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LO SCARPONE 09 - Club Alpino Italiano

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VETRINA Leggere, sfogliare, guardare: le novità del mese<br />

Storie vere, cioè inventate<br />

Il giorno<br />

dell’astragalo<br />

di Alberto Paleari, I Licheni,<br />

Cda&Vivalda, 137 pagine,<br />

12 euro.<br />

Alberto Paleari, guida alpina<br />

di Gravellona Toce (VB),<br />

ci ha abituati male. Da circa<br />

vent’anni, ogni volta che gli<br />

capita un incidente, sfrutta la<br />

convalescenza per scrivere<br />

un libro. Il problema è che<br />

ogni libro risulta sempre più<br />

bello, affascinante, pieno di<br />

storie e di vita vissuta (a tratti<br />

forse anche inventata) e di<br />

montagne. “In queste pagine<br />

racconto molte storie che mi<br />

appartengono, che mi hanno<br />

formato”, avverte, “ma dello<br />

stesso ragazzino, e della<br />

guida alpina che è diventato,<br />

avrei potuto raccontare altre<br />

storie, come ho fatto nelle tre<br />

o quattro autobiografie che<br />

Anteprima<br />

24 - <strong>LO</strong> <strong>SCARPONE</strong>, SETTEMBRE 2007<br />

ho scritto finora. Anche questo<br />

libro è un’autobiografia,<br />

perciò, come tutte le autobiografie,<br />

è inventato”. Affiorano<br />

luoghi - dal Monte Rosa alla<br />

tangenziale nord di Milano,<br />

dalle gole di Gondo alla Nord<br />

del Cervino - e personaggi<br />

ritratti con rara maestria e<br />

onestà intellettuale. Come il<br />

romantico alter ego Ettore<br />

Zapparoli, musicista e scrittore<br />

scomparso misteriosamente<br />

nel ‘51 nel Canalone<br />

Marinelli, e gli altri due maestri<br />

di vita e di montagna cui<br />

l’autore rende omaggio: il<br />

romano Gigi Mario, grande<br />

riformatore delle guide alpine<br />

italiane e fondatore del<br />

monastero zen di Scaramuccia,<br />

e lo svizzero Gratien<br />

Volluz, priore dell’ospizio del<br />

Sempione, morto arrampicando<br />

nelle Gole di Gondo il<br />

12 agosto 1966.<br />

Quando Kurt balla sulla corda<br />

Il titolo (in tedesco) è indubbiamente suggestivo:<br />

“Seiltanz”, ovvero “Ballare sulla<br />

corda”. Niente di più azzeccato per il nuovissimo<br />

libro apparso in questi giorni a<br />

Monaco di Baviera per i tipi dell’editore<br />

Malik (www.malik.de) sulla vita dell’”orso”<br />

Kurt Diemberger, il grande alpinista austriaco<br />

socio onorario del CAI, che da tempo<br />

immemorabile ci fa sognare con conferenze<br />

e volumi appassionanti. Corredato dalle<br />

immagini dello stesso Kurt il libro intreccia<br />

in 330 pagine “momenti di felicità,<br />

enigmi e disavventure” dell’uomo che per due volte ha conosciuto<br />

la soddisfazione di conquistare una vetta di ottomila metri<br />

inviolata. E che a quota ottomila ha lottato e sofferto come pochi,<br />

vincendo la corsa alla vita anche grazie alla sua inesauribile scorta<br />

di ottimismo e vitalità. Ed eccolo sotto una scarica di pietre rinunciare<br />

a 7600 metri, con Julie Tullis, alla salita al Nanga Parbat: felice,<br />

comunque, di essersela cavata. Eccolo in un rifugio del Vallese<br />

calarsi nel baratro per recuperare il portafogli di un compagno di<br />

cordata. Eccolo scoprire con il figlio geologo Georg una miniera<br />

d’oro sommersa (e purtroppo esaurita) sotto i ghiacci negli Alti<br />

Tauri. Il tutto scritto ovviamente in tedesco, ma con la speranza che<br />

presto Kurt possa raccontarci anche in italiano i molti aspetti ancora<br />

inediti del suo irresistibile ballo sulla corda.<br />

La via d’uscita<br />

di Marc Batard. Prefazione di<br />

Gianni Vattimo. CDA&Vivalda,<br />

216 pagine, 17 euro.<br />

A 56 anni il grande scalatore<br />

francese Marc Batard, un<br />

tempo considerato “lo sprinter<br />

dell’Everest” per le sensazionali<br />

prestazioni a quota<br />

ottomila, vive con il suo compagno<br />

dopo avere abbandonato<br />

la moglie e i figli. Il libro<br />

documenta senza reticenze<br />

questa sofferta “via d’uscita”.<br />

Ma perché la sua scelta di<br />

vita lo ha indotto a chiudere<br />

con l’alpinismo professionale?<br />

La spiegazione di Gianni<br />

Vattimo, filosofo e alpinista a<br />

sua volta protagonista di<br />

un’analoga scelta di vita, è<br />

che, come Batard, anche noi<br />

non riusciamo a mettere<br />

insieme omosessualità e<br />

amore per la montagna<br />

“almeno, non con questa passione<br />

professata in forme<br />

estreme”. Per fortuna,<br />

Batard continua a occuparsi<br />

dell’associazione<br />

“En passant par la<br />

Montagne” che si prefigge<br />

di aiutare i giovani che<br />

vivono in condizioni difficili,<br />

come emarginazione<br />

sociale, insuccesso scolastico,<br />

malattia o handicap:<br />

un’attività di cui aveva riferito<br />

Lo Scarpone 6/2003<br />

attraverso la testimonianza<br />

dell’educatrice italiana<br />

Noemi Nichilini.<br />

Lontano<br />

dai piccoli uomini<br />

Editoriale Domus. In edicola<br />

a richiesta con “Meridiani<br />

Montagna Marmolada”,<br />

10 euro.<br />

L’alpinismo durante il Ventennio<br />

fascista. Com’era?<br />

Quali i presupposti che lo<br />

motivavano? Quale la retorica<br />

celebrata dal regime? Da<br />

Julius Evola a Giusto<br />

Gervasutti, l’antologia “Lontano<br />

dai piccoli uomini”, settimo<br />

volume della collana<br />

Meridiani Montagne Narratori,<br />

è una inedita e fondamentale<br />

raccolta di scritti, pagine<br />

di diario, riflessioni, testimonianze<br />

sull’“alpinismo eroico”<br />

tra le due guerre.<br />

Al centro della tensione culturale<br />

a cui l’alpinismo di

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