Thank You for smoking.pdf - Scuola Superiore Avvocatura

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può essere imputata alcuna colpa. Anche Sherlock Holmes sarebbe d’accordo: una volta escluse tutte le altre opzioni, l’unica che sopravvive, per quanto incredibile sia, è quella vera. È un gioco molto logico, quindi. Una volta chiuso, per sua scelta, con il tabacco, Nick trova però altri soggetti bisognosi del suo amorevole intervento. La sua missione è difendere i “poveri indifesi”, proteggere le aziende abbandonate dai loro clienti: i tagliatori di foreste, gli sfruttatori del lavoro minorile, gli scavatori di pozzi petroliferi, i costruttori di mine antiuomo, i cacciatori di cuccioli di foche... Alla fine del film compare un trionfante Joey, il figlio di Nick Naylor, che solleva la coppa di “migliore oratore”, premio del torneo di dibattito. Di padre in figlio, la tradizione di famiglia continua. E Nick si ricicla con i produttori di cellulari, nervosi e preoccupati per le accuse secondo cui il telefono mobile provocherebbe danni cerebrali. L’apprezzato e rasserenante suggerimento del loro nuovo spin-doctor è: Epilogo «Signori, provate queste parole davanti allo specchio: “Sebbene il problema sia al vaglio degli esperti, al momento non esistono prove che dimostrino che l’uso del cellulare provochi il cancro al cervello”». Gran respiro di sollievo per tutti. E il vaglio continua… Thank you for smoking è irriverente e irresistibile. Il film è insieme esilarante ed inquietante. È insieme una ventata d’aria fresca e una sferzata vorticosa. La pellicola lascia nello spettatore un duplice stato d’animo. In primo luogo suscita una reazione dovuta al sentirsi ingannati dal mondo dell’informazione e insieme raggirati da chi, per ragioni opposte, manipola la verità per piazzare un prodotto, sia il tabacco, sia un’idea. In secondo luogo, ci rammenta che l’inganno, l’ottusità, l’opportunismo, l’ipocondria in fondo appartengono a tutti noi e si possono contrastare con seriosità oppure con l’ironia. L’ironia funziona meglio, quando si sa che il pubblico ci è favorevole, neutro o non ostile. La storia è inquietante perché dimostra che si può vincere al di là della logica e a prescindere dalle opinioni invalse. Basta essere convinti, o almeno motivati, per essere persuasivi con gli altri. Anton Čechov, nel suo monologo Sul danno del tabacco (1903), in cui un succube Ivan Ivanovic Njuchin, “marito di sua moglie” dispotica, deve svolgere, per ordine della consorte, un tema-conferenza sugli effetti dannosi del fumo, ci insegna che un individuo non motivato divaga. Anche un vero sofista non ce la fa se non è un po’ convinto o almeno motivato. Christofer Buckley e Jason Reitman fanno vedere come i cosiddetti “spin doctors” possono addurre fatti e argomenti pretestuosi ma non insensati. Se si tratta di tabacco e sigarette, siamo forse immunizzati. Se si tratta di notizie e di informazioni siamo più sguarniti. Noi siamo sempre meno consumatori di tabacco, ma sempre più consumatori di informazioni. L’inganno e il raggiro sono sempre in agguato, in tutti e due i campi, quello dei prodotti e quello delle notizie da vendere. Il tabacco, l’alcool, le armi uccidono. L’informazione pure. In pillole, Thank you for smoking è: un esempio di cosa sia un’argomentazione a fronte di una dimostrazione; un esempio di come affrontare situazioni ostiche; un’illustrazione di come comporre interessi divergenti con argomenti efficaci;
un esercizio su come catturare e mantenere l’attenzione dell’uditorio; un esempio di come servirsi di tattiche retoriche per fronteggiare e dominare anche l’uditorio più difficile. una illustrazione del ruolo dello humour nella discussione soprattutto polemica. C’è chi è bravo nello sport. C’è chi è bravo ad ammazzare la gente. Nick Naylor parla. Ognuno ha un suo talento e la sua specialità. Thank You for arguing. Thank You for counterarguing. E, soprattutto, Thank you for doubting: “per favore, esercitiamoci al dubbio”. Il dubbio è solidale e va a braccetto con l’argomentare. Come lascia capire il film di John Patrick Shanley The doubt ((2008), che si chiude con un’esortazione e un monito: “Doubt!”. È un altro film che potrebbe similmente intitolarsi Thank you for doubting. Tutto cambia se uno dubita e se uno non dubita, come tutto cambia nel film doppio di Alain Resnais Smoking/No Smoking (1994), a seconda che la casalinga interpretata da Celia Teasdale decida di fumare prima di darsi al giardinaggio di primavera. In Smoking si accende la sigaretta, in No smoking ci rinuncia. E le storie si biforcano. Come su una scacchiera, così nella vita e nella ricerca, la prima mossa è decisiva per l’andamento dell’intera partita. Quando uno ci dice «Voglio solo parlare», attenzione a rispondere «Va bene, parliamo». Il fumo fa male, le parole ancor di più. Riferimenti bibliografici Aristofane, Le nuvole, a cura di F. Turato, Marsilio, Venezia 1995. Christofer Buckley, Thank you for smoking, Random House, New York 1994. Adelino Cattani ed altri (a cura di), La svolta argomentativa. Cinquant’anni dopo Perelman e Toulmin, Loffredo - University Press, Casoria Napoli 2009. ISBN 9788875643355. Adelino Cattani, Come dirlo? Parole giuste, parole belle, Loffredo Editore - University Press, Collana “Suadela”, Casoria Napoli 2009. ISBN 9788875642938. Anton Pavlovič Čechov, Sul danno del tabacco, 1903, in Teatro, a cura di Mauro Martini, Milano 1995. Umberto Curi, Lo schermo del pensiero. Cinema e filosofia, Raffaello Cortina, Milano 2000. Umberto Curi, Ombre delle idee, Patron, Bologna 2002. Umberto Curi, La forza dello sguardo, Bollati Boringhieri, Torino 2004. Umberto Curi, L’immagine-pensiero. Tra Fellini, Wilder e Wenders: un viaggio filosofico, Mimesis, Milano 2009. Gorgia, Encomio di Elena, a cura di G. Paluano, Liguori, Napoli 2004. Jay Heinrichs, Thank you for arguing: What Aristotle, Lincoln and Homer Simpson can teach us about the art of persuasion, Three Rivers Press, New York, 2007; trad. ital. L’arte di avere sempre l’ultima parola, Kowalski, Milano 2008.
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