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LO SCARPONE 09 - Club Alpino Italiano

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ARGOMENTI Gli esperti rispondono<br />

L’altimetro segna la stessa quota<br />

in Himalaya e nelle Alpi?<br />

“Sono un appassionato di trekking iscritto alla Sezione<br />

C.Battisti di Verona. Vorrei sapere se è vero che nella fascia<br />

delle alte pressioni tropicali, come quella che comprende<br />

l’Himalaya nepalese, una cima o un passo alla quota di cinquemila<br />

metri (per fare un esempio) può essere considerato, a<br />

causa della pressione atmosferica in quel dato punto, come se<br />

si trovasse 400-500 metri più in basso di un equivalente punto<br />

alla latitudine delle nostre Alpi”, chiede Lino Simbeni (linosimb@tin.it)<br />

di Santa Maria di Zevo (Verona), al quale offre un<br />

chiarimento, per cortese interessamento del Comitato scientifico<br />

centrale, l’esperto Roberto Tonelli.<br />

La pressione varia con l’altezza di circa 1 hPa ogni 8 metri<br />

(27 ft), e quella al livello del mare vale (mediamente)1013,25<br />

hPa. Pertanto, per verificare se la pressione atmosferica in un<br />

punto (per esempio, un rifugio), letta sul nostro altimetro, è<br />

più alta o più bassa del normale, basta dividere l’altitudine<br />

(certa) del punto per 8m e sottrare il risultato da 1013,25,<br />

confrontando poi i due valori (quello letto sull’altimetro aneroide<br />

e il risultato del calcolo testé proposto).<br />

Se è vero che l’alta pressione “abbassa” le altitudini lette sull’altimetro<br />

a capsula aneroide, e la sensazione che si prova è<br />

quella di stare a una quota inferiore, questo non è sempre<br />

valido per località dove insistono alte pressioni “canoniche”<br />

perchè la pressione atmosferica varia continuamente duran-<br />

Concorso fotografico<br />

Mandateci le foto più belle<br />

Le vacanze avranno senz’altro offerto vivaci spunti a chi intende partecipare<br />

al concorso legato alla nascita dell’archivio fotografico del CAI<br />

Centrale…Come è stato riferito sullo Scarpone di agosto le foto (a colori,<br />

possibilmente non ritoccate) dovranno essere spedite entro il 30 novembre in<br />

formato jpeg via e-mail all’indirizzo ambiente.natura@cai.it e con oggetto<br />

“Concorso fotografico CAI”. In alternativa potranno essere spedite tramite<br />

posta normale su CdRom alla Sede centrale, via Petrella 19, 20124 Milano.<br />

Ciascuna foto spedita tramite e-mail non dovrà superare la dimensione di 4<br />

MB. Nessun limite se su CdRom. Il tema “Da valle a cima” è incentrato sul<br />

paesaggio e l’ambiente montano. Sei sono le sezioni: Alpi Occidentali, Alpi<br />

Centrali, Alpi Orientali, Dorsale Appenninica, Europa, Paesi extraeuropei (tre<br />

foto premiate per sezione per un totale di 18 premiate). E’ inoltre prevista una<br />

Sezione speciale dal titolo “Ambiente e biodiversità” (5 foto premiate).<br />

Ciascuna foto dovrà essere accompagnata dalle seguenti informazioni e<br />

documenti: titolo della foto; nome e cognome dell’autore, indirizzo e recapito<br />

telefonico; che cosa viene rappresentato (nome del gruppo montuoso, della<br />

cima, ecc.) e località da cui è stata scattata la foto; eventuali altre informazioni<br />

(a discrezione dell’autore); liberatoria circa la possibilità di utilizzo da parte<br />

del CAI delle foto ricevute e per il trattamento dei dati personali (disponibile<br />

sul sito www.cai.it). I vincitori riceveranno una copia a scelta di un libro della<br />

collana CAI/TCI “Guida ai monti d’Italia” e vedranno le loro foto pubblicate su<br />

“La Rivista” e sul sito web del CAI.<br />

8 - <strong>LO</strong> <strong>SCARPONE</strong>, SETTEMBRE 2007<br />

te il giorno per l’irraggiamento solare, e in tempi più lunghi<br />

per effetto delle perturbazioni atmosferiche.<br />

Pertanto, se è vero che in alcune zone è presente mediamente<br />

un campo barico di alta o bassa pressione, causa prima<br />

della circolazione generale dell’atmosfera, i suoi valori possono<br />

subire in alcuni periodi dell’anno ampie variazioni. Non<br />

si può quindi affermare che nelle località nepalesi si registrano<br />

pressioni più alte di quelle registrate in luoghi alpini<br />

a uguale altitudine, ma solo che questo avviene, mediamente<br />

e per valori poco significativi, in determinate situazioni.<br />

Roberto Tonelli<br />

Protesi: quali limiti<br />

per l’escursionista?<br />

Sono un appassionato escursionista, ho 55 anni e sono socio<br />

dal 1987 della Sezione di Faenza. Purtroppo da due anni soffro<br />

di necrosi alla testa del femore destro e di recente ho subito l’intervento<br />

di artroprotesi. Quali possibilità mi si offrono di continuare<br />

a frequentare la montagna come escursionista? A questa<br />

domanda di un lettore che si firma Massimo risponde il dottor<br />

Daniele Malgrati, fisioterapista e presidente della Commissione<br />

medica del CAI di Bergamo.<br />

Si può dire che l’intervento di protesi<br />

all’anca oggi abbia raggiunto un livello di<br />

eccellenza tale da consentire a chi lo subisce<br />

un ottimo recupero funzionale che in<br />

alcuni casi consente alla persona di<br />

dimenticarsene. Il guadagno in termini<br />

funzionali dipende da molti fattori. Il<br />

primo ovviamente è una buona tecnica di<br />

impianto, il secondo è la scelta della protesi<br />

in funzione di un soggetto che abbia<br />

ancora desideri sportivi. Il terzo punto è<br />

la scelta del momento di intervento che va<br />

deciso prima che si instaurino severe<br />

alterazioni muscolari e compensative<br />

legate al dolore. Il quarto punto è un’ottima<br />

riabilitazione. Il quinto punto è la<br />

persona che subisce l’intervento: fortissima<br />

dev’essere la motivazione ma altrettanto<br />

rigorosa e scrupolosa l’osservazione<br />

dei tempi di recupero e l’impegno a ottenere<br />

il meglio in termini di articolarità,<br />

muscolazione, propiocettività, destrezza.<br />

A questo proposito, abbiamo riabilitato<br />

persone che hanno appieno ricominciato<br />

attività sciistiche, alpinistiche a ottimo<br />

livello con followup a 2-5-8 anni senza<br />

problema alcuno.<br />

Daniele Malgrati

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