Ricerca storico-archeologica in Giordania XVII – 1997
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RELAZIONI DELLE SPEDIZIONI ARCHEOLOGICHE 523<br />
senza di occupazione a partire dalla fase f<strong>in</strong>ale del Bronzo Antico (EB IV, 2250-<br />
1900 a.C.) f<strong>in</strong>o al periodo ottomano. La fase meglio studiata è quella romana,<br />
perché doveva dare delle risposte riguardo alla fondazione del santuario, alla scal<strong>in</strong>ata<br />
di accesso e alla delimitazione del rec<strong>in</strong>to sacro. Nel secondo capitolo sono<br />
presentate le monete dello scavo, 74 delle quali sono state pubblicate. Nel catalogo<br />
sono comprese monete ellenistiche (a partire da Tolomeo II Filadelfo), nabatee,<br />
una giudea (di Hircano II), monete romane, bizant<strong>in</strong>e, arabe. Importante il ritrovamento<br />
di una moneta di Marco Aurelio (161-169 d.C.), contemporanea alla data<br />
di fondazione del tempio <strong>in</strong> base all’iscrizione di Gem<strong>in</strong>io Marciano. Nel capitolo<br />
terzo viene presentata una notevole serie di stampi su giare commerciali. Tali<br />
stampi <strong>in</strong>iziano nel periodo del F II, e comprendono una nuova iscrizione ammonita<br />
praticamrente illeggibile (cf. le proposte a p. 39). Seguono le anfore di epoca<br />
ellenistico-romana (rodiane <strong>in</strong> maggioranza, e solo due knidiane) con molti nomi<br />
di persona e di mesi (cf. l’<strong>in</strong>dice alle pp. 53-54). Monete e anfore sono una prova<br />
tangibile della vitalità commerciale della città di Filadelfia, <strong>in</strong> contatto con molte<br />
città e regioni del mondo ellenistico-romano.<br />
Il capitolo quarto è dedicato alla ceramica dello scavo, escluse le lampade. Di<br />
notevole <strong>in</strong>teresse il ritrovamento di una tomba del MB, il cui materiale è già stato<br />
pubblicato da M. Najjar <strong>in</strong> ADAJ 35 (1991), 105-130. La ceramica va dal Bronzo<br />
Antico f<strong>in</strong>o al periodo omayyade. Quest’ultimo viene suddiviso <strong>in</strong> sottofasi prima<br />
e dopo il terremoto del 749. Le lucerne sono descritte nel capitolo qu<strong>in</strong>to. Nel<br />
capitolo sesto sono descritti tutti i frammenti di figur<strong>in</strong>e trovate nello scavo, ca. 50<br />
pezzi. Al periodo ammonita sono attribuite figure umane, cavalieri, cavalli, animali<br />
vari, alcuni dei quali portano tracce di pittura. Alcune teste femm<strong>in</strong>ili di epoca<br />
ellenistica hanno il caratteristico velo sulla capigliatura raccolta a treccia. Nel capitolo<br />
settimo sono ord<strong>in</strong>ati gli oggetti di piccole dimensioni e di materiali differenti,<br />
tra cui pesi, mac<strong>in</strong>e, piatti, palette per cosmetici, conchiglie, sigilli, medaglie,<br />
pendenti, gioielli, armi. Il capitolo ottavo è un’ampia relazione sullo scavo effettuato<br />
dagli autori nell’area a est del portico, fatto per <strong>in</strong>dividuare la rampa di accesso<br />
e con la prospettiva di costruire un solido fondamento allo stilobate del<br />
tempio di Ercole. Il sito risulta occupato da un edificio privato nel F II, poi lasciato<br />
abbandonato <strong>in</strong> epoca ellenistica e romana. Questo edificio è stato gravemente<br />
danneggiato durante la costruzione del tempio romano.<br />
P. Kaswalder<br />
Patricia Maynor Bikai <strong>–</strong> William J. Fulco <strong>–</strong> J. Marchand, Tyre. The Shr<strong>in</strong>e of<br />
Apollo, Amman 1996, XIII+85 pp., Plates, Figures, and Pictures <strong>in</strong> the Text.<br />
“Dedicato alle donne di Tiro”, il volume presenta i risultati parziali dello scavo<br />
effettuato nel lontano 1971 nell’ambito del progetto di recupero della necropoli<br />
romano-bizant<strong>in</strong>a di Tiro, e dimenticato per anni a causa della guerra civile. Segue<br />
idealmente la pubblicazione della ceramica, (cf. P. Bikai, The Pottery of Tyre,