, ovvero nella gestione<br />

del singolo caso. L’applicazione clinica, pur praticata<br />

fin dagli esor<strong>di</strong> della <strong>di</strong>sciplina, è ora considerata anche allo<br />

scopo <strong>di</strong> evidenziarne il valore aggiunto rispetto all’approccio<br />

tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Presso la <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>, che nei suoi <strong>di</strong>versi Centri<br />

può annoverare 6 laboratori per l’analisi strumentale del<br />

movimento rappresentando quin<strong>di</strong> la realtà italiana più importante,<br />

sono stati attivati negli ultimi anni <strong>di</strong>verse attività <strong>di</strong><br />

ricerca de<strong>di</strong>cate a questo tema. Le due Ricerche Correnti in<br />

oggetto consecutivamente attivate realizzano tale obiettivo<br />

con particolare riferimento a pazienti con esiti <strong>di</strong> ictus.<br />

OBIETTIVI<br />

Il primo obiettivo è la ridefinizione dell’esame strumentale<br />

del cammino per quanto riguarda i task locomotori considerati:<br />

cammino a velocità normale e a velocità aumentata<br />

(ovvero velocità massima compatibilmente con criteri <strong>di</strong> sicurezza).<br />

Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> come il cammino a velocità aumentata<br />

viene realizzato dal soggetto con emiplegia è rilevante per<br />

la comprensione del deficit motorio e per la identificazione<br />

delle risorse funzionali residue fondamentali nell’impostazione<br />

<strong>di</strong> un progetto terapeutico, ovvero può rappresentare un<br />

valore aggiunto clinico.<br />

Il secondo obiettivo è la valutazione e <strong>di</strong>mostrazione che<br />

l’utilizzo della gait analysis nel processo <strong>di</strong> decisione clinica<br />

(ovvero in una fase <strong>di</strong> valutazione funzionale prognostica,<br />

nella fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno del progetto riabilitativo, nella valutazio-<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

ne dell’outcome terapeutico, nella valutazione dell’effetto a<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo) rappresenti un valore aggiunto rispetto<br />

all’approccio tra<strong>di</strong>zionale basato sull’esame clinico e sulla<br />

adozione <strong>di</strong> scale cliniche semiquantitative.<br />

Il perseguimento dei due obiettivi citati implica una sperimentazione<br />

su una popolazione <strong>di</strong> soggetti con esiti <strong>di</strong> ictus<br />

cerebrale: un gruppo che, pur con<strong>di</strong>videndo <strong>di</strong>agnosi ed<br />

eziologia, potenzialmente presenta una variabilità dei sintomi<br />

e dei danni che richiede un approccio personalizzato e che<br />

quin<strong>di</strong> si presta a <strong>di</strong>mostrare l’utilità <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> strumentali.<br />

METODI<br />

In relazione al primo obiettivo, il protocollo <strong>di</strong> analisi del cammino<br />

generalmente adottato, che consiste in un congruo numero<br />

<strong>di</strong> ripetizioni <strong>di</strong> cammini a una velocità autonomamente<br />

scelta dall’in<strong>di</strong>viduo, è stato integrato da una seconda parte<br />

in cui l’in<strong>di</strong>viduo realizza cammini a velocità aumentata. I meto<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> analisi biomeccanica sono i medesimi e il confronto<br />

tra le due modalità può avvenire me<strong>di</strong>ante il confronto dei<br />

profili delle <strong>di</strong>verse variabili biomeccaniche (angoli, momenti<br />

e potenze articolari e segmentali) e me<strong>di</strong>ante il confronto<br />

<strong>di</strong> parametri estratti dai dati sperimentali. Il set <strong>di</strong> parametri<br />

tra<strong>di</strong>zionalmente considerato nell’analisi del cammino (velocità,<br />

cadenza, lunghezza passi, valori <strong>di</strong> picco e <strong>di</strong> range delle<br />

variabili) è stato arricchito nell’ambito delle presenti ricerche<br />

me<strong>di</strong>ante l’identificazione <strong>di</strong> parametri rilevanti per il processo<br />

terapeutico: il timing e la quantità del lavoro meccanico<br />

prodotto alle articolazioni in riferimento alle sottofasi del passo<br />

sono elementi fondamentali nella riabilitazione locomotoria.<br />

I parametri misurati sono stati confrontati con dati normativi<br />

ottenuti a velocità comparabili. La variazione normale<br />

dei parametri per cammini a velocità <strong>di</strong>verse rappresenta il<br />

termine <strong>di</strong> paragone per i risultati nei soggetti con emiplegia:<br />

in questi termini la variazione osservata nel singolo paziente<br />

tra le prove a velocità preferita e a velocità aumentata può<br />

essere valutata in riferimento alla variazione normale corrispondente,<br />

potendo risultare confrontabile, maggiore o minore<br />

<strong>di</strong> questa.<br />

In relazione al secondo obiettivo, l’approccio scelto ha richiesto<br />

la definizione <strong>di</strong> un protocollo per cui il paziente con emiplegia<br />

è valutato in modo tra<strong>di</strong>zionale, ovvero senza il contri-<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

63


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

64<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

buto dell’analisi strumentale del cammino, successivamente<br />

l’in<strong>di</strong>viduo è sottoposto ad analisi strumentale del cammino<br />

e infine il me<strong>di</strong>co ripete la valutazione considerando anche i<br />

risultati della gait analysis. Dal confronto tra le due decisioni,<br />

quella pre-gait e quella post-gait, è evidenziabile il valore aggiunto,<br />

ovvero in prima istanza l’eventuale <strong>di</strong>fferenza tra le<br />

due valutazioni, in seconda istanza è possibile riconoscere<br />

come valore aggiunto l’eventuale conferma della decisione<br />

pre-gait con un livello aumentato <strong>di</strong> confidenza. Tale confronto<br />

richiede la formalizzazione del processo decisionale: il modello<br />

<strong>di</strong> decisione stu<strong>di</strong>ato nelle presenti ricerche consiste<br />

in quattro classi <strong>di</strong> decisione <strong>di</strong> primo livello (in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong><br />

terapia fisica, <strong>di</strong> blocco muscolare farmacologico – tossina<br />

botulinica – <strong>di</strong> fornitura <strong>di</strong> ausili e ortesi, <strong>di</strong> trattamento chirurgico).<br />

Ciascuna classe <strong>di</strong> decisione include poi un secondo<br />

livello in cui sono specificati rispettivamente o il tipo <strong>di</strong><br />

riabilitazione, o le se<strong>di</strong> muscolari da infiltrare con tossina, o il<br />

tipo <strong>di</strong> ortesizzazione, o il tipo <strong>di</strong> intervento chirurgico. In accordo<br />

a questa <strong>di</strong>stinzione su due livelli delle decisioni cliniche,<br />

è valutata come mo<strong>di</strong>fica maggiore quella che riguarda<br />

il primo livello, come mo<strong>di</strong>fica minore quella che riguarda il<br />

secondo livello.<br />

RISULTATI<br />

In relazione al primo obiettivo, è stato condotto uno stu<strong>di</strong>o<br />

che ha incluso 20 soggetti con emiparesi agli arti inferiori<br />

per esiti <strong>di</strong> stroke can<strong>di</strong>dati a un programma riabilitativo della<br />

funzione locomotoria.<br />

Tab. 1 – Outcome variables at pre-treatment, post-treatment and follow-up<br />

Pre<br />

(n=10)<br />

Ankle power peak (W/kg) 0.63 (0.65) a<br />

I pazienti sono stati sud<strong>di</strong>visi in due sottogruppi: 10 in un<br />

braccio con riabilitazione tra<strong>di</strong>zionale e 10 in un braccio con<br />

riabilitazione basata sui concetti <strong>di</strong> motor learning e <strong>di</strong> biofeedback<br />

(BFB).<br />

Analisi del cammino sono state eseguite per i due gruppi<br />

trattati dopo il trattamento e a un follow-up a 6 settimane.<br />

Un sommario dei risultati osservati è riportato nella Tab. 1,<br />

da cui si evince che il trattamento con BFB ha portato a un<br />

aumento significativo dalla potenza alla caviglia al push-off,<br />

insieme a un aumento della velocità e della lunghezza del<br />

passo. È interessante notare che tali aumenti si sono mantenuti<br />

anche al follow-up a 6 settimane.<br />

In relazione al secondo obiettivo, la raccolta dati è stata<br />

svolta presso i laboratori <strong>di</strong> Milano, Parma e Firenze. Mentre<br />

il protocollo <strong>di</strong> raccolta dati, implementato su un server<br />

interno alla <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong>, sta continuando la<br />

sua attività oltre i limiti biennali della presente relazione,<br />

un data set preliminare riferito a 10 esami è stato considerato<br />

per impostare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi e per fornire risultati<br />

preliminari.<br />

I risultati preliminari dello stu<strong>di</strong>o hanno mostrato come su<br />

10 pazienti con esiti <strong>di</strong> ictus considerati nell’analisi, si sono<br />

osservati due casi (20%) <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> primo livello della<br />

tipologia terapeutica, tre casi (30%) <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> secondo<br />

livello <strong>di</strong> caratteristiche dell’intervento terapeutico la cui tipologia<br />

non è stata però mo<strong>di</strong>ficata e cinque (50%) <strong>di</strong> decisioni<br />

non mo<strong>di</strong>ficate. È rilevante notare come nelle decisioni im-<br />

Experimental Group Control Group<br />

Post-treatment<br />

(n=10<br />

Follow-up<br />

(n=9)<br />

Pre<br />

(n=10)<br />

Post-treatment<br />

(n=10<br />

Follow-up<br />

(n=9)<br />

1.04 (0.65) 1.01 (0.58) 0.40 (0.48) 0.47 (0.37) 0.48 (0.39)<br />

Velocity (%h/s) 28.7 (10.8) 39.6 (7.6) 38.8 (8.9) 26.3 (11.9) 27.9 (14.3) 28.4 (14.3)<br />

Stride lenght (%h) 44.5 (12.9) 57.7 (9.3) 57.1 (9.8) 40.5 (14.7) 41.9 (15.9) 42.0 (15.1)<br />

Knee flexion peak (degrees) 44.1 (8.8) 51.4 (9.2) 51.1 (9.1) 33.4 (15.9) 35.0 (16.2) 35.2 (15.8)<br />

Abbreviations: %h/s, percentage height per second; %h, percentage height.<br />

a Means are given, with standard deviation in parentheses.


mutate, la confidenza del me<strong>di</strong>co nella decisione stessa sia<br />

aumentata, sia pur in modo lieve.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Jonsdottir J, Recalcati M, Rabuffetti M, Casiraghi A, Boccar<strong>di</strong><br />

S, Ferrarin M. Functional resources to increase gait<br />

speed in people with stroke: strategies adopted compared<br />

to healthy controls. Gait Posture. 2009 Apr;29(3):355-9.<br />

Epub 2009 Feb 11.<br />

– Jonsdottir J, Cattaneo D, Recalcati M, Regola A, Rabuffetti<br />

M, Ferrarin M, Casiraghi A. (2010) Task-oriented biofeedback<br />

to improve gait in in<strong>di</strong>viduals with chronic stroke:<br />

motor learning approach. Neurorehabil Neural Repair. 2010<br />

Jun;24(5):478-85.<br />

– Castagna A, Rabuffetti M, Montesano A, Ferrarin M. (2010)<br />

Role of gait analysis in the process of clinical decision making<br />

concerning post-stroke patients. XI Congresso Nazionale<br />

SIAMOC, Ferrara, 4-7 ottobre 2010.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Sviluppo <strong>di</strong> test computerizzati<br />

per l’indagine neuropsicologica e l’analisi<br />

dell’espressione grafica<br />

Responsabile: Rabuffetti Marco<br />

INTRODUZIONE<br />

L’indagine neuropsicologica è tra<strong>di</strong>zionalmente svolta me<strong>di</strong>ante<br />

test clinici che utilizzano meto<strong>di</strong>che semplici: tra gli<br />

altri sono <strong>di</strong>sponibili esercizi con oggetti da manipolare o con<br />

attività grafiche da svolgere. La valutazione delle performance<br />

in questi test (comunemente definiti test carta-e-matita) è<br />

generalmente ristretta agli score finali, ovvero “cosa” il soggetto<br />

è riuscito a realizzare, mentre il “come” il risultato è stato<br />

raggiunto spesso è trascurato nella valutazione registrata,<br />

riducendosi al tempo totale utilizzato e raramente includendo<br />

elementi aggiuntivi. La vali<strong>di</strong>tà clinica degli approcci carta-ematita<br />

è consolidata ma relativamente povera <strong>di</strong> dettagli. In<br />

questo contesto, uno sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> quantitativi <strong>di</strong> valutazione<br />

delle performance cognitive è percepito in modo urgente<br />

dalla comunità dei neuropsicologi sia per le applicazioni<br />

cliniche che per le applicazioni <strong>di</strong> ricerca scientifica.<br />

OBIETTIVI<br />

L’attività nel biennio 2009-2010 relativa alla presente <strong>Ricerca</strong><br />

Corrente sui temi <strong>di</strong> indagine neuropsicologica e <strong>di</strong> analisi<br />

dell’espressione grafica ha principalmente riguardato,<br />

in collaborazione con la Prof Anna Berti del Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Psicologia dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, l’analisi<br />

dell’intenzione motoria in soggetti emiplegici, emiparetici e<br />

anosognosici per emiplegia. Questo obiettivo ha richiesto<br />

lo sviluppo, o l’adattamento, <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi setup strumentali in<br />

grado <strong>di</strong> quantificare i <strong>di</strong>versi aspetti <strong>di</strong> una performance cognitiva;<br />

tali aspetti consistono sia nello score finale, sia negli<br />

aspetti temporali e spaziali (come evolve nel tempo e nello<br />

spazio una performance) e nell’identificazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> performance.<br />

Il focus della ricerca è stato su test bimanuali in<br />

cui i due arti compiono azioni potenzialmente interferenti in<br />

ragione delle <strong>di</strong>verse caratteristiche dei due gesti: l’ipotesi<br />

dello stu<strong>di</strong>o è che l’interferenza normalmente presente (e<br />

già <strong>di</strong>mostrata assente in pazienti particolari come quelli con<br />

lesioni del corpo calloso) scompaia/<strong>di</strong>minuisca in soggetti<br />

senza consapevolezza motoria (anosognosici). Un’applica-<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

65


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

66<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

zione del metodo considera l’ulteriore ipotesi che il fattore<br />

confondente non sia il compito svolto dalla mano controlaterale<br />

bensì lo stesso gesto eseguito da un altro in<strong>di</strong>viduo. In<br />

questa ottica i test proposti sono stati utilizzati per stu<strong>di</strong>are<br />

un effetto “mirror” determinato dall’osservazione <strong>di</strong> un gesto<br />

potenzialmente confondente.<br />

METODI<br />

Il para<strong>di</strong>gma fondamentale considerato consiste nello svolgimento<br />

<strong>di</strong> compiti bimanuali in contemporanea potenzialmente<br />

interferenti in soggetti sani (come <strong>di</strong>mostrato tra gli<br />

altri da noti esperimenti <strong>di</strong> Gazzaniga, <strong>di</strong> Kelso o <strong>di</strong> Ramachandran).<br />

Lo sviluppo metodologico è consistito nella traduzione/adattamento<br />

<strong>di</strong> quegli esperimenti su piattaforme<br />

testistiche innovative che consentono la misura dettagliata<br />

della performance.<br />

Il test OeI (derivato da Ramachandran) consiste nel <strong>di</strong>segno<br />

in contemporanea <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> righe con la mano destra e<br />

<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> cerchi con la mano sinistra. Tale compito induce<br />

nel soggetto sano una “ovalizzazione” della riga. Il setup<br />

sperimentale sviluppato consiste in un tablet PC in grado <strong>di</strong><br />

registrare il tratto <strong>di</strong>segnato. Il dato grezzo misurato, ovvero<br />

la traiettoria della penna che traccia numerosi cicli del <strong>di</strong>segno<br />

richiesto, è poi analizzato me<strong>di</strong>ante modelli sviluppati<br />

ad hoc che oltre a quantificare l’ovalizzazione, evidenziano<br />

eventuali trend temporali <strong>di</strong> progressivo aumento/riduzione<br />

della ovalizzazione.<br />

Il secondo test ispirato dagli esperimenti <strong>di</strong> Kelso consiste in<br />

un test <strong>di</strong> reazione, implementato su una tavoletta hardware<br />

costruita ad hoc con pulsanti <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse in posizioni<br />

<strong>di</strong>verse da premere contemporaneamente. In questo setup<br />

si misura il tempo <strong>di</strong> reazione mentre gli aspetti spaziali sono<br />

“embedded”, rappresentati dalle <strong>di</strong>verse posizioni dei tasti.<br />

Un terzo protocollo sperimentale, ispirato anch’esso a esperimenti<br />

<strong>di</strong> Kelso, richiede compiti <strong>di</strong> presa (grasping o pinching<br />

a seconda che la presa coinvolga tutta la mano o solo le<br />

estremità delle <strong>di</strong>ta) contemporanea <strong>di</strong> due cilindri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametri<br />

<strong>di</strong>versi. La misura della performance è realizzata me<strong>di</strong>ante sistemi<br />

<strong>di</strong> analisi del movimento basati su sensori optoelettronici<br />

(gli stessi strumenti utilizzati nella gait analysis). L’effetto<br />

<strong>di</strong> questo task bimanuale è confrontato con le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

presa unimanuale e <strong>di</strong> presa bimanuale <strong>di</strong> cilindri <strong>di</strong> uguale<br />

<strong>di</strong>mensione. In questo stu<strong>di</strong>o i <strong>di</strong>stretti anatomici prevalentemente<br />

coinvolti sono quelli prossimali (gomito e spalla). Tale<br />

sviluppo è complementare al primo protocollo sperimentale<br />

relativo al <strong>di</strong>segno contemporaneo <strong>di</strong> righe e cerchi (OeI) che<br />

per sua natura coinvolge prevalentemente i <strong>di</strong>stretti <strong>di</strong>stali<br />

(mano e polso).<br />

RISULTATI<br />

La campagna sperimentale con test OeI ha coinvolto, nel<br />

biennio 2009-2010, 142 soggetti normali <strong>di</strong> controllo con età<br />

a partire da 6 anni. Lo stesso test è stato somministrato a 2<br />

soggetti emiplegici anosognosici e 3 soggetti emiplegici non<br />

anosognosici.<br />

L’applicazione del test OeI allo stu<strong>di</strong>o dell’effetto mirror è<br />

stata svolta analizzando 8 coppie <strong>di</strong> gemelli in cui un gemello<br />

esegue il compito confondente <strong>di</strong> fronte al gemello analizzato<br />

(per massimizzare l’effetto mirror confondente) e 20<br />

pazienti selezionati con lesioni cerebrali.<br />

Il test <strong>di</strong> grasping bimanuale è stato somministrato a 10 soggetti<br />

utilizzando una presa pinching e a 10 soggetti con una<br />

presa grasping. In 10 soggetti si è analizzato il grasping in<br />

presenza <strong>di</strong> un soggetto che esegue compiti confondenti<br />

(per esempio la presa <strong>di</strong> un cilindro <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse da<br />

quello che sta afferrando il soggetto in analisi).<br />

In un sottogruppo ristretto <strong>di</strong> pazienti selezionati delle sperimentazioni<br />

precedentemente descritte sono stati eseguiti<br />

uno stu<strong>di</strong>o sperimentale dell’effetto temporale (in termini <strong>di</strong><br />

aumento/<strong>di</strong>minuzione delle latenze) me<strong>di</strong>ante il test sulle reazioni<br />

derivato dal protocollo <strong>di</strong> Kelso.<br />

L’analisi dei dati delle campagne sperimentali svolte è in<br />

corso. Dati preliminari hanno consentito il riconoscimento <strong>di</strong><br />

effetti “fisiologici” attesi (l’interferenza <strong>di</strong> un compito incongruente)<br />

nei compiti bimanuali che possono essere a loro<br />

volta presenti o assenti in soggetti con emiplegia a seconda<br />

della presenza o meno <strong>di</strong> anosognosia. Tali pazienti rappresentano<br />

quin<strong>di</strong> modelli in vivo per lo stu<strong>di</strong>o dell’intenzione<br />

(intention) e della consapevolezza (awareness) motoria e<br />

per la verifica <strong>di</strong> modelli teorici dell’organizzazione del movimento<br />

volontario. L’analisi dei dati nelle con<strong>di</strong>zioni in cui<br />

l’elemento incongruente/confondente consiste nella perfor-


mance <strong>di</strong> un soggetto posto <strong>di</strong> fronte ha prodotto risultati<br />

parziali; è infatti ben noto che l’evidenza <strong>di</strong> effetti <strong>di</strong> tipo mirror<br />

presentano variabilità interin<strong>di</strong>viduali importanti.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Cantagallo A, Spinazzola L, Rabuffetti M, Della Sala S. Verbal<br />

commands help the execution of endogenous movements<br />

in anarchic hand. Neuropsychol Rehabil. 2010<br />

Jun;20(3):406-22.<br />

– Garbarini F, Rabuffetti M ,Tocchi G, Frassinetti F, Pia L,<br />

Pie<strong>di</strong>monte A, Ferrarin M, Driver J, Berti A. (2010) The effects<br />

of conscious intention to move on motor execution:<br />

evidence from anosognosia for hemiplegia. Twenty eighth<br />

Workshop on Cognitive Neuropsychology. Bressanone<br />

(Italy), 25-29 January 2010.<br />

– Pie<strong>di</strong>monte A, Garbarini F, Ferrarin M, Berti A, Rabuffetti M.<br />

Grasping in the mirror: the interference of action observation<br />

on action execution. 29° European Workshop on Cognitive<br />

Neuropsychology, Bessanone (Italy), 23-28 January 2011.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Stu<strong>di</strong>o osservazionale sull’efficacia del <strong>di</strong>spositivo<br />

MeCFES per migliorare la presa <strong>di</strong> tenodesi<br />

in soggetti con tetraplegia<br />

Responsabile: Thorsen Rune<br />

INTRODUZIONE<br />

Molti pazienti con tetraplegia da lesione midollare presentano<br />

<strong>di</strong>fficoltà nelle attività del vivere quoti<strong>di</strong>ano che comportano<br />

l’uso degli arti superiori. Uno dei principali problemi<br />

riguarda la mancanza o ridotta forza della presa manuale.<br />

L’approccio clinico standard della “presa per tenodesi”, nella<br />

quale l’estensione del polso genera la flessione passiva<br />

delle <strong>di</strong>ta, spesso non è sufficiente per espletare le azioni<br />

della vita quoti<strong>di</strong>ana. Non esistono attualmente <strong>di</strong>spositivi in<br />

commercio che aiutino i pazienti con tetraplegia a migliorare<br />

attivamente la presa, se si esclude il sistema NESS Handmaster,<br />

un’ortesi combinata a un neurostimolatore che però<br />

presenta dei limiti nella controllabilità in quanto il paziente<br />

deve usare una mano per attivare lo stimolatore e quin<strong>di</strong> la<br />

presa. Il <strong>di</strong>spositivo MeCFES, oggetto del presente stu<strong>di</strong>o,<br />

permette <strong>di</strong> migliorare la presa manuale tramite la contrazione<br />

artificiale dei muscoli flessori delle <strong>di</strong>ta (deficitari), indotta<br />

da stimolazione elettrica la cui intensità è controllata dal<br />

paziente stesso tramite l’attivazione volontaria dei muscoli<br />

estensori del polso. In pratica il MeCFES permette <strong>di</strong> aumentare<br />

la forza della presa <strong>di</strong> tenodesi tramite l’intervento<br />

attivo dei muscoli flessori delle <strong>di</strong>ta.<br />

Alla presente ricerca hanno partecipato, oltre al Polo Tecnologico<br />

dell’IRCCS SMN della FDG, anche le Unità Spinali<br />

dell’Ospedale Ca’ Granda <strong>di</strong> Niguarda (USN) e dell’Ospedale<br />

<strong>di</strong> Sondalo (USS). Inoltre ha collaborato l’Istituto <strong>di</strong> Ricerche<br />

Farmacologiche Mario Negri <strong>di</strong> Milano.<br />

OBIETTIVI<br />

L’obiettivo del presente progetto è <strong>di</strong> stabilire qual è, nella<br />

popolazione dei soggetti affetti da tetraplegia, la percentuale<br />

<strong>di</strong> pazienti che può trarre vantaggio dall’uso del MeCFES:<br />

• in termini <strong>di</strong> miglioramento della funzionalità della mano,<br />

• in termini <strong>di</strong> utilità per la vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

METODI<br />

È stato effettuato uno screening <strong>di</strong> tutte le cartelle cliniche dei<br />

pazienti afferenti a USN e USS da gennaio 2002 a <strong>di</strong>cembre<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

67


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

68<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

2009, che presentavano lesione spinale a livello cervicale. Dallo<br />

screening sono state selezionate le cartelle dei pazienti che<br />

rispondevano ai seguenti criteri <strong>di</strong> inclusione (criteri per cartella<br />

clinica): livello della lesione compreso fra C5 e C7, età compresa<br />

fra 18 e 80 anni, lesione stabilizzata (trauma precedente a 6<br />

mesi). Inoltre è stato preso in considerazione un sottocampione<br />

<strong>di</strong> pazienti con lesione C4 per verificare l’ipotesi <strong>di</strong> essere non<br />

responder. Partendo dalle cartelle selezionate e tramite contatto<br />

telefonico, sono stati in<strong>di</strong>viduati i pazienti logisticamente inclu<strong>di</strong>bili<br />

nello stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>sposti a partecipare (criteri per richiamo<br />

telefonico/a voce). Tramite visita me<strong>di</strong>ca, sono infine stati in<strong>di</strong>viduati<br />

i pazienti adatti all’applicazione del <strong>di</strong>spositivo MeCFES,<br />

cioè quelli che presentavano un punteggio ARAT compreso fra<br />

1 e 51 e una risposta positiva alla stimolazione elettrica dei flessori<br />

delle <strong>di</strong>ta e del pollice (criteri per valutazione clinica). Questi<br />

pazienti sono quin<strong>di</strong> stati inclusi in un programma <strong>di</strong> 12 sessioni<br />

<strong>di</strong> terapia occupazionale (TO) assistita da MeCFES per lo svolgimento<br />

<strong>di</strong> attività del vivere quoti<strong>di</strong>ano (ADL).<br />

I 27 pazienti inclusi nella parte sperimentale dello stu<strong>di</strong>o<br />

sono stati sottoposti alle seguenti valutazioni prima e dopo<br />

il programma <strong>di</strong> TO:<br />

• test funzionale dell’arto superiore (ARAT-Action Research<br />

Arm Test),<br />

• questionario IPPA (In<strong>di</strong>vidually Prioritised Problem Assessment),<br />

• questionario QUEST (Quebec User Evalution of Satisfaction<br />

with Assistive Technology).<br />

Ai pazienti è infine stato chiesto se volessero utilizzare il <strong>di</strong>spositivo<br />

(qualora fosse <strong>di</strong>sponibile) durante la vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

in autonomia (QUADL – Question of Utility for the Activities<br />

of Daily Living).<br />

RISULTATI<br />

Sono state raccolte 254 cartelle cliniche. Dopo esclusione<br />

delle cartelle non sod<strong>di</strong>sfacenti i criteri d’inclusione e la<br />

successiva richiesta <strong>di</strong> partecipazione allo stu<strong>di</strong>o, sono stati<br />

contattati 167 pazienti <strong>di</strong> cui 84 sono poi stati esaminati <strong>di</strong>rettamente.<br />

Di questi, 27 hanno sod<strong>di</strong>sfatto i criteri per la<br />

valutazione clinica e concluso il programma <strong>di</strong> terapia occupazionale<br />

assistita da MeCFES. La percentuale <strong>di</strong> pazienti<br />

che hanno avuto un miglioramento dopo il periodo d’uso del<br />

MeCFES in terapia occupazionale è stata, nelle <strong>di</strong>verse valutazioni,<br />

dell’85% all’ARAT, del 100% all’IPPA, e del 52% per<br />

coloro che hanno infine <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> voler utilizzare il <strong>di</strong>spositivo<br />

MeCFES in autonomia se fosse stato <strong>di</strong>sponibile.<br />

Il test funzionale della mano (ARAT) ha <strong>di</strong>mostrato un miglioramento<br />

me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 3 [scarto interquartile 2;6] punti ARAT.<br />

L’utilizzo del <strong>di</strong>spositivo nel corso della TO ha <strong>di</strong>mostrato un<br />

piccolo effetto carry-over dovuto al <strong>di</strong>spositivo che ha migliorato<br />

la presa “naturale”. 8 casi su 27 hanno avuto un<br />

miglioramento <strong>di</strong> almeno 6 punti (considerato clinicamente<br />

rilevante). 14 pazienti hanno infine <strong>di</strong>chiarato che avrebbero<br />

utilizzato il <strong>di</strong>spositivo MeCFES in autonomia se fosse stato<br />

<strong>di</strong>sponibile (QUADL). Sulla scala IPPA la TO con MeCFES<br />

ha migliorato in tutti i soggetti la capacita <strong>di</strong> svolgere compiti<br />

da loro preselezionati rispetto alla presa naturale (senza<br />

MeCFES), con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 4.2 [SD:2.9], con conseguente<br />

<strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> un effetto positivo sulle attività della vita<br />

quoti<strong>di</strong>ana.<br />

I principali limiti del sistema attuale, in<strong>di</strong>viduati tramite il<br />

questionario QUEST, riguardano la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> regolazione<br />

e applicazione e il peso. Questi sono dunque gli aspetti che<br />

dovranno essere migliorati in future versioni del <strong>di</strong>spositivo.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Thorsen R, Della Costa D, Chiaramonte S, Binda L, Redaelli<br />

T, Occhi E, Beghi E, Converti RM, Ferrarin M. Clinical trial<br />

of Myoelectrically controlled FES (MeCFES) for assisting<br />

hand function in subjects with tertaplegia – A study of user<br />

population, orthotic effect and ADL use. Procee<strong>di</strong>ngs of<br />

the 13 th Annual Conference of the International FES Society,<br />

21-25 September 2008, Freiburg (Germany), 2008.<br />

In: Biome<strong>di</strong>zinische Technik, 53, Supplement 1, pp. 37-39,<br />

2008.<br />

– Thorsen R, Ferrarin M. Battery Powered Neuromuscular<br />

Stimulator Circuit for Use During Simultaneous Recor<strong>di</strong>ng<br />

of Myoelectric Signals. Med Eng Phys, 31:1032-1037, 2009.<br />

– Dalla Costa D, Chiaramonte S, Redaelli T, Thorsen T, Binda<br />

L, Occhi E, Beghi E, Converti R, Ferrarin M. Clinical trial<br />

of Myoelectrically controlled FES (MeCFES) for assisting<br />

hand function in subjects with tetraplegia – A study of<br />

usersatisfaction. Proc. of the 48° ann. Scientific Meeting


of the Int. Spinal Cord Society. Firenze (Italy), 21 Oct. 2009,<br />

pp. 134-135, 2009.<br />

– Dalla Costa D, Chiaramonte S, Redaelli T, Thorsen R, Binda<br />

L, Occhi E, Beghi E, Converti R, Ferrarin M. La MeCFES<br />

(Myoelectrically controlled FES) per l’assistenza della mano<br />

funzionale nei soggetti tetraplegici. Stu<strong>di</strong>o sulla popolazione<br />

dell’utilizzo come ortesi e nelle ADL. XIV Congresso Nazionale<br />

SOMIPAR, 18-20 marzo 2010, Palermo (Italy), 2010.<br />

– Thorsen R, Dalla Costa D, Chiaramonte S, Binda L, Redaelli<br />

T, Occhi E, Beghi E, Converti R, Ferrarin M. Multicenter<br />

clinical trial of Myoelectrically-controlled FES (MeCFES) for<br />

assisting hand function in subjects with tetraplegia – A study<br />

of user population, orthotic effect and ADL use. 15 th Annual<br />

International FES Society Conference and 10 th Vienna<br />

Int. Workshop on FES Vienna (Austria), September 8 th -12 th ,<br />

2010.<br />

– Thorsen R, Binda L, Chiaramonte S, Dalla Costa D, Redaelli<br />

T, Occhi E, Beghi E, Ferrarin M. Hand function, neurological<br />

level, severity and muscle strength after cervical spinal cord<br />

lesion – A regional study in Northern Italy. Archives of Physical<br />

Me<strong>di</strong>cine and Rehabilitation (to be submitted), 2011.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Stu<strong>di</strong>o e sviluppo <strong>di</strong> tecnologie innovative per la<br />

riabilitazione motoria<br />

Responsabile: Ferrarin Maurizio<br />

Questo progetto (formalmente terminato il 31/12/2009) è<br />

proseguito nel 2010 con il progetto <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> Corrente dal<br />

titolo “Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> tecnologie innovative per<br />

la neuroriabilitazione”. La presente relazione riassume il razionale,<br />

i meto<strong>di</strong>, le attività e i risultati dei due progetti, che<br />

sono da considerarsi in continuità l’uno con l’altro.<br />

INTRODUZIONE<br />

La riabilitazione <strong>di</strong> pazienti con <strong>di</strong>sabilità motorie può trarre notevole<br />

vantaggio dalle possibilità offerte dalle tecnologie avanzate.<br />

L’approccio modellistico consente <strong>di</strong> sviluppare e validare<br />

in simulazione sistemi <strong>di</strong> controllo innovativi per la FES o<br />

attuatori per ortesi/protesi attive. Inoltre l’uso <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> stimolazione<br />

elettrica o <strong>di</strong> attuazione meccanica consente lo stu<strong>di</strong>o<br />

delle risposte e degli adattamenti del sistema <strong>di</strong> controllo<br />

del movimento anche in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> gravi compromissioni<br />

motorie (emi/para/tetraplegie). Infine le stimolazioni visive e/o<br />

acustiche possono fornire trigger facilitatori al movimento in<br />

alcune patologie del SNC (per es.: Malattia <strong>di</strong> Parkinson). L’uso<br />

integrato <strong>di</strong> competenze multi<strong>di</strong>sciplinari <strong>di</strong> elettronica, meccanica,<br />

sensoristica, modellistica, signal processing, con conoscenze<br />

<strong>di</strong> fisiologia, patofisiologia, neuroriabilitazione è una<br />

necessaria premessa per lo sviluppo e la validazione clinica <strong>di</strong><br />

strumenti per la riabilitazione e <strong>di</strong>spostivi <strong>di</strong> ausilio innovativi.<br />

OBIETTIVI<br />

Obiettivo generale del progetto è lo stu<strong>di</strong>o e lo sviluppo <strong>di</strong><br />

tecnologie innovative per la riabilitazione motoria <strong>di</strong> soggetti<br />

con lesioni del sistema neuro-muscolo-scheletrico. L’attività<br />

<strong>di</strong> ricerca riguarda lo stu<strong>di</strong>o esplorativo <strong>di</strong> nuove tecnologie<br />

<strong>di</strong> ausilio alla riabilitazione motoria, la progettazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi<br />

innovativi, la realizzazione <strong>di</strong> prototipi, la loro validazione<br />

tecnica e l’applicazione pilota su pazienti.<br />

In particolare nel corso del biennio 2009-2010 sono stati affrontati<br />

i seguenti obiettivi:<br />

1. Stu<strong>di</strong>o dell’efficacia del sistema <strong>di</strong> stimolazione elettrica<br />

MeCFES nella riabilitazione della mano <strong>di</strong> pazienti poststroke<br />

cronici;<br />

2. Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> robot-terapia <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

69


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

70<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

tipo “funzionale” per la riabilitazione dell’arto superiore <strong>di</strong><br />

pazienti con Sclerosi Multipla;<br />

3. Valutazione degli effetti del biofeedback elettromiografico<br />

nella riabilitazione al cammino <strong>di</strong> pazienti post-stroke cronici.<br />

METODI<br />

1. Nel corso del 2010 si è concluso il reclutamento dei pazienti<br />

per lo stu<strong>di</strong>o randomizzato, controllato, in doppio<br />

cieco (protocollo MAFE), per la valutazione del sistema<br />

MeCFES come strumento per la riabilitazione della mano<br />

<strong>di</strong> soggetti con esiti <strong>di</strong> ictus. In questa applicazione il segnale<br />

EMG residuo dei muscoli estensori delle <strong>di</strong>ta e del<br />

polso viene impiegato per stimolare gli stessi muscoli e<br />

quin<strong>di</strong> aumentarne l’effetto motorio. Sono quin<strong>di</strong> stati<br />

reclutati in tutto 20 pazienti con esiti <strong>di</strong> stroke, <strong>di</strong> cui 3<br />

drop-out per complicanze. Dei 17 pazienti residui, 10 erano<br />

nel gruppo trattato e 7 nel gruppo <strong>di</strong> controllo, inoltre<br />

11 pazienti hanno ricevuto in me<strong>di</strong>a almeno 3 sessioni<br />

settimanali <strong>di</strong> fisioterapia (compliant group), mentre 6 ne<br />

hanno ricevute meno (non compliant group). Questi due<br />

sottogruppi sono stati analizzati separatamente (ve<strong>di</strong> sezione<br />

risultati).<br />

2. Nell’ambito dei sistemi aptici robotizzati è continuata l’attività<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o degli effetti della riabilitazione assistita da<br />

Robot dell’arto superiore in pazienti con Sclerosi Multipla.<br />

Conclusa la fase <strong>di</strong> verifica dell’applicabilità del sistema<br />

sui pazienti, si è iniziato uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> confronto fra un<br />

protocollo riabilitativo robotizzato <strong>di</strong> tipo “virtuale”, che<br />

consiste nell’esecuzione <strong>di</strong> esercizi <strong>di</strong> target con il braccio<br />

robotico e feedback visivo su schermo, e un protocollo<br />

<strong>di</strong> tipo “funzionale”, in cui il paziente deve raggiungere e<br />

manipolare oggetti reali, muovendo il braccio robotico attraverso<br />

uno splint sull’avambraccio. A tutto il 2010 sono<br />

stati reclutati 10 pazienti con SM per il protocollo virtuale<br />

e 6 per il protocollo funzionale.<br />

3. È continuata, in collaborazione con la UORRF del nostro<br />

IRCCS, l’attività relativa allo stu<strong>di</strong>o dell’effetto del biofeedback<br />

elettromiografico nel miglioramento locomotorio <strong>di</strong><br />

pazienti con esiti <strong>di</strong> ictus. È stato finalizzato e pubblicato<br />

un full paper (Jonsdottir et al., 2010) in cui tali miglioramenti<br />

sono stati stu<strong>di</strong>ati e quantificati tramite tecniche <strong>di</strong> gait<br />

analysis. Inoltre, in collaborazione anche con l’unità <strong>di</strong> bioimaging,<br />

è iniziata l’attività volta ad approfon<strong>di</strong>re le mo<strong>di</strong>fiche<br />

indotte dal biofeedback sulle attività corticali, rilevate<br />

tramite Risonanza Magnetica Funzionale. Il reclutamento<br />

dei pazienti è in corso e continuerà nel prossimo anno. I<br />

risultati preliminari sono stati presentati in due congressi<br />

nazionali a carattere metodologico (2° Congresso Nazionale<br />

<strong>di</strong> Bioingegneria) e clinico (11° Congresso Siamoc) (Del<br />

Din et al., 2010).<br />

RISULTATI<br />

1. I risultati dello stu<strong>di</strong>o sui pazienti con emiplegia da ictus<br />

hanno mostrato che il gruppo dei pazienti “non compliant”<br />

non ha ottenuto un miglioramento significativo nelle funzionalità<br />

dell’arto superiore (scala ARAT) fra prima e dopo<br />

il trattamento (ve<strong>di</strong> Fig.1). Nel gruppo dei pazienti “compliant”,<br />

invece, il sottogruppo trattato con MeCFES ha<br />

mostrato un miglioramento significativamente maggiore<br />

rispetto a quello <strong>di</strong> controllo (p


trattare anche muscoli prossimali (che agiscono su spalla<br />

e gomito) per ottimizzare il trattamento e ampliare la casistica<br />

dei potenziali fruitori del sistema. A questo fine è<br />

iniziato lo sviluppo <strong>di</strong> un sistema MeCFES multicanale la<br />

cui applicazione su pazienti è prevista nel 2011.<br />

2. I risultati ottenuti finora dalla robot-terapia sui pazienti con<br />

SM <strong>di</strong>mostrano che dopo il training, entrambi i gruppi migliorano<br />

significativamente la velocità, la linearità e la flui<strong>di</strong>tà<br />

del movimento <strong>di</strong> reaching. Per quanto riguarda la trasferibilità<br />

degli effetti a compiti funzionali, il gruppo trattato con<br />

training virtuale mostra un moderato miglioramento (ARAT:<br />

+2 pt; 9HPT: 18%) mentre nel gruppo funzionale sembrano<br />

<strong>di</strong>stinguersi 2 sottogruppi: 3 pazienti ottengono un miglioramento<br />

clinicamente significativo (ARAT: +5 pt; 9HPT: 29%),<br />

mentre gli altri 3 pazienti non presentano alcun effetto consistente<br />

(ARAT: −0,3 pt; 9HPT: −15%). Sulla base delle evidenze<br />

finora raccolte si può concludere che entrambi gli<br />

approcci <strong>di</strong> robot-terapia sono applicabili in ambito clinico<br />

e migliorano la coor<strong>di</strong>nazione dell’arto superiore. Mentre il<br />

protocollo virtuale produce moderati miglioramenti anche<br />

in compiti funzionali, il training virtuale sembra essere significativamente<br />

efficace solo nel 50% dei pazienti trattati.<br />

Benché non si possano trarre conclusioni prima della conclusione<br />

del reclutamento, questi risultati preliminari suggeriscono<br />

che in alcuni soggetti gli effetti della terapia robotica<br />

possono essere migliorati aggiungendo ai <strong>di</strong>spositivi<br />

esistenti la possibilità <strong>di</strong> far eseguire compiti più vicini alle<br />

ADL. In futuro occorrerà valutare se esistono in<strong>di</strong>ci che permettano<br />

a priori <strong>di</strong> stabilire se un soggetto potrà beneficiare<br />

<strong>di</strong> protocolli funzionali <strong>di</strong> terapia robotica.<br />

3. I risultati ottenuti sui primi 3 pazienti con esiti <strong>di</strong> ictus, hanno<br />

per ora <strong>di</strong>mostrato la fattibilità <strong>di</strong> raccogliere dati sui miglioramenti<br />

nella funzione locomotoria (valutata tramite gait<br />

analysis) dovuti alla riabilitazione con biofeedback e sulle<br />

corrispondenti mo<strong>di</strong>fiche nell’attivazione cerebrale (rilevata<br />

tramite fMRI) durante l’esecuzione <strong>di</strong> movimenti del piede<br />

(Del Din et al., 2011). La casistica è però ancora troppo limitata<br />

per trarre conclusioni sulla correlazione fra miglioranti<br />

nel cammino e mo<strong>di</strong>fiche nell’attivazione corticale.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Carpinella I, Cattaneo D, Abuarqub S, Ferrarin M. Robot-based<br />

rehabilitation of the upper limbs in multiple sclerosis:<br />

Feasibility and preliminary results. J Rehabil Med. 2009<br />

Nov;41(12):966-70.<br />

– Thorsen R, Cortesi M, Jonsdottir J, Carpinella I, Morelli D,<br />

Casa<strong>di</strong>o M, Puglia M, Mazzoleni P, Casiraghi A, Diverio M,<br />

Converti RM, Ferrarin M. Rehabilitation of the hemiplegic<br />

hand with MeCFES – An interim analysis of the influence<br />

of treatment frequency on the outcome. 14 th Annual Conference<br />

of the International FES Society, September 13 th -<br />

17 th , 2009 – Seoul (Corea), pp. 63-64, 2009.<br />

– Jonsdottir J, Cattaneo D, Recalcati M, Regola A, Rabuffetti<br />

M, Ferrarin M, Casiraghi A. Task-Oriented Biofeedback<br />

to Improve Gait in In<strong>di</strong>viduals With Chronic Stroke: Motor<br />

Learning Approach. Neurorehabil Neural Repair. 2010<br />

Jun;24(5):478-85.<br />

– Thorsen R, Cortesi M, Jonsdottir J, Carpinella I, Morelli D,<br />

Casiraghi A, Converti RM, Ferrarin M. Improving the Hemiplegic<br />

Hand Function by FES using Direct Myoelectric<br />

Control. 15 th Annual International FES Society Conference<br />

and 10 th Vienna Int. Workshop on FES Vienna (Austria),<br />

September 8 th -12 th , 2010.<br />

– Del Din S, Bertoldo A, Sawacha Z, Rabuffetti R, Ferrarin<br />

M, Laganà M, Jonsdottir J, Baglio F, Rovaris M, Cobelli<br />

C. fMRI analysis of brain activation during ankle dorsi/plantarflexion<br />

in post-stroke patients: a case study. II<br />

Congresso Nazionale <strong>di</strong> Bioingegneria, GNB2010, Torino,<br />

8-10 luglio 2010.<br />

– Del Din S, Bertoldo A, Sawacha Z, Rabuffetti M, Laganà<br />

M, Jonsdottir J, Baglio F, Rovaris M, Cobelli C, Ferrarin M.<br />

Combined analysis of fMRI and gait analysis data for evaluating<br />

biofeedback rehabilitation in post-stroke patients.<br />

Gait&Posture, 33(S1): S10-S11, 2011.<br />

– Jonsdottir J, Rabuffetti M, Cattaneo D, Recalcati M, Casiraghi<br />

A, Crippa A, Montesano A, Ferrarin M. Changes in gait<br />

parameters from self selected to fast gait velocity before<br />

and after task-oriented biofeedback, compared to healthy<br />

controls. Gait&Posture, 33(S1): S5-S6, 2011.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

71


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

72<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> metodologie<br />

per l’analisi del movimento umano in con<strong>di</strong>zioni<br />

fisiologiche e in presenza <strong>di</strong> patologie<br />

del sistema neuro-muscolo-scheletrico<br />

Responsabile: Ferrarin Maurizio<br />

INTRODUZIONE<br />

L’analisi multifattoriale del movimento consente da una parte<br />

<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le conoscenze sulla fisiologia del movimento<br />

(nel bambino, nell’adulto, nell’anziano) e la patofisiologia dei<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni motori, e quin<strong>di</strong> riveste un ruolo importante nella ricerca<br />

fisiopatologica <strong>di</strong> base, dall’altra è uno strumento utile<br />

in clinica per i seguenti aspetti:<br />

a. quantificare le alterazioni locomotorie presenti in varie patologie<br />

nei <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> (acuti, cronici, degenerativi) della<br />

malattia (assessment/monitoring);<br />

b. aiutare nella pianificazione dell’intervento terapeutico/riabilitativo<br />

(treatment decision making);<br />

c. valutare quantitativamente l’efficacia <strong>di</strong> trattamenti terapeutici,<br />

chirurgici, riabilitativi, farmacologici (outcome assessment);<br />

d. in<strong>di</strong>rizzare nella scelta e personalizzare ausili, ortesi, protesi<br />

(device adaptation).<br />

OBIETTIVI<br />

Nel biennio 2009-2010 sono stati portati avanti 3 sottoprogetti<br />

i cui obiettivi sono in<strong>di</strong>cati <strong>di</strong> seguito:<br />

1. Valutazione della variabilità inter-operatore <strong>di</strong> un protocollo<br />

<strong>di</strong> analisi del cammino (LAMB);<br />

2. Applicazione <strong>di</strong> protocolli <strong>di</strong> valutazione della stabilizzazione<br />

posturale su casistiche selezionate <strong>di</strong> soggetti con<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni della postura;<br />

3. Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> protocolli per l’analisi dei <strong>di</strong>sturbi<br />

motori in pazienti con malattia <strong>di</strong> Charcot-Marie-Tooth.<br />

METODI<br />

1. La variabilità inter-operatore è stata valutata su 6 operatori<br />

esperti, che hanno partecipato agli esperimenti su 3 soggetti<br />

normali. Si è utilizzato l’approccio della calibrazione tecnica<br />

<strong>di</strong> marcatori anatomici, per identificare i sei profili cinematici<br />

e <strong>di</strong>namici derivanti dalla collocazione dei marcatori da parte<br />

dei <strong>di</strong>versi operatori. Sono poi stati calcolati degli in<strong>di</strong>ci me<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> variabilità per ciascuna curva nel ciclo del passo.<br />

2. Il protocollo per lo stu<strong>di</strong>o della stabilizzazione posturale,<br />

sviluppato presso la nostra unità <strong>di</strong> ricerca, è stato applicato<br />

a tutto il 2010 su 40 soggetti normali (<strong>di</strong> cui 10 hanno<br />

ripetuto due volte l’esperimento per valutare la test-retest<br />

reliability), 20 soggetti con Sclerosi Multipla, 24 soggetti<br />

con malattia <strong>di</strong> Charcot-Marie-Tooth e 63 soggetti anziani<br />

(gruppo selezionato presso residenze protette del Canton<br />

Ticino e analizzato in collaborazione con l’Ospedale Beata<br />

Vergine <strong>di</strong> Mendrisio, Ticino, Svizzera).<br />

3. Il protocollo per la valutazione dei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni locomotori in<br />

pazienti con malattia <strong>di</strong> CMT è stato sviluppato e applicato<br />

su un totale <strong>di</strong> 40 soggetti sani e 53 pazienti con CMT,<br />

comprendente sia adulti che bambini. Su 20 pazienti è<br />

stata valutata la test-retest reliability a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 4-6 settimane,<br />

mentre su 42 pazienti è stato anche effettuato il<br />

follow up a 18 mesi dalla prima valutazione. Per la classificazione<br />

dei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni locomotori è stata utilizzata la cluster<br />

analysis sui segni primari e sui compensi.<br />

RISULTATI<br />

1. La variabilità inter-operatore del protocollo LAMB è stata<br />

generalmente valutata nella letteratura <strong>di</strong>sponibile sull’argomento<br />

in termini <strong>di</strong> variabilità nel posizionamento dei<br />

marcatori sui reperti anatomici. I risultati della presente<br />

sperimentazione confermano tali dati presenti in letteratura:<br />

la variabilità (ovvero la deviazione standard della posizione)<br />

osservata oscilla tra 3,1 mm e 16,4 mm (quest’ultimo<br />

valore riferito al gran trocantere) con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

8,4 mm. L’effetto <strong>di</strong> tale variabilità sulle variabili angolari <strong>di</strong><br />

output (ovvero angoli articolari e <strong>di</strong> orientamento dei segmenti<br />

anatomici) oscilla tra 0,2° e 4,2° (tale valore per l’angolo<br />

<strong>di</strong> rotazione dell’anca) con un valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 1,5°.<br />

Tali valori determinano <strong>di</strong> fatto una soglia per il riconoscimento<br />

<strong>di</strong> profili alterati rispetto a pattern <strong>di</strong> normalità.<br />

2. La sperimentazione con il protocollo <strong>di</strong> analisi della stabilizzazione<br />

posturale ha, innanzitutto, <strong>di</strong>mostrato che<br />

tale fase esiste: al termine <strong>di</strong> spostamenti macroscopici<br />

il raggiungimento <strong>di</strong> una stazione eretta stabile si realizza<br />

progressivamente me<strong>di</strong>ante oscillazioni intorno a<br />

un punto centrale <strong>di</strong> equilibrio la cui ampiezza decresce<br />

progressivamente con una legge esponenziale negati-


va. Inoltre in tutti i gruppi analizzati, si è constatato che<br />

in presenza <strong>di</strong> maggiori instabilità si osserva una rapida<br />

stabilizzazione, mentre stabilizzazioni lente e prolungate<br />

nel tempo sono osservabili solo per valori inferiori <strong>di</strong> instabilità<br />

iniziale. Ciò che appare <strong>di</strong>scriminare tra soggetti<br />

normali e normali “fragili” quali sono gli anziani o soggetti<br />

con <strong>di</strong>sturbi dell’equilibrio è che la coppia (instabilità<br />

iniziale)-(tempo <strong>di</strong> stabilizzazione) presenta coppie <strong>di</strong><br />

valori che si situano in zone <strong>di</strong>verse del <strong>di</strong>agramma: alti<br />

livelli <strong>di</strong> instabilità sembrano richiedere tempi più lunghi<br />

<strong>di</strong> stabilizzazione, in accordo con l’ipotesi che in questi<br />

in<strong>di</strong>vidui i sistemi <strong>di</strong> controllo motorio e posturale sono<br />

meno efficienti, sia in termini <strong>di</strong> percezione (propriocezione)<br />

che <strong>di</strong> forza esprimibile.<br />

3. I dati raccolti sui 40 soggetti sani hanno consentito <strong>di</strong> creare<br />

un reference database <strong>di</strong> normalità sul cammino naturale,<br />

cammino sulle punte e sui talloni, salita e <strong>di</strong>scesa<br />

dai gra<strong>di</strong>ni, che comprende dati cinematici, <strong>di</strong>namici ed<br />

elettromiografici. Questo database, sud<strong>di</strong>viso fra giovani<br />

e adulti, è stato pubblicato su rivista in<strong>di</strong>cizzata (Bovi et al.,<br />

2011), incluso un addendum elettronico che riporta i valori<br />

delle <strong>di</strong>verse variabili in ciascun task. I dati sovrapponibili<br />

a quelli <strong>di</strong> lavori già presenti in letteratura (cammino naturale)<br />

risultano altamente correlati (ro>0,7), mentre i dati<br />

dei task locomotori più impegnativi sono originali e danno<br />

in<strong>di</strong>cazioni specifiche sul contributo dei comparti muscolari<br />

prossimali e <strong>di</strong>stali dell’arto inferiore.<br />

La test-retest reliability del metodo sui pazienti con CMT<br />

è risultata buona (ICC>0,75) nel cammino naturale, tranne<br />

che per alcune variabili relative ai movimenti del tronco,<br />

del bacino e ai profili EMG, in cui è risultata moderata<br />

(0,5


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

74<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Benvenuti F, Rabuffetti M. Experimental study on the<br />

effect of age-related frailness on postural stabilization.<br />

Gait&Posture, 33(S1): S61, 2011.<br />

– Ferrarin M, Bovi G, Rabuffetti M, Mazzoleni P, Montesano<br />

A, Moroni I, Pagliano E, Marchi A, Marchesi C, Beghi<br />

E, Pareyson D. “Reliability of instrumented movement<br />

analysis as outcome measure in Carcot-Marie-Tooth<br />

<strong>di</strong>sease: results from a multitask locomotor protocol”,<br />

Gait&Posture, 2011 May; 34(1):36-43.<br />

– Ferrarin M, Bovi G, Rabuffetti M, Mazzoleni P, Montesano<br />

A, Pagliano E, Marchi A, Magro A, Marchesi C, Pareyson<br />

D, Moroni I. Gait pattern classification in children with<br />

Charcot-Marie-Tooth <strong>di</strong>sease type 1A. Gait&Posture 2011<br />

(accepted for publication).<br />

– Rabuffetti M, Marzegan A, Ferrarin M, Crenna P. Experimental<br />

assessment of inter-rater variability of an anatomically<br />

based gait analysis protocol. Procee<strong>di</strong>ngs of GCMAS<br />

Annual Conference, 26-29 April 2011, pp. 276-277, 2011.<br />

– Rabuffetti M, Bovi G, Quadri PL, Cattaneo D, Benvenuti<br />

F, Ferrarin M. An experimental para<strong>di</strong>gm to assess Postural<br />

Stabilization: no more movement and not yet posture.<br />

IEEE TrNSRE, 2011 (accepted for publication).<br />

– Bovi G, Rabuffetti M, Mazzoleni P, Ferrarin M. A multipletask<br />

gait analysis approach: kinematic, kinetic and EMG<br />

reference data for healthy young and adult subjects.<br />

Gait&Posture, 2011 Jan; 33(1): 6-13.<br />

– Caliandro P, Ferrarin M, Cioni M, Bentivoglio AR, Minciotti<br />

I, D’Urso PI, Tonali PA, Padua L. Levodopa effect on electromyographic<br />

activation patterns of tibialis anterior muscle<br />

during walking in Parkinson’s <strong>di</strong>sease. Gait&Posture.<br />

2011 Jan 20.<br />

Prevenzione del rischio da sovraccarico biomeccanico<br />

arti superiori e rachide nella mansione <strong>di</strong> imbianchino<br />

Responsabile: Occhipinti Enrico<br />

INTRODUZIONE<br />

Le malattie professionali riconosciute, in Europa, hanno subito<br />

nell’ultimo decennio delle profonde mo<strong>di</strong>ficazioni, <strong>di</strong> cui la<br />

più rilevante è il costante incremento generale delle patologie<br />

muscolo-scheletriche: a questo trend ha contribuito in modo<br />

sostanziale anche il settore delle costruzioni. Una analisi più<br />

dettagliata, che pone a confronto a livello europeo i <strong>di</strong>versi settori<br />

produttivi, evidenzia come i <strong>di</strong>sturbi al rachide lombare e i<br />

<strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici siano, nel comparto delle costruzioni,<br />

secon<strong>di</strong> solo al settore agricolo e della pesca: rispettivamente<br />

sono accusati dal 46,3 e dal 45,3% dei lavoratori intervistati.<br />

È indubbio quin<strong>di</strong> che le MSD nel settore esaminato costituiscono<br />

un problema, già evidente in Europa e in aumento in<br />

Italia, che necessita <strong>di</strong> risposte adeguate: queste sono rappresentate<br />

dall’applicazione <strong>di</strong> misure ergonomiche, come attestato<br />

da vari autori. Dati recenti pubblicati dall’INAIL nel 2007<br />

confermano un analogo andamento nella popolazione italiana:<br />

il settore delle costruzioni registra il più alto numero <strong>di</strong> malattie<br />

professionali denunciate rispetto ai settori dell’industria<br />

e dei servizi. In particolare le patologie muscolo-scheletriche<br />

rappresentano il 21,5%. Con l’avvento della nuova tabella delle<br />

malattie professionali le richieste <strong>di</strong> risarcimento per questo<br />

tipo <strong>di</strong> patologie dovrebbero subire un incremento.<br />

Diventa, perciò importante definire con maggiore precisione i<br />

livelli <strong>di</strong> rischio da sovraccarico biomeccanico (arti superiori, rachide,<br />

arti inferiori) sia per orientare il giu<strong>di</strong>zio me<strong>di</strong>co-legale, sia<br />

per definire l’eventuale necessità <strong>di</strong> integrare la sorveglianza<br />

sanitaria con protocolli specifici. Infine, la valutazione del rischio<br />

da sovraccarico biomeccanico costituisce il primo tassello per<br />

orientare le strategie preventive <strong>di</strong> intervento/bonifica. Questi<br />

obiettivi sono con<strong>di</strong>visi con il CPTA (Comitato Paritetico Territoriale<br />

Artigiano) <strong>di</strong> Bergamo con il quale l’unità <strong>di</strong> ricerca EPM<br />

(Ergonomia della Postura e del Movimento) ha sottoscritto un<br />

contratto <strong>di</strong> ricerca per l’in<strong>di</strong>viduazione dei livelli da sovraccarico<br />

biomeccanico nella mansione <strong>di</strong> imbianchino.<br />

Questa scelta è stata dettata dalla particolare composizione<br />

dei lavoratori afferenti al CPTA <strong>di</strong> Bergamo.


OBIETTIVI<br />

Ricostruzione del profilo <strong>di</strong> rischio della mansione <strong>di</strong> imbianchino<br />

tramite valutazione dei relativi compiti semplici e loro<br />

quantificazione temporale. Verifica del miglior modello <strong>di</strong> ricostruzione<br />

del profillo <strong>di</strong> rischio in relazione ai dati <strong>di</strong> prevalenza<br />

delle patologie muscolo-scheletriche.<br />

METODI<br />

• Revisione della letteratura che affronta la problematica delle<br />

patologie muscolo scheletriche negli addetti all’imbiancatura;<br />

• stu<strong>di</strong>o dei modelli <strong>di</strong> valutazione del rischio per compiti multipli<br />

su base settimanale/mensile o annuale;<br />

• identificazioni delle meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> esecuzione dei <strong>di</strong>versi compiti<br />

lavorativi;<br />

• analisi del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti<br />

superiori con metodologia OCRA (Occupational Repetitive<br />

Risk Assessment, metodo in<strong>di</strong>cato nella norma tecnica EN<br />

1005-5), del rischio da movimentazione manuale dei carichi<br />

con in<strong>di</strong>ce NIOSH (EN 1005-2/ISO11228-1);<br />

• identificazione dei determinanti il rischio maggiormente<br />

coinvolti per conseguire un abbattimento del rischio prevedendo<br />

anche soluzioni a breve, me<strong>di</strong>o e lungo termine;<br />

• identificazione <strong>di</strong> soluzioni relative alle <strong>di</strong>verse modalità<br />

operative per singolo compito lavorativo.<br />

RISULTATI<br />

È stata ultimata e consegnata agli interlocutori, nell’ottobre<br />

2009, la relazione <strong>di</strong> ricerca con risultati relativi a tutti gli<br />

obiettivi in<strong>di</strong>viduati. In questa sede si forniscono alcuni risultati<br />

salienti relativi all’inquadramento della mansione.<br />

L’andamento delle attività risulta <strong>di</strong> carattere stagionale con<br />

flessione durante il periodo invernale, dove prevalentemente si<br />

svolgono lavori in interno (sia nuovo sia ristrutturato), con una<br />

forte ripresa dalla primavera all’autunno. In questo periodo la<br />

<strong>di</strong>stribuzione dei tempi <strong>di</strong> lavoro per tipologia <strong>di</strong> imbiancatura si<br />

mo<strong>di</strong>fica: mentre in inverno in genere non si effettua l’imbiancatura<br />

in esterno (che comunque non sarebbe possibile al <strong>di</strong><br />

sotto dei 5 °C), nel periodo primavera/autunno la percentuale<br />

del tempo lavoro de<strong>di</strong>cata a questa attività incrementa in modo<br />

consistente. Non solo, l’orario <strong>di</strong> lavoro subisce dei forti incrementi:<br />

dalle 8 ore per cinque giorni lavorativi fino a 10 ore/giorno<br />

dal lunedì al vener<strong>di</strong> e 4-5 ore al sabato.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

La ricostruzione anamnestica dell’attività lavorativa ha permesso<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un numero elevato <strong>di</strong> compiti e sub-compiti.<br />

All’interno della varietà <strong>di</strong> lavorazioni sopra descritta, è comunque<br />

possibile identificare quelle prevalenti: la tinteggiatura <strong>di</strong> soffitti<br />

e pareti rappresenta circa l’80% dell’attività <strong>di</strong> imbiancatura<br />

interna degli e<strong>di</strong>fici civili. Per una ricostruzione più dettagliata <strong>di</strong><br />

questa attività prevalente è stata considerata una camera standard<br />

(4x3 m) e sono stati stimati i tempi dei <strong>di</strong>versi compiti secondo<br />

il dettaglio riportato in Tab. 1.<br />

Tab. 1 – Ricostruzione tempi imbiancatura camera<br />

standard e<strong>di</strong>ficio nuovo (4x3 m – h 2,7 m)<br />

Sequenza fasi lavoro<br />

Tempo<br />

(min.)<br />

Tempo<br />

(%)<br />

Preparazione pittura 5 2,1%<br />

Copertura pavimento 5 2,1%<br />

Nastratura 10 4,2%<br />

Carteggiatura 10 4,2%<br />

Profilatura 30 12,5%<br />

Rullatura pareti e soffitto 60 25,0%<br />

Stuccatura/carteggiatura 15 6,3%<br />

Profilatura 30 12,5%<br />

Ritocco stuccatura con rullo o pennello 10 4,2%<br />

Rullatura pareti e soffitto 60 25,0%<br />

Rimozione coperture e pulizia 5 2,1%<br />

TOTALE 240 100%<br />

Dall’analisi delle <strong>di</strong>verse fasi è possibile risalire a un numero<br />

<strong>di</strong> compiti definiti come <strong>di</strong> seguito illustrato:<br />

Compito<br />

Tempo<br />

(min.)<br />

Tempo<br />

(%)<br />

Rullatura 120 50,0%<br />

Profilatura 60 25,0%<br />

Ritocco 20 8,3%<br />

Preparazione e rior<strong>di</strong>no 40 16,7%<br />

TOTALE 240 100%<br />

Per ciascuna delle sopra evidenziate fasi o sub-compiti si è<br />

proceduto a una analisi tramite il metodo OCRA per una stima<br />

del potenziale sovraccarico degli arti superiori. I relativi<br />

risultati analitici sono omessi in questo breve report.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

75


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

76<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Prevenzione del rischio da sovraccarico biomeccancio<br />

arti superiori e rachide nei servizi <strong>di</strong> endoscopia<br />

<strong>di</strong>gestiva<br />

Responsabile: Occhipinti Enrico<br />

INTRODUZIONE<br />

Il personale sanitario addetto all’esecuzione dei <strong>di</strong>versi esami<br />

endoscopici in ambito gastroenterologico (EGDS, Colon,<br />

ERCP ecc.), risulta, nella letteratura scientifica nazionale e<br />

internazionale, una delle categorie lavorative affetta da <strong>di</strong>sturbi<br />

acuti e cronici sia a carico degli arti superiori che del<br />

rachide cervicale.<br />

Parecchie segnalazioni della presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi a carico<br />

degli arti superiori e del rachide cervicale, pur informali ma<br />

molto numerose, sono pervenute alla Società Italiana <strong>di</strong> Endoscopia<br />

Digestiva (SIED): ciò ha fatto porre l’attenzione della<br />

società a questo problema, che risulta fra quelli emergenti<br />

nella categoria. Si deve inoltre considerare che il numero <strong>di</strong><br />

esposti, data la sempre più ampia <strong>di</strong>ffusione che negli ultimi<br />

anni hanno avuto queste tecniche <strong>di</strong>agnostico-terapeutiche,<br />

è destinato a crescere in tempi anche abbastanza rapi<strong>di</strong>.<br />

OBIETTIVI<br />

Valutare l’effettiva presenza del rischio da sovraccarico biomeccanico<br />

degli arti superiori e del rachide per gli endoscopisti<br />

addetti all’esecuzione <strong>di</strong> gastro e colonscopie. Obiettivi<br />

specifici della ricerca erano in particolare:<br />

• Identificazione delle prevalenze <strong>di</strong> patologie/<strong>di</strong>sturbi agli<br />

arti superiori e al rachide cervicale nei servizi <strong>di</strong> endoscopia<br />

<strong>di</strong>gestiva a livello nazionale in collaborazione con la SIED;<br />

• Valutazione del rischio specifico nei servizi <strong>di</strong> endoscopia;<br />

METODI<br />

• Messa a punto <strong>di</strong> un protocollo specifico per la rilevazione<br />

dei <strong>di</strong>sturbi e delle patologie agli arti superiori e al rachide<br />

cervicale;<br />

• pianificazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> rilevazione dei danni/<strong>di</strong>sturbi<br />

a livello nazionale tramite: accesso <strong>di</strong>retto presso i servizi,<br />

implementazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> raccolta informatizzato<br />

(via web o altro) da parte <strong>di</strong> personale in<strong>di</strong>viduato dalla<br />

SIED;<br />

• stu<strong>di</strong>o dei modelli organizzativi presso almeno 4 centri <strong>di</strong><br />

endoscopia <strong>di</strong>gestiva;<br />

• identificazioni delle meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> esecuzione dei <strong>di</strong>versi<br />

esami endoscopici;<br />

• analisi del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti<br />

superiori con metodologia OCRA (Occupational Ripetitive<br />

Risk Assessment – EN 1005-5) e del rischio posturale per il<br />

rachide cervicale con le meto<strong>di</strong>che in<strong>di</strong>viduate nella norma<br />

tecnica EN 1005-4.<br />

RISULTATI<br />

È stato condotto un preliminare stu<strong>di</strong>o pilota che ha visto<br />

coinvolti 179 operatori del settore (personale sia me<strong>di</strong>co<br />

che infermieristico) volto a rilevare l’effettiva presenza del<br />

problema anche in Italia. Lo stu<strong>di</strong>o è stato programmato in<br />

collaborazione fra SIED, Unità <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> Ergonomia della Postura<br />

e del Movimento (EPM) con il patrocinio della Società<br />

Italiana <strong>di</strong> Ergonomia (SIE).<br />

A tale scopo è stato pre<strong>di</strong>sposto un questionario in autosomministrazione<br />

volto a rilevare la prevalenza dei <strong>di</strong>sturbi e<br />

delle patologie sia agli arti superiori che al rachide cervicale.<br />

Dai risultati dello stu<strong>di</strong>o pilota è emerso, in estrema sintesi,<br />

che circa il 21% degli intervistati è già portatore <strong>di</strong> una patologia<br />

riconosciuta e <strong>di</strong>agnosticata a livello delle spalle, il 9% a livello<br />

dei gomiti e ben il 26% a livello del <strong>di</strong>stretto mano-polso.<br />

Considerando che nella popolazione generale (non esposta<br />

al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori) la<br />

prevalenza complessiva delle patologie a livello degli arti superiori<br />

non eccede il 4,5 –5%, si può ben intuire la rilevanza <strong>di</strong><br />

questo fenomeno in questa specifica categoria <strong>di</strong> lavoratori.<br />

Trattandosi <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o pilota, la <strong>di</strong>mensione campionaria<br />

non appariva sufficiente a fornire delle risposte esaurienti,<br />

tuttavia in<strong>di</strong>ca che le problematiche ergonomiche, connesse<br />

con l’esecuzione degli esami endoscopici, erano meritevoli <strong>di</strong><br />

quegli approfon<strong>di</strong>menti identificati negli obiettivi della ricerca.<br />

D’altro lato, analisi preliminari con il metodo OCRA, su alcune<br />

fasi <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> endoscopia <strong>di</strong>gestiva (colonscopia),<br />

in<strong>di</strong>cavano la presenza <strong>di</strong> un deciso rischio <strong>di</strong> sovraccarico<br />

biomeccanico degli arti superiori e facevano ipotizzare la necessità<br />

<strong>di</strong> rivedere alcune caratteristiche “strutturali” delle<br />

apparecchiature <strong>di</strong> endoscopia (peso, impugnatura ecc.): in<br />

questo senso venivano anche a essere interessati i “produttori”<br />

delle apparecchiature.


Nonostante queste interessanti premesse, questa ricerca,<br />

avviata negli anni precedenti, non si è potuta sviluppare e<br />

concludere nel 2009 per via <strong>di</strong> una improvvisa ma decisa rinuncia<br />

dell’interlocutore interessato (SIED – Società Italiana<br />

Endoscopia Digestiva), che nel frattempo aveva mo<strong>di</strong>ficato i<br />

propri organismi collegiali. Non si sono conseguentemente<br />

resi <strong>di</strong>sponibili gli ulteriori risultati finali attesi.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Prevenzione del rischio da sovraccarico<br />

biomeccanico arti superiori e rachide nelle<br />

mansioni artigianali e<strong>di</strong>li<br />

Responsabile: Occhipinti Enrico<br />

INTRODUZIONE<br />

Le malattie professionali riconosciute, in Europa, hanno subito<br />

nell’ultimo decennio delle profonde mo<strong>di</strong>ficazioni, <strong>di</strong> cui<br />

la più rilevante è il costante incremento generale delle patologie<br />

muscolo-scheletriche: a questo trend ha contribuito<br />

in modo sostanziale anche il settore delle costruzioni. Una<br />

analisi più dettagliata, che pone a confronto a livello europeo<br />

i <strong>di</strong>versi settori produttivi, evidenzia come i <strong>di</strong>sturbi al rachide<br />

lombare e i <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici siano, nel comparto<br />

delle costruzioni, secon<strong>di</strong> solo al settore agricolo e della pesca:<br />

rispettivamente sono accusati dal 46,3 % e dal 45,3%<br />

dei lavoratori intervistati.<br />

È indubbio quin<strong>di</strong> che le MSD nel settore esaminato costituiscono<br />

un problema, già evidente in Europa e in aumento in<br />

Italia, che necessita <strong>di</strong> risposte adeguate: queste sono rappresentate<br />

dall’applicazione <strong>di</strong> misure ergonomiche, come attestato<br />

da vari autori. Dati recenti pubblicati dall’INAIL nel 2007<br />

confermano un analogo andamento nella popolazione italiana:<br />

il settore delle costruzioni registra il più alto numero <strong>di</strong> malattie<br />

professionali denunciate rispetto ai settori dell’industria<br />

e dei servizi. In particolare le patologie muscolo-scheletriche<br />

rappresentano il 21,5%. Con l’avvento della nuova tabella delle<br />

malattie professionali le richieste <strong>di</strong> risarcimento per questo<br />

tipo <strong>di</strong> patologie dovrebbero subire un incremento.<br />

Il numero delle malattie professionali, al momento attuale,<br />

è verosimilmente sottostimato, sia per il moltiplicarsi negli<br />

ultimi anni dei lavoratori autonomi la cui adesione a programmi<br />

<strong>di</strong> sorveglianza sanitaria è volontaria, sia perché ancora<br />

oggi in questo settore i controlli sanitari preventivi e perio<strong>di</strong>ci<br />

sono meno <strong>di</strong>ffusi rispetto ad altri comparti e, nel caso in<br />

cui vengano realizzati, la valutazione del rischio (specie per i<br />

fattori <strong>di</strong> rischio da sovraccarico biomeccanico) manca del<br />

tutto oppure è largamente carente, rendendo <strong>di</strong>fficile l’identificazione<br />

del nesso <strong>di</strong> causalità.<br />

Per questo motivo è stato attivato un progetto <strong>di</strong> ricerca mirato<br />

alla identificazione precoce dei <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

77


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

78<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

nei lavoratori e<strong>di</strong>li. Questo progetto – presso i lavoratori associati<br />

alla CPTA (Comitato Paritetico Territoriale Artigiano) <strong>di</strong><br />

Bergamo – prevede l’applicazione, in sede <strong>di</strong> visita me<strong>di</strong>ca, <strong>di</strong><br />

un ben definito protocollo clinico per la raccolta e l’in<strong>di</strong>viduazione<br />

dei <strong>di</strong>sturbi e delle patologie muscolo-scheletriche.<br />

OBIETTIVI<br />

Stu<strong>di</strong>o della prevalenza delle patologie e <strong>di</strong>sturbi muscolo<br />

scheletrici in un significativo gruppo <strong>di</strong> addetti e<strong>di</strong>li artigiani<br />

appartenenti alla CPTA <strong>di</strong> Bergamo.<br />

METODI<br />

È stato applicato un protocollo <strong>di</strong> esame clinico-anamnestico<br />

dell’apparato locomotore (rachide e arti superiori) già da tempo<br />

messo a punto da EPM.<br />

Lo stesso è stato adottato dai me<strong>di</strong>ci competenti addetti alla<br />

sorveglianza sanitaria dei lavoratori interessati, previo specifico<br />

addestramento.<br />

Il protocollo ha riguardato 2247 lavoratori, tutti maschi, presentatisi<br />

al controllo sanitario perio<strong>di</strong>co nel periodo novembre<br />

2009-luglio 2010.<br />

I dati raccolti, ulteriormente verificati dall’Unità <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong><br />

EPM, sono stati elaborati con il pacchetto statistico SPSS<br />

versione 17.<br />

RISULTATI<br />

Sono stati acquisiti dati relativi a un campione <strong>di</strong> 2247 soggetti<br />

con mansioni <strong>di</strong>versificate <strong>di</strong> cui il gruppo dei muratori<br />

rappresenta oltre il 50%.<br />

L’età me<strong>di</strong>a è pari a 37 anni; l’anzianità <strong>di</strong> servizio me<strong>di</strong>a è<br />

pari a 14,5 anni.<br />

L’analisi è stata effettuata sia sull’intero campione sia sul<br />

gruppo <strong>di</strong> muratori.<br />

In entrambi i casi si evidenziano prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e <strong>di</strong><br />

patologie agli arti superiori nettamente più elevate rispetto<br />

a un gruppo <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> soggetti non esposti. Per<br />

quanto riguarda il rachide lombare l’evidenza più significativa<br />

afferisce all’elevata prevalenza <strong>di</strong> patologia degenerativa<br />

(ernia <strong>di</strong>scale). La prevalenza <strong>di</strong> soggetti con ernia <strong>di</strong>scale è<br />

risultata del 5,6%, circa 3 volte più alta dell’atteso (2%): tale<br />

<strong>di</strong>fferenza è risultata statisticamente significativa (p


Valutazione strumentale della richiesta funzionale<br />

(fisico meccanica) del lavoro, complementare<br />

all’analisi condotta tramite meto<strong>di</strong> osservazionali<br />

consolidati<br />

Responsabile: Occhipinti Enrico<br />

INTRODUZIONE<br />

Per la valutazione dei fattori <strong>di</strong> rischio lavorativo che influenzano<br />

le patologie muscolo-scheletriche degli arti superiori è<br />

stato in tempi recenti sviluppato il metodo dell’in<strong>di</strong>ce OCRA,<br />

stima sintetica dell’esposizione a movimenti ripetitivi degli<br />

arti superiori. Il metodo OCRA, oggi standard europeo e<br />

internazionale, in<strong>di</strong>viduando e assegnando un punteggio a<br />

<strong>di</strong>fferenti fattori <strong>di</strong> rischio produce in uscita un in<strong>di</strong>ce che<br />

pre<strong>di</strong>ce la possibilità <strong>di</strong> contrarre una patologia del <strong>di</strong>stretto<br />

arto superiore per esposizioni lavorative me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> 5-10 anni.<br />

Il suo punteggio finale viene articolato in fasce corrispondenti<br />

a <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> rischio (accettabile, dubbio o molto lieve,<br />

presente ed elevato). Il metodo OCRA, essendo in grado<br />

<strong>di</strong> analizzare la richiesta funzionale del compito lavorativo,<br />

può fornire un valido supporto per la progettazione ergonomica<br />

del posto <strong>di</strong> lavoro, in particolare, per la prevenzione<br />

del rischio <strong>di</strong> insorgenza <strong>di</strong> UL-WMSDs. D’altra parte, però,<br />

se il metodo OCRA prende in considerazione una serie <strong>di</strong><br />

fattori misurabili in maniera oggettiva <strong>di</strong>rettamente sul luogo<br />

<strong>di</strong> lavoro (orario lavorativo, frequenza <strong>di</strong> azione, posture,<br />

movimenti), rimane la criticità del fattore “forza”, che viene<br />

misurato (come del resto propongono molti altri meto<strong>di</strong><br />

presenti in letteratura) per lo più in maniera soggettiva. Tale<br />

fattore è ottenuto, nel metodo OCRA, da interviste effettuate<br />

al lavoratore sottoponendo una scala su punti a sforzo<br />

percepito crescente (Scala <strong>di</strong> Borg CR-10).<br />

Tale metodo soggettivo presenta criticità <strong>di</strong> vario tipo. Per<br />

una migliore oggettivazione del fattore forza (relazionato ad<br />

altri aspetti come la postura e i tempi <strong>di</strong> pausa) l’elettromiografia<br />

<strong>di</strong> superficie (sEMG) può rappresentare lo strumento<br />

appropriato a una analisi parametrica oggettiva. Con tale<br />

metodologia, infatti, è possibile analizzare il grado <strong>di</strong> coinvolgimento<br />

<strong>di</strong> singoli muscoli durante l’effettuazione <strong>di</strong> particolari<br />

compiti, permettendo <strong>di</strong> valutare i livelli <strong>di</strong> attività associati<br />

a un particolare complesso muscolo-ten<strong>di</strong>neo, noto<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

per essere il sito, per esempio, <strong>di</strong> effetti negativi <strong>di</strong> salute.<br />

Analogamente a quanto argomentato per il rapporto tra metodo<br />

OCRA e sEMG, vi sono altri meto<strong>di</strong> consolidati (<strong>di</strong> tipo<br />

osservazionale) del sovraccarico biomeccanico lavorativo<br />

che bene si gioverebbero dell’ausilio <strong>di</strong> tecniche strumentali<br />

per la misurazione oggettiva <strong>di</strong> parametri e determinanti fondamentali<br />

(es.: forza; escursioni angolari <strong>di</strong> parti corporee;<br />

perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> riposo muscolare ecc.).<br />

La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che e procedure analitiche strumentali<br />

è <strong>di</strong> ausilio a Me<strong>di</strong>ci Competenti, Addetti ai Servizi <strong>di</strong><br />

Protezione e Prevenzione aziendale agli operatori dei servizi<br />

<strong>di</strong> consulenza e vigilanza dell’INAIL e delle ASL, nei rispettivi<br />

ruoli, per la valutazione, gestione e prevenzione dei rischi<br />

lavorativi per l’apparato muscolo-scheletrico.<br />

OBIETTIVI<br />

Si è proceduto alla in<strong>di</strong>viduazione delle procedure da sviluppare<br />

con tecnologie strumentali e alla definizione <strong>di</strong><br />

tecniche/strumenti da sviluppare. Si è focalizzata l’attenzione<br />

sulla EMG vocazionale <strong>di</strong> superficie con trasmissione<br />

telemetrica del segnale e meto<strong>di</strong>ca analitica (con relativo<br />

software) <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e interpretazione. In tal senso l’obiettivo<br />

principale è consistito nel definire e sviluppare modalità<br />

standar<strong>di</strong>zzate <strong>di</strong> acquisizione ed elaborazione del segnale<br />

elettromiografico <strong>di</strong> superficie per l’identificazione <strong>di</strong> parametri<br />

utili a una più oggettiva caratterizzazione del livello <strong>di</strong><br />

sforzo muscolare durante attività manuali ripetute dell’arto<br />

superiore e della mano.<br />

Attenzione è stata posta anche alla possibile utilizzazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>namometri elettronici per stu<strong>di</strong> sul campo <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> traino<br />

e spinta manuale.<br />

METODI<br />

In relazione all’obiettivo principale, dopo la messa a punto <strong>di</strong><br />

strumenti e modalità esecutive delle Massime Contrazioni<br />

Volontarie (MVC) per la normalizzazione e calibrazione del<br />

segnale elettromiografico, sono stati implementati un nuovo<br />

sistema <strong>di</strong> acquisizione <strong>di</strong> elettromiografia <strong>di</strong> superficie e video<br />

sincronizzati, in grado <strong>di</strong> garantire un buon grado <strong>di</strong> ripetibilità<br />

inter- e intrasoggettiva e un software <strong>di</strong> elaborazione<br />

de<strong>di</strong>cato a un utilizzo tecnico “sul campo”.<br />

La metodologia sviluppata è stata dapprima testata in labo-<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

79


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

80<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

ratorio su un gruppo <strong>di</strong> 12 soggetti sani, stu<strong>di</strong>ando un compito<br />

ripetitivo eseguito in due <strong>di</strong>fferenti modalità (in<strong>di</strong>ce OCRA<br />

elevato/basso). In seguito tale metodologia è stata testata<br />

<strong>di</strong>rettamente in ambito lavorativo per valutare <strong>di</strong>fferenti tipologie<br />

<strong>di</strong> strumenti per la potatura.<br />

RISULTATI<br />

I risultati del protocollo <strong>di</strong> laboratorio hanno evidenziato insorgenza<br />

<strong>di</strong> affaticamento per i gruppi muscolari maggiormente<br />

implicati nel movimento solo nel caso della prova ad<br />

alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio. Hanno evidenziato inoltre <strong>di</strong>fferenza<br />

significativa in termini <strong>di</strong> maggiore livello <strong>di</strong> attivazione, e<br />

quin<strong>di</strong> forza necessaria, nel caso della prova ad alto in<strong>di</strong>ce<br />

OCRA. Tali risultati oggettivano le <strong>di</strong>fferenze delle percezioni<br />

soggettive dello sforzo rilevate tramite Scala <strong>di</strong> Borg.<br />

I risultati dell’applicazione aziendale <strong>di</strong>mostrano l’esportabilità<br />

del protocollo sviluppato anche in una realtà lavorativa e<br />

mostrano l’utilità dell’analisi nella valutazione delle <strong>di</strong>fferenze<br />

relative tra strumenti.<br />

Dopo tali prove iniziali, il sistema è stato inoltre utilizzato per<br />

lo stu<strong>di</strong>o sul campo <strong>di</strong> altri compiti lavorativi, in particolare in<br />

agricoltura, nel settore tessile, nella guida <strong>di</strong> bus, nel settore<br />

ospedaliero e in quello della pesca (anche all’estero).<br />

È stato consolidato il software <strong>di</strong> elaborazione del segnale<br />

ai fini <strong>di</strong> interpretazione dei dati ed è stata implementata la<br />

progettazione <strong>di</strong> uno strumento per l’acquisizione standar<strong>di</strong>zzata<br />

delle MCV al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> ambienti de<strong>di</strong>cati, ipotizzando<br />

anche l’utilizzo <strong>di</strong> apposite celle <strong>di</strong> carico per la verifica della<br />

relazione forza/segnale EMG.<br />

Collateralmente si stanno stu<strong>di</strong>ando <strong>di</strong>verse soluzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>namometro<br />

“elettronico” da destinare allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> attività <strong>di</strong><br />

traino e spinta con particolare attenzione a situazioni in cui vi<br />

sono percorsi lunghi, accidentati o con molte curve.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Pigini L, Colombini D, Rabuffetti M, Ferrarin M. Tecniche<br />

<strong>di</strong> acquisizione e analisi del segnale elettromiografico per<br />

lo stu<strong>di</strong>o del sovraccarico biomeccanico occupazionale. La<br />

Me<strong>di</strong>cina del Lavoro 2010; 101, 2: 118-133.<br />

Sviluppo e applicazione clinica <strong>di</strong> metodologie<br />

per lo stu<strong>di</strong>o del sistema car<strong>di</strong>orespiratorio e dei<br />

suoi meccanismi <strong>di</strong> controllo<br />

Responsabile: Di Rienzo Marco<br />

INTRODUZIONE<br />

Le attività sono state svolte dal Laboratorio <strong>di</strong> Ricerche<br />

Car<strong>di</strong>ovascolari (LaRC) del Polo Tecnologico con la collaborazione<br />

del Laboratorio <strong>di</strong> Tecniche Avanzate <strong>di</strong> Analisi e<br />

Trattamento dei Biosegnali e del Laboratorio dei Sensori Indossabili<br />

e Teleme<strong>di</strong>cina (WeST Lab).<br />

ATTIVITÀ SPERIMENTALE<br />

a) Applicazione clinica <strong>di</strong> metodologie da noi sviluppate<br />

• In collaborazione con l’Ospedale San Gerardo <strong>di</strong> Monza si è<br />

giunti alla conclusione e pubblicazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o mirato<br />

a valutare l’ipotesi da più parti suggerita che nei pazienti con<br />

scompenso car<strong>di</strong>aco la ridotta frazione <strong>di</strong> eiezione possa<br />

essere la causa della ridotta funzionalità del controllo barocettivo<br />

del circolo (importante fattore <strong>di</strong> rischio per il paziente).<br />

Per questo stu<strong>di</strong>o si sono reclutati 31 pazienti con<br />

scompenso car<strong>di</strong>aco, 29 pazienti con patologie coronariche<br />

e 29 soggetti <strong>di</strong> controllo. La funzionalità barocettiva è stata<br />

analizzata utilizzando sia tecniche tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> laboratorio<br />

che la tecnica delle sequenze (meto<strong>di</strong>ca non invasiva basata<br />

sull’analisi della variabilità spontanea della pressione e frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca sviluppata in precedenza presso il LaRC).<br />

Dallo stu<strong>di</strong>o si è evidenziato che la performance barocettiva<br />

non <strong>di</strong>pende, come ipotizzato, da una <strong>di</strong>minuita frazione <strong>di</strong><br />

eiezione, e quin<strong>di</strong> da una ridotta funzionalità meccanica del<br />

cuore, ma sembra invece essere correlata con alterazioni<br />

strutturali del letto vascolare. Un secondo stu<strong>di</strong>o, sempre<br />

in collaborazione con lo stesso gruppo <strong>di</strong> ricercatori, si è invece<br />

focalizzato nel valutare i fattori responsabili della importante<br />

<strong>di</strong>minuzione della funzionalità barocettiva (con conseguente<br />

aumentato rischio <strong>di</strong> mortalità) durante lo shock<br />

settico. In particolare si è indagato se la <strong>di</strong>minuita funzionalità<br />

barocettiva fosse dovuta alla <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> pressione o<br />

alla tossina in sé. In questo esperimento si sono considerati<br />

dati raccolti presso il Policlinico <strong>di</strong> Milano su 7 ratti in cui è<br />

stata infusa la tossina E. coli lipopolysaccharides in dosi tali<br />

da non produrre variazioni <strong>di</strong> pressione. Si è potuto quin<strong>di</strong>


verificare che la tossina induce una marcata inibizione della<br />

funzionalità barocettiva in<strong>di</strong>pendentemente dalle variazioni<br />

<strong>di</strong> pressione arteriosa.<br />

• In collaborazione con l’U.O. <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia Riabilitativa<br />

FDG <strong>di</strong> Parma, si è giunti al termine delle analisi e alla<br />

stesura del lavoro finale (poi pubblicato nel gennaio 2011)<br />

<strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o finalizzato a in<strong>di</strong>viduare in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità<br />

basati sulla sola analisi del livello me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca e della caduta pressoria notturna. L’efficacia<br />

del metodo è stata stu<strong>di</strong>ata su 46 pazienti ipertesi<br />

confrontandone le stime con i risultati ottenuti attraverso<br />

la valutazione tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità. I risultati<br />

hanno evidenziato che il 67% dei pazienti che hanno una<br />

caduta notturna <strong>di</strong> pressione arteriosa minore del 10%<br />

del valore pressorio me<strong>di</strong>o registrato sulle 24 ore e una<br />

frequenza car<strong>di</strong>aca me<strong>di</strong>a giornaliera maggiore <strong>di</strong> 70 battiti<br />

al minuto sono so<strong>di</strong>osensibili. Questi dati suggeriscono<br />

l’uso del monitoraggio pressorio sulle 24 ore come<br />

strumento per identificare i pazienti a maggior rischio <strong>di</strong><br />

so<strong>di</strong>o sensibilità, evitando così <strong>di</strong> dover sottoporre ai molto<br />

più impegnativi test tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> so<strong>di</strong>osensibilità circa<br />

la metà dei pazienti ipertesi.<br />

b) Approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> aspetti <strong>di</strong> fisiologia car<strong>di</strong>ovascolare<br />

• Si sono analizzati dati precedentemente raccolti in collaborazione<br />

con l’Aeronautica Militare Italiana sull’effetto<br />

sul sistema car<strong>di</strong>orespiratorio <strong>di</strong> particolari manovre in<br />

volo caratterizzate da brusche variazioni gravitazionali (da<br />

−1 g a +5 g in 2-5 secon<strong>di</strong>) e atte a sollecitare il cosiddetto<br />

push-pull effect (PPE). In con<strong>di</strong>zioni estreme, questo fenomeno<br />

può portare alla temporanea per<strong>di</strong>ta della visione<br />

e coscienza del pilota. Un’indagine sugli aspetti fisiologici<br />

legati a queste manovre è quin<strong>di</strong> funzionale alla ottimizzazione<br />

<strong>di</strong> contromisure. Questo esperimento rappresenta<br />

la prima rilevazione del fenomeno durante voli reali (i dati<br />

finora <strong>di</strong>sponibili sono stati raccolti in situazioni simulate<br />

in laboratorio attraverso l’uso <strong>di</strong> centrifughe). Tutte le registrazioni<br />

(15 voli) sono state effettuate utilizzando la maglietta<br />

MagIC. Abbiamo effettuato le prime analisi dei dati<br />

raccolti su 3 piloti, soffermandoci in particolare sugli effetti<br />

delle manovre sulla frequenza car<strong>di</strong>aca. I risultati, presen-<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

tati a congressi del settore, hanno documentato per la prima<br />

volta gli effetti del push-pull sul ritmo car<strong>di</strong>aco durante<br />

situazioni <strong>di</strong> volo reale ed evidenziano un quadro <strong>di</strong> iperattivazione<br />

simpatica a +5 g quando la manovra è preceduta<br />

da una sollecitazione gravitazionale negativa. Le analisi<br />

sono in fase <strong>di</strong> completamento. Gli aspetti conoscitivi risultanti<br />

da questo stu<strong>di</strong>o sono attinenti alla comprensione<br />

dei meccanismi fisiopatologici sottostanti alle <strong>di</strong>sfunzioni<br />

nel controllo car<strong>di</strong>ovascolare osservabili durante i cambi<br />

posturali in molte patologie.<br />

• Sono altresì proseguite le attività sperimentali relative allo<br />

stu<strong>di</strong>o degli effetti car<strong>di</strong>orespiratori dell’ipossia in quota durante<br />

il sonno. La prima attività in questo settore si è focalizzata<br />

sull’analisi dei dati raccolti da 30 sistemi MagIC nella<br />

spe<strong>di</strong>zione sul Monte Everest nel 2008. Inoltre, facendo<br />

uso della nuova meto<strong>di</strong>ca messa a punto dal Laboratorio <strong>di</strong><br />

Tecniche Avanzate <strong>di</strong> Analisi e Trattamento dei Biosegnali<br />

per la valutazione del livello <strong>di</strong> complessità della <strong>di</strong>namica<br />

dei segnali car<strong>di</strong>ovascolari, si è potuto evidenziare come<br />

l’effetto dell’ipossia nel sonno in alta quota (a 5400 m) non<br />

sia rilevabile utilizzando tecniche <strong>di</strong> analisi tra<strong>di</strong>zionali ma<br />

possa invece essere esplorata attraverso lo stu<strong>di</strong>o delle<br />

componenti complesse e non lineari della variabilità car<strong>di</strong>aca.<br />

La seconda attività in questo ambito riguarda la partecipazione,<br />

nel luglio 2010, a una nuova spe<strong>di</strong>zione sul Monte<br />

Rosa (Capanna Margherita) nel corso della quale sono stati<br />

monitorati, sempre con il sistema MagIC, 25 soggetti durante<br />

il sonno a quota 4580 m.<br />

• Il nuovo algoritmo sopra citato è stato inoltre utilizzato in 9<br />

volontari sani per valutare l’influenza del sistema nervoso<br />

autonomo sulle componenti complesse (autosomiglianza)<br />

della frequenza car<strong>di</strong>aca e della pressione arteriosa.<br />

I dati sono stati raccolti presso l’Università <strong>di</strong> Lione. Nei<br />

soggetti, le registrazioni sono state effettuate durante una<br />

sequenza <strong>di</strong> blocchi autonomici farmacologici (blocco simpatico,<br />

vagale e doppio). Da questo stu<strong>di</strong>o è stato preparato<br />

un articolo accettato nel 2010 e pubblicato nel 2011.<br />

Con la stessa metodologia in 60 volontari sani si è inoltre<br />

stu<strong>di</strong>ato come la postura, l’attività fisica e il genere possano<br />

influenzare la struttura <strong>di</strong> autosomiglianza dei parametri<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

81


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

82<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

car<strong>di</strong>ovascolari. I risultati <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> permettono <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re<br />

il correlato tra fattori biologici e variazioni nelle<br />

componenti complesse della variabilità car<strong>di</strong>ovascolare e<br />

fondano i presupposti per la creazione <strong>di</strong> nuovi in<strong>di</strong>ci non<br />

invasivi della funzionalità car<strong>di</strong>aca utilizzabili sia in ambito<br />

sperimentale che clinico.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> nuove meto<strong>di</strong>che per lo stu<strong>di</strong>o del baroriflesso<br />

• È stato inoltre sviluppato e proposto un aggiornamento<br />

della tecnica delle sequenze per la valutazione non invasiva<br />

della sensibilità del baroriflesso, da noi sviluppata nel<br />

passato. In particolare è stato messo a punto un modello<br />

che introducendo il concetto <strong>di</strong> punto <strong>di</strong> lavoro (set-point),<br />

valuta e aggrega in modo in<strong>di</strong>pendente le risposte barocettive<br />

osservate quando il sistema car<strong>di</strong>ovascolare tende<br />

a convergere o a <strong>di</strong>vergere dal punto <strong>di</strong> lavoro durante il<br />

comportamento spontaneo.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Porta A, Di Rienzo M, Wessel N, Kurths J. Addressing the<br />

complexity of car<strong>di</strong>ovascular regulation. Philos Transact A<br />

Math Phys Eng Sci. 2009 Apr 13;367(1892):1215-8.<br />

– Di Rienzo M, Parati G, Radaelli A, Castiglioni P. Baroreflex<br />

contribution to blood pressure and heart rate oscillations:<br />

time scales, time-variant characteristics and nonlinearities.<br />

Philos Transact A Math Phys Eng Sci. 2009 Apr<br />

13;367(1892):1301-18.<br />

– Castiglioni P, Parati G, Civijian A, Quintin L, Di Rienzo M.<br />

Local scale exponents of blood pressure and heart rate<br />

variability by detrended fluctuation analysis: effects of posture,<br />

exercise, and aging. IEEE Trans Biomed Eng. 2009<br />

Mar;56(3):675-84.<br />

– Parati G, Di Rienzo M, Coruzzi P, Castiglioni P. Chronic<br />

hypotension and modulation of autonomic car<strong>di</strong>ovascular<br />

regulation. Hypertens Res. 2009 Nov;32(11):931-3.<br />

– Di Rienzo M, Porta A. Car<strong>di</strong>ovascular Variability: Clinical applications<br />

of linear and nonlinear components. IEEE EMB<br />

Mag, 28(6): 16-17, 2009.<br />

– Radaelli A, Castiglioni P, Balestri G, Cesana F, De Carlini C,<br />

Soriano F, Azzellino A, Di Rienzo M, Paolini G, Ferrari AU,<br />

Mancia G. Increased pulse wave velocity and not reduced<br />

ejection fraction is associated with impaired baroreflex<br />

control of heart rate in congestive heart failure. J Hypertens.<br />

2010, 28(9):1908-1912.<br />

– Castiglioni P, Parati G, Brambilla L, Brambilla V, Gualerzi<br />

M, Di Rienzo M, Coruzzi P. Detecting so<strong>di</strong>um-sensitivity<br />

in hypertensive patients: information from 24-hour ambulatory<br />

blood pressure monitoring. Hypertension. 2011;<br />

57(2):180-5.<br />

– Castiglioni P, Parati G, Di Rienzo M, Carabalona R, Cividjian<br />

A, Quintin L. Scale exponents of blood pressure and heart<br />

rate during autonomic blockade as assessed by detrended<br />

fluctuation analysis. J Physiol. 2011, 15;589:355-69.<br />

– Castiglioni P, Caldara G, Di Rienzo M, Parati G. Where is<br />

the fractal component of heart rate spectra hi<strong>di</strong>ng? Anesth<br />

Analg. 2010 Jun;110(6):1752.<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Faini A, Mazzoleni P,<br />

Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Textile technology to<br />

investigate linear and fractal heart rate dynamics during<br />

sleep at high altitude. Methods of Information in Me<strong>di</strong>cine.<br />

2010 Jun 22;49:521-525.<br />

– Di Rienzo M, Meriggi P, Rizzo F, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C,<br />

Ferratini M, Parati G. Textile technology for the vital signs<br />

monitoring in teleme<strong>di</strong>cine and extreme environments.<br />

IEEE Trans on Information Technology in BioMe<strong>di</strong>cine.<br />

14(3):711-717, 2010.<br />

Abstract e Atti <strong>di</strong> congresso:<br />

– Radaelli A, Castiglioni P, De Carlini C, Bonfa<strong>di</strong>ni S, Accorsi<br />

C, Soriano F, Balestri G, Di Rienzo M, Paolini G, Mancia<br />

G. Patients with coronary artery <strong>di</strong>sease have a marked<br />

impairment of the baroreflex function even in absence of a<br />

myocar<strong>di</strong>al infarction. 19 th European Meeting on Hypertension<br />

2009, Abstract, p. S325.<br />

– Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Bartesaghi M, Caldara G, Styczkiewicz<br />

K, Bilo G, Giglio A, Colamartino E, Mazzoleni P, Savia<br />

G, Di Rienzo M, Mancia G, Parati G. High altitude hypoxia<br />

and perio<strong>di</strong>c breathing during sleep: gender related <strong>di</strong>fferences.<br />

The highcare project. 19 th European Meeting on<br />

Hypertension 2009, Abstract, p. S333.<br />

– Lombar<strong>di</strong> C, Castiglioni P, Meriggi P, Di Rienzo M, Parati<br />

G. Sleep Disordered Breathing and High Altitude Hypoxia:<br />

gender related <strong>di</strong>fferences. The Highcare project.


6 th Congress of The International Society for Autonomic<br />

Neuroscience 2009, Sydney. In: Autonomic Neuroscience:<br />

Basic and Clinical, Vol. 149, Aug 2009, 34 (Awarded by<br />

ISAN2009 grant).<br />

– Di Rienzo M, Conci F, Castiglioni P. Blood pressure and<br />

heart rate fluctuations and baroreflex control: insights<br />

from data before and after brain death. O. Dössel and W<br />

C. Schlegel (Eds.): WC 2009, IFMBE Procee<strong>di</strong>ngs 25/IV,<br />

pp. 1303-1305. IFMBE World Congress on Me<strong>di</strong>cal Physics<br />

and Biome<strong>di</strong>cal Engineering, 2009.<br />

– Radaelli A, Castiglioni P, De Carlini C, Soriano F, Di Rienzo<br />

M, Mancia G. Infusion of E. Coli Lipopolysaccharides Toxin<br />

in Rats Produces A Severe Impairment of Baroreflex Function<br />

in Absence of Blood Pressure Changes: Pp.32.261<br />

Journal of Hypertension. 28:e528, June 2010.<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Meriggi P, Rizzo F, Cacopardo<br />

S, Guadagno AG. Textile Sensors for the Assessment of<br />

Gravitational Stress and Car<strong>di</strong>ac Rhythm in Real Flight Manoeuvres.<br />

Proc. of P-Health 2010, Berlino.<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Meriggi P, Rizzo F, Trivelloni PA,<br />

Cacopardo S, Guadagno AG. Assessment of Gravitational<br />

Stress on Heart Rate Variability During Maneuvers on High<br />

Performance Jet Flights. Proc of 32 th Conference of the<br />

IEEE-EMBS 2010, Buenos Aires, pp. 3457-3459.<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Meriggi P, Rizzo F, Cacopardo S,<br />

Guadagno AG. Push-pull effect and car<strong>di</strong>ac rhythm in real<br />

flight maneuvers: an assessment through a textile wearable<br />

system. Proc. of the 31 st annual ISGP meeting/11 th<br />

ESA life science symposium, Trieste 2010. In press on<br />

Journal of Gravitational Physiology.<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Bilo G, Revera M, Faini<br />

A, Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Nonlinear car<strong>di</strong>ac effects<br />

of high altitude hypoxia through the continuous DFA<br />

(n) spectrum. Proc. 6 th ESGCO 2010, April12-14, 2010,<br />

Berlin (D).<br />

– Castiglioni P, Di Rienzo M. Gender Related Differences in<br />

Scaling Structure of Heart-Rate and Blood-Pressure Variability<br />

as Assessed by Detrended Fluctuation Analysis.<br />

Computing in Car<strong>di</strong>ology 2010;37:137−140.<br />

– Meriggi P, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C, Rizzo F, Mazzoleni P,<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Faini A, Di Rienzo M, Parati G. Polisomnography in Extreme<br />

Environments: the MagIC Wearable System for Monitoring<br />

Climbers at Very-High Altitude on Mt.Everest Slopes.<br />

Proc. Computing in Car<strong>di</strong>ology 2010, 37:1087-1090.<br />

– Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Castiglioni P, Bartesaghi M, Caldara<br />

G, Faini A, Bilo G, Revera M, Colamartino E, Gregorini<br />

F, Giuliano A, Valentini M, Mazzoleni P, Di Rienzo M, Agostoni<br />

P, Mancia G, Parati G. Car<strong>di</strong>o-Respiratory Adaptation<br />

To High Altitude Hypoxia in Professional Climbers Versus<br />

Non-Climbers. The Highcare Project: Pp.32.277 Journal of<br />

Hypertension. 28:e532, June 2010.<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Parati G. The Sequence Technique<br />

Revised: Ad<strong>di</strong>tional Concepts on the Assessment of<br />

Spontaneous Baroreflex Function. Proc. of 32 th Conference<br />

of the IEEE-EMBS 2010, Buenos Aires.<br />

– Castiglioni P, Parati G, Cividjian A, Quintin L, Di Rienzo M.<br />

Autonomic determinants of blood pressure and heart rate<br />

self-similarity. Proc. 6 th ESGCO 2010, April 12-14, 2010,<br />

Berlin (D).<br />

– Castiglioni P, Di Rienzo M. Gender Related Differences in<br />

Scaling Structure of Heart-Rate and Blood-Pressure Variability<br />

as Assessed by Detrended Fluctuation Analysis.<br />

Computing in Car<strong>di</strong>ology 2010;37:137−140.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

83


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

84<br />

<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Fig. 1<br />

Frontespizio del modello standard<br />

informatizzato per la Relazione <strong>di</strong><br />

Valutazione Ausili, pre<strong>di</strong>sposto per<br />

la fi rma <strong>di</strong>gitale.


Sviluppo e integrazione <strong>di</strong> sensori avanzati per<br />

la domotica sanitaria, l’home care e la teleme<strong>di</strong>cina<br />

Responsabile: Di Rienzo Marco<br />

INTRODUZIONE<br />

In questo progetto si includono le attività svolte dal Laboratorio<br />

dei Sensori Indossabili e Teleme<strong>di</strong>cina (WeST Lab).<br />

Sviluppo <strong>di</strong> metodologie per il telemonitoraggio domiciliare<br />

Nel 2007 è partita una collaborazione, siglata con un accordo<br />

formale, tra FDG e il consorzio del progetto europeo HEART-<br />

FAID (A knowledge based platform of services for supporting<br />

me<strong>di</strong>cal and clinical management of the heart failure<br />

within the elderly population, FP6 – STREP – 01/02/2006 –<br />

31/12/2009). Nell’ambito <strong>di</strong> tale collaborazione la maglietta<br />

MagIC è stata utilizzata dal consorzio come strumento per<br />

la rilevazione in tempo reale dei parametri vitali al domicilio<br />

<strong>di</strong> pazienti affetti da scompenso car<strong>di</strong>aco. A tal fine si è<br />

quin<strong>di</strong> messa a punto una architettura hardware (basata su<br />

TouchScreen PC e chiavetta USB-UMTS) che ha permesso<br />

la raccolta semplificata dei dati provenienti dalla maglietta<br />

(ECG e respiro) e la trasmissione automatica dei dati dalla<br />

casa del paziente <strong>di</strong>rettamente ai caregiver (in questo caso<br />

3 car<strong>di</strong>ologi partecipanti al progetto) attraverso email. Dopo<br />

una estesa validazione in laboratorio, il sistema è stato utilizzato<br />

sul campo per monitorare 3 soggetti anziani (63, 72 e<br />

82 anni) con scompenso car<strong>di</strong>aco presso il loro domicilio. A<br />

ciascun soggetto è stato chiesto <strong>di</strong> effettuare una sessione<br />

<strong>di</strong> telemonitoraggio per 3 minuti ogni giorno per un mese.<br />

Prima <strong>di</strong> ogni sessione il paziente indossava la maglietta e<br />

accendeva il TouchScreen PC che automaticamente raccoglieva<br />

i dati dalla maglietta, preparava l’email e la inviava ai<br />

car<strong>di</strong>ologi, attraverso il collegamento UMTS. Tutti i pazienti<br />

hanno seguito correttamente il protocollo. In questa sperimentazione<br />

pilota, il sistema ha permesso una corretta trasmissione<br />

dei dati in 85 sessioni sulle 90 effettuate (94%)<br />

mentre in 5 casi è stato necessario ripetere la sessione a<br />

causa <strong>di</strong> una congestione nel traffico telefonico. Al termine<br />

del periodo <strong>di</strong> sperimentazione è stata fatta un’intervista ai<br />

pazienti per raccogliere i loro commenti. I soggetti hanno<br />

trovato la maglietta confortevole e il protocollo facile da seguire,<br />

anche negli aspetti <strong>di</strong> interazione con il PC. Inoltre ci<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

hanno segnalato che attraverso questo sistema si sentivano<br />

costantemente accu<strong>di</strong>ti, chiedendoci <strong>di</strong> poter proseguire<br />

con il monitoraggio. In un paziente abbiamo quin<strong>di</strong> proseguito<br />

il monitoraggio per ulteriori 20 giorni. I car<strong>di</strong>ologi che<br />

ricevevano i dati hanno trovato la qualità del segnale ECG<br />

buona in 87 sessioni e il sistema <strong>di</strong> trasmissione via email<br />

appropriato per una valutazione delle informazioni provenienti<br />

dal paziente.<br />

Integrazione <strong>di</strong> MagIC con sensori ambientali<br />

Inoltre, le attività in questo settore si sono focalizzate sulla integrazione<br />

della maglietta MagIC all’interno della casa domotica<br />

DAT, realizzata all’interno del centro <strong>di</strong> S. Maria Nascente,<br />

e sullo sviluppo <strong>di</strong> procedure software in grado <strong>di</strong> analizzare<br />

le informazioni raccolte dalla maglietta all’interno del DAT,<br />

estrarne i parametri essenziali e convogliare i dati verso un<br />

server esterno. Quest’ultimo, integrando le informazioni provenienti<br />

da MagIC con quelle provenienti da altri sensori contenuti<br />

nella casa domotica, sarà in grado <strong>di</strong> attivare una serie<br />

<strong>di</strong> allarmi in caso <strong>di</strong> necessità. Queste attività sono svolte in<br />

sinergia con il progetto ACube.<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità per un servizio <strong>di</strong> teleriabilitazione<br />

Infine, in collaborazione con la sede FDG <strong>di</strong> Roma, si è stu<strong>di</strong>ata<br />

la fattibilità <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> teleriabilitazione respiratoria<br />

domiciliare basata sul sistema MagIC. Questo stu<strong>di</strong>o è stato<br />

oggetto <strong>di</strong> una tesi <strong>di</strong> laurea in Scienze della Riabilitazione.<br />

A una prima fase <strong>di</strong> analisi dei requisiti clinici e tecnologici<br />

necessari per l’attivazione del servizio, è seguita la fase <strong>di</strong><br />

progettazione vera e propria conclusa con una valutazione<br />

sperimentale dell’architettura proposta. Quest’ultima è stata<br />

in particolare realizzata simulando presso i nostri laboratori<br />

sessioni reali <strong>di</strong> riabilitazione, in cui l’operatore e il “paziente”<br />

che indossava la maglietta erano in locali <strong>di</strong>fferenti<br />

e collegati tra loro con un sistema <strong>di</strong> videocomunicazione<br />

bi<strong>di</strong>rezionale operante attraverso un collegamento telefonico<br />

ADSL tra<strong>di</strong>zionale. Con l’architettura proposta l’operatore<br />

può vedere su uno schermo sia il paziente che i suoi parametri<br />

vitali provenienti in tempo reale dalla maglietta e può<br />

quin<strong>di</strong> assegnare il piano degli esercizi, controllarne la correttezza<br />

d’esecuzione, ed eventualmente modularne il carico<br />

in modo che i parametri biologici rimangano sempre nei<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

85


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

86<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

limiti <strong>di</strong> sicurezza. La prova effettuata ha fornito una prima<br />

in<strong>di</strong>cazione positiva sulla adeguatezza della metodologia proposta<br />

sia in termini tecnologici (<strong>di</strong> velocità del collegamento,<br />

<strong>di</strong> qualità dei segnali biologici trasferiti e <strong>di</strong> qualità dei canali<br />

au<strong>di</strong>o video) che <strong>di</strong> rispondenza alle esigenze dell’operatore<br />

che deve somministrare in remoto gli esercizi al paziente.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Di Rienzo M, Meriggi P, Rizzo F, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C,<br />

Ferratini M, Parati G. Textile technology for the vital signs<br />

monitoring in teleme<strong>di</strong>cine and extreme environments.<br />

IEEE Trans on Information Technology in BioMe<strong>di</strong>cine.<br />

14(3):711-717, 2010.<br />

Abstract e Atti <strong>di</strong> congresso:<br />

– Meriggi P, Rizzo F, Faini A, Chiarugi F, Karatzanis I, Zacharioudakis<br />

G, Valentini M, Parati G, Castiglioni P, Di Rienzo<br />

M. A New Simple Multimodal Platform for Home Monitoring<br />

of Car<strong>di</strong>ac Patients through Textile Technology. Proc.<br />

Computers in Car<strong>di</strong>ology 2009. pp. 93-96. IEEE Press.<br />

– Sciacqua A, Valentini M, Gualtieri A, Perticone F, Faini A,<br />

Zacharioudakis G, Karatzanis I, Chiarugi F, Assimakopoulou<br />

C, Meriggi P, Di Rienzo M, Parati G. Validation of a Flexible<br />

and Innovative Platform for the Home Monitoring of Heart<br />

Failure Patients: Preliminary Results. Proc. Computers in<br />

Car<strong>di</strong>ology 2009. pp. 97-100. IEEE Press.<br />

Altri documenti:<br />

– Meriggi P, Castiglioni P, Di Rienzo M. Algorithms for the<br />

analysis of data from the accelerometer. 2010, Deliverable<br />

2.4.3, progetto ACube.<br />

– Castiglioni P, Meriggi P, Rizzo F, Carabalona R, Di Rienzo<br />

M. Algorithms for the analysis of car<strong>di</strong>o-respiratory signals.<br />

2010, Deliverable 2.4.2, progetto ACube.<br />

– Di Curzio D. Progetto <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> teleriabilitazione respiratoria<br />

domiciliare. Tesi <strong>di</strong> Laurea Specialistica. Scienze<br />

della Riabilitazione, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong> Tor<br />

Vergata, Roma, aprile 2010.<br />

Sviluppo e validazione <strong>di</strong> sistemi<br />

per la rilevazione e analisi <strong>di</strong> segnali biologici<br />

attraverso sensori indossabili<br />

Responsabile: Ing. Marco Di Rienzo<br />

INTRODUZIONE<br />

Queste attività sono state svolte dal Laboratorio dei Sensori<br />

Indossabili e Teleme<strong>di</strong>cina (WeST Lab) con la collaborazione<br />

del Laboratorio <strong>di</strong> Ricerche Car<strong>di</strong>ovascolari (LaRC) e il Laboratorio<br />

<strong>di</strong> Tecniche Avanzate <strong>di</strong> Analisi e Trattamento dei<br />

Biosegnali del Polo Tecnologico.<br />

Le attività si sono principalmente focalizzate su quattro obiettivi:<br />

1) sviluppare soluzioni tecnologiche migliorative del sistema<br />

MagIC a supporto della sua imminente industrializzazione,<br />

2) valutare le prestazioni <strong>di</strong> MagIC in con<strong>di</strong>zioni ambientali<br />

estreme, 3) sviluppare procedure per l’estrazione dal segnale<br />

accelerometrico registrato da MagIC del sismocar<strong>di</strong>ogramma<br />

(rappresentazione delle microvibrazioni prodotte dall’attività<br />

meccanica del cuore durante la contrazione e dall’eiezione del<br />

sangue nel letto vascolare) e 4) realizzare un sistema tessile<br />

per il monitoraggio dei segni vitali nei neonati.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> soluzioni tecnologiche migliorative del sistema<br />

MagIC a supporto della sua industrializzazione<br />

Per quanto riguarda la parte tessile della maglietta, si è proceduto<br />

al ri<strong>di</strong>segno della struttura degli elettro<strong>di</strong> tessili e del<br />

sistema <strong>di</strong> connessione tra maglietta ed elettronica. In particolare,<br />

si sono riprogettati gli elettro<strong>di</strong> in termini <strong>di</strong> fibre<br />

tessili utilizzate, modalità <strong>di</strong> tessitura, geometria e posizionamento<br />

al fine <strong>di</strong> migliorare la qualità del segnale e ridurre<br />

costi e tempi <strong>di</strong> produzione. Inoltre si sono riprogettate le<br />

modalità <strong>di</strong> connessione tra maglietta ed elettronica in modo<br />

da rendere il collegamento più robusto e permetterne una<br />

produzione a livello industriale.<br />

Anche la parte elettronica è stata ri<strong>di</strong>segnata in modo da migliorare<br />

la qualità dei segnali, aumentare la potenza <strong>di</strong> calcolo<br />

e aumentare l’autonomia della batteria. È stato inoltre<br />

sviluppato un nuovo algoritmo <strong>di</strong> filtraggio <strong>di</strong>gitale, basato su<br />

una batteria <strong>di</strong> filtri FIR a me<strong>di</strong>a mobile, che permette una<br />

migliore reiezione degli artefatti da movimento e garantisce<br />

una migliore stabilità della linea <strong>di</strong> base del segnale elettrocar<strong>di</strong>ografico.


Valutazione delle prestazioni <strong>di</strong> MagIC in con<strong>di</strong>zioni<br />

ambientali estreme<br />

Il sistema MagIC è stato utilizzato per la raccolta dei parametri<br />

vitali in due spe<strong>di</strong>zioni in alta quota sul Monte Everest<br />

e sul Monte Rosa mirate a stu<strong>di</strong>are le risposte fisiologiche<br />

indotte dall’ipossia. Gli aspetti biologici dei dati raccolti sono<br />

stati valutati nell’ambito delle attività illustrate nella ricerca<br />

“Sviluppo e applicazione clinica <strong>di</strong> metodologie per lo stu<strong>di</strong>o<br />

del sistema car<strong>di</strong>orespiratorio e dei suoi meccanismi <strong>di</strong><br />

controllo”. Nella presente ricerca, si sono invece valutate le<br />

prestazioni tecniche del sistema in relazione alle con<strong>di</strong>zione<br />

ambientali e operative estreme in cui ci si è trovati a operare.<br />

Per quanto riguarda la spe<strong>di</strong>zione sul Monte Everest, sono<br />

stati utilizzati 30 sistemi MagIC che hanno permesso la realizzazione<br />

<strong>di</strong> 115 registrazioni. L’analisi dei dati ha fornito<br />

risultati estremamente positivi, evidenziando solo 4 registrazioni<br />

su 115 (3,5%) con qualità del segnale non adeguata.<br />

Nelle 111 registrazioni rimanenti, il tasso me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> artefatti<br />

rispetto all’intera durata della registrazione è risultato essere<br />

estremamente basso: circa il 4,5% per le registrazioni effettuate<br />

durante il sonno e 8,2% per le registrazioni effettuate<br />

nelle 24 ore.<br />

Inoltre, nel luglio 2010 il sistema MagIC è stato <strong>di</strong> nuovo<br />

utilizzato nella spe<strong>di</strong>zione scientifica sulla Capanna Margherita<br />

(4580 m, Monte Rosa) per proseguire la raccolta dei dati<br />

sperimentali sull’effetto dell’ipossia. In questa occasione<br />

sono state utilizzate 25 magliette. La spe<strong>di</strong>zione è stata organizzata<br />

nell’ambito della <strong>Ricerca</strong> Finalizzata bando 2008<br />

“Disturbi del respiro nel sonno in pazienti con scompenso<br />

car<strong>di</strong>aco cronico: ipossia ipobarica come modello per definire<br />

procedure <strong>di</strong>agnostiche, strategie terapeutiche e <strong>di</strong>fferenze<br />

sesso-correlate”. L’analisi delle prestazioni del sistema<br />

MagIC in questa missione ha confermato i risultati ottenuti<br />

nella spe<strong>di</strong>zione precedente.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> procedure per l’estrazione<br />

del sismocar<strong>di</strong>ogramma dal segnale accelerometrico<br />

registrato da MagIC<br />

Dall’analisi dei dati raccolti durante il sonno in alta quota si<br />

è rilevato come l’accelerometro inserito nel modulo elettronico<br />

del sistema MagIC fosse in grado <strong>di</strong> registrare anche<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

le microvibrazioni prodotte dal cuore durante la contrazione<br />

ventricolare e dal passaggio del sangue dal ventricolo al circolo<br />

(sismocar<strong>di</strong>ogramma). Successive osservazioni hanno<br />

mostrato che questo segnale si rileva anche in con<strong>di</strong>zioni<br />

ambientali normali sia durante il sonno che durante il giorno<br />

negli istanti in cui il soggetto è spontaneamente fermo.<br />

Su questa base è quin<strong>di</strong> iniziata un’attività <strong>di</strong> ricerca volta<br />

a ottimizzare la rilevazione <strong>di</strong> questo segnale attraverso il<br />

sistema MagIC, e meglio stu<strong>di</strong>arne i correlati biologici e<br />

l’applicabilità clinica. Nel settembre 2011 è stata organizzata<br />

una sessione speciale su questo argomento all’interno<br />

del congresso annuale della IEEE Engineering in Me<strong>di</strong>cine<br />

and Biology Society dove sono stati presentati i risultati da<br />

noi conseguiti.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> un sistema tessile per il monitoraggio<br />

dei segni vitali nei neonati<br />

Infine nel corso del 2010 si sono eseguite le prime sperimentazioni<br />

presso l’Ospedale Buzzi <strong>di</strong> Milano sull’utilizzo<br />

della maglietta MagIC per la rilevazione dell’ECG nei neonati.<br />

I primi risultati, estremamente incoraggianti in termini <strong>di</strong><br />

leggibilità del segnale e <strong>di</strong> semplicità strumentale, sono stati<br />

successivamente oggetto <strong>di</strong> una presentazione al convegno<br />

delle Pe<strong>di</strong>atric Academic Societies che si è svolta a Denver<br />

nell’aprile 2011.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Di Rienzo M, Rizzo F, Meriggi P, Castiglioni, P, Mazzoleni<br />

P, Parati G, Bordono B, Brambilla G, Ferratini M. MagIC<br />

System: Advancements in the monitoring of car<strong>di</strong>orespiratory<br />

function in active people by textile technology. IEEE<br />

EMB Mag, 28(6): 35-40, 2009.<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Faini A, Mazzoleni P,<br />

Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Textile technology to investigate<br />

linear and fractal heart rate dynamics during sleep<br />

at high altitude. Methods of Information in Me<strong>di</strong>cine. 2010<br />

Jun 22;49:521-525.<br />

– Di Rienzo M, Meriggi P, Rizzo F, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C,<br />

Ferratini M, Parati G. Textile technology for the vital signs<br />

monitoring in teleme<strong>di</strong>cine and extreme environments.<br />

IEEE Trans on Information Technology in BioMe<strong>di</strong>cine.<br />

14(3):711-717, 2010.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

87


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

88<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Capitoli <strong>di</strong> libro:<br />

– Di Rienzo M. La tecnologia tessile per la rilevazione <strong>di</strong> risposte<br />

fisiologiche. In: (M. Canina edt.) IndossaME. Il design e<br />

le tecnologie indossabili. Franco Angeli e<strong>di</strong>tore, 2010.<br />

Abstract e Atti <strong>di</strong> congresso:<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Bilo G, Revera M, Faini<br />

A, Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Textile technology and<br />

assessment of linear and nonlinear car<strong>di</strong>ac effects of high<br />

altitude hypoxia during sleep on Mount Everest. Proc. 6 th<br />

International Workshop on Biosignal interpretation, Yale,<br />

24-26 June 2009, pp. 45-47.<br />

– Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Bartesaghi M, Caldara G, Styczkiewicz<br />

K, Bilo G, Giglio A, Colamartino E, Mazzoleni P,<br />

Savia G, Di Rienzo M, Mancia G, Parati G. High altitude<br />

hypoxia and perio<strong>di</strong>c breathing during sleep: gender related<br />

<strong>di</strong>fferences. The Highcare Project. 19 th European Meeting<br />

on Hypertension 2009, Abstract p. S333.<br />

– Di Rienzo M, Meriggi P, Lombar<strong>di</strong> C, Rizzo F, Mazzoleni<br />

P, Bartesaghi M, Faini A, Parati G. MagIC: a textile monitoring<br />

system for polysomnography at high altitude – The<br />

Highcare Project. 19 th European Meeting on Hypertension<br />

2009, Abstract p. S408.<br />

– Lombar<strong>di</strong> C, Castiglioni P, Meriggi P, Di Rienzo M, Parati<br />

G. Sleep Disordered Breathing and High Altitude Hypoxia:<br />

gender related <strong>di</strong>fferences. The Highcare project. 6 th Congress<br />

of The International Society for Autonomic Neuroscience<br />

2009, Sydney. In: Autonomic Neuroscience: Basic<br />

and Clinical, Vol. 149, Aug 2009, 34 (awarded by ISAN2009<br />

grant).<br />

– Di Rienzo M, Castiglioni P, Rizzo F, Bilo G, Revera M, Faini<br />

A, Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Parati G. Nonlinear car<strong>di</strong>ac effects<br />

of high altitude hypoxia through the continuous DFA<br />

(n) spectrum. Proc. 6 th ESGCO 2010, April 12-14, 2010,<br />

Berlin (D).<br />

– Meriggi P, Castiglioni P, Lombar<strong>di</strong> C, Rizzo F, Mazzoleni<br />

P, Faini A, Di Rienzo M, Parati G. Polisomnography in<br />

Extreme Environments: the MagIC Wearable System for<br />

Monitoring Climbers at Very-High Altitude on Mt. Everest<br />

Slopes. Proc. Computing in Car<strong>di</strong>ology 2010, 37:1087-<br />

1090.<br />

– Lombar<strong>di</strong> C, Meriggi P, Castiglioni P, Bartesaghi M, Caldara<br />

G, Faini A, Bilo G, Revera M, Colamartino E, Gregorini F,<br />

Giuliano A, Valentini M, Mazzoleni P, Di Rienzo M, Agostoni<br />

P, Mancia G, Parati G. Car<strong>di</strong>o-Respiratory Adaptation<br />

To High Altitude Hypoxia in Professional Climbers Versus<br />

Non-Climbers. The Highcare Project: Pp.32.277 Journal of<br />

Hypertension. 28:e532, June 2010.


Technology Assessment degli ausili per le persone<br />

<strong>di</strong>sabili e anziane<br />

Responsabile: Andrich Renzo<br />

INTRODUZIONE<br />

Lo sviluppo <strong>di</strong> efficaci modelli <strong>di</strong> intervento nel settore degli<br />

ausili richiede l’apporto <strong>di</strong> una vasta gamma <strong>di</strong> competenze<br />

inter<strong>di</strong>sciplinari. I processi coinvolti sono molteplici: perfezionamento<br />

dell’assetto normativo (livelli essenziali <strong>di</strong> assistenza;<br />

nomenclatore tariffario delle protesi; accre<strong>di</strong>tamento dei<br />

prodotti; normative complementari a livello regionale); creazione<br />

<strong>di</strong> strumenti informativi e formativi in grado <strong>di</strong> veicolare<br />

le conoscenze sugli ausili ai vari attori coinvolti; sviluppo<br />

<strong>di</strong> metodologie, e dei relativi strumenti informatici <strong>di</strong> supporto,<br />

per la prescrizione e la fornitura degli ausili; controllo <strong>di</strong><br />

qualità degli ausili forniti; ricerca <strong>di</strong> nuove soluzioni assistive<br />

basate su tecnologie innovative. La spinta ad una razionalizzazione<br />

della spesa pubblica, che sta investendo sempre<br />

maggiormente questo settore, rende inoltre fondamentale<br />

la messa a punto <strong>di</strong> metodologie per il controllo <strong>di</strong> qualità e<br />

l’analisi economica degli interventi.<br />

OBIETTIVI<br />

Questa ricerca prende in considerazione uno specifico aspetto<br />

del percorso riabilitativo e assistenziale: quello del reinserimento<br />

della persona con <strong>di</strong>sabilità nel proprio normale ambiente<br />

<strong>di</strong> vita e della consegna degli strumenti per <strong>di</strong>ventare<br />

egli stesso attivo protagonista della propria partecipazione<br />

alla vita sociale. In questa fase giocano un ruolo <strong>di</strong> primo<br />

piano le tecnologie <strong>di</strong> ausilio e quell’approccio progettuale<br />

all’ambiente, ai prodotti e ai servizi oggi noto come design<br />

for all. Obiettivo della ricerca è esplorare gli aspetti critici<br />

connessi all’implementazione <strong>di</strong> tali tecnologie sia a livello <strong>di</strong><br />

prassi clinica che <strong>di</strong> organizzazione dei servizi socio-sanitari,<br />

al fine <strong>di</strong> mettere a punto e sperimentare strumenti e metodologie<br />

per ottimizzare le varie fasi <strong>di</strong> questo processo.<br />

METODI<br />

Le finalità della ricerca vengono perseguite in 4 principali<br />

<strong>di</strong>rezioni:<br />

1. sviluppo <strong>di</strong> strumenti e metodologie innovative per l’informazione<br />

e la formazione a <strong>di</strong>stanza dei vari attori coinvolti<br />

nel settore;<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

2. networking tra i ricercatori nel settore delle tecnologie <strong>di</strong><br />

ausilio, sia a livello nazionale che internazionale (in particolare<br />

attraverso l’AAATE – Association for the Advancement<br />

of Assistive Technologies in Europe);<br />

3. elaborazione <strong>di</strong> contributi per lo sviluppo dei sistemi <strong>di</strong> assistenza<br />

protesica a livello nazionale (nomenclatore tariffario<br />

e repertorio ausili del Ministero della Sanità) e regionale.<br />

4. sviluppo e sperimentazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e strumenti per valutare<br />

la qualità tecnica (sicurezza, robustezza, funzionalità,<br />

affidabilità, usabilità), l’efficacia (conseguimento degli<br />

obiettivi), l’utilità (valore percepito dall’utente) e l’efficienza<br />

(rapporto tra investimenti economici e risultati) degli ausili.<br />

RISULTATI<br />

Le attività svolte in questo periodo hanno riguardato principalmente<br />

quattro aspetti.<br />

• Networking tra i ricercatori nel settore delle tecnologie <strong>di</strong><br />

ausilio, sia a livello nazionale – attraverso il Gruppo <strong>di</strong> Lavoro<br />

Nazionale dei Centri Ausili (GLIC) – che internazionale<br />

– attraverso l’AAATE (Association for the Advancement<br />

of Assistive Technology in Europe). In particolare, è stato<br />

dato un attivo contributo alla preparazione e alla conduzione<br />

della Conferenza Internazionale AAATE 2009 (Firenze, 31/8-<br />

2/9/2009), del Workshop Internazionale “Assistive Technology<br />

– Technology Transfer” Sheffield, Gran Bretagna,<br />

4-5/10/2010), e al Seminario <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> Nazionale “Valutazione<br />

costi / efficacia degli interventi assistenziali per le persone<br />

con <strong>di</strong>sabilità”, tenutosi a Malosco (TN) il 18-21/7/2010<br />

in collaborazione con la <strong>Fondazione</strong> “Emanuela Zancan” <strong>di</strong><br />

Padova.<br />

• Aggiornamento dell’informazione sugli ausili tecnologici<br />

<strong>di</strong>sponibili sul mercato italiano recensita nel Portale SIVA<br />

(www.portale.siva.it), con produzione <strong>di</strong> oltre 1800 schede<br />

tecniche dettagliate su ciascun prodotto <strong>di</strong> ausilio alle<br />

persone con <strong>di</strong>sabilità, appartenente all’intero spettro della<br />

classificazione internazionale ISO 9999:2007.<br />

• Il tema del Technology Assessment nel settore delle tecnologie<br />

per la <strong>di</strong>sabilità è stato inoltre uno dei nuclei essenziali<br />

dell’ampia e articolata attività <strong>di</strong>dattica svolta dal team <strong>di</strong><br />

ricerca, all’interno del Corso <strong>di</strong> Perfezionamento Universitario<br />

“Tecnologie per l’Autonomia” (febbraio-maggio 2009<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

89


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

90<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

e febbraio-maggio 2010, che ha portato alla produzione <strong>di</strong><br />

43 elaborati accademici, pubblicati sul Portale SIVA www.<br />

portale.siva.it).<br />

• Attraverso un percorso <strong>di</strong> acquisizione <strong>di</strong> casistica, focus<br />

group e sperimentazione con gli operatori del Servizio DAT<br />

del Centro IRCCS S. Maria Nascente e <strong>di</strong> vari Centri Ausili<br />

appartenenti alla rete GLIC, è stato messo a punto un modello-standard<br />

informatizzato per la stesura della Relazione<br />

<strong>di</strong> Valutazione Ausili preparatoria alle prescrizioni protesiche.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

Paper ammesse alla pubblicazione:<br />

– Andrich R. Assessing AT solutions within occupational<br />

therapy programs. AAATE 2011 Conference, Maastricht<br />

31/8-2/9/2011).<br />

Domotica per la <strong>di</strong>sabilità<br />

Responsabile: Gower Valerio<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel corso degli ultimi anni la domanda nelle potenzialità offerte<br />

dalle tecnologie per l’automazione dell’ambiente domestico<br />

ha visto un rapido aumento. Per dare risposta a questa<br />

crescente esigenza, la <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> ha allestito,<br />

presso il centro IRCCS S. Maria Nascente, un nuovo servizio<br />

denominato DAT (Domotica, Ausili, Terapia Occupazionale), la<br />

cui organizzazione rende possibile associare al percorso clinico/terapeutico<br />

dell’utente attività <strong>di</strong> sperimentazione clinica e<br />

tecnologica sul campo. La ricerca “Domotica per la <strong>di</strong>sabilità”<br />

si propone, attraverso ricerche e sperimentazioni condotte<br />

nell’ambito <strong>di</strong> tale servizio, <strong>di</strong> sviluppare strumenti operativi<br />

per poter fornire una risposta concreta a questa crescente<br />

esigenza <strong>di</strong> autonomia e sicurezza nell’ambito domestico.<br />

OBIETTIVI<br />

La ricerca ha per oggetto lo sviluppo e la sperimentazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spositivi, metodologie e strumenti per l’automazione “intelligente”<br />

dell’ambiente <strong>di</strong> vita della persona con <strong>di</strong>sabilità,<br />

perseguendo un approccio <strong>di</strong> interoperatività e integrazione<br />

a quattro livelli (con l’impiantistica <strong>di</strong> base, con arre<strong>di</strong> ed<br />

elettromestici, con le tecnologie assistive, e con i sistemi<br />

<strong>di</strong> monitoraggio per la home care). In particolare è finalizzata<br />

a in<strong>di</strong>viduare e sperimentare protocolli <strong>di</strong> lavoro e strumenti<br />

operativi volti a migliorare la qualità <strong>di</strong> vita, la sicurezza e<br />

l’autonomia delle persone con <strong>di</strong>sabilità e delle persone anziane<br />

in ambito domestico, riducendo nel contempo il carico<br />

assistenziale <strong>di</strong> familiari e caregiver in genere.<br />

METODI<br />

La ricerca si articola fondamentalmente in 2 linee <strong>di</strong> lavoro:<br />

La prima riguarda la validazione sperimentale della casa domotica<br />

del servizio DAT. Questa fase prevede sperimentazioni<br />

sia <strong>di</strong> tipo clinico, volte a in<strong>di</strong>viduare protocolli <strong>di</strong> lavoro<br />

che permettano <strong>di</strong> raggiungere l’obiettivo <strong>di</strong> migliorare il livello<br />

<strong>di</strong> autonomia e sicurezza nell’ambito domestico, che<br />

<strong>di</strong> tipo tecnologico, mirate a verificare l’efficacia e l’utilità <strong>di</strong><br />

strumenti per l’automazione e più in generale per le attività<br />

<strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana nell’ambito domestico.<br />

La seconda prevede lo sviluppo <strong>di</strong> interfacce <strong>di</strong> comunicazio-


ne e controllo per il sistema domotico e <strong>di</strong> sistemi che facilitino<br />

la configurazione e personalizzazione degli strumenti per<br />

il controllo ambientale.<br />

RISULTATI<br />

Nel corso del biennio 2009-2010 le attività relative a questo<br />

ambito <strong>di</strong> ricerca hanno riguardato principalmente due aspetti:<br />

• lo sviluppo e la sperimentazione <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> lavoro<br />

per l’educazione all’autonomia, volto a valorizzare e ottimizzare<br />

l’utilizzo terapeutico delle risorse tecnologiche<br />

messe a <strong>di</strong>sposizione dal servizio DAT;<br />

• lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi strumenti per l’interfacciamento con il<br />

sistema <strong>di</strong> automazione installato presso la casa domotica<br />

del servizio DAT.<br />

Per quanto riguarda il primo aspetto sono state svolte due<br />

<strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> sperimentazione.<br />

La prima riguarda il follow-up <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> utenti per i quali è<br />

stata effettuata, presso il servizio DAT, una prestazione <strong>di</strong> valutazione<br />

in<strong>di</strong>vidualizzata degli ausili informatici. Per queste<br />

tipologie <strong>di</strong> utenti è stato progettato un protocollo per l’esecuzione<br />

<strong>di</strong> un sopralluogo domiciliare de<strong>di</strong>cato alla verifica<br />

tecnica dell’ausilio fornito. Gli obiettivi del protocollo sono<br />

quelli <strong>di</strong> verificare se gli ausili acquisiti siano stati correttamente<br />

messi in opera, se siano insorte <strong>di</strong>fficoltà tecniche, se<br />

l’utente ne abbia correttamente appreso l’uso e la manutenzione.<br />

Il sopralluogo ha anche la funzione <strong>di</strong> sondare la sod<strong>di</strong>sfazione<br />

dell’utente e della sua rete (familiari, caregiver, colleghi<br />

<strong>di</strong> lavoro, insegnanti ecc., a seconda del caso) rispetto<br />

agli ausili utilizzati, e <strong>di</strong> riportare agli operatori che avevano<br />

effettuato il trattamento eventuali problematiche. Nel corso<br />

del 2009 sono stati effettuati follow-up tecnici per tre utenti.<br />

I dati ricavati da questa sperimentazione sono stati utilizzati<br />

per in<strong>di</strong>viduare potenziali miglioramenti del servizio.<br />

La seconda tipologia <strong>di</strong> sperimentazioni si inserisce nell’ambito<br />

dei percorsi riabilitativi <strong>di</strong> terapia occupazionale attivi<br />

presso il servizio DAT. È stato messo a punto un protocollo<br />

<strong>di</strong> lavoro finalizzato ai seguenti obiettivi:<br />

• offrire all’utente un percorso informativo e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />

degli ausili per la propria autonomia e delle possibili<br />

soluzioni tecnologiche implementabili presso il proprio<br />

domicilio;<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

• elaborare per ogni utente, a fronte delle valutazioni e<br />

dell’addestramento effettuato presso il servizio DAT, un<br />

consiglio dettagliato sugli ausili appropriati e un progetto<br />

<strong>di</strong> massima degli eventuali interventi da realizzare presso<br />

il proprio domicilio;<br />

• nel caso l’utente realizzi effettivamente tali interventi, valutarne<br />

a posteriori l’efficacia e l’utilità;<br />

• acquisire durante tale percorso una serie <strong>di</strong> informazioni<br />

utili a verificare l’efficacia e l’usabilità delle tecnologie installate<br />

presso la casa domotica, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le<br />

eventuali mo<strong>di</strong>fiche necessarie.<br />

Le sperimentazioni hanno richiesto una stretta interazione<br />

tra l’équipe clinica del servizio e i ricercatori dell’area tecnologie<br />

assistive del Polo Tecnologico.<br />

Per quanto riguarda invece il secondo punto, ovvero lo sviluppo<br />

<strong>di</strong> nuove interfacce per il controllo e la comunicazione<br />

con il sistema domotico dell’appartamento del servizio DAT,<br />

è stato implementato un sistema che permette la comunicazione<br />

tra un calcolatore e l’impianto <strong>di</strong> automazione della<br />

casa domotica. Il sistema, basato su librerie open source in<br />

linguaggio Java, permette una comunicazione bi<strong>di</strong>rezionale<br />

tra il computer e il sistema BUS della casa domotica utilizzando<br />

il protocollo TCP/IP. In questo modo è possibile sia<br />

monitorare l’impianto domotico, ovvero conoscere in tempo<br />

reale lo stato dei <strong>di</strong>spositivi installati nella casa, sia azionare<br />

da remoto i <strong>di</strong>spositivi.<br />

Questo sistema <strong>di</strong> comunicazione con l’impianto domotico<br />

rappresenta un componente fondamentale sotto due aspetti:<br />

• la possibilità <strong>di</strong> sviluppare nuove interfacce <strong>di</strong> comando<br />

basate su PC;<br />

• la possibilità <strong>di</strong> utilizzare le informazioni provenienti dai<br />

sensori installati nell’impianto domotico, integrandole, per<br />

esempio, in piattaforme per il monitoraggio ambientale.<br />

Sfruttando il sistema <strong>di</strong> comunicazione sopra citato, è stata<br />

implementata un’interfaccia <strong>di</strong> comando della casa domotica<br />

con speciali caratteristiche che ne facilitano l’utilizzo da parte<br />

<strong>di</strong> persone con <strong>di</strong>sabilità motoria. L’interfaccia <strong>di</strong> comando,<br />

realizzata tramite un software che permette la creazione <strong>di</strong><br />

“griglie” per la comunicazione e il controllo del PC, permette<br />

<strong>di</strong> navigare per i vari ambienti della casa domotica e <strong>di</strong> azio-<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

91


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

92<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

nare i <strong>di</strong>spositivi collegati al sistema <strong>di</strong> automazione, sia a<br />

selezione <strong>di</strong>retta che in modalità a scansione attraverso l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> sensori <strong>di</strong> comando (come per esempio un pulsante)<br />

collegati al PC.<br />

Fig. 1<br />

Due schermate del software per il controllo delle automazioni<br />

nella casa domotica del DAT.<br />

È stata inoltre svolta un’attività <strong>di</strong> training in<strong>di</strong>vidualizzato<br />

all’utilizzo delle interfacce <strong>di</strong> comando sopra citate per gli<br />

operatori del servizio DAT.<br />

Misura semplificata dei volumi respiratori<br />

e dei movimenti del torace attraverso sistemi<br />

optoelettronici<br />

Responsabile: Mazzoleni Paolo<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel passato, è stata messa a punto presso i nostri laboratori<br />

una metodologia innovativa, oggetto <strong>di</strong> brevetti, che permette<br />

la rilevazione <strong>di</strong>namica dei movimenti del torace e il calcolo<br />

dei volumi respiratori compartimentali attraverso l’uso <strong>di</strong><br />

sistemi optoelettronici. La meto<strong>di</strong>ca originale prevede l’applicazione<br />

sul tronco del soggetto da analizzare <strong>di</strong> 89 marcatori<br />

autoadesivi. I marcatori sono costituiti da semisfere <strong>di</strong><br />

plastica del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> un centimetro, sono ricoperti <strong>di</strong> carta<br />

riflettente e vengono posizionati in una configurazione a griglia<br />

sulla base <strong>di</strong> opportuni punti <strong>di</strong> repere anatomici. La metodologia<br />

permette misure estremamente accurate, come<br />

evidenziato da una vasta letteratura a riguardo, ma l’elevato<br />

numero <strong>di</strong> marcatori da posizionare allunga notevolmente il<br />

tempo necessario per la preparazione del soggetto e aumenta<br />

la probabilità <strong>di</strong> errato posizionamento dei marcatori stessi<br />

(con conseguente errore nelle misure finali).<br />

Obiettivo della nostra ricerca è pertanto mettere a punto un<br />

nuovo protocollo sperimentale che permetta una stima dei<br />

volumi respiratori con un setup sperimentale semplificato<br />

rispetto al protocollo tra<strong>di</strong>zionale (riducendo il numero <strong>di</strong><br />

marker da 89 a 72) in con<strong>di</strong>zioni sia statiche che <strong>di</strong>namiche.<br />

Nel biennio 2009-2010 si è conclusa la fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e ottimizzazione<br />

del software e dei protocolli <strong>di</strong> analisi su soggetti<br />

patologici. In collaborazione con il Dott. Gigliotti del Centro<br />

FDG “S. Maria agli Ulivi” <strong>di</strong> Firenze, abbiamo ottenuto misurazioni<br />

su pazienti affetti da Pectus Excavatum. Questa patologia<br />

invalidante è caratterizzata da una deformazione della<br />

cassa toracica e può esitare in un deficit respiratorio. L’analisi<br />

<strong>di</strong> questi dati ci ha permesso <strong>di</strong> valutare l’efficacia del<br />

nuovo protocollo anche in presenza <strong>di</strong> importanti mo<strong>di</strong>fiche<br />

alla struttura del torace. Lo stu<strong>di</strong>o ha coinvolto 7 soggetti <strong>di</strong><br />

controllo, 9 soggetti affetti da broncopneumopatia cronica<br />

ostruttiva (COPD) e 10 soggetti affetti da Pectus Excavatum.<br />

I risultati sui volumi totali hanno sostanzialmente confermato<br />

la vali<strong>di</strong>tà dell’algoritmo. Infatti gli scostamenti fra i volu-


mi calcolati con la metodologia tra<strong>di</strong>zionale (89 marker) e il<br />

nuovo algoritmo su tutti i soggetti analizzati risultano essere<br />

inferiori allo 0,15% sia in con<strong>di</strong>zioni statiche che <strong>di</strong>namiche<br />

e con una deviazione standard che è inferiore allo 0,1% per<br />

la <strong>di</strong>namica e allo 0,05% per la statica.<br />

Inoltre, partendo dalle procedure sopra illustrate, si è anche<br />

sviluppata una nuova metodologia che permette <strong>di</strong> quantificare<br />

le deformazioni fisiologiche del torace e dei capi <strong>di</strong> vestiario<br />

sensorizzati (indumenti intelligenti) durante atti motori<br />

complessi. Questa tecnica viene correntemente utilizzata<br />

per ottimizzare il design dei <strong>di</strong>fferenti prototipi della maglietta<br />

MagIC. I dettagli della meto<strong>di</strong>ca sono stati oggetto <strong>di</strong> pubblicazione<br />

su rivista in<strong>di</strong>cizzata e come capitolo <strong>di</strong> libro.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Di Rienzo M, Rizzo F, Meriggi P, Castiglioni, P, Mazzoleni<br />

P, Parati G, Bordono B, Brambilla G, Ferratini M. MagIC<br />

System: Advancements in the monitoring of car<strong>di</strong>orespiratory<br />

function in active people by textile technology. IEEE<br />

EMB Mag, 28(6): 35-40, 2009.<br />

Capitolo <strong>di</strong> libro:<br />

– Di Rienzo M. La tecnologia tessile per la rilevazione <strong>di</strong> risposte<br />

fisiologiche. In: (M. Canina edt.) IndossaME. Il design e<br />

le tecnologie indossabili. Franco Angeli e<strong>di</strong>tore, 2010.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Lo stretching. Effetti sulla contrazione muscolare<br />

nella riabilitazione e nello sport<br />

Responsabile: Veicsteinas Arsenio<br />

INTRODUZIONE<br />

Lo stretching è una pratica abituale sia in ambito riabilitativo<br />

sia sportivo. Insieme al miglioramento del range <strong>di</strong> movimento<br />

articolare e alla riduzione dell’incidenza degli eventi<br />

traumatici, sempre più lavori hanno riportato una <strong>di</strong>minuzione<br />

dei livelli <strong>di</strong> massima potenza e forza muscolare in seguito<br />

a una singola applicazione <strong>di</strong> stretching passivo. I meccanismi<br />

neuro-muscolari sottostanti alle suddette <strong>di</strong>minuzioni<br />

<strong>di</strong> performance muscolare sono ancora oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione.<br />

Una loro miglior interpretazione potrebbe portare all’attuazione<br />

<strong>di</strong> strategie più mirate per integrare tale meto<strong>di</strong>ca<br />

all’interno <strong>di</strong> un percorso riabilitativo o programmazione <strong>di</strong><br />

allenamento.<br />

OBIETTIVO<br />

Il progetto ha un duplice obiettivo: i) analizzare gli effetti <strong>di</strong><br />

un protocollo <strong>di</strong> stretching passivo sulla massima potenza<br />

muscolare (Wmax) e ii) valutare le mo<strong>di</strong>ficazioni elettromeccaniche<br />

sottostanti tramite un’innovativa analisi combinata<br />

comprendente il segnale elettromiografico <strong>di</strong> superficie<br />

(EMG), e il segnale meccanomiografico (MMG) e <strong>di</strong> forza.<br />

METODI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong>viso in due <strong>di</strong>stinte fasi sperimentali.<br />

Fase 1: in due occasioni, <strong>di</strong>ciassette soggetti hanno eseguito,<br />

su una pedana piezoelettrica, quattro serie <strong>di</strong> salti (squat jump,<br />

cinque salti per serie) con <strong>di</strong>fferenti angoli articolari al ginocchio<br />

(i.e. 50°-70°-90°-110°, dove 0° rappresenta la massima<br />

estensione del ginocchio). Le serie <strong>di</strong> salti sono state eseguite<br />

i) prima <strong>di</strong> una routine <strong>di</strong> stretching passivo a carico dei muscoli<br />

estensori del ginocchio e dei flessori plantari e ii) dopo un analogo<br />

periodo <strong>di</strong> riposo. Per ogni angolo articolare sono state<br />

calcolate la Wmax, la velocità massima (Vmax) e il momento<br />

angolare a livello del ginocchio. Dall’analisi della relazione potenza/angolo<br />

articolare è stato inoltre calcolato il grado articolare<br />

teorico al quale sarebbe prodotta la massima potenza.<br />

Fase 2: lo stesso gruppo <strong>di</strong> partecipanti è stato sottoposto<br />

a stimolazioni tetaniche (50Hz) del muscolo gastrocnemio<br />

me<strong>di</strong>ale prima, imme<strong>di</strong>atamente dopo e durante le succes-<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

93


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

94<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

sive 2 ore (recupero, una stimolazione ogni 15 min) un protocollo<br />

<strong>di</strong> stretching passivo della durata <strong>di</strong> 5 minuti (45 s on<br />

/ 15 s off) per i muscoli flessori plantari o un analogo periodo<br />

<strong>di</strong> riposo. Durante le stimolazioni sono stati rilevati i segnali<br />

EMG, MMG e <strong>di</strong> forza. Da essi sono stati calcolati per la forza<br />

il picco <strong>di</strong> forza (pF), il tempo <strong>di</strong> raggiungimento del picco<br />

(CT), la velocità e l’accelerazione massima <strong>di</strong> sviluppo della<br />

forza (dF/dt e d2F/dt 2 ) e il tempo <strong>di</strong> emi-rilasciamento (½RT);<br />

l’Errore Quadratico Me<strong>di</strong>o (RMS), la Frequenza Me<strong>di</strong>a (MF)<br />

e la velocità <strong>di</strong> conduzione a livello della fibra muscolare (CV)<br />

per il segnale EMG e il valore <strong>di</strong> picco-picco (p-p), la RMS e la<br />

MF per il segnale MMG. Inoltre, dai ritar<strong>di</strong> tra l’inizio del segnale<br />

EMG, MMG (EMG-MMG) e la successiva produzione<br />

<strong>di</strong> forza (MMG-Forza), sono stati calcolati i rispettivi delays<br />

elettro-meccanici.<br />

RISULTATI<br />

Fase 1: dopo stretching 1) Wmax e Vmax sono <strong>di</strong>minuite<br />

significativamente, in particolare a 50° e 70°; 2) è stato trovato<br />

uno spostamento verso angoli più prossimi alla massima<br />

flessione dell’angolo articolare teorico al quale sarebbe<br />

sviluppata la Wmax. Una <strong>di</strong>minuzione della stiffness a carico<br />

dell’unità muscolo-ten<strong>di</strong>nea indotta dallo stretching, con<br />

conseguente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> efficacia della trasmissione <strong>di</strong> forza<br />

a livello del punto d’inserzione muscolare e riduzione della<br />

velocità <strong>di</strong> esecuzione del gesto e della potenza prodotta sarebbe<br />

all’origine <strong>di</strong> questo evento. Questo processo sarebbe<br />

più evidente ad angoli articolari più prossimi a un’estensione<br />

completa per via <strong>di</strong> una ridotta attivazione degli estensori<br />

del ginocchio (minore momento angolare del ginocchio a 50°<br />

e 70°). Questo fenomeno potrebbe altresì spiegare lo spostamento<br />

verso angoli più prossimi alla massima flessione<br />

dell’angolo teorico <strong>di</strong> Wmax ritrovati dopo stretching: la <strong>di</strong>minuita<br />

attivazione della muscolatura estensoria del ginocchio<br />

dopo stretching farebbe sì che valori <strong>di</strong> attivazione analoghi<br />

alla con<strong>di</strong>zione antecedente lo stretching si vadano a ottenere<br />

a gra<strong>di</strong> angolari più acuti, dove una maggior attivazione del<br />

quadricipite è stata evidenziata.<br />

Fase 2: dopo stretching 1) non si sono evidenziate mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

nei parametri EMG; 2) il MMG p-p è <strong>di</strong>minuito (−16%) e<br />

tale <strong>di</strong>minuzione è rimasta invariata per tutto il periodo <strong>di</strong> re-<br />

cupero; 3) la RMS del MMG è significativamente aumentata<br />

(+20%) ma dopo 15 minuti è tornata a valori pre-stretching;<br />

4) i pF, dF/dt e d2F/dt 2 sono significativamente <strong>di</strong>minuiti<br />

(−32%, 35% e 54%, rispettivamente) e sono rimasti depressi<br />

per tutto il periodo <strong>di</strong> recupero; 5) i delays tra EMG-MMG<br />

ed EMG-Forza sono significativamente aumentati dopo<br />

stretching. Mentre il primo è tornato a valori pre-stretching<br />

dopo 15 min, il secondo è rimasto allungato per tutto il periodo<br />

<strong>di</strong> recupero. Dall’analisi dei segnali MMG e <strong>di</strong> forza<br />

si può evincere come le alterazioni indotte dallo stretching<br />

passivo della stiffness dell’unità muscolo-ten<strong>di</strong>nea e della<br />

capacità <strong>di</strong> generare forza da parte del muscolo restino alterate<br />

per almeno due ore. Inoltre, analizzando le costituenti<br />

dell’unità muscolo-ten<strong>di</strong>nea, dall’analisi del segnale MMG si<br />

può ipotizzare un <strong>di</strong>verso timing <strong>di</strong> recupero da parte degli<br />

elementi elastici in parallelo (MMG RMS), rispetto a quelle<br />

in serie (MMG p-p). Per quanto riguarda i delays, è ipotizzabile<br />

un effetto <strong>di</strong> minor durata sulle caratteristiche contrattili<br />

del muscolo (recupero delay EMG-MMG dopo 15 minuti, il<br />

quale in<strong>di</strong>cherebbe un pieno recupero <strong>di</strong> tutti gli eventi legati<br />

ai processi <strong>di</strong> accoppiamento eccitazione-contrazione),<br />

accompagnati da un persistente allungamento del delay tra<br />

MMG-Forza, il quale suggerirebbe un’alterazione dell’unitàmuscolo-ten<strong>di</strong>nea<br />

(in particolare degli elementi elastici in serie)<br />

<strong>di</strong> più tar<strong>di</strong>vo recupero.<br />

ASPETTI APPLICATIVI<br />

Alla luce dei risultati ottenuti si può notare come l’applicazione<br />

<strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> stretching passivo induca una <strong>di</strong>minuzione<br />

dello sviluppo della Wmax e del picco <strong>di</strong> forza<br />

sviluppata, che perdurerebbero per almeno 2 ore dall’applicazione<br />

dello stretching stesso. Tali riduzioni sarebbero da<br />

imputare a mo<strong>di</strong>ficazioni transitorie della stiffness dell’unità<br />

muscolo-ten<strong>di</strong>nea, i quali costituenti, pur con tempi <strong>di</strong> recupero<br />

<strong>di</strong>fferenti, renderebbero il trasferimento della forza<br />

generata dalla contrazione muscolare al sistema articolare<br />

meno efficiente. Sarebbe quin<strong>di</strong> auspicabile, nell’organizzazione<br />

<strong>di</strong> una seduta riabilitativa o <strong>di</strong> un allenamento sportivo,<br />

prevedere delle sessioni <strong>di</strong> stretching solo al termine della<br />

seduta stessa o sufficientemente lontane dalla fase allenante,<br />

qualora la seduta fosse orientata al ripristino o al migliora-


mento della massima forza Wmax e al miglioramento delle<br />

abilità propriocettive, come per esempio durante un lavoro<br />

<strong>di</strong> tipo pliometrico.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

Il progetto ha dato come risultato le seguenti pubblicazioni:<br />

Pubblicazioni recensite su PUBMED con impact factor<br />

– Esposito F, Cè E, Limonta E. Cycling efficiency and time<br />

to exhaustion are reduced after acute passive stretching<br />

administration. Scand J Med Sci Sports, 2011. doi:<br />

10.1111/j.1600-0838.2011.01327.x.<br />

– Esposito F, Limonta E, Cè E. Passive stretching. Effects<br />

on electromechanical delay and time course of recovery in<br />

human skeletal muscle: new insights from an electromyographic<br />

and mechanomyographic combined approach. Eur<br />

J Appl Physiol, 2010 Oct 1. IF 2.047.<br />

– La Torre A, Castagna C, Gervasoni E, Cè E, Rampichini S,<br />

Ferrarin M, Merati G. Acute Effects of Static Stretching on<br />

Squat Jump Performance at Different Knee Starting Angles.<br />

J Strength Cond Res. 2010, 24(3), 687-94. IF: 1.457.<br />

– Esposti R, Esposito F, Cè E, Bal<strong>di</strong>ssera F. Difference in the<br />

metabolic cost of postural actions during iso- and anti<strong>di</strong>rectional<br />

coupled oscillations of the upper limbs in the horizontal<br />

plane. Eur J Appl Physiol. 2010: 108: 93-104. IF 2.047.<br />

– Maggioni MA, Cè E, Rampichini S, Ferrario M, Giordano G,<br />

Veicsteinas A, Merati G. Electrical stimulation versus kinesitherapy<br />

in improving functional fitness in older women.<br />

Arch Gerontol Geriatr, 2009 May 27. IF 1.572.<br />

Pubblicazioni su riviste internazionali con comitato <strong>di</strong> revisione<br />

– Limonta E, Squadrone R, Rodano R, Marzegan A, Veicsteinas<br />

A, Merati G, Sacchi M. Tri<strong>di</strong>mensional kinematic<br />

analysis on a kayaking simulator: key factors to successful<br />

performance. Sport Sci Health (2010) 1:27–34.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Il ruolo dei ra<strong>di</strong>cali liberi prodotti durante esercizio<br />

muscolare sul tessuto muscolare<br />

Responsabile: Veicsteinas Arsenio<br />

INTRODUZIONE<br />

L’esercizio rimodella il muscolo scheletrico in maniera molto<br />

profonda. I segnali nervosi, gli stimoli meccanici e la <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong> molecole segnale, sia per via sistemica sia per via<br />

paracrina, hanno un ruolo importante in tale rimodellamento.<br />

L’attività muscolare determina un maggior <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

energia e quella porzione <strong>di</strong> energia che viene ricavata dal<br />

metabolismo ossidativo determina a sua volta una maggiore<br />

produzione delle cosiddette “Specie Reattive dell’Ossigeno”<br />

(ROS); oltre a essere dei potenziali agenti <strong>di</strong> danno a<br />

livello subcellulare, esse costituiscono la base della segnalazione<br />

che induce a risposte adattative e citoprotettive. Indubbiamente<br />

il ruolo dei ROS nel rimodellamento muscolare<br />

presenta ancora molti aspetti poco noti e affascinanti, che<br />

possono gettare luce anche sui meccanismi patologici in cui<br />

l’eccessiva produzione <strong>di</strong> ROS non deriva dall’aumentata attività<br />

muscolare, ma da alterazioni nel sistema <strong>di</strong> omeostasi<br />

mitocondriale o da altre fonti.<br />

Nello stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni indotte dall’esercizio fisico<br />

sull’apparato muscolare scheletrico è fondamentale tenere<br />

conto delle <strong>di</strong>verse tipologie muscolari. Infatti, i vari muscoli<br />

si <strong>di</strong>fferenziano per la percentuale <strong>di</strong> fibre “rosse” o “lente”,<br />

ossia a metabolismo prevalentemente ossidativo, meno affaticabili<br />

e, viceversa, <strong>di</strong> fibre “bianche” o “rapide”, ossia a<br />

metabolismo prevalentemente glicolitico, in grado <strong>di</strong> esercitare<br />

per tempi brevi una grande forza. È anche importante<br />

tenere conto del tipo <strong>di</strong> esercizio al quale il muscolo viene<br />

sottoposto; infatti, un esercizio <strong>di</strong> potenziamento muscolare,<br />

“anaerobico”, come l’esercizio che si effettua in palestra<br />

con macchine e pesi, non determina gli stessi effetti <strong>di</strong> un<br />

esercizio aerobico, teso a potenziare la resistenza muscolare,<br />

come per esempio la corsa o il ciclismo.<br />

È molto utile avvalersi <strong>di</strong> modelli animali, sia perché rendono<br />

possibile lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una popolazione omogenea e facilmente<br />

manipolabile, sia per la possibilità <strong>di</strong> prelevare, al termine<br />

dell’allenamento, interi muscoli <strong>di</strong> varie tipologie, rendendone<br />

possibile la comparazione e lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> numerosi parametri.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

95


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

96<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

OBIETTIVI<br />

Stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni indotte nel tessuto muscolare da allenamento<br />

fisico aerobio, con particolare attenzione al confronto<br />

tra muscolo a metabolismo prevalentemente ossidativo e<br />

muscolo a metabolismo prevalentemente glicolitico; effetti dei<br />

ROS sul danno muscolare e sulla sua riparazione e loro funzione<br />

<strong>di</strong> segnalazione nell’adattamento del muscolo all’esercizio.<br />

METODI<br />

Gruppi <strong>di</strong> ratti maschi <strong>di</strong> ceppo Sprague-Dowley vengono<br />

abituati al cicloergometro all’età <strong>di</strong> 8 settimane e, dopo una<br />

settimana, iniziano un allenamento graduale che li porta ad<br />

acquisire, nel giro <strong>di</strong> 10 settimane, una VO2 pari a circa il 60%<br />

(allenamento moderato) o l’80% (allenamento intenso) del<br />

massimo. Si noti che entrambi i livelli sono da considerarsi livelli<br />

amatoriali. I controlli sono ratti sedentari <strong>di</strong> pari età. Al termine<br />

del periodo <strong>di</strong> allenamento, i ratti sono sacrificati e dalle<br />

zampe posteriori vengono prelevati muscolo soleo (SOL), a<br />

metabolismo prevalentemente ossidativo e muscolo tibiale<br />

anteriore (TA), a metabolismo prevalentemente glicolitico.<br />

Ci siamo avvalsi <strong>di</strong> numerose tecniche, dall’istochimica alla<br />

morfometria, dallo stu<strong>di</strong>o dell’espressione genica me<strong>di</strong>ante<br />

Real Time PCR, a quello dell’espressione <strong>di</strong> particolari proteine<br />

tramite Western Blotting, da un’indagine proteomica eseguita<br />

su gel bi<strong>di</strong>mensionale (IF+SDS-PAGE), alla valutazione<br />

delle mo<strong>di</strong>ficazioni proteiche indotte dall’ossidazione (gruppi<br />

carbonilici), e all’identificazione delle proteine isolate tramite<br />

MALDI-TOF, dalla valutazione dello stato <strong>di</strong> pompe e canali<br />

ionici, allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> attività enzimatiche e a quello <strong>di</strong> prodotti<br />

<strong>di</strong> perossidazione lipi<strong>di</strong>ca.<br />

RISULTATI<br />

1. In una prima fase è stata eseguita un’approfon<strong>di</strong>ta analisi della<br />

letteratura, che ha permesso la redazione <strong>di</strong> una review.<br />

2. Analisi proteomica e stato <strong>di</strong> ossidazione dei muscoli allenati.<br />

Questo lavoro ha utilizzato le più avanzate tecnologie<br />

<strong>di</strong> valutazione proteomica per confrontare i muscoli SOL<br />

e TA <strong>di</strong> ratti sedentari e <strong>di</strong> ratti sottoposti ad allenamento<br />

intenso. Si è partiti da una separazione delle proteine me<strong>di</strong>ante<br />

Isoelectric Focusing, cui è seguita una separazione<br />

nella seconda <strong>di</strong>mensione tramite elettroforesi in con<strong>di</strong>zioni<br />

denaturanti. Mentre un gel veniva semplicemente<br />

colorato con Coomassie, l’altro gel, eseguito in parallelo,<br />

veniva sottoposto a identificazione delle proteine carbonilate,<br />

ossia mo<strong>di</strong>ficate dall’ossidazione. Queste venivano<br />

quantificate e si procedeva quin<strong>di</strong> a una loro identificazione<br />

me<strong>di</strong>ante spettroscopia <strong>di</strong> massa (MALDI-TOF). I risultati<br />

principali sono i seguenti: a) identificazione <strong>di</strong> 15 proteine<br />

la cui espressione era influenzata dall’allenamento,<br />

in particolare, <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> enzimi glicolitici espressi nel<br />

TA; b) identificazione <strong>di</strong> 13 proteine che vengono selettivamente<br />

ossidate in conseguenza dell’allenamento, <strong>di</strong> cui<br />

solo 4 comuni a entrambi i tipi <strong>di</strong> muscolo; c) identificazione<br />

<strong>di</strong> 48 proteine che sono ossidate anche a livello basale,<br />

parzialmente <strong>di</strong>verse nei due <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> muscolo; tra <strong>di</strong><br />

esse, proteine da stress, in particolare HSP70, e proteine<br />

coinvolte nel metabolismo energetico e nella contrazione<br />

muscolare. Questo aspetto rappresenta il dato forse più<br />

significativo, in quanto si può concludere che l’ossidazione<br />

delle proteine può rappresentare una specie <strong>di</strong> naturale<br />

“valvola <strong>di</strong> compensazione” alla normale produzione <strong>di</strong><br />

ROS. Infatti si nota che il livello <strong>di</strong> ossidazione è maggiore,<br />

in con<strong>di</strong>zioni basali, sia nel SOL che nel TA, in considerazione<br />

del loro <strong>di</strong>verso metabolismo.<br />

La Fig. 1 mostra le proteine carbonilate riconosciute nel<br />

SOL (a sinistra) e nel TA (a destra) in con<strong>di</strong>zioni basali.<br />

3. Adattamento del muscolo scheletrico all’esercizio e ruolo dei<br />

ROS. Questa parte dello stu<strong>di</strong>o ha esaminato SOL e TA in<br />

ratti sedentari e sottoposti ad allenamento aerobico moderato.<br />

I risultati più significativi vengono dalla comparazione<br />

dei due tipi <strong>di</strong> muscolo, che hanno consentito <strong>di</strong> determinare<br />

che entrambi sono soggetti a mo<strong>di</strong>ficazioni, anche in seguito<br />

ad allenamento moderato. Entrambi i muscoli sono soggetti<br />

a lieve, ma significativa, ipertrofia, tuttavia con modalità <strong>di</strong>verse,<br />

in quanto il muscolo SOL, già con metabolismo ossidativo<br />

e quin<strong>di</strong> con potenti sistemi antiossidanti già presenti,<br />

subisce un modesto incremento percentuale delle fibre ossidative<br />

e una modesta ipertrofia delle stesse, ma il muscolo<br />

TA va incontro a importanti mo<strong>di</strong>ficazioni in cui i ROS stessi<br />

inducono l’aumento dei mitocondri, lo switch metabolico, e<br />

una vera e propria proliferazione delle cellule muscolari, con<br />

aumento delle fibre “rosse”.


Particolarmente interessanti sono risultati i rapporti tra ROS<br />

ed espressione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> regolazione della miogenesi, fattori<br />

che inducono la biogenesi mitocondriale, proliferazione<br />

delle cellule satelliti e loro processi <strong>di</strong> fusione.<br />

Varie valutazioni <strong>di</strong> marker <strong>di</strong> stress ossidativo hanno inoltre consentito<br />

<strong>di</strong> evidenziare che l’allenamento determina l’incremento<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fese antiossidanti (enzimi antiossidanti e proteina HSP70) e,<br />

quin<strong>di</strong>, una sostanziale resistenza all’ossidazione delle pompe e<br />

dei canali ionici deputati al controllo del calcio e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />

alla regolazione della contrazione dei lipi<strong>di</strong> <strong>di</strong> membrana.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Abruzzo PM, <strong>di</strong> Tullio S, Marchionni C, Belia S, Fanó G,<br />

Zampieri S, Carraro U, Kern H, Sgarbi G, Lenaz G, Marini<br />

M. Oxidative stress in denervated rat muscle. Free Ra<strong>di</strong>cal<br />

Fig. 1 Le proteine carbonilate riconosciute nel SOL (a sinistra) e nel TA (a destra) in con<strong>di</strong>zioni basali.<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Research 2010 44(5): 563-576. ISSN: 1071-5762.<br />

– Marini M, Veicsteinas A. The exercised skeletal muscle<br />

– A Review. Basic Applied Myology – European Journal<br />

Translational Myology – Myology Reviews 20 (3): 113-128,<br />

2010 http://www.bio.unipd.it/bam/ ISSN 1120 – 9992 UNI-<br />

PRESS.doi:10.1186/1471-2164-10-342.<br />

– Magherini F, Abruzzo PM, Puglia M, Bini L, Gamberi T,<br />

Esposito F, Veicsteinas A, Marini M, Fiorillo C, Modesti A.<br />

Proteomic analysis and protein carbonylation profile in trained<br />

and untrained rat muscles. Submitted JPR.<br />

– Abruzzo PM, Esposito F, Marchionni C, <strong>di</strong> Tullio S, Beccafico<br />

S, Fulle S, Veicsteinas A, Marini M. Training-induced<br />

oxidative stress and adaptations in rat skeletal muscles. In<br />

preparazione.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

97


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

98<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Relazione tra esami integrativi richiesti<br />

ed effettive patologie riscontrate nella visita<br />

<strong>di</strong> idoneità<br />

Responsabile: Veicsteinas Arsenio<br />

INTRODUZIONE<br />

Il me<strong>di</strong>co dello Sport nella sua attività certificativa e sempre<br />

<strong>di</strong> più preventiva, si trova spesso <strong>di</strong> fronte alla necessità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re<br />

i sospetti <strong>di</strong>agnostici, prescrivendo ulteriori esami<br />

per lo più <strong>di</strong> carattere car<strong>di</strong>ologico, per giungere a una corretta<br />

valutazione dell’atleta sia ai fini certificativi che <strong>di</strong> follow-up.<br />

Questo comporta un notevole <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> risorse. Da dati<br />

della letteratura scientifica recente emerge la <strong>di</strong>fferente incidenza<br />

e prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti patologie car<strong>di</strong>ovascolari<br />

nelle <strong>di</strong>verse età prese in considerazione (maggiore prevalenza<br />

<strong>di</strong> patologie congenite e aritmiche primitive in soggetti <strong>di</strong><br />

fascia <strong>di</strong> età più giovane, maggiore prevalenza della car<strong>di</strong>opatia<br />

ischemica e dell’ipertensione con il passare degli anni<br />

soprattutto dopo i 40 anni). Su tutto, una particolare rilevanza<br />

deve essere data alla corretta identificazione della car<strong>di</strong>omiopatia<br />

ipertrofica nelle sue <strong>di</strong>verse forme e rappresentazioni,<br />

che rappresenta la prima causa <strong>di</strong> morte improvvisa giovanile<br />

a livello mon<strong>di</strong>ale, tenendo presente che la sua prevalenza<br />

riguarda 1/500 soggetti nella popolazione generale.<br />

OBIETTIVI<br />

Obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è stato effettuare un’accurata<br />

valutazione retrospettiva delle cartelle cliniche <strong>di</strong> atleti pervenuti<br />

nei Centri <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dello Sport della <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> degli ultimi tre anni, ai quali sono stati richiesti<br />

ulteriori esami car<strong>di</strong>ologici per approfon<strong>di</strong>re un sospetto <strong>di</strong>agnostico.<br />

Questa valutazione ha permesso <strong>di</strong> ottenere informazioni<br />

utili per:<br />

• effettuare una corretta prescrizione <strong>di</strong> ulteriori esami <strong>di</strong>agnostici<br />

sulla base dei riscontri emersi in sede <strong>di</strong> visita e<br />

confrontati con i dati ottenuti dall’analisi retrospettiva e<br />

con la <strong>di</strong>fferente prevalenza delle patologie car<strong>di</strong>ovascolari<br />

nelle <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> età (creazione <strong>di</strong> flow-chart operativi<br />

per i me<strong>di</strong>ci dello sport);<br />

• definire l’opportunità <strong>di</strong> ulteriori indagini sulla base dell’età<br />

dell’atleta (es.: test da sforzo massimale dopo i 40 anni,<br />

vista la maggiore incidenza <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia ischemica e <strong>di</strong><br />

ipertensione arteriosa, oppure ecocar<strong>di</strong>ocolor Doppler a 16<br />

anni nel sospetto <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>omiopatia ipertrofica suggerita da<br />

criteri <strong>di</strong> voltaggio o anomalie della ripolarizzazione, oppure<br />

Risonanza Magnetica Nucleare invece <strong>di</strong> ecografia nel<br />

sospetto <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia aritmogena del ventricolo destro).<br />

METODI<br />

Descrizione del campione<br />

Nel corso del 2010 sono state esaminate 4485 cartelle appartenenti<br />

a soggetti giunti nei Centri <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dello Sport<br />

della <strong>Fondazione</strong> <strong>Don</strong> <strong>Gnocchi</strong> per richiedere certificazione<br />

<strong>di</strong> buona salute o idoneità alla pratica <strong>di</strong> sport a livello agonistico<br />

nel periodo compreso tra settembre 2005 e giugno<br />

2008. I soggetti esaminati avevano un’età compresa tra i 6 e<br />

i 78 anni ed erano in prevalenza <strong>di</strong> sesso maschile.<br />

Per tutti i soggetti è stata raccolta un’accurata anamnesi,<br />

peso e altezza, misura dell’acuità visiva, misurazione della<br />

pressione arteriosa, esame spirometrico con valutazione dei<br />

volumi polmonari statici e <strong>di</strong>namici, tracciato elettrocar<strong>di</strong>ografico<br />

nelle 12 derivazioni standard in con<strong>di</strong>zioni basali e dopo<br />

sforzo eseguito sul gra<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Master o su cicloergometro.<br />

È stato creato un database per raccogliere da ogni cartella<br />

i seguenti dati: sesso, età, parametri antropometrici (peso e<br />

altezza), fumo, anamnesi familiare e personale con particolare<br />

riferimento a patologie dell’apparato car<strong>di</strong>ovascolare, stato<br />

<strong>di</strong> allenamento valutato sulla base del numero <strong>di</strong> anni de<strong>di</strong>ti<br />

all’attività sportiva in questione, numero <strong>di</strong> sedute settimanali<br />

<strong>di</strong> allenamento e durata della stesse e infine caratteristiche<br />

del tracciato elettrocar<strong>di</strong>ografico <strong>di</strong> base e dopo sforzo.<br />

RISULTATI<br />

Dei 4485 soggetti esaminati 211 (4,7%) sono stati sottoposti<br />

in prima battuta a esami <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento car<strong>di</strong>ologico<br />

<strong>di</strong> secondo livello. Le cartelle relative alle visite <strong>di</strong> idoneità<br />

agonistica erano 145 (68,7%) delle quali 137 (94,5%) B1, 5<br />

(3,4%) A1, 1 (0,7%) B3, 2 (1,4%) agonistiche occasionali,<br />

mentre quelle relative a visite per attività sportive non agonistiche<br />

erano 66 (31,3%).<br />

In particolare gli approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong> secondo livello<br />

richiesti sono stati i seguenti:<br />

176 ecocar<strong>di</strong>ocolor Doppler (83,4%), 85 ECG Holter delle 24 h<br />

(40,3%), 75 Test ergometrici massimali (TEM, 35,5%), 11 Mo-


nitoraggi della Pressione Arteriosa nelle 24 h (MAP, 5,2%), 21<br />

visite car<strong>di</strong>o-aritmologiche (10%). A seguito dei risultati emersi<br />

dagli esami <strong>di</strong> secondo livello eseguiti sono state successivamente<br />

richieste, come esami <strong>di</strong> terzo livello, 6 scintigrafie miocar<strong>di</strong>che<br />

(2,8%) e 3 RMN car<strong>di</strong>ache morfologiche (1,4%).<br />

Valutando le cause degli approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>agnostici richiesti<br />

è emerso che in 68 (32,2%) casi l’esame richiesto era motivato<br />

da un’anamnesi positiva per anomalie car<strong>di</strong>ologiche già<br />

note, in 9 (4,3%) casi per riferita lipotimia durante esercizio.<br />

In 33 (15,6%) soggetti, l’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>agnostico è stato<br />

motivato dalla rilevazione <strong>di</strong> elevati valori pressori in corso<br />

<strong>di</strong> visita; <strong>di</strong> questi soggetti, 29 (87,9%) erano ipertesi noti già<br />

in terapia. 46 (21,8%) richieste sono state motivate da rilievo<br />

<strong>di</strong> soffio car<strong>di</strong>aco sospetto all’auscultazione. La registrazione<br />

elettrocar<strong>di</strong>ografica ha permesso <strong>di</strong> rilevare 62 (29,4%)<br />

casi <strong>di</strong> extrasistolia ectopica ventricolare o sopraventricolare,<br />

35 (16,6%) casi <strong>di</strong> anomalie aspecifiche della ripolarizzazione<br />

(definite come T invertite in almeno 3 derivazioni,<br />

in particolare nelle precor<strong>di</strong>ali, sopra-sottoslivellamento S-T<br />

>2 mm), 11 (5,2%) casi <strong>di</strong> blocco atrioventricolare, 2 (0,9%)<br />

casi <strong>di</strong> WPW già noti ai pazienti e già indagati con stu<strong>di</strong>o<br />

elettrofisiologico e conseguente valutazione della pericolosità<br />

del quadro clinico, 1 (0,5%) caso <strong>di</strong> blocco completo della<br />

branca sinistra, 1 (0,5%) caso <strong>di</strong> QT lungo sospetto e infine<br />

39 (18,5%) soggetti avevano criteri <strong>di</strong> voltaggio del QRS per<br />

l’ipertrofia ventricolare sinistra (criteri <strong>di</strong> Sokolow-Lyon).<br />

Dei 211 soggetti fermati per accertamenti <strong>di</strong> secondo livello,<br />

13 (6,2%) sono stati sospesi in quanto non hanno presentato<br />

anche a seguito <strong>di</strong> contatto telefonico gli esami richiesti,<br />

<strong>di</strong> fatto questi soggetti risultano persi al follow-up annuale.<br />

5 soggetti (2,4%) sono risultati definitivamente non idonei<br />

dopo gli accertamenti <strong>di</strong> secondo e terzo livello, su giu<strong>di</strong>zio<br />

unanime del car<strong>di</strong>ologo e del me<strong>di</strong>co dello sport.<br />

I rimanenti 193 soggetti (91,5%) esaminati hanno riportato,<br />

in seguito all’accertamento <strong>di</strong> secondo livello ai fini della concessione<br />

dell’idoneità sportiva, almeno un segno meritevole<br />

<strong>di</strong> follow-up nel tempo, sia esso il monitoraggio della pressione<br />

arteriosa, piuttosto che la valutazione negli anni <strong>di</strong> una<br />

valvulopatia o <strong>di</strong> un iniziale <strong>di</strong>latazione del bulbo dell’aorta<br />

o frequentemente un numero <strong>di</strong> battiti ectopici ventricolari<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

elevato con caratteristiche attuali <strong>di</strong> benignità che necessita<br />

in ogni caso <strong>di</strong> valutazione del tempo. In particolare tutti i<br />

soggetti esaminati per soffio all’auscultazione hanno avuto il<br />

riscontro <strong>di</strong> insufficienza <strong>di</strong> una o più valvole <strong>di</strong> grado almeno<br />

lieve, e molti PVM <strong>di</strong> nuova <strong>di</strong>agnosi.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Corrado D, Drezner J, Basso C, Pelliccia A, Thiene G. Strategies<br />

for the prevention of suddencar<strong>di</strong>acdeathduringsports.<br />

Eur J Car<strong>di</strong>ovascPrevRehabil. 2011 Apr;18(2):197-208.<br />

– Steinvil A, Chundadze T, Zeltser D, Rogowski O,Halkin A,<br />

Galily Y, Perluk H, Viskin S. Mandatory electrocar<strong>di</strong>ographic<br />

screening of athletes to reduce their risk for sudden<br />

death proven fact or wishful thinking? J Am CollCar<strong>di</strong>ol.<br />

2011 Mar 15;57(11):1291-6.<br />

– Corrado D, Schmied C, Basso C, Borjesson M, Schiavon<br />

M, Pelliccia A, Vanhees L, Thiene G. Risk of sports: do<br />

we need a pre-participation screening for competitive and<br />

leisure athletes? Eur Heart J. 2011 Apr;32(8):934-44. Epub<br />

2011 Jan 29.<br />

– Keightley M, Green S, Reed N, Agnihotri S, Wilkinson A,<br />

Lobaugh N. An investigation of the effects of sports-related<br />

concussion in youth using functional magnetic resonance<br />

imaging and the head impact telemetry system. J<br />

VisExp. 2011 Jan 12;(47).<br />

– Drezner J, Corrado D. Is there evidence for recommen<strong>di</strong>ng<br />

electrocar<strong>di</strong>ogram as part of the pre-participation examination?<br />

Clin J Sport Med. 2011 Jan;21(1):18-24.<br />

– Borjesson M, Dellborg M. Is there evidence for mandating<br />

electrocar<strong>di</strong>ogram as part of the pre-participation examination?<br />

Clin J Sport Med. 2011 Jan;21(1):13-7.<br />

– Rowland T. Prevention of sudden car<strong>di</strong>ac death in young<br />

athletes: controversies and conundrums. Med Sport Sci.<br />

2011;56:171-86. Epub 2010 Dec 21. Review.<br />

– Andersen LJ, Rasmusen H, Madsen JK, Hansen PR.<br />

[Heart screening of eliteathletes]. UgeskrLaeger. 2010<br />

Nov 29;172(48):3339-42. Danish.<br />

– Löllgen H, Leyk D, Hansel J. The pre-participation examination<br />

for leisure time physical activity: general me<strong>di</strong>cal and<br />

car<strong>di</strong>ological issues. DtschArzteblInt. 2010 Oct;107(42):742-<br />

9. Review.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

99


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

100<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

– Mayerick C, Carré F, Elefteriades J. Aortic <strong>di</strong>ssection and<br />

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investigation of pre-activity car<strong>di</strong>ovascular screening procedures<br />

in health/fitness facilities – part I: is adherence<br />

with national standards decreasing? PrevCar<strong>di</strong>ol. 2009<br />

Summer;12(3):155-62.<br />

– Passoni E, Boniello S, Veicsteinas A, Merati G. Richiesta <strong>di</strong><br />

esami integrativi in me<strong>di</strong>cina dello sport ed idoneità agonistica:<br />

uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo. Me<strong>di</strong>cina dello Sport. Sottomesso.<br />

Relazioni a congressi:<br />

– Merati G, Veicsteinas A. I principi fisiologici delle classi-<br />

ficazioni delle attività sportive. XIV Congresso Nazionale<br />

della Società Italiana <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia dello Sport (SIC Sport).<br />

Roma, settembre 2009.<br />

– Merati G. L’importanza dell’esercizio fisico nelle varie fasce <strong>di</strong><br />

età. V Convegno Girolamo Mercuriale. maggio 2011 Parma.<br />

– Veicsteinas A, Maggioni MA, Rampichini S, Merati G. Two<br />

Vs 3 Weekly Training Sessions In Joung Soccer Players. Effects<br />

On Body Composition, Car<strong>di</strong>ovascular Adaptation To<br />

Exercise And ECG. 2010 Meeting of the American College<br />

of Sports Me<strong>di</strong>cine. Baltimora (USA), giugno 2010. Poster.


Stu<strong>di</strong>o bicentrico sugli effetti<br />

della stimolazione elettrica transcutanea (TENS)<br />

della mano nel recupero motorio<br />

dell’arto superiore nel paziente con stroke<br />

Responsabile: Aprile Irene<br />

INTRODUZIONE<br />

Numerosi sono i fenomeni <strong>di</strong> neuroplasticità indotti dall’esperienza<br />

e dall’esercizio: aumento dell’eccitabilità e del reclutamento<br />

<strong>di</strong> neuroni in entrambi gli emisferi, sprouting dei<br />

dendriti e rafforzamento delle connessioni sinaptiche. Questi<br />

meccanismi sono le basi neurofisiologiche dell’efficacia<br />

del trattamento riabilitativo nel recupero <strong>di</strong> pazienti affetti da<br />

stroke. L’arto superiore spesso ha un recupero parziale o un<br />

non recupero dopo stroke. Alcuni stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato l’utilità<br />

<strong>di</strong> associare a un trattamento riabilitativo standard tecniche<br />

<strong>di</strong> stimolazione sensitiva amplificando così i già descritti fenomeni<br />

<strong>di</strong> neuroplasticità e migliorando ulteriormente la risposta<br />

al trattamento riabilitativo convenzionale. Ma scarsi sono i<br />

dati della letteratura in merito all’argomento (SH Peurala, Clin<br />

Rehab, 2002) e solo un recente stu<strong>di</strong>o valuta gli effetti <strong>di</strong> un<br />

protocollo <strong>di</strong> stimolazione elettrica associato a un compito <strong>di</strong><br />

attenzione sulla performance dell’arto inferiore in pazienti affetti<br />

da stroke (Ng SS, Hui-Chan CW, Stroke 2007).<br />

OBIETTIVI<br />

L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o era valutare gli effetti <strong>di</strong> un input<br />

sensitivo elettrico alla mano associato a un compito cognitivo-<strong>di</strong>scriminativo<br />

(localizzazione dello stimolo) sul recupero<br />

sensorimotorio dell’arto superiore dopo stroke.<br />

Le ipotesi su cui si basa lo stu<strong>di</strong>o sono che: a) la percezione<br />

sensoriale e propriocettiva è necessaria per avere consapevolezza<br />

<strong>di</strong> una parte del proprio corpo, b) l’attenzione può<br />

favorire la propriocezione e quin<strong>di</strong> rafforzare i processi alla<br />

base del recupero dovuto alla plasticità cerebrale e c) il recupero<br />

della propriocezione migliora in termini qualitativi e<br />

quantitativi dell’esecuzione <strong>di</strong> compiti motori.<br />

METODI<br />

Criteri <strong>di</strong> inclusione: sono stati inclusi pazienti affetti da Stroke<br />

con compromissione dell’arto superiore e con funzioni<br />

cognitive integre (MMSE 24) che hanno dato il loro consenso,<br />

in età compresa tra 18 e 80 aa. Criteri <strong>di</strong> esclusione:<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

sono stati esclusi pazienti con storia <strong>di</strong> epilessia, con <strong>di</strong>sturbi<br />

del ritmo car<strong>di</strong>aco, Pace Maker, con deterioramento delle<br />

funzioni cognitive e parkinsonismo.<br />

I pazienti arruolati sono stati randomizzati in: Gruppo A (trattamento<br />

neuromotorio convenzionale e trattamento TENS +<br />

compito <strong>di</strong>scriminativo); Gruppo B (trattamento neuromotorio<br />

convenzionale e trattamento TENS). Le seguenti misure<br />

<strong>di</strong> outcome sono state utilizzate:<br />

1. valutazione della forza della mano e delle <strong>di</strong>ta me<strong>di</strong>ante<br />

<strong>di</strong>namometro (Grasping, Pinch);<br />

2. valutazione della forza dell’arto superiore (abduzione spalla,<br />

flesso-estensione avambraccio e flesso-estensione<br />

polso) me<strong>di</strong>ante BMRC e Motricity Index;<br />

3. valutazione della <strong>di</strong>verse modalità della sensibilità me<strong>di</strong>ante<br />

<strong>di</strong>sk-criminator <strong>di</strong> Dellon (sensibilità <strong>di</strong>scriminativi), test mono-filamenti<br />

(sensibilità tattile), riconoscimento <strong>di</strong>verse superfici<br />

– liscio-ruvido-morbido – (texture), tatto-movimento<br />

(grafoestesia), valutazione cinestesi polso-<strong>di</strong>ta-avambraccio<br />

(chinestesia).<br />

RISULTATI<br />

Sono stati arruolati 8 pazienti nel gruppo A e 10 pazienti nel<br />

gruppo B. I pazienti reclutati sono stati sottoposti a trattamento<br />

TENS per una durata <strong>di</strong> 6 settimane oltre al trattamento riabilitativo<br />

convenzionale quoti<strong>di</strong>ano. Non abbiamo osservato <strong>di</strong>fferenze<br />

significative tra i due gruppi nelle misure <strong>di</strong> outcome valutate<br />

dopo il trattamento (probabilmente per la numerosità del<br />

campione reclutato). La valutazione dell’intero campione, prima<br />

e dopo il trattamento, ha mostrato un miglioramento significativo<br />

<strong>di</strong> tutte le misure cliniche utilizzate nel valutare la funzione<br />

motoria (Grasping, Pinch, Motricity Index e BMRC). Inoltre,<br />

nell’ambito della estesa valutazione delle <strong>di</strong>verse modalità della<br />

sensibilità, la valutazione post-trattamento ha mostrato un significativo<br />

miglioramento prevalentemente della sensibilità tattile.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI:<br />

– Aprile I, Gilar<strong>di</strong> A, Vergili G, Erra C, Padua L. Evolution of<br />

sensory function of the hand after conventional rehabilitation<br />

treatment in stroke patient. Abstract presentato al<br />

“14 th European Congress on Clinical Neurophysiology and<br />

4 th International Conference on Transcranial Magnetic and<br />

Direct Current Stimulation, Rome (Italy), 20-25 June 2011.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

101


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

102<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Tab. 1 – Comparazione pre e post-trattamento<br />

della funzione sensitiva e significatività<br />

statistica (Wilcoxon mached pair test)<br />

FUNZIONE SENSITIVA<br />

I <strong>di</strong>to II <strong>di</strong>to III <strong>di</strong>to IV <strong>di</strong>to V <strong>di</strong>to<br />

Sensibilità tattile NS NS p


scoli bicipite brachiale, piccolo pettorale e flessori del carpo. La<br />

vibrazione meccanica ripetitiva è stata applicata me<strong>di</strong>ante una<br />

strumentazione specifica (CRO®SYSTEM, Nemoco srl Italy)<br />

consistente in un trasduttore elettromeccanico, uno specifico<br />

supporto e una centralina <strong>di</strong> controllo. Il trasduttore è stato applicato<br />

me<strong>di</strong>ante una piccola sonda <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 10 mm sul<br />

ventre muscolare producendo una forza modulata in modo sinusoidale<br />

il cui valore è compreso tra 7 e 9 N. Il gruppo B (<strong>di</strong><br />

controllo, 21 pazienti) è stato trattato con: 1) stesso programma<br />

riabilitativo del gruppo A; 2) eventuale terapia farmacologica con<br />

miorilassanti orali secondo lo schema stabilito prima dell’arruolamento<br />

nello stu<strong>di</strong>o; 3) vibrazione meccanica placebo.<br />

Tale modalità è stata ottenuta: 1) mo<strong>di</strong>ficando i parametri <strong>di</strong><br />

ampiezza, frequenza e forza dello stimolo vibratorio in modo da<br />

evitare con certezza la stimolazione dei piani profon<strong>di</strong> e quin<strong>di</strong><br />

delle fibre; 2) posizionando il trasduttore sulla superficie cutanea<br />

corrispondente al muscolo target in contrazione isometrica.<br />

I pazienti dei due gruppi sono stati valutati clinicamente<br />

prima dell’inizio del trattamento (T0), a una settimana dalla fine<br />

del trattamento (T1) e a un mese (T2). Nelle <strong>di</strong>verse valutazioni<br />

sono state utilizzate le seguenti scale: Wolf Motor Function<br />

Test (WMFT), Mo<strong>di</strong>fied Ashworth Scale (MAS) e Visual Analogic<br />

Scale (VAS). Come outcome primario è stata utilizzata la<br />

variazione a un mese del punteggio me<strong>di</strong>o della scala <strong>di</strong> abilità<br />

funzionale del Wolf Motor Function Test (WMFT FAS). L’analisi<br />

statistica è stata condotta utilizzando il pacchetto SPSS, release<br />

12.0. Il Kolmogorov-Smirnov Probability Test è stato utilizzato<br />

per valutare la normalità delle <strong>di</strong>stribuzioni. Le variazioni<br />

del punteggio WMFT FAS tra T0, T1 e T2 sono state misurate<br />

me<strong>di</strong>ante il Wilcoxon test for paired samples. Lo standard Pearson’s<br />

chi-square test (2×2 table) è stato utilizzato per valutare la<br />

<strong>di</strong>stribuzione, nei due gruppi, <strong>di</strong> soggetti con un cambiamento<br />

Tab. 1<br />

Patients excee<strong>di</strong>ng the MDC 90<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

rispetto al baseline nel punteggio WMFT-FAS superiore a 0.37<br />

(Mean Detectable Change 90 ), 0.2 (Clinically Important Difference,<br />

limite inferiore) e 0.4 (Clinically Important Difference, limite<br />

superiore). Il Mann-Whitney U test è stato usato per confrontare<br />

le me<strong>di</strong>ane dei punteggi MAS e VAS nei due gruppi. Il livello<br />

<strong>di</strong> significatività è stato fissato a p


<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

104<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

Pattern <strong>di</strong> attivazione muscolare<br />

dell’arto superiore in relazione all’utilizzo<br />

<strong>di</strong> touchpad e mouse convenzionale<br />

nell’utilizzo <strong>di</strong> computer portatile<br />

Responsabile: Padua Luca<br />

INTRODUZIONE<br />

I Ripetitive Strain Injuries (RSI) sono <strong>di</strong>sturbi del sistema<br />

muscolo-scheletrico e/o del sistema nervoso periferico,<br />

causati o aggravati da movimenti ripetitivi in combinazione<br />

con posture statiche prolungate e scorrette, nonché<br />

da stress meccanici e vibrazioni. Certe situazioni <strong>di</strong> lavoro<br />

possono indurre con facilità un sovraccarico muscoloscheletrico.<br />

L’attivazione ripetuta e intensa <strong>di</strong> muscoli<br />

specifi ci, durante un’attività motoria, può quin<strong>di</strong> rappresentare<br />

un momento eziologico e patogenetico importante.<br />

È riconosciuto che tra i soggetti particolarmente a<br />

rischio <strong>di</strong> RSI ci sono i lavoratori addetti ai videoterminali.<br />

I fattori <strong>di</strong> rischio per tale patologia in questi soggetti non<br />

sono ancora ben defi niti. È possibile che il ripetersi dei<br />

movimenti legati a posture incongrue e forze sviluppate<br />

con contrazione contemporanea e prolungata <strong>di</strong> muscoli<br />

antagonisti/agonisti possa rappresentare il momento etiopatogenetico<br />

principale. Dalle conoscenze già <strong>di</strong>sponibili<br />

è chiaro come nella patologia in questione vi siano delle<br />

implicazioni che richiedono un’accurata ed esaustiva valutazione<br />

multi<strong>di</strong>mensionale al fi ne <strong>di</strong> acquisire informazioni<br />

utili per prevenire tale patologia. Una delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

maggiore rischio <strong>di</strong> RSI nei lavoratori al videoterminale è<br />

determinata dall’utilizzo <strong>di</strong> mouse o pointing device (detti<br />

anche strumenti <strong>di</strong> puntamento).<br />

In particolare, data la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> computer portatili usati<br />

anche sulle scrivanie, lo scopo era quello <strong>di</strong> comparare l’atto<br />

motorio effettuato con un mouse standard (con fi lo) e con<br />

il touchpad del notebook. L’obiettivo primario dell’UO è <strong>di</strong><br />

identifi care i pointing device che permettono <strong>di</strong> ottenere il<br />

medesimo atto lavorativo <strong>di</strong> puntamento con una minore<br />

contrazione <strong>di</strong> muscoli prossimali dell’arto superiore (spesso<br />

responsabili <strong>di</strong> cervicalgie) e una minore co-contrazione <strong>di</strong><br />

muscoli antagonisti (spesso responsabile <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>nopatie e<br />

mononeuropatie).<br />

Fig. 1<br />

RSI: <strong>di</strong>sturbi del sistema muscolo-scheletrico<br />

e/o del sistema nervoso periferico.<br />

OBIETTIVI<br />

L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o era quello <strong>di</strong> identifi care quale<br />

pointing device (<strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> puntamento) tra il classico<br />

mouse e il touchpad, permettesse <strong>di</strong> ottenere il medesimo<br />

atto lavorativo <strong>di</strong> “puntamento” con una minore contrazione<br />

<strong>di</strong> muscoli prossimali dell’arto superiore (spesso responsabili<br />

<strong>di</strong> cervicalgie) e una minore co-contrazione <strong>di</strong> muscoli<br />

antagonisti (spesso responsabile <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>nopatie e mononeuropatie).


METODI<br />

Sono stati valutati 40 videoterminalisti (27 femmine e 13<br />

maschi, <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a 32,5 anni) che utilizzano quoti<strong>di</strong>anamente<br />

il personal computer circa 4 ore al giorno, con una<br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 20 ore alla settimana. In tutti i soggetti è stata<br />

stu<strong>di</strong>ata me<strong>di</strong>ante elettromiografia <strong>di</strong> superficie l’attività<br />

muscolare <strong>di</strong> muscoli prossimali e semi<strong>di</strong>stali dell’arto<br />

superiore dominante (il destro per tutti i soggetti) durante<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> due <strong>di</strong>versi pointing device.<br />

Durante il task motorio i soggetti erano seduti su una se<strong>di</strong>a<br />

ergonomica tale da consentire una posizione eretta <strong>di</strong><br />

testa, collo e tronco. Il task motorio consisteva nell’eseguire<br />

con i due pointing device un percorso predefinito in un<br />

lasso <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> 60 secon<strong>di</strong>. Il task è stato eseguito utilizzando<br />

il mouse V100 con filo della Logitech e il touchpad.<br />

La valutazione elettromiografia è stata eseguita a livello dei<br />

muscoli trapezio, deltoide, bicipite brachiale, tricipite brachiale<br />

e muscolo estensore comune delle <strong>di</strong>ta me<strong>di</strong>ante<br />

l’elettromiografo <strong>di</strong> superficie Delsys.<br />

Valutazione dell’attivazione elettromiografica attraverso l’uso dei due pointing device<br />

Deltoide dx (Set1[Rep1])<br />

0.0001<br />

0<br />

-0.0001<br />

14 14.5 15 15.5 16 16.5<br />

[s]<br />

17 17.5 18 18.5 19<br />

0.0001<br />

Deltoide dx (Set1[Rep2])<br />

0<br />

-0.0001<br />

18 18.5 19 19.5 20 20.5<br />

[s]<br />

21 21.5 22 22.5 23<br />

Fig. 1<br />

23%<br />

non attivo<br />

69%<br />

77% 31%<br />

attivo<br />

<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />

RISULTATI<br />

La valutazione neurografica ha evidenziato la presenza<br />

<strong>di</strong> sindrome del tunnel carpale a livello della mano dominante<br />

nel 10% dei soggetti. La sindrome da intrappolamento<br />

del nervo ulnare al gomito è stata rilevata nel 4%<br />

dei soggetti.<br />

A nostra conoscenza non sono riportate evidenze circa le<br />

eventuali <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> attivazione dei muscoli dell’arto superiore<br />

indotte dai due sistemi <strong>di</strong> puntamento. I nostri dati<br />

evidenziano che a parità <strong>di</strong> task motorio e <strong>di</strong> postazione<br />

lavorativa, mouse e touchpad attivano in maniera sostanzialmente<br />

simile i muscoli esaminati. Solo in alcune circostanze<br />

il mouse può causare una maggiore attivazione ripetuta<br />

del deltoide rispetto al touchpad. Per quanto riguarda il<br />

trapezio e il muscolo estensore comune delle <strong>di</strong>ta, invece,<br />

non abbiamo rilevato <strong>di</strong>fferenza tra i due <strong>di</strong>spositivi che<br />

determinano un’attivazione tonica continua <strong>di</strong> tali muscoli.<br />

Nell’insorgenza dei RSI non intervengono invece sollecitazioni<br />

a livello dei muscoli bicipite e tricipite brachiale<br />

che molto raramente vengono attivati in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dall’uso <strong>di</strong> mouse o touchpad.<br />

PRODOTTI SCIENTIFICI<br />

– Delisle A, Lariviere C, Plamondon A, Imbeau D. Comparison<br />

of three computer office workstations offering forearm<br />

support: impact on upper limb posture and muscle<br />

activation. Ergonomics. 2006 Feb 10;49(2):139-60.<br />

– Frederick KA, Carter PR, Littler JW. Injuries to the me<strong>di</strong>an<br />

and ulnar nerves at the wrist. J. Hand Surg. 1992;17(4):<br />

645-647.<br />

– Goudy N, McLean L. Using myoelectric signal parameters<br />

to <strong>di</strong>stinguish between computer workers with<br />

and without trapezius myalgia. Eur J Appl Physiol. 2006<br />

May;97(2):196-209.<br />

– Hagberg M, Morgenstern H, Kelsh M. Impact of occupation<br />

of a sureillance case definition carpal tunnel syndrome.<br />

Am. J. Public Health.<br />

– Tecchio F, Zappaso<strong>di</strong> F, Melgari JM, Porcaro C, Cassetta<br />

E, Rossini PM. Sensory-motor interaction in primary hand<br />

cortical areas: a magnetoencephalography assessment.<br />

Neuroscience. 2006 Aug 11;141(1):533-42.<br />

<strong>Ricerca</strong> corrente<br />

105


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