LO SCARPONE 09 - Club Alpino Italiano
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HIMALAYA Successo italiano<br />
Gasherbrum 2, gli eroi della nord<br />
Karl Unterkircher, Daniele Bernasconi e Michele<br />
Compagnoni hanno posto la firma su un’impresa alpinistica<br />
considerata tra le più importanti degli ultimi dieci<br />
anni. Il 20 luglio, alle otto di sera, l’altoatesino<br />
Unterkircher e il lecchese Bernasconi hanno messo piede sulla<br />
cima del Gasherbrum II, 8.035 metri di quota, dopo averne scalato<br />
l’inviolata e verticale parete nord in stile alpino. Il valtellinese<br />
Compagnoni, salito con i compagni fino a quota 7.850<br />
metri nonostante un’indisposizione, ha traversato sulla sella<br />
ovest raggiungendo gli altri due al calar del sole sulla parete<br />
sud. Versante dal quale poi il trio ha effettuato la discesa bivaccando<br />
durante la notte sopra un enorme seracco di neve. “Un<br />
bellissimo risultato”, ha commentato Agostino Da Polenza<br />
organizzatore e sponsor dell’impresa, “un’impresa d’altri tempi<br />
realizzata con lo spirito sportivo di oggi. Per me è anche un<br />
sogno che si realizza dopo 24 anni: avevo visto la parete nord<br />
del GII al rientro dalla salita alla parete nord del K2. E avevo<br />
promesso a me stesso che l’avrei salita per primo. La promessa<br />
l’ho mantenuta a metà: sono riuscito a<br />
mandare in vetta questi splendidi alpinisti<br />
e amici”.<br />
Alla notizia della brillante esperienza<br />
ha esultato anche Kurt Diemberger, il<br />
grande austriaco che, unico al mondo, è<br />
salito per primo su due ottomila inviolati.<br />
“Il Gasherbrum II è stato mio sogno,<br />
lo ho esplorato fino alla base nel 1983”,<br />
ha raccontato Kurt. “E mia è stata l’idea<br />
di affrontare questa montagna percorrendo<br />
lo spigolo nord, come in effetti è<br />
stato fatto da Unterkircher, Bernasconi e Compagnoni con i<br />
quali sono stato in collegamento satellitare durante il loro<br />
riuscito tentativo”. ■<br />
Kailash<br />
Montagna sacra o montagna spazzatura?<br />
Il “kora” del monte Kailash è il più<br />
importante pellegrinaggio tibetano,<br />
ma anche uno dei percorsi di trekking<br />
più frequentati. Tre sono i giorni<br />
di cammino con il superamento del<br />
passo Dolma di 5.630 metri.<br />
Un’esperienza senza problemi, che<br />
tuttavia impone qualche considerazione.<br />
Intanto il Tibet occidentale - quello<br />
più lontano dalle grandi città e dai<br />
centri monastici della valle dello<br />
Yarlung Tsangpo - è stato ormai trasformato<br />
in un angolo di provincia dell’impero<br />
cinese con la costruzione di<br />
edifici in vetro e cemento, una forma<br />
di colonizzazione architettonica che fa<br />
a pugni con l’edilizia locale e snatura<br />
il tradizionale rapporto uomo-ambien-<br />
te. Certo i cinesi hanno portato anche<br />
la “civiltà”: le strade sono sempre più<br />
larghe e nuovi ponti sostituiscono i<br />
vecchi guadi e traghetti, ogni villaggio<br />
possiede l’ufficio postale e una sede<br />
della China Telecom da dove è possibile<br />
chiamare in teleselezione l’estero<br />
a poco prezzo, ogni negozietto vende<br />
prodotti di “prima necessità” come<br />
bottiglioni di Coca Coca, Sprite e<br />
birra, scatole di spaghetti precotti e<br />
confezioni di carne sotto vuoto in<br />
buste di plastica. Ma dopo l’uso tutto<br />
viene sistematicamente buttato ai lati<br />
delle strade. E’ questo l’aspetto più<br />
sconvolgente. L’intero percorso del<br />
kora è punteggiato da sacchetti di plastica,<br />
confezioni di succo di mango e<br />
Nelle foto Unterkircher, Bernasconi e Compagnoni in spedizione e<br />
l’incontro fra Kurt Diemberger, Unterkircher e Compagnoni (nipote del<br />
celeberrimo Achille) durante la marcia verso il K2 nel 2004.<br />
bottiglie di plastica. I luoghi di bivacco,<br />
dove sono state erette tende-ristorante,<br />
si presentano come discariche.<br />
Basterebbe forse poco per risolvere<br />
almeno in parte il problema (ma noi<br />
che abbiamo il terzo mondo in<br />
Campania non possiamo insegnare<br />
niente a nessuno): predisporre delle<br />
buche protette dal vento alla periferia<br />
dei villaggi dove scaricare plastica e<br />
bottiglie. Occorrerebbe però una sensibilità<br />
ecologica di cui per ora difettano<br />
i tibetani, ma soprattutto i cinesi<br />
che potrebbero legiferare a riguardo<br />
e, a lungo termine, educare nelle loro<br />
scuole le giovani generazioni a un più<br />
corretto rapporto con l’ambiente.<br />
Giancarlo Corbellini<br />
<strong>LO</strong> <strong>SCARPONE</strong>, SETTEMBRE 2007 - 27