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Ricerca storico-archeologica in Giordania XVII – 1997

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RELAZIONI DELLE SPEDIZIONI ARCHEOLOGICHE 515<br />

tutti gli <strong>in</strong>terventi dei 54 relatori. Tra i migliori esempi di come la ricerca moderna<br />

può rispettare il terreno evitando di arrecare i danni che certi metodi di scavo<br />

hanno prodotto nel passato, citiamo i risultati della Madaba Pla<strong>in</strong>s Project, una<br />

regione situata nel cuore della <strong>Giordania</strong>. Da più di 25 anni la spedizione americana<br />

esam<strong>in</strong>a <strong>in</strong>tensamente la regione e sta effettuando scavi a T. el-Umeiri, T.<br />

Jawa, T. Hesban, T. Jalul ecc.<br />

I lavori prelim<strong>in</strong>ari consistono nel fissare su mappa tutti i rilievi usando tecniche<br />

particolarmente sofisticate, che sono di tre tipi:<br />

1) SR (Sysmic Refraction). Questo metodo viene usato per la ricerca di sottosuperficie<br />

mediante segnali acustici; i segnali sono captati da geofoni piantati<br />

verticalmente che lo trasformano <strong>in</strong> onde elettriche e le <strong>in</strong>viano ad un sismografo,<br />

dal quale le onde sono registrate su di un computer.<br />

2) GPR (Ground-penetrat<strong>in</strong>g Radar). Il sistema consiste nell’<strong>in</strong>viare segnali<br />

radar da 300 a 500 MHz, il cui riflesso viene registrato dagli appositi strumenti e<br />

serve per localizzare gli ostacoli che le onde <strong>in</strong>contrano, cioè muri, pavimenti,<br />

oggetti ecc.<br />

3) EMI (Electromagnetic Induction). Di nuovo, si tratta di <strong>in</strong>viare onde magnetiche,<br />

<strong>in</strong> questo caso per registrare cavità come grotte, tombe, cisterne. Il complesso<br />

dei dati fornito da queste <strong>in</strong>vestigazioni previe, ha ‘pilotato’ per così dire<br />

gli scavi dei tells più importanti della regione di Madaba, segnalando dove era<br />

più conveniente <strong>in</strong>iziare lo scavo. Gli articoli presentati nel volume sono suddivisi<br />

secondo c<strong>in</strong>que diversi campi di <strong>in</strong>teresse: 1. aspetti generali e metodologici<br />

(pp. 27-200); 2. preistoria e proto-storia (pp. 201-264); 3. da Alessandro Magno<br />

a Bisanzio (pp. 265-344); 4. dal primo periodo islamico al periodo ottomano (pp.<br />

345-398); 5. relazioni di scavi (pp. 399-432). Tutti gli <strong>in</strong>terventi sono caratterizzati<br />

da brevità, concisione e precisione.<br />

P. Kaswalder<br />

ADAJ 40, Annual of the Department of Antiquities of Jordan 40, Amman 1996,<br />

495+13 pp., Figures, Plates, Pictures, and Maps <strong>in</strong> the Text.<br />

La pubblicazione del Dipartimento delle Antichità di <strong>Giordania</strong> per il 1996 viene<br />

dedicata <strong>in</strong> memoriam a Antoni Ostrasz che ha dedicato gli ultimi anni della sua<br />

attività professionale di architetto ai monumenti di Jerash. In particolare si deve<br />

a lui lo scavo e il restauro dell’ippodromo. Il volume 40 di ADAJ presenta 23<br />

rapporti prelim<strong>in</strong>ari di scavo (pp. 11-449); altri 8 contributi m<strong>in</strong>ori (Archaeological<br />

Notes and News) (pp. 450-493) e 2 articoli nella sezione <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba. Come si<br />

deduce dalla mole dei contributi, i lavori di ricerca archelogica <strong>in</strong> <strong>Giordania</strong> proseguono<br />

con un ritmo molto elevato. E i rapporti prelim<strong>in</strong>ari sono offerti con tempestività<br />

agli studiosi.<br />

Ai tradizionali scavi dei siti più conosciuti come Petra, Bab edh-Dhra, ‘Ayn<br />

Ghazal, Abila, Pella, Jerash e Umm Qais, si nota con piacere che proseguono le

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