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febbraio - Konrad

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Piatto ricco mi ci ficco<br />

Il sito inquinato d'Interesse Nazionale di Trieste<br />

Nel 1949 venne istituita la zona industriale di Trieste. Dagli anni cinquanta<br />

agli anni settanta, a Zaule si realizzarono interramenti e bonifiche idrauliche<br />

dell’area paludosa della Valle delle Noghere, utilizzando materiali<br />

provenienti dallo sbancamento degli originari promontori e macerie<br />

prodotte dai bombardamenti dell’ultima guerra, ma anche rifiuti inerti e<br />

pericolosi. L’uso dell’area come discarica<br />

di rifiuti, di ceneri e di residui delle lavorazioni<br />

industriali (aree ex Esso e ex Aquila,<br />

stabilimento siderurgico di Servola, cementificio)<br />

ha causato la contaminazione di suolo,<br />

sottosuolo e acque sotterrane. Dai risultati<br />

delle indagini di caratterizzazione–ovvero<br />

la ricerca dell’inquinamento– il suolo risulta<br />

contaminato da idrocarburi alifatici e policiclici<br />

aromatici e metalli, ma anche da diossine e<br />

furani, PCB, amianto, fitofarmaci e fenoli. A<br />

livello superficiale sono presenti delle falde<br />

sospese, in cui si ritrovano gran parte degli<br />

inquinanti percolati dai terreni, costituite da<br />

acque meteoriche che si infiltrano fino a una profondità di 1,5-3 m. Le<br />

falde idriche che si ritrovano ad una profondità maggiore di 40 metri sono<br />

protette da strati limo-argillosi che ne tutelano le caratteristiche qualitative.<br />

In mare sfociano due torrenti: il Rio Ospo e il Rosandra, che trasferiscono<br />

in mare inquinanti provenienti anche dall’entroterra sloveno.<br />

Il Sito inquinato di Interesse Nazionale di Trieste individuato con il<br />

d.m.468/2001, e finanziato inizialmente con 23,2 miliardi di lire, è ubicato a<br />

sud-est della città nei Comuni di Trieste e di Muggia e confina ad est con il<br />

Comune di Dolina. La perimetrazione è stata definita con d.m. 24/02/2003.<br />

Secondo il classico piatto ricco mi ci ficco le dimensioni del SIN sono<br />

state probabilmente estese a dismisura, per usufruire dei finanziamenti.<br />

L’area copre complessivamente 1700 ha, 500 a terra, nella quasi totalità<br />

all’interno dell’area dell’Ente Zona Industriale di Trieste (EZIT), e 1200 a<br />

mare, con uno sviluppo costiero di 10,5 km.<br />

L’Ezit è il soggetto unico individuato dalla Regione FVG per coordinare la<br />

caratterizzazione della parte in terraferma del Sito. Ha il compito di raccogliere<br />

i documenti dei piani e i dati delle caratterizzazioni già eseguite,e far<br />

verificare all’Arpa la loro validità. In base al D.Lgs. 152/2006 è obbligatorio<br />

eseguire l’analisi di rischio sito specifica (ovvero la verifica con modelli<br />

di tipo matematico del rischio per la salute umana dell’eventuale contaminazione<br />

di alcune aree). L’assenza di rischio dovrebbe permettere lo<br />

svincolo di alcune aree. Nel SIN sono attive 353 aziende.<br />

Il trattamento delle acque di falda dovrebbe essere realizzato da Sogesid<br />

S.p.A. (società pubblica), a cui è anche affidata l’analisi di rischio e la<br />

bonifica dei suoli nelle aree pubbliche. La caratterizzazione attualmente<br />

copre circa il 70% della superficie a terra. Nel novembre del 2009 la<br />

TESECO S.p.A ha concluso la bonifica di una porzione di un’area dell’ex<br />

raffineria Aquila con trattamento sul posto e utilizzo o rimozione e smaltimento<br />

del terreno contaminato.<br />

Il Piano di caratterizzazione dello specchio acqueo inserito entro il perimetro<br />

del SIN è stato affidato all’Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica<br />

applicata al Mare (Icram ora Ispra) nel 2004. La sua attuazione spetta<br />

all’Autorità Portuale di Trieste. Esclusivamente gli interventi su aree pub-<br />

8 konrad <strong>febbraio</strong> 2012<br />

bliche inquinate da insediamenti pubblici<br />

sono finanziabili con risorse regionali<br />

e/o nazionali. I fondi disponibili sono<br />

quelli della linea d’azione del Programma<br />

operativo regionale, Fondo europeo<br />

di sviluppo regionale, del Programma<br />

attuativo regionale, Fondo aree sottoutilizzate e del Programma nazionale<br />

di bonifica (dm 468/2001). Gli interventi su aree private sono interamente<br />

a carico dei proprietari, che devono eseguire la caratterizzazione, l’analisi<br />

di rischio e l’eventuale bonifica. Circa il 60% delle aziende ha completato<br />

la caratterizzazione. Sono ancora da investigare 133 ha nell’area a terra<br />

del SIN.<br />

La Regione con uno stanziamento 15 milioni<br />

di euro ha affidato all’Ezit di elaborare<br />

ed eseguire il piano complessivo di caratterizzazione<br />

dell’intera area secondo griglie<br />

e criteri omogenei. Il piano deve essere<br />

approvato dalla Conferenza di servizi del<br />

Ministero dell’Ambiente, e dovrebbe essere<br />

pronto entro aprile 2012.<br />

Il 14 giugno 2011 si è tenuta in Regione<br />

una riunione del Tavolo di lavoro istituzionale<br />

sul SIN in cui sono state esplicitate<br />

le azioni da intraprendere riguardanti il<br />

completamento dell’attività di caratterizzazione<br />

e l’esecuzione dell’analisi di rischio sull’intero sito. Finora è stata<br />

effettuata la ricognizione preliminare, una stima dei costi di caratterizzazione,<br />

la verifica e l’aggiornamento del data base, la verifica dei diversi<br />

fondi disponibili o accessibili (UE, nazionale, regionale, locale). L’avvio è<br />

previsto per maggio/giugno 2012 e la fine per maggio/giugno 2013. Per<br />

la validazione dei dati da parte dell’Arpa saranno necessari altri 5 mesi. E<br />

successivamente, in seguito ai risultati dell’analisi di rischio, si procederà<br />

alla definitiva riperimetrazione del Sin con i siti effettivamente inquinati,<br />

da sottoporre alla bonifica o alla messa in sicurezza permanente. Esiste<br />

un progetto Ezit di una barriera di contenimento lungo tutta la linea di<br />

costa del SIN per evitare che le acque della falda superficiale continui a<br />

inquinare l’ambiente marino.<br />

è in gestazione il quindicesimo accordo di programma fra tutti gli enti<br />

coinvolti dai ministeri agli enti e alle autorità locali. I contenuti delle precedenti<br />

14 ipotesi di accordo di programma avevano provocato la contrarietà<br />

delle associazioni degli artigiani, delle piccole e medie imprese e degli<br />

industriali per l’obbligo di sottoscrivere atti transattivi con la remissione<br />

delle azioni di danno ambientale, prima di individuare le aree effettivamente<br />

inquinate, per la restituzione agli usi legittimi delle aree in caso di<br />

analisi di rischio favorevoli. Per tutti gli interventi di bonifica e di riqualificazione<br />

il fabbisogno finanziario è di 350 milioni di euro, di cui quasi 240<br />

dovrebbero arrivare dalle transazioni.<br />

La riperimetrazione del sito per il recupero di parte dell’attuale SIN per<br />

attività produttive innovative è sostenuta dall’attuale ministro dell’ambiente<br />

Clini. La Green Economy potrebbe creare nuova occupazione. L’obiettivo<br />

è quello di riconnettere il Sistema Trieste ovvero realizzare il trasferimento<br />

tecnologico dalla ricerca applicata alle imprese e mettere in rete i molti<br />

centri di ricerca (Sissa, Ictp, Ogs, Università), l’Area Science Park e il<br />

tessuto di piccole e medie aziende presenti e di altre che potrebbero essere<br />

attirate sull’ ampio territorio reso disponibile dopo gli interventi di bonifica. Si<br />

prefigura l’istituzione di un commissario per accelerare questa prospettiva.<br />

Lino Santoro

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