Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
I tanti rivoli<br />
dell’accoglienza<br />
44. scarp de’ tenis giugno 2011<br />
modena<br />
Il territorio di Modena ha organizzato piccoli nuclei, per ospitare<br />
158 persone dal Nord Africa. Il contributo di <strong>Caritas</strong> e diocesi<br />
di Paolo Seghedoni<br />
Anche a Modena sono arrivati, e sono in arrivo, profughi e rifugiati dal<br />
Nord Africa. O comunque persone che sono partite da quell'area per raggiungere<br />
il nostro paese.<br />
Da subito anche la chiesa modenese si è detta disponibile ad accogliere alcune<br />
di queste persone, ed è stato lo stesso arcivescovo, monsignor Antonio Lanfranchi,<br />
a dare questo input. E così tramite la <strong>Caritas</strong> diocesana, la chiesa di Modena è già<br />
in campo da tempo, con gesti di accoglienza e solidarietà concreta.<br />
In particolare la diocesi di Modena-Nonantola si è detta disponibile ad accogliere<br />
17 persone, delle 158 destinate alla provincia di Modena in questa prima<br />
tornata. La situazione è fluida e in continua evoluzione: ai primi dieci arrivati (un<br />
gruppo di tunisini con il permesso di soggiorno temporaneo, di cui quattro sono<br />
rimasti per il momento nel centro di accoglienza modenese) se ne sono aggiunti<br />
altri di altre nazionalità. In particolare<br />
a Modena è arrivato un gruppo di profughi<br />
della Costa d’Avorio, passati per il<br />
Nord Africa: il gruppo, composto da<br />
dieci persone, è stato poi trasferito al<br />
centro stranieri del comune di Modena<br />
e accolto da strutture comunali.<br />
Poi è stata la volta di un gruppo di<br />
sei profughi originari del Bangladesh,<br />
che però vivevano e lavoravano in Libia:<br />
fuggiti dal paese di Gheddafi in seguito<br />
al conflitto armato, queste persone ora<br />
sono accolte dal centro Porta Aperta.<br />
«Anche quando non vi saranno permanenze<br />
prolungate, Porta Aperta –<br />
spiega il direttore, Giorgio Bonini – farà<br />
da filtro nei primi giorni di soggiorno,<br />
prima dello spostamento in altre realtà,<br />
proprio per fornire una accoglienza migliore.<br />
All’inizio, quando arrivavano i tunisini,<br />
di fatto non abbiamo registrato<br />
una vera emergenza. Ora invece stanno<br />
arrivando nuove persone, che hanno<br />
storie e requisiti da profughi, che fuggono<br />
da situazioni molto pesanti».<br />
Insomma, mentre all'inizio a Modena<br />
sono arrivati migranti che usufruiscono<br />
del permesso temporaneo di<br />
soggiorno, ora è la volta di individui<br />
che, fuggendo da guerre o da povertà<br />
assoluta (come gli ivoriani e i bengalesi<br />
citati), hanno i titoli, almeno sulla carta,<br />
per richiedere e ottenere lo status di<br />
rifugiati.<br />
Da Lampedusa e Manduria<br />
Ma Modena, ovviamente, è impegnata<br />
nell’accoglienza non soltanto attraverso<br />
i centri della diocesi (la <strong>Caritas</strong>, con Porta<br />
Aperta, è in prima linea e ha ricavato<br />
altri sette posti presso parrocchie e altre<br />
realtà collegate alla chiesa locale).<br />
A fine maggio in provincia erano arrivati<br />
un centinaio di migranti: dopo la<br />
prima ondata, tutta composta da tunisini<br />
con permesso di soggiorno temporaneo<br />
(parte dei quali provenienti dai<br />
Cie, centri di identificazione ed espulsione)<br />
e quasi tutti poi partiti verso altre<br />
zone del paese e altri paesi esteri, è stata<br />
la volta di gruppi di persone di varie<br />
nazionalità che, non essendo riusciti o<br />
non potendo rientrare nei paesi di origine<br />
dalla Libia, sono fuggiti via mare.<br />
Si tratta di persone provenienti, oltre<br />
che Costa d’Avorio e Bangladesh, anche<br />
da Mali, Nigeria e Somalia. Tutti sono<br />
arrivati nella provincia di Modena<br />
attraverso i centri di Lampedusa o di<br />
Manduria e tutti hanno le caratteristiche<br />
di rifugiati, quindi per queste per-<br />
sone è scattata la procedura di protezione<br />
umanitaria.<br />
In mezzo ai contendenti<br />
La maggioranza dei migranti arrivati<br />
sono analfabeti (anche nella loro lingua<br />
originaria) e non possiedono competenze<br />
particolari. Questo fa pensare<br />
che lavorassero in Libia in condizioni<br />
precarie e che la fuga sia stata precipitosa:<br />
anche perché molti africani, in Libia,<br />
si trovano in mezzo alle parti combattenti.<br />
I nigeriani, per esempio, sono<br />
sospettati di essere miliziani di Gheddafi,<br />
e sono quindi a rischio di essere<br />
catturati e fatti oggetto di violenza da<br />
parte delle forze avverse al regime. In<br />
ogni caso, è necessario seguire i migranti<br />
con pazienza: il loro numero è<br />
tutt’altro che impattante, ma tarare la