caratterizzazione chimico - fisica di legni bagnati e confronto con ...
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Giovedì 6 Dicembre<br />
2007<br />
8° Intervento<br />
84 GRadus –2008/ 3.2<br />
Le due curve sono simili come andamento, ma sensibilmente <strong>di</strong>fferenti nelle temperature caratteristiche<br />
misurate e si <strong>di</strong>scostano molto dal comportamento dei provini moderni <strong>di</strong> legno<br />
sia trattati sia non trattati. Inoltre la particolare forma del se<strong>con</strong>do picco è dovuta alla alta reattività<br />
<strong>con</strong> ossigeno dei campioni archeologici.<br />
Analisi <strong>di</strong>ffrattometrica<br />
Le analisi <strong>di</strong>ffrattometriche sono state utilizzate per valutare il grado <strong>di</strong> cristallinità della cellulosa<br />
(rapporto tra la porzione <strong>di</strong> cellulosa cristallina e il peso totale del legno) e la sua variazione<br />
man mano che il processo <strong>di</strong> alterazione procede. Per determinare tali valori sono stati <strong>con</strong>siderati<br />
i <strong>di</strong>ffrattogrammi ottenuti per i vari campioni <strong>di</strong> legno prendendo in <strong>con</strong>siderazione il picco<br />
principale della cellulosa a 22,4° <strong>di</strong> 2θ. L’area <strong>di</strong> tale picco rappresenta la frazione <strong>di</strong> cellulosa<br />
cristallina e viene <strong>con</strong>frontata <strong>con</strong> l’area corrispondente alla frazione amorfa, nello stesso intervallo<br />
<strong>di</strong> 2θ. Il <strong>di</strong>ffrattogramma del legno costituito da abete non trattato sottoposto a macinatura,<br />
qui sotto rappresentato, mette in evidenza la parte cristallina e quella amorfa caratteristiche <strong>di</strong><br />
tale campione .<br />
Figura 7 Diffrattogramma ai raggi X delle polveri del legno <strong>di</strong> abete non trattato, in cui si può notare la parte<br />
amorfa e la parte cristallina<br />
La <strong>di</strong>stinzione della parte <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrattogramma corrispondente alla frazione cristallina e a quella<br />
amorfa non è netta. In letteratura sono riportati <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> per la valutazione del grado <strong>di</strong><br />
cristallinità per la cellulosa5 , che abbiamo applicato in precedenti lavori6 , ottenendo risultati<br />
non sempre completamente sod<strong>di</strong>sfacenti. Dapprima abbiamo determinato il grado <strong>di</strong><br />
cristallinità <strong>con</strong> il metodo dello standard esterno, ciò si realizza usando come linea <strong>di</strong> base del<br />
<strong>di</strong>ffrattogramma la curva ottenuta tramite analisi <strong>di</strong> una cellulosa amorfa. Questo metodo però<br />
è soggetto ad errore dal momento che sia la parte amorfa sia quella cristallina subis<strong>con</strong>o alterazione<br />
a seguito del trattamento a cui il legno è stato sottoposto. In questo lavoro abbiamo messo a<br />
punto un metodo che permette una valutazione maggiormente oggettiva delle aree<br />
rappresentative delle due <strong>di</strong>verse frazioni, cristallina e amorfa, del materiale. Lo scopo è stato<br />
raggiunto ricavando caso per caso le curve corrispondenti all’amorfo e al cristallino (che fornisce<br />
principalmente due picchi a <strong>di</strong>versi valori <strong>di</strong> θ) me<strong>di</strong>ante un metodo matematico basato sulla<br />
de<strong>con</strong>voluzione dei picchi sperimentali, suggerendo che le curve siano ben rappresentate tramite<br />
gaussiane aventi la seguente equazione generale:<br />
dove w rappresenta l’ampiezza del picco a metà altezza<br />
, Xc la coor<strong>di</strong>nata del centro del picco, y0 il<br />
valore della linea <strong>di</strong> base e A è una costante opportuna.<br />
I parametri migliori sono valutati <strong>con</strong> un metodo<br />
matematico basato sui minimi quadrati.