Linea di Ricerca 1 - Fondazione Don Carlo Gnocchi
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Sviluppo <strong>di</strong> nuovi algoritmi e procedure<br />
per l’analisi della <strong>di</strong>namica dei segnali fisiologici<br />
Responsabile: Castiglioni Paolo<br />
INTRODUZIONE E OBIETTIVI<br />
Il progetto nasce dalla richiesta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che innovative per<br />
valutare la funzionalità dei meccanismi fisiologici <strong>di</strong> controllo<br />
dell’analisi dei biosegnali da essi generati. In particolare,<br />
parte della ricerca si è focalizzata su meto<strong>di</strong> detti <strong>di</strong> “analisi<br />
<strong>di</strong> complessità”. Molti segnali fisiologici sono assimilabili<br />
a processi stocastici frattali e quin<strong>di</strong> caratterizzabili da una<br />
specifica <strong>di</strong>mensione frattale (o coefficiente <strong>di</strong> scala). Alcuni<br />
segnali sembrano però essere meglio descritti da due (o<br />
più) coefficienti <strong>di</strong> scala. In questo contesto un obiettivo del<br />
progetto è stato sviluppare un metodo per descrivere appropriatamente<br />
la struttura <strong>di</strong> autosomiglianza <strong>di</strong> segnali con<br />
natura multifrattale.<br />
Un altro aspetto che caratterizza la “complessità” dei biosegnali<br />
è il grado <strong>di</strong> impre<strong>di</strong>ttibilità. Un popolare metodo <strong>di</strong> stima<br />
dell’impre<strong>di</strong>ttibilità della frequenza car<strong>di</strong>aca è l’entropia approssimata.<br />
Questo in<strong>di</strong>ce misura la probabilità che segmenti<br />
<strong>di</strong> m dati consecutivi con <strong>di</strong>namica simile (cioè all’interno della<br />
<strong>di</strong>stanza r nello spazio delle fasi a m-<strong>di</strong>mensioni), rimangano<br />
simili quando si aggiunge un dato al segmento. Più bassa è la<br />
probabilità, meno pre<strong>di</strong>cibile è il segnale e maggiore è l’entropia.<br />
In letteratura non esistono criteri precisi per la scelta <strong>di</strong> r<br />
(tra<strong>di</strong>zionalmente fissata tra il 10% e il 25% della deviazione<br />
standard del segnale). Scopo della ricerca è stato quin<strong>di</strong> valutare<br />
se una scelta arbitraria <strong>di</strong> r rappresenti una seria criticità<br />
nell’uso <strong>di</strong> questo strumento in ambito clinico.<br />
La ricerca ha anche riguardato l’analisi dei tracciati elettrooculografici,<br />
fondamentali per classificare le fasi del sonno.<br />
Un metodo <strong>di</strong> classificazione automatica permetterebbe <strong>di</strong><br />
evitare il te<strong>di</strong>oso processo <strong>di</strong> classificazione manuale, e sarebbe<br />
in<strong>di</strong>pendente dall’operatore. Ulteriore obiettivo della<br />
ricerca è stato quin<strong>di</strong> lo sviluppo <strong>di</strong> un algoritmo <strong>di</strong> classificazione<br />
automatica dei movimenti oculari.<br />
METODI<br />
L’algoritmo per ottenere uno spettro <strong>di</strong> coefficienti <strong>di</strong> autosomiglianza<br />
a <strong>di</strong>fferenti scale temporali è basato sulla Detrended<br />
Fluctuations Analysis ed è illustrato in Fig. 1. Per valutare gli ef-<br />
<strong>Linea</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong> 1<br />
fetti <strong>di</strong> una progressiva attivazione simpatica il metodo è stato<br />
applicato su 60 volontari sani registrando pressione arteriosa e<br />
frequenza car<strong>di</strong>aca in tre con<strong>di</strong>zioni sperimentali: in posizione<br />
supina; in posizione seduta; e durante un leggero esercizio fisico<br />
da seduti.<br />
Effetti dell’invecchiamento sono stati valutati confrontando<br />
il primo e il terzo terzile <strong>di</strong> età dell’intero gruppo <strong>di</strong> volontari.<br />
Inoltre la capacità del metodo <strong>di</strong> evidenziare effetti dell’ipossia<br />
durante il sonno è stata valutata su 8 volontari partecipanti<br />
a una missione scientifica sul Monte Everest. La frequenza<br />
car<strong>di</strong>aca è stata registrata durante il riposo notturno a livello<br />
del mare, a 3500 m durante l’esposizione acuta all’ipossia,<br />
e a 5400 m dopo l’acclimatamento in quota. Sono stati calcolati<br />
tra<strong>di</strong>zionali in<strong>di</strong>ci lineari <strong>di</strong> variabilità e lo spettro dei<br />
coefficienti <strong>di</strong> scala.<br />
Per valutare la criticità della scelta del parametro r nella stima<br />
della impre<strong>di</strong>ttibilità della frequenza car<strong>di</strong>aca, sono stati<br />
considerati tracciati elettrocar<strong>di</strong>ografici raccolti per 10 minuti<br />
in 10 volontari sani (età 21-25 anni) in posizione supina e seduta.<br />
L’entropia approssimata <strong>di</strong> tali tracciati è stata calcolata<br />
in funzione <strong>di</strong> r e si è quantificata la variazione <strong>di</strong> entropia col<br />
cambio <strong>di</strong> postura (manovra nota per attivare il tono simpatico<br />
e <strong>di</strong>sattivare il tono vagale).<br />
Per quanto riguarda la classificazione automatica dei movimenti<br />
oculari, è stato <strong>di</strong>segnato un algoritmo <strong>di</strong> riconoscimento<br />
basato su due caratteristiche del segnale oculografico:<br />
la <strong>di</strong>stribuzione statistica della derivata, per identificare i<br />
movimenti veloci; lo spettro <strong>di</strong> frequenza, per identificare i<br />
movimenti lenti. L’algoritmo è stato applicato su 5 tracciati<br />
polisonnografici registrati <strong>di</strong> notte in soggetti sani.<br />
RISULTATI<br />
Contrariamente a quanto normalmente ritenuto, le strutture<br />
<strong>di</strong> scala <strong>di</strong> frequenza car<strong>di</strong>aca e pressione arteriosa si <strong>di</strong>scostano<br />
dal modello frattale a uno o due coefficienti. Le due<br />
strutture <strong>di</strong>fferiscono a riposo ma non durante esercizio,<br />
verosimilmente per l’influenza (massima a riposo) del tono<br />
parasimpatico sulla frequenza car<strong>di</strong>aca.<br />
Effetti dell’invecchiamento sono evidenti solo in con<strong>di</strong>zione<br />
supina, svanendo con l’attivazione simpatica durante esercizio<br />
(Fig. 2). Ciò spiega perché precedenti stu<strong>di</strong> che non hanno con-<br />
<strong>Ricerca</strong> corrente<br />
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