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Thank You for smoking.pdf - Scuola Superiore Avvocatura

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«Millenovecentoventisette. Nasce il cinema sonoro. All’improvviso i registi devono dare<br />

agli attori qualcosa da fare mentre parlano. Cary Grant, Carol Lombard fumavano. Bette<br />

Davies, una ciminiera! E Bogart? Vi ricordate il primo film con Lauren Baccall? Lei entra<br />

ancheggiando sinuosamente. Ha 19 anni, puro sesso. E dice: “Qualcuno ha un fiammifero?”<br />

Bogie le lancia la scatola, e lei la prende. La più grande storia d’amore del secolo, com’è<br />

iniziata? Accendendo una sigaretta…possiamo riportare il sesso nelle sigarette».<br />

Detto, fatto; anche nella realtà. In “Avatar”, il mega film fantascientifico di James Cameron<br />

ambientato nel lontano 2154, Sigourney Weaver, nei panni della scienziata Grace Augustine,<br />

appare nevroticamente assuefatta al fumo e se le manca sbotta: «Dove ho messo quella maledetta<br />

sigaretta?». Sulla linea di Nick si muove anche il regista James Cameron, il quale prova a<br />

giustificare la presenza di questa accanita fumatrice nel suo film affermando che è un modo per<br />

sottolinearne i lati meno allettanti. Del resto così faceva anche il marchese de Sade per difendere<br />

le sue opere: si mette in scena il vizio per deplorarlo e condannarlo. E per restare nel campo<br />

cinematografico, Rob Zombie, regista de The Devil’s Rejects - La casa del diavolo (2005), di<br />

fronte alla commissione censura, in un’autodifesa volta a far approvare il suo film horror-violento,<br />

giudicato orripilante, così si giustificò: «L’orrore deve essere eccessivo affinché l’opera mantenga<br />

una afflato e una responsabilità sociale. La violenza rappresentata non deve essere accettabile,<br />

perché il film sia accettabile».<br />

«Sei preoccupato in qualche modo per l’elemento salute?» chiede Naylor a Jeff Megall, il<br />

manager di Hollywood, Direttore della “Entertainement Global Offices”, quello che ha<br />

inventato la pubblicità indiretta, o meglio occulta, nei film.<br />

«Non sono un medico», gli replica questi. «Sono un coordinatore. Io metto insieme persone<br />

creative. Tutte le in<strong>for</strong>mazioni, volendo, sono a disposizione di tutti. Non spetta a me<br />

decidere per gli altri. Sarei moralmente presuntuoso».<br />

Persino Nick Naylor si rende subito conto che potrà «imparare molto da quest’uomo».<br />

È pacifico, come dice il boss, che «Noi non vendiamo caramelle, porca vacca. Vendiamo<br />

sigarette. E sono allettanti, alla portata di tutti e danno assuefazione. Il lavoro è praticamente già<br />

fatto». Ma la legge non dice che tutti hanno diritto ad un giusto processo? Perfino un assassino di<br />

bambini. E allora perché non le società multinazionali?<br />

È un lavoro duro quello di Nick, ma certo se avesse voluto un lavoro facile avrebbe scelto la<br />

Croce Rossa. Il suo lavoro gli piace davvero. Per lui è stimolante e gratificante, è una sfida: «Se ce<br />

la fai con il tabacco, ce la fai in tutto».<br />

<strong>Thank</strong> you <strong>for</strong> <strong>smoking</strong> non è un film né contro né a favore del tabacco. Nel film, imperniato<br />

sul fumo, nessuno fuma, se non in un vecchio film in bianco e nero che il protagonista vede in<br />

televisione, dove un soldato in guerra muore colpito dal cecchino mentre si sta accendendo una<br />

sigaretta. La pellicola è contro il fanatismo ed il salutismo esasperati, il furore inquisitorio,<br />

l’ipocrisia. Soprattutto contro i messaggi assolutistici, contro la mania dei messaggi a fin di bene.<br />

Dichiara il regista: «Non è un film con un preciso messaggio da diffondere. Anzi lo definirei<br />

piuttosto un film anti-messaggio. Se proprio vogliamo rintracciare a tutti i costi una sorta di invito<br />

per gli spettatori, stavolta il consiglio che intendo dare è che dobbiamo assolutamente darci una<br />

calmata con gli ammonimenti e le regole di vita».<br />

Il talk show<br />

Il film inizia con un talk show, condotto da Joan, in cui Nick Naylor si confronta con il<br />

rappresentante del ministro della salute, Ron Goodie ed una esponente della lega antitumori, che

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