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Esperienze cliniche con apparecchiature self-ligating: quale futuro?°

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Le <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>:<br />

aspetti clinici e biomeccanici<br />

Un attacco si definisce <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> quando è in grado di<br />

assicurare l’arco nello slot senza l’ausilio di legature elastiche<br />

o metalliche. Gli attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> infatti presentano<br />

uno sportello che, chiudendosi, trasforma lo slot<br />

in un tubo e ne assicura l’arco al suo interno.<br />

Le <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> sono quindi anche <strong>apparecchiature</strong><br />

low-friction in quanto l’arco, non essendo<br />

costretto da legature metalliche o elastiche, è in grado di<br />

scorrere liberamente all’interno dello slot. Gli attacchi<br />

<strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> si dividono in:<br />

◗ attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> passivi, provvisti di uno sportello<br />

rigido passivo che, una volta inserito l’arco, chiude<br />

semplicemente lo slot rendendolo un tubo senza interagire<br />

<strong>con</strong> l’arco (fig. 1);<br />

◗ attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> attivi, provvisti di uno sportello<br />

flessibile che, oltre ad assicurare l’arco nello slot, interagisce<br />

<strong>con</strong> questo fornendo le forze correttive (fig. 2);<br />

◗ attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> interattivi, provvisti di uno sportello<br />

flessibile che non interagisce <strong>con</strong> archi di sezione<br />

ridotta (solitamente fino a fili di sezione .016 x .016),<br />

ma diventa attivo <strong>con</strong> archi di sezione maggiore (fig. 3).<br />

Nelle meccaniche frizionali l’attrito gioca un ruolo fondamentale<br />

nelle varie fasi del trattamento e soprattutto<br />

nella fase di chiusura degli spazi: esso è funzione delle<br />

ruvidità delle superfici a <strong>con</strong>tatto, cioè dello slot e<br />

dell’arco. Quando per esempio si distalizza un canino, la<br />

posizione del bracket rispetto al filo cambia proporzionalmente<br />

allo spostamento che si sta realizzando. Una<br />

volta applicata una forza di intensità tale da vincere<br />

l’attrito statico comincia lo spostamento: il canino<br />

Relazione a <strong>con</strong>vegno<br />

Ortognatodonzia Italiana vol. 14, 1-2007<br />

31<br />

comincia ad angolarsi distalmente fino a quando i margini<br />

dello slot opposti in diagonale entrano in <strong>con</strong>tatto <strong>con</strong><br />

l’arco. A questo punto il filo produce una coppia di forze<br />

in grado di realizzare l’uprighting della radice e quindi di<br />

realizzare uno spostamento corporeo. L’intensità del<br />

momento che <strong>con</strong>trolla la radice nelle meccaniche frizionali<br />

è legato alle caratteristiche delle due superfici a <strong>con</strong>tatto,<br />

cioè bracket e filo, e dall’intensità dell’attrito generato<br />

tra esse durante lo scorrimento. Infatti, diversi sono i<br />

fattori che possono influenzare l’intensità dell’attrito tra<br />

filo e bracket: le dimensioni dell’arco, del bracket, i<br />

materiali <strong>con</strong> cui sono costruiti e il tipo di legatura utilizzata<br />

per assicurare l’arco allo slot. Da qui si evince il ruolo<br />

fondamentale rivestito sia dalla legatura sia dalla<br />

dimensione del bracket nel determinare una riduzione dei<br />

coefficienti di attrito statico e dinamico da <strong>con</strong>trastare nel<br />

corso degli spostamenti dentari.<br />

Proprio in questo <strong>con</strong>testo trovano maggior utilizzo le<br />

<strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>: diversi studi (6, 7, 8, 9, 10,<br />

11, 12, 13) hanno evidenziato come questo tipo di apparecchiatura<br />

abbassi il coefficiente di attrito allo scorrimento<br />

riducendo il tempo necessario per i singoli spostamenti.<br />

Questo significa un migliore <strong>con</strong>trollo tridimensionale<br />

gia nelle prime fasi di trattamento <strong>con</strong> archi non<br />

particolarmente sottodimensionati rispetto allo slot, senza<br />

che per questo si raggiungano frizioni tali da grippare<br />

il sistema. Se nella primissima fase del trattamento vengono<br />

inclusi denti <strong>con</strong> alterazioni <strong>con</strong>siderevoli di tip,<br />

torque o particolarmente ruotati, a carico di tali elementi<br />

si genererà un’intensa forza di attrito. Ma dal momento<br />

che queste <strong>apparecchiature</strong> sono state progettate per<br />

ridurre al massimo le resistenze frizionali, la forza di<br />

attrito risultante si tradurrà in una minima sollecitazione<br />

Fig. 1. Rappresentazione grafica degli attacchi Damon2 a sinistra e Damon3 a destra:<br />

si nota la rigidità dello sportellino tipica degli attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> passivi.<br />

Fig. 2. Rappresentazione grafica dell’attacco Speed, che evidenzia come la clip sia attiva<br />

sia <strong>con</strong> archi leggeri che <strong>con</strong> archi a pieno spessore.<br />

Fig. 3. Rappresentazione grafica dell’attacco <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> inter-attivo Time2,<br />

nella sua <strong>con</strong>figurazione passiva <strong>con</strong> fili leggeri ed attiva <strong>con</strong> fili a pieno spessore.

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